RTN TV - TLC canale 90

RTN TV - TLC canale 90 Emittente televisiva RTN TV visibile con il nuovo sistema HBB TV RTN TV - Hbbtv canale 268

16/09/2025

In diretta dagli studi di la prima puntata stagionale de con la conduzione del Dir. Antonio Vitale . In Studio l& #39;Avv. Massimo Buonanno , Sindaco di Sant& #39;Antimo .

Questa sera, martedì 16 settembre, dalle ore 21, ritorna la trasmissione ammiraglia di RTN TV "Occhio sul Territorio" - ...
16/09/2025

Questa sera, martedì 16 settembre, dalle ore 21, ritorna la trasmissione ammiraglia di RTN TV "Occhio sul Territorio" - undicesima stagione, condotta dal Direttore Antonio Vitale. Ospite della serata, il Sindaco di Sant'Antimo, Avv. Massimo Buonanno. La puntata andrà in onda, in diretta, sul canale 98 del digitale terrestre e sui social Facebook, Istagram e YouTube. Sarà possibile intervenire in diretta telefonica.

14/09/2025

A seguito di varie segnalazioni, abbiamo verificato che alcune puntate della trasmissione "Occhio sul Territorio" sono state "stranamente" cancellate dopo mesi dalla messa in onda. Considerata la gravità del fatto, in qualità di Direttore dell'emittente presenterò formale esposto denuncia alla Polizia Postale per capire le cause o eventuali responsabilità di terzi e procedere a querela per eventuali reati commessi, qualora venissero accertati dalle competenti autorità. Per adesso ci scusiamo con i protagonisti delle puntate, ricordando che sul canale YouTube troveranno comunque tutte le trasmissioni andate in onda. Vi aggiorneremo sugli sviluppi della vicenda.

Sant’Antimo, via del Caravaggio al buio: serve un intervento immediatoSant’Antimo si ritrova ancora una volta a fare i c...
09/09/2025

Sant’Antimo, via del Caravaggio al buio: serve un intervento immediato

Sant’Antimo si ritrova ancora una volta a fare i conti con i pericoli di una viabilità abbandonata a sé stessa. Via del Caravaggio, una delle arterie più trafficate e importanti della città, di sera si trasforma in una trappola: buia, priva di illuminazione, invasa da erba alta e incolta che riduce visibilità e sicurezza.
Ieri sera l’ennesimo episodio che ha fatto crescere la paura tra i cittadini: un anziano automobilista, alla guida di una Lancia Dedra, ha perso il controllo del mezzo salendo sullo spartitraffico centrale. L’impatto ha provocato grande spavento e si è reso necessario l’intervento immediato di un’ambulanza per prestare soccorso. Per fortuna le conseguenze non sono state tragiche, ma l’incidente ha riacceso i riflettori su una situazione che non può più essere ignorata.
I residenti denunciano da tempo lo stato di abbandono della strada: l’assenza totale di illuminazione notturna, unita alla scarsa manutenzione del verde, rende la carreggiata pericolosa non solo per gli automobilisti, ma anche per pedoni e ciclisti. Un rischio quotidiano che diventa ancora più grave nelle ore serali, quando la mancanza di visibilità amplifica la possibilità di incidenti.
Di fronte a questa realtà, l’appello alle istituzioni è urgente: il Comune non può restare indifferente. È necessario intervenire subito con un piano di manutenzione straordinaria, installare un adeguato impianto di illuminazione pubblica e garantire controlli costanti. Ogni ritardo aumenta il rischio che quello che ieri è stato un incidente con tanta paura si trasformi domani in una tragedia.
Sant’Antimo merita strade sicure, non zone d’ombra che diventano pericoli costanti. È il momento che chi ha responsabilità amministrative dia risposte concrete e rapide: la sicurezza non può aspettare.

