L'Audace

L'Audace Periodico indipendente no-profit di cronaca, attualità, politica, cultura e spettacoli. E' stato distribuito in edicola dal 2004 al 2012.

L'Audace è un Periodico indipendente, fondato e diretto da Mirco Maggi il 25.11.2004 (Registrazione del Tribunale di Monza n. 1769). Il nuovo L'Audace on-line è totalmente no-profit, gratis e fruibile dal 2013 solo in rete all’indirizzo: www.laudaceonline.it e sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/laudaceonline. L'Audace non ha editori, non raccoglie pubblicità, non ha mai richiesto o pe

rcepito finanziamenti pubblici per l'editoria (e mai li chiederà). Chiunque può sostenere L'Audace con libere donazioni:
https://www.facebook.com/raccoltadonazioniaudace/
_________________________________________________________________________

Gli articoli possono essere condivisi nella loro forma e interezza e solo, ed esclusivamente, attraverso il link "condividi", senza apportare alcun intervento o modifica o alterazione. OGNI RIPRODUZIONE E' VIETATA E NON E' CONSENTITO COPIARE, NEMMENO PARZIALMENTE, GLI ARTICOLI E I CONTENUTI. OGNI ABUSO VERRA' PUNITO AI SENSI DELLE VIGENTI LEGGI VIGENTI IN MATERIA.
________________________________________________________________________

L'AUDACE non gradisce gli haters, i leoni da tastiera, i provocatori, i commentatori polemici, i maleducati: se a qualcuno non piace un articolo pubblicato, o non ne condivide la linea editoriale, è padrone di non continuare a seguirci, ma nessuno si senta in dovere di renderlo noto: è scortese, non serve, e non interessa nè a noi e nemmeno agli altri lettori. I commenti sono liberi ma devono osservare in toto la nostra policy: cortesia, educazione e rispetto. Gli interventi sgraditi verranno rimossi e l'utente verrà bloccato. Nei casi più gravi, dopo aver segnalato a Facebook sia il testo che l'estensore, verrà inviato il contenuto del messaggio all'A.G. per le valutazioni del caso.

"𝗙𝗢𝗟𝗟𝗘𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘": 𝗨𝗡 𝗙𝗜𝗟𝗠 𝗚𝗘𝗡𝗜𝗔𝗟𝗘, 𝗜𝗥𝗢𝗡𝗜𝗖𝗢, 𝗣𝗥𝗢𝗙𝗢𝗡𝗗𝗢. 𝗣𝗔𝗢𝗟𝗢 𝗚𝗘𝗡𝗢𝗩𝗘𝗦𝗘 𝗙𝗜𝗥𝗠𝗔 𝗨𝗡 𝗖𝗔𝗣𝗢𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗢 𝗗'𝗘𝗡𝗦𝗘𝗠𝗕𝗟𝗘di Mirco MaggiC'è del gen...
03/07/2025

"𝗙𝗢𝗟𝗟𝗘𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘": 𝗨𝗡 𝗙𝗜𝗟𝗠 𝗚𝗘𝗡𝗜𝗔𝗟𝗘, 𝗜𝗥𝗢𝗡𝗜𝗖𝗢, 𝗣𝗥𝗢𝗙𝗢𝗡𝗗𝗢.
𝗣𝗔𝗢𝗟𝗢 𝗚𝗘𝗡𝗢𝗩𝗘𝗦𝗘 𝗙𝗜𝗥𝗠𝗔 𝗨𝗡 𝗖𝗔𝗣𝗢𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗢 𝗗'𝗘𝗡𝗦𝗘𝗠𝗕𝗟𝗘

di Mirco Maggi

C'è del genio assoluto, e non poco, in questo nuovo film scritto e diretto da Paolo Genovese, autore che ancora una volta sorprende e spiazza, portando in scena qualcosa di mai visto prima, eppure intimamente vicino a ciascuno di noi.

Dopo il cult Perfetti sconosciuti, Genovese torna con un’opera che conferma la sua capacità di cogliere l’anima del nostro tempo, di osservare con ironia e lucidità la società, i sentimenti, le nevrosi e soprattutto le paure relazionali dell’essere umano moderno. Ma stavolta si spinge oltre: costruisce un film girato interamente in due soli ambienti, un’impresa che potrebbe sembrare semplice, ma che in realtà richiede una difficoltà notevole per la precisione chirurgica degli interventi che si svolgono in un equilibrio perfetto, in una direzione impeccabile di attori bravissimi.

A rendere questo film davvero unico e straordinario è soprattutto la sceneggiatura, lucida, profonda, imprevedibile, scritta dallo stesso Genovese insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi: un lavoro a più mani che ha dato vita a un testo brillante, ricco, tagliente e pieno di sfumature. Ogni battuta è cesellata con intelligenza, ogni scambio dialogico ha un peso specifico, ogni pausa è un silenzio carico di senso. La scrittura non solo fa ridere, ma fa pensare, emoziona, provoca, apre domande.

La genialità sta proprio qui: nel costruire un impianto narrativo che, pur ambientato in due soli interni, si apre a infinite suggestioni psicologiche, filosofiche, relazionali. Un gioco a incastri perfettamente calibrato tra i registri della commedia e della riflessione, tra la satira e il dramma intimo.

Il film affronta con lucidità e ironia la molteplicità delle personalità che convivono dentro ognuno di noi – un’idea straordinaria per un film e profondamente teatrale – e lo fa senza mai scivolare nel didascalico o nello psicologismo da manuale.

Al contrario, la sceneggiatura è viva, agile, sofisticata, veloce e diretta. Riesce a incorporare i temi più urgenti dell’oggi – le fragilità emotive, la solitudine, la paura dell’abbandono, la crisi dell’identità – e a trasformarli in materia viva e fruibile, sempre mantenendo un tono brillante e accessibile.

Non è solo scrittura per il cinema: è scrittura di alto livello, ma mai elitista. È costruzione di senso attraverso il ritmo, il sottotesto, il gioco delle voci. È scrittura coraggiosa, perché si affida completamente agli attori e al potere delle parole.

E gli attori rispondono con una prova di rara intensità collettiva. Il Cast è davvero importante: Edoardo Leo, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria: un parterre d’eccellenza, un ensemble che funziona alla perfezione.

La grande capacità di Genovese è stata quella di far lavorare così tanti attori insieme, in spazi ristretti, e ottenere un risultato dove tutto è armonico, mai dissonante. È l'effetto raro di una sceneggiatura che sa dare spazio a tutti, senza mai perdere il centro.

