GOG Edizioni

GOG Edizioni Libri, magliette, poster: prodotti sovversivi di agitazione culturale

Alcuni nostri amici ci sono cascati, hanno convinto mamma e papà a versare 20k di retta. Garantendosi così il lusso di p...
29/06/2025

Alcuni nostri amici ci sono cascati, hanno convinto mamma e papà a versare 20k di retta. Garantendosi così il lusso di procrastinare per un altro paio d'anni le proprie velleità letterarie, mentre ai loro genitori quei 20k hanno assicurato una bella mano di bianco sulla coscienza, quella di chi è in grado di appaltare il problema "mio figlio vuole fare lo scrittore" a una scuola di non si sa bene cosa. Alle feste di fine Salone ci siamo imbucati anche noi, in tutti questi anni, per vedere cosa succedeva nel "tempio della scrittura e dello stroytelling". Ebbene c'erano tutti, ma proprio tutti. La Scuola Holden è infatti ormai un'istituzione, ammirata pubblicamente da chi ambisce a entrarci o a lavorarci, ma sbertucciata sempre in privato, in primo luogo dagli ex-alunni. In questi giorni è finita in una tempesta di m***a per una "confessione" di una sua ex alunna, che lamentava un clima insopportabile di competizione, piaggeria e arrivismo sfrontato, il tutto per una retta annuale considerevole che promette, dopo due anni di frequentazione, uno scontrino firmato da Baricco in persona e, a qualche fortunat*, la possibilità di pubblicare con la casa editrice di Cattelan junior (quello che ha deciso di fare l'editore perché "leggere è anche divertente").

A noi la Scuola Holden ha sempre insospettito, non tanto per le ambigue questioni amministrative, o per il prestigioso palmares di botulinati che si alternano dietro le cattedre; non ci convince soprattutto l'idea che la scrittura si possa insegnare, o meglio che si possa imparare. La narrativa è un'arte, e in quanto tale può essere decostruita e ricomposta a piacere, e una scuola può insegnare come maneggiarne gli elementi costituenti. Ma ci avvisa Alfio Squillaci, autore del pamphlet "Chiudiamo le scuole di scrittura creativa", che bisogna sempre tenere "in onesta avvertenza che un conto è sapere tutte le mosse del tango, un conto è ballarlo".

Ci vediamo stasera per festeggiare l’uscita del libro “Non ho mai imparato”, dalle 18 in via dei coronari 44a, Roma.“Nes...
24/06/2025

Ci vediamo stasera per festeggiare l’uscita del libro “Non ho mai imparato”, dalle 18 in via dei coronari 44a, Roma.

“Nessuna delle scritte del libro è stata scritta da me”

06/06/2025

nasce per scompaginare il dibattito nella bolla culturale, per delegittimare i ducetti dell’editoria e saccheggiare le centrali di diffusione del sapere. Il Nemico vi ha fatto incazzare, indignare, godere, vi ha entusiasmato e poi deluso, vi ha stufato, vi ha fatto litigare con qualcuno. Ma adesso è tempo di abbandonare il facile cattivismo, accantonare il gioco della provocazione. Per questo nasce Nemesi, una zine in pdf che vi sarà recapitata per mail. Ogni 15 giorni. Solo su abbonamento. I numeri saranno tematici, verticali, piccole inchieste filosofiche e psicosociali, geopolitiche e territoriali. Pagheremo i collaboratori, perché vogliamo offrire un prodotto di qualità, e il denaro ad oggi è effettivamente il miglior arbitro che siamo riusciti a inventare (parleremo anche di questo). Nell’èra delle storie instagram che durano 24 ore, quindi della quotidiana e volontaria obliterazione del passato, cercheremo di tessere un filo tra gli eventi. Parleremo del nostro smarrimento geopolitico, dell’apparente abbandono del nostro tutore secolare e di come ci si ricostruisce una famiglia a 70 anni. Parleremo spesso di Cina, cercando affinità e divergenze tra il nostro sistema di pensiero e il nuovo protagonista silenzioso della politica internazionale. Faremo i seri, ma neanche troppo. Abbonatevi perché vi deluderemo. Link nelle storie.

