Il Salotto di Nonna Speranza.

Il Salotto di Nonna Speranza. Sono un giornalista e scrittore. L'unica lotta degna di essere combattuta è quella della cultura
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Tieni sempre presente di Madre Teresa di Calcutta
03/08/2025

Tieni sempre presente di Madre Teresa di Calcutta

“Narciso e Boccadoro”           «Domani ancora!» supplicava il cuore singhiozzante. "Mai più!" Diceva imperiosa la sua v...
03/08/2025

“Narciso e Boccadoro”
«Domani ancora!» supplicava il cuore singhiozzante. "Mai più!" Diceva imperiosa la sua volontà. "Domani ancora!" Supplicava il cuore singhiozzante.

Le nostre anime sono un mistero che è difficile da diradare. Un mistero avvolto in un enigma. Per il grande scrittore siciliano Pirandello siamo uno, nessuno e centomila. Altro decifratore di anime , è lo scrittore tedesco Hermann Hesse. Hesse nel suo celebre testo: Narciso e Boccadoro, esplora il vero significato dell’esistenza umana, attraverso i tanti contrasti tra i due personaggi protagonisti del suo romanzo. Narciso e Boccadoro. Narciso, il pensatore ascetico e razionale, e Boccadoro, l'artista sensuale e passionale. Il romanzo suggerisce che la vera completezza umana risiede nella sintesi di queste due nature, opposte ma complementari. In altri termini, siamo razionali, perché dobbiamo esserlo. Ma nel contempo dobbiamo e siamo sensuali e passionali. Perché siamo umani. Abbiamo un cuore che batte, mentre la mente ragiona! Il romanzo evidenzia le due tendenze principali presenti in ogni individuo: la ricerca spirituale e intellettuale (Narciso) e l'attrazione per il mondo sensoriale e materiale (Boccadoro). In definitiva i due personaggi protagonisti del romanzo: "Narciso e Boccadoro", simboleggiano la complessità dell’animo umano, che è sempre alla ricerca della verità. Cercando di trovare una sintesi tra le diverse anime che compongono la nostra vita interiore.
Hermann Hesse (Calw, 2 luglio 1877 – Montagnola, 9 agosto 1962) Scrittore, poeta e pittore tedesco naturalizzato svizzero, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946. Vastissima la sua produzione letteraria, che spazia dai romanzi, ai racconti alla poesie. Ricordiamo solo alcuni dei suoi più noti romanzi: Siddhartha (1922), Il lupo della steppa (1927), Narciso e Boccadoro (1930) e Il giuoco delle perle di vetro (1943). Nei suoi romanzi approfondisce la ricerca della vera autenticità degli individui, la conoscenza di se stessi, e la spiritualità. In tutte le sue opere riaffiora impetuoso il misticismo delle filosofie orientali. In particolare quella induista e buddista. Foto:Web

Alla povera mia fragilità di Marina Cvetaeva      ̀Alla povera mia fragilitàtu guardi senza dire una parola.Tu sei di ma...
03/08/2025

Alla povera mia fragilità di Marina Cvetaeva ̀
Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.
So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uc***lo, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.

In un mondo di presunte certezze e di ostentate perfezioni, la poetessa russa, ci mostra con disinvoltura tutte le sue imperfezioni e incertezze. Già perché la vita è un susseguirsi di avvenimenti che non possiamo pensare di controllare. Le illusioni che ci piombano addosso, vanno vissute, come esperienze che ci forgiano e ci spingono a vivere ancora più intensamente la nostra esistenza, con la sua complessità ma anche con la linfa vitale che sgorga da ciò che viviamo emotivamente.

