Patria Indipendente

Patria Indipendente Periodico di attualità e cultura antifascista e democratica. Testata giornalistica dell'Anpi Nazionale

🇵🇸 PALESTINA LIBERA!Le cronache di oggi vi stanno raccontando di stazioni ferroviarie nel caos, di tangenziali sbarrate ...
22/09/2025

🇵🇸 PALESTINA LIBERA!

Le cronache di oggi vi stanno raccontando di stazioni ferroviarie nel caos, di tangenziali sbarrate al traffico, di porti bloccati. E di cariche della polizia, che in tenuta antisommossa ci è andata giù di manganelli e non ha esitato a usare anche gli idranti. Tutto vero.

Ma noi abbiamo le immagini di chi nulla ha a che fare con la violenza ed è sceso in piazza anche con i bambini. Studenti, insegnanti, operai, persone affacciate alle finestre di casa con la bandiera del martoriato popolo palestinese. Un fiume di gente in oltre 80 manifestazioni per Gaza che hanno coinvolto capoluoghi di tutta Italia. Mai così tanti. C’è chi è tornato a scioperare e a sfilare, oggi 22 settembre, dopo essere sceso in piazza sabato scorso.

Per fermare il massacro, riconoscere lo Stato di Palestina, sostenere la Global Sumud Flotilla, come a Torino hanno fatto i canoisti dei circoli con una sfilata di barche sul Po. Perché se Gaza muore, moriamo anche noi. Perché è la fine di qualsiasi umanità e si sta facendo straccio di ogni diritto internazionale. E allora, forse, è proprio giunto il momento dell’”Umanità al potere”. Perché la nostra Patria è anche a Gaza.

🌹Strage nazifascista di Calvi dell’Umbria, parla il legale dei familiari di una delle vittime: “Ecco perché saranno risa...
22/09/2025

🌹Strage nazifascista di Calvi dell’Umbria, parla il legale dei familiari di una delle vittime: “Ecco perché saranno risarciti”. Dopo 81 anni

Benedetta Buccellato* 🎤🖋 Il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta di indennizzo avanzata dagli eredi di uno dei sedici fucilati il 13 aprile 1944 nella piazza del paese dalla SS Polizei. Erano stati arrestati su delazione fascista e violentemente interrogati prima dell’esecuzione. Il più giovane aveva 16 anni. Il fascicolo dell’eccidio era tra i 695 nascosti nell’Armadio della Vergona. L’avvocato Emidio Gubbiotti, che ha tutelato i parenti di uno dei caduti, ci spiega il significato e le conseguenze del pronunciamento dei giudici. Il governo Draghi aveva costituto un fondo apposito, finanziato fino al 2026, che farà Meloni?

Si è da poco conclusa presso il Tribunale di Roma la causa per la richiesta di risarcimento allo Stato italiano da parte degli eredi di una delle vittime dell’eccidio di Calvi dell’Umbria. Nella piazza del paese, il 13 aprile del 1944, i nazisti, su delazione fascista, fucilarono 16 uomini, il più giovane aveva 16 anni. In quanto presidente della sezione Anpi “Marisa Musu” di Calvi dell’Umbria, ho avuto modo di intervistare l’avvocato Emidio Gubbiotti, legale degli eredi di una delle vittime dell’eccidio nazi-fascista, sul significato della sentenza e sulle sue conseguenze.

🎙Avvocato Gubbiotti, quale è stata la sentenza?
🔹La sentenza di primo grado ha accolto la richiesta di risarcimento, confermando che i fatti posti a fondamento della domanda erano corrispondenti ai parametri selettivi posti dal decreto legge 36/2022.

