Radio Crossover Tango

Radio Crossover Tango Trasmissione radiofonica mensile su web. Musica, interviste, storia e cultura del tango Argentino.

Radio Crossover Disco è una web radio Torinese che trasmette dagli studi del Cecchi Point. Ha una programmazione di musica di ogni tipo, dalla disco al jazz al metal, ed una volta al mese, di sabato pomeriggio, dedica uno spazio al Tango Argentino. Nella nostra trasmissione di due ore proponiamo una selezione di tango classico, curata dalla DJ Genovese Marina Mondini, e numerose rubriche a tema cu

lturale sul tango, trattando la storia, i costumi, la musica e le grandi orchestre. In ogni trasmissione proponiamo gli interventi di uno o più ospiti, esperti o testimoni dei diversi argomenti trattati, che regalano a noi ed agli ascoltatori la loro competenza.

Stasera si balla a Bari!Con la musica dal vivo di Tango Spleen, e con la selezione musicale di Marina Mondini.Prima dell...
27/07/2025

Stasera si balla a Bari!
Con la musica dal vivo di Tango Spleen, e con la selezione musicale di Marina Mondini.

Prima della milonga, alle ore 20, avrò il piacere di illustrare gli esordi del tango in Italia durante la Belle Époque: la musica, il ballo, i maestri ed i protagonisti del tango show in Italia nei primissimi anni del 1900.
La conferenza sarà accompagnata da proiezione di foto, musica e video d'epoca e farò ascoltare un tango italiano del primo Novecento dal mio grammofono portatile a manovella.

Il tutto nella splendida cornice della Tenuta Bellino a Bitritto (BA).

𝗣𝗘𝗥𝗖𝗛É 𝗔𝗕𝗕𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗗𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗜𝗖𝗔𝗧𝗢 𝗟𝗔 𝗦𝗧𝗢𝗥𝗜𝗔 𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔𝗡𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗧𝗔𝗡𝗚𝗢🧿 𝗟𝗮 𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮, secondo il sociologo Maurice Halbwachs, ...
09/07/2025

𝗣𝗘𝗥𝗖𝗛É 𝗔𝗕𝗕𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗗𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗜𝗖𝗔𝗧𝗢 𝗟𝗔 𝗦𝗧𝗢𝗥𝗜𝗔 𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔𝗡𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗧𝗔𝗡𝗚𝗢

🧿 𝗟𝗮 𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮, secondo il sociologo Maurice Halbwachs, 𝗰𝗼𝗽𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗱𝗼 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼: all'incirca la durata della vita di una persona. Questo perché si basa sulla condivisione di esperienze e ricordi all'interno di un gruppo sociale, e quindi è legata a quanto dura quel gruppo sociale specifico.
Vale anche per il tango: 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼 è 𝗿𝗶𝗳𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘃𝗶𝘀𝘀𝘂𝘁𝗼 o sentito raccontare da chi li ha vissuti.
Quando si cerca di andare più indietro nel tempo la maggior parte delle persone, in mancanza di una memoria collettiva, si appella all'immaginario collettivo - che spesso contiene una buona parte di invenzione.

💃 𝗔𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 "𝘃𝗲𝗿𝗼" 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼 𝗮𝗿𝗴𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼 𝘀𝗶𝗮 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘁𝗲, e che prima di allora esistesse solo il "𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰 𝘭𝘪𝘴𝘤𝘪𝘰" ed il "𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵𝘪𝘷𝘰". Perché ci riferiamo ad una memoria collettiva che arriva al massimo agli anni '50.
Ma c'è tutta 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼 𝗶𝗻 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮, più antica, 𝗱𝗶 𝗰𝘂𝗶 𝘀𝗶 è 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗮 𝗹𝗮 𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮, semplicemente perché il gruppo sociale che ha vissuto quel tango è ormai estinto e non può più trasmetterla.