Una collana nascosta, di otto libri l'anno. Non uno di meno, non uno di più. Non vi riveleremo titoli né autori. Nessuna...
26/03/2025

Una collana nascosta, di otto libri l'anno. Non uno di meno, non uno di più. Non vi riveleremo titoli né autori. Nessuna copertina. Nessun isbn. Nessun prezzo. Libri inediti, come scrigni, forzieri, casseforti nascoste, vi arriveranno dentro una busta d'argento, a cadenza più o meno regolare, nell'arco dell'anno. Geminga è la prova che esista un pubblico di persone a cui non importa della piletta di copie in vetrina da Feltrinelli, che non si fidano più delle marchette su Robinson di Repubblica, delle televendite di Fazio e quelle social dei booktoker, persone che non guardano la copertina, quanti follower ha l'autore, se ha vinto il premio paesinobucolico, se il suo libro è diventato una serie tv o se fa da zeppa al tavolo di Paolo Mieli. Geminga è la prova che si può fare cultura in un'altra maniera, senza dover sempre piegare il proprio lavoro alle regole dei social, al numero dei follower come garanzia di vendibilità, alla legge per cui se l'autore non ha amici giornalisti che lo recensiscano allora non vende, se non risponde a qualche target di mercato non funziona, se non ammicca alle mamme o a una minoranza rumorosa o a una maggioranza istupidita è inutile. Che si possono fare i libri senza essere tenuti in ostaggio, ricattati dal pubblico, senza curarsi troppo della comunicazione o del packaging. Geminga non ha packaging. Eppure ha funzionato. Ha venduto più del 90% dei libri pubblicati in questo Paese (il 90% dei romanzi stampati vende meno di 100 copie). Alcuni di voi hanno preferito pagare cento euro per non sapere cosa avrebbero letto piuttosto che sedici euro per dei libri di cui possono sapere tutto e con copertine splendide fatte dall'avatar di Falcinelli. Questo fatto dice qualcosa sulla natura dell'oggetto-libro, che si vende sicuramente anche per la copertina ma non si legge per la copertina, non rimane nei secoli per la bella copertina. Si può leggere per la fiducia che si ripone in un editore, nelle sue scelte e nel suo gusto. E un editore può e deve permettersi il lusso di non compromettersi coi desiderata del proprio pubblico, che ogni tanto è doveroso deludere. Abbonatevi, proprio perché potreste pentirvene. (Link nelle storie).

Ognuno di noi vive immerso nella propria bolla mediatica. Non ci riferiamo alla bolla di contenuti che l’algoritmo ci of...
13/03/2025

Ognuno di noi vive immerso nella propria bolla mediatica. Non ci riferiamo alla bolla di contenuti che l’algoritmo ci offre quotidianamente, a decadenza programmata, e che ci fa scivolare nella bulimia informativa, nell’onnipervasività di t***e e goal da centrocampo, di dribbling di Ronaldinho e meme stupidi, di napoletani che fanno cose e maranza che fanno più o meno le stesse cose. Parliamo invece di un’enorme cortina di ferro dell’informazione, una guerra fredda delle notizie, sopravvissuta al crollo del muro di Berlino, trasmigrata su un altro muro, un muro informatico, un firewall. La narrazione a coro unico dei paesi Nato o wannabe tali, da un lato di questo muro, opposta e antitetica a quella del resto del mondo, dell’asse della Resitenza, dei paesi della Via della seta, della Russia putiniana, dei piccoli dittatori delle porzioni dimenticate e sudaticce di questo mondo. Ogni bolla vive immersa nel proprio universo manicheo, cosciente di aver sposato le forze del bene e rabbiosamente indisposta ad ascoltare il vangelo del male che l’altra fazione spaccia per verità.

A volte capita però che questo muro si infranga, una piccola crepa, spesso di natura estetico-letteraria, un’artista, un poeta, uno scrittore, un musicista, fa trafugare un fiume di notizie e di vita da un lato all’altro della cortina elettrizzata che ci separa. E l’universo saldo e conchiuso comincia a vacillare. Questo è l’effetto che si prova quando si leggono alcuni dei passi dell’”Ideario di un figlio di puttana”, inedito fresco di stampa di Eduard Limonov. Limonov ci parla di un’Ucraina come Stato fantoccio, da annettere e ricongiungere alla Russia, ma lo fa da anti-putiniano convinto, da martire politico, in tempi non sospetti, quando gli Usa e l’UE si facevano abbindolare dalle promesse di integrazione e tolleranza dell’ex KGB; lo fa da prigioniero nel carcere di Lefortovo per tentata insurrezione armata contro lo Zar. Ci parla dell’Euro-Maidan ucraino, glorificato dalla stampa occidentale, come di un colpo di Stato dell’estrema destra; di Alexey Naval’ny come di un burattino che balbetta sul suo blog la lingua dell’Occidente a monosillabi confusamente nazionalistici.

