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Una mezza verità che non risponde alle domande dei genitori.Simona non aveva patologie nascosto. Nessun infarto. La raga...
07/08/2025

Una mezza verità che non risponde alle domande dei genitori.
Simona non aveva patologie nascosto. Nessun infarto.

La ragazza sarebbe morta per annegamento. La giovane di Capaci trovata senza vita sabato nella piscina di una villa a Bagheria, dove si trovava per partecipare a una festa di laurea stava bene, almeno fino a poco prima della tragedia. I primi risultati dell’autopsia sembrano escludere la presenza di patologie congenite o eventi cardiaci improvvisi. Nei polmoni di ​Simona Cinà sarebbe stata riscontrata la presenza di acqua, un chiaro indizio compatibile con la morte per annegamento.

Nonostante l’esame autoptico abbia fornito alcune prime risposte, restano ancora diversi interrogativi sul decesso della 26enne. Gli inquirenti non hanno ancora chiarito l’orario esatto della morte, né le dinamiche che hanno portato la ragazza a finire sott’acqua.

Simona potrebbe aver avuto un malore - di origine naturale o provocato dall’assunzione involontaria di sostanze - prima di annegare. Saranno gli esami tossicologici, già disposti dagli inquirenti, a stabilire se la giovane avesse assunto alcol o droghe.

Tra gli elementi emersi dalle indagini, i Carabinieri hanno rilevato la presenza di alcolici all’interno della villa di Bagheria dove si è svolta la festa di laurea. Nella casa sono state rinvenute venticinque bottiglie vuote di gin, quattro di Aperol Spritz, nove di spumante, insieme ad altre bottiglie ancora sigillate. Tutte le confezioni erano state accatastate in due sacchi di plastica. I sequestri sono stati effettuati soltanto il 4 agosto, due giorni dopo il decesso, su richiesta anche dell’avvocato della famiglia. In quelle 48 ore la villa sarebbe rimasta priva di sorveglianza e non sottoposta a sequestro preventivo. I familiari della giovane non aver visto tracce evidenti di alcol al loro arrivo, la mattina del 2 agosto. Qualcuno si era preoccupato di non lasciare gli alcolici in evidenza.

Genny era uno che si faceva voler bene.Non ha avuto il tempo di fare quello che avrebbe voluto. Due settimane di vita sp...
06/08/2025

Genny era uno che si faceva voler bene.
Non ha avuto il tempo di fare quello che avrebbe voluto. Due settimane di vita sperando di vivere ancora. E invece no. In due settimane se n'è andato.
Genny, pizzaiolo di appena 22 anni è venuto a mancare dopo un periodo di ricovero all’Ospedale del Mare. La notizia ha attraversato in poche ore le strade di Piazza San Gaetano, dei Decumani e del quartiere San Lorenzo, dove viveva e lavorava.

Gino Sorbillo, maestro pizzaiolo aveva avuto Genny tra i suoi. Era conosciuto per la sua umiltà e l’entusiasmo con cui affrontava la vita e il lavoro. Un giovane con le “mani d’oro”,
«Era un ragazzo del centro storico, molto volenteroso - ha detto Sorbillo – sognava di diventare un pizzaiolo. Ma già lo era. Ha lavorato con me sia a Napoli che a Roma. Un mese e mezzo fa era stato anche in America per un’esperienza di lavoro. Poi ha scoperto un brutto male ed è tornato a Napoli per le cure. Nonostante la sua grande battaglia, purtroppo non ce l’ha fatta. Era all’inizio della sua carriera, aveva solo 22 anni. Era un figlio del quartiere, che ora è affranto dal dolore».

Un caro amico lo ricorda con rimpianto: «E' inaccettabile che un ragazzo di 25 anni nel 2025 muoia così nel giro di 2 settimane. Sono sicuro che potevano fare di più». Nel suo ricordo le pizzerie che lo hanno visto crescere hanno abbassato simbolicamente le serrande.

Non è una buona notizia per la mamma di Sara, perché niente potrà restituirle la figlia. Si è tolto la vita in carcere S...
06/08/2025

Non è una buona notizia per la mamma di Sara, perché niente potrà restituirle la figlia.
Si è tolto la vita in carcere Stefano Argentino, l'assassino di Sara Campanella. Detenuto nel carcere di Messina dopo l'omicidio della studentessa il 31 marzo.

Il ventisettenne si sarebbe impiccato. A trovarlo senza vita sarebbero stati agenti della polizia penitenziaria. Sull'accaduto ha aperto un'inchiesta la Procura di Messina. Non era più in regime di alta sorveglianza ma in una cella con altri due detenuti. Era anche tornato a mangiare, dopo un periodo in cui aveva rifiutato il cibo. Argentino aveva già manifestato l'intenzione di togliersi la vita, ma dopo un periodo di sorveglianza era tornato alla vita in comune nel carcere di Gazzi.