⌛ "𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘦𝘮𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘦𝘳𝘪𝘦 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢 𝘱𝘪ù 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘪 𝘧𝘶 𝘤𝘰𝘪𝘯𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦 𝘴𝘶𝘣ì 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦𝘯𝘻𝘦, 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦 𝘧𝘶 𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘰 𝘯𝘦 𝘶𝘥ì 𝘪𝘭 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘰𝘤𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘩𝘪 𝘷𝘪 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱ò 𝘰 𝘭𝘪 𝘷𝘪𝘥𝘦, 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘮𝘦𝘮𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘴𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘦𝘳𝘥𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘷𝘪𝘥𝘶𝘪 𝘪𝘴𝘰𝘭𝘢𝘵𝘪, 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘪𝘯 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘦 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘦𝘵à 𝘤𝘶𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘰 𝘱𝘪ù 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘦𝘪, 𝗮𝗹𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝗮𝗹𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗶 è 𝗱𝗶 𝗳𝗶𝘀𝘀𝗮𝗿𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼." (4)

🔮 Ecco perché sei anni fa 𝗵𝗼 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮.
Perché come appassionato ricercatore e collezionista avevo già raccolto (presso archivi pubblici, antiquari e mercatini dell'usato) materiale d'epoca sufficiente a rievocare quel passato del tango in Italia che nessuno può più ricordare, con i suoi protagonisti, con i suoi luoghi, con la sua musica. Ed anche con il suo modo di ballare il tango - che naturalmente non era il nostro, ma non era nemmeno il tango liscio.
Inoltre, come studioso, ho raccolto l'eredità del prof. Enrique Cámara, che già negli anni novanta approfondì la storia del tango in Italia, integrando i suoi studi con quanto emerso dal materiale che ho collezionato, e sviluppando dietro suo consiglio questo tema in un 𝗺𝗮𝘀𝘁𝗲𝗿 𝘂𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 e poi un 𝗱𝗼𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮.

Sono passati alcuni anni dalla mia prima conferenza tenuta a Firenze nel 2019; anni durante i quali ho arricchito moltissimo il materiale a mia disposizione. Nel frattempo, con l'aiuto di Marina, abbiamo proposto questa conferenza agli appassionati di tango di vari luoghi d'Italia: Roma, Modena, Trento, Bologna, Vicenza, Imola, Firenze. (3)

𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁'𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗻𝘁𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗶 𝘁𝗿𝗲 𝗮𝗽𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶, in altri tre nuovi luoghi, per fare luce sul passato remoto del tango in Italia. 𝗢𝗿𝗮 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗹𝗶𝗲𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗻𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝗿𝘃𝗶 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶.

📆 L'occasione sarà all' APULIA TANGO FESTIVAL BARI (2)
Marina Mondini ed io parteciperemo alla serata di Domenica 27 Luglio 2025. (1)
La serata di milonga sarà accompagnata, oltre che dalla preziosa selezione musicale di Marina, da un'orchestra fenomenale: Tango Spleen!

Ma subito prima della milonga, il palco sarà in mano al sottoscritto: presenterò la mia conferenza multimediale in cui illustrerò il 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼 𝗶𝗻 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗕𝗲𝗹𝗹𝗲 É𝗽𝗼𝗾𝘂𝗲.
Chi erano i maestri di tango, com'era la musica, in quali luoghi si ballava, come si ballava il tango a quel tempo. La conferenza sarà supportata da audiovisivi: fotografie, brani sonori e video della mia collezione. Inoltre si potrà ascoltare tango italiano d'epoca suonato dal mio grammofono d'epoca a manovella.

Ringraziamo con affetto Nicla Zonno per l'invito!
Trovate nel primo commento di questo post tutti i dettagli sull'evento con i relativi link.

In foto: la cartolina-ricordo che verrà distribuita ai partecipanti.