Centro sportivo “Pino Daniele”: da sogno di riscatto a privilegio per pochiIl centro sportivo “Pino Daniele” di Caivano ...
09/09/2025

Centro sportivo “Pino Daniele”: da sogno di riscatto a privilegio per pochi

Il centro sportivo “Pino Daniele” di Caivano nasceva come simbolo di rinascita: una struttura moderna e all’avanguardia, pensata per offrire ai giovani del Parco Verde un’alternativa concreta alla strada, un luogo di sport, aggregazione e inclusione. Doveva essere il cuore pulsante di un progetto di riqualificazione sociale, capace di restituire speranza a un territorio segnato da marginalità e degrado.
Ma oggi, quel sogno sembra essersi incrinato. Gran parte della struttura è riservata agli allenamenti delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, mentre gli spazi aperti al pubblico risultano spesso inaccessibili a causa dei costi elevati. Un pacchetto di 10 ingressi in piscina costa 300 euro, un abbonamento annuale alla scuola nuoto sfiora i 500. Cifre che, in un contesto di forti disuguaglianze economiche, escludono proprio chi avrebbe più bisogno di sentirsi incluso.
Il rischio è evidente: una struttura nata per unire, finisce per dividere. Un presidio di speranza si trasforma in un servizio elitario, lontano dalla comunità che avrebbe dovuto accoglierlo come punto di riferimento. Lo sport, per sua natura, è educazione, crescita, integrazione. Se diventa privilegio di pochi, perde la sua funzione sociale.
La vera sfida, oggi, è restituire al “Pino Daniele” la sua missione originaria: essere davvero di tutti, soprattutto degli ultimi. Perché solo così potrà tornare a essere ciò che doveva essere fin dall’inizio: un luogo di riscatto, non un’occasione mancata.

Mondragone, salvataggio al Lido Prisconte: tre ragazze rischiano di annegare, decisive la prontezza del bagnino e la sol...
30/08/2025

Mondragone, salvataggio al Lido Prisconte: tre ragazze rischiano di annegare, decisive la prontezza del bagnino e la solidarietà dei bagnanti

Attimi di paura questa mattina al Lido Prisconte di Mondragone, dove tre ragazze hanno rischiato di essere inghiottite dal mare agitato. Nonostante fosse esposta la bandiera rossa, che segnala il divieto assoluto di balneazione a causa delle condizioni pericolose del mare dopo il violento temporale della notte precedente, le giovani hanno deciso ugualmente di entrare in acqua.
Nel giro di pochi istanti, le correnti e i mulinelli le hanno trascinate al largo, trasformando la spensierata nuotata in un dramma imminente. A scongiurare la tragedia è stato l’intervento tempestivo del gestore e bagnino Andrea Petrillo, che con grande professionalità e sangue freddo si è tuffato per soccorrerle. A dargli manforte, alcuni bagnanti presenti sul posto — Alfredo Patierno, Gaetano D'Alterio, Nello Migliaccio e Michele Lettera, frequentatori del vicino Parco Pineta Riviera — che non hanno esitato a lanciarsi in acqua per collaborare alle operazioni di salvataggio in una vera e propria catena umana.
Grazie al gioco di squadra e alla prontezza dei soccorritori improvvisati, le tre ragazze sono state riportate a riva sane e salve. In spiaggia si è subito diffuso lo sgomento, mentre molti presenti hanno assistito con il fiato sospeso all’intervento. Fortunatamente, l’episodio si è concluso solo con un grande spavento e senza gravi conseguenze fisiche.
“Il mare non perdona, soprattutto quando è agitato”, ha commentato Gaetano, uno dei bagnanti intervenuti. “Le correnti e i mulinelli sono traditori, non bisogna mai sottovalutarli. I segnali di pericolo vanno sempre rispettati, non ci si può affidare solo alla propria forza o esperienza.”
Parole condivise anche da Alfredo: “Abbiamo agito d’istinto, ma è stato fondamentale avere accanto Andrea, che con la sua preparazione ha saputo gestire la situazione. Episodi come questo devono far riflettere: il mare va rispettato.
Il bagnino Andrea Petrillo, visibilmente scosso ma soddisfatto per l’esito positivo del salvataggio, ha ricordato l’importanza della prevenzione e dell’attenzione ai segnali esposti: “Noi bagnini siamo formati per affrontare queste emergenze, ma non dovrebbe mai arrivarsi a rischiare la vita per una leggerezza. La bandiera rossa non è un consiglio, è un divieto. Speriamo che questo episodio serva da lezione a tutti.”
Il salvataggio al Lido Prisconte resta quindi un chiaro monito: il mare è un alleato prezioso nelle giornate di sole, ma quando si agita può trasformarsi in un nemico insidioso. Solo il rispetto delle regole e la prudenza possono garantire sicurezza a chi lo affronta.

