Patria Indipendente

Patria Indipendente Periodico di attualità e cultura antifascista e democratica. Testata giornalistica dell'Anpi Nazionale

📕🟥 Dittatori, servizi segreti e neofascisti (italiani). Gli intrecci perversi dell’America Latina dei colpi di StatoAndr...
30/11/2025

📕🟥 Dittatori, servizi segreti e neofascisti (italiani). Gli intrecci perversi dell’America Latina dei colpi di Stato

Andrea Mulas, storico 🖋️ Marina Cardozo e Mimmo Franzinelli, “Gli artigli del Condor. Dittature militari latino-americane, CIA e neofascismo italiano”, Einaudi, 2025. Il racconto della struttura dell’organizzazione criminale che aveva come obiettivo il “pericolo rosso”. Il libro spiega come il Piano Condor non sia stato un semplice coordinamento tra regini militari, ma una vera e propria infrastruttura del terrore istituzionalizzato, un “sistema” che ha superato le barriere nazionali per attuare una repressione sistematica e scientificamente organizzata, colpendo oppositori politici, attivisti per i diritti umani, rifugiati e persino i loro familiari in esilio in Europa e negli Stati Uniti. Il ruolo attivo dei capi della destra eversiva italiana come Stefano Delle Chiaie. Il “Plano” si chiuderà formalmente solo nel 1983

(...) «Una terza e più segreta fase dell’«Operazione Condor» prevede la formazione di squadre speciali dei Paesi membri che si porteranno ovunque, anche in nazioni estranee all’accordo, per attuare azioni punitive sino all’uccisione dei terroristi o dei loro sostenitori. Se, ad esempio, un terrorista o un sostenitore di organizzazioni terroristiche di un Paese membro dell’«Operazione Condor» si trovasse in un Paese europeo, una squadra speciale verrebbe inviata per localizzarlo e sorvegliarlo; conclusa questa fase operativa, una seconda squadra dell’«Operazione Condor» verrebbe inviata per colpire l’obiettivo».
Lo si legge in un rapporto inviato a Washington da Robert Scherrer, agente speciale dell’FBI per l’America Latina. Il volume di Cardozo e Franzinelli si distingue per la sua capacità di intrecciare piani diversi della narrazione: la geopolitica internazionale, la macchina repressiva transnazionale, le storie personali delle vittime e l’analisi della complicità (esplicita o tacita) di attori statali e parastatali.

Il Piano Condor si struttura su tre livelli. Anzitutto, sulla sorveglianza politica dei dissidenti in esilio; in secondo luogo su iniziative segrete di controinsurrezione, assolutamente discrezionali; in terzo luogo su azioni congiunte di sterminio contro gruppi o individui, da parte di squadre speciali di assassini dentro e fuori le frontiere dei loro Paesi, sino agli Stati Uniti e dall’Europa.

Il Cile di Pinochet, attraverso la Dirección de inteligencia nacional (Dina), che a partire dal novembre 1973 coordinava e attuava il terrorismo di Stato, diventerà lo snodo centrale del Plan Cóndor. In questo quadro, il colpo di Stato dell’11 settembre 1973 rappresenta un punto nodale del processo di militarizzazione delle società latinoamericane avviato a partire dagli anni Sessanta. (...)
Con il golpe argentino del 24 marzo 1976 si chiude il puzzle della trappola mortale. (...)

L’ultimo capitolo del libro esamina l’apporto fornito dai neofascisti italiani al Piano Condor, dall’attentato romano all’esule democristiano cileno Bernardo Leighton (6 ottobre 1975) alla «fase sudamericana» di Stefano Delle Chiaie, Pierluigi Pagliai e altri loro camerati, affiancatisi alle polizie politiche di Cile e Argentina nella caccia agli oppositori e diventati nel 1980-81 spietati collaboratori dei generali boliviani, sia quali addestratori di reparti scelti sia nella gestione del narcotraffico con cui quella dittatura si finanziava.

Grazie al lavoro di Cardozo e Franzinelli, emerge la rete dell’internazionale nera. Infatti i vertici della Dina cilena all’indomani del golpe avevano investito sui neofascisti e pongono a loro disposizione un’agenzia stampa con sede a Santiago, diretta da Vincenzo Vinciguerra. L’agenzia di Stefano Delle Chiaie si occupava dell’immagine della Giunta, diffondendo notizie sulla pericolosità del sovversivismo comunista e la provvidenzialità patriottica dei militari cileni. Il neofascista opera prima a Santiago del Cile per poi spostare i suoi servigi alla corte della dittatura a Buenos Aires. Inoltre, come viene descritto nel libro, si stabiliscono e operano nel Cono Sur dalla metà degli anni Settanta: Maurizio Giorgi, Sandro Saccucci, Vincenzo Vinciguerra, Giovanni Lanfré, Elio Massagrande, Clemente (Lello) Graziani. Solo per citarne i più noti e attivi. (...)
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https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/dittatori-servizi-segreti-e-neofascisti-italiani-gli-intrecci-perversi-dellamerica-latina-dei-colpi-di-stato/