Sono lieto di presentarvi un altro dei miei ritrovamenti.𝗟𝗲 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼 - 𝗟𝗲𝘀 𝗻𝗼𝘂𝘃𝗲𝗮𝘂𝘅 𝗽𝗮𝘀 𝗱𝘂 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼. 𝗣𝗼𝘂𝗿 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗿𝗲 𝗼𝘂 𝘀𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗳...
22/06/2025

Sono lieto di presentarvi un altro dei miei ritrovamenti.
𝗟𝗲 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼 - 𝗟𝗲𝘀 𝗻𝗼𝘂𝘃𝗲𝗮𝘂𝘅 𝗽𝗮𝘀 𝗱𝘂 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼. 𝗣𝗼𝘂𝗿 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗿𝗲 𝗼𝘂 𝘀𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝗰𝘁𝗶𝗼𝗻𝗻𝗲𝗿

📘 Questo manuale di ballo francese, databile circa alla prima metà degli anni venti, secondo Worldcat è custodito in un unico esemplare nella biblioteca pubblica di New York.
In realtà so che ne esiste almeno un'altra copia al Centro Nazionale francese della Danza, ma lo stesso volume non risulta censito nel sistema bibliotecario nazionale dei cugini d'oltralpe.
Risulta quindi essere uno dei più rari libri di danza in mio possesso.

L'autore è André Peter's, rinomato professore di ballo parigino, menzionato anche dal maestro torinese Mario Zucco nel suo libro del 1928 "Il tango e la sua evoluzione fino ai tempi nostri". Zucco riporta Peter's come primo nome, nella lista dei professori a cui ha attinto per elaborare il suo metodo di insegnamento del tango. Gli altri professori della lista erano D. Charles, M. Moutin, M. Mottie, G. Lefort, G.J. Poigt. Come si può vedere, erano tutti professori francesi; non è un caso, perché Parigi a quel tempo era il centro internazionalmente riconosciuto dell'intellighenzia coreutica: tutti i migliori professori e le più importanti teorie sulla danza e sull'insegnamento della danza arrivavano da lì.

Il ricercatore francese Christian Declerck, dopo una minuziosa indagine, ha scoperto che André Peter's era in realtà uno pseudonimo usato dal professore nella sua professione, e che il suo vero nome era François Bigeard, nato nel 1868 a Le Morvan (presso Orléans).
Peter's, oltre ad insegnare, era anche direttore di Dansons! ("Balliamo!"), una rivista specializzata che a partire dal 1922 fu punto di riferimento dei parigini che frequentavano le numerose sale da ballo della capitale.
Nel primo numero della rivista il direttore enunciava enfaticamente il suo obiettivo con queste parole:

𝘛𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢𝘯𝘰! 𝘗𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘦 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘪, 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪 𝘦 𝘷𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪. 𝘚𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘪𝘢𝘤𝘦𝘳𝘦, 𝘴𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦; 𝘴𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘴𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘳𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘦 𝘮𝘰𝘳𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢. 𝘝𝘪𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢! 𝘛𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘯𝘪𝘴𝘤𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘵𝘪𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢𝘵𝘰, 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘧𝘦𝘳𝘪𝘵𝘰; 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘦 𝘪𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘪 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘪 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘦 𝘭𝘦 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘦 𝘪𝘯 𝘷𝘰𝘨𝘢, 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘯𝘥𝘰𝘭𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘱𝘪ù 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦; 𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘪𝘯𝘦, 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘯𝘪𝘴𝘤𝘢 𝘳𝘦𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘶𝘯 𝘦𝘭𝘦𝘯𝘤𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘰 𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘢𝘳𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘦𝘤𝘢𝘳𝘴𝘪, 𝘯𝘦𝘭 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘢𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘩𝘰𝘣𝘣𝘺 𝘱𝘳𝘦𝘧𝘦𝘳𝘪𝘵𝘰. 𝘋𝘢𝘯𝘴𝘰𝘯𝘴! 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 è 𝘪𝘭 𝘵𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘦, 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘢 𝘰𝘨𝘨𝘪 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘭'𝘢𝘮𝘪𝘤𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘦𝘱𝘢𝘳𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘰.

