18/06/2025
E' dai tempi della guerra fredda che basta pronunciare le parole “sicurezza”, “diritti”, “democrazia” e “libertà” per giustificare qualsiasi massacro, qualsiasi guerra, qualsiasi invasione di un paese sovrano, qualsiasi violazione di diritti umani, e fregarsene di qualsiasi regolamento internazionale e pronunciamento delle Nazioni Unite.
Il segreto è sempre la doppia morale. Non esiste nulla di giusto o sbagliato: a decidere che cosa è giusto e sbagliato ci pensano gli Stati Uniti. E Lilli Gruber, ovviamente. Che qualche sera fa inveiva contro Marco Travaglio perché si era permesso di dire che lui vorrebbe che nell’Unione Europea venissero rispettate le regole, e non la legge del più forte – ovvero dei cinque paesi più potenti. No, le regole – rispondevano la conduttrice e il sempre saccente Corrado Augias – non vanno rispettate, se non piacciono a loro due.
Ma come si fa a sostenere la doppia morale? Come si fa ad additare la Russia come un pericolo per il mondo e a sostenere “il diritto di difendersi” di Israele?
E’ semplice: dividendo il mondo in buoni e i cattivi. E i buoni hanno sempre il diritto di fare i cattivi con i cattivi. Quindi basta dipingere come buoni i “nostri” (Ucraina e Israele) e cattivi “gli altri” (Iran e Russia). Il resto – verità compresa – non conta.
La logica dell’aggressore e dell’aggredito vale a seconda di come si collocano i “nostri” e “gli altri”.
Per questo le Nazioni Unite non contano nulla, non hanno mai contato nulla e non dovranno mai contare nulla: perché è l’unico organismo che rappresenta tutti, e quindi non può fare interessi di parte.
La Russia non ha il diritto di difendersi dall’accerchiamento della Nato, mentre Israele ha il diritto di difendersi dall’accerchiamento islamico. Quello che dice l’Onu, non conta nulla.
D’altra parte i più coerenti, stavolta, sono stati quelli di Repubblica, che sono corsi a intervistare un tenore iraniano che dice che Israele fa bene a scatenare la Terza Guerra Mondiale, perché il regime iraniano va abbattuto in ogni modo; l’intervista di Repubblica ha dato il là alla ricerca spasmodica di dissidenti che ci dicono che – sì – facciamo bene a bombardare il loro paese. D’altra parte noi non stiamo ancora ringraziando inglesi e americani che ci hanno liberato dal fascismo, radendo al suolo le nostre città e massacrando i civili?
Liberarsi dal dittatore di turno è più importante delle vite umane e della pace. Quando il dittatore di turno non fa comodo ai “buoni”, è ovvio. E infatti poi ci sono figure – come Erdogan – che non si sa mai come prendere, perché a volte sono utili e a volte danno fastidio. Altri dittatori, come Saddam, sono capaci di passare dai buoni ai cattivi col mutare del contesto internazionale.
di Arnaldo Casali Che tenerezza, le anime belle democratiche e politicamente corrette, che si meravigliano di come Netanyahu dica di voler aiutare le donne