Andrea Mulas Einaudi editore

A Messina il Corteo nazionale No Ponte parte sulle note e le parole di Bella Ciao. E l'ANPI c'è. Con giovani, anziani, d...
29/11/2025

A Messina il Corteo nazionale No Ponte parte sulle note e le parole di Bella Ciao. E l'ANPI c'è. Con giovani, anziani, docenti e studenti, sacerdoti come padre Scalia, 94 anni, donne e uomini che credono nella Costituzione. Quasi 100 organizzazioni tra comitati, associazioni, partiti, sindacati.
Si sfila in tantissimi nonostante la pioggia, il primo tra gli slogan intonati: "Contro il ponte della prepotenza Ora e sempre Resistenza!"

Comitato Provinciale ANPI Messina "Mimmo Trapani" ANPI Palermo

🟥🔈 “No al Ponte”. Il 29 novembre manifestazione nazionale a MessinaGabriele Bartolini 🖋️ Tutti i motivi per scegliere di...
28/11/2025

🟥🔈 “No al Ponte”. Il 29 novembre manifestazione nazionale a Messina
Gabriele Bartolini 🖋️ Tutti i motivi per scegliere di bloccare subito il progetto su cui continua a insistere il ministro Salvini. Alla Camera conferenza stampa dei partiti, dei comitati e delle organizzazioni sociali che sostengono la battaglia per usare in modo diverso e più utile le risorse pubbliche che derivano dalle tasse dei cittadini italiani (meridionali compresi)

(...) La Sala stampa della Camera dei deputati ha ospitato, lo scorso 25 novembre, la conferenza stampa di presentazione del Corteo nazionale contro il Ponte sullo Stretto, che si terrà a Messina, domani 29 novembre. La manifestazione, promossa da oltre 80 associazioni, comitati, partiti, sindacati e movimenti, chiede di dismettere e archiviare il progetto del Ponte (e le relative spese) a favore di politiche di sviluppo reale e sostenibile, fondato sui bisogni dei territori. Durante la conferenza sono intervenuti parlamentari in rappresentanza di Pd, M5s e Avs e rappresentanti dei comitati e delle organizzazioni, che hanno illustrato le ragioni della contrarietà al progetto e dunque della mobilitazione di sabato. (...)

Dall’assenza di coperture finanziarie certe alla violazione delle regole ambientali e della concorrenza – motivi della bocciatura da parte della Corte dei Conti, che è stata pesantemente attaccata per aver svolto il proprio lavoro – fino alla presenza di elementi progettuali non definiti o incoerenti. Molti saranno inoltre i danni ambientali e paesaggistici, senza i quali l’opera non si può realizzare: espropri di terreni e case abitate e la cementificazione della campagna e della costa. Si temono inoltre squilibri nella spesa pubblica.

Come impiegare i soldi è ovviamente una determinante scelta politica. Ogni investimento economico sottende infatti a giudizio di valore: stanziare fondi per un determinato progetto significa, necessariamente – non essendo alcun bilancio infinito – sacrificarli per un altro. Una scelta da compiersi con ancora maggiore ponderazione e serietà se i soldi sono pubblici, e dunque della collettività. In un Paese in cui la pressione fiscale è molto alta e nonostante ciò, causa investimenti inutili o addirittura dannosi, si pensa alla corsa al riarmo, mancano i soldi per una sanità efficiente. “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”, diceva Enrico Berlinguer sulla Questione morale. (...)

Tutti gli intervenuti hanno fatto notare che il Ponte è inutile e dannoso, e se anche fosse utile non sarebbe certamente, in ogni caso, una priorità. I soldi che ci sono andrebbero destinati ad altro. In Italia le priorità su cui investire sono welfare, sanità, istruzione, diritto alla casa, contrasto alla povertà, sviluppo e tutela della cultura e così via. E nel Mezzogiorno, che sconta disastrose disuguaglianze territoriali, ancor di più.

Una sempre più inefficiente sanità pubblica costringe gli italiani, e soprattutto chi vive al Sud, a pagare cifre spesso importanti per essere curati privatamente o a ricorrere alla triste pratica del turismo sanitario, al dover cioè partire per accedere alle cure altrove. Ci sono zone in cui le ambulanze sono poche e, se colpiti da un infarto, si muore. Il diritto all’istruzione in tutta Italia e specialmente nel Mezzogiorno è ostacolato dai pochissimi fondi destinati all’edilizia scolastica. La dispersione scolastica e l’analfabetismo funzionale sono in costante aumento, come se una democrazia possa sopravvivere senza la cultura, la consapevolezza e l’impegno dei propri cittadini.