📰 La rivista era davvero un accurato e preciso organo di informazione, ricco di densi articoli che non solo illustravano dettagliatamente, con schemi e descrizioni, i diversi balli di moda, ma ospitava anche articoli su tutto ciò che orbitava attorno al mondo della danza, oltre ad un calendario di tutte le serate e le occasioni danzanti parigine. Insomma si tratta di una vera e propria miniera di informazioni utili per tracciare, anno per anno, cosa succedeva nel mondo del ballo europeo e l'evolversi del gusto e delle nuove mode.
Ma oltre a questo, Dansons! era per Peter's un utile veicolo pubblicitario per le sue attività professionali, grazie al quale veniamo a sapere che il professore insegnava a Parigi in Faubourg Saint-Denis 105, che teneva corsi collettivi a prezzi modici ed era aperto tutto l'anno.

La produzione editoriale nota del prof. Peter's comprende, oltre a Dansons!, anche il libro 𝘈𝘪𝘥𝘦 𝘮é𝘮𝘰𝘪𝘳𝘦 𝘥𝘶 𝘱𝘢𝘳𝘧𝘢𝘪𝘵 𝘥𝘢𝘯𝘴𝘦𝘶𝘳 del 1923, ed una serie di volumetti monografici delle Éditions Nilsson, dedicati a descrivere in dettaglio i numerosi balli di moda tra cui boston, shimmy, fox-trot, jazz, e naturalmente anche il tango, nel libro in mio possesso.

🔹 Il manuale che vedete in foto è suddiviso in due parti principali: "Il tango" ed "I nuovi passi di tango".
Questo perché la prima teoria del tango, arrivata in Europa durante gli anni dieci, aveva già avuto tempo di essere stata acquisita, fraintesa, resa oggetto di speculazione, poi messa in discussione, rielaborata, ed infine sintetizzata e riemessa come "nuova teoria" nel corso degli anni venti. Tutto questo percorso evolutivo è noto a pochissimi ed è oggetto della mia tesi dottorale.

Nella prima parte, "Il tango", vengono illustrati i passi di tango che avevano dominato la tangofollia del 1913: la marcha, el medio corte, el corte, la media luna, el chasé, el cruzado, el ocho argentino, el abanico, la rueda, el paseo, el frotado, el molinete. Come si vede, hanno tutti nomi ispanici: difatti erano la sintesi di ciò che veniva insegnato a Parigi dai professori argentini: insegnamento acquisito, razionalizzato, "ripulito" e standardizzato dai professionisti parigini della danza. Il risultato era una vera e propria sintesi, ottenuta applicando la loro professionalità per fare ordine nell'affollarsi di tutte quelle teorie del tango confuse e contraddittorie che avevano caratterizzato il periodo pre-bellico.

🔹 La seconda parte del libro, "I nuovi passi di tango", inizia con una breve introduzione che spiega il motivo per cui molti dei "vecchi" passi del tango (quelli spiegati nel primo capitolo) erano destinati a cadere nell'oblio.
La caratteristica dei balli del dopoguerra era la semplificazione: il mondo della danza aveva preso atto che il numero di appassionati del ballo stava crescendo velocemente, e che non tutti i nuovi studenti avevano la pazienza e la costanza di apprendere passi complicati. Anche perché, prima della guerra, il terreno di competizione fra i maestri di ballo era il numero di passi che sapevano insegnare: sembrava che un maestro fosse più bravo se conosceva più passi. Questo atteggiamento però era stato riconosciuto come un errore nel medio termine, specialmente riferito al tango, ed alla fine i professori a congresso dopo la prima guerra mondiale decisero di prendere una direzione diversa.
La soluzione fu quella di creare teorie semplificate, che andavano nella direzione di rendere il ballo accessibile a tutti. L'enfasi era invece sullo stile e sull'eleganza, che spesso era la grande assente nel tango dell'anteguerra.