Marina Ivanovna Cvetaeva, Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941) è stata una poetessa e scrittrice russa. Nata a Mosca, figlia di Ivan Vladimirovič Cvetaev, professore di Belle Arti all'Università di Mosca, e Marija Aleksandrovna Mejn, eccellente pianista che fu tra le migliori allieve di Nikolaj Rubinštejn. Marina Cvetaeva scrisse le prime composizioni all'età di 6 anni esprimendosi, oltre che in russo, anche in francese e tedesco. Diventò una delle voci più originali della poesia russa del XX secolo e l'esponente di maggior spicco del locale movimento simbolista. Il suo lavoro non fu ben visto dal regime staliniano, anche per via di opere scritte negli anni venti che glorificavano la lotta anticomunista dell'armata bianca. Seguendo gli orientamenti della comunità russa emigrata, si trasferì a Parigi nel novembre 1925. Tornò a Mosca insieme al figlio Georgij, detto Mur, nel 1939, con la speranza di ricongiungersi al marito, di cui si erano p***e le tracce e che in realtà non era fuggito in Spagna, ma era stato arrestato e fucilato e la figlia Ariadna Ėfron, tornata a Mosca nel 1937 subito mandata in un campo di lavoro. In uno stato di estrema povertà e di isolamento dalla comunità letteraria, il 31 agosto 1941 s'impiccò nell'ingresso dell'isba che aveva affittato da due pensionati nel villaggio di Elabuga, sulle rive del fiume K**a. La riabilitazione della sua opera letteraria e la pubblicazione di molte sue opere avvennero solo a partire dagli anni sessanta, vent'anni dopo la sua morte. Leggere le sue poesie significa emozionarsi ad ogni verso: provare per credere! Foto:Web

Primavera di Bertolt Brecht      #   Su un ramo secco e arido è fiorito un fiore stanotte nel timore che gli sfuggisse m...
03/08/2025

Primavera di Bertolt Brecht #
Su un ramo secco e arido è fiorito un fiore stanotte nel timore che gli sfuggisse maggio. Non ci contavo ormai, lo davo per spacciato al mio sguardo, inutile. Quasi l'avrei tagliato.

Il poeta usa la metafora della primavera e della grandezza della natura; che fa fiorire un fiore su di un ramo secco e arido, per riportarla alla condizione umana. E’ sempre sbagliato trarre dalle vicende personali giudizi affrettati. Non bisogna mai precludere a nessuno una possibilità di riscatto. Anche quando sembra che tutto sia perduto.
Bertolt Brecht, nato Eugen Berthold Friedrich Brecht (Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino Est, 14 agosto 1956), è stato un drammaturgo, poeta, regista teatrale, scrittore e saggista tedesco, fondatore del teatro epico. Tra i maggiori e più influenti drammaturghi e teorici teatrali del XX secolo, è ricordato soprattutto per opere quali L'opera da tre soldi, Madre Coraggio e i suoi figli, L'anima buona di Sezuan, Vita di Galileo e La resistibile ascesa di Arturo Ui. Foto:Web

E gli occhi mai usano la punteggiatura, perché quello che vogliono dire lo dicono tutto d'un fiato. Seneca..            ...
02/08/2025

E gli occhi mai usano la punteggiatura, perché quello che vogliono dire lo dicono tutto d'un fiato. Seneca..

Una stupenda e significativa citazione, attribuita al grande filosofo spagnolo. Gli occhi sono il centro dell’universo umano. Infatti uno sguardo dice tutto ciò che mille parole mai potrebbero sussurrare. C’è una comunicazione non verbale che ha una potenza senza limiti. E’ quella degli occhi e degli sguardi. Gli occhi non hanno affatto bisogno della punteggiatura, o di parole di nessun genere. Essi trasmettono in uno sguardo: emozioni, pensieri e intenzioni in modo diretto, immediato, quasi primordiale. Certo bisogna saper leggere negli occhi degli altri: interpretando gli sguardi con il vocabolario del cuore. Perché è risaputo: il cuore legge tutto, anche gli occhi e gli sguardi.
Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d.C.), figlio del retore Seneca il Vecchio, nasce in Spagna da una ricca famiglia italica dell’ordine equestre. Il filosofo degli attimi! Per Seneca dobbiamo vivere e vivere sapientemente, assaporando ogni attimo, ogni sofferenza, ogni delusione, ogni gioia, ogni amore, ogni lacrima, ogni sospiro, ogni pensiero, ogni palpito, ogni respiro. Solo così vivremo veramente, solo così ameremo ardentemente, solo così esisteremo eternamente, nell’imperituro ricordo di chi ci ha amato ed è stato riamato da Noi. Seneca è autore di opere filosofiche, politiche, scientifiche e drammatiche. Foto:Web

