Oil Meridian

Oil Meridian Il magazine online punto di riferimento per chi si muove nel mondo dell'olio

La crisi produttiva dell’olio italiano e la conseguente spinta inflattiva rappresentano un’opportunità per riposizionare...
04/03/2025

La crisi produttiva dell’olio italiano e la conseguente spinta inflattiva rappresentano un’opportunità per riposizionare il prodotto verso l’alto. Questo è emerso al SOL2EXPO durante il convegno “Il mercato dell'olio di oliva in Italia e in Europa: realtà e prospettive”. Secondo l’Osservatorio SOL2EXPO-Nomisma, l’aumento dei prezzi ha ridotto il divario tra l’olio extravergine di oliva (EVO) comunitario e il “100% italiano”, rendendo quest’ultimo più attrattivo per i consumatori.

Denis Pantini di Nomisma auspica una maggiore consapevolezza del valore dell’EVO, considerato un alimento centrale della Dieta Mediterranea e non solo un semplice condimento. Intanto, la Distribuzione Moderna ha registrato un calo delle vendite a volume del 10% tra il 2022 e il 2024, a fronte di un aumento del valore del 64%, complice l’inflazione e la bassa produzione.

Sul fronte export, l’olio italiano è venduto in 160 Paesi, ma il 65% del valore delle esportazioni si concentra negli Stati Uniti (32%), seguiti da Germania, Francia, Canada e Giappone. Tuttavia, emergono segnali di crescita in mercati dinamici come Corea del Sud (+141%), Australia (+192%) e Messico (+99%).

Negli ultimi 20 anni, il consumo globale di olio d’oliva è aumentato da 2,7 a 3 milioni di tonnellate, con una forte espansione nei Paesi extra-UE, mentre è calato nei tradizionali produttori come Italia, Spagna e Grecia. Mercati come USA, Brasile e Francia hanno visto crescere la domanda, mentre Sud America e Asia mostrano tassi di importazione in continua ascesa.

L’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, firmato il 6 dicembre 2024 a Montevideo, apre nuove prospetti...
11/12/2024

L’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, firmato il 6 dicembre 2024 a Montevideo, apre nuove prospettive per il settore dell’olio d’oliva europeo, soprattutto per i produttori italiani e spagnoli. L’eliminazione dei dazi, attualmente al 10%, renderà accessibile un mercato di oltre 260 milioni di consumatori, riducendo i costi e aumentando la competitività. Tuttavia, il trattato suscita preoccupazioni tra le organizzazioni agricole come Coldiretti e Confagricoltura, che temono squilibri e danni per il settore agroalimentare europeo.

Le critiche si concentrano sulla mancanza di reciprocità delle regole. Nei Paesi del Mercosur vengono spesso utilizzati pesticidi e antibiotici vietati in Europa, e i diritti dei lavoratori non sempre sono garantiti. Inoltre, l’accordo potrebbe incentivare le contraffazioni alimentari, minando l’immagine di eccellenza dell’olio d’oliva europeo.

Nonostante ciò, Bruxelles celebra l’intesa come una vittoria strategica, con 350 indicazioni geografiche protette e un risparmio stimato di 4 miliardi di euro all’anno per le aziende europee. Per il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, l’accordo è il più grande della storia in termini di tutela dei prodotti agroalimentari.

Il dibattito resta aperto: da un lato, l’eliminazione dei dazi rappresenta un’opportunità per rafforzare la presenza europea in mercati come il Brasile; dall’altro, senza regole chiare e misure di tutela, si rischia di penalizzare i produttori locali. L’accordo UE-Mercosur è un’occasione, ma anche una sfida, che richiede equilibrio tra vantaggi economici e salvaguardia della qualità.