Al di là della forma, il film racconta con straordinaria profondità la crisi relazionale e identitaria della nostra epoca. Viviamo in una società fatta di individui separati, timorosi, che spesso si rifugiano in sè stessi pur di non affrontare il rischio dell’incontro. Questo film racconta proprio questo: il bisogno disperato di essere amati, e la paura paralizzante di mostrarsi per ciò che si è.

Ma lo fa con leggerezza intelligente, con quell’umorismo agrodolce che solo i grandi sceneggiatori sanno costruire, con quella capacità rara di far ridere e commuovere nella stessa scena.

Questo film ha tutte le carte in regola per diventare un’opera di culto: non solo per la sua struttura, non solo per la prova attoriale, ma per l’ambizione narrativa e l’intelligenza del suo impianto.

In un panorama cinematografico dove troppi film sembrano scritti con lo stampino, qui si respira aria di libertà, di audacia, di vera genialità e di arte narrativa. È un film che non ha paura di esporsi, di rischiare, di interrogare, e per questo merita non solo il plauso del pubblico, ma anche il riconoscimento della critica e dei festival.

Genovese firma una sceneggiatura che è già un piccolo monumento. E con FOLLEMENTE, conferma di essere tra i pochi in Italia capaci di raccontare il presente con intelligenza, ironia e cuore.

𝟭𝟭𝟮 𝗢𝗡𝗟𝗜𝗡𝗘: 𝗜𝗟 𝗦𝗜𝗧𝗢 𝗣𝗘𝗥 𝗟𝗘 𝗘𝗠𝗘𝗥𝗚𝗘𝗡𝗭𝗘 𝗢𝗥𝗔 𝗔𝗡𝗖𝗛𝗘 𝗦𝗨𝗟 𝗪𝗘𝗕Da oggi è online il nuovo sito ufficiale del Numero Unico di Emerg...
21/06/2025

𝟭𝟭𝟮 𝗢𝗡𝗟𝗜𝗡𝗘: 𝗜𝗟 𝗦𝗜𝗧𝗢 𝗣𝗘𝗥 𝗟𝗘 𝗘𝗠𝗘𝗥𝗚𝗘𝗡𝗭𝗘 𝗢𝗥𝗔 𝗔𝗡𝗖𝗛𝗘 𝗦𝗨𝗟 𝗪𝗘𝗕

Da oggi è online il nuovo sito ufficiale del Numero Unico di Emergenza europeo: https://www.112.gov.it ed è un portale informativo, moderno, multilingue e accessibile a tutti. Lanciato in occasione del 21 giugno, data simbolica che ricorda l’attivazione della prima Centrale Unica di Risposta a Varese nel 2010, il sito rappresenta un passo avanti decisivo nella comunicazione delle emergenze in Italia.

Con una grafica chiara e funzionale, il nuovo portale offre una panoramica completa sul funzionamento del servizio 112. Spiega come accedere al numero unico, in quali aree è attivo, come viene gestita ogni chiamata e come le segnalazioni vengono indirizzate alle forze dell’ordine, ai Vigili del Fuoco, alla Guardia Costiera o ai soccorsi sanitari, a seconda della necessità.

Una delle novità più utili è l’area dedicata alle “Emergenze più comuni”: una serie di schede pratiche pensate per aiutare i cittadini a gestire le prime fasi di un’emergenza, con consigli chiari su cosa fare mentre si attende l’arrivo dei soccorsi. Non meno importante è la nuova sezione dedicata ai dati: ogni tre mesi verranno pubblicate le statistiche aggiornate sulle chiamate ricevute, su quelle smistate agli enti di soccorso e su quelle filtrate perché non richiedevano un reale intervento.

Il sito integra anche il servizio 112Sordi, che consente alle persone sorde di accedere al numero di emergenza in modo diretto e immediato, grazie alla gestione centralizzata della Regione Piemonte.

Spazio anche all’app ufficiale “Where are U”, sviluppata dalla Regione Lombardia e attiva in tutte le CUR italiane. L’app consente di localizzare con precisione il chiamante tramite GPS e permette di inviare messaggi di emergenza anche in modalità silenziosa o testuale, offrendo un canale sicuro anche in situazioni critiche o di pericolo.

Il sito 112.gov.it è stato sviluppato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e realizzato grazie ai fondi europei del programma Next Generation EU. Un progetto che rafforza il legame tra tecnologia, sicurezza e cittadinanza attiva, al servizio di chiunque si trovi in una situazione di emergenza.

12/06/2025
𝐏𝐑𝐄𝐒𝐈 𝐈 𝐊𝐈𝐋𝐋𝐄𝐑 𝐃𝐄𝐋 𝐂𝐀𝐑𝐀𝐁𝐈𝐍𝐈𝐄𝐑𝐄 𝐔𝐂𝐂𝐈𝐒𝐎: 𝐔𝐍𝐎 𝐄' 𝐌𝐎𝐑𝐓𝐎 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐎 𝐒𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎 𝐀 𝐅𝐔𝐎𝐂𝐎.Francavilla Fontana (Brindisi) – Hanno ucciso ...
12/06/2025

𝐏𝐑𝐄𝐒𝐈 𝐈 𝐊𝐈𝐋𝐋𝐄𝐑 𝐃𝐄𝐋 𝐂𝐀𝐑𝐀𝐁𝐈𝐍𝐈𝐄𝐑𝐄 𝐔𝐂𝐂𝐈𝐒𝐎:
𝐔𝐍𝐎 𝐄' 𝐌𝐎𝐑𝐓𝐎 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐎 𝐒𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎 𝐀 𝐅𝐔𝐎𝐂𝐎.

Francavilla Fontana (Brindisi) – Hanno ucciso un uomo dello Stato. Un padre. Un servitore leale che proprio oggi, 12 giugno, chiudeva il suo ultimo turno in divisa. Ma la risposta delle forze dell’ordine non si è fatta attendere. Dopo ore di ricerche senza tregua, i due responsabili della rapina finita nel sangue sono stati individuati e fermati: uno dei due è morto durante un secondo scontro a fuoco, l’altro è ferito gravemente. La giustizia, almeno in parte, ha raggiunto chi ha spezzato una vita e ferito l’intero Paese.

