La Bottega del Chirurgo

La Bottega del Chirurgo Sono Chirurgo per scommessa, Musicante per diletto, Esteta per natura, Bibliofilo per passione.

13/10/2025
04/10/2025

IL CHIRURGO CINCILLA'
(SONETTO)

Sei spesso uomo, eppur sei primadonna:
se delle donne hai vanità e pelliccia.
Con mani aguzze e confortante faccia
dell'Ospedal vuoi esser la colonna!

Il bisturi, che come un dente azzanna,
seppur l'opera tua sia rozza e spiccia,
quando s'appresta a incider l'altrui ciccia
ti senti sopra gli altri d'una spanna!

Gli occhioni a tutto devon stare attenti,
mentre l'immensa coda ti da' il senno
per limitar traumatici fendenti...

Orecchie enormi... per sentir qua e là
ciò che comari, medici o pazienti
sussurran piano di quel cincillà!

LAVORARE AL SUDEssere chiamati dal Pronto Soccorso a fine turno. Le 6 del mattino. “Corri... c'è uno 'sparato' all'addom...
12/06/2025

LAVORARE AL SUD

Essere chiamati dal Pronto Soccorso a fine turno. Le 6 del mattino. “Corri... c'è uno 'sparato' all'addome!”. Correre in Pronto Soccorso, trovare il paziente con la pancia sforacchiata quasi fosse uno scolapasta... Com'è accaduto? Chi l'ha sparato? Da dove è venuto? Da così lontano? E perchè il 118 non ha allertato in tempo l'ospedale? Tutti chiedono e nessuno sa...
Ora lo “sparato” è stato sparato. Ed è qui. Ora tocca a te.
Questo è lavorare al sud.

Non c'è tempo: perde sangue. Non c'è tempo di fare la TAC. No, neppure l'eco fast. L'emoglobina scende a picco! Portiamolo in sala operatoria. Senza diagnostica. "Non preoccupatevi: devo operarlo io. Saprò quel che faccio. Non perdiamo altro tempo. Mi assumo la responsabilità."
Questo è lavorare al sud.

Fate solo una cosa: chiedete il sangue. Richiesta urgentissima. Cosa? Non funziona il programma? E' inceppato e non fa fare richieste? E allora?? Chiamate al Centro Trasfusionale! Chi se ne frega della richiesta online! Spiegate il problema e fatevi dare subito il sangue! Del programma ce ne freghiamo! Le carte le sistemiamo dopo!
Questo è lavorare al sud.

Operare il paziente, aprirgli la pancia, mettere garze... tante garze per fermare il sanguinamento. Resecare l'intestino, rimuovere proiettili, iniziare a pensare che forse... quell'uomo, chiunque egli sia, ha una possibilità. Ma ora che succede?? Fermi tutti: è il momento della “conta garze”. Ne manca una... E tutti a pensare alla garza che manca. Tutti a cercare la garza ovunque. Tutti a intimarti di trovarla nell'addome del paziente, dove hai già cercato e sai che non c'è... Chiamare il tecnico di radiologia per fare una Radiografia. La Radiografia, manco a dirlo, non vede la garza. Sarà finita altrove. Con buona pace di tutti concludere l'intervento. Un'ora di intervento in più per una garza che non si trovava.
Questo è lavorare al sud.

Spogliarsi di panni zuppi del tuo sudore e del sangue altrui. E cominciare la trafila burocratica, che avevi inizialmente tralasciato. L'avevi tralasciata per non perdere tempo. Per salvare una vita. Dove risulta ricoverato il paziente? In Chirurgia? In Rianimazione? In Pronto Soccorso? Nessuno lo sa. Ma ora bisogna far le richieste... Ancora non ha fatto la TAC, e mai gliela faranno senza una richiesta online...
Ok... il paziente rimane intubato: va in rianimazione. Chiamare in rianimazione. Litigare con la collega che ti rimprovera perchè il paziente intubato risulta ricoverato in rianimazione. Manco fosse un abuso, un'onta, un'invasione di campo.
Questo è lavorare al sud.