Spesso gli studenti del Meridione si sentono costretti a dover migrare nel resto del Paese per studiare, in cerca di possibilità che a casa non sentono di avere. Per non parlare della mobilità. (...)

Ecco allora quali sono le priorità, nel Mezzogiorno e in tutta Italia! E la manifestazione di domani lo dirà chiaramente: sperperare decine di miliardi di euro di fondi pubblici nel progetto del Ponte è una beffa, oltre al danno. Investire nel Mezzogiorno significa lavorare per ridurre le disuguaglianze, e cioè lavorare per realizzare, quanto più possibile, il progetto sociale della Costituzione.
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https://www.patriaindipendente.it/servizi/no-al-ponte-il-29-novembre-manifestazione-nazionale-a-messina/

Alcune immagini sono tratte dal video ufficiale Giù le mani dallo Stretto visiobile nell'articolo

Gabriele Bartolini Comitato Provinciale ANPI Messina "Mimmo Trapani" ANPI Palermo Anpi Comitato Provinciale Catanzaro

👩‍🎨🇵🇸 𝐐𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐢𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐬𝐮𝐝𝐚𝐫𝐢. 𝐋𝐚 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚-𝐢𝐧𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐚 𝐁𝐨𝐫𝐠𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐛𝐢𝐦𝐛𝐢 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚Silvana Sala...
27/11/2025

👩‍🎨🇵🇸 𝐐𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐢𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐬𝐮𝐝𝐚𝐫𝐢. 𝐋𝐚 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚-𝐢𝐧𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐚 𝐁𝐨𝐫𝐠𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐛𝐢𝐦𝐛𝐢 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚

Silvana Salandra 🖋 𝐋’𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐞𝐬𝐞 𝐡𝐚 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐜𝐞𝐫𝐚𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐚𝐭𝐮𝐫𝐞, dedicando tutto il tempo e la maestria che ci vuole nel forgiare la materia all’unicità di ognuno di quei bambini uccisi. “𝐇𝐨 𝐩𝐥𝐚𝐬𝐦𝐚𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐢 𝐬𝐮𝐝𝐚𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐭𝐢”. Il risultato è una sorta di rito artistico che ricompone i corpi e ne chiede drammaticamente il risarcimento dalla violenza subita. 𝐋𝐚 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 “𝐈𝐨 𝐯𝐞𝐝𝐨” – 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐧 𝐓𝐨𝐦𝐦𝐚𝐬𝐨 𝐀𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨, 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐠𝐧𝐨𝐬𝐢 𝐬𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚̀ 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐥 𝟐𝟖 𝐧𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟎 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟐 𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟔 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟐𝟎

(...) L’installazione di Francesca Borgia “Io vedo” è un’opera(zione) d’arte, un atto, nello stesso tempo umano, politico e artistico che nasce dal modo in cui l’autrice, come donna, come cittadina del mondo e come artista, vive il proprio tempo e concepisce l’arte. Un fare che vuole provocare non una semplice contemplazione estetica ma un’azione conseguente. Un fare che nasce dall’azione originaria del vedere la strage disumana che avviene in Palestina, vedere senza voltare lo sguardo, rifiutando l’assuefazione, ugualmente disumana, ai bollettini e alle immagini di guerra, vedere con l’indignazione e la pietà dell’artista che deve fare qualcosa per risarcire le troppe vittime innocenti, strappandole all’anonimato dei numeri che, seppur spaventosi, nella ridda dei mass media e dei social, diventano una serialità insignificante.

Francesca Borgia vede e poi plasma con la ceramica 15.000 piccoli sudari, uno a uno, dedicando tutto il tempo e la maestria che ci vuole nel forgiare la materia, all’unicità di ognuno di quei bambini uccisi, in una sorta di rito artistico che ricompone i corpi e li risarcisce della violenza subita. Infine li allinea uno accanto all’altro in uno spazio scelto con cura, uno spazio adatto ad accoglierli e a raccogliere lo sguardo di chi verrà a vedere. Svela così, a chi visita la mostra, quello che lei ha visto: la verità del genocidio e, insieme, la necessità di agire, di cambiare, di trasformare quei sudari, che assomigliano a crisalidi, in possibilità che il mondo ritrovi urgentemente l’umanità perduta.