Qualcuno aveva dubitato quando, per primi, abbiamo lanciato la notizia...
27/08/2025

Qualcuno aveva dubitato quando, per primi, abbiamo lanciato la notizia...

Napoli, tra il dopo Lukaku e il sogno Qualiano: Højlund ed Elmas per il presente, una cittadella sportiva per il futuro.

Il Napoli si trova a vivere un momento cruciale della stagione ancora prima che questa entri nel vivo: l’infortunio di Romelu Lukaku, costretto a fermarsi per almeno tre mesi a causa di una lesione muscolare che potrebbe richiedere anche un intervento chirurgico, ha inevitabilmente stravolto i piani di Aurelio De Laurentiis e della dirigenza azzurra. L’attaccante belga, chiamato a guidare l’attacco dopo l’addio di Osimhen, lascia un vuoto pesante che il club ha deciso di colmare con rapidità, orientando le proprie mosse di mercato verso soluzioni immediate e di prospettiva. Il nome in cima alla lista resta quello di Rasmus Højlund, centravanti danese del Manchester United, considerato il profilo ideale per età, caratteristiche tecniche e margini di crescita. I contatti tra le parti sono già avviati e si ragiona su un prestito oneroso con diritto di riscatto, opzione che permetterebbe al Napoli di non impegnarsi da subito con un esborso troppo oneroso ma di garantirsi comunque una prima scelta per il futuro. Parallelamente, prosegue la trattativa per riportare a casa Eljif Elmas, oggi al Lipsia: il centrocampista macedone ha dato piena disponibilità a un ritorno in azzurro e si lavora su un prestito con diritto di riscatto, formula che consentirebbe a Manna di rafforzare il reparto mediano con un calciatore già conosciuto e apprezzato dall’ambiente partenopeo. Non è invece decollata la pista che portava ad Ademola Lookman, obiettivo concreto nelle scorse settimane: l’improvviso stop di Lukaku ha spinto il club a cambiare strategia, concentrando le risorse su un centravanti puro e abbandonando, almeno per ora, l’idea di inserire un esterno offensivo. Mentre il mercato tiene banco, un’altra partita importante si gioca sul fronte infrastrutturale: De Laurentiis sta infatti portando avanti trattative per l’acquisto di terreni tra Qualiano e Villa Literno, area individuata come ideale per la realizzazione della nuova cittadella sportiva del Napoli. Il progetto prevede campi da allenamento, strutture dedicate al settore giovanile e alla squadra femminile, oltre a un’arena di piccole dimensioni per le competizioni minori. Non si tratterebbe dunque di un nuovo stadio destinato alla prima squadra, ma di un investimento strategico da circa 45 milioni di euro, capace di garantire al club strutture moderne e indipendenti. La scelta di puntare su Qualiano è frutto di una serie di sopralluoghi e valutazioni che hanno visto l’area prevalere su altre ipotesi come Monterusciello o Napoli Est, grazie alla posizione strategica e alla vicinanza con importanti assi viari. De Laurentiis immagina di completare l’opera entro il 2026, anno del centenario del club, trasformando così il Napoli in una società più solida e strutturata anche fuori dal campo. Tra mercato e infrastrutture, il Napoli si muove quindi su due binari paralleli: da un lato la necessità immediata di non perdere competitività dopo lo stop di Lukaku, dall’altro la volontà di costruire basi solide per il futuro, sia dal punto di vista sportivo che organizzativo. Se Højlund ed Elmas rappresentano il presente e il tentativo di restare competitivi in Serie A e in Europa, il progetto di Qualiano simboleggia la visione a lungo termine di un presidente che continua a immaginare un Napoli sempre più moderno, autonomo e ambizioso

23/08/2025
Napoli, tra il dopo Lukaku e il sogno Qualiano: Højlund ed Elmas per il presente, una cittadella sportiva per il futuro....
21/08/2025

Napoli, tra il dopo Lukaku e il sogno Qualiano: Højlund ed Elmas per il presente, una cittadella sportiva per il futuro.