Elogio della lentezza. Di Luis Sepulveda.        **ca"La lentezza è una nuova forma di resistenza in un mondo dove tutto...
02/08/2025

Elogio della lentezza. Di Luis Sepulveda. **ca
"La lentezza è una nuova forma di resistenza in un mondo dove tutto è troppo veloce e dove il potere più grande è quello di decidere che cosa fare del proprio tempo." "Storia di una lu**ca che scoprì l'importanza della lentezza" (Sepúlveda)

Sepulveda è stato autore di stupende fiabe. In una di queste il personaggio raffigurato è una lu**ca che scopre l’importanza della lentezza, Sepúlveda scrive: “La lentezza è una nuova forma di resistenza in un mondo dove tutto è troppo veloce e dove il potere più grande è quello di decidere che cosa fare del proprio tempo”. Un gesto davvero rivoluzionario che inneggia alla forza del pensiero e dell’agire lento in un mondo dominato dal digitale, dove tutti corrono vivendo una sorta di bulimia delle connessioni, che impedisce il pensiero, che ha bisogno di concentrazione e applicazione. Ma soprattutto di un agire lento. Se ci riflettiamo, la lentezza è l’unico antidoto allo stress digitale, dove le notizie, che spesso sono dei fake, vengono lette prima che il pensiero libero possa elaborarle. Si è convinti di sapere tutto e il contrario di tutto. Ma nella realtà si conosce solo ciò che il “pensiero unico,” -che ci vuole tutti omologati- ci fa conoscere. Le lentezza suscita emozioni. In particolare nei sentimenti e nei rapporti sociali, che oggi invece sono liquidi ed evanescenti. Durano lo spazio di un like, di un post e al massimo di una “chattata”. Condividiamo quindi il pensiero del grande scrittore cileno: la lentezza è un nuova forma di resistenza. Ci serve a recuperare il nostro tempo diventandone finalmente padroni!
Luis Sepúlveda Calfucura noto come Luis Sepùlveda è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore, poeta, regista e attivista cileno naturalizzato francese. Definito come L’ultimo dei combattenti è morto a 71 anni, causa Covid. Autore di tanti successi, tra cui «La gabbianella e il gatto», era nato a Ovalle nel 1949, Non solo romanziere di successo, ma anche strenuo attivista per i diritti civili nel suo Paese, che aveva dovuto lasciare dopo l’incarcerazione subita da parte del regime di Augusto Pinochet. Ma le sue battaglie per i diritti dei popoli indigeni del Sud America, lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Così come la sua fiera opposizione contro il razzismo dilagante in Europa.

               Isabel Allende è una scrittrice e giornalista cilena, nata a Lima (Perù) nel 1942. Dopo il golpe in Cile ...
02/08/2025


Isabel Allende è una scrittrice e giornalista cilena, nata a Lima (Perù) nel 1942. Dopo il golpe in Cile del 1973, si trasferisce in Venezuela, dove inizia la sua carriera letteraria con il romanzo "La casa degli spiriti". Dal 1987 vive in California, diventando una delle scrittrici più famose al mondo. Citiamo solo alcuni dei suoi più celebri romanzi, che diventano sempre dei best seller diffusi e venduti in tutto il mondo: Paula, La casa degli spiriti, Violeta, Il vento conosce il mio nome, La città delle bestie, Eva Luna, La figlia della fortuna. Il mio nome è Emilia del Valle.

"Non esiste separazione definitiva fino a quando c'è il ricordo." Isabel Allende....Dalla casa degli Spiriti a Violeta, ...
02/08/2025

"Non esiste separazione definitiva fino a quando c'è il ricordo." Isabel Allende....
Dalla casa degli Spiriti a Violeta, a Il vento conosce il mio nome.. Isabel Allende festeggia 83 anni..

Forse l' amore é sempre un altro amore di Alfonso Gatto      " Forse l' amore é sempre un altro amore e l' odore al rico...
01/08/2025

Forse l' amore é sempre un altro amore di Alfonso Gatto
" Forse l' amore é sempre un altro amore e l' odore al ricordo un altro odore, di là dove nei muri a voce a voce s' accostano le case, dove al buio fresco dei baci la stradina è stretta."

