
18/09/2025
𝟮𝟬𝗘𝗡𝗡𝗘 𝗔𝗚𝗚𝗥𝗘𝗗𝗜𝗧𝗔 𝗗𝗔𝗟𝗟'𝗨𝗢𝗠𝗢 𝗖𝗢𝗡𝗢𝗦𝗖𝗜𝗨𝗧𝗢 𝗢𝗡𝗟𝗜𝗡𝗘.
𝗔𝗡𝗖𝗛𝗘 𝗟'𝗜𝗡𝗖𝗢𝗡𝗧𝗥𝗢 𝗧𝗥𝗔 𝗟𝗔 𝗚𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗡𝗢𝗡 𝗣𝗥𝗢𝗧𝗘𝗚𝗚𝗘 𝗣𝗜𝗨':
"𝗟𝗔 𝗭𝗢𝗡𝗔 𝗡𝗘𝗨𝗧𝗥𝗔" 𝗢𝗥𝗠𝗔𝗜 𝗘' 𝗦𝗢𝗟𝗧𝗔𝗡𝗧𝗢 𝗨𝗡’𝗜𝗟𝗟𝗨𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘.
di Giulia Mainardi
Nel pomeriggio del 15 settembre 2025 i Carabinieri della Stazione di San Donato Milanese hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Milano nei confronti di un 36enne italiano, già noto alle forze dell’ordine, accusato di violenza sessuale, tentata rapina aggravata e porto di armi od oggetti atti ad offendere.
Il provvedimento nasce da un grave episodio avvenuto nei giorni precedenti nell’area del capolinea della metropolitana di San Donato. Qui una ragazza italiana di 20 anni, al primo appuntamento con l’uomo conosciuto sui social, si è presentata convinta che l’incontro in un luogo pubblico le avrebbe garantito una sicurezza. L’aggressore però, dopo averla avvicinata e dopo qualche scambio di convenevoli, l’ha minacciata con un coltello e, approfittando dello sgomento della ragazza, l'avrebbe di forza portata in un luogo appartato e l’avrebbe costretta a subire violenza sessuale, tentando poi di derubarla.
Le indagini sono scattate immediatamente. I militari, grazie alla testimonianza della vittima, ai riconoscimenti fotografici, all’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza e al riscontro di fonti testimoniali, sono riusciti in breve tempo a identificare l’uomo, collegarlo alla sua autovettura e a stringere il cerchio. Il 36enne è stato infine arrestato e tradotto presso la Casa Circondariale di San Vittore.
Il caso di San Donato conferma un errore che troppe ragazze, e anche donne più che mature, continuano a commettere negli incontri che avvengono con persone conosciute sui Social: credere che vedersi “fuori”, in un bar per un caffè o per un aperitivo, in una piazza o in una stazione, in mezzo alla gente insomma, e in quella zona definita: "neutra", equivalga a sicurezza certa. Non è affatto così: anzi, spesso è addirittura il contrario. Perchè sono proprio i malintenzionati quelli che propongono la cosiddetta "zona neutra", per tranquillizzare le loro vittime e perché lì non lasciano tracce di sé, non mostrano dove abitano, e non offrono alcun riferimento utile che possa ricondurre alla loro identità in caso di denuncia.
Possono fornire false identità, presentarsi con un profilo costruito ad arte, e far credere di essere chi non sono. Non bisogna basarsi mai solo sull’estetica o pensare: “vedo come va, e poi decido, e se non mi sento a mio agio me ne vado”: spesso a quel punto è già troppo tardi, e non si può più tornare indietro. L’incontro in mezzo alla gente, invece di proteggere, spesso è un’illusione di sicurezza che favorisce invece chi vuole nascondersi; e aumenta il rischio, perché non c’è nulla di concreto a cui aggrapparsi, nessun riferimento certo. In uno spazio pubblico, anche affollato, la persona malintenzionata può agire, scomparire tra la folla o modificare il proprio comportamento senza conseguenze immediate.
Al contrario, chi propone un incontro a casa propria, che può all'inizio sembrare un azzardo o addirittura qualcosa di equivoco, in realtà fa esattamente il contrario: si espone completamente, non lascia ombre, fornisce un indirizzo preciso e mette in gioco la propria identità vera e reale, quindi, di fatto, la propria integrità. Aprire le porte di casa significa mostrarsi per quello che si è, offrire elementi verificabili e rendersi immediatamente rintracciabili. Il paradosso è che accettare un invito a casa fa correre meno rischi rispetto a chi sceglie invece un luogo "neutro" e pubblico, perchè consente un intervento immediato se qualcosa dovesse andare storto. È un segnale di coerenza e affidabilità, che spesso fa proprio la differenza tra sicurezza e pericolo.
Questo non significa dover abbassare mai la guardia, per nessun motivo e in nessun caso: prudenza e buon senso restano indispensabili. Bisogna sempre avvisare un’amica o un familiare, condividere orario e indirizzo dell’incontro, non presentarsi mai senza aver prima raccolto informazioni reali sulla persona. Ma il punto fondamentale è chiaro: la sicurezza non nasce dall’affidarsi alla folla o al rumore di un locale affollato. La sicurezza si trova nella trasparenza e nell’affidabilità della persona che si ha davanti.
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