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VATICANO - Al via a Roma i “Corsi di settembre” per la formazione dei nuovi Vescovi: Roma Quest’anno saranno 192, proven...
02/09/2025

VATICANO - Al via a Roma i “Corsi di settembre” per la formazione dei nuovi Vescovi: Roma Quest’anno saranno 192, provenienti come sempre dai 5 Continenti. Sono i Vescovi di nomina recente che nei prossimi giorni, da mercoledì 3 a giovedì 11 settembre, prenderanno parte a Roma ai Corsi di formazione predisposti per loro da diversi Dicasteri della Santa Sede.
I Corsi di formazione per Vescovi di nomina recente sono un “appuntamento di settembre” divenuto ormai consueto nella programmazione delle attività della Curia Romana.
Anche quest’anno, confermando la nuova strutturazione dei Corsi introdotta nel 2024, le sessioni di lavoro di lunedì 8 e martedì 9 settembre saranno ospitate presso la Pontificia Università Urbaniana e vedranno la partecipazione congiunta sia dei Vescovi iscritti al Corso organizzato dal Dicastero per l’Evangelizzazione che dei Vescovi partecipanti all’analogo Corso di formazione organizzato dal Dicastero per i Vescovi.

Nel dettaglio, i Vescovi iscritti al Corso del Dicastero per l’Evangelizzazione sono 78, mentre i partecipanti al Corso organizzato dal Dicastero dei vescovi sono 114. Tra questi ultimi figurano anche 5 Vescovi di Chiese cattoliche orientali e 5 Vescovi di recente ordinazione che ricoprono incarichi presso la Curia Romana.

La nuova formula dei Corsi, con l’introduzione di sessioni di lavoro vissute insieme da tutti i Vescovi di recente nomina di ogni parte del mondo, è stata inaugurata e sperimentata lo scorso anno come segno e riflesso della comunione che abbraccia e unisce la Chiesa universale e come momento di collegialità, conoscenza reciproca, possibile costruzione di legami tra diverse Chiese locali.

«Per essere pastori radicati in Cristo è indispensabile un forte vincolo spirituale con il Signore: ogni Vescovo deve prima parlare con Dio, per poi parlare di Dio agli uomini; per portare il gregge ai pascoli della vita, il pastore deve per primo alimentarsi del Pane della Vita». Così si legge nella prefazione del volume “Pastori di Cristo per una Chiesa sinodale che raccoglie relazioni e omelie pronunciate nei Corsi annuali di formazione per i nuovi Vescovi svolti nel 2024. Una prefazione co-firmata dal Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero missionario, e da Robert Francis Prevost, allora Cardinale Prefetto del Dicastero per il Vescovi, oggi Papa Leone XIV.

Negli altri giorni dei Corsi, i due gruppi di Vescovi ascoltano relazioni e partecipano a dibattiti, gruppi di lavoro, momenti di condivisione focalizzati su questioni specifiche in due sedi distinte: il Corso organizzato dal Dicastero per l’Evangelizzazione, intitolato “Aprire un varco alla speranza: chiamati all’episcopato in un contesto Giubilare”, si svolge presso il Pontificio Collegio San Pietro, mentre il Corso organizzato dal Dicastero per i Vescovi è ospitato presso il Pontificio Collegio San Paolo.

IL CORSO DEL DICASTERO MISSIONARIO

I lavori del Corso di formazione per nuovi Vescovi organizzato dal Dicastero per l'Evangelizzazione iniziano nella mattinata di giovedì 4 settembre con gli interventi del Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle e dell’Arcivescovo Fortunatus Nwachukwu, rispettivamente Pro-Prefetto e Segretario del Dicastero missionario. Nel pomeriggio di giovedì i Vescovi ascolteranno la relazione dell’Arcivescovo Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione .
Il programma di Venerdì 5 settembre, concentrato sulle urgenze dell’inculturazione, sarà scandito dagli interventi dell’Arcivescovo Nwachukwu , del Vescovo Aurelio Garcia Macias, Sottosegretario del Dicastero per il Culto divino e da quelli dell’Arcivescovo Flavio Pace e di mons. Usma Gomez Juan Fernando, rispettivamente Segretario e Capo Ufficio del Dicastero per la promozione dell’Unità dei Cristiani, che tratteranno della “sfida del Pentecostalismo”.

