17/12/2025
[✏️Angelo Franchitto] Manzoni, nei «Promessi sposi» racconta la Milano del Seicento colpita dalla peste. Noi stessi, durante la pandemia di Covid-19, abbiamo provato la paura, alimentata da una politica in cerca di consensi, che spesso prende il sopravvento sulla ragione e sulle responsabilità.
Così, il “senso comune” soffia sul fuoco del disagio, creando divisioni e disorientamento. Tutto ciò si manifesta nelle angosce di coloro che lavorano, nella solitudine degli anziani e nello smarrimento dei giovani, e strumentalizza le sofferenze di questi.
Chi, come gli operatori sanitari, agisce per il bene, fronteggia tanto l’emergenza quanto anche la rabbia di chi grida alla "dittatura sanitaria" o al complotto. La disinformazione si diffonde e avvelena la fiducia. Si creano (senza affatto tenere conto della scienza) nemici immaginari per semplificare la complessità della realtà a proprio vantaggio.
Di fronte a tutto ciò, il buon senso rischia di restare nell'ombra. Esso viene schiacciato dal frastuono della faziosità e dall'indifferenza. Per affermarsi, è costretto ad una lotta continua di responsabilità contro disimpegno, ragionevolezza contro rancore, competenza contro incapacità.
Non si tratta di un compito facile, ma credere nel buon senso senza tirarsi indietro è l'unica strada per contrastare il dilagare della paura e del sospetto.
Avete mai riflettuto sulla tirannia di certo senso comune ai danni del ragionevole buon senso? Avete qualche esempio generale o esperienze personali?
P.S. La prima parte della citazione dal capitolo ###II de «I promessi sposi» è: «Il buon senso v’era». Ci siamo permessi di cambiarla in «Il buon senso c’era» per renderla più chiara.