13/09/2025
PRESIDENTI / GIACOMO PAULUCCI DI CALBOLI BARONE (1933-1940)
Giacomo Paulucci di Calboli Barone (1887-1961).
Nasce a Caltagirone, in provincia di Catania. Figlio unico, non ha ancora cinque anni quando rimane orfano di entrambi i genitori, Rosario Barone, piccolo proprietario terriero, e Anna Maria Russo. Terminato il liceo classico, nel 1905 va a Roma, dove si laurea in Giurisprudenza. Prosegue la sua formazione a Berlino, Oxford e Parigi, dove nel 1911 si laurea in Scienze sociali all’Ecole libre des sciences politiques.
Vincitore di concorso nel 1915, inizia la sua carriera diplomatica. Collabora fin da subito con il ministro plenipotenziario, il conte Raniero Paulucci di Calboli, di cui nel 1920 sposa la figlia Camilla e nel 1924 prende il cognome, insieme al titolo di marchese.
Salito al potere, Mussolini lo nomina suo capo di gabinetto per gli Affari esteri nel novembre 1922. Nel 1924 è vicepresidente de L’Unione Cinematografica Educativa, nel 1925-1926 dell’Istituto Nazionale Luce, poi dell’Istituto Cristoforo Colombo, è membro dell’Istituto per l’Europa orientale e del Consiglio superiore dell’economia nazionale.
Nel 1927 arriva alla Società delle Nazioni a Ginevra, dove è nominato responsabile per l’amministrazione interna. Molto del suo operato con intenti riformatori non va a segno, ma riesce a far nascere a Roma l’Istituto internazionale di cinematografia educativa.
Nel 1932, in seguito ai contrasti con il ministro Dino Grandi, è richiamato a Roma. Dopo un anno Mussolini lo sceglie come presidente e direttore generale dell’Istituto Nazionale Luce, per risanare l’ente, considerata la sua esperienza e le sue competenze. Contemporaneamente è inviato straordinario e ministro di prima classe, consigliere dell’ISMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente).
Contribuisce allo sviluppo dell’industria cinematografica italiana, attraverso l’IRI (Istituto per la ricostruzione industriale) e l’ENIC (Ente nazionale industrie cinematografiche), di cui è presidente (1936-1940). Promuove l’innovazione tecnica, l’attività della Mostra del cinema di Venezia, registi e pellicole, tra cui “Scipione l’Africano” di Carmine Gallone e “Condottieri” di Luis Trenker. Durante il periodo di presidenza al Luce, scrive per varie riviste, soprattutto su «Echi e commenti», ereditata dal suocero e che co-dirige.
Nel febbraio 1940, terminato il suo incarico al Luce, è inviato come ambasciatore a Bruxelles, ma con l’entrata in guerra dell’Italia, è richiamato in patria. Nella primavera 1943 è ambasciatore a Madrid, a settembre rifiuta la proposta di Mussolini che gli offre il ministero degli Affari esteri della RSI.
Finita la guerra, incriminato dall’Alto commissariato per l’epurazione, viene dimesso e sostituito. Questo contribuisce a peggiorare la sua salute già compromessa dal tanto lavoro e ritarda il suo ritorno in Italia. Nel gennaio 1950 è riabilitato, ma resta lontano da qualsiasi incarico pubblico.
Scopri alcuni momenti della sua presidenza -> https://shorturl.at/u1s3u
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