Luce per la didattica

Luce per la didattica Luce per la Didattica racconta e promuove le attività dell’Ufficio studi, ricerche, didattica e biblioteca dell'Archivio Luce.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ISTITUTO NAZIONALE LUCE 1924-1962. DAL FASCISMO AL BOOM ECONOMICO”L’Istituto Luce compie cento ...
28/10/2025

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ISTITUTO NAZIONALE LUCE 1924-1962. DAL FASCISMO AL BOOM ECONOMICO”

L’Istituto Luce compie cento anni.

Il 5 novembre 1925 L’Unione per la Cinematografia Educativa cede il passo all’Istituto Nazionale Luce. Da allora fino al 1962, anno in cui si trasforma in società per azioni, l’Istituto vive mille vite differenti. Tredici studiosi di cinema e fotografia ci raccontano questa storia in modo trasversale, partendo dal ricco patrimonio dell’Archivio.

Presentazione del libro “Istituto Nazionale Luce 1924-1962. Dal fascismo al boom economico”, a cura di Gabriele D’Autilia e Luca Mazzei, Milano, Silvana Editoriale, 2025

mercoledì 5 novembre 2025 ore 17.00

Casa del Cinema - Sala Cinecittà
Roma, Largo Marcello Mastroianni, 1

Partecipano il presidente di Cinecittà S.p.A., Antonio Saccone, il direttore dell’Archivio Storico Luce, Enrico Bufalini, i curatori, Gabriele D’Autilia e Luca Mazzei, e alcuni degli autori dei saggi, Sila Berruti, Paola Callegari, Barbara Corsi, Simone Dotto, Giovanni Grasso, Gianmarco Mancosu, Alfonso Venturini.

Modera Christian Uva

Con il patrocinio della CUC (Consulta Universitaria del Cinema)

Per partecipare, prenotazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti, scrivendo a [email protected]

Per scoprire il libro -> https://shorturl.at/4HGdE

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Consulta Universitaria del Cinema

27/10/2025
PRESIDENTI / NINO D’AROMANino D’Aroma (1902-1982).Nasce Antonino a Rocca di Mezzo, in provincia dell’Aquila, da Giulio e...
26/10/2025

PRESIDENTI / NINO D’AROMA

Nino D’Aroma (1902-1982).

Nasce Antonino a Rocca di Mezzo, in provincia dell’Aquila, da Giulio e Maria.

Fascista della prima ora, è iscritto ai Fasci di Combattimento dal 10 giugno 1919 ed è amico di Benito Mussolini, che nel 1928 lo manda in Germania per redigere una relazione dettagliata su Adolf Hitler, nuova figura dell’estrema destra tedesca.

Intensa è la sua attività di giornalista. Collaboratore de «L’Idea nazionale» (1919), caporedattore di «Patria», fondatore di due periodici per la gioventù fascista, «Giovinezza» e «Giovane Italia» (1925), caporedattore de «Il Popolo di Trieste» (1926), corrispondente romano della «Gazzetta del Popolo», del «Corriere di Catania» e della «Gazzetta di Messina», capo della redazione romana di «Regime fascista», redattore del «Corriere della Sera», collaboratore di «Echi e commenti» e de «La Stirpe». Spesso nei suoi pezzi alimenta la propaganda politica e adotta anche pseudonimi (Nidar, Ostilio, Rutilio).

È segretario federale romano del Partito Nazionale Fascista dal 9 gennaio 1931 al 1º luglio 1933. Nel 1934 firma il soggetto del film “Ragazzo”. Tre anni dopo, sposa, in seconde nozze, l’attrice russa Tatiana Pavlova. Scrive e traduce testi teatrali, è autore de “Le sorelle di Segovia” (con lo pseudonimo Ribero Gomez Duharte) e de “La Regina di Roma”, messi in scena dalla moglie. Dal 1937 al 1940 è commentatore politico all’EIAR. Nel 1939 entra a far parte della Camera dei fasci e delle corporazioni. Pur vicino a Giuseppe Bottai, resta sempre fedele a Mussolini. Dal febbraio 1940 al febbraio 1942 è vice presidente della Corporazione dello Spettacolo. Dal 1940 al 1943 ricopre il ruolo di direttore de «Il Piccolo» di Roma.

Aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, il cui Ministro della Cultura Popolare diventa Ferdinando Mezzasoma. È in questa fase che, alla fine del 1943, arriva al Luce, dopo la presidenza di Augusto Fantechi (1940-1943) e un rapido passaggio (dopo l’8 settembre 1943) di Giuseppe Croce, che da direttore generale diventa commissario straordinario dell’Istituto, organizzando il trasferimento di quest’ultimo a Venezia.

Anche D’Aroma è commissario straordinario del Luce, cioè assume su di sé tutti i poteri. Attraversa la turbolenta stagione dell’Istituto a Venezia, spingendo al massimo i cinegiornali per fini propagandistici. Ad un certo punto chiede di aprire un’inchiesta, per condotta illecita, su Luigi Freddi e sta per essere sostituito al Luce da Marco Pomilio o da Luciano Celso. Ma il crollo del Regime di Salò ferma l’inchiesta e la sua successione. Comunque il suo incarico al Luce tramonta, parallelamente alla fine del fascismo e della seconda guerra mondiale. Al suo posto giunge Olindo Vernocchi.

Nel dopoguerra è prima epurato dall’Ordine dei giornalisti e poi riammesso nel 1946. Così lavora al «Secolo d’Italia». Per un periodo è iscritto al Movimento Sociale Italiano. Collabora con «La Settimana Incom» e scrive libri di memorie sul regime, tra cui “Mussolini segreto” (1958).

Rimane vedovo nel 1975. Muore a Roma.

Scopri un momento della sua presidenza -> https://shorturl.at/EYos9

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AUTORI / LUIGI LIBERIO PENSUTI, IL RE DEI DISEGNI ANIMATILuigi Pensuti (1903-1945), dopo aver studiato Medicina e Archit...
18/10/2025

AUTORI / LUIGI LIBERIO PENSUTI, IL RE DEI DISEGNI ANIMATI

Luigi Pensuti (1903-1945), dopo aver studiato Medicina e Architettura, nel 1927 si trasferisce a Civita Castellana, nominato direttore artistico di una fabbrica di ceramiche. Morta prematuramente la moglie, torna a Roma, dove conosce Vittorio Podrecca. Diventa costumista e scenografo della sua compagnia di marionette, “I Piccoli”, che segue durante la tournée in Francia. Qui conosce Carlo Cossio, pioniere dell’animazione, con cui fa film per la Gaumont, sperimentando l’uso di fogli di celluloide per i disegni animati.

Nel 1930, rientrato in Italia, fonda la sua casa di produzione, la S.I.C.E.D. (Società italiana per la cinematografia educativa e didattica), a cui vengono commissionati filmati didattici da parte dei ministeri della Guerra, della Marina e dell’Aeronautica. Collabora con Trilussa, creando otto favolette – tra cui il film “La vispa Teresa” (1931) doppiato dalla figlia di Pensuti, Luciana –, censurate e ritirate dal mercato. Nel 1932 è incaricato dal regime di elaborare un programma di cartoni animati per la campagna anti-tubercolare.

Nel 1935 diventa direttore del Reparto Passo Uno, dedicato all’animazione, all’Istituto Nazionale Luce. È in questo periodo che comincia ad usare lo pseudonimo Liberio. Crea grafici e animazioni per film di propaganda e di satira politica come “Un idillio a Ginevra” (1934). Realizza cortometraggi didattici per la Cineteca scolastica, con lo scopo di spiegare studi scientifici o illustrare fenomeni naturali. Nascono film, come “La vicenda delle stagioni” e “Come fu scoperta la forma della Terra”, che in alcuni casi sono proiettati al Planetario, dove tiene anche un ciclo di conferenze. Altri film prodotti dal Luce, a cui dà il suo contributo, sono “Nemico pubblico n. 1” (1938), “Crociato 900” (1939) e “Colpi d’ariete” (1940), entrambi con Raffaele Gervasio per le musiche.