Entrare nell’antica Chiesa di san Tommaso, spoglia di ogni arredo sacro, vedere l’enorme distesa dei sudari fino all’abside illuminata dalla luce radente dei faretti e di pochi ceri, suggestiona lo sguardo e la coscienza, è un vedere che denuncia e provoca consapevolezza, che rivela l’enormità orrida della realtà fatta di carne e sangue. (...)
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https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/forme/quindicimila-piccolissimi-sudari-la-mostra-installazione-di-francesca-borgia-in-una-chiesa-di-messina/

Borgia Salandra Comitato Provinciale ANPI Messina "Mimmo Trapani"

📚⚽ Eraldo Monzeglio, da calciatore campione del mondo a uomo di fiducia di MussoliniGiampiero Cazzato 📖🖋 “𝐈𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐳𝐢𝐧𝐨 𝐞 𝐢...
27/11/2025

📚⚽ Eraldo Monzeglio, da calciatore campione del mondo a uomo di fiducia di Mussolini

Giampiero Cazzato 📖🖋 “𝐈𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐳𝐢𝐧𝐨 𝐞 𝐢𝐥 𝐃𝐮𝐜𝐞. 𝐄𝐫𝐚𝐥𝐝𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐳𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨, 𝐢𝐥 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚. 𝐃𝐚𝐢 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝟏𝟗𝟑𝟒 𝐚𝐢 𝐦𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐥𝐨̀”, 𝐒𝐨𝐥𝐟𝐞𝐫𝐢𝐧𝐨 𝐋𝐢𝐛𝐫𝐢, pp 336, € 20. 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐨 𝐅𝐮𝐥𝐥𝐨𝐧𝐢, 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐚, 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐛𝐢𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐞𝐬𝐩𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨, 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐨𝐩𝐨𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚, con una figura sempre “di mezzo”, che attraversa la Storia, conosce i potenti del suo tempo, gerarchi e ufficiali tedeschi, amanti del duce, spie e rampolli dell’imprenditoria italiana. Salva amici partigiani ed ebrei. E sopravviverà alla parabola del regime dopo averlo seguito ora per ora fino alla fine

(...) Il libro si apre con l’incontro che si svolge nel marzo 1947 in una villa sul Lago di Como. Sul Lario soffia una forte tramontana. È quasi notte quando tre figure intabarrate si presentano alla porta del terzino: sono il sindaco di Sesto San Giovanni e già partigiano Abramo Oldrini; Benvenuto Cossutta, il padre di Armando, un giovanotto che si farà strada nel Pci divenendo il più sovietico dei comunisti italiani; e Nino Oppio, un giovane giornalista destinato a diventare una firma di rilievo alla Gazzetta dello Sport e al Corriere della Sera.

L’atmosfera di quell’incontro è carica di tensione. Monzeglio pensa che siano venuti per giustiziarlo, per fargli pagare cara la vicinanza con Mussolini. In realtà il terzetto è lì per un altro motivo: vogliono che vada ad allenare la Pro Sesto, la squadra della città che per la sua fedeltà elettorale al Pci si avvia ad essere soprannominata la Stalingrado d’Italia. Monzeglio teme per la sua vita: «Siete matti! Se vengo a Sesto, mi fucilano!» urla dalla porta, pi***la in pugno. La paura nasce non da un giudizio astratto ma dalla realtà cruda di un’Italia in cui le esecuzioni sommarie e i regolamenti di conti sono ancora una minaccia concreta. Oldrini, però, spazza via dubbi e paure: «Monzeglio, sono il sindaco! So che lei è un uomo perbene, noi vogliamo solo un bravo allenatore che eviti la retrocessione della Pro Sesto. Non devi temere nulla, hai la mia parola».

Certo, vincitori e vinti non sono sullo stesso piano, ma il gesto di chiedere a Monzeglio di allenare la Pro Sesto va ben oltre un semplice incarico sportivo: viene da esponenti di spicco della sinistra e della Resistenza. (...)

Ma chi era davvero il difensore? (...) Nell’estate del 1935 Monzeglio viene acquistato dalla Roma. A volerlo è il presidente giallorosso, l’ebreo e fascista della prima ora, Renato Sacerdoti. A Renato Dall’Ara, «paron» rossoblu del Bologna per i cui colori Monzeglio giocava, Sacerdoti offre la cifra, colossale per l’epoca, di 375.000 lire, una delle più alte versate per l’acquisto di un calciatore, circa 450.000 euro oggi.

A Roma Eraldo si trova bene, è al posto giusto al momento giusto. Ha la percezione tangibile di cosa sia il potere. Gioca sempre più spesso a tennis con il duce e i suoi figli e quella vicinanza sempre più stretta alla famiglia Mussolini si fa inebriante. (...)

