12/11/2025
EDIZIONE DEL 12 NOVEMBRE 2025:
Signori e signore che state seguendo esattamente “Il Messaggero Terralbese", oggi mercoledì 12 Novembre 2025, buonasera a tutti e siete i benvenuti all'interno dell’edizione odierna di questa pagina pubblica suddetta. In essa, nella notizia inedita in programma, vi si parla di società, e in particolare di un piccolo ma essenziale incontro inserito in una serie di seminari promossi con il contributo della Fondazione di Sardegna nonché con la collaborazione dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna e di sette Comuni del sud dell’isola, accorpati nell’ambito del Progetto itinerante “RIPENSARE L’ADOLESCENZA”: pensato per riflettere insieme sul rapporto tra alimentazione, emozioni e crescita, vuole coinvolgere genitori, insegnanti, educatori e a chiunque voglia comprendere meglio su come curare il disagio per promuovere il benessere degli adolescenti, considerando in principio come quel tratto dell'età evolutiva segnato dalla transizione dallo stato infantile a quello dell'individuo adulto ma non privo di caratteristiche assai vaste e complicate riguardanti sia il contesto personale che quello familiare.
Nella sala musica del Centro Culturale Comunale di piazza Caduti sul Lavoro c’è stata appunto una tappa nel tardo pomeriggio di ieri, dato che l’Amministrazione Comunale ha dato il suo contributo nella partnership con convinzione tramite la sinergia dell’Assessora alla Pubblica Istruzione Roberta Cicu, e l’argomento scelto era denominato in “Cibo, corpo ed emozioni in adolescenza: quando è il piatto a parlare”.
A moderare è stata la Dott.ssa Francesca Vinci, psicologa e psicoterapeuta esperta in psicologia del comportamento alimentare, che ha spiegato del come gli scopi della seduta erano riflettere sul legame tra cibo e corpo in adolescenza e comprendere come accompagnare i giovani in una crescita sana, in cui l’alimentazione possa essere vissuta con equilibrio e il corpo accolto senza giudizi e pressioni esterne.
Davanti ad una platea non tanto numerosa di sole quattro persone (a cui si sono aggiunte altre due a metà incontro) ha spiegato del come i messaggi sociali e culturali influenzano l’immagine corporea, di quali emozioni entrano in gioco nel rapporto con il cibo.
In sostanza sono stati forniti dei strumenti pratici per riconoscere segnali e trasformare reazioni automatiche, includendo scelte consapevoli, perché il cibo nell’adolescenza non è solo nutrimento ma diventa un linguaggio, attraverso ciò che mangiamo esprimiamo bisogni, paure, desideri e identità. Ad esempio il corpo si trasforma, le emozioni si fanno intense e il rapporto con gli altri e con sé stessi assume un ruolo centrale.
Spesso il cibo o il corpo viene usato come canale di comunicazione con parole come quantità, peso ed estetica che possono diventare strumenti di cura e sostegno o al contrario di pressione, svalutazione e critica.
Giunti al primo quesito della frase detta con frequenza ad un qualsiasi adolescente rispetto alle due fonti citate, sono stati elencate quattro funzioni dell’alimento tra cui in primis quella biologica con nutrimento ed energia: nell’adolescenza è fondamentale in quanto il corpo è in piena trasformazione con ossa, muscoli e cervello hanno bisogno di ‘carburante’ di qualità (fin qui un’alimentazione equilibrata aiuta a sostenere la concentrazione a scuola, le energie nello sport e la qualità nel sonno). E ancora ci sono la funzione psicologica ed emotiva, ove il cibo nutre anche la mente con modi su cui ci sentiamo dentro, quella relazionale e sociale con condivisione di momenti e legami nel mangiare insieme nonché quella culturale e simbolica dalle tradizioni culinarie piene di valori e ricordi.
