22/06/2025
Sono lieto di presentarvi un altro dei miei ritrovamenti.
𝗟𝗲 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼 - 𝗟𝗲𝘀 𝗻𝗼𝘂𝘃𝗲𝗮𝘂𝘅 𝗽𝗮𝘀 𝗱𝘂 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼. 𝗣𝗼𝘂𝗿 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗿𝗲 𝗼𝘂 𝘀𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝗰𝘁𝗶𝗼𝗻𝗻𝗲𝗿
📘 Questo manuale di ballo francese, databile circa alla prima metà degli anni venti, secondo Worldcat è custodito in un unico esemplare nella biblioteca pubblica di New York.
In realtà so che ne esiste almeno un'altra copia al Centro Nazionale francese della Danza, ma lo stesso volume non risulta censito nel sistema bibliotecario nazionale dei cugini d'oltralpe.
Risulta quindi essere uno dei più rari libri di danza in mio possesso.
L'autore è André Peter's, rinomato professore di ballo parigino, menzionato anche dal maestro torinese Mario Zucco nel suo libro del 1928 "Il tango e la sua evoluzione fino ai tempi nostri". Zucco riporta Peter's come primo nome, nella lista dei professori a cui ha attinto per elaborare il suo metodo di insegnamento del tango. Gli altri professori della lista erano D. Charles, M. Moutin, M. Mottie, G. Lefort, G.J. Poigt. Come si può vedere, erano tutti professori francesi; non è un caso, perché Parigi a quel tempo era il centro internazionalmente riconosciuto dell'intellighenzia coreutica: tutti i migliori professori e le più importanti teorie sulla danza e sull'insegnamento della danza arrivavano da lì.
Il ricercatore francese Christian Declerck, dopo una minuziosa indagine, ha scoperto che André Peter's era in realtà uno pseudonimo usato dal professore nella sua professione, e che il suo vero nome era François Bigeard, nato nel 1868 a Le Morvan (presso Orléans).
Peter's, oltre ad insegnare, era anche direttore di Dansons! ("Balliamo!"), una rivista specializzata che a partire dal 1922 fu punto di riferimento dei parigini che frequentavano le numerose sale da ballo della capitale.
Nel primo numero della rivista il direttore enunciava enfaticamente il suo obiettivo con queste parole:
𝘛𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢𝘯𝘰! 𝘗𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘦 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘪, 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪 𝘦 𝘷𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪. 𝘚𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘪𝘢𝘤𝘦𝘳𝘦, 𝘴𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦; 𝘴𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘴𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘳𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘦 𝘮𝘰𝘳𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢. 𝘝𝘪𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢! 𝘛𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘯𝘪𝘴𝘤𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘵𝘪𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢𝘵𝘰, 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘧𝘦𝘳𝘪𝘵𝘰; 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘦 𝘪𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘪 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘪 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘦 𝘭𝘦 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘦 𝘪𝘯 𝘷𝘰𝘨𝘢, 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘯𝘥𝘰𝘭𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘱𝘪ù 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦; 𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘪𝘯𝘦, 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘯𝘪𝘴𝘤𝘢 𝘳𝘦𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘶𝘯 𝘦𝘭𝘦𝘯𝘤𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘰 𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘢𝘳𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘦𝘤𝘢𝘳𝘴𝘪, 𝘯𝘦𝘭 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘢𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘩𝘰𝘣𝘣𝘺 𝘱𝘳𝘦𝘧𝘦𝘳𝘪𝘵𝘰. 𝘋𝘢𝘯𝘴𝘰𝘯𝘴! 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 è 𝘪𝘭 𝘵𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦, 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘢 𝘰𝘨𝘨𝘪 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘭'𝘢𝘮𝘪𝘤𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘦𝘱𝘢𝘳𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘰.
📰 La rivista era davvero un accurato e preciso organo di informazione, ricco di densi articoli che non solo illustravano dettagliatamente, con schemi e descrizioni, i diversi balli di moda, ma ospitava anche articoli su tutto ciò che orbitava attorno al mondo della danza, oltre ad un calendario di tutte le serate e le occasioni danzanti parigine. Insomma si tratta di una vera e propria miniera di informazioni utili per tracciare, anno per anno, cosa succedeva nel mondo del ballo europeo e l'evolversi del gusto e delle nuove mode.
Ma oltre a questo, Dansons! era per Peter's un utile veicolo pubblicitario per le sue attività professionali, grazie al quale veniamo a sapere che il professore insegnava a Parigi in Faubourg Saint-Denis 105, che teneva corsi collettivi a prezzi modici ed era aperto tutto l'anno.
La produzione editoriale nota del prof. Peter's comprende, oltre a Dansons!, anche il libro 𝘈𝘪𝘥𝘦 𝘮é𝘮𝘰𝘪𝘳𝘦 𝘥𝘶 𝘱𝘢𝘳𝘧𝘢𝘪𝘵 𝘥𝘢𝘯𝘴𝘦𝘶𝘳 del 1923, ed una serie di volumetti monografici delle Éditions Nilsson, dedicati a descrivere in dettaglio i numerosi balli di moda tra cui boston, shimmy, fox-trot, jazz, e naturalmente anche il tango, nel libro in mio possesso.
