15/10/2025
📚 Se la tua nascita ti condannasse all’invisibilità sociale, useresti la legge per cambiare il mondo—o la aggireresti per crearne uno nuovo?
Il brigante non è un delinquente qualsiasi. È un giustiziere picaresco che, vittima dei soprusi e dell’iniquità del sistema, si tira fuori proprio da quel sistema e dalle sue leggi combattendo una guerra personale impari, e per questo ancora più eroica e valorosa. Logico, dunque, che una figura come la sua abbia conquistato poeti, scrittori, drammaturghi, registi e cantastorie in ogni parte del mondo.
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Il romanzo Vita del brigante Hong Kiltong prende probabilmente il suo titolo da un oscuro fuorilegge vissuto intorno al 1500, la cui figura viene idealizzata al punto da farne un eroico difensore dei deboli.
Attribuito a Hŏ Kyun (1569-1618), è considerato per questo il primo romanzo coreano propriamente detto, ma potrebbe in realtà essere molto più tardo.
🔹 Perché è un classico “nuovo”
Attribuito a Hŏ Kyun e considerato il primo romanzo coreano in vernacolo, l’opera fonde satira sociale e romanzo d’avventura: denuncia la gerarchia ereditaria (discriminazione dei figli “secondari”), smaschera il legalismo sterile e trasforma il banditismo in laboratorio istituzionale. Non basta “rubare ai ricchi”: bisogna saper rifondare regole e legittimità.
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