16/07/2025
La "bella battaglia" di Sandro Antoniazzi
Sandro Antoniazzi, storico sindacalista della Cisl e nostro autore con il volume "Combattere la bella battaglia pubblicato poche settimane fa, ci ha lasciato. Antoniazzi è stato segretario della Fim e della Cisl di Milano e della Cisl della Lombardia. È stato autore di diversi volumi. Nel suo ultimo libro, “Combattere la bella battaglia. Il sindacato come soggetto di trasformazione della società”, pubblicato da Edizioni Lavoro, ripercorre la sua lunga esperienza sindacale territoriale, di categoria ma sempre con uno sguardo attento al contesto internazionale.
Raffaele Morese che ha firmato la prefazione al suo libro lo ricorda così.
"Oggi, in punta di piedi, senza alcun preavviso Sandro Antoniazzi ha concluso la sua vita terrena. Aveva avuto tribolazioni di salute negli ultimi tempi, ma ne parlava sempre al passato. Non per saccenteria, ma perché aveva da fare. E tra le tante attività che continuava a seguire, con la stessa tenacia e umiltà di quand’era giovane, ha completato la scrittura di "Combattere la bella battaglia", un bel testo sul passato, presente e futuro del sindacalismo italiano, che Edizioni Lavoro ha avuto il privilegio di pubblicare. Come tanti altri della nostra generazione è stato un protagonista dell’affermazione del ruolo insostituibile del sindacato nel nostro Paese e ha condiviso la soddisfazione di aver affermato diritti inalienabili e condizioni di benessere per milioni di lavoratrici e lavoratori, a seguito di lotte intense e entusiasmanti. Però, a differenza di molti altri, ha dato alla partecipazione di questo processo un’impronta che pochi possono ostentare. Quella della radicalità della identità con la gente che rappresentava. Non si è staccato mai dalla sua terra, centro dell’industrialismo della fine del secolo scorso e quindi terreno di avanguardia nella costruzione di una coscienza civile e politica mai conosciuta prima di quel tempo.Ad essa ha aggiunto un tratto di modestia gentile e spesso piena di umorismo per cui riusciva a rendere ciò che sembrava contorto e difficile, faticoso e inarrivabile, sempre possibile, praticabile, alla portata di tutti, sempre che fossero di buona volontà. Lo aiutava una cultura profonda che non ha mai reso obsoleta; sia perché non ha smesso di mantenere contatti con il popolo, che è una delle più ricche fonti di sapere, sia perchè credo che in casa sua ci sia una biblioteca da invidia, non perché ci sono tanti libri semmai intonsi, ma perché letti e riletti. Tutto ciò gli ha assicurato un rispetto sociale e politico; anche dopo aver lasciato il sindacato è stato chiamato ad assolvere incarichi istituzionali e politici delicati e complessi. Li ha svolti con gli stessi valori con cui ha diretto il sindacato milanese e lombardo. Il suo spirito di servizio non è mai venuto meno, anche perché sosteneva il suo “fare” un solido credere cristiano, nient’affatto bigotto e settario. La CISL deve essere molto orgogliosa di aver avuto un dirigente come Sandro. Ha formato schiere di attivisti, ha compartecipato alle vicende più importanti della vita sindacale della seconda metà del novecento, ha messo a disposizione dell’organizzazione la sua capacità persuasiva e creativa. Sono convinto che la memoria del suo contributo, come di tutto ciò che appartiene al passato della CISL e del sindacalismo italiano, debbano essere coltivati sempre, per trarre energia e speranza per il futuro della dignità dei lavoratori".
Da leggere anche la recensione di Francesco Lauria su Il diario del lavoro:
https://www.ildiariodellavoro.it/chi-e-il-mio-prossimo-gli-occhi-e-lo-sguardo-di-sandro-antoniazzi/