Il Corpo Estraneo

Il Corpo Estraneo Qui troverai un lavoro di analisi e decostruzione di stereotipi, pregiudizi, luoghi comuni su adozione/affido
(a cura di Monya Ferritti).

Dal convegno Identità di Confine ci si confronta sulle rappresentazioni come specchio sociale e collettivo
22/11/2025

Dal convegno Identità di Confine ci si confronta sulle rappresentazioni come specchio sociale e collettivo

Nella sede di Legami Adottivi OdV ad assemblare le cartelline per domani.Tanti iscritti e iscritte da tutta Italia, due ...
21/11/2025

Nella sede di Legami Adottivi OdV ad assemblare le cartelline per domani.

Tanti iscritti e iscritte da tutta Italia, due tavole rotonde, pensieri da condividere, un libro a fumetti da presentare,riaprire spazi di parola, trasformare la fatica in sapere collettivo, costruire alleanze.

Tutto questo all' Ex Dynamo a Bologna a partire dalle 10 di sabato 22/11.
Un convegno organizzato da una associazione di individui con background adottivo. Vi aspetto.

Venerdì e sabato a Rimini e Bologna. Ci vediamo in giro!
20/11/2025

Venerdì e sabato a Rimini e Bologna.

Ci vediamo in giro!

Le grafiche di  (Mancavano da tanto)
19/11/2025

Le grafiche di

(Mancavano da tanto)

L'adozione ha bisogno di parole nuove ma anche di parole giuste.Le parole non etiche, inadeguate, stereotipate, violente...
18/11/2025

L'adozione ha bisogno di parole nuove ma anche di parole giuste.

Le parole non etiche, inadeguate, stereotipate, violente, sdolcinate, ecc. del/sul sistema dell'adozione sono il pane quotidiano di questa pagina e sono state anche - alcune - tema di Il Corpo Estraneo (2019 ed ETS), soprattutto quelle che derivavano da ideologie sull'adozione (il concetto di "dono", ma anche "mamma di cuore" ecc.).

La (mia) necessità dei neologismi è soprattutto legata alla stesura di Sangue che ha richiesto parole nuove per definire ciò che stavo descrivendo, non esistevano e ne avevo bisogno. Servivano a me.

Sono persuasa che la realtà crei la lingua ma anche la lingua crei la realtà e avevo necessità del diritto di cittadinanza linguistica, come minoranza prima di tutto. Chi ha un background adottivo (questo è il tema di Sangue) non è un soggetto previsto dalla società e per questo motivo è vittima di continue delegittimazioni circa la propria identità, la propria storia e i propri legami primari.

La questione analizzata è stata: in che modo vive e cresce chi si sente dire, nella vita, di essere fortunato? O che deve essere grato? O che non è riconosciuto come italiano o i cui legami sono messi in discussione, prima quelli con i genitori o fratelli e poi quella con i propri figli?

Si tratta di microaggressioni che generano, nelle altre minoranze un minority stress. Sangue indaga cosa accade alla comunità delle persone con background adottivo, i neologismi nel testo sono nati perchè per rappresentare una cosa che esiste ma nessuno sa/vuole vedere la devi prima di tutto nominare.

Bionormativismo è la prima parola nuova ed è anche quella che cito più spesso. È servita, ad esempio, per descrivere con una sola parola la discriminazione sottile operata dai media nei confronti del fratello di Jannik Sinner, Mark.
A partire da una concezione bionormativista della società la famiglia Sinner è il soggetto imprevisto, con figli veri (e campioni) e meno veri (e meno campioni).

Siamo nati e cresciuti in una società bionormativista che fa proprio il legame di sangue come origine di ogni rapporto di filiazione. Avere adottato o essere stati adottati non mette al riparo dal bionormativismo perché, come tutti i fenomeni simili, ha bisogno di un percorso di decostruzione.

La vedete la strada?



PS: lo scrivevo nel 2023,chat gpt free (lo specifico perché oggi si fa una gran fatica a leggere testi scritti da umani sui social, da parte di creator, di associazioni e di persone sulle bacheche personali. Non se ne può più).

Qualcuno ha detto "background adottivo"?Lasciando da parte il giornalista che fa fatica ad adeguarsi, noto con ESTREMO p...
18/11/2025

Qualcuno ha detto "background adottivo"?

