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Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano Ardau Il 1 novembre del 1994 uscí MTV Unplugged in New York dei Nirvana.ultima strug...
01/11/2025

Non solo rock 🤘🏻
a cura di Cristiano Ardau

Il 1 novembre del 1994 uscí MTV Unplugged in New York dei Nirvana.
ultima struggente testimonianza artistica di Kurt Cobain, insieme ai compagni Krist Novoselic e Dave Grohl.
Fu un tributo al cantautore morto sei mesi prima.

La formula degli Unplugged, allora molto in voga grazie a MTV, prevedeva che gli artisti “staccassero la spina” un-plugged appunto per reinterpretare i propri brani in chiave acustica, intima, quasi confessionale.
Ma quello dei Nirvana fu diverso da tutti gli altri.
Niente greatest hits, niente concessioni commerciali: Kurt scelse un repertorio spiazzante, fatto di cover e di pezzi meno noti del gruppo, cuciti insieme in un’atmosfera di malinconica sincerità.

Il set fu concepito da Cobain stesso: gigli bianchi, candele accese e luci soffuse. Un’allestimento funebre, quasi un presagio.
L’esibizione, registrata dal vivo il 18 novembre del 1993, divenne un viaggio spirituale tra vita e morte, rabbia e dolcezza, fragilità e arte pura.
Con la voce spezzata e l’anima nuda, Kurt regalò al mondo una performance sospesa nel tempo, in bilico tra dolore e bellezza assoluta.

MTV Unplugged in New York vinse nel 1996 il Grammy Award come miglior album di musica alternativa e, a distanza di oltre trent’anni, resta una pietra miliare della musica degli anni ’90, un testamento artistico che continua a commuovere generazioni intere.

Un disco da avere, da ascoltare tutto d’un fiato e da sentire dentro.

Non solo rock 🤘🏻 a cura di Cristiano ArdauIl 31 ottobre del 1975 veniva pubblicato uno dei capolavoro dei Queen.Quel gio...
31/10/2025

Non solo rock 🤘🏻
a cura di Cristiano Ardau

Il 31 ottobre del 1975 veniva pubblicato uno dei capolavoro dei Queen.
Quel giorno il mondo della musica cambiò per sempre con la pubblicazione di Bhoemian Rapsody.
Il singolo, estratto dal quarto album A Night at the Opera, rappresentò una svolta epocale: una canzone monumentale, senza regole né confini, destinata a riscrivere la storia del rock.

Il quartetto londinese, guidato dall’estro visionario di Freddie Mercury, decise di osare oltre ogni schema radiofonico e commerciale. Mercury compose una vera e propria suite rock di oltre sei minuti, articolata in sezioni distinte: un’introduzione a ca****la, una ballata al pianoforte, un assolo di chitarra di Brian May, un passaggio operistico, una sezione hard rock e un epilogo malinconico.

Un viaggio sonoro e teatrale, dove nulla era convenzionale.
Il brano, registrato in più studi e con centinaia di sovraincisioni vocali, divenne uno dei singoli più costosi e complessi mai realizzati fino ad allora. I tecnici raccontano che i nastri si consumarono a forza di stratificare voci e strumenti.

Il testo, interamente scritto da Mercury, resta ancora oggi avvolto nel mistero con più significati ancora oggi indecifrati.

Il videoclip girato in appena quattro ore, è considerato il primo video musicale moderno della storia, utilizzato a fini promozionali prima ancora che MTV esistesse.
Una scelta rivoluzionaria, che anticipò i tempi e fece scuola.

Bohemian Rhapsody scalò immediatamente le classifiche britanniche e internazionali, rimanendo al primo posto per settimane e vendendo milioni di copie.
A cinquant’anni di distanza, continua a incantare generazioni diverse, simbolo di libertà artistica e di genialità senza compromessi.

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano ArdauRicorre oggi la morte di Lewis Allan Reed, più noto come Lou Reed, scomparso il...
27/10/2025

Non solo rock 🤘🏻
a cura di Cristiano Ardau

Ricorre oggi la morte di Lewis Allan Reed, più noto come Lou Reed, scomparso il 27 ottobre del 2013.
Originario di New York, classe 1942, è stato uno dei musicisti più influenti della musica moderna: cantautore, compositore, chitarrista e poeta.

