Sharing TV Europa

Sharing TV Europa SHARING EUROPA: 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙏𝙫 𝙞𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖𝙣𝙖 𝙣𝙖𝙩𝙞𝙫𝙖 𝙙𝙞𝙜𝙞𝙩𝙖𝙡𝙚 - 𝙎𝙩𝙖𝙧𝙩 𝙪𝙥 𝙞𝙣𝙣𝙤𝙫𝙖𝙩𝙞𝙫𝙖: multidevice.

www.sharingcube.eu , Canale 251 𝙙𝙞𝙜𝙞𝙩𝙖𝙡𝙚 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙨𝙩𝙧𝙚 HBBTV.
1° TV AL MONDO CHE TRASMETTE NEL METAVERSO Sharing TV è la prima televisione nel XXI secolo che, nata con dimensione regionale, sbarca su un canale nazionale. Solo TeleMilano 58 ha raggiunto questo risultato prima di Sharing TV con continuità aziendale, trasformandosi in Canale 5. La differenza, rispetto al precedente illustre, è che oggi h

anno trionfato le idee e le competenze. Sharing TV, da metà luglio 2020 e fino a Marzo 2021 ha trasmesso sul canale nazionale 154 del digitale terrestre e diventa Sharing TV +. Nel 2022 si appresta a sbarcare su TVSAT e piattaforma SKY
Una emittente già ricca di valori innovativi dalla sua origine, avvenuta il 19 luglio 2018, essendo la PRIMA TV NATIVA DIGITALE riconosciuta START UP INNOVATIVA, nata come comunità delle Idee, con la condivisione delle conoscenze e competenze innovative e digitali, Sharing TV trasmette i propri programmi in ambito regionale della Puglia sul canale 272. Il passaggio da TV Regionale a TV nazionale è un risultato straordinario, raggiunto a tempo di record, dopo appena 2 anni (era il 19 Luglio 2018) dalla nascita della Sharing Communication Agency. Il 2019 è stato un anno particolarmente significativo per qualità riconosciuta delle produzioni e dei progetti, gratificata del Premio Nazionale di Giornalismo Maria Grazia Cutuli a novembre 2019 (nel 2021 è stato assegnato a Papa Francesco) e dal riconoscimento di MEDIA INFLUENCER a Dicembre 2019 per aver superato, nei mesi di novembre e dicembre scorsi, il record di 5 milioni di visualizzazioni. Il 14 febbraio del 2020 a Lodi, immediatamente prima dello scoppio della Pandemia COVID ‐19, viene premiata tra le migliori 3 start up innovative del settore Comunicazione in Italia. Altro riconoscimento in tempo di COVID, per Sharing TV è l’ottenimento dell’autorizzazione alla trasmissione in diretta dei principali eventi di Papa Francesco, ivi comprese le cerimonie Pasquali e l’avvincente preghiera Urbi Et Orbi del 27 marzo e l’autorizzazione a trasmettere i principali eventi in diretta del Parlamento Europeo. Negli ultimi 24 mesi il lavoro di Sharing TV è stato gratificato da un milione di visualizzazioni social (risultato che ha pochi eguali nel settore). Un esempio da seguire, basato sul credere nelle proprie idee e perseguirle con ostinazione e competenza. Credere in noi significa investire in talenti ed eccellenza.
È un’occasione unica per dimostrare intuito, fiuto per i progetti che valgono, per aiutare i giovani a rimanere nel proprio territorio e spendere le migliori competenze per dimostrare al meglio i propri talenti

Troppi bocciati per entrare a Medicina, Bernini si arrende a regole più morbide: «Pronti a rivedere il semestre filtro»L...
16/12/2025

Troppi bocciati per entrare a Medicina, Bernini si arrende a regole più morbide: «Pronti a rivedere il semestre filtro»

La svolta durante l'incontro con i rappresentanti degli studenti al ministero. Ma la ministra tira dritto sulle accuse di irregolarità: «La confusione è stata soprattutto social. Solo due i compiti messi in rete»
Voti bassissimi, prove particolarmente complesse e gravi irregolarità segnalate. Il semestre filtro di Medicina continua a generare confusione e tensione tra gli studenti e le studentesse, mentre il loro destino resta ancora incerto. Le regole inizialmente fissate, infatti, potrebbero essere modificate in corsa, con il rischio di aprire la strada a una pioggia di ricorsi.

A confermare le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi è ora la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, durante il question time alla Camera: «I voti del primo appello si compongono con i voti del secondo appello per fare la graduatoria finale. Il 23 dicembre saranno noti i voti del secondo appello, entro gennaio sarà pronta la graduatoria, sarà riempita tutta, non saranno necessarie 3 sufficienze, potremo scendere. Ci saranno quindi debiti d’esame e formativi che applichiamo già, sono già previsti. Posti vuoti non ce ne saranno».

