Mondo Sommerso - La rivista amata da chi ama il mare

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La rivista gestita da subacquei e amanti del mare, documentando fondali e meraviglie del mondo sommerso senza escludere la superficie, ricca di scoperte ...

Mediterraneo Sotto Assedio: La Voracità Senza Confini della Pesca IndustrialeIl nostro Mare Nostrum, culla di civiltà e ...
07/05/2025

Mediterraneo Sotto Assedio: La Voracità Senza Confini della Pesca Industriale
Il nostro Mare Nostrum, culla di civiltà e scrigno di biodiversità millenaria, sta annegando sotto il peso di una voracità insaziabile: quella della pesca industriale. Non si tratta più di piccole flottiglie locali che traggono sostentamento dalle sue acque, ma di colossali navi fattoria, spesso battenti bandiere lontane, che con metodi spietati e tecnologie devastanti stanno depredando le sue risorse, lasciando dietro di sé un deserto biologico e comunità costiere in ginocchio.
Queste mastodontiche imbarcazioni, vere e proprie fabbriche galleggianti, solcano le acque del Mediterraneo con la ferocia di predatori senza scrupoli. Le loro reti a strascico, immense e profonde come voragini, non fanno distinzione: catturano indiscriminatamente ogni forma di vita, dai pesci adulti ai novellami, dalle tartarughe marine ai delicati organismi bentonici che costituiscono la base della catena alimentare. Il fondale marino viene arato, devastato, trasformato in un paesaggio lunare privo di vita, compromettendo la capacità di rigenerazione dell'intero ecosistema.
Non è un caso che le specie ittiche iconiche del Mediterraneo stiano scomparendo a ritmi allarmanti. Tonni rossi, pescespada, merluzzi: le loro popolazioni sono decimate da una pressione di pesca insostenibile, alimentata da una domanda globale insaziabile e da una governance spesso cieca o complice. Le quote di pesca, quando esistono, vengono frequentemente ignorate o aggirate, in un Far West marino dove la legge sembra piegarsi al profitto immediato.
E chi paga il prezzo più alto di questa razzia? Le piccole comunità di pescatori locali, custodi di antiche tradizioni e di una saggezza marinara tramandata di generazione in generazione. Le loro barche, piccole e vulnerabili di fronte ai giganti dell'industria, tornano a riva con reti sempre più vuote. Il loro sostentamento è minacciato, la loro cultura erosa dalla prepotenza di un modello di sfruttamento che non guarda al futuro.
Non possiamo più restare a guardare questo scempio consumarsi sotto i nostri occhi. Il Mediterraneo non è una dispensa infinita da saccheggiare impunemente. È un ecosistema fragile e interconnesso, la cui salute è vitale non solo per la biodiversità marina, ma per l'intero pianeta. L'indifferenza e l'inerzia sono complici di questa distruzione silenziosa, ma non per questo meno letale.
È tempo che le istituzioni, a livello nazionale e internazionale, si assumano le proprie responsabilità con coraggio e determinazione. Servono regolamentazioni stringenti e realmente applicate, controlli severi e sanzioni esemplari per chi viola le norme. È necessario promuovere una pesca sostenibile, che rispetti i cicli naturali e le esigenze delle comunità locali. È fondamentale investire in ricerca e sensibilizzazione per far comprendere l'importanza di un mare vivo e protetto.
Il Mediterraneo sta lanciando un grido d'allarme, un SOS disperato. Ignorarlo significa condannare un patrimonio inestimabile a un declino irreversibile. È ora di agire, con la consapevolezza che la battaglia per salvare il nostro mare è una battaglia per il nostro futuro. Non possiamo permettere che la voracità di pochi affondi per sempre la ricchezza e la bellezza di un mare che appartiene a tutti.
PESCATORI A TAVOLA
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La guerra europea alla piccola pesca: un settore in pericoloLa piccola pesca professionale locale sta affrontando una cr...
23/03/2025

La guerra europea alla piccola pesca: un settore in pericolo

La piccola pesca professionale locale sta affrontando una crisi senza precedenti, aggravata da politiche europee sempre più restrittive, dall'impatto della crisi climatica e dalla concorrenza delle grandi flotte industriali. Mentre l'UE si concentra su regolamentazioni stringenti e su un modello di sostenibilità che spesso penalizza i piccoli pescatori, molte comunità costiere rischiano di scomparire.