Lasciato il Luce per non essere costretto ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista, nel 1939 passa alla IN.CO.M (Industria Corti Metraggi), società di produzione cinematografica di Sandro Pallavicini. Negli anni successivi si riscatta definitivamente dal cinema di regime. Nel 1943 un suo inserto animato compare in “Gian Burrasca”, film di Sergio Tofano.

Colpito da un ictus, continua a lavorare, aiutato dalla figlia e da suo marito, Vittorio Cossio. L’ultimo suo film è “Come la popolazione di Roma può usare l’energia elettrica razionalmente” (1944).

Scopri il Reparto Passo Uno del Luce, regno di Pensuti -> https://shorturl.at/Qkh4R

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OGGETTI / IL FILM “SONORO”Nel documentario “Come nasce un cortometraggio” (1942), ad un certo punto si entra nella sala ...
12/10/2025

OGGETTI / IL FILM “SONORO”

Nel documentario “Come nasce un cortometraggio” (1942), ad un certo punto si entra nella sala di sincronizzazione dell’Istituto Nazionale Luce, dove le immagini ricevono il sonoro. Qui commenti, rumori e voci dei personaggi vengono registrati, mentre la pellicola scorre su uno schermo.

Più di dieci anni prima, nel novembre 1930, il Luce avvia il suo complesso e gravoso passaggio dal muto al sonoro, in ritardo rispetto all’estero e allo stesso mercato italiano. Il presidente Alessandro Sardi stipula un contratto con la RCA Photophone. Un contratto valido dal 1931 al 1935, che comporta una serie di problemi economici all’azienda e per questo verrà rimodulato.

Dalla Società Photophone il Luce compra la prima macchina da ripresa sonora, arrivata con il piroscafo Umberto Biancamano a Napoli, il 4 febbraio 1931. I primi esperimenti di riprese parlate e sonore sono effettuate con il camion acquistato, sempre della Società Photophone, il 31 marzo, all’interno del Planetario. Qui, l’11 giugno, in una serata di gala, il Luce presenta i suoi primi film “sonori”, con la proiezione di quattro soggetti della cine-rivista sonora.

Due giorni prima, sempre al Planetario, avvengono i primi esperimenti del giornale sonoro Luce, con la “Ninna Nanna” di canterini etnei. Grazie ad un altro accordo, quello con la Fox, il giornale sonoro Luce, inizierà ad essere diffuso dal 2 ottobre.

Nel 1932 il Luce produce muto e sonoro. Quest’ultimo entra a regime l’anno seguente.
In quei primi anni Trenta, il reparto sonoro si trova accanto al Planetario, nella sede di via Cernaia. È diretto dal Comandante Surdi, con Giuseppe Caracciolo, come capo fonico, e tra gli operatori c’è Otello Martelli, il futuro direttore della fotografia.

Scopri i documenti sugli albori del film “sonoro” per il Luce -> https://shorturl.at/Uzb27

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06/10/2025
LIBRI / DUE-TRE-CINQUE ANNI DI VITA DELL’ISTITUTO NAZIONALE «LUCE» (1926-1930) Il Luce nel primo quinquennio di attività...
05/10/2025

LIBRI / DUE-TRE-CINQUE ANNI DI VITA DELL’ISTITUTO NAZIONALE «LUCE» (1926-1930)

Il Luce nel primo quinquennio di attività pubblica tre volumi che diventano tappe di una cronistoria.

Il racconto dal di dentro di molteplici aspetti dell’azienda costituisce un’auto-rappresentazione che mira alla diffusione propagandistica, a ribadire una centralità tra gli addetti ai lavori, ma anche a farsi conoscere da tutti.