L’incontro con gli studenti: «Pronti a modificare il semestre filtro»
In serata, la ministra ha incontrato i rappresentanti del Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), a cui ha proposto l’istituzione di un tavolo di confronto permanente sulla riforma dell’accesso a Medicina. Durante l’incontro, secondo quanto apprende l’Ansa, Bernini ha escluso passi indietro, come il ritorno ai test d’ingresso, ma ha manifestato piena disponibilità a intervenire sul funzionamento del nuovo sistema già dal prossimo anno, valutando una riduzione dei programmi d’esame, l’estensione della durata delle lezioni e un ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e gli appelli, così da garantire maggiore spazio alla didattica.

La ministra Bernini: «Fisica? È vero, era ostica»
Se confermata, si tratterebbe di un vero e proprio cambio di rotta rispetto all’impianto originario della riforma, che prevede l’accesso alla graduatoria nazionale solo per chi supera tutte e tre le prove previste, chimica, fisica e biologia. I risultati deludenti registrati dagli studenti di quest’anno, con votazioni molto al di sotto delle aspettative, stanno però mettendo in crisi il sistema e spingendo il ministero a valutare eventuali correttivi. Il tutto, però, potrà essere definito solo con i risultati definitivi. Le performance peggiori si sono concentrate soprattutto nella prova di Fisica, giudicata da molti studenti eccessivamente difficile. Una criticità che la stessa ministra ora non nega: «È vero, Fisica è risultata una materia ostica, ci confronteremo con le università, sempre tenendo conto dell’autonomia universitaria. Le domande? Non sono state fatte da noi ma da una commissione di professori universitari».

Le irregolarità durante le prove
Sul fronte delle numerose segnalazioni di irregolarità e anomalie emerse durante entrambe le sessioni d’esame, Bernini tende invece a ridimensionare la portata del problema, richiamando l’esito delle verifiche ministeriali: «La confusione è stata soprattutto social: il convincimento è stato quello che i compiti fossero stati copiati. Cineca ha fatto una grossa verifica, solo 2 erano stati messi in rete». La ministra, tuttavia, non esclude del tutto la presenza di criticità: «Tutto è perfettibile, è una riforma di prima applicazione, non voglio sostenere sia la migliore del mondo ma i principi alla sua base sono inclusività, conservazione e democrazia. Ho chiesto di poter rendere un’informativa in Parlamento giovedì, voglio spiegare la riforma in Medicina in modo compiuto. Prima si è detto che tutti avevano copiato poi che i compiti erano troppo difficili: il 28 febbraio il semestre aperto si concluderà. E i risultati si verificheranno a semestre terminato».

L’Ue ci ripensa sulle auto a benzina: salta lo stop ai motori termici dal 2035. Dalle ibride plug-in ai biocarburanti, c...
16/12/2025

L’Ue ci ripensa sulle auto a benzina: salta lo stop ai motori termici dal 2035. Dalle ibride plug-in ai biocarburanti, cosa cambia adesso

La Commissione europea propone una revisione delle regole per il settore: previsti maxi-incentivi per le mini auto elettriche «made in EU». Protestano i Verdi: «Errore madornale»
Il futuro dell’auto resta elettrico, e su questo non ci piove, ma la messa al bando del motore a combustione può aspettare ancora qualche anno. Si potrebbe riassumere così la proposta svelata oggi dalla Commissione europea con il pacchetto automotive, che prevede innanzitutto una revisione anticipata del regolamento sulle emissioni di CO₂ del settore. In altre parole, quel provvedimento che impone uno stop alla produzione di nuove automobili a benzina e diesel in tutta l’Unione europea a partire dal 2035.

L’Italia incassa la vittoria sui biocarburanti
In vista di quella scadenza, Bruxelles ha rivisto al ribasso i propri obiettivi di riduzione delle emissioni: non più il 100%, ma il 90%. Un tecnicismo, certo, ma con conseguenze molto concrete, a partire dall’apertura alle ibride plug-in, vetture che hanno sia un motore a combustione che un moto elettrico, e ai range extender, piccoli motori a combustione che aumentano l’autonomia delle batterie. Queste soluzioni, di fatto, permetteranno al motore a combustione di sopravvivere anche dopo la scadenza del 2035.

Le emissioni di quel 10% di immatricolazioni di auto non elettriche andrà comunque compensato in due modi: attraverso l’uso di acciaio verde europeo in fase di produzione oppure tramite l’uso di carburanti alternativi. Ed è qui che si inserisce la più grande vittoria del governo italiano, con il semaforo verde di Bruxelles ai carburanti sintetici (chiesti a gran voce dalla Germania) e ai biocarburanti (che il governo italiano e l’Eni promuovono con insistenza da anni).