Regolamenti eccessivi e concorrenza sleale

Negli ultimi anni, Bruxelles ha imposto limiti sempre più rigidi sulle quote di pesca, sulle dimensioni delle reti e sulle zone di cattura, spesso senza considerare le specificità locali della piccola pesca. Molti pescatori lamentano che le regole vengono applicate in modo sproporzionato: mentre i piccoli operatori sono soggetti a severi controlli, le grandi flotte industriali – spesso sostenute da sussidi europei – continuano a sfruttare il mare in modo intensivo.

Secondo uno studio commissionato dalla Commissione Europea, il cambiamento climatico e l'acidificazione degli oceani stanno riducendo le risorse ittiche, portando a una maggiore competizione tra pescatori. Tuttavia, i più penalizzati sono proprio i piccoli operatori, che non possono delocalizzare le loro attività o investire in tecnologie avanzate come fanno le grandi imprese del settore.

Il grido d’aiuto dei pescatori locali

In molte aree costiere, i pescatori stanno chiedendo misure di tutela specifiche. In Abruzzo, la cooperativa di pescatori "Sirena" ha richiesto la creazione di una riserva di pesca entro le 3 miglia dalla costa, per proteggere le risorse locali dagli abusi della pesca a strascico. Questo tipo di pesca industriale, vietato in acque così basse, viene spesso praticato illegalmente, distruggendo l’ecosistema e sottraendo risorse alla piccola pesca. Inoltre, i pescatori chiedono aiuti economici per affrontare i danni causati dai pescherecci più grandi e dalle mareggiate, oltre alla creazione di infrastrutture adeguate per la loro attività.

Le possibili soluzioni

Se l'UE vuole realmente tutelare la pesca sostenibile, dovrebbe smettere di penalizzare i piccoli pescatori e favorire un modello più equo. Alcune proposte includono:

Quote di pesca differenziate: regole più flessibili per la piccola pesca, che non ha lo stesso impatto ecologico della pesca industriale.

Sanzioni più severe per la pesca illegale: multe e controlli più rigidi per le grandi flotte che violano le norme ambientali.

Sostegno economico mirato: fondi destinati alla modernizzazione delle piccole imbarcazioni e alla protezione delle aree di pesca artigianale.

Incentivi per il consumo di pesce locale: campagne per promuovere il pescato a chilometro zero, riducendo la dipendenza da importazioni spesso ottenute con metodi non sostenibili.

La battaglia per la sopravvivenza della piccola pesca è una lotta per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e delle economie locali. Le politiche europee, invece di soffocare questo settore con regole irragionevoli, dovrebbero sostenerlo come esempio di sostenibilità e tradizione. Se non si interverrà rapidamente, il rischio è che il mare diventi esclusivamente territorio delle grandi multinazionali, spazzando via secoli di cultura e lavoro delle comunità costiere.
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Claudio Sisto
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Il gabbiano reale zampegialle (Larus michahellis): è una specie di gabbiano diffusa in Europa meridionale, Nord Africa e...
21/03/2025

Il gabbiano reale zampegialle (Larus michahellis):
è una specie di gabbiano diffusa in Europa meridionale, Nord Africa e Medio Oriente. È spesso confuso con il gabbiano reale nordico (Larus argentatus), da cui si distingue per alcune caratteristiche morfologiche e comportamentali.

Caratteristiche principali

Dimensioni: tra 55 e 67 cm di lunghezza, con un'apertura alare che varia da 120 a 155 cm.