Sfogliando le pagine di queste pubblicazioni, scorrono dati, focus ed elenchi relativi alla struttura dell’ente, ai suoi intenti programmatici e al suo complesso funzionamento, alla sua varia produzione fotografica e cinematografica.

Sono degli strani oggetti editoriali, un po’ compendio e un po’ catalogo, con uno sguardo che si muove tra il dettaglio e il panorama, tra il centro e la periferia del Luce.

I tre volumi cambiano pelle e dimensioni, seguendo la crescita e la diversificazione dell’attività dell’azienda. Si passa dalle 38 pagine del primo alle 122 dell’ultimo. Una costante sono i titoli delle sezioni e i temi dei paragrafi, messi di lato, entrambi stampati in rosso.

Nel primo (“Due anni di vita dell’Istituto Nazionale «LUCE»”) c’è solo testo. L’esigenza è di fissare i primi passi compiuti. Un unico vezzo: l’ultimo periodo dello scritto introduttivo e di quello finale assume graficamente l’andamento di un cono di luce rovesciato.

Esce l’anno successivo il secondo libro (“Tre anni di vita dell’Istituto Nazionale «LUCE»”), che presenta un’articolazione maggiore dei contenuti e nella forma, arrivano le foto a tutta pagina a corredo di alcune parti.

L’ultimo (“Cinque anni di vita dell’Istituto Nazionale «LUCE»”), pubblicato nel novembre 1930 e con un indice ancora più ricco, mostra da parte dell’Istituto una piena consapevolezza e la voglia di alzare il livello dell’operazione editoriale. Compaiono infatti anche fotocomposizioni e apposite illustrazioni a illuminare argomenti e numeri.

Scopri come erano fatti i volumi -> https://shorturl.at/o0CZd

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POSTER 6/9. IL PLANETARIO DI ROMA Mussolini, in Germania, vede in funzione un modernissimo proiettore Zeiss, che permett...
28/09/2025

POSTER 6/9. IL PLANETARIO DI ROMA

Mussolini, in Germania, vede in funzione un modernissimo proiettore Zeiss, che permette di riprodurre su una cupola il cielo e i movimenti degli astri, e vuole creare un planetario a Roma. Il luogo scelto è accanto al laboratorio di via Cernaia, uno degli spazi del Luce.

Si tratta dell’aula ottagona, la sala della Minerva delle Terme di Diocleziano di Roma. I lavori di restauro e adeguamento della sala sono eseguiti dal soprintendente Roberto Paribeni, sotto la direzione di Marcello Piacentini. Data la sua funzione di divulgazione scientifica, la gestione del planetario è affidata al Luce.

Inaugurato il 28 ottobre 1928, apre al pubblico il 4 novembre con conferenze e spettacoli di astronomia, che saranno poi i punti cardine della sua attività. Il planetario dispone di una cupola, con una volta di 19 metri di diametro, e di 360 posti a sedere.

Solo dal 1930, attrezzata con uno speciale grammofono dotato di altoparlante, la sala comincia a proporre spettacoli cinematografici, in particolare per le proiezioni della Rivista Luce. Le cineriviste riscuotono grande successo, tanto da indurre il Luce a limitare le visioni celesti a favore degli spettacoli cinematografici a pagamento, composti da cinegiornali, riviste e documentari di sua produzione.

Spesso il Luce al planetario testa i suoi film, prima di farli girare. In alcuni casi diventa un luogo in cui alcune produzioni dal punto di vista economico riescono a risalire la china, come nel caso del film “Camicia nera”. Infatti al planetario, a partire dal 1932 e per tutti gli anni Trenta, gli incassi crescono e sono assimilabili a quelli di un cinema commerciale di terza categoria, con lo stesso numero di posti.

Durante la seconda guerra mondiale il planetario continua a svolgere la sua funzione istituzionale, culturale e propagandistica. Nell’ottobre del 1944, nella Roma liberata e occupata dagli alleati, la sala costituisce l’unica attività funzionante del Luce.