L’ex terzino della Nazionale segue il regime fino al suo declino tragico a Gargnano. Si occupa di preparare il campo da tennis per le partite con Mussolini, altri gerarchi e i generali tedeschi che gravitano sul Garda ma anche di altro: diventa di fatto il segretario personale del duce. Gestisce la sua agenda. E lì, in quelle notti cupe di Villa Feltrinelli, Monzeglio cerca di salvare l’anima provando a strappare qualche vita dall’artiglio nazista. «Spesso, alla sera, prima che il duce si ritirasse nella sua stanza per coricarsi, si vedeva questa scena: Eraldo gli si avvicinava e gli dava dei bigliettini, Mussolini li prendeva in mano e, riposti in qualche tasca dopo una velocissima occhiata, se ne andava». 𝐀 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐞𝐩𝐢𝐬𝐨𝐝𝐢𝐨 𝐚 𝐅𝐮𝐥𝐥𝐨𝐧𝐢 è un vecchio amico di Monzeglio, Claudio Cimnaghi, mobiliere comasco che il cronista ha rintracciato e intervistato a lungo. Non è chiaro chi consegnasse quei nomi a Eraldo, forse la Resistenza, forse contatti dal mondo degli industriali che si barcamenava da un lato e dall’altro della guerra.

Tra i partigiani strappati alla morte da Monzeglio c’è sicuramente Giuseppe Peruchetti, ex portiere del Brescia, dell’Inter e della Juve e più volte in azzurro con Pozzo. (...)

Lo ritroviamo Monzeglio, con un passo indiero nel tempo, anche davanti al carcere degli Scalzi a Verona, dove aveva accompagnato Edda Ciano a dare l’ultimo saluto a suo marito Galeazzo Ciano. L’ultimo saluto e la fiala di cianuro che il genero del duce le aveva chiesto per uccidersi. Stando al racconto di Fulloni, Eraldo sapeva cosa c’era nella borsetta della figlia prediletta di Mussolini. Insomma, se non prende le distanze dal regime e da Mussolini, Eraldo si mette di lato, pronto, nel caso a far valere le sue benemerenze anche nell’Italia post-fascista, con la Resistenza e gli alleati. (...)

I suoi segreti, se li aveva, li ha custoditi fino alla morte Eraldo Monzeglio. Si spenge a Torino il 3 novembre 1981, a settantacinque anni. Il 3 dicembre 2013 la Federcalcio lo inserirà nella Hall of Fame del folber, una squadra che ricorda nomi eterni tra cui Pozzo, Meazza, Bernardini, Piola, Valentino Mazzola, Scirea, Facchetti, Riva, Rossi… «Eraldo è lì tra loro, hanno tutti la maglia azzurra» scrive Fulloni. In un’Italia dove la memoria del fascismo oscilla pericolosamente tra agiografia e rimozione, Il terzino e il Duce restituisce la complessità di un’epoca e di una persona sospesa tra fedeltà e dissenso, tra potere e pietà. Monzeglio fu davvero un fascista convinto o un uomo adattatosi a un sistema per necessità e opportunismo? Fulloni lascia aperto questo interrogativo, invitando il lettore a riflettere su quanto sia labile il confine tra complicità e compromesso e riesce così a restituirci una figura mai banale e una pagina di storia italiana che parla non solo di politica e ideologia, ma di sport, relazioni umane, memoria. (...)
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Alessandro Fulloni Libri

📢 𝐏𝐚𝐭𝐫𝐢𝐚 𝐈𝐧𝐝𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐛𝐚𝐫𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐮 𝐒𝐮𝐛𝐬𝐭𝐚𝐜𝐤La memoria non si archivia, si rilancia. La voce della Resistenza, i d...
27/11/2025

📢 𝐏𝐚𝐭𝐫𝐢𝐚 𝐈𝐧𝐝𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐛𝐚𝐫𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐮 𝐒𝐮𝐛𝐬𝐭𝐚𝐜𝐤

La memoria non si archivia, si rilancia. La voce della Resistenza, i diritti conquistati, le battaglie di ieri e di oggi, con l’attualità che incalza, trovano una nuova piattaforma libera e accessibile. Patria Indipendente sta arrivando su Substack: uno 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 di 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨, 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐞 e 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨. Perché la storia non è passato, è presente che ci chiama. 𝐒𝐜𝐫𝐨𝐥𝐥 𝐯𝐞𝐥𝐨𝐜𝐞 𝐨 𝐥𝐨𝐧𝐠-𝐟𝐨𝐫𝐦, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥.

