
27/08/2025
"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi".
Queste le ultime righe autografe di Cesare Pavese. Un addio, forse anche un lucido monito o un invito al silenzio.
E tuttavia, negli anni, i pettegolezzi non sono mancati. Anzi, essi si sono susseguiti con la curiosità morbosa di chi vorrebbe sostituire lo scrittore con il personaggio o addirittura il personaggio alla persona.
E nemmeno il perdono è arrivato. In molti hanno visto in quel suo ultimo gesto (il suicidio) un motivo per ostracizzarlo ulteriormente anche da morto.
Di questo scrittore, in ambito critico, si è sempre detto di tutto, spesso anche ponendo contraddizioni assurde o adducendo motivazioni basate più sul gusto imperante che su un'analisi attenta, precisa e soprattutto accurata dei suoi scritti. A proposito di pettegolezzi, si è cercato di imprimere l'impronta del suo fatale gesto sulle sue opere, cercando di rintracciarne con morbosità germi, imponendo una visione che piega il mondo della realtà letteraria, che va sempre filtrata, ai rigidi schematismi della realtà quotidiana senza mediazioni.
Di Pavese e del suo rapporto con ciò che fu la Magna Grecia abbiamo parlato diffusamente nella I e nella II edizione del saggio, ma abbiamo approfondito ulteriormente il suo studio nella nuova edizione che vedrete prossimamente.