LUNI Editrice

LUNI Editrice Casa editrice indipendente nata nel 1992 a Milano. Si è distinta nel panorama editoriale italiano per la marcata vocazione allo studio delle civiltà orientali.

Scopri il catalogo sul nostro sito! www.lunieditrice.com - LA CASA EDITRICE:

• La casa editrice nasce nel 1992 dall’iniziativa di Matteo Luteriani, con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili, distinguendosi così nel panorama editoriale italiano per la marcata voca

zione allo studio delle civiltà orientali.

• Pur mantenendo la sua attitudine filosofica orientale, Luni espande presto i confini dei propri interessi alla pedagogia, medievistica, storia contemporanea, letteratura e molto altro.




- SALONE DELLA CULTURA:

• L’offerta culturale della casa editrice comprende la realizzazione del Salone della Cultura, evento collaterale che si tiene a Milano, rivolto a tutti gli appassionati del libro e della cultura.

🔹 Come si costruisce il mito di una nazione?Nel cuore del Giappone arcaico, quando ancora il confine tra storia e mito e...
11/07/2025

🔹 Come si costruisce il mito di una nazione?
Nel cuore del Giappone arcaico, quando ancora il confine tra storia e mito era permeabile e sacro, nasce il Kojiki — un’opera unica nel suo genere, che più di ogni altra ha definito l’identità spirituale e politica del Giappone. Testo fondativo e straordinario manifesto di legittimazione imperiale, il Kojiki è il documento che più profondamente incarna la fusione tra cosmogonia, autorità e lingua: racconta non solo la nascita degli dèi, ma anche quella del potere.

🔹 È qui che prende forma il pantheon shintoista, con Amaterasu — la dea del sole — al centro di una genealogia divina che giustifica l’origine celeste della casa imperiale.

🔹 Ma il Kojiki è anche il primo grande gesto letterario giapponese. La sua redazione in una lingua ibrida (giapponese parlato reso in caratteri cinesi) segna il primo passo verso l’autonomia culturale dal mondo sinizzato. È il momento in cui il Giappone inizia a pensarsi altro, e lo fa tramite il linguaggio, l’epica, il sacro.

🔹 La forza di questo testo non è solo storica o religiosa. Nei suoi tre libri, il Kojiki attraversa epoche divine e umane, mette in scena rivalità tra dèi, amori incestuosi, battaglie eroiche, tradimenti, viaggi soprannaturali. È il ritratto di un mondo in divenire dove ogni gesto ha conseguenze cosmiche e politiche, dove l’ordine del cielo plasma quello della terra.

🔹 La storica traduzione di Mario Marega, oggi riproposta da Luni Editrice, è essa stessa un monumento culturale. Con rigore filologico e sensibilità interpretativa, Marega ha reso accessibile al lettore italiano uno dei testi più elusivi e potenti della tradizione asiatica, corredandolo di note indispensabili per coglierne la profondità simbolica.

🔹 Kojiki non è dunque solo una lettura per specialisti o appassionati di mitologia: è un invito ad ascoltare come una civiltà ha voluto raccontarsi, tra cielo e terra, tra voce e silenzio, tra verità e leggenda.

Segui 📚

🔹 E se ogni racconto fosse anche una prova dell’anima?Nel cuore pulsante della tradizione narrativa indiana, gli enigmi ...
10/07/2025

🔹 E se ogni racconto fosse anche una prova dell’anima?
Nel cuore pulsante della tradizione narrativa indiana, gli enigmi del Vampiro di Somadeva non sono semplici storie da ascoltare intorno al fuoco. Sono riti iniziatici travestiti da fiaba, prove morali mascherate da leggenda, esercizi di saggezza celati nell’inquietudine del soprannaturale.

🔹 Tratti dall’oceano inesauribile di storie del Kathāsaritsāgara – opera colossale dell’XI secolo – questi racconti intrecciano miti, deva, demoni, re e viandanti in un labirinto dove il confine tra reale e fantastico si dissolve. Ma ciò che li rende unici è la struttura narrativa ciclica: ogni episodio si chiude con un enigma posto da un vetala (spirito o “vampiro”), che costringe il protagonista a rispondere. Se tace, fallisce. Se parla, il vetala fugge. L’unico modo per avanzare è comprendere, non solo rispondere.