Carlo Legrottaglie, brigadiere 60enne in servizio al nucleo radiomobile di Francavilla Fontana, sarebbe andato in pensione l’1 luglio. Oggi, invece, è stato ucciso in servizio, mentre inseguiva due rapinatori in fuga a bordo di una Lancia Ypsilon. Era il suo ultimo giorno di lavoro: domani avrebbe iniziato la licenza, l’anticamera del congedo.

Il tentativo di sventare una rapina a un distributore di carburanti è degenerato in un inseguimento per le campagne di contrada Rosea. Dopo lo schianto tra la gazzella dei carabinieri e l’auto dei malviventi – risultata rubata a Locorotondo – uno dei due criminali ha sparato. Ha colpito Legrottaglie davanti al collega, che è riuscito a salvarsi e a lanciare l’allarme. Ma per Carlo non c’era già più nulla da fare.

È partita subito la caccia all’uomo. Decine di pattuglie, elicotteri in volo, zone isolate, occhi puntati su ogni masseria. Dopo ore di perlustrazione serrata, i due fuggitivi sono stati individuati in un casolare nelle campagne tra Grottaglie e Martina Franca, nella masseria “Le Monache”. Quando due agenti della squadra “falchi” della polizia li hanno intercettati a bordo di una moto, i malviventi hanno aperto nuovamente il fuoco. Ne è nato un conflitto a fuoco. Uno dei due è rimasto ucciso sul posto. L’altro, ferito gravemente, è stato arrestato.

La tensione, la rabbia, il dolore: sul luogo della prima sparatoria sono accorsi i vertici dell’Arma, tra cui il comandante regionale Ubaldo De Monaco e quello provinciale Leonardo Acquaro. Con loro, anche il magistrato di turno Raffaele Casto. Ma soprattutto c’era lo sguardo attonito dei colleghi di Carlo, amici, concittadini. La salma è stata portata via, ma il suo sacrificio rimane inciso nella memoria di tutti.

Carlo Legrottaglie viveva a Ostuni con la moglie e le due figlie. Era un uomo rispettato, stimato, un volto familiare per chiunque conoscesse l’Arma in Puglia. Le istituzioni hanno reagito con dolore e fermezza. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al comandante generale dei carabinieri, Salvatore Luongo, esprimendo “profondo cordoglio” e vicinanza ai familiari.

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di “servitore dello Stato vilmente ucciso mentre svolgeva, con coraggio e senso del dovere, il proprio lavoro a tutela della collettività”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha denunciato “l’efferata violenza contro un uomo in divisa, colpito mentre serviva lo Stato”.

A nulla è valsa la speranza che quella fuga finisse senza altre vittime. A nulla è servito l’attendere la pensione, costruita su decenni di dedizione. Ma la risposta dello Stato è arrivata, con fermezza e giustizia. Il sangue versato da Carlo Legrottaglie chiede memoria, rispetto, ma soprattutto impegno: perché nessun uomo in divisa debba mai più morire così.

𝗖𝗔𝗥𝗔𝗕𝗜𝗡𝗜𝗘𝗥𝗘 𝗨𝗖𝗖𝗜𝗦𝗢 𝗗𝗨𝗥𝗔𝗡𝗧𝗘 𝗨𝗡 𝗜𝗡𝗦𝗘𝗚𝗨𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢. 𝗧𝗥𝗔 𝗦𝗢𝗟𝗜 𝟮𝟬 𝗚𝗜𝗢𝗥𝗡𝗜 𝗦𝗔𝗥𝗘𝗕𝗕𝗘 𝗔𝗡𝗗𝗔𝗧𝗢 𝗜𝗡 𝗖𝗢𝗡𝗚𝗘𝗗𝗢.𝗢𝗚𝗚𝗜 𝗜𝗟 𝗦𝗨𝗢 𝗨𝗟𝗧𝗜𝗠𝗢 𝗚𝗜𝗢𝗥𝗡𝗢 𝗗𝗜 𝗟𝗔...
12/06/2025

𝗖𝗔𝗥𝗔𝗕𝗜𝗡𝗜𝗘𝗥𝗘 𝗨𝗖𝗖𝗜𝗦𝗢 𝗗𝗨𝗥𝗔𝗡𝗧𝗘 𝗨𝗡 𝗜𝗡𝗦𝗘𝗚𝗨𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢.
𝗧𝗥𝗔 𝗦𝗢𝗟𝗜 𝟮𝟬 𝗚𝗜𝗢𝗥𝗡𝗜 𝗦𝗔𝗥𝗘𝗕𝗕𝗘 𝗔𝗡𝗗𝗔𝗧𝗢 𝗜𝗡 𝗖𝗢𝗡𝗚𝗘𝗗𝗢.
𝗢𝗚𝗚𝗜 𝗜𝗟 𝗦𝗨𝗢 𝗨𝗟𝗧𝗜𝗠𝗢 𝗚𝗜𝗢𝗥𝗡𝗢 𝗗𝗜 𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗢, 𝗣𝗢𝗜 𝗟𝗔 𝗟𝗜𝗖𝗘𝗡𝗭𝗔.

Francavilla Fontana (Brindisi) – Un carabiniere, un servitore dello Stato, un padre di famiglia. Ucciso all’alba, sull’asfalto di una contrada pugliese, mentre faceva il suo dovere. Mentre proteggeva tutti noi. Carlo Legrottaglie, brigadiere di 60 anni, sarebbe andato in pensione tra appena tre settimane. Il primo luglio. Aveva servito l’Italia per una vita intera. Ieri mattina è stato assassinato da chi, della vita altrui, non ha alcun rispetto.

Tutto è accaduto attorno alle 7 di giovedì mattina, in contrada Rosea, alla periferia di Francavilla Fontana. Una pattuglia del nucleo radiomobile dell’Arma era intervenuta per impedire una rapina a un distributore di carburanti. Un’auto sospetta, una Lancia Ypsilon, si è data alla fuga. Ne è nato un inseguimento tra le campagne, a pochi chilometri dal centro intermodale.

Poi lo schianto. La vettura dei carabinieri si è scontrata con l’auto dei fuggitivi. Due uomini sono scesi dalla Ypsilon. E senza esitare, senza pietà, uno di loro ha aperto il fuoco. Ha mirato al cuore dello Stato. Ha premuto il gr*****to contro un uomo in uniforme, un uomo che indossava ogni giorno quella divisa per senso del dovere, per giustizia, per proteggere anche chi poi gli avrebbe tolto la vita.