Al sud lavorare è un salto ad ostacoli. Continuo. Estenuante. Chi si arrende agli ostacoli comincia a fermarsi, a lamentarsi, a chiedere a destra e a manca chi è stato a mettere lì quegli ostacoli...
Al sud esistono due categorie di lavoratori: quelli che affrontano la giornata e le difficoltà a testa bassa, con animo propositivo, con energia silenziosa, cercando di superare innumerevoli ostacoli; e quelli che passano il loro tempo ad accusare gli altri, a voce alta, degli ostacoli che incontrano.
Negli ospedali del sud si fanno miracoli e nessuno lo sa. Nessuno lo dice. Si salvano vite fra mille ostacoli. Ma le pareti di quegli ospedali rimbombano delle parole di chi si lamenta senza far nulla. Così il sud rimane sempre sud. Legato a doppio filo con la sua cattiva fama.

Oggi ho corso. Ho saltato un milione di ostacoli. Ma domani? Potrei fermarmi. Potrei cominciare a lagnarmi degli ostacoli... passare dall'altra parte... come uno dei tanti, troppi, arrendevoli parassiti meridionali. Imparerò la cantilena. La reciterò bene, a voce alta. E vivrò sulle spalle di chi porta avanti questo profondo sud. Un sud affannato, vituperato, che malgrado tutto, continuerà ad esistere. Un miracolo. Il sud è un intemerato miracolo quotidiano, che sopravvive ogni giorno col lavoro di pochi e nel lamento di molti.

L'attesa...
08/05/2025

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“...Mi state facendo morire!”, disse ai sanitari il paziente ricoverato per tentativo di suicidio...(BREVE STORIA VERA.....
18/03/2025

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(BREVE STORIA VERA... TRAGICOMICA E OSPEDALIERA)

CERCARE LA MORTE AL LAGO DI SANTA GIUSTINAUn Medico è morto suicida. Aveva appena ricevuto un avviso di garanzia. Era fr...
14/02/2025

CERCARE LA MORTE AL LAGO DI SANTA GIUSTINA

Un Medico è morto suicida. Aveva appena ricevuto un avviso di garanzia. Era fra i ginecologi che avevano fatto nascere una bambina all'ospedale di Desenzano. La bambina poi era deceduta per ipossia perinatale. E lui, insieme ad altri sanitari, era diventato un “indagato per omicidio”.
Da “Medico che fa nascere” a “Medico che fa morire” il passo è terribilmente breve...

Alcuni chilometri più a nord, in Trentino, c'è il lago di Santa Giustina. E' un bacino artificiale, creato negli anni '50 grazie alla costruzione di un'enorme diga in calcestruzzo. Oggi capita che il livello dell'acqua, periodicamente, si abbassi fino a far affiorare in superficie strade e ponti sommersi...

E' lì, in quel lago, che il medico ha cercato la sua fine. E la scelta non è stata casuale. Prima di suicidarsi, aveva cercato sul web il luogo dove, quattro anni prima, era scomparsa un'altra giovane dottoressa, probabilmente suicida per non aver saputo sopportare il peso di un disagio professionale... il luogo era quello: il lago di Santa Giustina.

E' incredibile come un essere umano, per quanto fragile e vessato, conservi il potere di lasciare in extremis un segno indelebile; di gridare silenziosamente un ultimo messaggio di dolore universale; di trasformare, con un gesto estremo, un luogo in un Tempio. Il lago di Santa Giustina oggi assurge a simbolo di un disagio: la fragilità... lo smarrimento nei quali sprofonda la figura del Medico.

Quanto ancora dobbiamo aspettare?
L'accanimento giudiziario, la gogna mediatica, la “caccia alle streghe” nei confronti del Medico sono un'imponente costruzione artificiale, un enorme bacino che inghiotte le strade e i ponti della fiducia, del rispetto, della comprensione...

Forse, seduti sulle sponde del lago di Santa Giustina, aspetteremo ancora... mentre vedremo riemergere dall'abisso le vittime in camice bianco che una società sedicente garantista non ha saputo o non ha voluto proteggere...

C'era una volta... il "MEDICO CONDOTTO"
07/02/2025

C'era una volta... il "MEDICO CONDOTTO"

Indirizzo

Santa Maria Capua Vetere
81055

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