Per il femminicidio di Sara Campanella, uccisa a coltellate in strada a Messina il 10 settembre si sarebbe dovuta tenere la prima udienza del processo.

Le indagini dei carabinieri hanno accertato che Sara Campanella quel giorno si era accorta di esser seguita da lui e aveva inviato un messaggio alle amiche con la scritta «il malato mi segue». Per documentare le molestie quel giorno la studentessa aveva attivato la registrazione audio sul suo cellulare. «Non voglio nulla con te - aveva detto Sara - spero ora, dopo un anno, di essere stata chiara. L'ultima volta ti ho detto di lasciarmi in pace, cosa hai capito di questa cosa? Tu te ne torni a casa tua, io continuo per la mia strada, o mi devi seguire fino… Mi stai seguendo».

L'audio documenta tutte le fasi dell'attacco mortale. Le indagini dei carabinieri avevano dimostrato la premeditazione. Argentino avrebbe acquistato su Amazon un coltello, la cui scatola è stata successivamente recuperata nell'abitazione che occupava durante il periodo di studio a Messina. L'arma, mai ritrovata, sarebbe perfettamente compatibile, secondo gli inquirenti, con le ferite mortali inferte a Sara.

«È l'epilogo terribile di una storia terribile. Ha deciso lui le sorti di due famiglie. Per noi è un colpo molto doloroso. Non possiamo che essere addolorati in questo momento. Non ci sono parole per descrive i sentimenti che stanno provando i familiari di Sara». Così ha commentato l'avvocata Concetta La Torre che assiste la mamma di Sara Campanella.

06/08/2025

Lo so bene che a quest’ora saranno pochissimi quelli che risponderanno al mio commento delle 5:35 🫩

Caterina, madre di Giulia non riesce a darsi pace: «No, non voglio andare dove è morta mia figlia, la voglio ricordare c...
05/08/2025

Caterina, madre di Giulia non riesce a darsi pace: «No, non voglio andare dove è morta mia figlia, la voglio ricordare com’era».

E' stato un tir, a provocare il disastro sulla sull'A1, in Valdarno - tra Arezzo e Firenze - secondo i testimoni il mezzo è piombato sulle auto in coda per il traffico intenso ed è andato a schiantarsi contro il new jersey. Ha travolto un altro mezzo pesante e un'auto che trainava una roulotte. Coinvolto anche un pullman turistico che sarebbe stato appena urtato. Sull'ammasso di lamiere è piombata un'ambulanza della Misericordia del Valdarno, che stava trasportando un paziente di 75 anni. Le peggiori conseguenze le avrebbe riportate appunto il mezzo di soccorso: sono morti i due operatori sanitari e il paziente, in codice rosso a Careggi un'altra persona coinvolta su un altro mezzo. Uno degli operatori morti si chiamava Gianni Trappolini, l'altra è Giulia Santoni di soli 23 anni. La moglie di Gianni, Laura, con cui aveva avuto una figlia, Elena, è distrutta: «Non so come farò a sopravvivere a questo dolore». Viaggiavano sul retro dell'ambulanza insieme al paziente, morto anche lui, Franco Lovari. Giulia. laureanda in scienze infermieristiche all’Università di Firenze, aveva cominciato giovanissima da volontaria, ruolo che svolgeva d’estate anche all’isola d’Elba. Si era presentata l’occasione del servizio civile, con una posizione un po’ più stabile all’interno della Misericordia terra. «Non diceva mai di no, sia che ci fosse da correre in ambulanza, sia che dovesse svolgere il lavoro d’ufficio» dicono di lei,

Devono essere stati momenti terribili perchè aveva compreso di essere ad un passo dal morire.  Fabio Tanda, se n'è andat...
05/08/2025

Devono essere stati momenti terribili perchè aveva compreso di essere ad un passo dal morire. Fabio Tanda, se n'è andato mentre si trovava in campagna nel Sassarese. Tutti sapevano della sua allergia al veleno degli insetti. Fabio nel tardo pomeriggio si trovava nella zona rurale di Isprandia, vicino Usini. Lì è stato punto da una vespa. Consapevole della sua grave allergia, ha cercato immediatamente di mettersi in salvo, dirigendosi verso le case più vicine per chiedere soccorso. Purtroppo è riuscito solo a fare pochi passi prima di accasciarsi a terra. Tanda era noto tra amici e familiari per portare sempre con sé l'adrenalina autoiniettabile, il farmaco salvavita in caso di shock anafilattico. Quel giorno la reazione del suo corpo è stata troppo rapida: non ha avuto il tempo di somministrarsela. I Carabinieri della Stazione locale hanno potuto solo constatare il decesso. Fabio Tanda era uno skipper professionista molto conosciuto nella zona. Amava il mare e la natura, e spesso trascorreva il tempo libero in campagna. Nonostante la sua allergia alle punture d'insetto, conduceva una vita attiva, sempre attento alle precauzioni. Lavorava con passione e molti lo ricordano come una persona riservata, gentile e competente. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo nella comunità locale.

