18/11/2025
Vanno separati perché l’affaire Gratteri dimostra che il partito delle procure esiste.
Che si nutre di tracotanza.
E che davvero ha perso metro e misura.
Vanno separati perché l’affaire Gratteri dimostra che, a fronte di migliaia di magistrati che, quotidianamente, amministrano la giustizia in nome del popolo italiano in silenzio, vi sono pochi, ma potenti, magistar che, evidentemente, si reputano investiti d’una vera e propria missione catartica.
Incapaci di comprendere che i pubblici ministeri esistono semplicemente per chiedere al giudice la punizione degli autori di reato.
Non per sconfiggere il crimine, perchè, per quello, ci sono Batman e Robin.
Vanno separati perché l’affaire Gratteri dimostra che, nella magistratura italiana, oggi, prestano servizio anche persone assolutamente insensibili all’errore.
Che certamente più insensibili ancora saranno rispetto al rischio d’errore ontologicamente proprio dell’attività giudiziaria.
Non verifichiamo nulla prima di
‘cianciare’ solo quando si tratta d’artefare le parole d’un morto o anche quando in gioco ci sono vite vere di persone vere vive?
Vanno separati perché l’affaire Gratteri dimostra che, quando un ordine si fa potere, a calare prepotentemente sulla scena è la protervia, assoluta, di chi, già solo per come si ‘porta’ in pubblico, pensa davvero d’essere superiore a tutto e a tutti.
Vanno separati perché l’affaire Gratteri dimostra che bisogna recuperare i giudici alla loro propria cultura del limite.
L’unica in grado di far comprendere a chi, il pubblico ministero, è, a sua volta parte del processo penale, che una parte, nel processo penale, è solo e semplicemente una parte.
Non un ‘migliore’.
Vanno separati perché l’affaire Gratteri dimostra che, quando si ragiona di giustizia penale, c’è l’impellente necessità di rientrare nei ranghi.
Giudicare (del)le vite altrui è spaventoso munus che ‘deve’ fare paura.
E che, per questo solo, richiede saggezza.
Quella che sola può ve**re dalla silenziosa e, soprattutto, scrupolosa verifica di fonti e affermazioni probatorie.
E vanno separati perché gli italiani non ne possono più d’arroganti monopolisti del ‘buono’ e del ‘giusto’.
Ci sono milioni di persone perbene in questo Paese.
Che quotidianamente fanno, onestamente, il proprio dovere senza che persone che in ufficio, evidentemente, vanno invece poco o punto, debbano insegnare loro a stare al mondo.
Anche solo da cittadino, qui giunti, io dico basta.
Perchè, con l’affaire Gratteri dell’altra sera, per quanto mi riguarda, si è davvero passato il segno.
Dal Gruppo:
"Separazione delle carriere del sistema giudiziaro"