L’Italia è storicamente un paese da sempre interessato alle migrazioni, un territorio di arrivo e di accoglienza dei migranti, che arrivano, transitano ed in alcuni casi rimangono per un tempo indefinito, a volte per sempre, nel nostro paese. La falegnameria sociale è finalizzata a mettere in rete e a sistema attività formative e professionali. Perché il sistema dell’accoglienza dei migranti e dei
richiedenti asilo non diventi “solo” una serie di attività separate, disconnesse, senza una reale prospettiva e che possa quindi essere da un lato un progetto di vita, e dall’altro vera e propria integrazione ed inclusione positiva nel tessuto sociale e professionale italiano. Mai come in questi ultimi anni, abbiamo affrontato un fenomeno così complesso, che deve essere “governato” anche a livello locale con intelligenza, competenza, sensibilità, legalità e anche, perché no, creatività ed innovazione. La falegnameria è una sfida ed una possibilità concreta per attivare strumenti e offrire occasioni di educazione formale ed informale, autoformazione, autoespressione, conoscenza, integrazione ed inclusione sociale. Un progetto che nasce per i migranti ma mira ad aprirsi anche a fasce della popolazione in questo momento più “vulnerabili”, inoccupati o disoccupati, a chi per ragioni economiche e sociali vive un momento difficile della propria vita o magari cerca un nuovo modo di viverla. Sono molte le piccole cooperative che stanno aprendo in diverse regioni e che vedono un ritorno al mestiere e alla professione dell’artigiano, grazie anche alla possibilità del commercio on-line, alla possibilità della promozione e distribuzione a livello locale e nazionale. Una scommessa che intende promuovere e realizzare nuovi percorsi di vita individuale, professionale e sociale, azioni necessarie per combattere diseguaglianze ed inequità sociali, per rimettere al centro la dignità dell’essere umano partendo proprio dal lavoro e dallo sviluppo delle competenze.