22/09/2025
EDIZIONE DEL 22 SETTEMBRE 2025:
Signori e signore che state seguendo esattamente “Il Messaggero Terralbese", oggi lunedì 22 Settembre 2025, buon primo pomeriggio a tutti e benvenuti all'interno dell’edizione odierna di questa pagina pubblica suddetta. In essa, nella notizia inedita in programma, vi si parla di cultura, e in particolare, con l’arrivo dell’equinozio d’autunno che sancisce la ripresa delle tante attività sociali in grado di vitalizzare la comunità nostrana attraverso determinate tematiche di stretta attualità, riflessione e/o ricreative, ieri è potuta partire dalla pausa di tre mesi la nuova stagione 2025/2026 lanciata dall’Associazione “Granate Rosa”, ove le Signore guidate dalla Presidente Rosalba Cocco hanno in serbo delle molteplici idee basate sulle tradizioni della Sardegna e di tematiche associate solitamente alla figura della Donna, accolte tradizionalmente nell’antico locale ottocentesco di “Su Magasinu de Akraxiu” in via Roma n.140.
Per l’occasione è stato sancito l’inizio della prima parte autunnale, prevista sino al mese di Dicembre, e i primi ospiti ingaggiati ad ‘inaugurarla’ sono stati il noto attore-autore teatrale Ottavio Congiu di Ussana e l’interprete Paola Grassi, i quali hanno dato delle curiose nozioni dedicate ad un classico della letteratura isolana come "Sa scomuniga de predi Antiogu arrettori de Masuddas", dato che ad essere al centro dell’attenzione è stato l’epilogo denominato in “SU SPADAGIU”.
Uscito nel Settembre del 2021 in sotto forma di libro stampato dalle Edizioni Grafica del Parteolla di Dolianova con tanto di illustrazioni eseguite da Gianni Argiolas, propone una riedizione dell’opera originale (adattata da numerose compagnie) e del testo “…facci a su spanigadroxu” (Printcolor, 2004), arricchiti da una clamorosa confessione vergata in italiano su un foglio di carta ingiallito dal tempo, con cui Ottavio ha trovato di recente per puro caso in una polverosa cassapanca dimenticata nella soffitta di una vecchia casa di campagna. A scriverla è stato un anonimo ladro, che nel racconto era protagonista del famoso furto di capre e agnelli ai danni dell’irascibile Vicario di Masullas, Predi Antiogu.
Come il testo sia finito nella cassapanca non è noto né pare che lo stesso Congiu risulti accertata la veridicità della lettera-confessione ottocentesca, scritta in fretta e furia dal brigante dopo il pentimento per la razzia notturna commessa con alcuni amici di bevute. Raccontava la vera ragione che ha spinto il gruppo di ‘specchiata moralità’ a commettere la ruberia, replicando anche alle invettive dello scatenato sacerdote con la tempra goliardica tipica dell’epoca.
L’intento di Congiu è quindi offrire al lettore-spettatore un quadro il più possibile completo di “Sa scomuniga”, e quando 21 anni fa fece “… facci a su spanigadroxu” a Monserrato aveva contribuito a inserire la commedia in una cornice drammaturgica più aderente alle moderne esigenze sceniche. Il prologo spiegava e rivelava i tempi e i modi della scoperta del famoso furto che aveva poi scatenato l’ira e la vendetta del sacerdote, motivo per cui al disegno tracciato si aggiunge appunto l’associata confessione. Altresì aggiunge mistero sugli autori ignoti della burla travestita da misfatto e rilancia, se ce ne fosse bisogno, la grandezza dell’anonimo poemetto di 678 versi che ancora rappresenta dopo due secoli, e attraverso le parole crude e dirette di Predi Antiogu, il miglior manifesto dei difetti della piccola comunità di Masullas.
Dalla premessa si riporta peraltro il come sia nata l’idea di “Su Spadagiu”, evidenziata da Paola in qualità di interprete del personaggio di Gomai Bissenta, derivato appunto dal ritrovamento fortuito della lettera-confessione: una sera dell’estate 2020, dopo aver salutato gli intervenuti alla presentazione di un libro, Paola si era realmente sentita tuffata dentro quella realtà e crede che anche Ottavio abbia avuto la stessa impressione vista la facilità con la quale abbiamo ricreato la scena e davamo vita ai personaggi.
