06/11/2025
𝗔𝗨𝗗𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗖𝗢𝗠𝗠𝗜𝗦𝗦𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢 𝗗𝗜 𝗦𝗘𝗡𝗔𝗧𝗢 𝗘 𝗖𝗔𝗠𝗘𝗥𝗔:
𝗕𝗔𝗡𝗞𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔 𝗘 𝗜𝗦𝗧𝗔𝗧 𝗗𝗜𝗖𝗢𝗡𝗢: "𝗠𝗔𝗡𝗢𝗩𝗥𝗔 𝗖𝗛𝗘 𝗣𝗥𝗘𝗠𝗜𝗔 𝗜 𝗥𝗜𝗖𝗖𝗛𝗜".
𝘥𝘪 𝘎𝘪𝘶𝘭𝘪𝘢 𝘔𝘢𝘪𝘯𝘢𝘳𝘥𝘪 𝘦 𝘚𝘢𝘭𝘷𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘎𝘪𝘶𝘭𝘪𝘢𝘯𝘰
Lo avevamo anticipato il 19 ottobre nel nostro editoriale dal titolo “𝗘𝗾𝘂𝗶𝘁𝗮'𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗼𝘃𝗿𝗮 𝟮𝟬𝟮𝟱: 𝗲' 𝗹’𝗶𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮. 𝗙𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗶 𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗰𝗵𝗶 𝗲 𝗹𝗲 𝗯𝗿𝗶𝗰𝗶𝗼𝗹𝗲 𝗮𝗶 𝗽𝗼𝘃𝗲𝗿𝗶”, ma nulla è stato fatto per “aggiustare il tiro” e rendere questa manovra più sociale e credibile. Tanto che oggi, nel confronto parlamentare sulla legge di bilancio 2026, Istat, Bankitalia, Ufficio parlamentare di bilancio e Corte dei conti hanno espresso valutazioni simili: «favorisce soprattutto i contribuenti più ricchi, con effetti limitati sulla redistribuzione».
In Italia quasi 10 milioni di persone vivono in povertà assoluta e oltre il 25% degli italiani è a rischio povertà o esclusione sociale. Il tasso di disoccupazione ufficiale è intorno al 6%, ma quello reale sfiora quasi il 40%. Ancora più grave la situazione dei giovani: ufficialmente oltre il 20% è disoccupato, ma di fatto quasi la metà degli under 30 non trova un impiego stabile e dignitoso, e molti sono costretti a emigrare all’estero. In un Paese dove sempre più famiglie faticano ad arrivare a fine mese, la manovra 2026 punta invece a un taglio dell’aliquota Irpef per i redditi tra 28 e 50 mila euro – redditi che per la maggior parte degli italiani restano solo immaginari – e che, secondo le stime tecniche, avvantaggia soprattutto i contribuenti già meglio posizionati.
Secondo l’Istat, la misura coinvolgerebbe circa 14 milioni di contribuenti con un beneficio medio annuo di 230 euro; le famiglie interessate sono circa 11 milioni (44% del totale), ma oltre l’85% delle risorse andrà ai due quinti più ricchi, con guadagni medi molto superiori rispetto ai più poveri. Bankitalia parla di variazioni modeste nella distribuzione del reddito, con benefici concentrati nei due quinti più alti della popolazione.
L’Ufficio parlamentare di bilancio rileva che metà del risparmio d’imposta andrà a chi guadagna oltre 48 mila euro (circa l’8% dei contribuenti): benefici medi di 408 euro per i dirigenti, 123 euro per gli impiegati e 23 euro per gli operai. La Corte dei conti conferma che oltre il 44% delle risorse riguarda redditi tra 50 e 200 mila euro, e che una parte di chi supera i 200 mila euro continuerà a ottenere risparmi fino a 440 euro.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti difende l’intervento come una tutela dei redditi medi, ma i dati mostrano che la quota maggiore dei vantaggi finisce verso le fasce già privilegiate, mentre le condizioni di chi è in difficoltà restano critiche.
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L'editoriale del 19 Ottobre 2025:
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