🎙È stato possibile, dopo 81 anni, procedere per i crimini nazisti?
🔹Si, perché negli anni ‘60 venne siglato un accordo in questo senso tra Italia e Germania. Poi il governo Draghi ha provveduto, appunto nel 2022, alla Istituzione del Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945 e a stanziare una somma iniziale di 20 milioni di euro come base di accantonamento. E somme inferiori fino al 2026. Non sappiamo quali siano le intenzioni del governo Meloni, evidentemente poco sensibile alla materia. (...)
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https://www.patriaindipendente.it/servizi/strage-nazifascista-di-calvi-dellumbria-parla-il-legale-dei-familiari-di-una-delle-vittime-ecco-perche-saranno-risarciti-dopo-81-anni/

*Benedetta Buccellato, presidente della sezione Anpi “Marisa Musu” di Calvi dell’Umbria, attrice

Emidio Gubbiotti

🇵🇸 Da Torino, Asti, Milano, Bologna passando per Genova, Firenze, Ancona e Roma e Brindisi fino a Catania, e in tantissi...
20/09/2025

🇵🇸 Da Torino, Asti, Milano, Bologna passando per Genova, Firenze, Ancona e Roma e Brindisi fino a Catania, e in tantissime altre città italiane, decine e decine ieri le piazze per il popolo di Palestina promosse dalla Cgil, a cui ha partecipato anche Anpi. "L'associazione dei partigiani è e sarà presente a tutte le iniziative, scioperi e manifestazioni per Gaza", aveva annunciato il presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo.

E ieri a Roma il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma, in partenza per Bologna dove era atteso per la mobilitazione, è stato fermato e identificato dalla polizia: indossava la maglietta disegnata da ZeroCalcare.

Anpi ancora una volta torna a chiedere: cessate il fuoco immediato; corridoi umanitari e aiuti alla popolazione civile; embargo sui prodotti dei territori occupati; stop al commercio di armi; sospensione dell’accordo UE-Israele del 2000; cessazione del memorandum militare Italia-Israele; riconoscimento pieno dello Stato di Palestina; sostegno alla Global Sumud Flotilla

📚🌹 I Convitti della Rinascita, alle radici partigiane della scuola. Anticipando la CostituzioneDario Missaglia 🖋 “Per un...
19/09/2025

📚🌹 I Convitti della Rinascita, alle radici partigiane della scuola. Anticipando la Costituzione

Dario Missaglia 🖋 “Per una pedagogia della Resistenza. L’esperienza dei Convitti della Rinascita”, a cura di Antonio Bettoni e Dario Missaglia, Edizioni Conoscenza, 2025, pp 320, € 20. Un libro che mancava, il racconto di una storia bellissima, e da oggi tutta da riscoprire, che si svolge tra le ferite, materiali e psicologiche, della fine della guerra e le speranze di un Paese che vuole tornare a vivere. Realizzati con grandi sacrifici, furono 11 gli istituti attivi dal 1945 in altrettante città del centronord, coinvolgendo circa 5.000 giovani e adulti che avevano combattuto la lotta di Liberazione, subito traumi indelebili, e cercavano un futuro. Una vicenda che dovrà presto fare i conti con il mutare del contesto politico internazionale e italiano: tacciati dalla Dc come “scuole dei rossi” non sono invece visti di buon occhio da un Pci che deve gestire insieme disciplina interna e iniziativa politica. La prima presentazione pubblica del volume sarà a Torino il 7 ottobre, quando sarà inaugurata anche una mostra visitabile gratuitamente. Intanto, per gentile concessione dell’editore e degli autori, pubblichiamo l’estratto di uno dei capitoli

(...) Un Paese distrutto, povero, con la rete delle infrastrutture colpita duramente dalla rappresaglia nazista e dagli imponenti bombardamenti degli Alleati. Un Paese però finalmente libero e liberato, nelle aree strategiche del nord, dalla Resistenza armata dei partigiani che, senza attendere l’arrivo degli Alleati, sconfiggono i tedeschi costringendoli ad arrendersi o a fuggire. Una nuova classe dirigente, soprattutto al Nord, che preme ora per ricostruire il Paese, per nuove istituzioni democratiche, libero dalla ingombrante ipoteca di una monarchia impresentabile per l’appuntamento con il futuro dell’Italia.
La nuova classe dirigente teme molto le conseguenze che un Paese sconfitto e colpevole di violenze, complice del nazismo, corresponsabile di orribili delitti e di aver abolito tutte le libertà, dovrà pagare di fronte ai vincitori.