🔹 Il re protagonista – simbolo dell’anima in cammino – attraversa così non un deserto, ma un paesaggio interiore disseminato di illusioni, dilemmi morali, paradossi. Ogni domanda è una trappola logica e spirituale, ogni risposta una chiave per avanzare. L'intero ciclo diventa quindi un’allegoria della via verso la liberazione (mokṣa): un percorso fatto di intelligenza, compassione, discernimento.

🔹 Tema centrale dell’opera è dunque il legame tra sapienza narrativa e illuminazione. A differenza delle favole occidentali, qui il lieto fine non è un premio, ma uno stato di coscienza. Le prove non sono per vincere qualcosa, ma per riconoscersi in qualcosa di più grande. È il potere archetipico dell’India: trasmettere insegnamenti profondi attraverso forme in apparenza leggere o grottesche.

🔹 Nella tradizione orale e scritta del subcontinente, questi racconti hanno circolato per secoli, ispirando culture lontane, dai racconti delle Mille e una notte fino al folklore europeo. Ma nelle loro radici più profonde parlano una lingua che è sempre attuale: quella del mistero, della trasformazione, dell’eterno interrogarsi dell’essere umano.

Segui 📚

🔹 Può un uomo parlare d'amore mentre il mondo brucia?Takashi Paolo Nagai non racconta solo la tragedia di Nagasaki. Ne è...
09/07/2025

🔹 Può un uomo parlare d'amore mentre il mondo brucia?
Takashi Paolo Nagai non racconta solo la tragedia di Nagasaki. Ne è la carne viva, il testimone sopravvissuto, la voce che – con dignità e fede – riesce a dire speranza là dove tutto sembrava perduto. "Le campane di Nagasaki" è il racconto di uno dei giorni più bui della storia umana, ma anche un testamento spirituale di rara potenza, capace di spostare il centro del discorso dall’orrore alla compassione.

🔹 L’evento è noto: il 9 agosto 1945 alle 11:02 una bomba atomica distrugge la valle di Urakami, provocando quasi 100.000 vittime. Ma quello che Nagai ci offre non è una cronaca. È un cammino. Inizia tra le macerie, tra i corpi, tra le urla – ma poi si eleva. Perché al cuore del suo racconto non c’è vendetta, non c’è condanna. C’è il tentativo di dare un senso all’irraccontabile. E, sorprendentemente, quel senso passa per il perdono.

🔹 Il tema centrale è allora questo: l’invisibile dignità del dolore. Nagai non nega la distruzione, anzi: la descrive con un realismo che toglie il fiato. Ma lo fa per mostrare come anche lì – nel fuoco, nelle ceneri, nei silenzi interrotti solo dal suono di campane spezzate – può nascere un gesto d’amore. Il suo è un libro sulla rinascita dell’umano dopo la disumanità.

🔹 Un altro elemento chiave è il valore della memoria. In tempi in cui l’atomica è ancora minaccia reale, Le campane di Nagasaki è un monito civile, etico, spirituale. Nagai scrive per i vivi, per i giovani, per chi verrà dopo: perché non si dimentichi, perché ci sia scelta, perché l’uomo possa finalmente essere all’altezza della propria coscienza. Perché “chi dimentica il proprio passato è condannato a riviverlo”.

🔹 Più che una testimonianza, è una resurrezione in forma di libro: ogni pagina vibra di pietà, silenzio, fede. E ogni parola di Nagai suona come quelle campane sopravvissute, che ancora oggi risuonano nel cuore dell’umanità ferita.

Segui 📚

🔹 Cosa racconta una civiltà di sé stessa, quando canta le gesta dei suoi re?Il Libro dei Re (Shah-nameh) di Firdusi non ...
08/07/2025

🔹 Cosa racconta una civiltà di sé stessa, quando canta le gesta dei suoi re?
Il Libro dei Re (Shah-nameh) di Firdusi non è solo il più grande poema epico della Persia medievale: è la voce stessa di un’intera civiltà che, prima di essere travolta dall’islamizzazione, decide di fissare per sempre in versi la propria memoria storica e mitologica. In oltre 60.000 versi, Firdusi trasforma miti, genealogie reali e leggende guerriere in una narrazione che ha per scopo non il passato, ma l’identità.

🔹 Uno dei temi centrali del poema è proprio la continuità dinastica come garanzia d’ordine cosmico. Dai primi re mitici fino agli ultimi sovrani sasanidi, Firdusi costruisce una linea che tiene insieme la cosmologia zoroastriana e la cronaca di corte, in un disegno che fonde destino e politica, sacro e reale. Ogni re, ogni battaglia, ogni visione onirica è parte di un mosaico che serve a dire: “Noi siamo questa civiltà”.

