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🤴 "Il cristiano è sacerdote, il cristiano è re, ed è fatto per una gloria più alta. Dio deve regnare in noi, Dio deve re...
05/10/2025

🤴 "Il cristiano è sacerdote, il cristiano è re, ed è fatto per una gloria più alta. Dio deve regnare in noi, Dio deve regnare attraverso di noi perché meritiamo di regnare con Dio. Ecco regole di fede che non possiamo escludere dai nostri regolamenti di vita politica. Il nostro rango è sublime, la nostra dignità è divina; non possiamo abdicare al destino presente, non possiamo venir meno ai doveri molto augusti e molto pressanti – doveri di ordine particolare e di ordine pubblico – senza rinunciare allo stesso tempo alla nostra dignità futura."
Louis Veuillot, L'illusione liberale: https://t.ly/GDPw8

«Eva fu la spina, giacché ha inflitto a tutti la morte; Maria è la rosa, giacché a tutti ha restituito un destino di sal...
05/10/2025

«Eva fu la spina, giacché ha inflitto a tutti la morte; Maria è la rosa, giacché a tutti ha restituito un destino di salvezza»

Dall'ufficio del Santissimo Rosario riprendiamo un passo di san Bernardo di Chiaravalle.«A lode della sua grazia e a distruzione dell'umana sapienza, Dio si è degnato di assumere la carne da una donna, ma vergine, affinché rendesse simile il simile, curasse il contrario con il contrario, sradica

A mezzogiorno della prima domenica d'ottobre, Solennità del Ss. Rosario, si recita la Supplica alla Madonna di Pompei. "...
05/10/2025

A mezzogiorno della prima domenica d'ottobre, Solennità del Ss. Rosario, si recita la Supplica alla Madonna di Pompei.
"Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società"
https://www.radiospada.org/2019/10/supplica-alla-regina-del-rosario-di-pompei/

"Pertanto, motu proprio e nella pienezza dell’apostolica potestà, a lode di Dio, di nostro Signor Gesù Cristo e della su...
05/10/2025

"Pertanto, motu proprio e nella pienezza dell’apostolica potestà, a lode di Dio, di nostro Signor Gesù Cristo e della sua gloriosa Vergine Madre, a tenore delle presenti, stabiliamo che in futuro ogni prima domenica d’ottobre si celebri con rito doppio maggiore e si santifichi la Solennità del Rosario".

Offriamo in traduzione italiana il breve "Monet Apostolus" a mezzo del quale, il 1° aprile 1573, papa Gregorio XIII Boncompagni istituiva la Solennità del Santissimo Rosario di Maria.GREGORIUS PP. XIIIAd perpetuam rei memoriamL'Apostolo ci ammonisce a render grazie di ogni cosa e le sto

5 OTTOBRE 2025: DOMENICA DICIASSETTESIMADOPO LA PENTECOSTEMESSAI decreti di Dio sono sempre giusti sia quando confonde g...
05/10/2025

5 OTTOBRE 2025: DOMENICA DICIASSETTESIMA
DOPO LA PENTECOSTE

MESSA

I decreti di Dio sono sempre giusti sia quando confonde gli orgogliosi sia quando nella sua misericordia esalta gli umili. Vedemmo la sua volontà sovrana all'opera otto giorni or sono nella distribuzione dei posti riservati ai santi al banchetto dell'unione divina e, ricordando le pretese e la sorte degli invitati alle nozze, chiediamo soltanto misericordia.

EPISTOLA (Ef 4,1-6). - Fratelli: Io, che sono prigioniero del Signore, vi scongiuro di avere una condotta degna della vocazione che avete ricevuto, con tutta umiltà, con mansuetudine, con pazienza, con ca**tà, sopportandovi gli uni gli altri, studiandovi di conservare l'unità dello spirito con il vincolo della pace. Un sol copro, un solo spirito, come ad una sola speranza siete stati chiamati con la vostra vocazione. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti che è sopra tutti , che è in tutte le cose e specialmente in noi nei secoli dei secoli così sia.

Con la lettera di san Paolo ai cristiani di Efeso la Chiesa riprende l'esposizione delle grandezze dei suoi figli e li supplica di rispondere in modo degno alla loro vocazione divina.

La chiamata di Dio.

