18/10/2025
SU MANZAMA' DEI FRATELLI MANCUSO
“Un piccolo gioiello. Mi ha ricordato “Creuza de mà” di Fabrizio de André, quella sensazione straniante di immergersi in un’opera senza tempo, lontana dalle mode e sospesa magicamente tra le influenze ancestrali, questa volta la musica araba e spagnola, l’antica cultura siciliana, le polifonie sacre e certi lieder ottocenteschi. Un disco che pretende attenzione e rispetto durante l’ascolto e in cambio regala un viaggio emozionante.
Saranno queste atmosfere oniriche, le voci e gli strumenti antichi di Enzo e Lorenzo, le ballate e le ninne nanne dai testi bellissimi (da leggere, c’è la traduzione a fronte), i contributi musicali d’autore (come alcuni arrangiamenti di Franco Battiato) o gli evocativi dipinti di Beppe Stasi che impreziosiscono il libretto, tant’è che questo disco mi è apparso una specie di antidoto contro il tanto rumore che affolla le nostre giornate e che qualcuno si ostina a chiamare musica”
Così Marcello Parilli, sulle pagine del Corriere della sera, salutava l’uscita di Manzamà dei Fratelli Mancuso, accolto unanimemente come un autentico capolavoro, non a caso Miglior disco dell’anno al Premio Loano e Miglior album in dialetto per le Targhe Tenco dello stesso anno.
Compositori e polistrumentisti animati da una vena poetica e musicale di assoluta originalità, Enzo e Lorenzo cantano, in effetti, storie intessute di idiomi e suoni antichi che, nei vortici di una continua affabulazione, ritornano incessantemente alla loro terra natìa, la Sicilia, dove grazie alla loro arte sembrano fondersi mondi in apparenza inconciliabili.
Eredi privilegiati di una tradizione che hanno trasfigurato nel prisma dei loro innumerevoli strumenti e alfieri di un canto intimo ed essenziale, dopo un lungo silenzio discografico sono ritornati a a tessere filati di straordinaria fattura, in mirabile equilibrio tra il filo della memoria personale e il respiro solenne della storia. Immersi in una dimensione quasi onirica, intimi e a volte anche sofferti quadri di vita quotidiana si aprono così, con squarci di grande impatto, sulle tragedie che dilaniano il nostro presente.
Tra le offerte del mese, Manzamà in promozione a 10 euro invece di 20
https://www.squilibri.it/catalogo/crinali/fratelli-mancuso-manzama-1703666375
HANNO DETTO DI LORO E DEL DISCO
"I Fratelli Mancuso sono tra coloro che più hanno fatto da ponte tra passato e futuro, collocandosi artisticamente in un presente rinnovato negli usi di linguaggi e strumenti musicali antichi sostenuti però da arrangiamenti estremamente attuali" Fabio Francione, Il cittadino
"I fratelli Mancuso in anni di studio e di lavoro sulle fasce mediterranee e non solo hanno costruito un'idea di suono rara e invidiabile" Marco Ranaldi, Left
"Un viaggio senza meta nel fertile bacino del Mediterraneo, tra ritmiche soffici e sospese, melodie dai richiami arabi, dolci nenie e loop ammalianti, a raccontare soprattutto le inquietudini dell’esistenza, il malessere per un vivere spostato, la magia dei sogni perduti e recuperati" Alberto Marchetti, Vinile
"Raffinata e spontanea, colta e popolare, la musica dei fratelli Mancuso è unica nel rimanere magnificamente sospesa tra radici ancestrali e sensibilità attuale e nel sapere elevare ad espressione universale ciò che viene espresso coi modi più genuini della tradizione siciliana" Gigi Razete, La repubblica-Palermo
"Una strana, ammaliante intensità onirica (..) Ronzano e incantano le pronunce nasalizzate dei fratelli siciliani, il gioco d'alternanza mette in conto picchi scabri e vertiginosi di terze creando quell'effetto magico che spesso ha solo la vera musica popolare. Difficile indicare vertici in un disco fatto di altezze" Guido Festinese, Il giornale della musica
"Canzoniere del tempo, radicalità del canto non compiacente, canto profondo di corpi stretti nell’abbraccio, voci nude e congiunte dal timbro penetrante e risonante, suono “osseo e di pietra” che genera espressività intima e solenne" Ciro De Rosa, Blogfoolk
"Piccoli incanti che passano tra cuore e polmoni, cantati in una lingua i cui accenti appartengono al mondo intero: leggeri come il sogno e dolorosi quanto la carne" Carlo Babando, Blow Up
"I fratelli Mancuso sono il meglio che l'Italia ha da offrire musicalmente, giudizio che dovrei estendere forse a tutta l'Europa. Se dovessi comprare un solo CD quest'anno, comprerei senz'altro questo. È anche confezionato in un bellissimo libretto con dipinti che illustrano magnificamente le canzoni. Un must assoluto!" Moors Magazine