🔹 E questa civiltà si esprime in una lingua che è essa stessa affermazione culturale: Firdusi scrive in persiano puro, purgato da influenze arabe, in un atto letterario che è anche resistenza e orgoglio identitario. Il suo Shah-nameh diventa così lo strumento per mantenere viva una cultura minacciata, e insieme il modello per la futura epica islamica, che ne raccoglierà le forme e i contenuti.

🔹 La ricchezza simbolica del testo, dalla lotta tra luce e tenebra ai duelli rituali tra eroi e mostri, parla un linguaggio che è insieme estetico e politico: in ogni narrazione di gesta si cela un codice morale, in ogni favola un’idea del potere e della giustizia. Lo scontro tra Iran e Turan, tra ordine e caos, è anche metafora delle sfide interne ed esterne che l’Impero sasanide affrontava nel suo ultimo splendore.

🔹 Rileggere oggi Il Libro dei Re significa entrare in un mondo in cui mito e storia non sono separabili

Segui 📚

Al di là dei crimini e della violenza, ci sono storie intriganti, rituali insoliti e figure carismatiche che hanno cattu...
07/07/2025

Al di là dei crimini e della violenza, ci sono storie intriganti, rituali insoliti e figure carismatiche che hanno catturato l’immaginazione pubblica e contribuito alla fama internazionale di questo fenomeno.
Tra i boss più controversi spicca la figura di Tadamasa Goto, soprannominato il “John Gotti del Giappone”. A capo di una fazione della potentissima Yamaguchi-gumi ....

Curiosità e personaggi celebri della Yakuza - Al di là dei crimini, ci sono storie intriganti, rituali insoliti e figure carismatiche

🔹 E se l’amore cortese fosse, in fondo, un gesto politico?Dietro i versi melodiosi dei trovatori, dietro la lode alla da...
07/07/2025

🔹 E se l’amore cortese fosse, in fondo, un gesto politico?
Dietro i versi melodiosi dei trovatori, dietro la lode alla dama e l’adorazione servile, si cela una rivoluzione simbolica: la trasfigurazione poetica dell’ordine feudale in un codice estetico e sentimentale. Metafora feudale di Mario Mancini non è solo un saggio sulla poesia trobadorica: è un’indagine affilata su come il linguaggio dell’amore abbia reinterpretato — e sovvertito — la struttura del potere medievale.

🔹 I trovatori non inventano l’amore. Inventano un modo di parlarne che ne fa un sistema di valori, un codice di comportamento, una maschera dietro cui si ridefiniscono le gerarchie sociali e i rapporti tra individuo e collettività. Il cavaliere serve la dama come un vassallo serve il suo signore, ma quel servizio — fatto di segretezza, desiderio e idealizzazione — è una forma nuova di elevazione spirituale e culturale. Il linguaggio dell’amor cortese riecheggia quello feudale (omaggio, fedeltà, premio), ma lo porta altrove: verso l’interiorità, verso l’arte, verso il sogno.

🔹 Mancini analizza con finezza le strutture di questo codice, ma soprattutto i suoi strappi: i trovatori anomali, irregolari, che rompono la forma e ne rivelano la fragilità. Marcabru, con le sue invettive apocalittiche, e Bertran de Born, col suo vitalismo bellicoso, ci ricordano che la “fin’amor” non è un’armonia naturale della Provenza, ma una costruzione raffinata e precaria — una conquista culturale, non un’eredità del sangue.

🔹 È questo il punto più illuminante del saggio: la metafora feudale è un atto estetico, ma anche ideologico. È una mappa delle tensioni di un’epoca: tra guerra e pace, tra struttura e anarchia, tra ragione e passione. Leggere i trovatori diventa allora un modo per comprendere l’Europa che nasce: non quella delle corti ideali, ma quella delle lotte di potere, delle contraddizioni sociali, dei sogni infranti.

🔹 La scrittura di Mancini — filologica e filosofica insieme — mette in dialogo la letteratura con la storia delle idee.

Segui 📚

🔹 Che cosa significa dipingere con l’acqua?Nel cuore più silenzioso della tradizione giapponese, il Suminagashi – “inchi...
06/07/2025

🔹 Che cosa significa dipingere con l’acqua?
Nel cuore più silenzioso della tradizione giapponese, il Suminagashi – “inchiostro fluttuante” – non è soltanto una tecnica decorativa, ma un rituale di contemplazione: un gesto che unisce arte e filosofia, materia e spirito, nel movimento invisibile delle correnti.