Aspetto: presenta un piumaggio bianco con dorso e ali di colore grigio chiaro, punte delle ali nere con macchie bianche.

Zampe: di colore giallo intenso, a differenza di altre specie simili che hanno zampe rosa o grigiastre.

Becco: robusto, giallo con una macchia rossa sulla mandibola inferiore, utilizzata dai pulcini per stimolare l'adulto a rigurgitare il cibo.

Habitat e distribuzione

Il Larus michahellis è tipico delle coste mediterranee, ma si è adattato anche ad ambienti urbani, portuali e discariche. Negli ultimi decenni, la sua popolazione è in crescita e ha ampliato il suo areale, colonizzando anche zone interne.

Alimentazione

Specie onnivora e opportunista, si nutre di pesci, molluschi, piccoli mammiferi, uova di altri uccelli e rifiuti di origine umana.

Riproduzione

Nidifica in colonie, scegliendo scogliere, isole e tetti di edifici.

Depone da 2 a 3 uova in aprile-maggio, con un periodo di incubazione di circa 27-30 giorni.

I pulcini sono nidifughi, ossia in grado di muoversi poco dopo la schiusa.

Curiosità

È noto per il suo comportamento aggressivo, specialmente nei pressi dei nidi o quando compete per il cibo.

Ha un'importante funzione ecologica, contribuendo alla pulizia dell'ambiente grazie alla sua dieta spazzina.

È spesso considerato un problema nelle città per via del suo adattamento alle attività umane e della sua capacità di aprire sacchetti della spazzatura alla ricerca di cibo

Claudio Sisto
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20/03/2025

Una giornata tipo di un sommozzatore negli allevamenti di bivalvi
Di Claudio Sisto

Nel mondo della mitilicoltura e dell’allevamento di ostriche, le immersioni dei sommozzatori professionisti sono essenziali per garantire la qualità e la sicurezza della produzione. Ogni giorno, questi operatori specializzati lavorano sott’acqua per controllare la salute delle colture, la manutenzione delle strutture e l’eventuale presenza di problemi ambientali.

Ore 5:30 – Preparazione e briefing

La giornata di un sommozzatore inizia presto. Dopo il ritrovo presso il punto d’imbarco, si svolge un briefing con il responsabile dell’allevamento. Vengono assegnate le aree da ispezionare e si controllano le condizioni meteorologiche e marine. La sicurezza è prioritaria, quindi si verifica l’attrezzatura: bombole, erogatori, computer subacqueo, coltelli da immersione e strumenti di monitoraggio.

Ore 8:00 – Prima immersione: controllo delle strutture

Una volta raggiunto il sito, il sommozzatore si immerge per ispezionare le strutture di allevamento. Le reti e i filari di corde su cui crescono cozze e ostriche devono essere controllati per individuare eventuali danni, incrostazioni e segni di usura. La corrente marina e l’azione biologica di altri organismi possono compromettere l’integrità delle strutture, rendendo necessaria la pulizia o la sostituzione.

Ore 10:30 – Seconda immersione: monitoraggio della crescita e della salute dei molluschi

Dopo una pausa per il recupero, si procede con un nuovo tuffo per verificare lo stato dei bivalvi. Si esaminano dimensioni, colorazione e adesione ai supporti. Un sommozzatore esperto sa riconoscere segni di malattie, stress ambientale o infestazioni di parassiti come i tunicati e le alghe invasive. Se necessario, si prelevano campioni per analisi di laboratorio.

Ore 13:00 – Pausa e aggiornamento report

Dopo le immersioni del mattino, il team si concede una pausa per mangiare e reidratarsi. Nel frattempo, si compilano i primi report con le osservazioni fatte sott’acqua. La documentazione è fondamentale per pianificare interventi di manutenzione e segnalare anomalie ai biologi marini che seguono l’allevamento.

