23/12/2025
I PASTORI, LE ANIME SEMPLICI, TROVARONO CRISTO
I pastori erano anime semplici che nulla sapevano della politica del mondo, nulla di arte o di letteratura. Nessuno di loro avrebbe saputo recitare un solo verso di Virgilio, sebbene in tutto l’Impero Romano non si sarebbe potuta trovare persona dotata di un briciolo di cultura che ne ignorasse l’opera poetica. Nei loro campi e nella semplice vita che conducevano non erano mai giunti gli echi degli scandali scoppiati alla corte di Erode, né una sola parola riguardo all’erudito Gamaliele che abitava nel Tempio e tentava di contare le 70 settimane degli anni.
Il gran mondo della pubblica opinione li ignorava, tenendoli in nessun conto per il progresso degli uomini e delle nazioni. E tuttavia quei semplici pastori, i cui più antichi re già erano stati tali, non ignoravano due importantissime cose: riconoscevano l’esistenza di Dio sopra di loro e delle pecore ai loro piedi.
Ciò bastava per quelle anime semplici, e nella notte in cui i cieli erano così splendenti da prorompere nella rivelazione dei loro radiosi cantori, un angelo annunciò che l’oggetto della loro lunga smaniosa attesa era ormai nato tra la gente semplice, in un’umile stalla, nella povera cittadina di Betlemme. E prendendo una delle cose che conoscevano, un agnellino, lo portarono con loro e lo deposero ai piedi della sola altra cosa che non ignorassero: il Dio dei Cieli, disceso sulla terra come un agnello sacrificato fin dall’inizio del mondo. E finalmente i pastori trovarono il loro Pastore.
(Fulton J. Sheen, da "L'Uomo di Galilea" edizioni Fede e Cultura)