Nato nei sobborghi di New York da una famiglia borghese di religione ebraica, Lou Reed visse un’adolescenza ribelle, segnata da anticonformismo e inquietudine.
Animo sensibile e tormentato, insofferente verso ogni forma di ipocrisia e cattiveria, lottò fin da giovane per affermare la propria identità e omosessualità, che la famiglia cercò di “curare” con la psicoterapia e persino con l’elettroshock.

Fu un grande provocatore e innovatore, sia negli arrangiamenti, sempre elettrici e diretti, sia nei testi, raffinati, ironici e taglienti.
Pioniere del punk, ma con una scrittura profonda e letteraria, è stato un autentico angelo nero della musica, capace di raccontare la vita nella sua parte più buia: la morte, il sesso, la droga, la solitudine o la falsità delle persone.

Determinante fu la sua amicizia con Andy Warhol, che lo introdusse nel fervido movimento artistico newyorkese degli anni Sessanta, e l’incontro con David Bowie, con il quale nacque un connubio creativo straordinario che portò nuova linfa alla sua carriera solista dopo i Velvet Underground, culminando nell’album Transformer del 1972.

“The Velvet Underground & Nico” e “Transformer” restano due must have assoluti della sua discografia.

Lou Reed morì a causa delle complicanze di un trapianto di fegato, dopo una vita segnata da droghe, alcool e da un’epatite contratta con una siringa infetta.
Un artista unico, capace di reinventarsi di continuo, sempre in anticipo sui tempi, che ha influenzato generazioni di musicisti e che continua ancora oggi a parlarci con la sua musica lucida, ruvida e sincera.

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano ArdauBuon compleanno al compianto Scott Richard Kline, meglio conosciuto come Scott ...
27/10/2025

Non solo rock 🤘🏻
a cura di Cristiano Ardau

Buon compleanno al compianto Scott Richard Kline, meglio conosciuto come Scott Weiland, nato a San José il 27 ottobre del 1967.
Frontman e fondatore del gruppo grunge Stone Temple Pilots, a pieno titolo una delle band simbolo di quel movimento musicale insieme a Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam, Melvins, Alice In Chains e Screaming Trees,

Al suo attivo quindici album, di cui sei con gli STP.
Eclettico performer, autentico camaleonte artistico, ha saputo reinventarsi anche come voce del supergruppo Velvet Revolver, al fianco di Slash e Duff McKagan.

Una vita vissuta intensamente, segnata però dal costante abuso di droghe, che ne hanno minato talento e salute.
Scott Weiland ci lasciò il 3 dicembre 2015, a soli 48 anni, per un tragico cocktail di sostanze e alcol.

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano ArdauBuon compleanno a Manu Katché, batterista francese nato a Saint-Maur-des-Fossés...
27/10/2025

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a cura di Cristiano Ardau

Buon compleanno a Manu Katché, batterista francese nato a Saint-Maur-des-Fossés il 27 ottobre del 1958.

Artista elegante e versatile, Manu Katché è uno di quei artisti che hanno saputo attraversare con naturalezza mondi sonori diversi, dal pop al jazz, dal rock alla world music. Il suo tocco raffinato, il timing impeccabile e la capacità di interagire profondamente con gli altri musicisti, lo hanno reso un punto di riferimento internazionale.

Dopo gli studi al Conservatorio di Parigi, inizia una carriera che lo porta presto a collaborare con i più grandi come Peter Gabriel, che lo sceglie per l’album So del 1986 e per i tour successivi; Sting, con cui condivide l’esperienza di Nothing Like the Sun; e poi Dire Straits, Tears for Fears, Joni Mitchell, Tracy Chapman, Robbie Robertson, fino alle contaminazioni jazz con Jan Garbarek, Tomasz Stańko, e i suoi lavori per la ECM Records.

Non mancano incursioni italiane di grande valore con Pino Daniele, Mango, Claudio Baglioni e l’amico Stefano Bollani.
Il suo modo di suonare la batteria unisce rigore e libertà, ritmo e melodia, con un groove che parla, che accompagna senza mai sovrastare.

Endorser storico di batterie Yamaha e piatti Zildjian, Manu Katché è un musicista che incarna l’arte del suonare per la musica, e non per sé stesso: ogni colpo, ogni pausa, ogni accento è al servizio del brano.

Un batterista raffinato, poetico e profondamente umano.