Il Napoli si trova a vivere un momento cruciale della stagione ancora prima che questa entri nel vivo: l’infortunio di Romelu Lukaku, costretto a fermarsi per almeno tre mesi a causa di una lesione muscolare che potrebbe richiedere anche un intervento chirurgico, ha inevitabilmente stravolto i piani di Aurelio De Laurentiis e della dirigenza azzurra. L’attaccante belga, chiamato a guidare l’attacco dopo l’addio di Osimhen, lascia un vuoto pesante che il club ha deciso di colmare con rapidità, orientando le proprie mosse di mercato verso soluzioni immediate e di prospettiva. Il nome in cima alla lista resta quello di Rasmus Højlund, centravanti danese del Manchester United, considerato il profilo ideale per età, caratteristiche tecniche e margini di crescita. I contatti tra le parti sono già avviati e si ragiona su un prestito oneroso con diritto di riscatto, opzione che permetterebbe al Napoli di non impegnarsi da subito con un esborso troppo oneroso ma di garantirsi comunque una prima scelta per il futuro. Parallelamente, prosegue la trattativa per riportare a casa Eljif Elmas, oggi al Lipsia: il centrocampista macedone ha dato piena disponibilità a un ritorno in azzurro e si lavora su un prestito con diritto di riscatto, formula che consentirebbe a Manna di rafforzare il reparto mediano con un calciatore già conosciuto e apprezzato dall’ambiente partenopeo. Non è invece decollata la pista che portava ad Ademola Lookman, obiettivo concreto nelle scorse settimane: l’improvviso stop di Lukaku ha spinto il club a cambiare strategia, concentrando le risorse su un centravanti puro e abbandonando, almeno per ora, l’idea di inserire un esterno offensivo. Mentre il mercato tiene banco, un’altra partita importante si gioca sul fronte infrastrutturale: De Laurentiis sta infatti portando avanti trattative per l’acquisto di terreni tra Qualiano e Villa Literno, area individuata come ideale per la realizzazione della nuova cittadella sportiva del Napoli. Il progetto prevede campi da allenamento, strutture dedicate al settore giovanile e alla squadra femminile, oltre a un’arena di piccole dimensioni per le competizioni minori. Non si tratterebbe dunque di un nuovo stadio destinato alla prima squadra, ma di un investimento strategico da circa 45 milioni di euro, capace di garantire al club strutture moderne e indipendenti. La scelta di puntare su Qualiano è frutto di una serie di sopralluoghi e valutazioni che hanno visto l’area prevalere su altre ipotesi come Monterusciello o Napoli Est, grazie alla posizione strategica e alla vicinanza con importanti assi viari. De Laurentiis immagina di completare l’opera entro il 2026, anno del centenario del club, trasformando così il Napoli in una società più solida e strutturata anche fuori dal campo. Tra mercato e infrastrutture, il Napoli si muove quindi su due binari paralleli: da un lato la necessità immediata di non perdere competitività dopo lo stop di Lukaku, dall’altro la volontà di costruire basi solide per il futuro, sia dal punto di vista sportivo che organizzativo. Se Højlund ed Elmas rappresentano il presente e il tentativo di restare competitivi in Serie A e in Europa, il progetto di Qualiano simboleggia la visione a lungo termine di un presidente che continua a immaginare un Napoli sempre più moderno, autonomo e ambizioso

DON TOMMASO LATRONICO: IL SACERDOTE CHE EDUCAVA LA LIBERTÀ.Ogni anno l’emittente televisiva RTN è invitata dalla comunit...
20/08/2025