E invece accade l’impensabile. (...) Saranno ben 13 i miliardi di dollari che gli Usa metteranno a disposizione ai Paesi dell’Europa occidentale. Per l’Italia si tratta di una opportunità impensabile perché quei dollari rappresentano l’unica moneta con cui acquistare sul mercato internazionale i materiali e le tecnologia per far ripartire il Paese. L’effetto politico fu immediato: la Dc che aveva portato in Italia l’assegno del Congresso americano vince le elezioni, confinando il fronte socialcomunista alla soglia del 31% dei voti. (...)

Per l’Italia il piano americano è molto più complesso di una operazione economica. L’Italia deve costituire il laboratorio privilegiato per contrastare con ogni mezzo l’avanzare del comunismo in occidente e gli Usa sono l’unica nazione vincitrice in grado di farlo. (...) Un destino politico che peserà a lungo nella storia repubblicana d’Italia, condannandola a una inferiorità economica, scientifica e culturale, funzionale a relegare all’opposizione e al di fuori dell’area di governo, il forte e radicato Partito Comunista Italiano. Nello stesso tempo, quella politica confinerà l’Italia in un rapporto di stretta dipendenza dagli Usa. (...)

Il Pci degli anni 50-60 è dunque un partito molto rigido al proprio interno: la durezza dello scontro non consente incrinature di sorta ma questo ha inevitabili conseguenze sulla vita interna. Ed è qui che le storie si congiungono.

È a questo punto che l’offensiva della Dc del tempo, con la progressiva riduzione e taglio dei finanziamenti avvenuti dopo il 1948, si salda con la situazione delicata di un partito che deve gestire insieme la disciplina interna e l’iniziativa politica. Sull’esperienza dei Convitti cala il silenzio. Verrà interrotto molti anni dopo da una decisione giusta e importante dell’Anpi che nel 1978 si fa promotrice di una mostra nazionale sull’esperienza dei Convitti e del significato profondo che ci consegnano. Una iniziativa lodevole che resta tuttavia circoscritta senza riuscire ad andare oltre un ambito limitato.

E per questo, ne siamo convinti, è tempo di restituire all’esperienza dei Convitti e a chi vi ha lavorato con passione e generosità, il posto che merita nella storia della scuola italiana.

I conflitti interni al Pci, come la politica repressiva della Dc degli anni 50, non possono offuscare una preziosa esperienza educativa che ci consente oggi di riconoscere in quelle esperienze alcuni caratteri, alcune radici, della scuola della Costituzione che oggi siamo chiamati nuovamente a sostenere, praticare, difendere e soprattutto rilanciare con molta forza. (...)
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https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/i-convitti-della-rinascita-alle-radici-partigiane-della-scuola-anticipando-la-costituzione/

✍ Dario Missaglia, esperto dei problemi della scuola e della formazione. Autore di numerosi saggi e articoli, ha ricoperto responsabilità nazionali nella Cgil scuola e nella Cgil dagli inizi degli anni 80. Giudice onorario al Tribunale per i Minorenni di Roma, ha fatto parte di numerose commissioni di studio e ricerca, del CNPI. Dal 2019 al 2023 è stato presidente dell’associazione Proteo Fare Sapere con la quale continua a collaborare all’interno del Comitato tecnico scientifico

Conoscenza ANPI Provinciale di Torino Consiglio regionale del Piemonte Arci nazionale FLC CGIL Piemonte

🎶🌹 Addio a Fausto Amodei, fondatore dei “Cantacronache”,  autore di pietre miliari nella storia della canzone popolare e...
18/09/2025

🎶🌹 Addio a Fausto Amodei, fondatore dei “Cantacronache”, autore di pietre miliari nella storia della canzone popolare e di protesta politica quali, tra le tante, “Per i morti di Reggio Emilia”, scritta nel 1960 dopo i moti contro il governo Tambroni, divenuta talmente famosa da far pensare a un testo anonimo nato dal popolo, e nel 1973 di uno dei più bei brani dedicati a Salvador Allende.