La mamma lo attendeva casa.Aveva solo 23 anni Marco Della Pietra, giovane di Tarvisio, in provincia di Udine, La mattina...
04/08/2025

La mamma lo attendeva casa.
Aveva solo 23 anni Marco Della Pietra, giovane di Tarvisio, in provincia di Udine, La mattina del 3 agosto, all'alba i familiari si sono accorti che il ragazzo non era rientrato. Marco era sul monte «dei tre confini», il Monte Goriane, per aiutare nella preparazione della Festa dell' Amicizia e si era avviato a sera inoltrata da solo lungo un percorso che conosceva molto bene. Deve essere scivolato sul fondo bagnato dopo le piogge, fino a precipitare in un canalone.

Il corpo è stato individuato nella tarda mattinata dalle squadre dei soccorritori. Il canalone si trova a circa metà del percorso che conduce al monte, non molto lontano dal tracciato della pista forestale principale. È scesa un'equipe tecnico sanitaria che ha solo constatato il decesso. Il corpo è stato recuperato dalle squadre di terra.

L'ambulanza non esiste più. Erano insieme. nello stesso mezzo, nel nome dell'aiuto reciproco e della solidarietà.E' di t...
04/08/2025

L'ambulanza non esiste più.
Erano insieme. nello stesso mezzo, nel nome dell'aiuto reciproco e della solidarietà.

E' di tre morti e 14 feriti il bilancio dell’incidente avvenuto questa mattina sull’Autostrada del Sole tra Arezzo e Valdarno, causato dallo schianto di un camion su alcuni mezzi incolonnati. La vittime sono tutte passeggeri dell’ambulanza, distrutta al momento dell’impatto.

Nell’incidente sono morti Gianni Trappolini, 56 anni, storico volontario e dipendente della Misericordia di Terranuova Bracciolini, Giulia Santoni, 23 anni, giovane volontaria, e una paziente di 70 anni. Tutti si trovavano nel vano sanitario dell’ambulanza. In condizioni critiche l’autista del mezzo.

È tutta una farsa contro la fede e la chiesa
04/08/2025

È tutta una farsa contro la fede e la chiesa

Sulla Sindone nelle scorse ore è stato pubblicato sulla rivista Archaeometry uno studio controverso. I dettagli.

Durante quella corrida, Álvaro Múnera avrebbe voluto fare ciò che il suo cuore già urlava: fermarsi e cambiare il tragic...
03/08/2025

Durante quella corrida, Álvaro Múnera avrebbe voluto fare ciò che il suo cuore già urlava: fermarsi e cambiare il tragico passato di cui poi è stato vittima e carnefice. 😢
Immaginate la scena: il pubblico trattiene il fiato… lui abbassa la spada ⚔️, si allontana dal toro e si siede sul bordo dell’arena. Silenzio. Solo due sguardi: quello del torero e quello del toro.
"Non vedevo più il pericolo, solo i suoi occhi pieni di innocenza. Non era una lotta… era crudeltà." 💔
Nella realtà, un grave incidente lo rese tetraplegico. Ma da lì iniziò la sua vera battaglia: difendere gli animali. ❤️
A volte basta uno sguardo per cambiare tutto. 🌟

L’ultimo post di Simona - la ragazza trovata morta nella piscina a Bagheria nel Palermitano - è di sabato notte. È a un ...
03/08/2025

L’ultimo post di Simona - la ragazza trovata morta nella piscina a Bagheria nel Palermitano - è di sabato notte. È a un distributore di benzina con due amici. “Sono già ubriaco”, dice uno dei due nel video pubblicato su Instagram. Una sorta presentazione della serata che la comitiva si prepara a vivere. Due ragazzi hanno organizzato la loro festa di laurea in una villetta prrivata. Nei giorni precedenti avevano inviato su whatsapp decine di inviti annunciando una serata alcolica. «Vi terremo idratati» avevano scritto prima di una serie di emoji con bicchieri e bottiglie.

In 50 minuti si è consumata la tragedia di Simona Cinà, 20enne pallavolista di Capaci con la passione per il mare, morta sabato notte.

Nel giardino della villa un’ottantina di ragazzi ballano, bevono e chiacchierano per tutta la sera. Simona è tra loro. Sta bene, è serena. All’una manda un messaggio alla madre dicendole che sta per fare il bagno in piscina e per un po’ non avrà con sé il cellulare. Alle 3.20 la sua migliore amica va via e lascia la ragazza insieme ad altri del gruppo. Alle 4.10 qualcuno chiama il numero unico di emergenza e chiede aiuto. Dopo 3 minuti arriva la segnalazione al 118, che alle 4.23 è nella villa.