"I Fratelli Mancuso sono tra le voci più autorevoli di una musica siciliana che guarda alla carne viva del folk e lo immette nei vortici di una continua affabulazione" Valerio Corzani, RSI-Radio Svizzera Italiana
"Come dentro a un vortice, la loro creatività enfatizza tradizione e storia, passione e duro lavoro, sapori antichi e fratellanza. Manzamà è uno scrigno di pathos, perfettamente assemblato da un package che ormai è il marchio di fabbrica della romana Squi(libri)" Giancarlo Passarella, Musicalnews
"Un capo d'opera che resterà (...) l'invenzione di melodie modernissime che sembrano remote, Battiato (...) e Aldo Giordano che regalano scintille maestose di arrangiamenti" Guido Festinese, Alias-Il manifesto
"Il filo della storia e della memoria si armonizza con un canto essenziale che non rinuncia ad incunearsi in arcane atmosfere di indiscutibile incanto" Mimmo Mastrangelo, Il quotidiano del sud
"Una nota di merito va alla Squi(libri) Editori che, come da consuetudine, ha rivestito splendidamente la confezione dell’album, rendendo indispensabile la consultazione di un libretto in grado di valorizzare ulteriormente l’opera, dagli affascinanti dipinti di Beppe Stasi che corredano il tutto, alle parole dei testi, così pregnanti ed evocative" Gianni Gardon, Pelle e calamaio
"Decorato con un bellissimo libretto miniato con acquerelli, universo musicale pieno di malinconia, che suona come se fosse sempre esistito, ma di cui non si sospettava nemmeno l'esistenza. UN VERO CAPOLAVORO" Ton Maas, Mixed World Music
"Ho potuto sperimentarlo di persona: questo disco crea dipendenza e arriva al punto giusto in questi giorni bui, stretti tra due ondate di Coronavirus. Un disco fantastico per chi vuole scavare in profondità!" Dani Heyvaert, Roots Time
"La combinazione della loro voce terrosa e la raffinata orchestrazione strumentale conferisce al loro folk un tocco artistico che può essere definito stupefacente" Eric Van Domburg, Heaven Magazine
"Un piccolo capolavoro che ti avvolge incantatore con i richiami profondi alla tradizione siciliana e mediterranea, con la bellezza di testi poetici e duri e con la ricca strumentazione" Raffaello Carabini, 50+
"Splendida pubblicazione, come tutte le novità dell’etichetta italiana Squilibri, Manzamà (…) è una delle vere perle della musica italiana con quattordici creazioni artistiche, meravigliosamente malinconiche" Pieter Wijnstekers, Heaven
"Esistono fenomeni artistici di rara peculiarità, dei veri e propri unicum. In questa speciale categoria va annoverato il duo dei Fratelli Mancuso ora con un nuovo ammaliante lavoro" Gianluca Veltri, Il quotidiano del sud
"Dopo un decennio di silenzio discografico, un nuovo capolavoro ovviamente in siciliano, un viaggio davvero spettacolare e composito in un mondo fra antico e moderno che sa però parlare all’uomo di oggi" Andrea Pedrinelli, Da sapere
"Occorre talvolta superare questioni di “genere” e proclamare che le tradizioni musicali popolari dialettali italiane possono assurgere a livelli di dignità internazionale. Prova evidente ne sono i Fratelli Mancuso con Manzama’, prodotto raffinatissimo:ascoltatelo e mi ringrazierete" Andrea Trevaini, Buscadero
"E' un lavoro di grande forza musicale, quasi onirica, ma anche di particolare cura per le parole, in un siciliano modellato al meglio per aderire al canto intimo profondo e intimo dei due fratelli" Enrico Deregibus, Avvenire
"Una scelta radicale, quella di Enzo e Lorenzo, tesa a educare e a modellare la loro vocalità in direzione opposta al bel canto, con un rigore espressivo che nulla concede al melodioso, cercando la dissonanza, il canto che disturba. Che costringe a vedere il dolore del mondo" Maria Attanasio, Gli asini
"Un affresco che si ricollega alla grande canzone tradizionale e riprende per molti versi un discorso il cui filo passa anche per la produzione di Fabrizio De André, a cominciare dall'album in genovese Creuza de mä" Carlo Moretti, Repubblica
"Musicisti che recuperano canti di tradizione o ne inventano e scrivono con feconda passione e con il massimo rispetto per una grande tradizione (...) Musica perfetta, evocativa e trascinante (...) Se meritano l'attenzione e il rispetto (e in molti l'affetto) di cui sono oggetto è anche perché le loro radici sono quelle di tanto Mediterraneo e dunque di tanta Italia" Goffredo Fofi, Il corriere del mezzogiorno