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Carocci editore Libri per gli studi universitari e per il lettore desideroso di approfondimenti. Un arricchimento culturale permanente in una vasta gamma di discipline.

Casa editrice

Nata nel 1980 per iniziativa di Giovanni Carocci, la casa editrice si è ben presto affermata nel panorama italiano come una delle principali university press per il rigore delle scelte, l’affidabilità dei contenuti e la cura delle sue pubblicazioni. Nel corso di oltre trent’anni di attività, accanto ai libri rivolti al mondo degli studi e delle professioni – che restano pur tuttavia

il cuore dell’attività della Carocci –, si è venuta ad affiancare una serie di proposte editoriali rivolte al lettore generale in una vasta gamma di ambiti disciplinari: dalla filosofia agli studi storici, dalla psicologia agli studi religiosi, dall’archeologia alla storia dell’arte, dalla linguistica alle letterature. Oggi, il suo catalogo si compone di oltre 4.000 titoli e include ricerche specialistiche, manuali e monografie per studenti e professionisti, classici della letteratura e del pensiero, così come letture di approfondimento per il lettore generale, in una prospettiva di formazione e di arricchimento culturale permanenti. Una prospettiva che ha guidato le scelte della casa editrice sin dalla sua fondazione e destinata a rimanere la sua cifra peculiare nel tempo.

Anche se l'interesse moderno per la vita e la saggezza indiana è nato nel XVIII secolo, l'incontro tra l'Europa e l'Indi...
28/07/2025

Anche se l'interesse moderno per la vita e la saggezza indiana è nato nel XVIII secolo, l'incontro tra l'Europa e l'India è molto più antico e risale all'Antichità classica.

Quando Diogene Laerzio, nel III secolo d.C., cercò di stabilire se la filosofia fosse di origine greca o straniera, ricapitolò un dibattito vecchio di secoli che includeva i magi persiani, i Caldei, gli Egizi e i gimnosofisti indiani. I Greci furono già di buon'ora disposti ad attribuire agli Orientali una parte nello sviluppo della loro filosofia, ma spesso si parlava solo di dottrine particolari. Che tutta la filosofia greca tragga origine di là è stato sostenuto per la prima volta non da Greci ma da Orientali.

La questione dell’origine e dell’autonomia della filosofia è rimasta viva per molti secoli ed è stata ripresa in periodi più recenti del pensiero europeo. Ha influenzato in vario modo l’approccio europeo al pensiero indiano e “orientale”.
Ha favorito il focalizzarsi dell’attenzione su questo pensiero, ma ha anche contribuito a respingerlo e a trascurarlo. In alcune prospettive, ad esempio, il pensiero indiano era significativo solo perché forniva uno sfondo per la storia della filosofia europea.

I rapporti tra Grecia e India, seppur ben documentati, si compongono di infiniti tasselli: dalla volontà del mondo Antico di distanziarsi dai "barbari" alle campagne di Alessandro Magno, dai viaggi ai resoconti leggendari.

Non è facile dare una risposta a questa domanda, ma una cosa è sicura: i Greci, come anche i Romani, erano molto più vicini all'Oriente di quanto immaginiamo e devono molto all'India.
Lo dice anche Wilhelm Halbfass in "Europa e India": bit.ly/EuropaIndiaCarocci

Il tesoro che viene ritrovato nel 1859 vicino all'antica Tebe è composto da oltre 70 oggetti e comprende gioielli, manuf...
21/07/2025

Il tesoro che viene ritrovato nel 1859 vicino all'antica Tebe è composto da oltre 70 oggetti e comprende gioielli, manufatti e armi. Sono tutti pregiatissimi, ricoperti d'oro, metalli rari e pietre preziose.

Appartiene alla regina Ahhotep, vissuta attorno al 1550 a.C., in un periodo particolarmente buio della storia dell’Egitto, dominato a nord dai temibili Hyksos.