Amodei se ne è andato nella sua Torino, aveva 91 anni. Era stato generoso con Patria che grazie a Chiara Ferrari, in occasione dell'80° del 25 aprile, lo aveva intervistato. Condividiamo con i lettori una delle e-mail che le aveva inviato dopo aver letto perché documentano un'umiltà che appartiene solo alle grandissime personalità: "Mi sono sentito un bel po' sopravvalutato, anche se molto lusingato dai giudizi espressi nei riguardi della mia produzione musicale, soprattutto in quanto ritenuta organica ad una cultura resistenziale ed antifascista. Per questo ti ringrazio, e riterrò questa mia biografia un degno sostituto del diario che mi sono sempre ripromesso di tenere e che non ho mai tenuto".

Ed ecco il pezzo di Chiara, per ripercorrere con i lettori di Patria la biografia di un artista che resterà per sempre nella memoria e, cantando insieme le sue parole e note, stringerci in un profondo cordoglio alla famiglia, agli amici e compagni e a chi gli ha voluto bene.
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Chiara Ferrari

🇵🇸 È GENOCIDIOPer l’ONU a Gaza è in corso un genocidio. Lo documenta il rapporto di un’inchiesta delle Nazioni Unite: Is...
17/09/2025

🇵🇸 È GENOCIDIO
Per l’ONU a Gaza è in corso un genocidio. Lo documenta il rapporto di un’inchiesta delle Nazioni Unite: Israele ha commesso e continua a commettere un genocidio contro i palestinesi di Gaza. In 72 pagine di relazione, la Commissione guidata da Navi Pillay scrive tra l’altro: Israele ha “commesso atti di genocidio” nell'enclave palestinese dal 7 ottobre 2023, quando Hamas ha compiuto attacchi mortali contro Israele e Israele ha lanciato la sua campagna militare. Questi atti includono l'uccisione di palestinesi a Gaza, causando loro “gravi danni fisici e mentali”, “infliggendo deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica in tutto o in parte” e “imponendo misure volte a impedire le nascite”.

🌹🟥 I nazifascisti, la Linea Gustav e la guerra visti con gli occhi di una bambinaMariangela Di Marco 🎤🖋  Anita Cianci, c...
16/09/2025

🌹🟥 I nazifascisti, la Linea Gustav e la guerra visti con gli occhi di una bambina

Mariangela Di Marco 🎤🖋 Anita Cianci, classe 1933, ci racconta con grande commozione i giorni tragici vissuti alle pendici del massiccio abruzzese, nel piccolo borgo di Montenerodomo (Chieti), oggi tra le città decorate al Valor Militare per la Resistenza. “Mio padre mi teneva per mano quando saltò su una mina e morì, i soldati tedeschi ci impedirono per settimane di dargli sepoltura. Guidati dai fascisti entravano nelle case con pistole alla mano, cercavano maiali e galline, costrigevano gli uomini ad andare con loro per costruire le postazioni militari”. Anita ha poi sposato il partigiano Lorenzo D’Orazio della Brigata Maiella, ed è stata per tanti anni maestra. Il suo messaggio ai giovani

(...) Vivevamo nel terrore che potessero arrivare, spesso aiutati dai fascisti che indicavano i posti e le case, giravano per le campagne alla ricerca di uomini e di cose da mangiare. La mattina tutti gli uomini andavano nel bosco per difendere persone e provviste, per quel poco che si era riusciti a metere in salvo, e nelle case rimanevano donne e bambini. Tra le famiglie della contrada c’era l’accordo di stendere delle lenzuola bianche in punti ben visibili per avvertire da lontano l’arrivo dei tedeschi. La sera gli uomini rientravano nella masseria, ma c’era sempre qualcuno di turno nel bosco. Ogni giorno arrivavano notizie di fucilazioni, rastrellamenti, razzie. In una masseria vicino alla nostra, una pattuglia tedesca catturò due giovani fratelli che sul sentiero per Palena, dove li stavano portando con la forza, cercarono di scappare. Riuscì a salvarsi solo uno, l’altro venne ucciso a colpi di mitra. In quel periodo sono morti 55 monteneresi inermi, di cui 47 per fucilazione. (...)