Noi conosciamo già questa chiamata di Dio. È la chiamata del genere umano alle nozze dell'unione divina delle nostre anime a regnare nei cieli sul trono del Verbo diventato loro Sposo e loro Capo (Ef 2,5). Un tempo il Vangelo di otto giorni or sono era più legato all'Epistola, che abbiamo letta e nella quale trova un brillante commento, mentre a sua volta spiega in modo perfetto le parole dell'Apostolo: "Quando sarete invitati alle nozze, diceva il Signore, cm vocatus fueris, prendete l'ultimo posto". "In tutta umiltà, aggiunge l'Apostolo, mostratevi degni della vocazione che avete ricevuta: digne ambuletis vocatione qua vocati estis".

Fine e modo di intendere la chiamata.

Quale condizione dobbiamo adempire per mostrarci degni dell'altissimo onore che il Verbo eterno ci ha fatto? Umiltà, mansuetudine, pazienza sono mezzi raccomandati per arrivare allo scopo. Lo scopo è l'unità del corpo immenso, che il Verbo ha fatto suo nella celebrazione delle mistische nozze e la condizione che l'Uomo-Dio esige da quelli che, partecipando della Chiesa, sua Sposa, chiama ad essere ossa delle sue ossa, carne della sua carne (ivi 5,30), è che mantengano tra loro un'armonia che faccia veramente di tutti un'anima sola, un copro solo, nei vincoli della pace.

"Legame splendido, - esclama san Giovanni Crisostomo - legame meraviglioso, che tutti ci unisce e tutti insieme ci lega a Dio!": La sua forza è la forza dello Spirito Santo stesso, tutto santità ed amore, perché è lo Spirito che stringe i suoi nodi immateriali e divini, agendo nella moltitudine dei battezzati come come il soffio vitale nel corpo umano, che anima e unisce le membra tutte. Per lo Spirito, giovani e vecchi, poveri e ricchi, uomini e donne, sebbene distinti per razza e per indole, diventano un solo tutto, fusi in un immenso abbraccio in cui arde senza fine l'eterna Trinità. Però, perché l'incendio dell'amore infinito possa impadronirsi dell'umanità rigenerata, occorre che essa si purifichi eliminando le rivalità, i rancori, i dissensi, che, rivelandola ancora carnale, la renderebbero poco accessibile alla fiamma divina e all'unione che produce.

La ca**tà fraterna e i suoi frutti.

Stringiamoci ai fratelli con questa felice catena della ca**tà, perché essa non coarta che le nostre passioni e dilata invece le anime nostre, lasciando che lo Spirito le conduca con sicurezza a realizzare l'unica speranza della nostra vocazione comune, che è l'unione a Dio nell'amore. Quaggiù la ca**tà, anche per i Santi, è una virtù faticosa perché raramente, anche nei migliori, la grazia restaura l'equilibrio delle facoltà, rotto dal peccato originale, in modo che non restino deficienze. Perciò la debolezza, gli eccessi della povera natura si fanno ancora sentire, nonostante l'umiltà del giusto e la vigile pazienza di coloro che l'attorniano. Dio permette questo, per accrescere il merito di tutti e ravvivare in noi il desiderio del cielo nel quale ritroveremo una totale e facile armonia con tutti i nostri simili, perché noi pure ci saremo pienamente pacificati nel dominio assoluto di Dio tre volte santo, divenuto tutto in tutti (1Cor 15,28).

Nella patria fortunata Dio stesso tergerà ai suoi eletti il pianto causato dalle miserie, rinnovando il loro essere alla sorgente infinita (Ap 21,4-5). Il Figlio eterno, abolito il dominio delle forze avverse e vinta la morte in ciascuno dei suoi membri mistici (1Cor 15,24-28), apparirà nella pienezza del mistero della sua incarnazione vero Capo dell'umanità santificata, restaurata e sviluppata in lui (Ef 1,10).

VANGELO (Mt 22,34-46). - In quel tempo: S'accostarono a Gesù i Farisei, uno dei quali, dottore in legge, lo interrogò, per tentarlo: Maestro, qual è il maggiore comandamento della legge? E Gesù gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e primo comandamento: il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti. Essendo dunque adunati i Farisei, Gesù li interrogò dicendo: Che vi pare del Cristo? Di chi è figlio? Gli rispondono: Di David. Ed egli a loro: Come dunque David, in spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, sinché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Se dunque David lo chiama Signore, in qual modo è suo figlio? E nessuno poteva replicargli parola; né vi fu chi ardisse, da questo giorno in poi, d'interrogarlo.