Gli oggetti del suo corredo funebre raccontano di una regina rispettata, potente e coraggiosa. Ci parlano di una sovrana attiva ed efficace in ambito militare, forse quasi a voler vendicare il marito Seqenenra Ta'o ucciso in battaglia; molti oggetti del suo corredo sembrano essere parti dell’oro del valore, un riconoscimento dato ai migliori dell’esercito egizio. Il suo ruolo è stato fondamentale per tenere insieme le varie anime del paese e per stringere alleanze di cui poi il vicino faraone Ahmose si sarebbe servito per sconfiggere gli Hyksos.

Per diversi anni la sua identità è stata costellata di dubbi, tra omonimie, doppi sarcofagi e dettagli misteriosi. E, ancora oggi, la storia di Ahhotep rimane affascinante e singolare.

Approfondite la sua storia leggendo "Il tesoro perduto della regina Ahhotep" di Gianluca Miniaci: bit.ly/TesoroPerdutoReginaAhhotep

Si dice spesso che i cavalli non hanno nulla da invidiare agli elefanti in fatto di memoria. Ma è vero?Innanzitutto, qua...
18/07/2025

Si dice spesso che i cavalli non hanno nulla da invidiare agli elefanti in fatto di memoria. Ma è vero?

Innanzitutto, quando parliamo di memoria, dobbiamo stabilire di quale sistema stiamo parlando. Esistono molte forme di memoria (dichiarativa, procedurale ecc.).

Nel cavallo, la ricerca si è concentrata soprattutto su quella a lungo termine e sulla memoria di lavoro, quella che permette di immagazzinare le informazioni a breve termine prima di ordinarle, in modo che alcune possano essere conservate e altre dimenticate.

In natura, i cavalli vivono in una struttura sociale di “fissione-fusione”, nella quale, cioè, in alcuni periodi dell’anno i gruppi si isolano, mentre in altri momenti si riuniscono in branchi più grandi. Durante i periodi di fusione è importante per loro ricordare chi è chi, in modo da interagire in modo appropriato. Ciò implica una buona capacità di riconoscere i singoli conspecifici e di ricordare cavalli che non hanno visto per diversi mesi.

Ma i cavalli ricordano anche i volti umani, sanno usare questa straordinaria capacità per adattare il loro comportamento nei nostri confronti e la nostra sola presenza può riattivare emozioni, sia positive sia negative.

Il cavallo, decisamente ben dotato dal punto di vista cognitivo, è anche in grado di apprendere cose lontane dal suo sistema ecologico, come memorizzare forme astratte. È quindi capace di adattarsi al nostro ambiente umano, arrivando a utilizzare la sua abilità di memoria a lungo termine per evolversi nel nostro mondo, secondo le nostre regole di gioco.

Scoprite "Nel mondo del cavallo" di Léa Lansade in libreria: bit.ly/MondoCavalloCarocci

"Avventure e disavventure dei classici" di Tommaso Braccini si è aggiudicato il premio Mondello critica alla cinquantune...
16/07/2025

"Avventure e disavventure dei classici" di Tommaso Braccini si è aggiudicato il premio Mondello critica alla cinquantunesima edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello!

La vicenda di Alba de Céspedes è emblematica di quanto è accaduto alle scrittrici del Novecento italiano.In prima linea ...
08/07/2025

La vicenda di Alba de Céspedes è emblematica di quanto è accaduto alle scrittrici del Novecento italiano.

In prima linea nell’affrontare le questioni cruciali della contemporaneità, grandi prosatrici d’avanguardia o di frontiera, apprezzate dai lettori e dalla critica del tempo, sono poi state messe da parte e ignorate dalla storiografia. È un destino che ha accomunato autrici di prima grandezza come Fausta Cialente, Gianna Manzini, Anna Maria Ortese e altre ancora.

Autrice di punta di Mondadori, capace di vendere centinaia di migliaia di copie e tradotta in moltissime lingue, portata più volte sul grande schermo, Céspedes è stata poi dimenticata anche da coloro che avrebbero dovuto serbarne memoria.

È stata per tre decenni introvabile sugli scaffali delle librerie, cosicché due generazioni di lettori sono stati privati della possibilità di leggerla. Solo agli inizi del nuovo millennio una nuova sensibilità ha messo di nuovo la sua figura nella giusta luce.
Ma soprattutto negli ultimi anni si sono moltiplicati studi e iniziative editoriali che convergono nell’individuare in lei una delle voci più valide della narrativa del secolo scorso.