L’Ue pronta a riscrivere le regole sulle auto. Benzina, elettriche, biocarburanti: le scelte possibili e l’impatto su industria e ambiente
Il piano per le batterie e le nuove regole sulle flotte aziendali
La revisione del regolamento sulle emissioni è solo una delle quattro “gambe” del pacchetto automotive, svelato oggi a Bruxelles. Tra le altre iniziative, c’è una proposta di semplificazione delle regole per l’industria automobilistica, in continuità con gli altri «pacchetti omnibus» presentati dalla Commissione europea in questi mesi. Spazio poi a una nuova regolamentazione per spingere la transizione verde a partire dalle flotte aziendali: un elemento considerato indispensabile per aumentare le vendite di auto elettriche e creare, nel giro di pochi anni, un mercato dell’usato. Infine, c’è un piano di sostegno alla filiera delle batterie «made in Europe», che potrà contare su un tesoretto da 1,8 miliardi di euro.

Il super incentivo per le piccole auto elettriche
Insieme al pacchetto automotive, la Commissione europea ha annunciato anche un’iniziativa ad hoc per promuovere la produzione di auto elettriche di piccole dimensioni, la cui l’offerta resta ancora piuttosto scarsa. Le aziende che si impegneranno a produrre questi veicoli potranno godere di una sorta di “supercredito”, nel senso che gli permetterà «sovrastimare il contributo» delle mini auto elettriche per il raggiungimento dei target sulle emissioni di CO₂. «Per garantire la continuità di questa transizione è necessario rendere i veicoli elettrici accessibili anche alle famiglie con reddito medio e basso», si legge nel documento.

A che punto è la transizione in Europa
La revisione delle regole proposta da Bruxelles arriva in un momento particolarmente delicato per l’automotive europeo, alle prese con la concorrenza agguerrita dei produttori cinesi, i dazi di Donald Trump e una transizione verso l’elettrico che sta procedendo più lentamente delle previsioni. Da gennaio a ottobre di quest’anno, le vendite di veicoli elettrici nei Paesi Ue sono cresciute del 26% e rappresentano il 16% del nuove auto immatricolate. I grandi gruppi automobilistici del Vecchio Continente hanno avviato gli investimenti necessari per convertire la produzione all’elettrico, ma da tempo chiedono a Bruxelles di correggere la rotta e garantire più flessibilità.

La battaglia è appena iniziata
La proposta della Commissione europea farà senz’altro sorridere Italia e Germania, i due governi che più di tutti gli altri hanno criticato il divieto del 2035 e chiesto alla Commissione europea di rivedere i propri obiettivi. Francia e Spagna, gli altri due Paesi più influenti dell’Unione, avevano chiesto di mantenere la messa al bando dei motori a combustione, a patto di affiancarla a regole più flessibili e incentivi per i veicoli prodotti in Europa. Alla fine, l’esecutivo di Ursula von der Leyen sembra aver ceduto alle richieste dei governi più conservatori, che ora dovranno esprimersi – insieme al Parlamento europeo – sulla proposta avanzata dalla Commissione.

Protestano i Verdi: «Un errore madornale»
Le prime reazioni politiche al pacchetto automotive lasciano intendere che il dibattito continuerà a essere piuttosto ruvido, anche all’interno della maggioranza europea. «I Popolari parlano di una vittoria sull’auto. Ma se pensano che il futuro dell’auto è mantenere i motori termici non conti su di noi», ha tagliato corto Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo dei Socialisti. Ancora più drastici i Verdi, con il leader Bas Eickhout che commenta: «Non stiamo aiutando l’industria automobilistica creando ulteriore incertezza. Il disperato tentativo della Commissione di compromettere il futuro delle auto elettriche è un errore madornale».

Il Movimento 5 stelle parla di «elementi positivi inaspettati» nella proposta di Bruxelles, ma contesta l’apertura alle ibride. «Lavoreremo al Parlamento europeo per migliorare questa proposta sulla base del piano Sure automotive che abbiamo presentato l’anno scorso, per salvaguardare i posti di lavoro e soprattutto difendere la salute pubblica dalle polveri sottili nei centri urbani», commentano in una nota congiunta Pasquale Tridico e Dario Tamburrano, eurodeputati del M5s.

Critica, ma per motivi diversi, anche la reazione della Lega, che insieme agli altri partiti di destra chiedeva una revisione ancora più drastica delle regole ambientali. «Siamo di fronte a una retromarcia di facciata, non di sostanza. Noi della Lega chiedevamo di togliere i limiti e cancellare il termine temporale del 2035», incalza l’eurodeputata Silvia Sardone. E intanto, c’è già chi festeggia per la proposta svelata oggi a Bruxelles. È il caso di Assopetroli e Assogasmetano, che parlano di «giornata di orgoglio» per la filiera dei carburanti.