🌹 𝐐𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐢𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐠𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐭𝐨𝐥𝐢𝐛𝐫𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐞𝐬𝐞Salvatore Borelli 🖋 In collaborazione con “Il Foglio Bian...
26/11/2025

🌹 𝐐𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐢𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐠𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐭𝐨𝐥𝐢𝐛𝐫𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐞𝐬𝐞

Salvatore Borelli 🖋 In collaborazione con “Il Foglio Bianco” di Cropani (CZ), l’Anpi sezione intercomunale “Savina Bozzano” ha creato uno spazio dedicato alla 𝐑𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 e alla 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Biografie di donne e uomini che hanno combattuto per la libertà del nostro Paese parlano oggi a tutte le generazioni. 𝐔𝐧 𝐚𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚 dove trovare letture 𝐩𝐞𝐫 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢, 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢 𝐞 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐢, proporre presentazioni. Un luogo di ritrovo e confronto attivo, vivo, umano

(...) Abbiamo voluto creare uno spazio dove si possono trovare e comprare libri dedicati alla Resistenza, alla nostra cara Costituzione, le biografie delle partigiane e dei partigiani che hanno lottato per il nostro Paese, l’attualità dei nostri tempi, ed è alla portata di tutte e tutti, dai più piccoli ai ragazzi e ai più grandi.

Non si ferma qui la nostra nicchia, sarà promotrice di eventi dentro la cartolibreria, per esempio nel mese di aprile abbiamo organizzato (insieme all’associazione La Masnada) “Incontra le nuove generazioni – Piccole storie di Resistenza”; abbiamo voluto raccontare alle bambine e ai bambini di quinta elementare e di prima media cosa è stato il fascismo, la memoria della Resistenza in questi 80 anni, e far conoscere le storie dei partigiani locali. Ora si vuole continuare realizzando progetti per i più piccoli, proponendo presentazioni di libri per i più grandi, creare un punto di ritrovo, di confronto, di riflessione attivo, vivo e umano.

Noi dell’Anpi abbiamo sempre voluto dimostrare che anche in piccole realtà come la nostra (la sezione comprende i paesi di Cropani, Sersale, Botricello e Sellia Marina) si possono realizzare eventi di qualsiasi genere che normalmente si vedono in grandi realtà come le città o le metropoli. Dimostriamo che nei piccoli paesi è possibile realizzare qualsiasi cosa. Perché si può e si deve fare. Quindi avanti tutta con la nostra Nicchia Partigiana. 𝐈𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐮𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝟐𝟗 𝐧𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞.

Voglio infine ringraziare per la meravigliosa ospitalità e la collaborazione la cartolibreria “Il Foglio Bianco” di Adelina e Carlo. In una Italia dove si legge sempre di meno ci sono piccoli punti che resistono e vanno avanti più vivi e attivi che mai.
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https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/quella-nicchia-partigiana-nata-in-una-piccola-libreria-calabrese/

- Sezione Intercomunale "Savina Bozzano" Comitato Provinciale Catanzaro Foglio Bianco

🌹 🇮🇹 Contro le donne ormai è guerra. Usciamo fuori tutte e tuttiTamara Ferretti, Segreteria nazionale Anpi, responsabile...
24/11/2025

🌹 🇮🇹 Contro le donne ormai è guerra. Usciamo fuori tutte e tutti

Tamara Ferretti, Segreteria nazionale Anpi, responsabile Coordinamento nazionale Donne Anpi 🖋 Crescono le violenze sulle giovanissime e sulle studentesse tra i 16 e 24 anni e resta per ogni età “elevatissimo il sommerso”. I retaggi di un patriarcato che non passa, rivendicati anche da esponenti del governo Meloni, si mescolano allo sdoganamento di una cultura individualista e militarista. I linguaggi tossici, in particolare dei social e degli algoritmi dell’intelligenza artificiale, sempre più estranei alle regole democratiche. Mentre auspichiamo l’approvazione in Senato della modifica dell’articolo 609-bis del codice penale, senza “consenso libero e attuale” è stupro, l’Anpi sarà a tutte le manifestazioni promosse per il 25 novembre, Giornata per l’eliminazione della violenza di genere. Un impegno che parte dalle parole, nel segno del messaggio lanciato quest’anno da Gino Cecchettin, in nome della figlia Giulia, uccisa nel 2023

(...) Ormai i numeri sono quelli di una guerra se – come dice l’Istat – nel nostro Paese il 31,9% delle donne tra i 16 e i 75 anni ha subito almeno una violenza fisica o sessuale. Sei milioni quattrocentomila è la percentuale tradotta in cifra assoluta, di questi quattro milioni seicentottantamila sono maltrattamenti e violenze, un milione centocinquatamila gli stupri o il loro tentativo. Cifre da paura nonostante la cresciuta e diffusa consapevolezza delle donne per l’impegno dei tanti movimenti, per il lavoro svolto dai Centri antiviolenza e dai servizi specializzati e nonostante diversi importanti interventi legislativi, da ultimo quello approvato il 19 novembre scorso alla Camera e il cui iter auspichiamo si concluda nel più breve tempo possibile. (...)