Sempre Paola, inoltre, ha riportato un cenno biografico su Predi Antiogu, considerandolo come un prete speciale perché troppo spesso dimentica di essere tale e perciò un uomo umile, caritevole, rispettoso, amorevole, gentile con gli altri, pronto ad assistere chiunque abbia bisogno del suo aiuto. Tuttavia, non ricevendo aiuti dalla curia e tantomeno dai parrocchiani, si trova ogni giorno a dover lottare per avere il minimo indispensabile per vivere. Tutto intorno a lui è sinonimo di povertà, a partire dal suo abbigliamento sdrucito, dall'umile casa nella quale abita dai suoi pasti spesso a base di verdure, da Gomai Bissenta, nell'orticello della canonica. La sua unica ricchezza nonché il suo bene più prezioso è un piccolissimo gregge di pecore che alleva come se fossero dei figli (ogni animale ha un suo nome e una caratteristica peculiare che lo contraddistingue agli occhi amorevoli del Parroco). E ancora si rende conto che solo pochissime persone si dolgono per la perdita che lui ha subito. Capisce di essere veramente solo al mondo nel momento del bisogno, solo Gopai Ninni Frori si prodiga per aiutarlo a ritrovare il suo piccolo gregge. Dopo il furto ha vissuto gli anni successivi, nella speranza di poter guardare in faccia coloro che lo avevano ridotto sul lastrico e conseguentemente, prendendo ancora di più le distanze da coloro che gli stavano intorno. Infine, a causa del suo continuo peregrinare per i campi alla ricerca dell’amato gregge, ebbe una grave malattia polmonare che lo costrinse a stare in cura presso un ospedale per oltre un mese.
Paola Grassi, nata a Cagliari nel 1965, è da 27 anni attrice nella Compagnia “ConTea teatro” ma è peraltro una psicologa che ha approfondito gli studi nella sua funzione del teatro nella presa di consapevolezza di sé stessi e nell’imparare a esprimersi nonché a comunicare con maggior efficacia.
Nel suo complesso, il libro dedicato a “Su Spadagiu” contiene 85 pagine con una presentazione, la trascrizione della lettera ritrovata e dei capitoli scritti in limba sarda, più la versione originale di “Sa scomuniga de predi Antiogu”.
Tornando ora al contenuto dell’appuntamento inaugurale della stagione culturale 2025/2026 di “Granate Rosa” tenutasi ieri, tale ha potuto avere luogo in primis dopo essere stato dapprima rinviato dallo scorso mese di Giugno a seguito dei numerosi impegni per Ottavio Congiu e Paola nel presentare la stessa opera in giro per la Sardegna e, con l’invito ormai noto al pubblico presente di prendere il proprio posto a sedere prima di ‘iniziare la serata’, c’ha pensato la Presidente Rosalba Cocco a fare le dovute introduzione.
Subito dopo, dopo l’interpretazione di una scena dell’incontro tra Predi Antiogu e Gomai Bissenta, ha preso parola per diversi minuti lo scrittore e giornalista Pietro Picciau, riportando la maggior parte degli scenari contenuti nell’epilogo. Tra l’altro, nella sua postfazione, il teatro di Ottavio coniuga ogni volta grazie e sorprese, profondità e varietà, perché nella sua “Scomuniga” mai identica a sé stessa vi sono ogni volta un accento o una maledizione lanciata ai fedeli dai toni e significati apparentemente inediti. E anche con “Su spadagiu” lui e i suoi amici interpreti Ninni Frori e Gommai danno il meglio di sé, ricordando i quasi quarant’anni trascorsi sulla scena tra teatri e piazze sarde.
A dare da contorno all’incontro sono state le interpretazioni di “Sa scomuniga” di Ottavio Congiu con la sua voce irresistibile attinente al sacerdote irascibile, le letture di due scene e di una parte del discorso scritto da Paola.
In chiusura, oltre al momento delle domande riservato alla trentina di spettatori presenti in sala, non sono potuti mancare il rinfresco conclusivo offerto dall’Associazione né la vendita delle copie del libro, includendo il momento del firmacopie curato da Ottavio.
Per la buona riuscita della tappa terralbese della presentazione di “Su Spadagiu” un grazie va rivolto all’Associazione di Cultura e Teatro “Granate Rosa” e alle Signore, all’autore-attore teatrale Ottavio Congiu, all’interprete Paola grassi, allo scrittore Pietro Picciau e a tutti coloro che vi hanno presenziato.
L’edizione odierna termina qui.