La giornata di sabato inizierà per i presuli con il passaggio per la Porta Santa, la Santa Messa Giubilare e la venerazione delle reliquie dell’Apostolo nella Basilica di San Pietro. Le successive sessioni di lavoro si articoleranno intorno alle relazioni dell’Arcivescovo Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi e dell’Arcivescovo John Joseph Kennedy, Segretario per la Sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede . Nel pomeriggio, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, insieme alle Dottoresse Linda Ghisoni e Gabriella Gambino, Sotto-Segretarie del medesimo Dicastero, svolgeranno interventi dedicati al tema “Laici, famiglia e vita: accompagnamento e formazione nella cura pastorale del Popolo di Dio”.
Domenica 7 settembre, tutti i Vescovi confluiti a Roma per i Corsi di formazione parteciperanno a San Pietro alla Messa solenne di Canonizzazione dei Beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis.

LE SESSIONI CONDIVISE

Le giornate vissute insieme da tutti i Vescovi novelli inizieranno lunedì 8 settembre con la celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Christoph Schönborn nella Basilica di Santa Maria Maggiore. A seguire, la Relazione dello stesso Arcivescovo emerito di Vienna sul “ministero episcopale come testimonianza e annuncio della speranza fondata in Cristo” darà inizio alle sessioni di lavoro, ospitate presso la Pontificia Università Urbaniana.
Nel pomeriggio di lunedì, il dialogo dei vescovi raccolti nell’Aula Magna dell’Urbaniana prenderà le mosse dalla relazione del Cardinale Fabio Baggio - Sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale - intitolata “Speranza e sofferenze- il fenomeno migratorio”.

Martedì 9 settembre, l’impatto del cammino sinodale sulle strutture, la vita e la guida delle comunità diocesane verrà tratteggiato negli interventi del Cardinale Sérgio da Rocha, Arcivescovo di Sao Salvador del Bahia e del Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa. Alle relazioni seguirà il confronto e l’approfondimento in gruppi di lavoro aggregati in base alle diverse lingue.
Nel pomeriggio dello stesso martedì 9 settembre, la sessione di lavoro avrà al centro il legame missionario con la Santa Sede, con una particolare attenzione dedicata ai sistemi di raccolta di risorse a favore dell’apostolato missionario che fanno capo all’Obolo di San Pietro Apostolo e alle Pontificie Opere Missionarie . Informazioni e spunti per il confronto e l’approfondimento verranno forniti dagli interventi del Cardinale Tagle, di padre Tadeusz Nowak - Segretario Generale della Pontificia Opera per la Propagazione ella Fede - e del Dottor Giuseppe De Summa, dell’Ufficio contabilità e finanza del Dicastero missionario. Seguirà un confronto sulla missione e sui profili operativi delle Pontificie Opere Missionarie, alla presenza dei Segretari generali delle POM.

Mercoledì 10 settembre le ultime sessioni del Corso organizzato dal Dicastero missionario tornano a essere ospitate presso il Pontificio Collegio San Pietro. La relazione intitolata “il Vescovo e la gestione delle crisi, in specie del clero” sarà svolta da Monsignor Peter Beer, Docente dell’Istituto di Antropologia della Pontificia Università Gregoriana, mentre padre Hans Zollner, Preside del medesimo istituto, tratterà nel suo intervento della “responsabilità delle Chiese particolari per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili”. Nel pomeriggio, laboratori per gruppi linguistici saranno guidati da membri dell’Istituto di Antropologia della Gregoriana.
I due gruppi di “Vescovi novelli” verranno ricevuti insieme in Udienza da Papa Leone XIV giovedì 11 settembre.

La consuetudine di proporre Seminari di Studio riservati ai Vescovi di recente ordinazione nelle circoscrizioni ecclesiastiche affidate alla cura del Dicastero missionario è iniziata nel 1994, con lo scopo di offrire a tutti i nuovi Vescovi un periodo di tempo, agli inizi del loro incarico, per soffermarsi a sulle tante implicazioni dell’esercizio del ministero episcopale, ascoltando interventi, acquisendo informazioni e vivendo a Roma giornate segnate dal dialogo e dalla preghiera, da condividere con confratelli nell’episcopato provenienti da ogni parte del mondo .