Mio padre Ottorino era il primo del gruppo e mi teneva per mano. A un certo punto, vicino al ponticello sotto la masseria di D’Ambrosio, mise il piede sopra una mina che esplose. Lo vidi cadere a terra. Io, che gli davo la mano, rimasi illesa. Mi si bruciò solo un lato del cappotto. Non ci fu il tempo di soccorrerlo né di vedere se c’erano altri feriti perché dal Calvario i tedeschi sparavano con la mitragliatrice. Un giovane che stava vicino a me e a mio padre mi prese in braccio e saltammo insieme il limite della terra, vicino al fosso. Continuammo fino a Roccascalegna, dopo una pausa per riprendere forze. Nei giorni successivi, mia madre provò più volte ad avvicinarsi al corpo di mio padre, senza mai poterlo raggiungere. I tedeschi sparavano a vista. Solo dopo molte settimane, quando i tedeschi cominciarono ad abbandonare le loro postazioni, fu possibile dare sepoltura a mio padre, che da allora riposa nel cimitero di Roccascalegna. (...)

Noi ci ricordiamo le case distrutte, diroccate, oggi non è visibile più nulla ed è per questo necessario raccontare queste cose ai giovani perché non hanno contezza di cosa è stata la Seconda guerra mondiale e capire che bisogna impegnarsi per non farlo succedere di nuovo. Anche perché chi ha visto e partecipato alla guerra poi è emigrato, principalmente in America o in Canada, perché qui c’era solo miseria. È quindi mancato questo passaggio di testimone. Mio marito intanto, anche lui maestro di scuola elementare, insegnava Bella Ciao a generazioni intere. È stato uno dei primi canti che i bambini hanno imparato. Per questo dico ai giovani, tocca a voi evitare le guerre e far star le persone meglio di ieri.
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Di Marco Chieti Brigata Maiella

🟥 “L'assassinio dell'esponente Maga non è certo antifascista, non scherziamo. Su questa tragedia la destra cerca in modo...
14/09/2025

🟥 “L'assassinio dell'esponente Maga non è certo antifascista, non scherziamo. Su questa tragedia la destra cerca in modo grottesco di screditare l’antifascismo: a maggior ragione va rilanciato qui e ora”.

Così il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, tra le altre riflessioni, all'incontro “80 anni dalla Liberazione, la Resistenza di ieri e di oggi” alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia.
“La passione per la democrazia declina quando al sistema politico non corrispondono più pieni diritti e benefici sociali, cioè quando la maggioranza del popolo vive peggio e nella società aumentano le diseguaglianze”.

“A questo declino può corrispondere una mutazione interna che porta a una deriva autoritaria. In questo momento l’Italia è un laboratorio di questa crisi, accompagnata da una fortissima caduta di valori. Prevalgono individualismo, competizione, nichilismo”.

“Qualcosa di analogo – ha proseguito il presidente dell’associazione dei partigiani – è accaduto nel primo Dopoguerra, che ha portato poi ai vari fascismi, e alla Seconda Guerra mondiale”.

Che fare? “Certo resistere, ma occorre un nuovo antifascismo per una nuova Unione Europea fondata sul Manifesto di Ventotene, un grande progetto di realizzazione della Costituzione (casa, sanità, scuola pubblica, nuovo sistema tributario)”. Puntare anche all’abolizione del Fiscal Compact, al ritorno dei partiti nei loro insediamenti sociali e al varo di una legge proporzionale con sbarramento, che impedisca l’elezione di maggioranze non pienamente rappresentative come quella attuale”.