Carlo Legrottaglie è caduto sull’asfalto, colpito a morte. Il collega è rimasto illeso ed è riuscito a dare l’allarme. Ma quando il 118 è arrivato, per il brigadiere non c’era già più nulla da fare. I due aggressori sono fuggiti a piedi nelle campagne circostanti. Sono ancora in corso le ricerche. Tutte le forze dell’ordine della zona sono state mobilitate, le campagne battute palmo a palmo. Sul luogo del delitto sono arrivati anche il comandante provinciale dei Carabinieri, Leonardo Acquaro, e il magistrato di turno, Raffaele Casto.

Carlo Legrottaglie viveva a Ostuni. Lascia una moglie e due figlie. Aveva dedicato tutta la sua vita al servizio nell’Arma dei Carabinieri. Il sindaco di Francavilla, Antonello Denuzzo, ha espresso cordoglio e rabbia: «Ci stringiamo alla famiglia. Questa è una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità. Non ci sono parole».

Ma le parole servono. Servono per urlare la rabbia. Per non rassegnarsi. Perché morire così, per un lavoro fatto con disciplina e coraggio, è inaccettabile. Perché un Paese che vede i suoi uomini in divisa cadere per mano di criminali deve fermarsi, riflettere e agire. Non si può morire a 60 anni, a un passo dalla pensione, per colpa di chi non ha nulla da perdere e non conosce più alcun limite.

Carlo Legrottaglie non è solo un nome. È un simbolo. È il volto di un’Italia silenziosa, che lavora, che serve, che protegge. E che oggi piange uno dei suoi figli migliori.

𝗔𝗙𝗙𝗟𝗨𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗙𝗜𝗡𝗔𝗟𝗘 𝗔𝗟 𝟯𝟬%: 𝗦𝗘𝗚𝗚𝗜 𝗖𝗛𝗜𝗨𝗦𝗜, 𝗤𝗨𝗢𝗥𝗨𝗠 𝗠𝗔𝗡𝗖𝗔𝗧𝗢.𝗖𝗢𝗡𝗙𝗘𝗥𝗠𝗔𝗧𝗢 𝗜𝗟 "𝗙𝗟𝗢𝗣" 𝗔𝗡𝗡𝗨𝗡𝗖𝗜𝗔𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗥𝗘𝗙𝗘𝗥𝗘𝗡𝗗𝗨𝗠 𝟮𝟬𝟮𝟱.Si sono chiusi...
09/06/2025

𝗔𝗙𝗙𝗟𝗨𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗙𝗜𝗡𝗔𝗟𝗘 𝗔𝗟 𝟯𝟬%: 𝗦𝗘𝗚𝗚𝗜 𝗖𝗛𝗜𝗨𝗦𝗜, 𝗤𝗨𝗢𝗥𝗨𝗠 𝗠𝗔𝗡𝗖𝗔𝗧𝗢.
𝗖𝗢𝗡𝗙𝗘𝗥𝗠𝗔𝗧𝗢 𝗜𝗟 "𝗙𝗟𝗢𝗣" 𝗔𝗡𝗡𝗨𝗡𝗖𝗜𝗔𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗥𝗘𝗙𝗘𝗥𝗘𝗡𝗗𝗨𝗠 𝟮𝟬𝟮𝟱.

Si sono chiusi alle 15 di oggi i seggi per i cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza, fortemente sostenuti dalla sinistra. L'affluenza definitiva si è fermata al 30%, ben lontana dalla soglia del 50% + 1 necessaria per rendere valido il voto. Il quorum, dunque, non è stato raggiunto.

Ieri, alla chiusura della prima giornata di votazioni, l'affluenza era appena sopra il 20% (22,69%), con un dato ancora più basso alle 19 (16,16%). La giornata odierna ha portato un lieve incremento, ma non sufficiente a cambiare l’esito finale.

Il risultato riecheggia il flop del 2022, quando un altro referendum — in quel caso sulla giustizia — si concluse con un’affluenza del 20,9%, rendendo nulla la consultazione. Allora si votò in un solo giorno, su temi ritenuti cruciali: legge Severino, misure cautelari, separazione delle carriere, elezione del CSM e poteri dei membri laici.

Diverso il caso del referendum del 2011: quattro quesiti molto sentiti (acqua pubblica, profitti sull’acqua, nucleare, legittimo impedimento), due giorni di voto e un’affluenza oltre il 57% (già al 41% alla chiusura del primo giorno). Il quorum fu raggiunto e tutte le norme vennero abrogate.

Nel caso odierno, invece, con solo tre elettori su dieci recatisi alle urne, il destino della consultazione era segnato. Nessuna sorpresa: il mancato raggiungimento del quorum era ampiamente previsto e ora è confermato.

𝗥𝗘𝗙𝗘𝗥𝗘𝗡𝗗𝗨𝗠 𝟮𝟬𝟮𝟱: 𝗔𝗙𝗙𝗟𝗨𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗔𝗟 𝟮𝟬% 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗢𝗥𝗘 𝟮𝟯.  𝗥𝗜𝗦𝗖𝗛𝗜𝗢 𝗙𝗟𝗢𝗣 𝗣𝗜𝗨' 𝗖𝗛𝗘 𝗔𝗡𝗡𝗨𝗡𝗖𝗜𝗔𝗧𝗢, 𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗡𝗘𝗟 𝟮𝟬𝟮𝟮.Chiusi alle 23 di oggi i...
08/06/2025

𝗥𝗘𝗙𝗘𝗥𝗘𝗡𝗗𝗨𝗠 𝟮𝟬𝟮𝟱: 𝗔𝗙𝗙𝗟𝗨𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗔𝗟 𝟮𝟬% 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗢𝗥𝗘 𝟮𝟯.
𝗥𝗜𝗦𝗖𝗛𝗜𝗢 𝗙𝗟𝗢𝗣 𝗣𝗜𝗨' 𝗖𝗛𝗘 𝗔𝗡𝗡𝗨𝗡𝗖𝗜𝗔𝗧𝗢, 𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗡𝗘𝗟 𝟮𝟬𝟮𝟮.

Chiusi alle 23 di oggi i seggi per le votazioni dei 5 referendum abrogativi in tema di lavoro e cittadinanza, tanto voluti dalla sinistra. Sulla base di circa 2.800 seggi, su un totale di 61.591, l'affluenza alle ore 23 di oggi si aggira di poco sopra il 20% (22,69%)
Alle 19 l'affluenza registrata era addirittura pari al 16,16%.
Domani si potrà votare dalle 7 alle 15, ma per rendere valido il referendum serve il 50% + 1 degli aventi diritto al voto: un risultato ormai chiaramente improbabile.

