
03/07/2025
"𝗙𝗢𝗟𝗟𝗘𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘": 𝗨𝗡 𝗙𝗜𝗟𝗠 𝗚𝗘𝗡𝗜𝗔𝗟𝗘, 𝗜𝗥𝗢𝗡𝗜𝗖𝗢, 𝗣𝗥𝗢𝗙𝗢𝗡𝗗𝗢.
𝗣𝗔𝗢𝗟𝗢 𝗚𝗘𝗡𝗢𝗩𝗘𝗦𝗘 𝗙𝗜𝗥𝗠𝗔 𝗨𝗡 𝗖𝗔𝗣𝗢𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗢 𝗗'𝗘𝗡𝗦𝗘𝗠𝗕𝗟𝗘
di Mirco Maggi
C'è del genio assoluto, e non poco, in questo nuovo film scritto e diretto da Paolo Genovese, autore che ancora una volta sorprende e spiazza, portando in scena qualcosa di mai visto prima, eppure intimamente vicino a ciascuno di noi.
Dopo il cult Perfetti sconosciuti, Genovese torna con un’opera che conferma la sua capacità di cogliere l’anima del nostro tempo, di osservare con ironia e lucidità la società, i sentimenti, le nevrosi e soprattutto le paure relazionali dell’essere umano moderno. Ma stavolta si spinge oltre: costruisce un film girato interamente in due soli ambienti, un’impresa che potrebbe sembrare semplice, ma che in realtà richiede una difficoltà notevole per la precisione chirurgica degli interventi che si svolgono in un equilibrio perfetto, in una direzione impeccabile di attori bravissimi.
A rendere questo film davvero unico e straordinario è soprattutto la sceneggiatura, lucida, profonda, imprevedibile, scritta dallo stesso Genovese insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi: un lavoro a più mani che ha dato vita a un testo brillante, ricco, tagliente e pieno di sfumature. Ogni battuta è cesellata con intelligenza, ogni scambio dialogico ha un peso specifico, ogni pausa è un silenzio carico di senso. La scrittura non solo fa ridere, ma fa pensare, emoziona, provoca, apre domande.
La genialità sta proprio qui: nel costruire un impianto narrativo che, pur ambientato in due soli interni, si apre a infinite suggestioni psicologiche, filosofiche, relazionali. Un gioco a incastri perfettamente calibrato tra i registri della commedia e della riflessione, tra la satira e il dramma intimo.
Il film affronta con lucidità e ironia la molteplicità delle personalità che convivono dentro ognuno di noi – un’idea straordinaria per un film e profondamente teatrale – e lo fa senza mai scivolare nel didascalico o nello psicologismo da manuale.
Al contrario, la sceneggiatura è viva, agile, sofisticata, veloce e diretta. Riesce a incorporare i temi più urgenti dell’oggi – le fragilità emotive, la solitudine, la paura dell’abbandono, la crisi dell’identità – e a trasformarli in materia viva e fruibile, sempre mantenendo un tono brillante e accessibile.
Non è solo scrittura per il cinema: è scrittura di alto livello, ma mai elitista. È costruzione di senso attraverso il ritmo, il sottotesto, il gioco delle voci. È scrittura coraggiosa, perché si affida completamente agli attori e al potere delle parole.
E gli attori rispondono con una prova di rara intensità collettiva. Il Cast è davvero importante: Edoardo Leo, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria: un parterre d’eccellenza, un ensemble che funziona alla perfezione.
La grande capacità di Genovese è stata quella di far lavorare così tanti attori insieme, in spazi ristretti, e ottenere un risultato dove tutto è armonico, mai dissonante. È l'effetto raro di una sceneggiatura che sa dare spazio a tutti, senza mai perdere il centro.
Al di là della forma, il film racconta con straordinaria profondità la crisi relazionale e identitaria della nostra epoca. Viviamo in una società fatta di individui separati, timorosi, che spesso si rifugiano in sè stessi pur di non affrontare il rischio dell’incontro. Questo film racconta proprio questo: il bisogno disperato di essere amati, e la paura paralizzante di mostrarsi per ciò che si è.
Ma lo fa con leggerezza intelligente, con quell’umorismo agrodolce che solo i grandi sceneggiatori sanno costruire, con quella capacità rara di far ridere e commuovere nella stessa scena.
Questo film ha tutte le carte in regola per diventare un’opera di culto: non solo per la sua struttura, non solo per la prova attoriale, ma per l’ambizione narrativa e l’intelligenza del suo impianto.
In un panorama cinematografico dove troppi film sembrano scritti con lo stampino, qui si respira aria di libertà, di audacia, di vera genialità e di arte narrativa. È un film che non ha paura di esporsi, di rischiare, di interrogare, e per questo merita non solo il plauso del pubblico, ma anche il riconoscimento della critica e dei festival.
Genovese firma una sceneggiatura che è già un piccolo monumento. E con FOLLEMENTE, conferma di essere tra i pochi in Italia capaci di raccontare il presente con intelligenza, ironia e cuore.