28/12/2021
Economia fuori fase di Andrea Pannone.
Un terremoto epocale sta scuotendo tutti i pilastri su cui si sono rette le società moderne: l’economia, le istituzioni, le relazioni sociali. Tali pilastri sono fondati su un paradigma scientifico, ereditato dalla fisica classica, che vede la Natura come insieme di entità isolate, capaci di entrare in relazione solo per effetto di una ‘forza’ esercitata dall’esterno. Una simile visione conduce a interpretare la storia delle interazioni umane come fatalmente guidate dalla divisione, dalla competizione e dal conflitto. Sul piano economico e sociale, in questa prospettiva, Stato e mercato appaiono come gli unici possibili, sebbene teoricamente alternativi, mediatori del conflitto, fornendo agli individui la spinta indispensabile al loro coordinamento.
Diversamente, la fisica quantistica e le neuroscienze moderne rivelano oggi una possibilità concreta di concepire l’individuo, al pari di ciascun elemento che compone la materia, come un’unità intrinsecamente mossa dalla necessità di costruire relazioni armoniche con altri individui e, più in generale, con l’ambiente in cui vive; sebbene tale movimento sia ostacolato dall’incapacità dei sensi umani di percepire con chiarezza l’intima connessione dell’uomo con il tutto.
Proprio lungo le linee di questa differente visione della Natura, si muove la mia ricerca della possibilità di costruire forme di coordinamento economico e sociale alternative a Stato e mercato (sebbene non necessariamente in contrapposizione con essi), basate sull’autonomia, sull’autorganizzazione e sulla cooperazione tra gli individui.
Il percorso verrà compiuto attraverso un ripensamento critico di alcuni concetti chiave della teoria economica e dei connotati ideologici che essi implicano – prima di tutto il concetto di scarsità e di crisi – che possa fare da base del processo di ricostruzione di un nuovo framework interpretativo.
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