Il grande poeta salernitano, le cui poesie sono raffigurate sui muri della città, in questa su splendida lirica, sembra voler comunicare che l'amore non è un concetto uniforme e statico, ma un'esperienza complicata e a tratti misteriosa, che è in continua trasformazione. Ogni amore, passato presente e futuro è collegato da una sorta di filo d’Arianna che intreccia emozioni e ricordi, e di sicuro anche rimpianti. Tutto custodito nello scrigno del nostro cuore.
Nacque a Salerno il 17 luglio del 1909. La sua infanzia e la sua adolescenza furono piuttosto travagliate, causa problemi economici. Nel 1926 si iscrisse all'Università degli Studi di Napoli Federico II, che ben presto abbandonò per difficoltà nel pagarsi gli studi. Si spostò successivamente a Milano, dove iniziò a farsi conoscere per il suo estro poetico, frequentando circoli letterari. La sua vita fu sempre difficoltosa, soprattutto per le difficoltà di trovare lavori stabili, che gli assicurassero una regolare serenità economica. Nel 1936 fu arrestato per antifascismo. Trascorse sei mesi in carcere. Negli anni milanesi iniziò a collaborare con numerosi periodici e riviste letterarie. Nel 1938 fondò insieme allo scrittore fiorentino Vasco Pratolini, la rivista Campo di Marte. Il sodalizio letterario con Pratolini, ebbe influenza significativa per Gatti, che iniziò a cimentarsi nella letteratura militante. La rivista Campo di Marte si collegava al cosiddetto ermetismo fiorentino. Nel 1941 fu insignito del titolo “per chiara fama”, di docente presso il Liceo artistico di Bologna. Nel 1944, iscrittosi al PCI, iniziò a collaborare a Rinascita e, dopo la liberazione di Milano, nell'aprile 1945, a L'Unità. Fu per anni inviato di punta dell’Unità, dove assunse un ruolo di primo grado nella letteratura militante comunista. La sua militanza si chiuse nel 1951, per dissidenza rispetto alle politiche del Partito comunista italiano. Morì nel 1976 a seguito delle gravi conseguenze riportate in un incidente stradale. La sua tomba si trova nel Cimitero monumentale di Salerno. Sulla lastra è inciso il commiato funebre dell’amico e poeta Eugenio Montale: “Ad Alfonso Gatto per cui vita e poesie furono un'unica testimonianza.” E’ considerato uno dei protagonisti dell’ermetismo italiano.

WILLIAM BLAKE...    “Per scorgere l'eternità in un granello di sabbiae il paradiso in un fiore di campotieni l'infinito ...
01/08/2025

WILLIAM BLAKE...
“Per scorgere l'eternità in un granello di sabbia
e il paradiso in un fiore di campo
tieni l'infinito nel palmo della mano
e l'eternità in un'ora.”
Questa perla di saggezza ammantata da un romanticismo tipico dell’opera del poeta inglese William Blake, invita tutti a trovare la grandezza, il divino e l'infinito nel piccolo e nell'ordinario, piuttosto che cercare significati profondi solo in luoghi o momenti straordinari. L’infinito va trovato nel presente. Si, perché se riflettiamo bene: il passato non c’è più, il futuro è sconosciuto, esiste solo l’oggi. Cogliere “l’oggi”, costituisce quasi una forma di difesa contro gli affanni della vita, e i fantasmi del passato. Perché l’eternità può essere vissuta anche in un’ora o in un attimo. Mentre l’infinito di può anche tenere nel palmo della mano. .
William Blake (Londra, 28 novembre 1757 – Londra, 12 agosto 1827) è stato un poeta, pittore e incisore britannico. Poeta, incisore, pittore. Si dedicò giovanissimo all'arte e alla letteratura, studiò incisione e frequentò per breve tempo la Royal Academy (1779). Spirito ribelle e visionario, considerò il mezzo verbale e quello visivo espressione unica del suo genio profetico. Foto:Web

Agosto di Federico García Lorca        Agosto.Controluce a un tramontodi pesca e zucchero.E il sole all’interno del vesp...
01/08/2025

Agosto di Federico García Lorca
Agosto.
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.
La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.
Agosto.
I bambini mangiano
pane scuro e saporita luna.