Nel Referendum del 2022, si votò in un solo giorno su cinque i quesiti riguardanti la giustizia: abolizione della legge Severino (incandidabilità dei condannati), limitazioni alle misure cautelari, separazione delle carriere tra giudici e PM, elezione del CSM e ruolo dei membri laici nella valutazione dei magistrati. Nonostante l'importanza dei temi, l’affluenza si fermò al 20,9%, rendendo nullo l’intero referendum.

Diverso invece il clima nel 2011, quando si votò in due giorni su quattro quesiti molto sentiti: acqua pubblica, profitto sull’acqua, energia nucleare e legittimo impedimento. L’affluenza superò il 57% (il dato di affluenza del primo giorno di votazioni alla chiusura del seggio alle ore 23 era stato del 41%), il quorum fu raggiunto, e tutte le norme furono abrogate.

Il dato dell'affluenza del Referendum di oggi, con appena un elettore su cinque recatosi alle urne, rende quasi certa la replica del fallimento del 2022, salvo un’improbabile, ma di fatto impossibile, impennata finale.

Per chi volesse comprendere a fondo i contenuti di questo referendum, consigliamo la lettura del nostro articolo esplicativo pubblicato 5 Maggio scorso al link:
https://www.facebook.com/laudaceonline/posts/pfbid02xfiWwFtJzsnsR5M8kRCto5AnbroejQbewNHgAQQ9ygXy9PGmYwU9x3NoiLcYmJpRl

𝐔𝐍 𝐋𝐈𝐁𝐑𝐎 𝐄' 𝐏𝐄𝐑 𝐒𝐄𝐌𝐏𝐑𝐄...Sembra ieri, eppure da questo articolo sono passati anni e anni (per l'esattezza era domani, 7 ...
01/06/2025

𝐔𝐍 𝐋𝐈𝐁𝐑𝐎 𝐄' 𝐏𝐄𝐑 𝐒𝐄𝐌𝐏𝐑𝐄...

Sembra ieri, eppure da questo articolo sono passati anni e anni (per l'esattezza era domani, 7 anni fa) e sono cambiate tante cose, per tutti noi, ma di una cosa sono certo: i libri restano per sempre. Fanno giri del mondo, passano di mano in mano, a volte ci sfuggono di mente, ma poi ritornano, e alla fine non si scordano mai, perchè restano impressi nella nostra memoria e sono la testimonianza di quello che siamo, e di quello che saremo.

Un libro è per sempre cari lettori, non si scappa: perchè è tutto il resto quello che passa; e quel libro lo ritroverete sempre su uno scaffale, in fondo alla libreria, impolverato, con le orecchiette sulle pagine, ad aspettarvi, per fare un nuovo giro insieme. E ogni volta che vorrete rileggerlo scoprirete cose nuove, cose che vi erano sfuggite. Ed è questa la magia dello scrivere: rimanere nel tempo, nella storia, in qualche parte di ognuno di noi, al di là delle mode e della tecnologia.

Il direttore di Affari Italiani (il primo quotidiano digitale d'Italia) Angelo Perrino, anni fa ha scritto una recensione di Luci di fiamma. Date una occhiata! Non ci sono più i direttori di una volta! :-)

Oggi LUCI DI FIAMMA è disponibile su Amazon:
https://www.amazon.it/dp/8890963239
e in tutti gli store digitali.

______________________________________________________

https://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/libri-grande-successo-per-luci-di-fiamma-di-mirco-maggi-482465.html?fbclid=IwY2xjawKpPGZleHRuA2FlbQIxMABicmlkETB0SWNBYjYzR3JlSXg0R28zAR6CGFO2SFy3kShZOKvTqNLqu9TyCsc4Jvbai53S0T86GJKeLSa1KMF7Gnzt6w_aem_oEVTEfPvB3_mOtClXm3tWA

________________________________________________________


Il libro più venduto sulla piattaforma di self-publishing più famosa d'Italia

𝗗𝗘𝗖𝗥𝗘𝗧𝗢 𝗦𝗜𝗖𝗨𝗥𝗘𝗭𝗭𝗔:  𝗙𝗜𝗡𝗔𝗟𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗔𝗣𝗣𝗥𝗢𝗩𝗔𝗧𝗢 𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗖𝗔𝗠𝗘𝗥𝗔.𝗨𝗡𝗔 𝗠𝗜𝗦𝗨𝗥𝗔 𝗡𝗘𝗖𝗘𝗦𝗦𝗔𝗥𝗜𝗔: 𝗦𝗧𝗥𝗘𝗧𝗧𝗔 𝗦𝗨𝗟 𝗗𝗜𝗦𝗦𝗘𝗡𝗦𝗢 𝗘 𝗣𝗜𝗨' 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗜𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗣𝗢𝗟𝗜𝗭...
29/05/2025

𝗗𝗘𝗖𝗥𝗘𝗧𝗢 𝗦𝗜𝗖𝗨𝗥𝗘𝗭𝗭𝗔: 𝗙𝗜𝗡𝗔𝗟𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗔𝗣𝗣𝗥𝗢𝗩𝗔𝗧𝗢 𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗖𝗔𝗠𝗘𝗥𝗔.
𝗨𝗡𝗔 𝗠𝗜𝗦𝗨𝗥𝗔 𝗡𝗘𝗖𝗘𝗦𝗦𝗔𝗥𝗜𝗔: 𝗦𝗧𝗥𝗘𝗧𝗧𝗔 𝗦𝗨𝗟 𝗗𝗜𝗦𝗦𝗘𝗡𝗦𝗢 𝗘 𝗣𝗜𝗨' 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗜
𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗣𝗢𝗟𝗜𝗭𝗜𝗔. 𝗠𝗔𝗡𝗖𝗔 𝗟'𝗢𝗞 𝗗𝗘𝗟 𝗦𝗘𝗡𝗔𝗧𝗢 𝗣𝗘𝗥 𝗗𝗜𝗩𝗘𝗡𝗧𝗔𝗥𝗘 𝗟𝗘𝗚𝗚𝗘.

Era ora: il governo ha ottenuto la fiducia della Camera sul decreto sicurezza con 201 voti a favore, 117 contrari e 5 astenuti. Ora il testo deve passare al Senato per diventare legge. Il voto finale alla Camera è previsto tra mercoledì e giovedì prossimi, con una possibile seduta fiume.