Céspedes cambia ogni volta la forma della narrazione, cambia la voce narrante, cambia la scrittura. È un’autrice mai uguale a sé stessa, capace di rinnovarsi sempre; lo testimoniano i suoi stessi romanzi, così diversi l’uno dall’altro, sia nel genere sia nello stile.

Per approfondire la vita, sia creativa che personale, della scrittrice potete leggere il nuovo volume di Annalisa Andreoni, "Leggere Céspedes". Scopritelo in libreria: bit.ly/LeggereCespedesCarocci

Passeggiando per le vie di Napoli, non si ha la sensazione di trovarsi in un’unica città, ma di attraversare tanti picco...
04/07/2025

Passeggiando per le vie di Napoli, non si ha la sensazione di trovarsi in un’unica città, ma di attraversare tanti piccoli paesi diversi.
Cambiano l’architettura, strade, le chiese, i costumi, le identità. Cambia il clan camorristico.

Secondigliano è assai diverso dalla Sanità, il Vomero Alto molto lontano dai Quartieri Spagnoli. Ma li unisce una costante: la presenza della camorra napoletana e delle sue donne.
Queste ultime raramente sono “viste”, e dunque considerate spesso irrilevanti e marginali.
Eppure le donne napoletane nella storia hanno sempre avuto ruoli ed esperienze molto importanti.

Maria Lorenza Longo nel '500 fondò degli istituti di assistenza sociale; Eleonora de Fonseca Pimentel fu una delle figure di spicco della Repubblica napoletana del 1799; o Matilde Serao, prima donna in Italia a dirigere un quotidiano.
Le camorriste sono, per i clan, una sorta di “riserva di lusso”. Sono tenute in panchina fin quando è possibile.
Ma quando il gioco si fa difficile, ossia quando il boss muore o finisce in carcere, sono loro a dimostrarsi capaci di gestire gli affari criminali del gruppo.

Le donne di camorra si muovono spesso nell’ombra, figure nascoste e quasi impercettibili, ma scaltre, autonome, influenti: boss, manager, gregarie alla pari degli uomini. In altre parole, sono protagoniste a pieno titolo della camorra. Eppure spesso vengono ignorate.
"Donne di camorra" di Felia Allum le porta alla luce: bit.ly/DonneCamorraCarocci

Che caldo! Meno male che in libreria c'è l'aria condizionata e, già che ci siete, potete anche dare un'occhiata alle nos...
27/06/2025

Che caldo!
Meno male che in libreria c'è l'aria condizionata e, già che ci siete, potete anche dare un'occhiata alle nostre novità.

Scopritele tutte: bit.ly/CarocciNovità

Avete presente quelle parole che improvvisamente, da un giorno all’altro, finiscono sulla bocca di tutti? Parole-torment...
26/06/2025

Avete presente quelle parole che improvvisamente, da un giorno all’altro, finiscono sulla bocca di tutti?

Parole-tormentone, che instaurano mode e le alimentano; parole-farfalla, che al mattino svolazzano allegre e la sera sono già diafane e sfiorite. Parole-slogan, che marcano agende politiche e orientano consensi; parole-chewing gum, che si appiccicano alla lingua e non si staccano più. Parole-passepartout, che si infilano dappertutto ma che non aprono nessuna porta che non sia già spalancata; parole-maquillage, che occultano la verità ma lo fanno in maniera così elegante da passare inosservate.

Ogni epoca ha i suoi feticci lessicali: a volte irritano, più spesso non ci accorgiamo nemmeno della loro presenza, tanto è facile assuefarci ai nuovi paesaggi linguistici che spesso anche noi contribuiamo a tratteggiare. Come tutte le mode, ne siamo impregnati anche se giuriamo di non seguirle; dicono qualcosa di noi e del nostro tempo anche se quel qualcosa ci disturba o ci fa schifo.

Ma quali sono i tic linguistici più fastidiosi e pervasivi della nostra epoca? E quali sono le circostanze sociali, culturali e persino politiche che li hanno resi tali?