Roma (Agenzia Fides) Quest’anno saranno 192, provenienti come sempre dai 5 Continenti. Sono i Vesc

ASIA/PAKISTAN - Un parroco agli sfollati colpiti da continue alluvioni: "Non siete soli in questo momento difficile": La...
02/09/2025

ASIA/PAKISTAN - Un parroco agli sfollati colpiti da continue alluvioni: "Non siete soli in questo momento difficile": Lahore - "Le vittime delle alluvioni sono sotto shock: panico e sofferenza attanagliano i sopravvissuti, che ricordano il 2022 e sono traumatizzati per questi continui disastri naturali. Come comunità parrocchiale della chiesa di Nostra Signora Regina degli Angeli a Bhai Pheru, a sud di Lahore, collaboriamo con la Caritas dell'Arcidiocesi di Lahore per accogliere i profughi e distribuire aiuti umanitari: un piccolo gesto di speranza", dice all'Agenzia Fides padre Qaiser Feroz Ofm Cap, frate cappuccino e parroco a Bhai Pheru. "Consoliamo e incoraggiamo le vittime dell'alluvione dicendo loro: non siete soli in questo momento difficile, il vostro Vescovo, i sacerdoti, i catechisti, tutti i fedeli sono al vostro fianco", afferma.
Il parroco racconta: "Gravi danni ha provocato lo straripamento del fiume Ravi, che ha inondato raccolti e case. Le principali fonti di sostentamento quotidiano per tutti gli abitanti della zona sono l'agricoltura e l'allevamento, ora entrambe le fonti sono annullate", spiega. "Oltre 3.200 villaggi sono stati colpiti dalle inondazioni nel Punjab, e un milione di persone sono state salvate ed evacuate grazie a operazioni di agenzie governative e private", prosegue.
Baba Jaila, uno degli anziani del villaggio di Gohar Kookan, sulla riva del fiume Ravi, ha dichiarato: "Le nostre case e i nostri campi sono sommersi dall'acqua, non abbiamo un posto dove vivere, alcune famiglie sono state accolte dai parenti". Salamat Masih, un cristiano che è tra le vittime delle inondazioni del fiume Ravi, dice: "il nostro urgente bisogno non è solo il cibo quotidiano, ma anche una casa per vivere una vita dignitosa e sicura. Chiediamo alle autorità di aiutarci a lasciare Gohar Kookan. Vogliamo eliminare il rischio di subire alluvioni ogni anno. Rimanere senza casa ogni anno è un'esperienza terribile".
Intanto oggi l'Autorità nazionale per la gestione dei disastri del Pakistan ha alzato il livello di allerta per le inondazioni sia nella parte orientale del Punjab, sia nel nord-ovest della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, affermando che le aree residenziali della città di Peshawar rischiano di essere inondate.
Negli ultimi 10 giorni nel Punjab - colpito dalla scorsa settimana da gravi inondazioni, causate sia dalle forti piogge monsoniche sia dall'eccesso di acqua rilasciate dall'India - sono morte almeno 41 persone mentre oltre 2,4 milioni di persone, nel complesso, sono colpite dagli effetti delle alluvioni e vivono l'esperienza dello sfollamento.
In tutto il Pakistan a partire dal 26 giugno, quando è iniziata la stagione dei monsoni, piogge e alluvioni hanno causato 863 vittime ed estesi danni a villaggi e terreni agricoli.

Lahore (Agenzia Fides) - "Le vittime delle alluvioni sono sotto shock: panico e sofferenza attanagl

ASIA/VIETNAM - 80 anni dalla nascita della Repubblica democratica. La comunità cattolica vietnamita e il cammino della n...
02/09/2025

ASIA/VIETNAM - 80 anni dalla nascita della Repubblica democratica. La comunità cattolica vietnamita e il cammino della nazione: di Andrew Doan Thanh Phong