Un'altra caratteristica del nuovo tango, che lo differenziava dal tango argentino dell'anteguerra, era quella di essere un ballo "progressivo", ossia un ballo che si esegue circolando nella sala. Tutte le testimonianze sono concordi nel dire che il tango argentino degli anni dieci era un ballo eseguito sul posto, o muovendosi solo quel poco necessario a completare una sequenza. Sì, avete capito bene: il tango argentino dell'inizio del Novecento, quello insegnato dai professori argentini a Parigi, NON si ballava "in ronda". Era un ballo figurato e consisteva nell'eseguire sequenze di figure. Questo è stato l'imprinting iniziale del tango in Europa.
Ma negli anni venti le cose erano destinate a cambiare, perché le teorie del "nuovo tango argentino" mettevano la camminata come elemento centrale del tango; tutti gli altri passi erano eseguibili camminando, in modo che fosse possibile ballare un tango circolando attorno alla pista, allo stesso modo che era già in uso per altri balli come il vals e la polka. I passi "originali" del tango non erano stati del tutto dimenticati, ma erano venivano eseguiti solo una volta ogni tanto, per intercalare con le camminate.

Così il secondo capitolo, dopo aver introdotto "la marche argentine", spiega come questa si possa concatenare ("enchainements") con gli altri passi della precedente teoria.
Spiega poi il passo denominato "dentelle" (merletto), che era molto in voga a Parigi all'inizio degli anni venti, e che poteva essere eseguito sia camminando, sia ruotando: strumento quindi molto utile per affrontare gli angoli della pista. Viene poi spiegato l'uso nel tango del "le temps d'arrêt" (la pausa), il "balancé", "le pas marqué".
Come si può notare, tutti i nomi dei nuovi passi sono in francese: difatti non derivano dalla versione del tango insegnata dagli argentini, ma da come la pratica del tango - avvenuta in Europa - aveva digerito e metabolizzato il ritmo del tango, sintetizzandolo e partorendo un modo di ballarlo molto più tranquillo e "camminato" rispetto a quello precedente.

🧿 Una curiosità: tutte le intestazioni delle pagine del manuale, che a sinistra riportano il titolo del capitolo che si sta leggendo, a destra presentano un riquadro contenente "messaggi subliminali" del maestro, diversi per ogni pagina, come per esempio "non abbiate fretta", "ricominciate daccapo anche se credete di aver capito", "esercitatevi a lungo", "seguite i consigli e fate tutti i movimenti", "non dimenticatevi di contare" (1,2,3,4...), "non abbandonate un passo senza averlo compreso perfettamente" ed il mio preferito: "non si impara a ballare leggendo".

🎁 REGALO per chi ha letto fino alla fine: lascio, nei commenti, il link alla copia digitale di un numero della rivista Dansons! in cui si parla proprio del tango.

Quando il tango rioplatense arrivò in Europa, nei primissimi anni della sua introduzione, e cioè prima che diventasse un...
15/06/2025

Quando il tango rioplatense arrivò in Europa, nei primissimi anni della sua introduzione, e cioè prima che diventasse un grande successo, veniva presentato come “tango criollo”. Questo succedeva nella prima decade del 1900.
Successivamente, e già nel corso della prima metà degli anni '10, tutta l’Europa iniziò ad usare la parola “tango” per intendere il tango rioplatense, senza più bisogno di specificare l’aggettivo “criollo”.

Perché inizialmente era necessario aggiungere un appellativo? Non bastava dire “tango”?
Il motivo è che la parola “tango” all'inizio del 1900 era già conosciuta in Europa, ed identificava un ballo spagnolo della stessa famiglia del flamenco. Per far capire al pubblico che il ballo proposto era una novità proveniente dall'America, e non il tango che già conoscevano fin dal 1800, era quindi necessario specificare "criollo".
Quando poi il tango rioplatense nel 1913 salì alla ribalta in tutto il mondo, diventando un irrinunciabile oggetto di moda e di fanatismo, non c'era più bisogno di aggiungere nulla per capire che dicendo "tango" si stava parlando di quello più famoso ed importante.