Cosa si agita nelle viscere del nostro tempo? Bisogna intuire, indovinare, divinare. Guardare dati e statistiche serve a...
17/12/2024

Cosa si agita nelle viscere del nostro tempo? Bisogna intuire, indovinare, divinare. Guardare dati e statistiche serve a poco. Gli unici che le guardano sono gli economisti e non ne hanno mai azzeccata una. Paolo Fox invece sa tutto di noi. Lavorare in una casa editrice è un po' come leggere gli astri, bisogna fare libri come bussole per orientarsi nel dibattito, o meglio per uscire da quel groviglio di rovi e scandali e gossip che è il dibattito. Quelli che pubblichiamo oggi ci avvertono che siamo entrati, ormai da qualche anno, nell'èra dove tutto e tutti chiedono vendetta. Le vittime sono indistinguibili dai carnefici, i carnefici si fanno vittime, le maggioranze si lamentano tentando di farsi passare per minoranze oppresse, le minoranze oppresse appena arrivano a conquistare incarichi di prestigio o di potere si comportano peggio di quelle che hanno spodestato, i rivoluzionari diventano influencer, i militanti funzionari, gli attivisti mandarini, tutto cambia per non cambiare mai. Funziona così la vendetta. Risarcisce dei torti subiti, ma non muta le condizioni per i quali quei torti si creano. È di questo che parla nel suo libro la sociologa francese Nathalie Heinich, "L'ideologia vendicativa", forse il miglior breviario in circolazione per farsi un'idea di cosa sia il wokismo. La seconda pubblicazione intercetta un bisogno diffuso di speranza, laddove ogni tentativo di critica e di ripensamento del sistema sembra alimentare lo stesso sistema che si propone di combattere. Come uscire da questa impasse? Come non fornire più contenuti alla mega-macchina algoritmico-immaginifica che tutto divora, anche ciò che vorrebbe distruggerla? Di questo disagio parlava già nel 1968 il filosofo Raoul Vaneigem, sodale di Guy Debord, quando all'alba della società dello spettacolo i situazionisti si interrogavano sulle strategie più fantasiose per sottrarre la loro ribellione al divenire merce, immagine, bene di consumo – come tutte le altre cose. Un problema che oggi vivono le giovani generazioni, i cui strumenti per ribellarsi gli sono forniti dalle stesse multinazionali a cui si ribellano. Da subito sul nostro sito.

, ambasciatore di Gog e umile servo nella sua vigna, si teletrasporterà nella iper-progressista e quindi ultra-reazionar...
16/12/2024

, ambasciatore di Gog e umile servo nella sua vigna, si teletrasporterà nella iper-progressista e quindi ultra-reazionaria Milano questo giovedì 19 dicembre con "Viola" alla . Non una presentazione del libro, ma prove tecniche di bibliomanzia: assisterete dal vivo a una sorta di divinazione sul corpo del testo. Potrete porgere al nostro una domanda e Profeta vi risponderà aprendo una pagina a caso del suo libro e estraendone una frase. Un tempo si usava fare questi esercizi con la Bibbia, con l'Eneide, con i poemi di Omero: aggiorniamoci! Usiamo "Viola" di Vincenzo Profeta, l'unico libro in grado di rispondere ai nostri interrogativi contemporanei. Vieni a scoprire se lasciar perdere la monogamia e passare al poliamore, se votare Lega o convertirti all'Islam, l'ultima religione davvero leghista in circolazione, se guardare Sanremo o camperizzare il van di tuo padre per andare in Norvegia ed essere infelice ma con una storia da raccontare agli amici che non hai. Ci vediamo questo giovedì, alle 18.30.

Noi non ci saremo. Il nostro catalogo non sarà presente a PLPL 2024. Anno dopo anno cadono i pezzi di un sistema cultura...
03/12/2024

Noi non ci saremo. Il nostro catalogo non sarà presente a PLPL 2024. Anno dopo anno cadono i pezzi di un sistema culturale che ha millantato disorganicità e spontaneità ma ha rivelato (l’ultima polemica è solo l’ennesima conferma) la sua natura di sistema, un meccanismo di inclusione ed esclusione puramente arbitrario, basato su logiche clientelari, interessi politici, scambi di favori, che crea gli strumenti vendicativi e di sopruso ideologico di cui rimane vittima a sua volta, ma soprattutto che sta portando al collasso il livello di una Cultura che si era autoeletto a risollevare. Questo sistema, con i suoi ducetti, oltre ai soldi dello Stato, ha principalmente un capitale, e non è la verità, ma la legittimità, ossia la verità che chi li ascolta gli attribuisce: espropriamolo. Sottraiamo autorevolezza a queste manifestazioni, i luoghi in cui si crea e gestisce la legittimità. Ecco perché non ci saremo, per togliere un minuscolo, forse irrilevante tassello di una struttura che sta cadendo da sola, ma crediamo sia necessario reinventare la Cultura prima delle macerie, e dobbiamo farlo fuori dalle sedi certificate®. Ci troverete da giovedì a domenica in un presidio temporaneo alla libreria , che ci ha gentilmente messo a disposizione i suoi spazi. Domenica festa grande tutto il giorno e alle 20.00 si apre una discussione su questi temi. Alla fiera però un’ultima trollata, un biglietto di addio, che è anche la prima pietra di questa discussione, un opuscolo che abbiamo scritto per l’occasione – «La Cultura è da reinventare» – che uno stagista sottopagato venderà a prezzo di stampa.