🔹 Il manuale che vedete in foto è suddiviso in due parti principali: "Il tango" ed "I nuovi passi di tango".
Questo perché la prima teoria del tango, arrivata in Europa durante gli anni dieci, aveva già avuto tempo di essere stata acquisita, fraintesa, resa oggetto di speculazione, poi messa in discussione, rielaborata, ed infine sintetizzata e riemessa come "nuova teoria" nel corso degli anni venti. Tutto questo percorso evolutivo è noto a pochissimi ed è oggetto della mia tesi dottorale.
Nella prima parte, "Il tango", vengono illustrati i passi di tango che avevano dominato la tangofollia del 1913: la marcha, el medio corte, el corte, la media luna, el chasé, el cruzado, el ocho argentino, el abanico, la rueda, el paseo, el frotado, el molinete. Come si vede, hanno tutti nomi ispanici: difatti erano la sintesi di ciò che veniva insegnato a Parigi dai professori argentini: insegnamento acquisito, razionalizzato, "ripulito" e standardizzato dai professionisti parigini della danza. Il risultato era una vera e propria sintesi, ottenuta applicando la loro professionalità per fare ordine nell'affollarsi di tutte quelle teorie del tango confuse e contraddittorie che avevano caratterizzato il periodo pre-bellico.
🔹 La seconda parte del libro, "I nuovi passi di tango", inizia con una breve introduzione che spiega il motivo per cui molti dei "vecchi" passi del tango (quelli spiegati nel primo capitolo) erano destinati a cadere nell'oblio.
La caratteristica dei balli del dopoguerra era la semplificazione: il mondo della danza aveva preso atto che il numero di appassionati del ballo stava crescendo velocemente, e che non tutti i nuovi studenti avevano la pazienza e la costanza di apprendere passi complicati. Anche perché, prima della guerra, il terreno di competizione fra i maestri di ballo era il numero di passi che sapevano insegnare: sembrava che un maestro fosse più bravo se conosceva più passi. Questo atteggiamento però era stato riconosciuto come un errore nel medio termine, specialmente riferito al tango, ed alla fine i professori a congresso dopo la prima guerra mondiale decisero di prendere una direzione diversa.
La soluzione fu quella di creare teorie semplificate, che andavano nella direzione di rendere il ballo accessibile a tutti. L'enfasi era invece sullo stile e sull'eleganza, che spesso era la grande assente nel tango dell'anteguerra.
Un'altra caratteristica del nuovo tango, che lo differenziava dal tango argentino dell'anteguerra, era quella di essere un ballo "progressivo", ossia un ballo che si esegue circolando nella sala. Tutte le testimonianze sono concordi nel dire che il tango argentino degli anni dieci era un ballo eseguito sul posto, o muovendosi solo quel poco necessario a completare una sequenza. Sì, avete capito bene: il tango argentino dell'inizio del Novecento, quello insegnato dai professori argentini a Parigi, NON si ballava "in ronda". Era un ballo figurato e consisteva nell'eseguire sequenze di figure. Questo è stato l'imprinting iniziale del tango in Europa.
Ma negli anni venti le cose erano destinate a cambiare, perché le teorie del "nuovo tango argentino" mettevano la camminata come elemento centrale del tango; tutti gli altri passi erano eseguibili camminando, in modo che fosse possibile ballare un tango circolando attorno alla pista, allo stesso modo che era già in uso per altri balli come il vals e la polka. I passi "originali" del tango non erano stati del tutto dimenticati, ma erano venivano eseguiti solo una volta ogni tanto, per intercalare con le camminate.
Così il secondo capitolo, dopo aver introdotto "la marche argentine", spiega come questa si possa concatenare ("enchainements") con gli altri passi della precedente teoria.
Spiega poi il passo denominato "dentelle" (merletto), che era molto in voga a Parigi all'inizio degli anni venti, e che poteva essere eseguito sia camminando, sia ruotando: strumento quindi molto utile per affrontare gli angoli della pista. Viene poi spiegato l'uso nel tango del "le temps d'arrêt" (la pausa), il "balancé", "le pas marqué".
Come si può notare, tutti i nomi dei nuovi passi sono in francese: difatti non derivano dalla versione del tango insegnata dagli argentini, ma da come la pratica del tango - avvenuta in Europa - aveva digerito e metabolizzato il ritmo del tango, sintetizzandolo e partorendo un modo di ballarlo molto più tranquillo e "camminato" rispetto a quello precedente.
🧿 Una curiosità: tutte le intestazioni delle pagine del manuale, che a sinistra riportano il titolo del capitolo che si sta leggendo, a destra presentano un riquadro contenente "messaggi subliminali" del maestro, diversi per ogni pagina, come per esempio "non abbiate fretta", "ricominciate daccapo anche se credete di aver capito", "esercitatevi a lungo", "seguite i consigli e fate tutti i movimenti", "non dimenticatevi di contare" (1,2,3,4...), "non abbandonate un passo senza averlo compreso perfettamente" ed il mio preferito: "non si impara a ballare leggendo".
🎁 REGALO per chi ha letto fino alla fine: lascio, nei commenti, il link alla copia digitale di un numero della rivista Dansons! in cui si parla proprio del tango.