Il provvedimento, che ha suscitato inevitabili polemiche dalla sinistra unita, è stato portato avanti rapidamente: molte norme sono state trasferite da un disegno di legge a un decreto, e l’iter parlamentare è stato accelerato con due tagliole che hanno ridotto i tempi di discussione in commissione.

Il decreto introduce 14 nuovi reati e 9 aggravanti, colpendo soprattutto chi protesta bloccando le strade, chi si oppone a grandi opere pubbliche (come la Tav o il Ponte sullo Stretto), chi partecipa a rivolte in carcere o nei Cpr, achi pratica accattonaggio e numerose altre garanzie di sicurezza alla cittadinanza. Le opposizioni definiscono queste norme come: “anti-Gandhi” e ovviamente denunciano battaglie agguerritissime. .

Tra le misure più controverse c’è l’approvazione di un ordine del giorno leghista che si impegna a valutare la castrazione chimica per chi commette violenza sessuale. Sebbene non sia legge, la proposta ha suscitato dure critiche: il Pd parla di “deriva medievale”, Alleanza Verdi-Sinistra denuncia una violazione dello Stato di diritto, e Giuseppe Conte (M5S) accusa il governo di voler soffocare le proteste democratiche. Ma viene da chiedersi sgomenti: perchè i Pedofili e gli stupratori non devono pagare care le loro azioni? E' inspiegabile che al giorno d'oggi le pene per questi reati siano sempre più leggere, sempre più modeste, a volte irrisorie o del tutto assenti.

Il decreto rafforza inoltre le tutele per le forze dell’ordine: pene più severe per lesioni e violenza a pubblico ufficiale, uso delle bodycam durante le operazioni, e un sostegno economico fino a 10.000 euro per spese legali degli agenti coinvolti in procedimenti penali legati al servizio.

Viene introdotta una stretta totale sulla cannabis light, con il divieto di lavorazione, commercio e trasporto di tutte le infiorescenze della canapa, anche se non contengono THC, compresi prodotti semilavorati, oli, estratti e resine. Il decreto prevede infine una maggiore severità contro le occupazioni abusive di immobili. La premier Meloni ha rivendicato i primi sgomberi immediati grazie alle nuove norme, ma le opposizioni, sempre pronte a criticare le cose che favoriscono la sicurezza e il dirittto delle persone pe rbene, criticano una doppia misura, citando il caso di Casapound a Roma come esempio di "inazione".

Di fatto questo DDL, è un provvedimento necessario per garantire la sicurezza di tutti e per sostenere le forze dell'ordine, mentre le opposizioni lo giudicano liberticida e pericoloso, paragonando l’Italia a regimi autoritari come quelli di Erdogan e Orbán.

Il decreto attende ora il via libera del Senato per diventare legge.

_______________________


𝗖𝗜𝗡𝗜𝗦𝗠𝗢 𝗚𝗥𝗘𝗖𝗢: 𝗦𝗙𝗜𝗗𝗔 𝗔𝗟 𝗠𝗢𝗡𝗗𝗢 𝗖𝗢𝗡 𝗟𝗔 𝗩𝗘𝗥𝗜𝗧𝗔' 𝗘𝗦𝗦𝗘𝗡𝗭𝗜𝗔𝗟𝗘.𝗥𝗜𝗡𝗨𝗡𝗖𝗜𝗔 𝗘 "𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘" 𝗗𝗘𝗟 𝗦𝗨𝗣𝗘𝗥𝗙𝗟𝗨𝗢 𝗣𝗘𝗥 𝗘𝗦𝗦𝗘𝗥𝗘 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜.di Mirc...
13/05/2025

𝗖𝗜𝗡𝗜𝗦𝗠𝗢 𝗚𝗥𝗘𝗖𝗢: 𝗦𝗙𝗜𝗗𝗔 𝗔𝗟 𝗠𝗢𝗡𝗗𝗢 𝗖𝗢𝗡 𝗟𝗔 𝗩𝗘𝗥𝗜𝗧𝗔' 𝗘𝗦𝗦𝗘𝗡𝗭𝗜𝗔𝗟𝗘.
𝗥𝗜𝗡𝗨𝗡𝗖𝗜𝗔 𝗘 "𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘" 𝗗𝗘𝗟 𝗦𝗨𝗣𝗘𝗥𝗙𝗟𝗨𝗢 𝗣𝗘𝗥 𝗘𝗦𝗦𝗘𝗥𝗘 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜.

di Mirco Maggi
Di cosa abbiamo davvero bisogno per essere felici? È una domanda antica quanto l’uomo, eppure in tempi dominati dal consumo, dalla competizione e soprattutto dall'immagine, suona più attuale che mai. A rispondere, con sorprendente lucidità e radicalità, ci pensa una corrente filosofica, ormai quasi dimenticata, nata più di duemila anni fa: il cinismo.

Spesso confuso con la freddezza o con il disincanto tipico del “cinico” moderno, il cinismo greco è invece una filosofia dell’essenziale, una vera e propria arte del vivere libero. Antistene, uno dei più stretti allievi di Socrate, ne fu il fondatore. Uomo severo e sobrio, riteneva che la felicità dipendesse solo dalla virtù, e che tutto il resto: ricchezza, status e piacere, fosse solo una distrazione. Ma fu Diogene di Sinope a rendere il cinismo una forma di vita precisa, estrema e addirittura rivoluzionaria.

Diogene non scriveva trattati e non aveva un Platone che ne raccontasse le gesta e ne scrivesse i pensieri: lui viveva soltanto della sua filosofia. Dormiva in una grande anfora, mendicava il cibo e sfidava apertamente le regole della società ateniese. Un giorno uscì per strada con una lanterna accesa in pieno giorno, dicendo che cercava “un uomo”, ovvero un essere umano autentico, non corrotto dalla finzione sociale, dal qualunquismo, dall'egoismo e dalla mediocrità. Ogni suo gesto era una critica vivente all’ipocrisia del mondo.

Il vero cinico, infatti, rifiuta ogni dipendenza: non vuole potere, non vuole consensi, non vuole ricchezze. Cerca solo l’essenziale, e in quell’essenziale trova la vera libertà. Non è un misantropo, anche se di fatto, nella sostanza del suo vivere, può sembrarlo; ma non è altro che un ribelle etico: sceglie di vivere secondo natura, non secondo i dettami del mercato o del costume.