Intervenendo sull'uccisione di Charles Kirk: “L'assassino dell'esponente Maga non è certo antifascista, non scherziamo. È americano, un Paese dove l’omicidio e l’omicidio politico sono sempre all’ordine del giorno. Su questa tragedia la destra cerca in modo grottesco di screditare l’antifascismo: a maggior ragione va rilanciato qui e ora”.

📷 Da sinistra: il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo; Gemma Bigi, co-direttrice Istoreco - Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporane; il deputato Pd Andrea De Maria

La Festa ANPI Provinciale Reggio Emilia - Ente Morale

🎵🎧🌹 Alfredo Bandelli, parole e musica del proletariatoChiara Ferrari  🖋 Operaio, figlio di partigiano, grande musicista ...
11/09/2025

🎵🎧🌹 Alfredo Bandelli, parole e musica del proletariato

Chiara Ferrari 🖋 Operaio, figlio di partigiano, grande musicista (“un miracolo”, lo definì Giovanna Marini), militante attivo della sinistra extraparlamentare, artista riservato, Bandelli non firmava le sue canzoni che sono però diventate la colonna sonora delle manifestazioni di lavoratori e studenti degli anni Sessanta e Settanta. Per Ivan Della Mea, Bandelli fu “il vero cantore del Sessantotto”. Nel 1973 scrisse un brano in memoria di Salvador Allende che l’11 settembre di quell’anno era stato ucciso, vittima del colpo di stato del generale fascista Augusto Pinochet

Alfredo Bandelli, nato a Pisa il 5 dicembre 1945 e lì mancato prematuramente il 12 marzo 1994, in questo 2025 avrebbe compito ottant’anni, gli stessi della Liberazione dal nazifascismo. Avrebbe dunque doppiamente festeggiato, ricordando anche le vicissitudini del padre Enrico Bandelli, partigiano delle Brigate Garibaldi, che al nome di battaglia di P***e, insieme al battaglione guidato dal comandante V***a, agiva sulla montagna toscana dell’Abetone e su quelle piemontesi del cuneese, cercando di sconfiggere le forze nazifasciste.

Bandelli spiegava la radice delle sue canzoni: “è certo che l’unica musica che mi piace sono le canzoni popolari, fin da quando ero bambino e per anni mio padre mi cantava le canzoni partigiane, era l’unica forma di divertimento: fino a 16 anni non ho avuto né radio né televisione e le scuole elementari le ho fatte quasi tutte in un collegio per poveri (…); la miseria in casa mia si esprimeva sempre in forme estremamente violente”.

Canzoni che rispondevano a quel bisogno di farsi voce collettiva, storia comune, unanime bisogno di stringersi in una protesta unitaria che aveva radici nelle lotte che da sempre il popolo, il mondo subalterno e sottomesso, aveva intrapreso contro un potere dalle maglie strette e asfissianti, contestava la violenza nelle carceri dove spesso erano ingiustamente condotti giovani attivisti che si opponevano alle cariche della polizia durante le manifestazioni, tra agitazioni operaie e studentesche.

Dopo il colpo di stato in Cile, in memoria del presidente democraticamente eletto, ucciso l’11 settembre 1973, scrisse Morto Allende: "Morto Allende, socialista,
morto Allende, assassinato dall'esercito fascista preparato ed addestrato a difendere la patria, a difendere lo Stato. (...) Con il sangue proletario
s'è pagato la lezione: perde sempre il riformismo, vince la rivoluzione ed il Cile è un altro Vietnam. Combatir a los patrones...
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https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/pentagramma/alfredo-bandelli-parole-e-musica-del-proletariato/

Ferrari

🌹 Bolzaneto, nella caserma simbolo del G8 di Genova l’esempio dei soldati di vent’anni che per primi dissero no al nazif...
10/09/2025

🌹 Bolzaneto, nella caserma simbolo del G8 di Genova l’esempio dei soldati di vent’anni che per primi dissero no al nazifascismo

Si è svolta a Cremeno, alle porte del capoluogo ligure, la commemorazione del combattimento – con dodici vittime – che per tutta la giornata del 9 settembre 1943 impegnò soldati e civili contro le truppe germaniche. Le parole del presidente provinciale Anpi, Massimo Bisca

L’hanno chiamata “l’altra Resistenza”, come il titolo del libro di Alessandro Natta, che fu uno di loro, la scelta dei militari italiani che l’8 settembre decisero di stare dalla parte della libertà, contro il nazifascismo, unendosi alle bande partigiane, moltissimi sapendo di pagare con la prigionia e la deportazione, altrettanti sfidando la morte.