Dal dopoguerra fino al 1980 proseguono le proiezioni cinematografiche. Dopo quella data il planetario viene restituito pienamente all’attività di divulgazione astronomica per la quale era nato.

Vedi il poster -> https://shorturl.at/OhBGF

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LUOGHI / LE AGENZIE DEL LUCE TRA L’ITALIA E L’ESTEROVia Padova 6 a Milano, via Montebello 7 a Bologna e calle Loredan 41...
20/09/2025

LUOGHI / LE AGENZIE DEL LUCE TRA L’ITALIA E L’ESTERO

Via Padova 6 a Milano, via Montebello 7 a Bologna e calle Loredan 4147 a Venezia sono gli indirizzi di alcune delle agenzie dell’Istituto Nazionale Luce nel 1941. In quell’anno nella nostra Pen*sola se ne contano almeno otto, da Genova a Trieste, da Torino a Palermo, passando per Napoli.

Un decennio prima, il Luce decide di dotarsi di un’organizzazione capillare per una rapida ed efficiente distribuzione dei suoi cinegiornali. Considerata la scadenza del suo contratto con la Società Pittaluga (30 giugno 1931), all’inizio di quello stesso mese acquista i locali delle agenzie della L.I.C. (L’Italiana Cinematografi), situate nelle città di Milano, Torino, Venezia, Bologna e Firenze.

Così molti dipendenti della Società Pittaluga decidono di passare al Luce. Quei lavoratori li troviamo nei servizi fotografici che il Luce realizza tra l’ottobre e novembre 1931 nelle neonate agenzie di Milano, Bologna e Venezia.

Nel 1933, Giacomo Paulucci di Calboli Barone, all’inizio del suo mandato di presidente del Luce, visti i numerosi ammanchi e l’indisciplinatezza gestionale in alcune agenzie e sub-agenzie, richiede a tutti i direttori un resoconto dettagliato sia amministrativo sia economico, relativo alla situazione, ai servizi e al personale delle loro agenzie.

Nell’estate di quell’anno, come annuncia la rivista «Eco del cinema», il Luce apre a Parigi, l’agenzia generale per la Francia, i paesi di lingua francese, il Belgio, l’Olanda, la Spagna ed il Portogallo. La sua direzione, nel dodici mesi cambia tre volte. Affidata inizialmente al Commendatore Giuseppe Maria Collinucci, che viene licenziato e sostituito dal Capitano Barone Fausto Aloisi. Alla sua morte, nel giugno 1934, arriva Balzarelli, su spinta della S.A.S.P. (Società Anonima Stefano Pittaluga), visto che era già il suo rappresentante parigino.

Scopri le foto delle agenzie del 1931 e leggi la pagina sull’agenzia di Parigi -> https://shorturl.at/kCtY5

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PRESIDENTI / GIACOMO PAULUCCI DI CALBOLI BARONE (1933-1940) Giacomo Paulucci di Calboli Barone (1887-1961).Nasce a Calta...
13/09/2025

PRESIDENTI / GIACOMO PAULUCCI DI CALBOLI BARONE (1933-1940)

Giacomo Paulucci di Calboli Barone (1887-1961).

Nasce a Caltagirone, in provincia di Catania. Figlio unico, non ha ancora cinque anni quando rimane orfano di entrambi i genitori, Rosario Barone, piccolo proprietario terriero, e Anna Maria Russo. Terminato il liceo classico, nel 1905 va a Roma, dove si laurea in Giurisprudenza. Prosegue la sua formazione a Berlino, Oxford e Parigi, dove nel 1911 si laurea in Scienze sociali all’Ecole libre des sciences politiques.

Vincitore di concorso nel 1915, inizia la sua carriera diplomatica. Collabora fin da subito con il ministro plenipotenziario, il conte Raniero Paulucci di Calboli, di cui nel 1920 sposa la figlia Camilla e nel 1924 prende il cognome, insieme al titolo di marchese.