Una poesia davvero bellissima. Lorca esprime con i suoi versi dedicati al mese clou dell’estate, la sua idea della stagione estiva. Un tempo come sospeso, quasi sacro: improntato sulle sensazioni che si provano, nel tempo dedicato all’ozio e alle vacanze. Un tempo sospeso in cui anche la natura si allinea. Mentre i bambini fanno correre l’immaginazione e la fantasia. Ovviamente Lorca descrive il mese di agosto, visto dal punto di vista della civiltà contadina, che vive nei ritmi magici della natura e delle sue stagioni. Agosto è inserita nella raccolta di poesie Canciones (1921-1924) di Federico García Lorca pubblicata per la prima volta nel 1927. Il libro è stato scritto tra la Residencia de Estudiantes di Madrid e la sua casa di famiglia ad Asquerosa. I luoghi del cuore dello scrittore, fanno da scenario alle sue liriche. In un viaggio meraviglioso nella tradizione contadina sp****la. Foto:Web

Alba      Il mio cuore angustiatoavverte alle prime lucila pena del suo amoree il sogno di lontananza.La luce d’aurora r...
01/08/2025

Alba
Il mio cuore angustiato
avverte alle prime luci
la pena del suo amore
e il sogno di lontananza.
La luce d’aurora reca
una vena di rimpianti
e la tristezza senz’occhi
del midollo dell’anima.
Il sepolcro della notte
innalza il suo nero velo
a occultare nella luce
l’immensa cima stellata.
Che farò su questi campi
raccogliendo nidi e rami,
circondato dall’aurora
e piena di notte l’anima!
Che farò se gli occhi tuoi
hai morti alle chiare luci
e mai sentirà la mia carne
il calore dei tuoi sguardi!
Perché ti perdi per sempre
in quella limpida sera?
Oggi il mio petto è arido
come una stella spenta.

La poesia "Alba" di Federico García Lorca evidenzia, con versi sublimi tutto il dolore e la tristezza dell'amore non corrisposto, ingigantiti dal chiarore dell'alba che racchiude in sé rimpianti e un immenso senso di vuoto. Il grande poeta spagnolo pensa al suo futuro in un mondo illuminato, ma in cui il suo amore è andato via per sempre. In sintesi: La poesia "Alba" di García Lorca è un'intensa ed emozionante raffigurazione del dolore di un innamorato, che sa che il suo amore è definitivamente perduto. La lirica è resa ancora più bella, dalla contrapposizione che il poeta fa tra la luce e l’oscurità, che rappresentano la vita e la morte. Tra l’alba e il suo mondo interiore. Solo un grandissimo poeta come Lorca, poteva dipingere con mirabili parole il suo stato d’animo in maniera così diretto ed immediato. A tal punto da indurre il lettore ad immedesimarsi nel suo dolore per l'amore svanito.

Federico Garcia Lorca(Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936) è stato un poeta, drammaturgo e regista teatrale spagnolo, che raggiunse il riconoscimento internazionale come figura emblematica della generazione del '27, un gruppo principalmente di poeti che introdusse le avanguardie artistiche - come il simbolismo, il futurismo e il surrealismo - nella letteratura sp****la con risultati eccellenti. Sostenitore dichiarato delle forze repubblicane durante la guerra civile sp****la, fu catturato a Granada, dove si trovava ad alloggiare in casa di amici, e fucilato da uno squadrone delle forze nazionaliste. Il suo corpo fu poi gettato "in un burrone ad alcuni chilometri alla destra di Fuentegrande". I suoi resti non sono mai stati trovati. Lorca resta un grande poeta, che ci lascia incantevoli sonetti d’amore. Un poeta puro e trasparente, con un cuore che pulsava emozioni, rendendo la sua poesia e la sua vita grandiosa, eroica e piena di umanesimo. Foto:Alba Otranto.

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