La ca**tà.

L'Apostolo che disse: Scopo della legge è la ca**tà (1Tm 1,5) disse pure: Scopo della legge è il Cristo (Rm 10,4), e noi cediamo ora l'armonia di queste due proposizioni. Vediamo anche allo stesso modo la relazione delle parole del Vangelo: In questi due comandamenti sono compresi tutta la legge e i profeti e le altre, che sono pure del Signore: Scrutate le Scritture, perché esse mi rendono testimonianza (Gv 5,39).

La prefazione della legge che regola i costumi è nella ca**tà (Rm 13,10) il cui fine è Cristo e oggetto delle Scritture rivelate è l'Uomo-Dio, che nella sua adorabile unità riassume per i suoi morale e dogma.

"Egli è la loro fede, il loro amore termine di tutte le nostre risoluzioni, - dice sant'Agostino - perché tutti i nostri sforzi tendono a perfezionarci in Lui e giungere in Lui è la nostra perfezione. Giunto a Lui, non cercare oltre: egli è la tua meta" (Enarr. sul Sal 56). Il santo Dottore ci dà qui la miglior formula dell'unione divina: "Aderiamo a Lui solo, godiamo in Lui solo, siamo tutti in Lui: haereamus uni, fruamur uno, permaneamus unum" (De Trin. iv, 11).

La bella antifona dell'Offertorio di oggi, separata dai versetti che una volta l'accompagnavano, non rivela più la ragione per cui ebbe da remotissimi tempi tale posto. Riportiamo i versetti che seguivano l'Antifona, rilevando che l'ultimo termina con la notizia dell'arrivo del principe delle armate celesti in soccorso del popolo di Dio. È questo l'effetto cercato come risulta dall'Antifonario pubblicato dal beato Tommasi, conforme ai più antichi manoscritti, dove questa domenica apre la settimana della festa del grande Arcangelo e la Domenica prossima vi è designata col nome di Prima Domenica dopo la festa di san Michele (prima post sancti Angeli).

OFFERTORIO. - Io, Daniele, ho pregato il mio Dio dicendo: Signore, esaudisci le preghiere del tuo servo, fa splendere la tua faccia sul tuo santuario e guarda misericordioso questo popolo sul quale, o Dio, è stato invocato il tuo nome.

V/. Mentre io ancora parlavo e pregavo e dicevo i miei peccati e le colpe di Israele. mio popolo.

V/. Io udii una voce che mi diceva: Intendi, Daniele, le parole che ti rivolgo, perché io sono inviato a te, ed ecco che Daniele stesso giunse in mio soccorso.

Guardate con misericordia.

PREGHIAMO

Signore, libera il tuo popolo dagli errori contagiosi del demonio e concedigli la grazia di seguire solo te nella sincerità del cuore.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 497-500

5 ottobre 2025: San Placido, abate e martire.E’ impossibile separare i due primi discepoli di S. Benedetto, poiché entra...
05/10/2025

5 ottobre 2025: San Placido, abate e martire.

E’ impossibile separare i due primi discepoli di S. Benedetto, poiché entrambi sono stati affidati alle sue cure da parte dei loro genitori: Equizio offre Mauro, e Placido è offerto dal patrizio Tertullo. L’episodio che rese Mauro celebre nella storia dell’ascetica cristiana e religiosa è quello della sua miracolosa obbedienza. Vissuto anche lui a Montecassino, ne fu eletto priore e amministratore. Compì tanti miracoli. Numerosi monasteri, particolarmente in Francia, si sono messi sotto la sua protezione. Negli ultimi anni si dedicò solo alla preghiera e alla lettura, e a settantadue anni, dopo che una pestilenza aveva portato via molti dei suoi monaci, si ammalò e passò santamente al cielo, era verso il 580. Placido, fin dall’età di sette anni dimostrò intelligenza aperta e cuore docile agli insegnamenti del maestro. Della sua infanzia si racconta che fu salvato da Mauro, per ordine del maestro, dalle acque di un lago. Altro non conosciamo della sua vita. Possiamo senz’altro ritenere che abbia accompagnato S. Benedetto a Montecassino verso l’anno 529, ed ivi sia rimasto, monaco esemplare, fino alla morte da martire in Sicilia.