Simona è stata tirata fuori dall’acqua e qualcuno ha provato a rianimarla - il medico legale nota dei segni rossi sul suo petto. Per lei non c’è più nulla da fare.

Alle 4.50 la madre, preoccupata perché non è ancora tornata a casa, la chiama al cellulare. Le risponde un giovane: «Venga, Simona sta male». Con il marito la sorella gemella della vittima e il fratello maggiore, corrono a Bagheria. In attesa di essere sentiti dai carabinieri una ventina di ragazzi assonnati e sotto choc, alcuni ancora in costume da bagno, assistono alle scene di disperazione dei genitori. Più o meno danno tutti la stessa versione.

«Non ci siamo resi conto di quello che era successo. L’abbiamo vista in piscina morta dopo un po’». Un racconto che non convince il legale della famiglia. «Come è possibile che decine di persone che erano in uno spazio di meno di 100 metri quadri, abbiano impiegato minuti a vedere un ca****re in una piscina poco più grande di una vasca? E perché, come raccontano alcuni, Simona era a faccia in su? Se fosse caduta in acqua dopo essere stata male non avrebbe assunto quella posizione». La pallavolista potrebbe aver avuto un malore una volta entrata in acqua ed essere morta poco dopo ma «Simona era in ottima salute - dice il legale - faceva una vita molto sana ed evitava di bere essendo una sportiva. E comunque resta inspiegabile che nessuno si sia accorto di nulla per minuti».

Come strana è la scena che si è presentata agli investigatori. Il giardino e la piscina in cui decine di ragazzi avevano festeggiato, ballato e bevuto erano pulitissimi. «Qualcuno aveva sistemato tutto e perfino raccolto le bottiglie d’ acqua in delle buste di plastica. Mentre degli alcolici non c’era traccia». Ma gli organizzatori, nell’invito al party, avevano detto agli amici a portare il costume prevedendo che «qualcuno troppo ubriaco» sarebbe potuto cadere in piscina.

A complicare il quadro delle tracce di sangue ritrovate dai Carabinieri. Un ragazzo ha raccontato che, sconvolto dalla vicenda, ha dato un calcio a una sedia e si è tagliato. Il giovane è stato sottoposto all’esame del Dna per accertare se il sangue sia davvero suo.

Non sono solo gli 80enni a finire contromano in autostrada.L'ex promessa del tennis Tobias Tappeiner quando causò l'inci...
03/08/2025

Non sono solo gli 80enni a finire contromano in autostrada.

L'ex promessa del tennis Tobias Tappeiner quando causò l'incidente stradale, nel quale p***e la vita, imboccando contromano l'autostrada A22 del Brennero nei pressi di Bolzano, aveva un tasso alcolemico più del triplo rispetto al limite consentito.

Tappeiner aveva 24 anni quando, dopo le 5 del mattino del 15 giugno scorso prese la carreggiata sud dell'autostrada percorrendola contromano. L'incidente fu spaventoso Tobias, ubriaco fradicio, si schiantò frontalmente contro l'auto di una famiglia altoatesina di Varna, ferendo gravemente padre, madre e tre ragazzi di 8, 11 e 14 anni. Tobias, dopo aver preso l'autostrada A22 al casello di Bolzano Sud, non molto distante dalla sua abitazione di San Paolo di Appiano, avrebbe imboccato la rampa in direzione Sud. A quel punto invertì il senso di marcia, come mostrano le telecamere di videosorveglianza dell'autostrada, scontrandosi con l'auto della famiglia altoatesina

La Procura di Bolzano ha comunicato che, «in relazione al grave incidente sulla A22, è pervenuto l'esito delle analisi dei liquidi biologici di Tobias Tappeiner e dall'analisi è emerso che lo stesso aveva un tasso di alcolemia pari ad 1,69 g/L» precisando che «l'analisi sulla presenza di altre sostanze ha dato esito negativo».

La Procura ha fatto sapere che «è stata formulata una richiesta di archiviazione per estinzione del reato a seguito di morte.

Tobias agli esordi era stato un avversario di Jannik Sinner. Quando ancora erano due ragazzini di belle speranze, i due si erano affrontati più volte nei tornei giovanili. In particolare in un'occasione a Bressanone, Tappeiner aveva battuto il piccolo Sinner con il punteggio 7-6 6-3. Qualche anno fa si sono rivisti, Intanto quel ragazzino di un anno più piccolo era diventato il più forte al mondo, mentre Tobias era rimasto a Bolzano, giocando nei tornei locali, partecipando al campionato di Serie B1 con il Tennis Club Bolzano. Aveva intrapreso anche la carriera di insegnante, nella scuola di tennis del padre Martin ed era diventato istruttore di primo grado.

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