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L'Italia si conferma un centro di innovazione scientifica nel settore agricolo, grazie a due studi internazionali coordi...
05/12/2024

L'Italia si conferma un centro di innovazione scientifica nel settore agricolo, grazie a due studi internazionali coordinati dall'Università La Sapienza di Roma. Pubblicati su Plant Stress e Plant Physiology and Biochemistry, gli studi hanno trasformato i residui della produzione di olio d'oliva, come la sansa, da problema ambientale in una risorsa preziosa per la protezione delle colture. L'obiettivo è sviluppare fitovaccini e biopesticidi ecologici per contrastare patogeni dannosi come la Xylella fastidiosa, che ha devastato gli uliveti pugliesi.

I ricercatori hanno dimostrato che gli estratti ottenuti dai residui di frantoi attivano il sistema immunitario delle piante, migliorando la loro resistenza a infezioni e riducendo la necessità di pesticidi chimici. Questo approccio innovativo di "chimica verde" non solo affronta la questione dello smaltimento degli scarti agricoli, ma promuove anche l'economia circolare, trasformando i sottoprodotti in strumenti efficaci per la protezione ambientale e agricola.

Il progetto, che coinvolge diverse istituzioni e aziende, ha già mostrato risultati positivi, con i nuovi biopesticidi che si sono rivelati efficaci contro patogeni come Pseudomonas syringae e Botrytis cinerea, oltre alla Xylella. Questi composti bioattivi offrono un’alternativa ecologica ai pesticidi tradizionali, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità delle colture.

Oltre ai benefici ambientali, l'iniziativa offre anche vantaggi economici, trasformando i residui in un'opportunità di valorizzazione per i frantoi, che possono ridurre i costi di smaltimento e generare valore aggiunto. Il progetto si inserisce in una strategia di sostenibilità più ampia, supportata dall’ecosistema Rome Technopole e finanziata da MUR e MEF, con l’obiettivo di promuovere un’agricoltura più sostenibile e rispettosa della natura.

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L’annata 2024 si conferma una delle più difficili per i produttori italiani di olio d’oliva, con rese drasticamente infe...
02/12/2024

L’annata 2024 si conferma una delle più difficili per i produttori italiani di olio d’oliva, con rese drasticamente inferiori alla media ma una qualità del prodotto finale eccellente. Le condizioni climatiche avverse, tra siccità, piogge intense e inondazioni, hanno colpito duramente molte regioni, dal Nord al Sud Italia, riducendo la quantità di olio prodotto e facendo lievitare i costi.

In Calabria, aziende come Tre Olive registrano volumi al 10% delle aspettative, mentre in Puglia, leader del settore, la produzione si attesta a meno della metà della media abituale. Al Centro, le piogge di settembre e ottobre hanno gonfiato le olive, compromettendo le rese. Nel Lazio, ad esempio, si producono solo 9 litri d’olio per ogni 100 chilogrammi di olive, rispetto ai consueti 15 litri, mentre in Toscana le percentuali scendono fino al 6%. Anche al Nord la situazione è critica: nel Veronese e in Trentino le rese oscillano tra il 6% e l’8%, contro medie storiche superiori al 10%.

Nonostante le difficoltà, emergono esempi di resilienza grazie a tecnologie innovative e agricoltura di precisione, che hanno aiutato alcuni produttori a mantenere la qualità del prodotto. Tuttavia, i prezzi più alti potrebbero mettere alla prova i consumatori e il mercato. Questa annata rappresenta un campanello d’allarme per il settore oleario, evidenziando l’urgenza di strategie sostenibili per affrontare i cambiamenti climatici e garantire la competitività del comparto.

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Il settore oleario europeo, e in particolare italiano, teme una nuova fase di protezionismo dopo la rielezione di Donald...
11/11/2024

Il settore oleario europeo, e in particolare italiano, teme una nuova fase di protezionismo dopo la rielezione di Donald Trump alla presidenza USA.

Con il possibile ritorno del “Reciprocal Trade Act,” Trump potrebbe imporre un dazio del 10% sulle importazioni europee, minacciando l’export di prodotti Made in Italy, incluso l’olio d’oliva, che vede negli Stati Uniti il suo principale mercato estero.