Hanoi - "È meglio essere cittadini di un paese libero che re di un paese schiavista": è un famoso detto di Re Bao Dai, l'ultimo re del regime feudale in Vietnam, durante lo storico momento della cerimonia di abdicazione che ebbe luogo nel pomeriggio del 30 agosto 1945 nell'ex capitale Huế, situata nel Vietnam centrale, quando consegnò il sigillo reale e la spada al rappresentante del Governo provvisorio della Repubblica Democratica del Vietnam. Questo evento segnò ufficialmente la fine della monarchia ed è considerato una pietra miliare nella società vietnamita, ponendo fine al ruolo della corte della dinastia Nguyễn e aprendo la strada a un nuovo regime democratico.
Subito dopo, il 2 settembre 1945, in piazza Ba Dinh, nella capitale Hanoi, il Presidente Ho Chi Minh dichiarò solennemente la nascita della Repubblica Democratica del Vietnam a nome del Governo provvisorio. Nella Dichiarazione d'Indipendenza, Ho Chi Minh ha sottolineato: “Tutti gli uomini sono creati uguali. Sono dotati dal Creatore di alcuni diritti inalienabili; Tra questi vi sono il diritto alla vita, il diritto alla ricerca della libertà e della felicità…”. Per una nazione che ha sopportato tanto dolore e perdite durante un lungo periodo di guerra, ha sopportato sfruttamento sotto le dinastie feudali del Vietnam e anche dominazione straniera, il diritto alla vita, il diritto alla ricerca della felicità e della libertà sono diritti molto significativi e rappresentano non solo i desideri dell'intero popolo vietnamita, ma anche la tendenza degli esseri umani ai nostri giorni verso il progresso e la prosperità.

Oggigiorno, il Vietnam attraversa una fase di elevata crescita economica annua, in particolare nel 2024 è stata del 7,09%, e anche il numero di vietnamiti che viaggiano all'estero sta aumentando considerevolmente, con circa 11 milioni di persone nel 2024. Inoltre, il Vietnam è considerato una destinazione sicura per molti turisti internazionali, con circa 17,5 milioni di turisti stranieri in arrivo nel 2024.

Nel quadro generale di questo sviluppo, c'è un contributo dei cattolici in molti aspetti come l'economia, la sicurezza e gli affari sociali, tanto che tutti i giornali statali hanno dichiarazioni comuni come: "I cattolici vietnamiti hanno svolto molte attività utili per il contributo allo sviluppo del Paese", citando l'impegno per costruire case e ponti per i poveri nelle zone remote, per portare acqua pulita alle persone nelle aree rurali, nel partecipare direttamente, in prima linea, nella lotta contro la pandemia di Covid, nel fornire soccorsi in caso di calamità. "Queste attività - si afferma - hanno dimostrato il patriottismo e la responsabilità sociale della comunità cattolica vietnamita". Si legge anche: "I cattolici vietnamiti partecipano attivamente alla costruzione di aree residenziali sicure, mantenendo la sicurezza e l'ordine nella loro città natale. Molte parrocchie sono diventate esempi luminosi in termini di sicurezza e ordine, senza mali sociali, dove vivono in solidarietà e armonia con i non cattolici".
Prima del 1945, il numero di fedeli cattolici era molto esiguo, meno di 2 milioni in 12 diocesi in tutto il Vietnam, e attualmente il numero è aumentato a oltre 7 milioni di fedeli presenti in 27 diocesi in tutto il paese, con circa 30.000 sacerdoti, religiosi e religiose di ordini e congregazioni. La comunità ecclesiale ha contribuito allo sviluppo del paese, rendendo l'immagine dei cattolici più vivida nella vita sociale del Vietnam.

Parlando della provincia di Binh Duong, appartenente alla diocesi di Phu Cuong, nel Vietnam meridionale, con una numerosa popolazione cattolica, il quotidiano dell'Esercito Popolare Vietnamita ha scritto: "Insieme alla comunità sociale, i cattolici locali si sono uniti per trasformare Binh Duong in una provincia ricca e bella, da provincia agricola a provincia con una struttura economica specializzata nell'industria. Nel servizio, i cattolici locali hanno partecipato attivamente a movimenti di emulazione patriottica con numerose attività pratiche ed efficaci, seguendo il motto 'Vivere una buona vita sociale e una fervente vita religiosa' o anche 'Vivere il Vangelo nel cuore della nazione'."
Contribuire attivamente con il popolo di tutto il Paese alla costruzione e alla protezione della patria, insieme all'edificazione della comunità ecclesiale, secondo uno stile di vita e un modo di praticare la fede cattolica in conformità con le tradizioni nazionali, è la visione e l'orientamento generale della Chiesa vietnamita, come evidenziato nella Lettera Generale del Consiglio Episcopale Vietnamita del 1980: "La nostra Chiesa è profondamente radicata nella nazione, siamo determinati a essere attaccati al destino della nostra patria, seguendo la tradizione nazionale e integrandoci nella vita attuale del Paese, perché questa patria è dove siamo chiamati da Dio a vivere come Suoi figli. Inoltre, questo Paese è anche il grembo materno che ci porta nel processo di realizzazione della nostra vocazione di figli di Dio".

