10/08/2025
Comprendo che leggere è diventato pesante, come troppe altre cose che facevamo e non facciamo più, ma prova a farlo e ad arrivare fino in fondo e dimmi cosa se ne pensi.
Dott.ssa Claudia Crispolti
LA FIGLIA NON PROTETTA.
Una figlia che non è stata protetta cresce con una ferita silenziosa: quella di aver dovuto contare su sé stessa prima del tempo.
Quando manca la protezione di un genitore, il corpo e la psiche imparano a vivere in uno stato di allerta costante, perché ci si sente sempre in pericolo e soprattutto si sente di dover far fronte a tutto da sole.
Talvolta questo significa entrare a contatto con pericoli reali non solo immaginari e così il sistema nervoso autonomo si abitua a scansionare continuamente l’ambiente, sempre attento a sorvegliare l’ambiente.
Questa iper-vigilanza crea un automatismo invisibile ma percettibile se ci si osserva: tensione muscolare cronica, disturbi del sonno, digestione irregolare, infiammazioni ricorrenti, un respiro spesso corto e alto come se la vita fosse sempre un po’ in apnea.
Psicologicamente si sviluppano due tendenze opposte che convivono nella stessa persona: un’apparente forza e autosufficienza e una fragilità interiore, una paura costante di essere lasciata sola di nuovo.
Nei comportamenti emerge l’abitudine a controllare tutto, a pianificare, a fare da sola, ma anche a vivere sbalzi emotivi intensi, con momenti di ansia, malinconia o improvvisa chiusura.
Energeticamente, questa figlia disperde moltissima forza vitale nella difesa: il corpo è sempre pronto alla fuga o all’attacco, mentre l’anima resta sospesa, in attesa di uno spazio sicuro che forse non ha mai conosciuto.
In queste donne si fa largo l’idea di un uomo salvifico, che le tragga in salvo da questa tensione costante, ma al contempo, qualsiasi relazione intima viene percepita come potenzialmente pericolosa esponendola al fantasma dell’abbandono.
In ogni caso il partner non sarà mai “abbastanza” perché per lui o lei sarà impossibile placare quell’assetto di guerra costante.
L’amore, così, diventa un campo di battaglia tra desiderio di fusione e paura di perdersi di nuovo
Spesso queste donne si ritrovano in relazioni sbilanciate, a “inseguire” chi non c’è o a sentirsi oppresse quando finalmente trovano qualcuno di stabile.
La vita di una figlia non protetta porta spesso segni di irrequietezza: cambi frequenti, difficoltà a sentirsi radicata, fatica a rilassarsi pienamente in una casa, in un corpo, in un abbraccio.
Spesso diventa iper-performante sul lavoro o nella cura degli altri, come se il valore personale dovesse essere costantemente guadagnato.
Il corpo, intanto, parla: dolori cervicali, tensioni pelviche, stanchezza cronica, somatizzazioni che rivelano un bisogno di contenimento mai soddisfatto.
✅Il lavoro interiore necessario passa attraverso la ricostruzione di una base di sicurezza interna. Significa imparare a percepire il corpo come un luogo abitabile, allenare il sistema nervoso a uscire dalla modalità di sopravvivenza, riconoscere e accogliere la bambina interiore che non ha ricevuto protezione.
Significa scegliere relazioni e contesti in cui l’energia non vada più dispersa nel difendersi, ma possa finalmente radicarsi e nutrirsi. Solo allora la vita diventa meno lotta e più respiro.
Consiglio:
Sessioni di bioenergetica.
Yin Yoga per poi passare a pratiche più potenti come l’Ashtanga.
Bagni caldi (no freddi!)
Massaggi.
Gruppi di donne
Gruppi di crescita per uscire dall’isolamento.
Claudia Crispolti