Un ringraziamento speciale allo staff che ha contributo al successo di questa giornata!Grazie alla PRESIDENTE della Fond...
16/12/2025

Un ringraziamento speciale allo staff che ha contributo al successo di questa giornata!
Grazie alla PRESIDENTE della Fondazione Gea, Elisabetta Amarilli, ad Aleksander, Andrea e Simone.

Con i fatti abbiamo dimostrato, tutti insieme, che siamo sulla giusta Strada per ottenere i risultati che stiamo per raggiungere con serietà, competenza e spirito di gruppo!

Finalmente respiriamo aria di persone perbene e motivate a fare squadra

Gratteri ai giovani: “Come farcela davvero anche quando nessuno crede in te?" L’esperienza del ragazzo scalzo che è dive...
16/12/2025

Gratteri ai giovani: “Come farcela davvero anche quando nessuno crede in te?" L’esperienza del ragazzo scalzo che è diventato Procuratore

Può il coraggio di studiare ogni giorno cambiare un destino già scritto? Il racconto di Gratteri che ribalta ogni alibi.

Viviamo in una società in cui morale ed etica sembrano essersi indebolite. Ne deriva un vero e proprio sovvertimento di valori e ruoli, fare l’insegnante oggi è sempre più difficile, anche a causa di alunni maleducati e irrispettosi, spesso spalleggiati da genitori altrettanto arroganti e presuntuosi.

In questo contesto è fondamentale che le famiglie facciano un passo indietro permettendo agli insegnanti di svolgere il loro lavoro senza continue interferenze o giudizi.

“Vorrei vivere in un modo meno ipocrita, con persone che hanno il coraggio della coerenza, perché in Italia manca la coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo”, con tali significative parole Nicola Gratteri, magistrato e saggista italiano, dal 13 settembre 2023 Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, pone l’accento sull’importanza per i figli di avere genitori che siano all’altezza della funzione, modelli da emulare per virtù, onestà ed integrità, persone che continuino a contraddistinguersi per coerenza e fermezza.

Dunque “l’unica cosa che possono fare i ragazzi, soprattutto i figli di nessuno, è studiare”, questo quanto dichiarato senza alcuna esitazione dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.

Si pensi, ad esempio, ai concorsi ed alle raccomandazioni. In merito il magistrato ha così dichiarato: “È vero le raccomandazioni esistono, esistono per tutti i concorsi all’orale, però la storia ci ha insegnato che ci sono i posti per i figli di nessuno. C’è un 30% di posti nei concorsi che è riservato ai figli di nessuno, cioè riservati a chi è bravo veramente. Se tu hai studiato sempre da bambino, e sei stato sempre il primo, il secondo, il terzo della classe, non ce n’è per nessuno, tu il concorso lo superi”.

Le parole di Gratteri, rivolte ai giovanissimi, appaiono di estrema importanza: pertanto solo attraverso lo studio, la costanza, la determinazione e la tenacia, si potrà arrivare dove più si desidera.

“Io vengo da una famiglia di semi-analfabeti, di genitori che sapevano solo firmare e leggere balbettando; di pomeriggio stavamo scalzi perché non avevamo le scarpe. I pantaloni passavano da un fratello all’altro. Andavamo a scuola con l’autostop da Gerace a Locri, sia a salire che a scendere”, in tal modo il magistrato coglie l’occasione per raccontare il suo vissuto e le sue umili origini.

“E allora perché sono qui? Perché io e i miei amici non abbiamo cercato alibi. Abbiamo studiato. Oggi uno di loro è un luminare della medicina, un altro scrive su riviste internazionali”, queste le significative parole di Nicola Gratteri.

Dunque rivolgendosi ai “figli di nessuno” il Procuratore della Repubblica invita sempre a non abbattersi, a non demoralizzarsi, perché “se ti abitui a studiare tutti i giorni, se esci solo una volta a settimana per la pizza, quando arriva il concorso non ce n’è per nessuno.

All’università non vai a chiederti se ti promuovono o ti bocciano, ma se prendi 30, 28 o 27”.

Questo è l’approccio giusto alla vita: “Chi si educa alla costanza può fare qualsiasi cosa”.

Bisogna, quindi, investire nell’istruzione, puntare sulla scuola, perché solo attraverso lo studio i giovani ragazzi potranno formarsi consapevolmente, garantendo loro la possibilità di riscattarsi e di farcela nonostante le avversità, perché non bisogna avere paura del domani ma costruire il proprio futuro con forza e determinazione.

Per te, lettore che ci segui, credi ancora che lo studio possa cambiare la vita di chi parte svantaggiato? Hai una storia di riscatto da condividere?