In termini economici, anche i rapporti governativi affermano chiaramente che nelle regioni cattoliche, le occupazioni tradizionali sono focalizzate su investimenti e sviluppo efficaci, il che contribuisce a creare posti di lavoro per molti lavoratori locali, a mantenere e preservare le occupazioni tradizionali e a contribuire allo sviluppo economico locale.
In questi giorni, nella gioiosa celebrazione dell'80° anniversario della Festa Nazionale del Vietnam, nonostante il maltempo, le forti piogge e le altre difficoltà nella vita sociale, causate dal tifone Kajiki del 25 e 26 agosto 2025, molti vietnamiti provenienti da diverse parti del mondo si sono recati nella capitale Hanoi per assistere alle prove di una grande parata nazionale. Si stima che oltre 30.000 ospiti e delegati abbiano partecipato a questa importante cerimonia il 2 settembre 2025, insieme a più di 16.000 soldati che, con moderni equipaggiamenti militari, e hanno sfilato per le strade. Allo stesso tempo, centinaia di migliaia di persone hanno assistito a questo importante evento per le strade di Hanoi e altre decine di milioni di persone hanno seguito l'evento attraverso i mass media.

di Andrew Doan Thanh Phong Hanoi (Agenzia Fides) - "È meglio essere cittadini di un paese libero

AFRICA/SIERRA LEONE - Ucciso nella sua abitazione il parroco della chiesa dell’Immacolata Concezione di Kenema: Freetown...
02/09/2025

AFRICA/SIERRA LEONE - Ucciso nella sua abitazione il parroco della chiesa dell’Immacolata Concezione di Kenema: Freetown – Ucciso il parroco della chiesa Immacolata Concezione di Kenema, in Sierra Leone. Padre Augustine Dauda Amadu è stato assalito la notte del 30 agosto nella sua casa situata nella sezione Burma 3 alla periferia di Kenema. Secondo quanto reso noto dalla polizia sierraleonese la locale stazione delle forze dell’ordine è stata avvertita telefonicamente alle 7,45 del mattino da un parrocchiano. L’uomo affermava che padre Amadu era stato aggredito durante la notte da uomini armati non identificati presso la sua residenza parrocchiale.
Subito intervenuti sul posto gli agenti hanno trovato il corpo esanime del sacerdote. Gli investigatori hanno rivelato che gli aggressori sono entrati con la forza nell'abitazione attraverso una finestra. Secondo la polizia il sacerdote è stato ucciso tra le 2 e le 3 della notte tra il 29 e il 30 agosto.
Al momento, le autorità non hanno confermato se i banditi abbiano rubato qualcosa dall’abitazione.
Allo stato il movente dell’omicidio rimane poco chiaro e nessun sospettato è stato ancora arrestato. Tuttavia, diversi parrocchiani e responsabili ecclesiastici hanno reso dichiarazioni agli inquirenti per cercare di fare luce sul crimine.
Padre Amadu era ben voluto per la sua disponibilità e gentilezza. Attivo tra i giovani e le famiglie svantaggiate, i suoi sermoni contro la corruzione e la criminalità gli hanno fatto ottenere profondo rispetto, ma anche, secondo i parrocchiani, nemici in certi ambienti.
Kenema è il capoluogo della provincia orientale della Sierra Leone nonché dell’omonimo distretto. L’area ha registrato negli ultimi tempi una forte impennata di crimini violenti come rapine a mano armata e aggressioni che stanno erodendo la sicurezza delle comunità locali.

Freetown (Agenzia Fides) – Ucciso il parroco della chiesa Immacolata Concezione di Kenema, in Sier

AMERICA/HAITI - Liberata dopo un mese la missionaria laica sequestrata durante l’attacco armato a un orfanotrofio: Port-...
01/09/2025

AMERICA/HAITI - Liberata dopo un mese la missionaria laica sequestrata durante l’attacco armato a un orfanotrofio: Port-au-Prince - Dopo quasi un mese di prigionia, la missionaria irlandese laica Gena Heraty, da trent'anni a servizio della popolazione di Haiti, è stata liberata assieme agli altri ostaggi che erano stati catturati durante l'assalto a un orfanotrofio situato nei pressi di Kenscoff, centro abitato situato nell’area metropolitana di Port-au-Prince .