Geminga è la più infame delle collane editoriali. Libri che non hanno copertina, che non sono visibili né acquistabili s...
29/10/2024

Geminga è la più infame delle collane editoriali. Libri che non hanno copertina, che non sono visibili né acquistabili separatamente. Libri che di fatto non ci sono, che non avete mai visto in questo anno, di cui non sapete autore, numero di pagine, secolo di pubblicazione, feedback di altri lettori a inficiare il vostro giudizio. Vi sono stati recapitati, a cadenza irregolare, dentro una scatola nera, un giorno a caso, a vostra insaputa, senza preavviso. Non si tratta di chissà quale rivoluzione, forse è solo una strategia di marketing capovolto, ma è anche un segnale che dimostra l’esistenza di persone che sono alla ricerca di altro, e che pur di avere quell’altro sono disposte a fare un acquisto senza informazioni di nessun tipo. In quest’anno, acquistando Geminga, non avete acquistato dei libri, ma un’idea, l’idea che si possa fare cultura in un’altra maniera, senza dover sempre piegare il proprio lavoro alle regole dei social, al numero dei follower come garanzia di credibilità e vendibilità, alla legge per cui se l’autore non è nessuno e non ha amici giornalisti che lo recensiscano allora non vende, se non risponde a qualche target di mercato non funziona, se non ammicca alle mamme o a una minoranza rumorosa è inutile. Si possono fare i libri senza essere tenuti in ostaggio, ricattati dal pubblico? Senza curarsi troppo della comunicazione o del packaging. Geminga non ha packaging. Non comunica nulla di ciò che contiene, eppure ha funzionato. Ha venduto più Geminga del 90% dei libri pubblicati in questo Paese (il 90% dei romanzi stampati vende meno di 100 copie). Alcuni di voi hanno preferito pagare una piotta per non sapere cosa avrebbero letto piuttosto che sedici euro per dei libri di cui possono sapere tutto e con copertine splendide. Questo fatto dice qualcosa sulla natura dell’oggetto-libro, che si vende sicuramente anche per la copertina ma non si legge per la copertina, non rimane per la bella copertina. Si può leggere per la fiducia che si ripone in un editore, nelle sue scelte e nel suo gusto. E un editore può e deve permettersi il lusso di non compromettersi coi desiderata del proprio pubblico, che ogni tanto è doveroso deludere.

Einaudi si balocca con i meme su Intermezzo di Sally Rooney, Friedman piroetta a Ballando con le Stelle, ieri Mughini si...
28/10/2024

Einaudi si balocca con i meme su Intermezzo di Sally Rooney, Friedman piroetta a Ballando con le Stelle, ieri Mughini si piegava al Grande Fratello, Aldo Busi si denudava anche all’Isola dei Famosi, Mondadori è diventata la casa editrice dei tiktoker, Adelphi fa le sportine carine e Feltrinelli dà in omaggio la copertina della buonanotte ai suoi lettori: non è questione di fare i puristi della cultura – l’alto e il basso non esistono e siamo tutti d’accordo (Labranca insegna: i cialtroni si nascondono ovunque), noi chiediamo soltanto che la cultura non si appiattisca del tutto sull’intrattenimento, perché a competere con chi l’intrattenimento lo fa benissimo, ci perde. La cultura faccia la cultura, e che la sua strategia commerciale più efficace sia quella di non fare scelte puramente commerciali. Calasso ha creato un impero così, dando vita alla più st***za delle case editrici: perché stiamo dimenticando la sua lezione?