Questa visione influenzò profondamente la nascita dello stoicismo, una corrente filosofica più moderata ma con molti punti in comune con il cinismo. Il fondatore stesso dello stoicismo, Zenone di Cizio, fu appunto allievo di un cinico. E altri grandi stoici, da Epitteto, a Seneca, e addirittura a Marco Aurelio, ereditarono dai cinici l’idea che la vera forza è proprio, e solo, nel controllo di sé e nel disprezzo per tutto ciò che è vano.

Oggi, in un mondo in cui “avere” è diventato più importante che “essere”, la lezione dei cinici appare addirittura controcorrente, del tutto incomprensibile e totalmente avulsa dal nostro vivere attuale, ma forse proprio per questo sarebbe necessario impararla, quella lezione, o almeno conoscerla. Ci ricorderebbe che la libertà non si conquista aggiungendo, ma togliendo. Che il valore non è mai nell’apparenza, ma che risiede sempre, e solo, nella coerenza. E che molto spesso, essere cinici, nel senso originario del termine, non è per niente un errore, anzi: è esattamente il contrario.

E potrebbe addirittura essere il primo passo per ritornare ad essere degli esseri umani di spessore e di valore. Uomini e donne che tornano a parlarsi fra loro, che si comprendono, che si sostengono. Dove la gara del materialismo puro possa concludersi con la comprensione di ciò che eravamo e che oggi non siamo più capaci nemmeno di ipotizzare: semplici esseri umani, e per questo straordinari, elementi di una natura perfetta e meravigliosa che stiamo distruggendo, secolo dopo secolo.

_______________________


𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐍𝐍𝐀𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐈𝐄𝐑𝐎: 𝐓𝐑𝐀 "𝐀𝐌𝐈𝐂𝐈", 𝐋𝐀 𝐂𝐀𝐕𝐄𝐑𝐍𝐀𝐃𝐈 𝐏𝐋𝐀𝐓𝐎𝐍𝐄, 𝐈𝐋 "𝐍𝐈𝐇𝐈𝐋", 𝐄 𝐋𝐀 𝐕𝐄𝐑𝐈𝐓𝐀' 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐓'𝐀𝐆𝐎𝐒𝐓𝐈𝐍𝐎.di Mirco MaggiNel ...
10/05/2025

𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐍𝐍𝐀𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐈𝐄𝐑𝐎: 𝐓𝐑𝐀 "𝐀𝐌𝐈𝐂𝐈", 𝐋𝐀 𝐂𝐀𝐕𝐄𝐑𝐍𝐀
𝐃𝐈 𝐏𝐋𝐀𝐓𝐎𝐍𝐄, 𝐈𝐋 "𝐍𝐈𝐇𝐈𝐋", 𝐄 𝐋𝐀 𝐕𝐄𝐑𝐈𝐓𝐀' 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐓'𝐀𝐆𝐎𝐒𝐓𝐈𝐍𝐎.

di Mirco Maggi
Nel silenzio della vita quotidiana, molti di noi sono come prigionieri nella Caverna di Platone, destinati a vedere solo ombre proiettate su pareti che crediamo siano la realtà. Un’illusione che Nietzsche riconosce nel suo concetto di "nichilismo" (il niente in senso lato: nihil), dove il mondo perde ogni senso e valore, lasciandoci persi in un vuoto esistenziale. Ma forse è Sant'Agostino a dirci la verità più cruda: "se priviamo un uomo della speranza, gli abbiamo tolto ogni cosa". In questo spazio tra l’apparenza e la disperazione, tra la ricerca di un senso e l’assenza di speranza, si nasconde il dramma di chi non sa più come vivere davvero, pur avendo tutto.

Penso a tutti quelli che stasera sono seduti sui divani a guardare la trasmisisone di Maria De Filippi: Amici, annoiandosi a morte e non traendo nulla di buono da quello che vedono, anzi; semmai acquisendo continui disvalori, contrari, sbagliati ed erronei. Famiglie, coppie, che hanno vite fortunate eppure sono circondati da una vita misera individuale, in cui si cullano e permettono alla loro mediocrità di saziarsi quotidianamente con insoddisfazione, livore, invidia e malcontento. Penso che queste famiglie, queste coppie, probabilmente hanno una macchina nuova nel garage, un lavoro redditizio, una salute di ferro, e mentre guardano Amici si crucciano perché non sono al mare, o non sono in montagna o non stanno sorseggiando un cocktail in qualche località alla moda, e questo crea loro addirittura una sorta di malessere esistenziale.

Penso a tutti quelli che non hanno una spada di Damocle sulla testa, che non sono rincorsi dal Diavolo ogni giorno, che non hanno problemi economici e soprattutto di salute;, e che dispongono di tutto ciò che serve per condurre una vita comoda e agiata; eppure si abbandonano alla depressione, al vizio, al male, all'insoddisfazione, all'incompletezza. E penso che proprio questo sia la deriva più mortificante del benessere di cui non si è grati, capace di generare eserciti di individui anonimi, egoisti, senz'anima, senza pietà e misericordia, e senza alcuna possibilità di riscatto intellettuale.

Poi penso a chi invece non ha più niente, o poco più di niente; a chi ha perso tutto, o quasi tutto, ma che riesce a provare una esplosione di gioia e di felicità incontenibile al suono del citofono, quando un figlio o un amico hanno deciso di passare a trovarli. E soprattutto penso a tutti quelli che hanno creduto a qualcuno che poi li ha traditi, delusi, abbandonati; e che oggi non credono più a niente e più a nessuno e non hanno più nemmeno uno straccio di speranza. E se a un individuo togli la speranza, gli hai tolto davvero ogni cosa.

E penso infine che pensare sia una mannaia, una lama troppo affilata. Una mannaia che, oltre a ferire mortalmente, alla lunga uccide, e che poter guardare Amici in televisione senza rendersi conto di tutto questo, non sia in fondo altro che una benedizione, una vera fortuna che solo quegli individui posiedono: cioè la possibilità e la capacità di non pensare, un dono che non sanno di avere, che non possono comprendere, proprio come la loro bella casa, la loro macchina nuova nel garage, la loro salute di ferro, il loro lavoro redditizio, e il loro essere un niente assoluto, che li salva dal peso, e dalla maledizione, del dover, o di non poterne proprio fare meno, pensare.