E qui c’è il tema, quello che chiamiamo modello sociale patriarcale. Un patriarcato che si è nutrito e continua a nutrirsi, nel potere e nel linguaggio del potere, degli stereotipi di genere di cui esemplare esempio sono state anche le ultime “rivelazioni” del ministro della in-giustizia Nordio in merito alla genetica maschile resistente all’accettazione della parità.
Come se l’accettazione della “parità” non fosse – appunto – questione sociale e culturale di riconoscimento di uguaglianza e di pari diritti. Come se la violenza di genere, i femminicidi non fossero il frutto di quell’individualismo coltivato nella frammentazione e, allo stesso tempo, nell’omologazione dei comportamenti che fa perdere il valore del pluralismo e della varietà di pensiero e fa crescere le polarizzazioni dei pro e dei contro. (...)

Processi tossici favoriti dal trasferimento delle relazioni umane alle piattaforme digitali. E qui entra in ballo il linguaggio, o meglio i linguaggi e in particolare quelli dei social, quelli prodotti dagli algoritmi dell’intelligenza artificiale, strumenti di comunicazione e di informazione sempre più estranei alle regole democratiche di rappresentanza. La forma dell’individualismo è la sovranità e il linguaggio dell’individualismo è la competizione, è appunto la violenza, è la guerra. Un meccanismo che si traduce anche nel presentismo, nel tutto e subito, nel distacco dalla politica. C’entra sicuramente la crisi dei partiti, l’incapacità di leggere la profondità delle trasformazioni in essere, ma bisognerebbe aver chiaro che si tratta di una dinamica capace di innescare una sorta di causa/effetto con cui è urgente misurarsi perché davvero su questo si gioca il futuro della democrazia.

Nell’indifferenza, nell’apatia, nel sonnambulismo alla fine tutto viene dato per scontato e tra diffidenze ed egoismi diventano scontate le disparità, le disuguaglianze ma anche i disvalori di cui la violenza è espressione emblematica. (...)

Qual è il modello culturale e sociale che viene offerto, o meglio, promosso oggi – se non quello del “fai da te”, della competizione, e del più forte? Del più forte, non del più bravo, un modello funzionale alla ri-alfabetizzazione populista, sovranista e suprematista: perché se parti da condizioni differenti, tanto differenti, anche se sei più bravo o brava salirai un gradino o due ma non potrai mai affrontare tutta la scala sociale.

Per questo il 25 Novembre ci vede presenti e impegnate come sempre con tante altre associazioni e con tante donne nelle centinaia di iniziative e manifestazioni che si svolgono nel Paese. (...)

Lo siamo e lo saremo anche nel segno del messaggio rivolto da Gino Cecchettin nel nome di sua figlia Giulia e di tutte le Giulie per “una testimonianza che si trasforma in impegno a partire dalle parole, dal linguaggio di rispetto del diritto e della giustizia che aborre qualsiasi forma di odio e di violenza”.

Facciamo rumore, usciamo, fuori, tutte e tutti, ma facciamo soprattutto cultura, di dialogo, di pluralità, di parità, di democrazia. (...)
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https://www.patriaindipendente.it/idee/editoriali/contro-le-donne-ormai-e-guerra-usciamo-fuori-tutte-e-tutti/

Il manifesto per il 2025 è stato realizzato per il Coordinamento nazionale Donne Anpi da Biani, che ringraziamo tutte e tutti

🏆🌹 𝐔𝐧𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 “𝐈𝐧𝐜𝐡𝐢𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐞 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚”: 𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐦𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟓Irene Barichello 🖋 🎤 Il Concorso letterario nazio...
23/11/2025

🏆🌹 𝐔𝐧𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 “𝐈𝐧𝐜𝐡𝐢𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐞 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚”: 𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐦𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟓

Irene Barichello 🖋 🎤 Il Concorso letterario nazionale di narrativa, poesia e video promosso dall’𝐀𝐧𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐑𝐞𝐬𝐜𝐚𝐥𝐝𝐢𝐧𝐚 “𝐋𝐢𝐝𝐢𝐚 𝐌𝐞𝐧𝐚𝐩𝐚𝐜𝐞” non è soltanto un evento culturale, ma un momento di memoria, impegno civile e trasmissione dei valori costituzionali nati dalla Resistenza ai più giovani e all’intera comunità. La premiazione si è svolta in un Auditorium comunale gremito e partecipe, animato da un clima di grande intensità emotiva. Ne parliamo con la segretaria della sezione, 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐆𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚 𝐏𝐢𝐞𝐫𝐢𝐧𝐢

🎙Maria Grazia, partiamo dai più giovani, che al premio Inchiostro e Memoria hanno regalato opere notevoli. È stato così anche quest’anno?
🔸La sezione Under 16 di Narrativa e Poesia ha visto la vittoria di Mohamed Emara, di Torino, con la poesia Adelaida, scritta in memoria di Adelaida Gigli, artista italo-argentina, intellettuale e madre di due figli desaparecidos durante la dittatura di Videla in Argentina. Il secondo premio è andato a Ginevra Gabrielli, di Maserada sul Piave (TV), per Finché resta una voce; terzo premio ex aequo a Camilla Bassani, di Cerro Maggiore, per Sensazioni e a Giulia Pinna, di San Giuliano Milanese, per Diafa. (...)