A Roma arrivano i semafori con il “countdown”: parte la prima installazione, 398 dispositivi in arrivoLa scelta degli in...
16/12/2025

A Roma arrivano i semafori con il “countdown”: parte la prima installazione, 398 dispositivi in arrivo

La scelta degli incroci in cui installare i dispositivi è avvenuta seguendo le indicazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha reso obbligatoria l’adozione dei countdown

Roma si prepara a dire addio alle incertezze al semaforo. È ufficialmente partita la prima tranche di installazioni dei countdown semaforici, i dispositivi che indicano in tempo reale quanti secondi mancano al cambio di colore del semaforo, rendendo attraversamenti e incroci più sicuri e prevedibili.

In totale, nella Capitale verranno installati 630 countdown su 1.420 attraversamenti pedonali. Con una recente delibera di Giunta è stato approvato il progetto relativo al lotto 1, che coinvolgerà i Municipi I, II, III, IV, V, VI e VII, oltre a una parte del Municipio VIII e agli impianti semaforici lungo via Cristoforo Colombo.

Per questa prima fase sono previsti 398 dispositivi, con un investimento complessivo di 4,3 milioni di euro. L’avvio dei lavori è programmato per la primavera del 2026, segnando un passo concreto verso una mobilità urbana più sicura e moderna.

I countdown semaforici rappresentano uno strumento importante per la sicurezza stradale, soprattutto se integrati con attraversamenti pedonali rialzati.

Non solo aiutano i pedoni, che possono attraversare sapendo esattamente quanto tempo hanno a disposizione, ma risultano utili anche per gli automobilisti, spesso portati ad accelerare con il semaforo giallo senza conoscere i tempi reali prima dello scatto del rosso.

La scelta degli incroci in cui installare i dispositivi è avvenuta seguendo le indicazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha reso obbligatoria l’adozione dei countdown nei nuovi impianti semaforici e nelle ristrutturazioni.

Alcuni dispositivi sono già visibili in città grazie a interventi programmati di ammodernamento: i primi countdown sono stati installati in via Anastasio II 117, su via Casilina all’incrocio con via Filarete, tra via Siria e via Numanzia, su via Giustiniano Imperatore e tra via Arduino e via della Lega Lombarda.

Autista Atac accoltellato a una mano al capolinea dei busn autista di un bus Atac (linea 724) è stato accoltellato. L'ag...
16/12/2025

Autista Atac accoltellato a una mano al capolinea dei bus

n autista di un bus Atac (linea 724) è stato accoltellato. L'aggressione è avvenuta alle 18 di lunedì 15 dicembre in via di Grotte Celoni. Per l'autista di 42 anni, ferito a una mano, sono state necessarie le cure mediche. Secondo quanto ricostruito un soggetto, per motivi che sono in corso di accertamento, si è avvicinato con un arma da taglio e ha ferito il 42enne a una mano, per poi dileguarsi. Sul posto è intervenuta la polizia locale del gruppo VI Torri, presente in zona per i servizi di viabilità stradale. I caschi bianchi hanno poi allertato il personale del 118, che hanno accompagnato il conducente del mezzo pubblico al policlinico Casilino.

"Ennesima aggressione a un autista Atac"
Sulla vicenda è intervenuto anche il gruppo capitolino di Fratelli d'Italia. In una nota - a firma del capogruppo Giovanni Quarzo e dei consiglieri Federico Rocca e Stefano Erbaggi è stato sottolineato: “L’ennesima aggressione ai danni di un lavoratore Atac, avvenuta ieri sera al capolinea di Grotte Celoni, dove un conducente è stato colpito con un’arma da taglio, rappresenta un fatto gravissimo che non può più essere liquidato come episodio isolato. Esprimiamo la nostra piena solidarietà e vicinanza al lavoratore ferito e condanniamo con fermezza un atto vile e inaccettabile che ripropone con forza il tema della sicurezza del personale del trasporto pubblico locale”.

"I lavoratori vivono una vera emergenza"
Dopodiché hanno aggiunto: “Da tempo come Fratelli d’Italia denunciamo la totale inadeguatezza delle misure messe in campo dall’amministrazione capitolina e dagli organismi competenti per garantire condizioni di lavoro sicure agli operatori Atac. Gli impegni annunciati sulla sicurezza restano, ancora una volta, solo dichiarazioni prive di riscontro concreto. Non è tollerabile - hanno spiegato - che chi svolge un servizio pubblico essenziale sia quotidianamente esposto a rischi così elevati, in un clima di sostanziale abbandono istituzionale. Quella che vivono i lavoratori del Tpl è ormai una vera emergenza, che richiede interventi immediati, strutturali e non più rinviabili. Continueremo a incalzare il Campidoglio - hanno proseguito - affinché vengano adottate misure efficaci di prevenzione, controllo e tutela del personale, perché garantire la sicurezza dei lavoratori significa garantire anche la sicurezza dei cittadini”.