Lasciando da parte il giornalista che fa fatica ad adeguarsi, noto con ESTREMO piacere, in questa news che ci arriva da Foggia, che una istituzione contribuisce al cambiamento e quando le istituzioni cambiano linguaggio cambiano anche le cornici entro cui vengono letti i bisogni e i diritti delle persone coinvolte nell'adozione.

Per questo è fondamentale che siano proprio le istituzioni le prime a introiettare il cambiamento, perché ciò che scrivono diventa riferimento per scuole, servizi e società..
Se vogliamo politiche meno bionormativiste e pratiche professionali meno stigmatizzanti il punto di partenza è proprio questo.

Oltre a ciò, personalmente, sono felice che a forza di non fare un passo indietro ma andare avanti come un ariete alla fine qualcosa si raccoglie. Sembra poco ma è enormemente simbolico.

Al territorio di Foggia auguro di tracciare la strada per politiche scolastiche inclusive e non bionormativiste.

Enjoy the videos and music you love, upload original content, and share it all with friends, family, and the world on YouTube.

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18/11/2025

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Questa settimana in Emilia Romagna. Venerdì sarò a Rimini mentre sabato a questo Convegno di Legami Adottivi.E' dal 2019...
18/11/2025

Questa settimana in Emilia Romagna. Venerdì sarò a Rimini mentre sabato a questo Convegno di Legami Adottivi.

E' dal 2019 che partecipo ai convegni di questa associazione di persone con storia di adozione e sono sempre molto interessanti per i temi e per il confronto con i partecipanti e i relatori. Quest'anno parleremo di identità di confine, ossia abitare il margine, attraversarlo o ibridarlo. Chi ha un background adottivo può trovarsi a vivere uno spazio di mezzo anche in età adulta. Ci confronteremo insieme su questo concetto.

Io curerò una tavola rotonda sullo specchio interiore e come riconoscersi in uno spazio individuale.

Vi aspetto perchè queste sono occasioni rare, non ve lo devo spiegare, no?

Qui troverete info + comunicato stampa.

Comunicato stampa fuori ora:

cs-_identita-di-confine_legami-adottivi_2025.docx.pdf https://share.google/dXNySIerfCvTq1VlP

Venerdì sarò a Rimini per un percorso di formazione laboratoriale sul bionormativismo con glim operatori che si occupano...
17/11/2025

Venerdì sarò a Rimini per un percorso di formazione laboratoriale sul bionormativismo con glim operatori che si occupano di affido e adozione a Rimini.

Venerdì 21 novembre alcuni soci della nostra associazione saranno coinvolti in un momento formativo assieme ad assistenti sociali, psicologi e operatori coinvolti nell’Equipe Affido Adozione Rimini .
A guidare la formazione... niente meno che Monya Ferritti Il Corpo Estraneo 😊che avremo il piacere di ospitare nuovamente a Rimini.
Si parlerà di argomenti a noi molto cari: linguaggio inclusivo, bio-normativismo, sterotipi e pregiudizi. Ribadiremo L'IMPORTANZA DI OGNI PAROLA.
Si tratta di un'iniziativa ideata nell’ambito del progetto “Affido e adozione - la comunità cresce insieme nell’accoglienza”.

L'adozione non è una diagnosi
12/11/2025

L'adozione non è una diagnosi

Due parole attorno alla famiglia di PalmoliÈ stata sospesa la responsabilità genitoriale alla coppia anglo-australiana c...
10/11/2025

Due parole attorno alla famiglia di Palmoli

È stata sospesa la responsabilità genitoriale alla coppia anglo-australiana che si è insediata con i tre figli in un bosco vicino a Palmoli, in Abruzzo. La famiglia, infatti, vive al di fuori del sistema capitalista e consumista, casa colonica isolata, assenza di utenze tradizionali, pannelli solari, pozzo, bagno a secco, unschooling, ecc. (e i media si sono sbizzarriti con il lessico “famiglia isolata nel bosco”, “vita estrema”, “esperimento” e così via).