Ore 15:00 – Terza immersione: interventi di manutenzione

Il pomeriggio è dedicato agli interventi più operativi. Se sono stati individuati problemi, il sommozzatore può rimuovere incrostazioni, sostituire elementi danneggiati o persino riposizionare filari e boe. In alcuni casi, vengono installati sistemi di dissuasione per allontanare predatori naturali come le stelle marine o i crostacei.

Ore 17:30 – Rientro e chiusura della giornata

Dopo aver recuperato l’attrezzatura e risalito a bordo, il team rientra a terra. L’ultimo step della giornata è la stesura del rapporto finale e il confronto con gli altri operatori dell’allevamento. Il sommozzatore condivide le informazioni raccolte, suggerendo eventuali azioni correttive per ottimizzare la produzione.

Un lavoro affascinante e impegnativo

Essere un sommozzatore negli allevamenti di bivalvi significa unire competenze tecniche e amore per il mare. Ogni giorno si affrontano sfide diverse, in un ambiente mutevole e spesso imprevedibile. La loro attività è indispensabile per garantire la sostenibilità e la qualità dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole.

20/03/2025

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La lattuga di mare: un’alga dalle mille risorseLa lattuga di mare (Ulva lactuca) è un’alga verde appartenente alla famig...
19/03/2025

La lattuga di mare: un’alga dalle mille risorse

La lattuga di mare (Ulva lactuca) è un’alga verde appartenente alla famiglia delle Ulvaceae. Diffusa nei mari temperati e tropicali di tutto il mondo, è facilmente riconoscibile per il suo colore verde brillante e la consistenza sottile e traslucida, simile a una foglia di lattuga.

Caratteristiche e habitat

La lattuga di mare cresce in acque poco profonde, spesso su rocce, legni sommersi o altre superfici solide. Predilige ambienti ricchi di nutrienti e può svilupparsi in abbondanza in zone con scarichi organici, fungendo da indicatore della qualità dell’acqua.

Si presenta con lamine verdi sottili e ondulate, di consistenza morbida e flessibile, con una crescita che può raggiungere i 30 cm di lunghezza. È un’alga perenne, ma la sua crescita è influenzata dalle stagioni, con un picco primaverile ed estivo.

Proprietà nutrizionali

La lattuga di mare è un superfood marino ricco di nutrienti:

Proteine (fino al 25% del peso secco)

Fibre

Vitamine (A, C, E, K e alcune del gruppo B)

Minerali (ferro, calcio, magnesio, iodio e potassio)

Antiossidanti e composti bioattivi benefici per la salute

Grazie alla sua composizione, è un alimento particolarmente utile per chi segue diete vegetariane e vegane, offrendo un’importante fonte di proteine e minerali essenziali.

Utilizzi in cucina

La lattuga di mare è commestibile e viene utilizzata in molte tradizioni culinarie, in particolare in Giappone, Corea e Francia. Ha un sapore leggermente salino e umami, con note fresche e marine.

Può essere consumata:

Cruda in insalate

Essiccata e sbriciolata per insaporire piatti di pasta, riso o zuppe

Cotta in frittate, torte salate o piatti a base di pesce

Sotto forma di condimento per insaporire salse e panature

L’essiccazione ne esalta il sapore e la conserva a lungo, rendendola un ingrediente versatile.

Impieghi ecologici e industriali

Oltre all’uso alimentare, la lattuga di mare ha diverse applicazioni:

Bioplastiche e biocarburanti: studi recenti stanno esplorando il suo utilizzo nella produzione di materiali biodegradabili ed energia sostenibile.

Agricoltura: viene impiegata come fertilizzante naturale per arricchire il suolo di nutrienti.

Purificazione delle acque: assorbe metalli pesanti e nutrienti in eccesso, contribuendo al miglioramento della qualità dell’acqua.

L’impatto ambientale: tra risorsa e problema

La crescita eccessiva della lattuga di mare può portare a fioriture algali incontrollate, soprattutto in aree soggette all’inquinamento da azoto e fosforo. Queste masse di alghe, decomponendosi, possono ridurre l’ossigeno in acqua e creare zone morte per la fauna marina.