DON TOMMASO LATRONICO: IL SACERDOTE CHE EDUCAVA LA LIBERTÀ.
Ogni anno l’emittente televisiva RTN è invitata dalla comunità lucana di Nova Siri, vicina al movimento di Comunione e Liberazione, a partecipare a momenti di incontro e di riflessione che rappresentano una preziosa occasione di arricchimento spirituale e culturale. È proprio in questo contesto che emerge con forza la figura di don Tommaso Latronico, sacerdote che, con la sua testimonianza di fede autentica e la sua profonda spiritualità, continua a illuminare la vita della comunità e di quanti si accostano al suo insegnamento.
C’è una santità che non fa rumore ma cambia il destino delle persone: quella di don Tommaso Latronico (1948–1993), lucano di Nova Siri, sacerdote, educatore, amico di tanti giovani nel Mezzogiorno e a Roma. Della sua figura oggi la Chiesa sta formalmente vagliando la fama di santità con l’apertura dell’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione: un segno che la memoria ecclesiale riconosce in lui una vita spesa “in grado eroico” dentro l’ordinario. Nato a Nova Siri, formatosi tra Potenza, Salerno e l’Almo Collegio Capranica, don Tommaso fu ordinato a Roma il 28 giugno 1973; all’ordinazione era presente Aldo Moro, con cui mantenne un rapporto personale discreto. Negli stessi anni incontrò don Luigi Giussani e il carisma di Comunione e Liberazione, con cui collaborò a lungo nel Centro-Sud e negli atenei romani. Morì a Roma il 20 luglio 1993. Questi tratti, oggi solidamente documentati, delineano un prete di rara intensità umana, capace di far compagnia alla fede dei giovani e degli adulti. Negli ultimi mesi sono emersi anche materiali d’archivio (come una lettera del 1974 indirizzata ad Aldo Moro) che rivelano la sua attenzione alla vita pubblica come luogo di testimonianza e dialogo. Non politicismo, ma ca**tà intellettuale: accompagnare le coscienze perché il Vangelo illumini il giudizio e la responsabilità. Chi lo ha conosciuto ricorda un prete che non “occupava” le coscienze, ma le destava. In termini teologico-pastorali, questa è una cifra eminentemente cristologica: non sostituirsi all’incontro con Cristo, ma introdurre ad esso. È la logica dell’“avvenimento” – tanto cara a Giussani – per cui la fede non è un’etica senza volto, bensì un incontro che genera un nuovo soggetto morale. Per questo don Tommaso fu inviato, spesso, dove c’era bisogno di ricominciare: scuole, università, oratori, persino i luoghi feriti dal terremoto del 1980. La missione educativa non “aggiungeva” un’attività, era il modo con cui viveva la ca**tà pastorale. La sua predicazione e i suoi appunti mostrano la coscienza non come recinto del soggettivismo, ma come santuario in cui lo Spirito ricorda all’uomo la verità amata. Non è la coscienza a “creare” il bene; lo riconosce nella relazione con Cristo presente nella Chiesa. Di qui l’insistenza sull’ascolto della Parola, sui sacramenti e sulla compagnia cristiana come criteri oggettivi che educano il giudizio. È un’impostazione in profonda sintonia con il magistero che – proprio nel 1993, anno della sua morte – consegnerà alla Chiesa Veritatis splendor, dove Giovanni Paolo II indica la verità morale come bene liberante e la coscienza come “testimone” di questa verità, non come sua fonte. Nella sua cura dei giovani, la libertà è proposta come capacità di adesione al vero e al bene. Non “faccio ciò che voglio”, ma “posso volere il Bene conosciuto e amato”. Perciò l’educazione è decisiva: senza un contesto di testimonianza, la libertà si smarrisce nel capriccio o nella paura. Don Tommaso ripeteva, con i gesti più che con le parole, che la libertà matura quando fa esperienza di un amore preveniente: Cristo in una compagnia viva. Niente moralismi, nessuna scorciatoia efficientista: la pazienza, l’amicizia, la fedeltà agli impegni, l’uso sobrio dei beni, la disponibilità al sacrificio – specie nel dolore della malattia – erano in lui pratica quotidiana, cioè “habitus”. È un’impostazione chiaramente tomista: non precetti disincarnati, ma una forma di vita buona che si impara per imitazione e grazia. La sua stessa morte, consumata nella malattia, appare così come atto morale compiuto: un “sì” perseverante al Signore che conduce, nella debolezza, alla perfezione della ca**tà. Il suo rapporto con il mondo della cultura e della politica – mai ideologico – nasceva dall’idea che la ca**tà include la ragione: aiutare a giudicare la realtà secondo la fede. Educare a una “unità di vita” fu la sua cifra: non due etiche (una privata e una pubblica), ma un’unica sequela che genera opere e responsabilità. I racconti di amici e vescovi concordano: don Tommaso vinceva resistendo alla tentazione del protagonismo. Preferiva l’incontro personale, la confessione ben curata, la predicazione che parte da ciò che accade. Spesso lo si vede in mezzo ai ragazzi, all’aperto, con la Scrittura in mano: immagine sobria e potentissima di un ministero che non si rifugia in sacrestia, ma porta il Vangelo dove la vita pulsa. Questa prossimità spiega la “fama di santità” che ha attraversato i decenni fino alle tappe recenti della causa. In un tempo che scambia la libertà per indifferenza, don Tommaso ci ricorda che educare è introdurre alla realtà tutta intera, offrendo criteri e compagnia. È il grande compito della Chiesa: generare persone capaci di scelta buona e stabile. La moralità cristiana non nasce da regole astratte, ma dall’essere generati: la paternità spirituale rende “possibile” il bene perché testimonia che il bene è desiderabile. Per molti, lui è stato questo. Il sacerdote non fa politica, ma genera soggetti liberi e responsabili. Anche la lettera a Moro – segno di una coscienza vigile – dice che la ca**tà cristiana ama il destino del Paese e dialoga senza paura. L’ultima malattia, vissuta senza clamore, consegna la chiave della sua teologia morale: la perfezione cristiana è la ca**tà che permane nella prova. È lì che la virtù diventa santità. La vita di don Tommaso Latronico è un piccolo trattato di teologia morale “in atto”: coscienza illuminata, libertà che corrisponde, virtù coltivate nella compagnia cristiana, ca**tà che pensa e costruisce. Se oggi la Chiesa ne indaga le virtù eroiche, è perché tanti possono testimoniare di essere stati introdotti – grazie a lui – alla gioia rude e bellissima di una vita buona. In tempi di smarrimento, è una luce gentile che non acceca, ma orienta.