Enrico Infante è il nuovo Procuratore di FoggiaEnrico Giacomo Infante è il nuovo Procuratore di Foggia. L'ufficialità de...
16/12/2025

Enrico Infante è il nuovo Procuratore di Foggia

Enrico Giacomo Infante è il nuovo Procuratore di Foggia. L'ufficialità della notizia è arrivata oggi; la cerimonia di insediamento del nuovo procuratore si terrà il prossimo venerdì, alle ore 12.30, nell'aula della Corte di Assise del Tribunale di Foggia.

“Magistrato di straordinario spessore, riconosciuto per competenza, rigore e integrità professionale, il dott. Infante saprà certamente guidare la Procura con autorevolezza, equilibrio e visione, contribuendo al rafforzamento della legalità e alla tutela della giustizia in un territorio complesso e delicato come quello foggiano”, il commento congiunto del presidente, avv. Giuseppe Falcone, del vicepresidente, avv. Luigi Palmieri e di tutto il direttivo dell'Unione Avvocati del Gargano.

“L’Unione degli Avvocati del Gargano desidera inoltre ricordare con grande piacere che due mesi fa il dott. Infante ha partecipato al convegno organizzato dall’Unione a Vico del Gargano, dedicato al tema del decreto sicurezza, manifestando grande disponibilità al dialogo e profondità di analisi. È stato per l’Associazione un onore ospitarlo e poter confrontarsi con un magistrato della sua caratura”, aggiungono."I migliori auguri di buon lavoro al dott. Infante, certi che saprà svolgere l’importante incarico con eccellenza e dedizione".

Nato a Foggia il 22 marzo del 1973, nel 1997 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi il dottorato di ricerca in diritto penale presso l’Università degli Studi di Trento nel 2003. L'ingresso in Magistratura nel 2002. Sostituto procuratore del Tribunale di Foggia, ha fatto parte del gruppo della Procura specializzato in reati contro la pubblica amministrazione, poi, dal settembre 2010 fino al gennaio 2016 è stato componente e coordinatore del gruppo specializzato in diritto penale dell’economia e successivamente è tornato a far parte pool che si occupa di reati contro la P.a., l’urbanistica e l’ambiente.


Ha trattato procedimenti coinvolgenti l’operato della criminalità organizzata. Dal 2008 sino al 2020 è stato relatore e coordinatore di gruppi di lavoro nei corsi di formazione e di approfondimento organizzati prima dal Csm e poi dalla Ssm. Ha fatto parte del Consiglio Giudiziario di Bari nel quadriennio 2012-2016 e del Cdc dall’Anm dall’aprile 2016 al maggio 2019.

Alessandra Moretti scaricata dal Parlamento Ue, via l’immunità per l’inchiesta Qatargate: contro di lei anche il M5s. Gr...
16/12/2025

Alessandra Moretti scaricata dal Parlamento Ue, via l’immunità per l’inchiesta Qatargate: contro di lei anche il M5s. Graziata la collega Pd Gualmini

Confermata la decisione della commissione che nei giorni scorsi si era dichiarata favorevole alla revoca dell'immunità per l'eurodeputata
L’aula del Parlamento europeo ha votato a favore della revoca dell’immunità all’eurodeputata del Pd, Alessandra Moretti, nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate. Prima del voto, gli eurodeputati del M5s si erano espressi a favore della revoca per Moretti e anche per Elisabetta Gualmini, che invece si è vista confermare l’immunità. Con 497 voti a favore, 139 no e 15 astenuti l’Aula di Strasburgo ha approvato la decisione della commissione giuridica dell’Europarlamento di revocare l’immunità alla dem Alessandra Moretti presa il 3 dicembre.

La commissione giuridica contro Moretti
Nei giorni scorsi la commissione Juri aveva dato parere favorevole alla revoca dell’immunità per l’eurodeputata dem. Moretti al Corriere della Sera si era detta «amareggiata per come sono andate le cose, ma anche molto serena», perché sicura «di non aver fatto nulla di male». Secondo la relazione dell’eurodeputato Marcin Sypnwieski citata dal Fatto quotidiano, «sarebbero stati raccolti diversi tipi di prove concernenti una serie di vantaggi specifici che Alessandra Moretti ha cercato e/o ottenuto». In cambio, Moretti avrebbe 1partecipato a eventi o incontri in cui avrebbe parlato a favore del Qatar dopo aver presumibilmente non solo ricevuto passivamente istruzioni, ma anche attivamente chiesto consigli su quali azioni intraprendere e cosa dire nei suoi interventi». Inoltre Moretti «avrebbe contattato anche altri deputati, offrendosi di sostituirli durante determinate votazioni sul Qatar».