Salito al potere, Mussolini lo nomina suo capo di gabinetto per gli Affari esteri nel novembre 1922. Nel 1924 è vicepresidente de L’Unione Cinematografica Educativa, nel 1925-1926 dell’Istituto Nazionale Luce, poi dell’Istituto Cristoforo Colombo, è membro dell’Istituto per l’Europa orientale e del Consiglio superiore dell’economia nazionale.

Nel 1927 arriva alla Società delle Nazioni a Ginevra, dove è nominato responsabile per l’amministrazione interna. Molto del suo operato con intenti riformatori non va a segno, ma riesce a far nascere a Roma l’Istituto internazionale di cinematografia educativa.

Nel 1932, in seguito ai contrasti con il ministro Dino Grandi, è richiamato a Roma. Dopo un anno Mussolini lo sceglie come presidente e direttore generale dell’Istituto Nazionale Luce, per risanare l’ente, considerata la sua esperienza e le sue competenze. Contemporaneamente è inviato straordinario e ministro di prima classe, consigliere dell’ISMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente).

Contribuisce allo sviluppo dell’industria cinematografica italiana, attraverso l’IRI (Istituto per la ricostruzione industriale) e l’ENIC (Ente nazionale industrie cinematografiche), di cui è presidente (1936-1940). Promuove l’innovazione tecnica, l’attività della Mostra del cinema di Venezia, registi e pellicole, tra cui “Scipione l’Africano” di Carmine Gallone e “Condottieri” di Luis Trenker. Durante il periodo di presidenza al Luce, scrive per varie riviste, soprattutto su «Echi e commenti», ereditata dal suocero e che co-dirige.

Nel febbraio 1940, terminato il suo incarico al Luce, è inviato come ambasciatore a Bruxelles, ma con l’entrata in guerra dell’Italia, è richiamato in patria. Nella primavera 1943 è ambasciatore a Madrid, a settembre rifiuta la proposta di Mussolini che gli offre il ministero degli Affari esteri della RSI.

Finita la guerra, incriminato dall’Alto commissariato per l’epurazione, viene dimesso e sostituito. Questo contribuisce a peggiorare la sua salute già compromessa dal tanto lavoro e ritarda il suo ritorno in Italia. Nel gennaio 1950 è riabilitato, ma resta lontano da qualsiasi incarico pubblico.

Scopri alcuni momenti della sua presidenza -> https://shorturl.at/u1s3u

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OGGETTI / IL CINEMOBILEIl cinemobile, anche chiamato autocinema e cineambulante, è una presenza costante nelle varie sta...
06/09/2025

OGGETTI / IL CINEMOBILE

Il cinemobile, anche chiamato autocinema e cineambulante, è una presenza costante nelle varie stagioni dell’Istituto Nazionale Luce, dagli anni Venti agli anni Sessanta. E si muove accanto ai cinemobili di altri enti e realtà.

I cinemobili sono furgoni attrezzati con apparecchiature per la proiezione, in grado di raggiungere qualsiasi luogo. Ad un certo punto hanno quattro altoparlanti, che entrano in funzione, una volta arrivati sul posto. Due per diffondere la pubblicità e fare gli annunci e due per il sonoro del filmato.

Dall’autoparco del Luce i cinemobili, per la propaganda agricola, raggiungono le campagne italiane, soprattutto le aree rurali del Meridione, prive di sale cinematografiche. Si imbarcano da Napoli per arrivare nelle colonie africane. Piantano lo schermo nelle principali piazze romane. Percorrono l’intera nostra Pen*sola, con scritto sulle fiancate “Presidenza del Consiglio dei Ministri - Centro di documentazione Istituto Nazionale Luce”, per raccontare la ricostruzione nel secondo dopoguerra.

Spesso, in occasione di grandi eventi o in situazioni complicate come in Africa, gli operatori per scattare o girare si posizionano sui tetti dei cinemobili.