Lookman-Napoli, la suggestione prende corpo dopo il ko di LukakuIl grave infortunio di Romelu Lukaku durante l'amichevol...
19/08/2025

Lookman-Napoli, la suggestione prende corpo dopo il ko di Lukaku

Il grave infortunio di Romelu Lukaku durante l'amichevole con l’Olympiacos ha scosso il Napoli. Il comunicato ufficiale parla di una lesione di alto grado del retto femorale della coscia sinistra, con possibile intervento chirurgico e tempi di recupero stimati tra i tre e i tre mesi e mezzo. In questo scenario drammatico — considerando la cessione recente di Raspadori, Simeone e l'unica alternativa rimasta rappresentata da Lorenzo Lucca, ex Udinese — la priorità per la dirigenza è chiara: trovare subito una prima punta affidabile.
Nelle ultime ore, tra le tante piste emerse (come Zirkzee, Pinamonti, Krstovic e Hojlund), una delle suggestioni più insistenti è quella di Ademola Lookman. Nonostante l’Atalanta sembri restia alla cessione, il Napoli starebbe valutando un affondo—possibilmente in prestito—approfittando della rottura della trattativa tra Lookman e l'Inter . La scelta di Lookman si lega strettamente all’urgenza tattica: Antonio Conte ha bisogno di un esterno offensivo versatile, capace di interpretare più ruoli. Lookman incarna queste caratteristiche: velocità, abilità nel dribbling e propensione al goal, adattandosi al calcio rapido e verticale tipico dell'ex ct. A frenare l’operazione ci sono le resistenze dell’Atalanta, che sembra voler monetizzare con una cessione definitiva, e i costi elevati che rendono difficile un investimento oneroso a questo punto della sessione; tuttavia, un'operazione in prestito con diritto di riscatto potrebbe essere la soluzione più congeniale, visto il budget già impiegato dalla società azzurra in questa finestra di mercato. In definitiva, l’infortunio di Lukaku non ha solo messo in crisi i piani dell’attacco partenopeo, ma ha riaperto concretamente la porta a un nome suggestivo come quello di Lookman. Il club sta muovendosi nel mercato alla ricerca di soluzioni rapide, e il nigeriano dell’Atalanta, ben lontano da essere un ripiego, resta una delle poche alternative credibili che uniscono caratteristiche tecniche e immediatezza d’impiego.