Per questo un particolare valore ha avuto la cerimonia, tenutasi sabato 6 settembre alle porte di Genova, nella caserma “Nino Bixio”, sede del VI reparto Mobile della Polizia di Stato, durante la quale il presidente di Anpi provinciale Genova e coordinatore Anpi Liguria, Massimo Bisca, ha ricordato le vittime del combattimento di Cremeno, il 9 settembre 1943.

Di fatto, il combattimento di Cremeno è il primo vero atto della Resistenza a Genova; ma il luogo dove si svolse è anche un punto fondamentale nella storia recente non solo di Genova.

La caserma di Bolzaneto fu infatti teatro, nei giorni del G8 del 2001, di quella “sospensione della democrazia” accertata dalle sentenze delle corti italiane ed europee, con le violenze e la privazione dei diritti contro giovani manifestanti provenienti da tutta Europa.

Questi i due elementi sui quali Bisca ha scelto di soffermarsi, ricordando l’importanza della scelta resistente fatta subito, nei primi giorni dopo l’armistizio, da tanti militari; riportando alla memoria i luoghi diversi da cui provenivano i morti di Cremeno.

Ragazzi di diciannove, vent’anni in prevalenza, nei quali la passione civile e il senso del dovere hanno prevalso nelle loro scelte. “Ma proprio perché siamo figli di quella coscienza democratica, non posso fare a meno di ricordare anche oggi e qui, che mentre 82 anni fa in questa caserma cadevano dei militari italiani per la libertà, in questo stesso luogo, anni dopo, quei principi e valori venivano calpestati brutalmente, come hanno confermato le sentenze della magistratura italiana e della Corte di Giustizia Europea”, ha detto Bisca.

Il presidente di Anpi Genova ha quindi sottolineato il significato di aver intitolato, dopo i fatti del 2001, la biblioteca del VI° Reparto Mobile a Giovanni Palatucci, dirigente di polizia, morto nel lager di Dachau, colpevole solo di aver salvato centinaia di ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio. “Una lezione di vita che è più che mai attuale e proprio per far fronte alle difficoltà bisogna ripartire da quell’esempio, per consolidare la nostra democrazia e non potrà avve**re se ci sono egoismi e i peggiori istinti del genere umano”.

Un applauso sincero e prolungato – presenti i rappresentanti di Comune di Genova, Città metropolitana e Regione Liguria, oltre che dei Comuni della zona, autorità militari, le sezioni Anpi del territorio – ha accolto questa considerazione. E la necessità che il seme di democrazia gettato in quella mattina di settembre, non venga mai dimenticato, come invece, proprio in quel luogo, è avvenuto un quarto di secolo fa.
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ANPI Genova Comune di Genova - Genoa Municipality Polizia di Stato Donatella Alfonso

📚 Il mio nome di battaglia è “Domitilla-Fior di Stelo”, hanno finto tre volte di fucilarmiAnnita Cecchetto e Maristella ...
10/09/2025

📚 Il mio nome di battaglia è “Domitilla-Fior di Stelo”, hanno finto tre volte di fucilarmi

Annita Cecchetto e Maristella Giovannini 🖋 “Dobrilla Giovannini. Una partigiana nel Polesine” del professor Vittorio Tomasin, Cierre edizioni, è un omaggio per l’80° della Liberazione alla lotta di Resistenza di tutte le donne della provincia di Rovigo, ed è il primo libro su una figura partigiana femminile del territorio. Venticinquenne, arrestata su delazione di spie fasciste, finisce nel carcere cittadino nel novembre 1944, trasferita nel gennaio 1945 a Padova nel carcere Paolotti è sottoposta a duri interrogatori con violente torture e tre finte esecuzioni per costringerla a parlare

Aderisce alla Brigata Garibaldi “Maurizio Martello” di Adria, una delle più combattive formazioni partigiane polesane.