Della flotta dei cinemobili Luce è arrivato a noi solo un superstite. Un Fiat 618 del 1936, restaurato e conservato al MIC (Museo Interattivo del Cinema) della Cineteca Italiana di Milano.

Scopri come agiva un cinemobile agricolo nel 1932 e alcuni dei tantissimi luoghi raggiunti dai cinemobili -> https://shorturl.at/MtrJD

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POSTER 5/9. ADOLFO PORRY PASTOREL: FEMMINILE PLURALE ANNI VENTIAdolfo Porry Pastorel (1888-1960), gemello maggiore di Al...
29/08/2025

POSTER 5/9. ADOLFO PORRY PASTOREL: FEMMINILE PLURALE ANNI VENTI

Adolfo Porry Pastorel (1888-1960), gemello maggiore di Aldo, nasce a Vittorio Veneto per poi trasferirsi con la famiglia a Roma.

Nel 1906, con l’aiuto di Ottorino Raimondi, vicedirettore de «Il Messaggero», comincia la carriera giornalistica. Da subito si afferma con i reportage: un mix esplosivo dato dalla sua scrittura e dalle sue stesse foto. È così che inventa la figura del fotoreporter. Ha solo vent’anni. Arriva a lavorare a «Il Giornale d’Italia», diretto da Alberto Bergamini. Apprende in Germania le tecniche di zincografia e di fotoincisione per la riproduzione delle immagini su carta stampata, e le diffonde, tenendo un corso all’Istituto professionale “San Michele”. Apre la sua agenzia “VEDO (Visioni Editoriali Diffuse Ovunque)” in via del Pozzetto 122, che in seguito si stabilisce in via di Pietra 87.

Con la sua macchina fotografica cattura momenti straordinari della vita italiana, rivelando in anteprima notizie o svelando i lati inconsueti dei fatti. Arriva ovunque, usa i piccioni viaggiatori per far giungere in tempi record i negativi, regala alle donne specchietti portatili e agli uomini orologi da taschino, con inciso sui coperchi il recapito a cui chiamare quando succede qualcosa degno di nota. Memorabili molti dei suoi servizi, spesso con un uso nuovo e incisivo della didascalia: l’arresto del giovane Mussolini nell’aprile 1915; la disfatta di Caporetto e la fine della prima guerra mondiale; la marcia su Roma; l’inchiesta sul delitto Matteotti, commissionatagli dalla moglie del deputato; la battaglia del grano.

Ha sempre nuove trovate per battere i suoi colleghi sul tempo. Riesce a intrufolarsi al centro di ogni evento e ad avvicinare personaggi importanti; è tra i primi a mandare le immagini con la telefotografia; trasforma il suo furgone in un laboratorio di stampa fotografica; modifica la macchina Leica per cambiare più rapidamente la pellicola e sperimenta l’uso del flash per scattare in notturna.

Durante la seconda guerra mondiale perde il figlio, che non ritorna dal fronte russo. Dopo l’armistizio, aiuta attivamente partigiani, antifascisti ed ebrei, falsificando documenti nella sua agenzia.

Successivamente si trasferisce con la moglie nella seconda casa a Castel San Pietro Romano, di cui diviene sindaco nel 1952 e che l’anno seguente, grazie a lui, ospita il set del film “Pane, amore e fantasia”.

Dai suoi scatti degli anni Venti fuoriesce l’intero universo femminile. Dalle persone comuni ai personaggi di primo piano. Il suo occhio fotografico non conosce differenza sociale. Immortala le spazzine e le venditrici ambulanti, ma anche le bagnanti, le sportive e le indossatrici di nuove creazioni di moda. La modernità che sopraggiunge, ma pure il peso della Storia che lascia tracce sulle donne.

Vedi il poster -> https://shorturl.at/pMeVy

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Indirizzo

Via Tuscolana, 1055
Rome
00173

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 15:00
Martedì 09:00 - 15:00
Mercoledì 09:00 - 15:00
Giovedì 09:00 - 15:00
Venerdì 09:00 - 15:00

Telefono

+3906722861

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