Durante il primo mandato, diversi prodotti italiani furono colpiti dai dazi americani nel contesto della disputa Airbus-Boeing, ma l’olio d’oliva italiano riuscì a evitare l’aumento dei costi doganali, a differenza di formaggi e salumi.

Ora, con la tregua commerciale che scadrà nel 2025, il rischio di nuove tariffe torna a incombere su tutto il comparto agroalimentare. Il Presidente di CIA-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha ribadito l’importanza di una risposta europea, sottolineando la necessità di strategie per proteggere il Made in Italy, rendendo il settore competitivo e sostenibile. Per Fini, Bruxelles dovrà agire con tempestività, considerando i settori più esposti alle future politiche protezioniste.

Anche la Spagna, principale concorrente dell’Italia, teme le conseguenze: le olive da tavola spagnole hanno già subito gravi danni dai dazi precedenti, con una perdita del 70% nelle esportazioni verso gli USA, e il ritorno di Trump rappresenta un’ulteriore minaccia.

Secondo Manuel Parras, presidente della IGP Aceite de Jaén, il protezionismo danneggia anche i consumatori americani, costretti a pagare di più per un prodotto essenziale di cui il Paese è largamente importatore.

Il Presidente di UNAPOL, Tommaso Loiodice, esprime profonda preoccupazione in merito alle recenti frodi nel settore dell...
06/11/2024

Il Presidente di UNAPOL, Tommaso Loiodice, esprime profonda preoccupazione in merito alle recenti frodi nel settore dell'olio d'oliva, che stanno seriamente compromettendo la reputazione della filiera e la fiducia dei consumatori.

L’intervento di Loiodice arriva a seguito di operazioni fraudolente emerse recentemente, come la truffa scoperta nel porto di Bari, dove il prezzo dell’olio di oliva italiano ha subito un drastico calo a causa di attività illecite che minano l’intero settore.

«Mi auguro che gli organi preposti ai controlli intervengano tempestivamente e blocchino queste meschine azioni fraudolente che danneggiano irrimediabilmente l'intera filiera», afferma Loiodice, ribadendo la necessità di rafforzare le misure di contrasto contro l'agropirateria. «Occorre adottare misure ancora più restrittive, fino a prevedere l'interdizione dall'esercizio dell’attività per frantoiani e imbottigliatori che tradiscono l'etica del settore».

La posizione di UNAPOL è chiara: la filiera deve agire unita e con orgoglio per isolare coloro che minano la qualità e l'integrità dell’olio d’oliva italiano. «Ciò che più fa male è che siano proprio alcuni attori della filiera a minare quel patto etico che punta a valorizzare e ridare dignità al prodotto principe della dieta mediterranea», continua Loiodice.

Conclude: «Noi di UNAPOL vogliamo misurarci con il mercato giocando ad armi pari, nel rispetto di regole condivise che tutelino i consumatori e tutti gli attori onesti del settore».

L’Italia rafforza i controlli sull’autenticità dell’olio d’oliva con un nuovo Decreto del Ministero dell'Agricoltura, fi...
30/10/2024

L’Italia rafforza i controlli sull’autenticità dell’olio d’oliva con un nuovo Decreto del Ministero dell'Agricoltura, firmato il 18 settembre 2024, che impone una registrazione puntuale per le consegne di olive ai frantoi.

Con l’obbligo di registrare ogni transazione entro sei ore dall’acquisto, questa misura mira a contrastare le frodi alimentari, aumentate in risposta alla scarsità del prodotto. Il Decreto, accolto con entusiasmo da Unaprol e dal suo presidente David Granieri, punta a tutelare la qualità e l'origine dell'olio italiano, salvaguardando al contempo i consumatori attraverso una tracciabilità rigorosa.

Ogni consegna tra olivicoltori, commercianti e frantoi dovrà essere inserita nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), che diventa così uno strumento essenziale per la gestione della filiera olivicola. La precisione nella registrazione di data e ora delle transazioni è fondamentale per seguire il percorso delle olive dalla raccolta alla trasformazione, evitando rischi di frodi e garantendo un controllo stringente. A tal fine, il Decreto include anche specifiche sull’indicazione dell’orario, stabilendo che sia arrotondato all’ora successiva.