Ad annunciarlo, con “profonda gratitudine e un sollievo che va oltre ciò che le parole possono esprimere”, è l’ong Nuestros pequeños hermanos , per la quale lavora la missionaria.

Non sono stati resi noti ulteriori particolari riguardo il rilascio, solo la conferma che gli ostaggi liberati “sono tutti sono al sicuro, stanno ricevendo assistenza medica e psicologica e sono con i loro cari”. Tra le persone liberate anche il bambino di tre anni con disabilità.

In una dichiarazione rilasciata nelle scorse ore, la famiglia della missionaria ha ringraziato coloro che hanno "contribuito al suo recupero. Siamo profondamente grati a tutti coloro, ad Haiti e a livello internazionale, che hanno lavorato instancabilmente in queste terribili settimane per contribuire a garantire il loro ritorno in sicurezza".

"La dimostrazione globale di preoccupazione, amore, preghiere e solidarietà dimostrata per Gena e per noi da amici, vicini, comunità, colleghi e, in effetti, da coloro che non hanno alcun legame con noi è stata un'enorme fonte di conforto e sostegno", si legge ancora nella dichiarazione, che si conclude con la richiesta, da parte dei familiari di dare "priorità" alla "salute e alla privacy" della missionaria: "Chiediamo gentilmente ai media di rispettare l'esigenza di riservatezza mentre tutti i soggetti coinvolti si riprendono da questa traumatica esperienza. Continuiamo a tenere Haiti nei nostri cuori e a sperare nella pace e nella sicurezza per tutti coloro che sono colpiti dalla violenza armata e dall'insicurezza che persistono nel Paese".
Secondo il quotidiano haitiano Le Nouvelliste i responsabili dell'attacco all'orfanotrofio sarebbero i membri di una gang. Secondo i dati Onu, gang e bande armate controllano circa l'85% della capitale Port-au-Prince. Stando sempre ai dati delle Nazioni Unite, solo nella prima metà del 2025 sono state rapite ad Haiti quasi 350 persone.

Port-au-Prince (Agenzia Fides) - Dopo quasi un mese di prigionia, la missionaria irlandese laica Gen

ASIA/CINA- Vocazioni sacerdotali e religiose abbondanti tra le comunità cattoliche cinesi nei primi 6 mesi del 2025: Shi...
01/09/2025

ASIA/CINA- Vocazioni sacerdotali e religiose abbondanti tra le comunità cattoliche cinesi nei primi 6 mesi del 2025: Shijiazhuang – E’ stata una “raccolta nella vigna del Signore” abbondante quella registrata nei primi sei mesi del 2025 in molte comunità cattoliche cinesi.
Secondo dati pubblicati da xinde.org, il più importante portale di informazione dedicato alla Chiesa cattolica in Cina, dal primo gennaio al 30 giugno si sono registrate l’ordinazione episcopale di Antonio Ji Weizhong, Vescovo di Lüliang; 16 ordinazioni sacerdotali, l’emissione di voti perpetue da parte di 4 nuove religiose e il rinnovo di 22 voti perpetui.
Dopo giugno, Giovanni Battista Li Suguang, Vescovo di Nanchang, capoluogo della provincia di Jiangxi ha presieduto l’ordinazione sacerdotale di tre nuovi sacerdoti incardinati nella sua diocesi, originari delle province di Shanxi e Hebei.
Anche la diocesi di Pechino sta preparando l’ordinazione sacerdotale di due diaconi, in programma il prossimo 19 settembre.
Negli anni recenti si erano registrati segnali di un calo delle vocazioni sacerdotali e religiose nella Chiesa in Cina. Adesso sembra iniziata una fase caratterizzata da una certa stabilizzazione.
I giovani che entrano in seminario devono seguire un periodo di formazione che dura dai cinque ai sette anni prima dell'ordinazione. Per le dinamiche e i condizionamenti che segnano la vita sociale nel tempo presente tale percorso può apparire a molti troppo lungo e pesante da sostenere fino in fondo.
Tra il 1999 e il 2008, la media di ordinazioni sacerdotali si attestava a circa 70 nuovi sacerdoti ordinati ogni anno. Dal 2005 in poi si è registrato un sensibile calo.
Anche sacerdoti già ordinati sono chiamati a seguire percorsi di formazione permanente. In passato, la sollecitudine a accogliere nuovi seminaristi ha dovuto fare i conti in molti casi con la mancanza dei risorse per sostenere in maniera adeguata l’opera di formatori. Di fronte a questi problemi, la comunità cattolica del Continente ha dedicato crescenti energie alla formazione di laici, sacerdoti e suore, chiamati tutti a coinvolgersi nell’opera missionaria della Chiesa.