[s. Placido - 5 ottobre]

Dal "Libro dell’esortazione al figlio spirituale" attribuito a S.Basilio Magno, vescovo.
Ascolta, figlio, l’esortazione del padre tuo, porgi il tuo orecchio alle mie parole: prestami volentieri attenzione e accogli con cuore fiducioso tutto quel che vien detto. Desidero istruirti sul combattimento spirituale e sul modo in cui devi combattere per il tuo re. Ascoltami con la massima attenzione e la tua anima non aggravata dal sonno, anzi incitala alla vigilanza e sforzati sapientemente di capire i miei discorsi. Queste parole non provengono infatti da me, ma scaturiscono da fonti divine. Non ti presenterò una dottrina nuova, ma quella che ho imparato dai miei padri. Se la farai entrare nel tuo cuore, il tuo cammino si svolgerà nella pace e non ti avvicinerà nessun male, ma ogni avversità dell’anima si terrà lontana da te. Se dunque brami, figlio, di combattere per il Signore, cerca di non combattere per nessun altro al di fuori di lui. Come i soldati di un re terreno obbediscono a tutti i suoi comandi, così i soldati del Re celeste devono custodire i precetti divini. Il soldato terreno è pronto e disposto ad andare in qualsiasi luogo venga mandato: quanto più il soldato di Cristo deve obbedire senza indugio al comando del suo Re! Il primo si serve di armi carnali contro un nemico carnale, tu invece hai bisogno di armi spirituali contro il nemico spirituale. Il primo indossa sul capo l’elmo di ferro, ma il tuo elmo sia Cristo che è il tuo capo. Il primo, per non essere ferito, si riveste di una corazza, ma circondati della fede in Cristo a guisa di corazza. Il soldato per la fatica terrena riceve un premio terreno, tu invece per la fatica spirituale riceverai il premio celeste. Infatti il premio celeste spetta al monaco che rigetta lontano da sé le azioni mondane e non si implica degli affari del secolo, militando per Dio. Tu dunque considera per quale re accettasti di combattere, quanto superiore del regno terreno è l’impero celeste, quanto più eccellente della milizia terrestre è il grado della tua milizia. Se pensi di costruire una torre, preparati i mezzi per l’edificio, affinché dopo averlo cominciato possa portarlo a compimento, per non dare motivo alla derisione dei circostanti (cfr. Lc 14,28). Questa torre non viene costruita con pietre, ma con le virtù dell’anima; non ha bisogno di somme d’oro o d’argento, ma di una fedele condotta di vita. Serba un’unica direzione, figlio, se desideri servire all’unico Signore e non cercare di piacere a nessun altro nella vita, se non a lui solo.

⚫ "Questo nemico non è da sottovalutare, per quanto non sia equipaggiato che di chimere. Ci sono delle chimere che la ra...
04/10/2025

⚫ "Questo nemico non è da sottovalutare, per quanto non sia equipaggiato che di chimere. Ci sono delle chimere che la ragione non deve affrontare da sola; sarebbe battuta, non dalle chimere ma dalla complicità delle anime. Le anime sono malate, e di una terribile malattia: la fatica e la paura della verità! Nelle anime ancora cristiane, questa malattia si manifesta attraverso la mancanza di orrore per l’eresia, una continua compiacenza verso l’errore, un certo gusto per le trappole che essa tende, spesso un vergognoso ardore nel lasciarsi prendere. Il male non è di oggi, attiene al cuore dell’uomo. «Amavo essere preso», dice sant’Agostino."
Louis Veuillot, L'illusione liberale: https://t.ly/GDPw8

🌿 "Non riconosciamo la fisionomia del nostro serafico Santo Padre nell’enciclica Laudato si. Per lui, come per la dottri...
04/10/2025

🌿 "Non riconosciamo la fisionomia del nostro serafico Santo Padre nell’enciclica Laudato si. Per lui, come per la dottrina cattolica di sempre, la creazione è come uno specchio della bontà divina. Il dono della scienza ci fa realizzare quanto le creature siano vuote di Dio e ci fa desiderare il Cielo; nello stesso tempo, ci fa risalire da loro al Creatore, “bene supremo, bene rotale che solo è buono”. Mentre secondo la dottrina dell’enciclica, al servizio di una fraternità universale e cosmica, Dio abita in tutte le cose, secondo l’ideologia teillhardiana" https://www.radiospada.org/2016/06/da-san-francesco-allecologia/

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