Granieri sottolinea l’importanza di istituire una “cabina di regia” per organizzare i controlli e sanzionare eventuali violazioni, preservando la reputazione dell’olio d’oliva italiano come prodotto di eccellenza. Inoltre, Unaprol auspica che questo sistema di registrazione possa essere esteso a livello europeo, creando uno standard di tracciabilità continentale che tuteli non solo i produttori italiani, ma l’intero mercato dell’olio d’oliva in Europa.

Questa normativa rappresenta un modello per proteggere uno dei simboli della tradizione agroalimentare italiana, in un momento in cui il settore affronta difficoltà causate da cambiamenti climatici e carenze produttive.

Veronafiere ha deciso di dare il via a una nuova fase per il mondo dell’olio di oliva, lanciando Sol2 Expo come evento i...
16/10/2024

Veronafiere ha deciso di dare il via a una nuova fase per il mondo dell’olio di oliva, lanciando Sol2 Expo come evento indipendente rispetto a Vinitaly.

Dopo 28 anni di edizioni congiunte, la fiera dedicata all’olio d’oliva diventerà autonoma e si terrà dal 2 al 5 marzo 2025, anticipando di circa un mese il Vinitaly stesso (6-9 aprile 2025). Sol2 Expo non sarà solo una vetrina per l’olio extravergine, ma un’esperienza completa che abbraccerà anche il settore tecnologico, cosmetico e nutrizionale, puntando a consolidare la sua rilevanza a livello internazionale.

Con Sol2 Expo, l’olio avrà il suo evento indipendente, che offrirà spazi più ampi e un focus specifico sulla filiera.

Sol2 Expo mira a diventare il punto di riferimento per il settore oleario, con una proposta espositiva che abbraccia non solo l’olio extravergine, ma anche le tecnologie e le attrezzature legate alla filiera produttiva. Sarà un evento sia per il pubblico B2B che B2C, con una giornata inaugurale aperta al grande pubblico e due giornate dedicate agli operatori del settore.

Tra le principali novità di Sol2 Expo ci sarà l’attenzione ai sottoprodotti della filiera dell’olio.

Il nuovo format di Sol2 Expo non si limiterà a mettere in mostra i prodotti, ma proporrà anche quattro percorsi tematici che riflettono le principali tendenze del settore:
- oleoturismo che vedrà la collaborazione con ENIT e BTO (Be Travel Onlife);
- innovazione, con uno spazio dedicato alle tecnologie più avanzate per la - produzione, la trasformazione e il confezionamento;
- formazione, grazie a un ricco programma di eventi culturali e formativi;
- prodotto, che sarà valorizzato anche per le sue proprietà benefiche sulla salute.

Con Sol2 Expo, l’olio di oliva esce finalmente dall’ombra del vino e si prende la sua scena.

La campagna oleicola 2024/25 si prospetta complessa e sfidante, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che stanno...
09/10/2024

La campagna oleicola 2024/25 si prospetta complessa e sfidante, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che stanno influenzando in maniera significativa le rese dei principali Paesi produttori di olio d'oliva. Tuttavia ci sono segnali incoraggianti dal punto di vista della qualità. Ecco un’analisi delle previsioni nei Paesi dell'Unione Europea ed extra-UE.

🇮🇹 Italia: -50% al Sud, +70% al Centro-Nord�La produzione cala drasticamente al Sud a causa della siccità, con rese dimezzate in Puglia e Sicilia. Tuttavia, al Centro-Nord si registra un aumento del 70% rispetto al 2023 grazie a condizioni climatiche più favorevoli. Qualità eccellente, ma quantità ridotta.

🇪🇸 Spagna: incognita piogge�La produzione sp****la, stimata tra 1,2 e 1,4 milioni di tonnellate, dipende dalle piogge autunnali. Le regioni come l'Andalusia, principale produttrice, soffrono la mancanza di precipitazioni, compromettendo la qualità.