Shijiazhuang (Agenzia Fides) – E’ stata una “raccolta nella vigna del Signore” abbondante q

ASIA/INDONESIA - L'Arcivescovo di Makassar sulle proteste: "La gente chiede giustizia e buon governo”: Makassar - "Ora l...
01/09/2025

ASIA/INDONESIA - L'Arcivescovo di Makassar sulle proteste: "La gente chiede giustizia e buon governo”: Makassar - "Ora la situazione per le strade di Makassar si è normalizzata ed è tornata la calma, ma fino a ieri la protesta ha infiammato la popolazione, soprattutto gli studenti. E poi vi erano gruppi o militanti che hanno approfittato per creare caos", dice in un colloquio con l'Agenzia Fides l'Arcivescovo di Makassar, mons Franciskus Nipa, commentando l'ondata di violenza che ha sconvolto l'Indonesia, mentre nella capitale Giacarta il governo ha dispiegato l'esercito e rafforzato le misure di sicurezza in altre città dell'arcipelago.
“A Makassar, nel Sud dell'isola di Sulawesi, abbiamo avuto tre morti e alcun feriti, disordini per le strade e tanta paura della gente comune. I manifestanti hanno incendiato l’edificio del parlamento regionale, un atto grave e soprattutto simbolico della protesta contro il governo", rileva l'Arcivescovo.
Provando a spiegare le ragioni della protesta, mons. Nipa indica "il malcontento generale verso il governo”. “L'aumento del salario per i parlamentari è stato un atto che ha suscitato clamore e indignazione – rileva – ma vi sono temi come la corruzione e l'innalzamento delle tasse, in vari ambiti della vita economica, che hanno generato frustrazione, un senso di ingiustizia e, soprattutto, hanno messo in difficoltà molte categorie di lavoratori". “Vi è una protesta per la giustizia e il buon governo", che ha coinvolto fasce amie della popolazione, “soprattutto studenti e giovani", spiega. L'uccisione di un manifestante a Giacarta, l’autista di un moto-taxi investito da un blindato della polizia, osserva, ha esasperato gli animi.
"Noi di disapproviamo ogni forma di violenza e, come Vescovi cattolici indonesiani, abbiamo diffuso un messaggio che invita alla pacificazione e a scegliere forme di non violenza", riferisce. "Noi Vescovi esortiamo le autorità ma anche la cittadinanza a sostenere la pace, la giustizia e i valori democratici della nazione", dice. "La nostra posizione e il nostro appello è sempre quello del buon governo, affinchè sia un autentico servizio al bene comune”, osserva, riferendo di aver inviato un appello alla comunità diocesana chiedendo ai fedeli di "pregare per la pacificazione".
Nella dichiarazione rilasciata dalla Conferenza episcopale indonesiana si afferma che "le proteste riflettono grande delusione per parole, azioni e politiche che sono insensate e ingiuste", aggiungendo che "i responsabili politici devono incarnare i principi della Pancasila", la Carta dei cinque principi che sono alla base della convivenza civile.
"Esprimiamo profondo dolore per i nostri fratelli e sorelle che sono stati feriti o hanno perso la vita mentre lottavano per la verità e la giustizia, e mentre esercitavano le libertà garantite dalla Costituzione", hanno scritto i Vescovi, invitando gli organismi che detengono il potere esecutivo, legislativo e giudiziario in Indonesia ad "ascoltare attentamente le aspirazioni del popolo, ad agire con equità e responsabilità e a garantire una governance trasparente e responsabile”.
Mentre si chiede a tutti i cittadini di "astenersi da provocazioni e atti criminali che causano danni, nuocciono e ostacolano la fraternità e l'unità nazionale", il testo dei Vescovi ricorda, d’alto canto, che le forze di scurezza devono essere "veri protettori di tutti i cittadini".
Anche il Forum della Società cattolica indonesiana ha rilasciato un comunicato in cui si stigmatizza l'uccisione dell'autista di mototaxi, “un atto di violenza dello stato” e si lancia un appello “per il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”.