Tuttavia, se raccolta e utilizzata in modo sostenibile, può diventare una preziosa risorsa per l’alimentazione e l’industria.

La lattuga di mare è un’alga versatile, nutriente ed ecosostenibile, con applicazioni che spaziano dall’alimentazione alla biotecnologia. Il suo utilizzo può contribuire a una dieta più sana e a un’economia circolare più sostenibile, riducendo gli sprechi e valorizzando le risorse marine.
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Claudio Sisto
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La Marea Italiana: Tra Natura, Cultura e CambiamentoL'Italia, con i suoi 7.500 km di costa, è un paese fortemente legato...
18/03/2025

La Marea Italiana: Tra Natura, Cultura e Cambiamento

L'Italia, con i suoi 7.500 km di costa, è un paese fortemente legato al mare. Le maree, seppur meno pronunciate rispetto a quelle oceaniche, svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi costieri, nella navigazione e nella cultura locale. Ma cosa sappiamo davvero della marea italiana?

Le Maree in Italia: Dinamiche e Peculiarità

A differenza dell'Atlantico, dove l’escursione di marea può superare i 10 metri, nel Mediterraneo le maree sono generalmente modeste, con variazioni che raramente superano il metro. Questo accade perché il Mediterraneo è un mare chiuso, dove la grandezza dell’onda di marea è attenuata. Tuttavia, esistono eccezioni:

Venezia e l’Adriatico Settentrionale: Qui la marea può raggiungere valori più significativi, anche a causa dell’effetto dell’Adriatico come "canale risonante". Il fenomeno dell’"acqua alta" veneziana è il risultato dell’interazione tra marea astronomica, venti di scirocco e variazioni barometriche.

Stretto di Messina: Le correnti di marea qui generano forti vortici e onde stazionarie, creando condizioni marine uniche che hanno dato origine a leggende come quelle di Scilla e Cariddi.

Marea e Cultura: Simbolismo e Tradizioni

La marea ha ispirato da sempre arte, poesia e filosofia. In Italia, il suo movimento ciclico è stato spesso metafora di cambiamento e rinascita. Pensiamo a Giacomo Leopardi, che osservava il mare come simbolo dell'infinito, o agli artisti veneziani, che hanno immortalato le acque mutevoli della laguna.

Nella tradizione popolare, la marea è anche legata alla pesca e alla navigazione. I pescatori osservano i cicli lunari e le maree per capire il momento migliore per calare le reti. Anche nelle saline, come quelle di Trapani e Marsala, il ritmo della marea influenza la raccolta del sale.

Cambiamento Climatico e Futuro delle Maree

Oggi, il livello del mare sta aumentando a causa del riscaldamento globale, con un impatto significativo sulle maree e sulle coste italiane. Venezia affronta sempre più spesso fenomeni di acqua alta straordinaria, mentre l’erosione costiera colpisce regioni come la Toscana e la Puglia.

La sfida per il futuro è duplice: da un lato, la protezione delle zone vulnerabili con soluzioni come il MOSE; dall’altro, un ripensamento del nostro rapporto con il mare, puntando su politiche di adattamento e sostenibilità.

La marea italiana è molto più di un semplice fenomeno fisico: è storia, cultura, natura e sfida ambientale. Comprenderne le dinamiche significa anche riscoprire il legame profondo tra il nostro paese e il mare, imparando a proteggerlo per le generazioni future.
Claudio Sisto
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🌊 Mondo Sommerso: la rivista amata da chi ama il mare! 🐠⛵️Non è più solo subacquea, ma un viaggio completo tra pesca, na...
18/03/2025

🌊 Mondo Sommerso: la rivista amata da chi ama il mare! 🐠⛵️

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Perché bisogna salvaguardare il banquette di Posidonia?Il banquette di Posidonia oceanica è un elemento essenziale per l...
17/03/2025

Perché bisogna salvaguardare il banquette di Posidonia?