🇬🇷 Grecia: annata promettente�Previsione di 250.000 tonnellate con ottime rese, grazie a condizioni climatiche favorevoli e l'assenza di parassiti. La raccolta anticipata potrebbe migliorare ulteriormente i risultati.

🇵🇹 Portogallo: variabilità delle produzioni�Prevista una produzione tra 170.000 e 200.000 tonnellate, condizionata dalla giovane età degli oliveti e dalle piogge autunnali, essenziali per evitare patologie come l'antracnosi.

🇹🇳 Tunisia: incremento produttivo�La Tunisia stima una produzione tra 280.000 e 320.000 tonnellate, favorita dalle piogge estive che hanno salvato molte colture. Il settore si prepara per una buona qualità.

🇹🇷 Turchia: produzione stabile�Si prevedono 350.000-360.000 tonnellate, con una crescente domanda interna e condizioni climatiche difficili in alcune regioni.

🇲🇦 Marocco: drastico calo�La produzione potrebbe scendere tra 40.000 e 60.000 tonnellate a causa di condizioni climatiche estreme e stress idrico.

Recenti studi pubblicati dall'American Chemical Society stanno rivelando sorprendenti nuovi utilizzi dell'olio d'oliva, ...
19/09/2024

Recenti studi pubblicati dall'American Chemical Society stanno rivelando sorprendenti nuovi utilizzi dell'olio d'oliva, ampliandone il potenziale ben oltre la cucina. Quattro ricerche innovative mostrano applicazioni inedite di questo prezioso prodotto.

𝟭 - 𝗢𝗹𝗶𝗼 𝗱'𝗼𝗹𝗶𝘃𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹'𝗶𝗻𝗱𝘂𝘀𝘁𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗲𝘁𝗿𝗼𝗹𝗶𝗳𝗲𝗿𝗮
La prima scoperta riguarda l’industria petrolifera: gli scarti dell'estrazione dell'olio d'oliva sono stati utilizzati per migliorare il cemento impiegato nei pozzi petroliferi, rendendolo più resistente e sostenibile. Questo approccio riduce l'uso di additivi chimici, offrendo una soluzione più ecologica per il settore.

𝟮 - 𝗠𝗼𝗹𝗲𝗰𝗼𝗹𝗲 𝗮𝗻𝘁𝗶-𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗹𝗶𝘃𝗲
Un’altra scoperta ha identificato un composto presente nelle foglie dell’olivo e nelle olive che potrebbe rallentare l'invecchiamento della pelle. Questo lipofenolo si è dimostrato efficace nel ridurre lo stress ossidativo nelle cellule della pelle umana, aprendo così la strada a potenziali applicazioni nel settore della cosmetica anti-invecchiamento.

𝟯 - 𝗨𝗻𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗮𝗿𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗲 𝗮𝗱𝘂𝗹𝘁𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶
Per contrastare le adulterazioni dell'olio d'oliva, spesso miscelato con oli di minor qualità, è stato sviluppato un sensore a base di DNA capace di rilevare visivamente le frodi. Questo strumento potrebbe migliorare la tracciabilità e la qualità del prodotto sul mercato.

𝟰 - 𝗣𝗿𝗲𝘃𝗲𝗻𝗶𝗿𝗲 𝗶 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝗺𝗶𝗰𝗲 𝗮𝘀𝗶𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮
Un recente studio ha evidenziato e dimostrato che la cimice asiatica può compromettere seriamente la qualità dell'olio prodotto. E' stata rilevata una riduzione significativa dei composti aromatici positivi e un aumento delle percezioni sensoriali negative, come il sapore di muffa. Questo evidenzia l'importanza di gestire le infestazioni per garantire l’eccellenza del prodotto.

Questi studi dimostrano come l’olio d’oliva possa essere protagonista di innovazioni sostenibili e salutistiche, confermando la sua versatilità in vari settori.