🔹 Nato oltre mille anni fa come pratica riservata a pochi artigiani di corte, il Suminagashi non si è mai lasciato addomesticare dalla scrittura o dall’insegnamento codificato: è un’arte trasmessa per secoli da gesto a gesto, da maestro ad allievo, in un linguaggio fatto di acqua, respiro e attesa. Questo “silenzio letterario”, oggi infranto, è una chiave preziosa per comprendere il modo in cui l’Estremo Oriente concepisce la conoscenza: non come accumulo, ma come trasformazione.

🔹 Il libro di Luisa Canovi – il primo in Italia e uno dei pochi al mondo a raccontare in profondità quest’arte – rompe quel silenzio senza tradirne lo spirito. Attraverso uno studio accurato, anni di pratica e dialogo con i maestri, l’autrice ci accompagna in un viaggio che è insieme manuale tecnico e meditazione visiva, facendo emergere il Suminagashi come esperienza estetica e filosofica, affine allo Zen e alle vie spirituali dell’Asia.

🔹 Tema centrale dell’opera è il rapporto tra casualità e controllo: nel Suminagashi, l’artista non impone la forma, ma dialoga con essa. Le onde, i vortici e le espansioni d’inchiostro nascono da gesti minimi e impercettibili – un soffio, una vibrazione – e tracciano un paesaggio mentale unico e irripetibile. È un’arte dell’impermanenza, della bellezza che non si trattiene ma si osserva, si lascia andare.

🔹 Canovi ci mostra anche come il Suminagashi sia oggi ponte tra tradizione e innovazione: una pratica che ha superato i confini della carta decorativa per influenzare la calligrafia contemporanea, il design, la didattica e persino le terapie espressive.

Segui 📚

🔹 Cosa succede quando i guardiani della morale diventano i primi a tradirla?Nel cuore della burocrazia imperiale cinese,...
05/07/2025

🔹 Cosa succede quando i guardiani della morale diventano i primi a tradirla?
Nel cuore della burocrazia imperiale cinese, dove il potere si vestiva di rituali e virtù confuciane, Storie indiscrete dei Letterati (1750) smaschera l’ipocrisia di un’intera classe dirigente. Questo romanzo – caustico, brillante, attualissimo – è molto più di un capolavoro della letteratura cinese: è un affondo satirico contro i pilastri corrotti di un sistema che pretende purezza ma coltiva vanità, arroganza e abuso.

🔹 Sotto la maschera dei funzionari-modello – eruditi, disciplinati, ligii al dovere – Wu Jingzi rivela un mondo fatto di raccomandazioni, favoritismi, concussioni e ambizioni meschine. Non c’è eroe: solo uomini che, pur formati in un sistema educativo rigidissimo e teoricamente meritocratico, si piegano alla logica del potere, tradendo gli ideali che professano. Il tema centrale è dunque la dissonanza tra morale proclamata e morale agita: un conflitto antico e moderno, perfettamente riconoscibile anche oggi.

🔹 Ma l’autore non si limita alla denuncia. Storie indiscrete dei Letterati è anche uno specchio profondo della società cinese: nei dialoghi, nei riti, nelle dispute accademiche, si coglie la complessità di un'intera civiltà. È un romanzo corale, saturo di ironia e umanità, che osserva la decadenza dei letterati con una lucidità a tratti comica, a tratti crudele. E proprio l’umorismo – amaro, raffinato, pungente – è l’arma più affilata di Wu Jingzi.

🔹 L’ultimo capitolo, in controtendenza, mette in scena la possibilità di una redenzione: figure umili, provenienti dal popolo, si affacciano al sapere con purezza d’intenti, incarnando l’ideale autentico del vero letterato. È qui che Wu Jingzi, orfano di un sistema che lo ha emarginato, lancia il suo messaggio più radicale: la vera dignità non è nella carica, ma nella coscienza.

🔹 Storie indiscrete dei Letterati è un classico mondiale che merita di essere riscoperto oggi: perché la satira, quando nasce dall’esperienza diretta dell’ingiustizia, non invecchia mai.