Al secondo quesito su chi gli è capitato di vedere un adolescente mangiare solo per noia, tristezza e nervosismo, la Dottoressa ha evidenziato che molti comportamenti alimentari diventano strategie per regolare le emozioni. Capire questo ci permette di non colpevolizzare, ma riconoscere i trigger emotivi e offrire strategie alternative efficaci per gestire e riconoscere le emozioni, motivo per cui il cibo è peraltro un regolatore emotivo che nasce molto presto. L’alimento può assumere significati come valvola di sfogo, compensazione, spuntini ripetuti, controllo e simbolo di appartenenza, convertendosi in un linguaggio del corpo che comunica ciò che le parole non riescono ancora a dire, perché quando le emozioni non vengono riconosciute e gestite in modo sano finiscono per trasformarsi nel piatto in abitudini alimentari poco equilibrate.
Fin qui va riscontrato un circolo vizioso con perdita di capacità nel riconoscere cosa si prova davvero e trovare alternative utili per gestirle bene. Ci sono la fame fisica/consapevole con segnali corporei graduali ed emotiva (improvvisa ed incontrollabile).
Al terzo quesito su cosa mangiano gli adolescenti quando sono tristi, arrabbiati o annoiati, va lanciato il monito che c’è da imparare a distinguere l’emozione dalla fame, ad iniziare dalla rappresentazione mentale e affettiva dell’immagine corporea, percependolo soggettivamente in base alla valutazione e alla vista degli altri. Nella sua costruzione un ruolo fondamentale lo ricoprono il gruppo dei pari e, ai tempi odierni, i social media: il primo è un confronto sociale che ha implicitamente delle regole estetiche, mentre i modelli web non sono altro che l’esposizione a modelli estetici idealizzati con paragoni sociali e aumento del tempo trascorso online in attività legate all’aspetto.
E ancora, ci sono delle figure di riferimento e le modalità comunicative, utili per renderci consapevoli dei messaggi che mandiamo agli adolescenti in modo esplicito o implicito, e trovare alternative concrete come lo stile educativo e il modellamento, compresa la comunicazione aperta senza giudizi, la moderazione dei propri commenti personali ed altrui, la promozione dell’accettazione del corpo, l’attività fisica e l’educazione al confronto critico.
Stando al punto non vanno dimenticati i campanelli d’allarme, che vanno dal disagio psicologico ai dca in adolescenza con patologie da un’alterazione di abitudini alimentari ed eccessiva preoccupazione su peso e forme del corpo, citando poi l’anoressia e bulimia nervosa, le abbuffate frequenti del ‘binge eating’, la brunkoressia e la conosciuta condizione dell’obesità.
In chiusura la Dott.ssa Francesca Vinci ha consigliato, nel chiedere aiuto per gli adolescenti coinvolti nei comportamenti evidenziati in sede d’incontro, al medico di base o pediatra e ad altre personalità sanitarie come la neuropsichiatra infantile o adulta, il psicologo, gli insegnanti e via dicendo, perché spesso è fondamentale un lavoro multidisciplinare. Il compito degli adulti è accompagnarli a scoprire che possono stare bene con sé stessi, essendo chiamati a diventare allenatori di fiducia e insegnanti di autostima, specchi positivi nei quali i ragazzi possono riflettersi ed essere riconosciuti.
La tappa terralbese del Progetto “Ripensare l’adolescenza” con l’incontro “Cibo, corpo ed emozioni in adolescenza: quando è il piatto a parlare” ha tratto dei giusti insegnamenti con cui le poche presenze in sala musica hanno appreso con attenzione, specie intervenendo per curiosità e/o punti particolari della spiegazione, eseguita rigorosamente con video proiettore e pc collegato a diapositive.
Per la buona riuscita della seduta un grazie va all’Amministrazione Comunale con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione, la Dott.ssa Francesca Vinci e coloro che lavorano per il Progetto, come la Fondazione di Sardegna, l’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna e la partnership dei comuni che, oltre a Terralba, corrispondono a Selargius, Villacidro, Cagliari, San Sperate, Quartu Sant’Elena e Capoterra.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare il recapito telefonico 388 1087377 e/o scrivere una email all’indirizzo [email protected].
L’edizione odierna termina qui.