Il mercato statunitense dell'olio d'oliva ha assistito a una vera e propria rivoluzione nel 2024: per la prima volta, gl...
12/09/2024

Il mercato statunitense dell'olio d'oliva ha assistito a una vera e propria rivoluzione nel 2024: per la prima volta, gli americani hanno pagato di più per l'olio d'oliva spagnolo rispetto a quello italiano.

🤯 Questo cambio di rotta ha suscitato scalpore in un mercato storicamente dominato dall'Italia, che, fino a pochi anni fa, manteneva un forte primato sia in termini di prestigio che di prezzo.

Questi risultati hanno un significato ed un rilievo centrali dato che gli esperti del settore stimano che gli Stati Uniti potrebbero diventare il primo mercato mondiale per il consumo di olio d'oliva, superando perfino Italia e Spagna.

La fine di un'epoca?

🇮🇹 L'influenza della comunità italoamericana, che dalla fine del XIX secolo ha introdotto l'olio d'oliva negli Stati Uniti, è stata determinante per consolidare la leadership dell'Italia.

Tuttavia, con la crescente produzione sp****la e il conseguente aumento delle esportazioni, la Spagna ha lentamente guadagnato terreno.

Un decennio fa, l'olio spagnolo veniva venduto sul mercato americano con un prezzo inferiore di circa il 25% rispetto a quello italiano.
Nel 2023 la differenza si era ridotta al 7% e quest'anno il rapporto si è invertito.

🇪🇸 Il dato più allarmante per il comparto italiano è la continua crescita delle esportazioni spagnole. Nei primi sei mesi del 2024, la Spagna ha esportato negli Stati Uniti il 20,50% in più di olio d'oliva rispetto all'anno precedente.

La Spagna sta progressivamente rosicchiando quote di mercato, non solo in termini di volume, ma anche di valore, con un posizionamento premium sempre più evidente. Le campagne di promozione spagnole sembrano infatti avere successo.

🚰 La Puglia, regione leader nella produzione di olio d’oliva, è al centro di una delle più gravi crisi idriche degli ult...
22/08/2024

🚰 La Puglia, regione leader nella produzione di olio d’oliva, è al centro di una delle più gravi crisi idriche degli ultimi decenni.

Il perdurare della siccità e le temperature elevate, ben al di sopra delle medie stagionali, stanno infliggendo danni devastanti all’intero settore agroalimentare della regione, mettendo a rischio la sopravvivenza di intere filiere produttive, tra cui quella olivicola-olearia.

🫒 Le stime indicano un calo della produzione fino al 50% rispetto all'anno precedente.

💧 L'irrigazione di soccorso, dove disponibile, non è sufficiente per garantire il normale sviluppo delle olive. Le buone aspettative della fioritura sono state tradite da un progressivo ab**to dei fiori dovuto all’eccessivo e duraturo caldo.

🫗 La scarsità d'acqua è tale che anche le risorse idriche della diga di Occhito, al confine tra Molise e Puglia, non saranno più utilizzabili per l'irrigazione, ma destinate esclusivamente al consumo potabile.

La situazione è particolarmente drammatica anche per l'olivicoltura nella vicina Basilicata, che condivide molte delle problematiche della Puglia, qui si prevede un crollo addirittura del 95% della produzione di olio extra vergine di oliva.

Di fronte a una situazione così grave, le richieste di intervento da parte delle istituzioni si fanno sempre più pressanti. Coldiretti Puglia ha già chiesto la dichiarazione dello stato di calamità naturale (come già richiesto da Oprol), sottolineando la necessità di misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza. Tra le proposte vi è la gestione più efficiente delle risorse idriche.

Senza interventi immediati e strutturali, il rischio è di assistere a un progressivo declino della produzione olivicola, con ripercussioni devastanti non solo per l’economia locale, ma per l’intero sistema italiano.

Indirizzo

Viale Del Lavoro 41, Interno 15
San Martino Buon Albergo
37036

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