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano ArdauIl 26 ottobre del 2024 ci lasciava Mario Macciocco, in arte Mario Fabiani, affe...
26/10/2025

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a cura di Cristiano Ardau

Il 26 ottobre del 2024 ci lasciava Mario Macciocco, in arte Mario Fabiani, affermato e amatissimo cantautore cagliaritano.
Nato a Cagliari il 14 gennaio 1955, è stato una delle voci più autentiche e sensibili della musica sarda contemporanea.

Con il gruppo “Il Giocattolo” conquista il successo nazionale grazie a diverse hit, tra cui l’indimenticabile Ti ho vista piangere, che lo porta all’attenzione del grande pubblico.
Conclusa l’esperienza con la band, intraprende la carriera da solista e con Notti in FM si afferma definitivamente nel panorama musicale italiano.

Nel 1985, con il brano Stella Stella, raggiunge il secondo posto al Festivalbar, calcando con eleganza e carisma i più importanti palcoscenici televisivi nazionali.
Con la struggente Isola Isola, dedica un inno d’amore alla sua terra, entrando nel cuore dei sardi di ogni generazione.

Autore e compositore instancabile, scrive Com’è dura la vita per l’AVIS, inno ufficiale alla donazione del sangue, e Cagliari Grande, brano celebrativo per la squadra della sua città.
Artista eclettico e generoso, si distingue anche nel repertorio per bambini, ottenendo negli anni numerosi riconoscimenti e premi a livello nazionale.

Un musicista raffinato, autore di testi ricchi di significato e melodie mai banali, Mario Fabiani è stato un punto di riferimento per tutta la comunità artistica isolana.
Sempre disponibile, ironico e gentile, ha saputo unire professionalità e umanità come pochi.

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano Ardau Buon compleanno a Chad Ga***rd Smith, batterista dei Red Hot Chili Peppers, na...
25/10/2025

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a cura di Cristiano Ardau

Buon compleanno a Chad Ga***rd Smith, batterista dei Red Hot Chili Peppers, nato a Saint Paul, Minnesota, il 25 ottobre del 1961.

Fin da bambino mostra un talento naturale per il ritmo: a soli 7 anni inizia a suonare la batteria, imparando presto anche a leggere la musica e a costruirsi un linguaggio sonoro personale. Dopo le prime esperienze nelle band locali del Midwest, il giovane Chad si afferma per il suo stile potente, preciso e pieno di groove, mescolando influenze rock, funk e soul.

Nel 1988 entra nei Red Hot Chili Peppers, contribuendo in modo decisivo alla rinascita della band dopo un periodo difficile. Con lui alla batteria, il gruppo trova una nuova forza e incide alcuni dei suoi album più iconici:
- “Mother’s Milk” del 1989;
-“Blood Sugar S*x Magik” del 1991;
-“Californication” del 1999;
- “By The Way” del 2002;
- “Stadium Arcadium” del 2006.

Il suo drumming, ispirato da maestri come John Bonham, Ian Paice e Buddy Miles, è una miscela esplosiva di energia, tecnica e istinto, che diventa parte integrante del sound dei Chili Peppers: riconoscibile fin dal primo colpo di rullante.

Endorser storico di Vater per le bacchette, ha suonato a lungo batterie Pearl e piatti Sabian, per poi passare a DW Drums e Paiste, mantenendo sempre la stessa precisione e potenza che lo hanno reso uno dei batteristi più rispettati e amati al mondo.

Chad Smith non è solo un batterista: è una forza della natura, un musicista che ha trasformato ogni colpo di batteria in un gesto di pura espressione rock.

🎤 Una nuova era per Giorgia sta per cominciare! Il 7 novembre uscirà “G”, il suo nuovo album di inediti, anticipato dal ...
25/10/2025

🎤 Una nuova era per Giorgia sta per cominciare!

Il 7 novembre uscirà “G”, il suo nuovo album di inediti, anticipato dal brano “Golpe”. Un progetto intenso, elegante e pieno di energia, che segna un ritorno attesissimo e una nuova pagina nel suo percorso artistico. ✨

Siete pronti?

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano ArdauUsciva il 24 ottobre del 2000 Hybrid Theory, album d’esordio dei Linkin Park, b...
24/10/2025

Non solo rock 🤘🏻
a cura di Cristiano Ardau

Usciva il 24 ottobre del 2000 Hybrid Theory, album d’esordio dei Linkin Park, band californiana destinata a segnare un’epoca.
Un disco davvero “ibrido”, dove alcune intuizioni musicali riuscirono a fondere insieme rap, hard rock, hip hop e pop in un equilibrio inedito.
Difficile classificarli nel nu metal, vedendo i Linkin Park sbarcare nel mainstream con oltre trenta milioni di copie vendute in tutto il mondo.