La difesa di Moretti
Nella sua memoria difensiva, Moretti aveva spiegato di non essere mai stata in. Marocco, come dimostrerebbe anche il suo passaporto. Non avrebbe mai messo piede neanche negli stadi del Qatar in occasione della Coppa del mondo, come le viene contestato nell’indagine. Le votazioni che le vengono contestate, inoltre, erano in linea con le indicazioni del suo gruppo, i Socialisti e Democratici.

Di che cosa è accusata Alessandra Moretti
Il nome di Alessandra Moretti è emerso nel dicembre 2022 quando Francesco Giorgi e Eva Kaili la tirarono in ballo. Un’intercettazione del 14 novembre 2022 mostra Giorgi al telefono con Antonio Panzeri che chiedeva: «La tipa è arrivata?». «Sì, la Moretti arriva», rispondeva Giorgi. Secondo l’ipotesi investigativa, Doha avrebbe pagato italiani per influenzare l’Eurocamera alla vigilia del Mondiale. Giorgi riferì che Panzeri «aveva pensato di proporre delle domande a Moretti», che avrebbe dovuto farle in aula. L’eurodeputata ha sempre negato.

L’inchiesta su Elisabetta Gualmini
Elisabetta Gualmini è accusata di «aver accettato l’influenza della presunta organizzazione criminale per ottenere la carica di vicepresidente» nell’ottobre 2022 e in cambio avrebbe favorito gli interessi dell’organizzazione. Le viene contestato di aver presieduto la riunione del 16 novembre 2022 per determinare la posizione di S&D sul Qatar. Nei messaggi con Giorgi del 15 novembre diceva di «non poter esporsi di più» ma di voler diventare «più aggressiva con il tempo». Nel libro QatarGate ha spiegato di non aver seguito la linea indicata da Giorgi.

A che punto è l’inchiesta sul Qatargate
Dopo gli arresti del dicembre 2022, l’indagine è andata avanti per brevi periodi per poi fermarsi misteriosamente. Nel giugno 2023 il giudice Michel Claise si dimise per conflitto d’interesse. A casa di Kaili e Giorgi erano stati trovati 150mila euro, mentre 600mila erano in una valigia. Secondo Le Soir, ai due è stato contestato di aver pagato 100mila euro in contanti per una casa. Il 17 gennaio la Commissione R belga ha ritenuto lecito l’operato dei servizi. La Corte d’Appello di Bruxelles dovrà decidere sulla legittimità delle indagini per poi fissare le prime udienze tra dicembre e gennaio.

La Cassazione ribadisce che le tempistiche non incidono sull’attendibilità né mettono in discussione le dichiarazioni de...
16/12/2025

La Cassazione ribadisce che le tempistiche non incidono sull’attendibilità né mettono in discussione le dichiarazioni della vittima

16/12/2025

IN DIRETTA SU SHARING EUROPA Presentazione della nuova piattaforma multimediale

SENZA PAROLE!!!Rischieremmo una denuncia scrivendo una parola in più di quelle scritte dal Comitato Ferrovia....  le chi...
16/12/2025

SENZA PAROLE!!!
Rischieremmo una denuncia scrivendo una parola in più di quelle scritte dal Comitato Ferrovia.... le chiacchiere stanno a zero!!!!

🔴 ANCORA UN ALTRO ACCOLTELLAMENTO NEL QUARTIERE FERROVIA DI FOGGIA. LETTERA APERTA A PREFETTURA, COMUNE, VIMINALE: “SE QUI NON C’È SICUREZZA, LO STATO HA FALLITO”

Egregio Prefetto,
Signora Sindaca e Giunta comunale,
Onorevole Ministro dell’Interno.

Ora basta. Vi scriviamo con le lacrime agli occhi, con la stanchezza di chi ne ha viste troppe e con l’impotenza di chi sa che ormai è finita.

Stanotte non è andata in scena una semplice rissa. Ma l’ennesimo accoltellamento nel Quartiere Ferrovia di Foggia, l’ex salotto buono della città. Ancora sangue sull’asfalto dove camminano i nostri figli, i nostri anziani, le nostre famiglie. Quanti titoli dovremo leggere, quante sirene ascoltare, quante chat di condominio trasformarsi in bollettini di guerra prima che qualcuno dica, con voce chiara: così non va, così non si può più vivere?

