
14/08/2025
Sono venuto la prima volta a Manila 16 anni fa, il che significa che ho visto una città che molti adolescenti qui non hanno visto. Ormai viaggio per capire come cambiano i posti, come il viaggio dell’anno scorso negli USA dopo ben 22 anni.
Non ho buone notizie però, tutte le metropoli in cui ho vissuto in passato - come anche Rio de Janeiro - si sono gentrificate e polarizzate ulteriormente.
Cresce la ricchezza ma non diminuisce la povertà. L’unica cosa che diminuisce è l’età media di chi ci abita, perché ormai le megalopoli sono solo per giovanissimi che si fanno 𝐢𝐥 mazzo per cercare di crescere economicamente.
Culturalmente però non cambia granché, tutto è in mano a delle élite che, comprensibilmente, si rifugiano nelle parti pulite, sui grattacieli, nei compound privati, nei coffee shop e ristoranti che costano 10 volte tanto quanto cosa il cibo di strada.
Diciamo che almeno non c’è la moda dello Street food come in Italia, ma proprio la necessità. Per dirla con Hugo, di cui sto finendo I miserabili in questi giorni, è questione di produzione e distribuzione, se c’è la produzione (in questo caso quasi esclusivamente da speculazione immobiliare) e non c’è l’altra, non c’è vero progresso.
Le megalopoli sono un esempio lampante di tutto quello che non va nel nostro sistema economico e sociale, in cui la cultura e l’arte sono solo un divertissement per privilegiati.
“Are you a blogger?” mi chiedono dei ragazzini vedendomi in giro a guardare. “No, i posti che amo li tengo segreti”, perché non voglio contribuire all’inflazione imperante del viaggio come collezione di bandierine e bella mostra di sé. A parte Termini ovviamente 😜
Ho viaggiato in silenzio in questo mese, leggendo e scrivendo, guardando e sudando. Domenica grande festa a Termini e tante storie da raccontare 🐒