"Bene ma non benissimo", il volume scritto dagli studenti di Academy della Scuola Holden e a cura di Andrea De Benedetti, è un tentativo di censire questi tic linguistici contemporanei, per capirlo meglio. A volte con ironia. Ma senza pietà.

Scopritelo in libreria: bit.ly/BeneMaNonBenissimoCarocci

Il tema dell’esilio era quasi d’obbligo per un letterato dell'epoca di Petrarca. Eppure, a differenza del padre Petracco...
21/06/2025

Il tema dell’esilio era quasi d’obbligo per un letterato dell'epoca di Petrarca. Eppure, a differenza del padre Petracco, di Dante, Cavalcanti, Guittone e Cino, Francesco non fu mai condannato o bandito.

Poté vivere in modo agiato e sereno la propria giovinezza, in esilio, sì, ma in un esilio dorato. Era, insomma, in esilio da sempre e non provava nostalgia per una patria perduta con dolore.

Tuttavia, la tradizione lirica volgare a lui precedente aveva assunto l’esilio come fondamentale per la costruzione di un tema poetico importante come la lontananza e il rimpianto. Se l’esilio per quei poeti era una condizione di vita reale, per Petrarca assunse le vesti di una costruzione retorica, utile alla sua rappresentazione di "peregrinus ubique".

“Petrarca” di Luca Marcozzi è in libreria: bit.ly/PetrarcaCarocci

Avreste scelto questa traccia?Tra le tracce proposte nella prima prova della maturità di quest'anno c'è anche un nostro ...
18/06/2025

Avreste scelto questa traccia?

Tra le tracce proposte nella prima prova della maturità di quest'anno c'è anche un nostro testo, "Gli anni trenta" di Piers Brendon.

In un imponente affresco storico, le vicende e i protagonisti di un decennio drammatico, figlio di un conflitto mondiale e padre della più terribile e sanguinosa guerra della storia. Quella di Piers Brendon è un’analisi a tutto tondo di un’epoca di crisi economica, politica, morale e sociale, ma anche un’importante lezione storica che mostra cosa accade quando le difficoltà materiali della recessione si combinano con il fanatismo ideologico e con l’affermazione di leader senza scrupoli.

In bocc al lupo a tutti i maturandi!

Novità fresche fresche per questo caldo torrido.Le trovate in libreria da oggi. Scopritele qui: bit.ly/NovitàCarocci
13/06/2025

Novità fresche fresche per questo caldo torrido.
Le trovate in libreria da oggi.

Scopritele qui: bit.ly/NovitàCarocci

È legittimo realizzare una biografia a partire da nozioni e fatti che derivano dalle testimonianze dirette dell’individu...
10/06/2025

È legittimo realizzare una biografia a partire da nozioni e fatti che derivano dalle testimonianze dirette dell’individuo oggetto della ricostruzione?

Se ci basassimo solo sulle testimonianze che Petrarca ha lasciato della propria vita riusciremmo a trarne solo un’autobiografia ideale derivante da un progetto letterario condizionato dal desiderio di esemplarità. D’altra parte, se escludessimo tutte le testimonianze d’autore, gli elementi utili per servire alla biografia di Petrarca sarebbero scarsi, malsicuri e poco loquaci.

Per questo una biografia del poeta deve pure partire dagli epistolari, con la consapevolezza che si tratta di documenti non storici ma letterari che non ci permettono di considerarli del tutto attendibili. Rimane imprescindibile la necessità di ancorare la ricostruzione della vita di Petrarca ai testi che egli stesso ha prodotto. Ma il rapporto con quei testi va gestito con consapevolezza, senza trascurare aspetti come il contesto storico e culturale in cui la sua esperienza intellettuale è fiorita.

Quel che è certo è che Petrarca fu uno straordinario personaggio letterario, profondissimo nella sua esibita interiorità, al centro della vita intellettuale della propria epoca.

“Petrarca. La vita e il mondo” di Luca Marcozzi esplora le diverse vie del labirinto ordito dall’autore, lasciando emergere un suo ritratto più veritiero: bit.ly/PetrarcaCarocci

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