Il banquette di Posidonia oceanica è un elemento essenziale per l'equilibrio degli ecosistemi costieri. Spesso percepito come un accumulo fastidioso di foglie morte sulle spiagge, in realtà svolge funzioni cruciali per la tutela della biodiversità, la protezione del litorale e la lotta contro l'erosione. Salvaguardarlo significa proteggere il mare e le coste.

Cos’è il banquette di Posidonia?

La Posidonia oceanica è una pianta marina (non un’alga) endemica del Mar Mediterraneo. Cresce in f***e praterie sottomarine che forniscono ossigeno, rifugio e cibo a numerose specie marine. Quando le foglie invecchiano, si staccano e vengono trasportate dalle correnti fino a riva, accumulandosi in strati chiamati banquette.

Questi depositi possono sembrare antiestetici, ma hanno un'importanza ecologica straordinaria.

Perché il banquette è fondamentale per l’ambiente?

1. Protegge le spiagge dall’erosione
Il banquette crea una barriera naturale che assorbe l’energia delle onde, riducendo la perdita di sabbia. Rimuoverlo aumenta il rischio di erosione costiera.

2. Funge da habitat per molte specie
All'interno del materiale accumulato trovano rifugio piccoli organismi marini, crostacei e insetti, che a loro volta nutrono pesci e uccelli costieri.

3. Favorisce il ciclo dei nutrienti
Il materiale organico della Posidonia si decompone lentamente, contribuendo a mantenere il suolo ricco di sostanze nutritive e favorendo il rinnovo delle spiagge.

4. È un indicatore di un ecosistema sano
La presenza di Posidonia sulle coste indica la salute del mare. La sua scomparsa può essere un segnale d’allarme per l’inquinamento e la degradazione dell’habitat marino.

5. Contribuisce alla lotta contro i cambiamenti climatici
Le praterie di Posidonia catturano e immagazzinano grandi quantità di CO₂ (blue carbon), contribuendo alla mitigazione del riscaldamento globale.

Perché il banquette viene rimosso?

Molte amministrazioni locali rimuovono la Posidonia spiaggiata per motivi turistici ed estetici, senza considerare gli effetti negativi. Spesso, la sua eliminazione comporta la perdita di sabbia preziosa, aggravando il fenomeno dell’erosione costiera e rendendo necessarie costose operazioni di ripascimento artificiale.

Cosa possiamo fare per proteggerlo?

Sensibilizzare l’opinione pubblica: far conoscere il valore del banquette per l’ecosistema costiero.

Evitare la rimozione indiscriminata: intervenire solo in casi eccezionali e sempre con metodi sostenibili.

Promuovere regolamenti locali più attenti alla tutela ambientale.

Supportare progetti di conservazione delle praterie di Posidonia, che sono protette a livello europeo dalla Direttiva Habitat.
Il banquette di Posidonia non è un rifiuto, ma una risorsa naturale da proteggere. Preservarlo significa difendere le coste, la biodiversità e il nostro futuro. Se vogliamo continuare a godere delle spiagge e dei mari del Mediterraneo, dobbiamo imparare a convivere con questo dono della natura anziché combatterlo.
Claudio Sisto
Mondo Sommerso - La rivista amata da chi ama il mare
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Rispetta il mare e rispetterai tutto il pianeta Claudio Sisto
24/02/2025

Rispetta il mare e rispetterai tutto il pianeta
Claudio Sisto

Mai dimenticare che il Tevere è il collegamento con il mare a Roma.Claudio Sisto
24/02/2025

Mai dimenticare che il Tevere è il collegamento con il mare a Roma.
Claudio Sisto

Con mondo sommerso ti tuffi tutti i giorni nel profondo blu Mondo Sommerso - La rivista amata da chi ama il mareClaudio ...
24/02/2025

Con mondo sommerso ti tuffi tutti i giorni nel profondo blu
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