
04/08/2025
Stili di vita
Maschio o femmina? C’entra anche l’età della mamma
A sostenerlo uno studio dell’Università di Harvard su 58.007 bambini. Fra i fattori anche la genetica e i figli nati in precedenza
Il sesso alla nascita non è sempre casuale e le probabilità di avere un maschio o una femmina non sono 50/50. A giocare un ruolo chiave potrebbe essere anche l’età della mamma e la genetica. Almeno secondo quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard a Boston, Massachusetts, in uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances. I risultati mettono in evidenza che nelle famiglie con tre femmine, le probabilità che un quarto figlio sia femmina è del 58%. Si mette così in discussione tutto quanto detto finora sul sesso del bambini e cioè che per ogni gravidanza ci sarebbero le stesse probabilità di avere un maschio o una femmina. Nella ricerca emerge anche che, accanto ai fattori genetici, conta anche molto l’età della madre.
L'ipotesi dei "pendolari"
“Un tempo si diceva che i pendolari avevano maggiori probabilità di avere figlie femmine perché, costretti a viaggiare spesso, avrebbero avuto rapporti meno frequenti e meno ‘mirati’ all’ovulazione”, afferma Giuseppe Novelli, genetista dell’Università Tor Vergata di Roma. “L’ipotesi si basava sul fatto che gli spermatozoi Y (maschio) fossero più piccoli, veloci, ma meno resistenti (si pensava avessero una vita più breve), al contrario degli spermatozoi X (femmina), più lenti, ma più resistenti (sopravvivono più a lungo nell’apparato riproduttivo femminile). Secondo questa tesi, quindi, se il rapporto avveniva molto prima dell’ovulazione, gli spermatozoi Y - continua il genetista - sarebbero morti prima, lasciando solo gli X a fecondare l’ovulo e quindi a concepire più femmine. Se invece il rapporto avveniva vicino all’ovulazione, gli Y veloci sarebbero arrivati prima e quindi più facilmente si sarebbe riusciti a concepire un maschietto. In realtà oggi questa ipotesi è considerata superata, perché non ci sono prove solide che gli spermatozoi Y siano effettivamente più veloci o fragili di quelli X”.
Lo studio
Il nuovo studio, ora, sembra aggiungere un nuovo tassello. I ricercatori di Harvard hanno esaminato il sesso dei bambini nati da 58.007 donne negli Stati Uniti tra il 1956 e il 2015 e i diversi fattori che potrebbero spiegare, perché alcune hanno avuto solo maschi e altre solo femmine. Gli scienziati hanno poi confrontato il sesso dei figli con otto caratteristiche materne: altezza, indice di massa corporea, razza, colore dei capelli, gruppo sanguigno, cronotipo (il momento della giornata in cui sono più vigili), età della prima mestruazione e età in cui hanno avuto il primo figlio, che variava dai 13 ai 48 anni.
Dalle analisi, i ricercatori hanno scoperto che nelle famiglie con due figli, avere un figlio maschio e un altro femmina era più comune dell'avere due maschi o due femmine, ma nelle famiglie con tre o più figli, avere fratelli dello stesso sesso era più comune dell'avere un mix di entrambi.
L’età materna
Nel dettaglio: i ricercatori hanno rilevato che le donne di 29 anni o più al momento della nascita del loro primo figlio avevano il 13% di probabilità in più di dare alla luce solo figli maschi o solo femmine rispetto alle donne di età inferiore ai 23 anni. “Abbiamo scoperto che l’età materna più avanzata alla prima nascita è collegata a una maggiore probabilità di avere solo femmine o maschi”, afferma Wang.
Nessun altro tratto è collegato al sesso dei figli. Sebbene non sia chiaro perché l’età materna possa avere questo effetto, è possibile che possa esserci un legame con i cambiamenti biologici che avvengono all’interno del corpo, che variano da donna a donna.
“L’invecchiamento materno durante gli anni riproduttivi è influenzato da diversi cambiamenti fisiologici, come una fase follicolare più breve e un pH vaginale più basso”, spiega Novelli. “Una fase follicolare più breve tende a favorire la sopravvivenza del cromosoma Y, mentre un ambiente vaginale più acido favorisce la sopravvivenza del cromosoma X. Ogni donna – prosegue - può avere una diversa predisposizione a ciascuno di questi fattori con l’avanzare dell’età, il che potrebbe portare a una maggiore probabilità di produrre costantemente prole dello stesso sesso”.
Genetica
Un ruolo importante sembra comunque giocarlo anche la genetica. “Un’analisi genomica accurata, condotta nello stesso studio, ha mostrato che alcune donne presentavano una variante genetica del gene NSUN6 (associato a una maggiore probabilità di avere solo figli femmine), mentre le donne con una variante del gene TSHZ1 avevano maggiori probabilità di avere solo figli maschi”, dice Novelli.
Il gene NSUN6
“Il gene NSUN6 è un gene ancora poco studiato, ma fa parte di una rete cruciale di regolazione dell’RNA, mentre, TSHZ1 è un regolatore chiave dello sviluppo embrionale e nella differenziazione di tessuti e organi”, aggiunge Siwen Wang, dottoranda presso l’Università di Harvard e coautrice dello studio, afferma che sono necessari ulteriori studi per spiegare l'influenza dei fattori materni sul sesso del bambino. “Soprattutto sarà utile analizzare il ruolo paterno (età del padre, metilazione del DNA degli spermatozoi, etc.) che in questo studio non è stato analizzato”, conclude Novelli.