Lukaku ko, il Napoli trema: tre mesi senza il bomber. Conte corre ai ripariUna br**ta notizia scuote il Napoli e i suoi ...
18/08/2025

Lukaku ko, il Napoli trema: tre mesi senza il bomber. Conte corre ai ripari

Una br**ta notizia scuote il Napoli e i suoi tifosi: Romelu Lukaku sarà costretto a fermarsi per almeno tre mesi. L’attaccante belga, grande protagonista dello scorso campionato e punto di riferimento nel sistema offensivo di Antonio Conte, ha riportato una lesione muscolare di alto grado al retto femorale sinistro durante l’amichevole contro l’Olympiacos del 14 agosto. Gli esami strumentali hanno confermato la gravità dell’infortunio, con tempi di recupero stimati tra i tre e i quattro mesi. Una vera tegola per gli azzurri, che perdono il loro bomber proprio alla vigilia dell’inizio della Serie A e con la Champions League alle porte.
Conte si trova così costretto a ridisegnare l’attacco. In rosa resta Lorenzo Lucca, arrivato in estate dall’Udinese, che potrebbe avere subito un’occasione importante da titolare. C’è anche Giuseppe Ambrosino, giovane di talento cresciuto nel vivaio, che però difficilmente potrà reggere da solo il peso dell’attacco. Per questo la società guarda con decisione al mercato, pronta a regalare al tecnico almeno un nuovo rinforzo di spessore. I nomi caldi sono diversi: in pole c’è Rasmus Hojlund, in uscita dal Manchester United, profilo giovane e già pronto per il calcio europeo;, attaccante rapido e duttile che garantirebbe gol e mobilità; non è da escludere neppure un ritorno di fiamma per Artem Dovbyk della Roma, centravanti esplosivo che Conte apprezza molto. Nelle ultime ore si stanno alzando le quotazioni di Zirkee, che già conosce il campionato italiano. Rimpianto, a questo punto, per le cessioni, forse troppo frettolose sia di Simeone che di Raspadori, oggi potenziali risorse di esperienza e affidabilità.
Al di là dei nomi, l’infortunio di Lukaku apre anche un tema più ampio: il rischio legato ai carichi di lavoro. La preparazione estiva, con allenamenti serrati e partite ravvicinate, è un terreno insidioso soprattutto per giocatori dalla struttura fisica imponente come il belga. Non è la prima volta che un grande campione paga dazio a livello muscolare in questo periodo, e il caso di Lukaku potrebbe spingere lo staff a rivedere metodologie e intensità, puntando su un equilibrio più attento tra forza, recupero e progressione del carico.
Il Napoli, intanto, non può fermarsi. Senza Lukaku, Conte dovrà inventarsi soluzioni tattiche nuove, alternando schemi e uomini, in attesa che il gigante belga torni disponibile. Il ritorno di Romelu è atteso per l’inverno e sarà accolto come un vero rinforzo di lusso nella fase più calda della stagione. Fino ad allora, la palla passa alla società e al mercato: trovare un sostituto all’altezza è ora l’unica strada per non disperdere ambizioni e continuità.

Indirizzo

Via Olanda 49
Sant'antimo
80029

Orario di apertura

Lunedì 16:00 - 23:00
Martedì 16:00 - 23:00
Mercoledì 16:00 - 23:00
Giovedì 16:00 - 23:00
Venerdì 16:00 - 23:00

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