____________________


𝗣𝗔𝗥𝗔𝗗𝗢𝗦𝗦𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗥𝗘𝗙𝗘𝗥𝗘𝗡𝗗𝗨𝗠 𝟮𝟬𝟮𝟱: 𝗥𝗜𝗧𝗢𝗥𝗡𝗢 𝗔𝗜 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗥𝗔𝗧𝗧𝗜𝗣𝗥𝗘𝗖𝗔𝗥𝗜 𝗘 𝗟𝗔 "𝗕𝗔𝗧𝗧𝗔𝗚𝗟𝗜𝗔" 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗖𝗜𝗧𝗧𝗔𝗗𝗜𝗡𝗔𝗡𝗭𝗔 𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔𝗡𝗔. 𝗠𝗔 𝗟𝗔 𝗦𝗙𝗜𝗗𝗔 𝗜𝗠𝗣...
05/05/2025

𝗣𝗔𝗥𝗔𝗗𝗢𝗦𝗦𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗥𝗘𝗙𝗘𝗥𝗘𝗡𝗗𝗨𝗠 𝟮𝟬𝟮𝟱: 𝗥𝗜𝗧𝗢𝗥𝗡𝗢 𝗔𝗜 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗥𝗔𝗧𝗧𝗜
𝗣𝗥𝗘𝗖𝗔𝗥𝗜 𝗘 𝗟𝗔 "𝗕𝗔𝗧𝗧𝗔𝗚𝗟𝗜𝗔" 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗖𝗜𝗧𝗧𝗔𝗗𝗜𝗡𝗔𝗡𝗭𝗔 𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔𝗡𝗔.
𝗠𝗔 𝗟𝗔 𝗦𝗙𝗜𝗗𝗔 𝗜𝗠𝗣𝗢𝗦𝗦𝗜𝗕𝗜𝗟𝗘 𝗘' 𝗥𝗔𝗚𝗚𝗜𝗨𝗡𝗚𝗘𝗥𝗘 𝗜𝗟 𝗤𝗨𝗢𝗥𝗨𝗠.

L’8 e il 9 giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari che toccano il cuore del vivere civile: il lavoro, la sicurezza sul lavoro, e il diritto alla cittadinanza. Sono temi che dividono, scuotono le coscienze e mettono a confronto due visioni opposte del paese. Da una parte la volontà di ampliare le tutele per i lavoratori e favorire l’inclusione, dall’altra il rischio — concreto — di aprire le porte a nuove forme di precarietà e tensioni sociali.

I primi quattro quesiti riguardano il mondo del lavoro. Due di questi puntano chiaramente ad ampliare i diritti dei lavoratori, ripristinando tutele cancellate nel recente passato. Il primo mira a superare le regole introdotte dal Jobs Act sui licenziamenti illegittimi: attualmente, chi viene licenziato ingiustamente ha diritto solo a un’indennità economica, ma non sempre al reintegro nel posto di lavoro. Il referendum vuole cancellare questa norma, ripristinando la possibilità di essere reintegrati in azienda. Anche il secondo quesito segue la stessa direzione, estendendo queste garanzie anche ai dipendenti delle piccole imprese, che oggi sono escluse da molte tutele previste per i lavoratori delle aziende con oltre 15 dipendenti.

Il terzo quesito, però, va in direzione opposta: propone di eliminare i vincoli attualmente in vigore sull’uso dei contratti a termine. Il cosiddetto Decreto Dignità ha limitato la durata e il numero di proroghe dei contratti temporanei, imponendo alle aziende di motivare ogni rinnovo. Se vincesse il Sì, queste restrizioni verrebbero cancellate, rendendo più facile per i datori di lavoro fare ricorso a contratti a tempo determinato, anche reiterati. Una maggiore libertà per le imprese, certo, ma con un prezzo: quello di una maggiore instabilità per milioni di lavoratori.

C’è poi il quarto quesito che tocca il tema, delicatissimo, della sicurezza sul lavoro. Oggi, in caso di infortunio grave durante un lavoro in appalto, la responsabilità non ricade sempre sull’impresa committente. Il referendum vuole eliminare questa eccezione, tornando a una responsabilità solidale piena: tutte le figure coinvolte — appaltatori, subappaltatori e committenti — potrebbero essere chiamate a rispondere. È un passo che rafforza concretamente la tutela dei lavoratori, evitando che la catena di responsabilità si spezzi proprio nei casi più drammatici.

Infine, il tema che più sta infiammando il dibattito politico: la proposta di ridurre da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza richiesto per ottenere la cittadinanza italiana da parte degli stranieri extracomunitari. Una misura che si estenderebbe automaticamente anche ai figli minorenni degli interessati. I sostenitori del referendum, cioè tutta la sinistra estesa nella sua più ampia accezione possibile, parlano di un passo verso una società più aperta e inclusiva. I detrattori, invece, temono che questo possa accelerare dinamiche già oggi problematiche, in un contesto in cui l’Italia è chiamata a gestire una pressione migratoria crescente, tra arrivi irregolari, mancanza di controlli e fenomeni di criminalità crescente e dilagante in tutte le aree urbane del paese.

Questi referendum si svolgono in un contesto politico segnato da un’evidente disaffezione verso le urne. Alle ultime elezioni politiche del 2022, l’affluenza è crollata al 63,9%, il livello più basso nella storia repubblicana. Un dato che mostra quanto larga parte della popolazione si senta distante dalle dinamiche istituzionali. Eppure, è proprio in questo quadro che si inserisce un dato politico clamoroso: oggi, per i referendum, è proprio la sinistra, assente di fatto nelle precedente elezioni, a mobilitarsi con forza per spingere gli italiani al voto, a parlare di democrazia e partecipazione, a esortare alla presenza massiccia alle urne. Ma si tratta della stessa sinistra che, solo due anni fa, di fronte alla chiamata elettorale per il rinnovo del Parlamento, non solo non ha fatto campagna per l’affluenza, ma in molti casi ha apertamente alimentato l’astensione o si è mostrata rassegnata all’astensionismo. Un silenzio che stride fortemente con l’attivismo attuale.

Il voto referendario di giugno non è solo una questione tecnica, ma una scelta politica e culturale profonda. In gioco c’è una visione dell’Italia: più giusta e solidale per alcuni, più esposta e fragile per altri. Sarà il popolo, se vorrà, a decidere da che parte andare.

Indirizzo

Segrate

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando L'Audace pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Digitare