Makassar (Agenzia Fides) - "Ora la situazione per le strade di Makassar si è normalizzata ed è tor

AFRICA/ZAMBIA - “I danni ambientali dello sfruttamento selvaggio delle ricchezze minerarie sono un’ingiustizia sociale” ...
01/09/2025

AFRICA/ZAMBIA - “I danni ambientali dello sfruttamento selvaggio delle ricchezze minerarie sono un’ingiustizia sociale” affermano i Vescovi: Lusaka – “Siamo estremamente preoccupati per l’inquinamento e il degrado ambientale che arrecano sofferenze a popolazioni vulnerabili per interessi politici e affaristici che non mettono al centro dello sviluppo nazionale la dignità umana e il bene comune”. Così scrivono i Vescovi dello Zambia nella loro dichiarazione pastorale sull'inquinamento e il degrado ambientale .
Pubblicata il 22 agosto poco prima della Giornata Mondiale di preghiera per il Creato che si celebra oggi, 1° settembre, la dichiarazione critica “la negligenza, che si manifesta in particolare nella mancanza di supervisione nell’applicazione delle norme ambientali” definita “un fallimento morale che contraddice direttamente il nostro dovere cristiano di essere custodi della creazione di Dio e di prenderci cura del nostro prossimo, specialmente dei più vulnerabili”.
Lo Zambia è ricco di risorse minerarie a iniziare da rame e cobalto, oltre a oro, argento, zinco, smeraldi e altre pietre preziose. Sono stati scoperti inoltre giacimenti di altri minerali fondamentali per la cosiddetta transizione energetica, come litio, manganese, nichel e uranio, che ancora non sono stati sfruttati.
L’estrazione mineraria sta però producendo gravi danni ambientali. Lo stesso governo di Lusaka ha avviato a inizio anno un’inchiesta sull’inquinamento dei fiumi, in particolare nella regione del Copperbelt , a seguito di molteplici episodi di inquinamento.
I Vescovi ricordano che “nel 2021 la Konkola Copper Mines ha risolto una disputa di lunga data per l’inquinamento con le comunità che vivono nei pressi dell’impianto estrattivo dopo che materiale tossico scaricato dalla Nchabga Mine ha contaminato i fiumi e distrutto i terreni agricoli”. Le attività della KCMM hanno provocato gravi danni ambientali anche al fiume Mushishima e in altre zone della Copperbelt.
“Queste ingiustizie ambientali hanno causate danni alla salute immediati e a lungo termine, hanno distrutto gli ecosistemi e cancellato la fonte di sostentamento di chi vive di agricoltura e di pesca” affermano i Vescovi secondo i quali l’agenzia nazionale per la sicurezza ambientale “deve essere ritenuta responsabile”.
Ma non vi sono solo i grandi impianti minerari legati a interessi stranieri, a provocare danni ambientali. “La scoperta di filoni auriferi in diverse aree del Paese ha provocato una corsa all’oro” ricorda la dichiarazione. “Alla ricerca di guadagno in un’economia precaria, comuni cittadini, in gran parte giovani, vanno in certa di fortuna a loro rischio e pericolo” affermano i Vescovi. “Senza un controllo adeguato, questi minatori artigianali rischiano di essere travolti da crolli delle loro miniere improvvisate ed essere avvelenati dal mercurio , oltre a mettere in pericolo la salute delle comunità locali”. Un problema quello delle miniere d’oro artigianali che affligge altri Paesi africani come il Ghana .
I Presuli concludono esortando il governo a rafforzare la regolamentazione, a responsabilizzare le compagnie minerarie nel ripristino degli ecosistemi danneggiati e a creare opportunità sicure e regolamentate per i cittadini, in particolare per i giovani, affinché possano beneficiare delle ricchezze naturali del Paese.

Lusaka (Agenzia Fides) – “Siamo estremamente preoccupati per l’inquinamento e il degrado ambie

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