Porta orgogliosamente al petto la Stella Rossa dell’Internazionalismo Comunista, arruola giovani alla lotta partigiana, procura armi e munizioni, partecipa a incontri organizzativi, trasmette ordini, dà ospitalità ai ribelli, fornisce pane e si*****te ai partigiani.

Nel dopoguerra cerca giustizia denunciando i suoi delatori che tuttavia trovano modo con falsi testimoni di attenuare le loro responsabilità fino ad essere amnistiati di ogni colpa.

Dopo l’alluvione nel Polesine nel 1951, Dobrilla con il marito e tre figli piccoli emigra a Garbagnate Milanese, fa l’operaia e ha un quarto figlio, continua il suo impegno politico nelle file dell’ANPI.

Avrà il riconoscimento di combattente partigiana solo nel 1971, ben ventisei anni dopo. Muore il 2 giugno 1980.

Oggi a Villadose, in provincia di Rovigo, dove lei ha vissuto e dove il 25 aprile 1945 avvenne un efferato eccidio nazifascista, la sezione ANPI è a lei intitolata: a Dobrilla Giovannini, la partigiana Domitilla – Fior di Stelo che ha fatto la coraggiosa scelta di combattere e rischiare la vita per conquistare la libertà e la democrazia.
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edizioni ANPI Villadose Ro Provinciale Rovigo

🌎 Il crollo del populismo di Milei sotto i colpi dei fattori KAndrea Mulas, storico 🖋 Il presidente con la motosega ha s...
09/09/2025

🌎 Il crollo del populismo di Milei sotto i colpi dei fattori K

Andrea Mulas, storico 🖋 Il presidente con la motosega ha subito una sconfitta schiacciante nelle elezioni provinciali di Buenos Aires, il distretto più importante e popoloso del Paese, dove a vincere è stata la ritrovata unità peronista. Un risultato che documenta il fiasco della retorica di “mettere l’ultimo chiodo sulla bara” dei contendenti, getta luce sulle prossime sfide dell’inquilino della Casa Rosada nei mesi a ve**re e ha messo in evidenza il corale malcontento per le fragilità economiche e le difficoltà sociali dell’Argentina

(...) A solo un anno e nove mesi dall’insediamento di Javier Milei alla presidenza dell’Argentina, il leader di La Libertad Avanza (LLA) ha subito una sconfitta schiacciante nelle elezioni provinciali del territorio di Buenos Aires. La vittoria del Peronismo-K, capeggiato dal governatore Axel Kicillof, segna un’inversione di rotta significativa nella politica argentina e minaccia di compromettere ulteriormente la già fragile posizione di Milei, che si prepara ad affrontare le elezioni legislative nazionali del 26 ottobre 2025.

Un duro colpo alla credibilità della presidenza è stata la recente polemica che ha coinvolto Karina Milei, sorella di Milei, accusata di tangenti legate all’Agenzia nazionale per la disabilità (ANDIS), un ente pubblico che gestisce le pensioni e gli altri benefici per le persone con disabilità. Questo scandalo, ribattezzato “Karina Gate”, ha suscitato indignazione tra gli elettori.

D’altro canto, il Partito Peronista-K ha dimostrato di saper capitalizzare le proprie forze in questa difficile contesa. La figura di Axel Kicillof, governatore della provincia di Buenos Aires, e potrebbe favorirlo come candidato naturale per le elezioni presidenziali del 2027. Non solo la sua vittoria ha consolidato il suo ruolo di leader all’interno del movimento, ma ha anche dato il via a una possibile nuova fase di collaborazione tra diverse forze politiche della sinistra e del centro-sinistra.
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Mulas

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00192

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