🎙Un’attenzione particolare è dedicata, nel vostro premio, alla “questione femminile”: come è stata declinata, quest’anno, nell’opera vincitrice?
🔸Ha vinto il racconto “Gham”, ambientato a Gaza nella primavera del 2024. Alla sua autrice, Sandra Rigoni di Asiago, è stato assegnato il Premio Speciale Anna Maria Mozzoni, protofemminista rescaldinese vissuta a cavallo del Novecento. La lettura del suo racconto ha suscitato grande emozione: il titolo è tratto da una parola colloquiale palestinese che significa “tristezza” o “afflizione”, è dedicato alla resistenza delle donne palestinesi. Il premio è stato consegnato dall’assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità, Katia Pezzoni.

🎙Non manca una sezione dedicata alla poesia…
🔸Certo, per la poesia (giuria presieduta dalla poetessa Rita Imperatori) il primo premio è stato assegnato a Emanuela Dalla Libera, di Suvereto (LI), con la poesia Voi forse avete, che ha saputo magistralmente coniugare sapienza compositiva e profonda attenzione ai dolori che affliggono l’umanità. Il secondo premio ex aequo è andato a due noti poeti: Flavio Provini, di Milano, con la poesia I nomi dei caduti e Vittorio Di Ruocco di Pontecagnano (SA), con la poesia Figlio che giaci in brani senza forma.

🎙Ci tieni sulle spine per la sezione più cospicua, ossia la narrativa “dei grandi”. È stata partecipata?
🔸Questa sezione è stata partecipatissima, con oltre 80 racconti in gara, tra cui la giuria ha faticato molto a scegliere, vista la notevole qualità di molti autori e autrici. Il primo premio, consegnato dal presidente della giuria Roberto Curatolo, è stato conferito a Giuseppe Bravin, di San Vittore Olona (MI), per il racconto I silenzi della memoria, dedicato al sacrificio di tante e tanti giovani partigiane e partigiani che hanno immolato la loro vita per restituire la libertà al nostro Paese. Il secondo premio è andato a Franco Frola, di Torino, per il racconto Ancora un sorso di grappa, mentre il terzo premio è stato assegnato ex aequo a Parco giochi di Gianmarco Pellattiero, di Malnate (VA), e a Mamma Tilde di Emilia Covini, di Bollate (MI).

🎙Sono ormai undici anni che la sezione Anpi Rescaldina propone questo concorso: un’iniziativa che vi sta particolarmente a cuore, cresciuta nel tempo.
🔸È stata una giornata di rara intensità emotiva per la sezione Anpi di Rescaldina “Lidia Menapace”, quest’anno ci sono stati 180 partecipanti con 240 opere in gara. Questo lavoro non sarebbe possibile senza l’aiuto e il contributo di molti, e così vorrei ringraziare il Comune di Rescaldina, nella persona dell’assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità Katia Pezzoni, Umberto Colombo dello Spi Cgil per il prezioso sostegno alla sezione Under 16 e la bravissima attrice Federica Toti per la sentita e coinvolgente lettura dei testi premiati. (...) Un grazie di cuore va al fondatore del concorso, Roberto Curatolo, per aver condotto e gestito con passione, competenza e sensibilità anche questa undicesima cerimonia di premiazione. Il più sincero ringraziamento per l’impegno, la competenza e la sensibilità va anche ai membri delle giurie delle sezioni Narrativa, Poesia e Video, che hanno valutato le opere. Il loro lavoro rappresenta un pilastro fondamentale per il concorso. Ma il ringraziamento più grande, naturalmente, va a tutte le persone che hanno partecipato – adulti, giovani e giovanissimi – che con la loro voce, le loro parole e le loro immagini hanno reso questo concorso un luogo di incontro tra generazioni, di dialogo tra linguaggi e di condivisione di ideali. Perché i valori della Costituzione sono un’eredità viva, da comprendere, custodire e trasmettere. (...)
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https://www.patriaindipendente.it/interviste/undici-anni-di-inchiostro-e-memoria-i-premiati-delledizione-2025/

Irene Barichello Anpi Rescaldina Lidia Menapace ANPI Provinciale di Milano di Rescaldina Spi Cgil Nazionale

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