Segui 📚

🔹 Che cosa accade quando la sensualità decadente della Cina imperiale incontra l’immaginario erotico del fumetto italian...
04/07/2025

🔹 Che cosa accade quando la sensualità decadente della Cina imperiale incontra l’immaginario erotico del fumetto italiano?
Il Jin Ping Mei e Le 110 Pillole sono due opere lontane nel tempo e nello spazio, eppure unite da un filo rosso: l’indagine cruda, ironica e spietata del desiderio umano.

🔹 Il Jin Ping Mei, scritto in piena epoca Ming, è molto più di un romanzo erotico. È una satira feroce della società del tempo, un’epopea domestica in cui le donne sono le vere protagoniste, narrate con uno sguardo sorprendentemente empatico, ambiguamente femminile. Dietro la facciata lasciva, si cela il racconto di un mondo in declino, corroso dal lusso, dalla corruzione e da un’ossessione per il piacere che annulla ogni senso morale.

🔹 Questa “epopea del piacere” ha trovato un’insospettabile reincarnazione nella graphic novel Le 110 Pillole del maestro Magnus. L’opera, ispirata direttamente al romanzo cinese, rilegge il testo con l’occhio dissacrante del fumetto d’autore, trasfigurandolo in un’avventura visiva sospesa tra sensualità, humour nero e critica sociale. Il corpo – celebrato, torturato, desiderato – diventa il vero campo di battaglia di anime inquiete, in un Oriente reinventato che è insieme filologico e fantastico.

🔹 Il tema centrale che accomuna romanzo e fumetto è la visione del desiderio come forza ambivalente: motore di creazione e distruzione, piacere e rovina. In entrambi i casi, la sensualità è il linguaggio attraverso cui si esprime un’intera civiltà alla vigilia della sua dissoluzione. Il desiderio non è colpa, ma destino.

🔹 Leggere oggi Jin Ping Mei e riscoprirlo attraverso Le 110 Pillole significa non solo attraversare i confini della letteratura, ma anche riflettere sul potere che le narrazioni erotiche hanno nel decifrare il cuore delle civiltà. È un viaggio che unisce due culture – quella classica cinese e quella underground italiana – in un dialogo audace, sensuale e visionario.

Segui 📚

🔹 È possibile una conoscenza che trascende la ragione, il tempo e persino l’individuo?Con La Metafisica orientale, René ...
03/07/2025

🔹 È possibile una conoscenza che trascende la ragione, il tempo e persino l’individuo?
Con La Metafisica orientale, René Guénon non ci invita semplicemente a “leggere” una tradizione, ma a riconsiderare l’idea stessa di conoscenza.

🔹 In questa breve ma densissima conferenza pronunciata alla Sorbona nel 1925, Guénon rovescia il paradigma occidentale moderno: se per l’Occidente la metafisica è un’astrazione filosofica, razionale e spesso speculativa, per le tradizioni orientali – che l’autore pone al centro della sua riflessione – la metafisica è invece una scienza dell’Assoluto, conoscenza immediata e non condizionata, fondata su princìpi eterni e immutabili.

🔹 Uno dei temi chiave di questo intervento – e di tutta l’opera guénoniana – è la distinzione tra intellettualità autentica e razionalismo moderno: la vera intelligenza, per Guénon, non è ragionamento discorsivo, ma assimilazione diretta dei princìpi primi. Questa conoscenza non è opinione, non è costruzione soggettiva, ma visione: è la conoscenza metafisica, che si manifesta solo in contesti tradizionali, come quelli dell’India vedica o della Cina taoista.

🔹 Guénon sottolinea come, a differenza dell’Occidente moderno, che ha spezzato ogni legame con la propria dimensione spirituale, le civiltà orientali abbiano conservato intatta la trasmissione della sapienza grazie alla presenza di scuole iniziatiche, testi canonici e strutture tradizionali. In quest’ottica, “orientale” non è un’etichetta geografica, ma un indicatore di fedeltà all’Assoluto.

🔹 Questo testo, breve ma potentissimo, non si limita a spiegare concetti: offre una chiave per comprendere tutte le civiltà tradizionali e, per contrasto, la crisi dell’Occidente, che ha smarrito ogni riferimento trascendente. La Metafisica orientale è dunque un invito alla riscoperta di un sapere perduto, non per nostalgia, ma per necessità

Segui 📚

🔹 Cosa accade quando la fede si fonde con la morte e il delitto diventa rituale sacro?La storia dei Thugs, la setta indi...
02/07/2025

🔹 Cosa accade quando la fede si fonde con la morte e il delitto diventa rituale sacro?
La storia dei Thugs, la setta indiana di strangolatori devoti alla dea Kalì, ci porta nel cuore oscuro di un culto antico e impenetrabile, dove l’omicidio non è crimine, ma atto di devozione. È uno dei casi più inquietanti di sacralizzazione della violenza della storia umana.