Da anni gli indici nazionali sulla qualità della vita e sulla criminalità collocano Foggia tra le ultime posizioni. Da anni denunciamo le stesse cose: baby gang che agiscono in branco, risse che esplodono senza preavviso, accoltellamenti in pieno centro, furti a raffica, bivacchi, spaccio, degrado. E da anni ascoltiamo parole, note stampa, conferenze, foto di rito. Nel frattempo, gli operatori in divisa - gli stessi che ringraziamo ogni giorno - segnalano organici insufficienti. Eppure l’Esercito qui non c’è; qui si preferisce dire che “non serve” o che “militarizzare non è bello”. Non è bello neppure avere paura a rientrare a casa, non è bello spiegare a un ragazzo perché deve cambiare strada per evitare l’ennesima zuffa, non è bello sentirsi dire che “succede ovunque” mentre noi lo viviamo ogni giorno. Ma le nostra grida d’aiuto cadono nel vuoto da anni: sembra più importante sapere i nomi e i cognomi dei residenti che in una democrazia libera denunciano il degrado, piuttosto che provare a risolverlo.

Noi, residenti e cittadini, abbiamo perso fiducia. Non nello Stato di diritto, ma nella sua presenza concreta nelle nostre strade. Dove avvengono con questa frequenza risse e accoltellamenti, dove la notte è un tappeto di sirene e vetri, non c’è sicurezza. Dove le case ora vanno a 300€ al metro quadro e forse a qualcuno fa comodo così. E dove non c’è sicurezza, lo Stato ha fallito, perché il suo primo dovere è proteggere i cittadini. Questo è il punto.

Vi chiediamo di guardarci in faccia. Guardate i ragazzi che attraversano viale XXIV Maggio per andare a scuola, le madri che stringono la borsa quando scende il buio, gli anziani che accelerano il passo per rientrare prima che “succeda qualcosa”. Dite a loro che Foggia è una città sicura. Abbiate il coraggio di chiedere a chi ha firmato - 3.300 residenti e più - per l’Esercito e per un rafforzamento stabile delle forze dell’ordine nel Quartiere Ferrovia di continuare ad aspettare.

Noi non vi chiediamo miracoli, vi chiediamo presenza. Vi chiediamo l’impiego dei militari nell’ambito di Operazione “Strade Sicure”, in concorso con le forze di polizia, come già avviene in tante città d’Italia; vi chiediamo pattuglie dinamiche, a piedi, negli orari e nei luoghi caldi; vi chiediamo che le ordinanze esistenti siano fatte rispettare sul serio, con numeri, report, sanzioni. Vi chiediamo tempi certi, responsabilità firmate, trasparenza. Non slogan: risultati.

Smettiamola di contrapporre l’immagine alla realtà. Non c’è “procurato allarme” quando si racconta ciò che accade sotto le nostre finestre: c’è cittadinanza attiva. Non c’è “militarizzazione” quando si chiede un aiuto straordinario in un momento straordinario: c’è deterrenza, c’è prevenzione, c’è la mano tesa dello Stato che torna dove serve. Chi non ha nulla da temere, non teme una pattuglia in più; la teme chi scambia il nostro quartiere per terra di nessuno.

Oggi vi scriviamo con il tono più doloroso e più semplice che conosciamo: abbiate cura di noi. Fateci vedere che la parola “sicurezza” è ancora una promessa mantenibile. Rimettete Foggia dentro la legge e dentro la speranza. Dateci motivi per dire ai nostri figli: restiamo.

Se questo non accadrà, se alle parole non seguiranno fatti verificabili, continueremo - con gli strumenti della democrazia - a farci sentire. Lo dobbiamo alla memoria di ogni notte di paura e al futuro di ogni mattina che vogliamo più normale della precedente.

In attesa di un riscontro concreto e immediato,
i residenti del Quartiere Ferrovia e i cittadini che non si arrendono.

Condividete tutti. Soltanto insieme potremo dare voce al dramma del Quartiere Ferrovia. Soltanto insieme potremo fare qualcosa.

Indirizzo

Via Asiago, 1
Rome
00195

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Sharing TV Europa pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Sharing TV Europa:

Condividi

SHARING Communication Agency srl

Agire, pensare, CONDIVIDERE: Sharing Communication Agency è un’agenzia di comunicazione dotata di strumenti efficaci basati su qualità ed impatto assertivo.

La scelta ideale per Enti ed Aziende che scelgono di puntare su una comunicazione innovativa: il nostro modus operandi si basa su una fusione armonica di musica, suoni e parole che parlano di te. Ci piace definirlo un “marketing sensoriale” che punta a fidelizzare e familiarizzare l’utente finale con il prodotto comunicato piuttosto che a stupirlo di volta in volta.

Curiamo anche la produzione del CANALE NAZIONALE 155 del Digitale Terrestre per SHARING TV + e del canale 272 visibile in tutta la Puglia, su cui è visibile la nostra Sharing TV- LA TV DELLE IDEE.

Siamo l’unica emittente in grado di realizzare in diretta eventi multicamera, anche con uso di droni, con le grafiche di un evento, senza aver bisogno di appoggiarci a grafiche precostituite.