La voce del compianto Chester Bennington sferza sulle parti rap di Mike Shinoda, in duetti potenti e incantevoli, sostenuti dai riff pesanti di Brad Delson alla chitarra. Non meno incisivi Joe Hahn ai piatti e alle sequenze, e la sezione ritmica che dà compattezza a ogni brano.

I ritornelli sono semplici ma di grande forza melodica, con pezzi orecchiabili che hanno garantito all’album un ascolto costante anche a distanza di ben 25 anni.
Le influenze sono innumerevoli: dai Korn ai Limp Bizkit, dai Deftones ai P.O.D., fino ai Nine Inch Nails e persino ai Depeche Mode.

Un album inizialmente osteggiato dagli amanti dei generi più “puri”, ma che col tempo è diventato un vero punto di riferimento della musica contemporanea.

🎧 Citazione d’onore per In The End, brano simbolo dell’album, accompagnato da un video iconico e suggestivo.

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano ArdauUsciva il 23 ottobre del 1984 Paolo Conte, sesto album omonimo del grande canta...
23/10/2025

Non solo rock 🤘🏻
a cura di Cristiano Ardau

Usciva il 23 ottobre del 1984 Paolo Conte, sesto album omonimo del grande cantautore astigiano.
Ex avvocato, iniziò fin da piccolo a coltivare la passione per la musica jazz, lo swing e il pianoforte, grazie anche all’influenza dei genitori.
Figlio di un notaio, esercitò per un periodo la professione forense, prima di dedicarsi completamente alla musica, sua vera vocazione.

Considerato l’album della maturità, questo lavoro racconta Paolo Conte stesso: la sua ironia, la sua poetica, la sua capacità di intrecciare testi e melodie in mille giri di note, tra piano e arrangiamenti dal gusto inconfondibile.

Di rilievo la formazione musicale, con Massimo Luca alle chitarre, Ares Tavolazzi al basso e contrabbasso, Ellade Bandini alla batteria e Antonio Marangolo al sax.

Tra i brani più rappresentativi spiccano Sparring Partner, Gli Impermeabili (parte della cosiddetta “saga del Mocambo”) e Sotto le stelle del jazz, autentici capisaldi del suo repertorio.

Un album profondo, elegante e denso di suggestioni, magistralmente interpretato, che a quarant’anni dalla sua uscita continua a essere un evergreen della musica d’autore italiana.

Non solo rock 🤘🏻a cura di Cristiano ArdauDopo il 22 ottobre del 1969, il mondo della musica non fu più lo stesso.Uscì in...
22/10/2025

Non solo rock 🤘🏻
a cura di Cristiano Ardau

Dopo il 22 ottobre del 1969, il mondo della musica non fu più lo stesso.
Uscì infatti il secondo album dei Led Zeppelin, il gruppo hard rock inglese che avrebbe riscritto le regole del rock moderno.

Come un fulmine a ciel sereno, Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham sfornarono una pietra miliare della musica rock, con un sound aggressivo, ammaliante e incredibilmente innovativo per l’epoca.
Un mix potente e raffinato di hard rock, blues e folk, destinato a cambiare tutto.

Dotati di un talento straordinario, i quattro musicisti realizzarono un disco che divenne fonte d’ispirazione per intere generazioni di gruppi, un autentico spartiacque nella storia della musica del Novecento.
La voce unica e magnetica di Plant si fonde alla perfezione con i riff epici e taglienti di Page, sostenuti dal basso e dall’organo di Jones.
E poi c’è Bonzo, il compianto John Bonham: unico, inimitabile, ancora oggi universalmente riconosciuto come uno dei più grandi batteristi di tutti i tempi.

I brani scorrono fluidi, trascinanti, con un’energia che ti spinge ad ascoltare il disco dall’inizio alla fine, senza interruzioni.
Whole Lotta Love, What Is and What Should Never Be, The Lemon Song, my favorite song Thank You, Heartbreaker, fino all’incredibile assolo di batteria di Bonzo in Moby Dick, formano una scaletta leggendaria.

Un grande album senza tempo, patrimonio assoluto della musica rock.

Indirizzo

Zona Industriale Interstate Coras/Moriscau
Sestu
09028

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