🔹 Per secoli, i Thugs hanno percorso le strade dell’India in piccoli gruppi apparentemente innocui, mescolandosi ai viaggiatori per poi colpire nel momento giusto. Li uccidevano con il panno sacro – spesso un turbante – in un rituale codificato e silenzioso, per poi occultare ogni traccia del delitto. Nulla era improvvisato: ogni gesto era parte di un rito tramandato per generazioni.

🔹 A guidarli era la fede in Kalì, dea della morte e della distruzione, ma anche della rinascita. Gli omicidi venivano intesi come sacrifici rituali e, in cambio, la divinità prometteva protezione e benedizione ai suoi fedeli. Non si trattava di bande criminali nel senso moderno del termine, ma di una confraternita religiosa clandestina, con regole, codici morali e un linguaggio segreto.

🔹 Fu solo con l’arrivo degli inglesi, e in particolare grazie all’opera determinata e metodica di William Sleeman, che la setta fu smantellata. L’operazione, tuttavia, non fu soltanto una campagna poliziesca: fu anche una battaglia culturale e simbolica tra due visioni del mondo inconciliabili. Le cronache e i resoconti di Sleeman, ricchi di testimonianze dirette, ci restituiscono una realtà quasi irreale, dove il confine tra religione e crimine si dissolve.

🔹 Il tema centrale è proprio questo: fino a che punto la religione può giustificare la violenza? E come interpretare, da osservatori esterni, pratiche che per i protagonisti erano manifestazioni del sacro? I Thugs. Gli strangolatori sacri dell’India è un viaggio vertiginoso nella parte più ambigua della devozione umana, dove il sacro si traveste da orrore.

Segui 📚

🔹 Come si trasmette una civiltà millenaria in novanta brevi rime di tre soli caratteri ciascuna?Il Classico dei Tre Cara...
01/07/2025

🔹 Come si trasmette una civiltà millenaria in novanta brevi rime di tre soli caratteri ciascuna?
Il Classico dei Tre Caratteri è la risposta: un’opera che, per sette secoli, ha insegnato ai bambini cinesi non solo a leggere e scrivere, ma a pensare secondo i valori fondanti della loro cultura.

🔹 Questo piccolo testo, così essenziale e al tempo stesso così denso, ha modellato generazioni intere. Dietro l’apparente semplicità della sua struttura – versi di tre caratteri – si nasconde una sapienza pedagogica raffinatissima: ogni riga introduce un concetto, una norma etica, una figura esemplare o un frammento di storia, rendendo il Classico un condensato della visione confuciana del mondo.

🔹 Il tema chiave è l’educazione come fondamento del buon governo e della società. Per Confucio e i suoi seguaci, non esiste giustizia sociale senza formazione morale, né armonia collettiva senza disciplina individuale. Il Classico dei Tre Caratteri assume così il ruolo di primo strumento per coltivare cittadini responsabili, studiosi perseveranti e uomini giusti. Non a caso, tra i suoi versi troviamo gli ideali di pietà filiale, diligenza, rispetto per la gerarchia e amore per lo studio: l’essenza stessa dell’etica confuciana.

🔹 Rileggere oggi questo testo – in una traduzione chiara e attenta come quella curata da Teresa Spada – significa interrogarsi sul modo in cui una civiltà plasma i suoi bambini per renderli adulti consapevoli. Ma significa anche scoprire una pedagogia poetica, che educa attraverso la bellezza del suono e la forza della memoria orale.

🔹 In un’epoca dominata da globalizzazione e crisi identitarie, Il Classico dei Tre Caratteri ci parla con forza: è un inno alla memoria culturale come fondamento della coscienza collettiva. È il passato che si fa voce per guidare il futuro.

Segui 📚

Indirizzo

Via Luigi Pirandello 18
Sesto San Giovanni
20099

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:30
14:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 12:30
14:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 12:30
14:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 12:30
14:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 12:30
14:00 - 18:00

Telefono

+390236593180

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando LUNI Editrice pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a LUNI Editrice:

Condividi

Digitare