Ci sono tutti gli elementi per una polarizzazione mediatica e del discorso pubblico, come in effetti ci sono state, non deludendo le nostre attese. Quindi abbiamo trovato sia la favola bucolica della famiglia ben curata, sorridente, bianca, colta, che si pone in contrapposizione alla “società tossica”, sia la minaccia dello Stato che “vuole portare via i bambini”. In tutto ciò il Tribunale per i minorenni, con quel provvedimento, probabilmente sta valutando il perimetro di tutela dei tre bambini.

Vediamo però come hanno agito i bias in questa narrazione.

Prima di tutto il doppio standard: se la marginalità è associata a povertà autoctona o a famiglie stigmatizzate, viene letta come degrado, irresponsabilità, incapacità genitoriale. Nel caso di Palmoli, lo stesso set di indicatori (servizi carenti, isolamento, scarsa integrazione con rete sanitaria e scolastica) è spesso ritradotto come “scelta filosofica”, “minimalismo”, “ritorno alla natura” anche grazie al profilo socio-culturale dei genitori (stranieri occidentali, con grande capitale simbolico e sociale).

Il doppio standard è un bias di classe e di stile di vita per cui se ti metti ai margini ma possiedi il linguaggio giusto la tua condizione è narrata come libertà educativa; se, invece, condizioni simili si collocano in contesti popolari, migranti o precari diventano immediatamente prova di inadeguatezza genitoriale.
Chiediamoci anche quanto sono larghe queste maglie nelle valutazioni dei servizi territoriali.

Abbiamo poi un bias razzializzante da parte di quelli che si chiedono perché, piuttosto, non intervenire sulle famiglie Rom, poiché i due genitori anglo-australiani non stanno facendo nulla di male.

Questa retorica produce però tre effetti:

- Gerarchizza le famiglie - la famiglia bianca alternativa diventa metro di paragone virtuoso per produrre indignazione selettiva contro famiglie Rom e altri gruppi stigmatizzati.

- Naturalizza il pregiudizio etnico - la sottrazione dei figli ai Rom è data per scontata come intervento desiderabile, indipendentemente da situazioni specifiche.

- Oscura il tema reale - non interessa più se a Palmoli ci sia o meno grave pregiudizio nei confronti dei tre bambini e giuridicamente rilevante; la vicenda viene usata per legittimare richieste punitive verso altri gruppi.

Qui il bias è esplicito perchè la tutela dell’infanzia diventa uno strumento per riprodurre razzismo e antiziganesmo dal momento che non si chiede la coerenza alle istituzioni (uguali standard per tutte le famiglie) ma si chiede un’applicazione più dura per alcune famiglie in base alla loro appartenenza etnica o allo status sociale.

Di fatto, quando i protagonisti di una narrazione sono percepiti come simili l’intervento dei servizi è letto come abuso (e anche i servizi possono subire lo stesso bias nella valutazione). Quando sono Rom, poveri, migranti, l’intervento è chiesto con aggressività.

Oltre a ciò è importante rilevare che i tre bambini esistono nel racconto solo come oggetto conteso tra genitori antisistema e Stato oppressivo, quasi mai come soggetti con bisogni concreti e differenziati.

Una cornice narrativa più rigorosa richiederebbe, invece, di spostare il focus dalla fascinazione per la famiglia antisistema alla documentazione puntuale di cosa viene offerto ai bambini in termini di salute, istruzione, protezione; di nominare e rifiutare esplicitamente il ricorso ai paragoni con i Rom e altre minoranze come strategia retorica razzista; di ricordare che il parametro non è quanto la famiglia ci piace, ma se i diritti dei minori, tutti i minori, sono garantiti in modo non discriminatorio.

L'adozione non è salvare un/una bambino/a.L'adozione è creare con lui/lei una famiglia. Salvezza si porta dietro due con...
07/11/2025

L'adozione non è salvare un/una bambino/a.
L'adozione è creare con lui/lei una famiglia.

Salvezza si porta dietro due concetti pericolosi se si sta parlando di adozione e sono gratitudine e beneficenza.

I genitori adottivi non sono i salvatori dei loro figli e le persone che sono adottate non devono essere grate ai loro genitori per averle salvate.

Nessuna famiglia può costruirsi in maniera solida basandosi sul rapporto di salvezza.

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Rome

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