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«La Champions League del dolore, il tempo risana tutto. I fiori freschi neri. Il vento mi pulisce la testa. Rami secchi ...
23/10/2024

«La Champions League del dolore, il tempo risana tutto. I fiori freschi neri. Il vento mi pulisce la testa. Rami secchi spezzati per terra. Raggi di sole deviati sembrano p***e di energia tra gli alberi caduti. Foglie secche nei giardini a forma di teschio, la speranza che qualcuno mi capisca. E intere foreste di vita con un po’ più di respiro mi si aprono davanti, con un po’ di respiro in più, Milano è bella, non immaginate quanto sia bella. Viola è bella, intelligente, è in connessione con il mio cuore, con il mio c***o, le crisi di rabbia finiscono. Fuori è di nuovo tutto uguale, rassicurante, le felpe con i tasconi e il cappuccio, le Adidas, sono la nostra divisa, il nostro socialismo reale, mi rassicurano, dire la parola “Cringe” è cringe. In un’epoca in cui pezzi di vita vengono assorbiti da un irreale sempre più fintamente senziente, sempre più fintamente inevitabile, la stupidità artificiale, forse mi sento ancora vivo, grazie a Viola, fuori c’è il fuori salone, io vedo solo il design del tuo letto e del suo c**o, il fuori salone è tutto, il fuori salone è vita».

Viola è una cyberfregna. Bellissima, st***za, sofisticata, lavora nel campo della moda a Milano eppure coltiva oscuramen...
16/10/2024

Viola è una cyberfregna. Bellissima, st***za, sofisticata, lavora nel campo della moda a Milano eppure coltiva oscuramente il suo guilty pleasure dando spago a Osvaldo, prototipo perfetto dell’incel, scrittore introverso, disoccupato, perditempo in una Palermo asfissiante e senza speranza. Si conoscono online e chattano di continuo, a Osvaldo piace essere umiliato da lei (che forse neanche esiste ed è solo un chatbot) mentre tenta invano di ultimare il suo romanzo ma viene perennemente distratto da deliri e paranoie, si abbandona ad assurde dietrologie, a un complottismo dadaista, si interessa al satanismo e al transumanesimo, alla cultura New Age – e quando non chatta con Viola rimesta nel dark web della coscienza occidentale, in tutte le idee scartate dalla società ma che ne rappresentano i più controversi desideri. Tra Milano e Palermo, la capitale del mobile e quella dell’immobilismo, tra Occidente e Oriente, tra il Nord del progresso e il Sud esoterico, al crocevia di questi due continenti si sviluppa questo romanzo come un manifesto contro la scrittura: un daspo al linguaggio – seconda prova narrativa di Vincenzo Profeta che, dopo La Palermo male, si spinge ancora più in là nella sua ricerca sperimentale e ossessiva di preservare Dio e l’amore dalla corruzione delle parole, che poi è la corruzione del mondo.

Questa domenica alle 18.30 da portiamo la letteratura italiana definitivamente al collasso presentando il romanzo "Viola" di Vincenzo Profeta. Venite a farvi benedire ☄ (Il libro è disponibile quasi da nessuna parte)

Indirizzo

Rome

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 19:00
Martedì 08:00 - 19:00
Mercoledì 08:00 - 19:00
Giovedì 08:00 - 19:00
Venerdì 08:00 - 19:00
Sabato 08:00 - 19:00
Domenica 08:00 - 19:00

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Un rifugio contro l’inclemenza dei tempi

GOG Edizoni nasce dalle colonne digitali de «L’Intellettuale Dissidente», una rivista online di cultura fondata da Sebastiano Caputo e Lorenzo Vitelli nel 2011. Poco più che ventenni, Caputo e Vitelli decidono di dare vita a questa casa editrice per affiancare con un approfondimento cartaceo la comunità virtuale che si era creata intorno alla rivista. Il libro come oggetto di aggregazione, incontro, dibattito, laboratorio. Senza capitali né grandi investimenti, GOG Edizioni è nata impegnandosi con una tipografia per pagare le spese di stampa della sua prima pubblicazione a 30 giorni. Con i proventi del primo libro ha iniziato a dare vita alla propria attività editoriale. Ad oggi conta 28 titoli in catalogo e 4 collane, e la collaborazione con un artista (@Kaplan propaganda) che realizza per noi poster e magliette.

Chi siamo? Cosa facciamo? Cosa vogliamo? Dove stiamo andando? Non sappiamo rispondere a queste domande. Altrimenti avremmo le idee chiare e la vita sistemata. Altrimenti avremmo fondato un partito o un movimento, pubblicheremmo ricette di cucina o libri ricamati su misura per una nicchia di lettori con un preciso indirizzo politico. Ma questo business non fa per noi. Navighiamo a vista, noncuranti e incoerenti, e sulla prua della nostra nave di carta apponiamo questo monito: dimorare in ogni idea, un istante.

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