La coincidenza di due balli con lo stesso nome potrebbe lasciar pensare ad un qualche tipo di parentela. Su questo argomento si è speculato per un secolo intero. Il dato di fatto, comunque, è che il 𝙩𝙖𝙣𝙜𝙤-𝙛𝙡𝙖𝙢𝙚𝙣𝙘𝙤 era completamente diverso dal 𝙩𝙖𝙣𝙜𝙤 𝙧𝙞𝙤𝙥𝙡𝙖𝙩𝙚𝙣𝙨𝙚: tanto per iniziare, non si ballava in coppia!

Se volete saperne di più, potete leggere qui sotto la descrizione che ne diede Cyril Rice nel suo libro del 1931: “Dancing in Spain”.
Inoltre, nel primo commento di questo post potete trovare il link ad un filmato del 1905 che illustra come veniva ballato il tango-flamenco.

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𝗜 𝘁𝗿𝗲 𝗽𝗶𝗹𝗮𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝗰𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗿𝗻𝗼
Le tre danze che costituiscono il nucleo della scuola moderna del flamenco sono il Tango, il Garrotín e la Farruca.
Le danze più antiche dell’Andalusia erano invariabilmente in tempo di 3/4 o 3/8, con occasionali passaggi in 6/8. Una novità distintiva di questo nuovo gruppo di danze è che tutte e tre sono in tempo 2/4.
Come sia stato introdotto questo nuovo ritmo non è certo, ma è possibile che sia il risultato dei contatti con le colonie ispano-americane, probabilmente con Cuba, la cui appartenenza prolungò l’esistenza del defunto impero spagnolo quasi fino al XX secolo. Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che il tango ottenne per la prima volta popolarità a Cadice, porto particolarmente ricettivo alle influenze coloniali.

𝗜𝗹 𝗧𝗮𝗻𝗴𝗼 𝗳𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝗰𝗼
Quando Emmanuel Chabrier visitò la Spagna nel 1882, tra le danze che più lo colpirono per intensità e sincerità vi era il tango, che da alcuni anni era il ballo prediletto delle classi popolari di Cadice.
Va sottolineato che l’unica cosa che il tango argentino e quello spagnolo hanno in comune è il nome e il tempo musicale. Al di là di questo, sono completamente diversi.
Il tango spagnolo è l’essenza della danza gitana. Di solito, ma non necessariamente, è ballato da una donna, che spesso indossa il sombrero cordobés, il cappello a tesa piatta tipico dell’Andalusia, che usa come elemento coreografico durante i momenti di taconeo (battito ritmico dei tacchi).
Nel flamenco si occupa molto meno spazio rispetto alla danza classica e per questo è inadatto ai grandi teatri, dove è difficile creare quell’intimità essenziale con il pubblico.
Il zapateado e il taconeo giocano un ruolo fondamentale nel tango. Un elemento affascinante è il contrasto tra il rapido ticchettio dei tacchi e il movimento lento e sinuoso delle braccia.
Le braccia, infatti, sono un aspetto vitale nella danza gitana, soprattutto per le donne, che vi esprimono desideri indefinibili e profondi. Anche le mani si muovono in cerchi a partire dal polso, come se il ritmo pervadesse tutto il corpo fino alle estremità.
Le nacchere (castañuelas) sono usate occasionalmente nel flamenco, ma più spesso vengono sostituite da schiocchi di dita e battiti di mani a tempo staccato.
La conclusione del ballo è improvvisa e brusca: nessuna preparazione, nessuna costruzione verso il climax in stile teatrale. Il silenzio che segue è netto, come un pezzo strappato via di colpo.

𝗨𝗻'𝗼𝗺𝗯𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗴𝘂𝗶𝘁à
In alcune versioni del tango flamenco può apparire un elemento di oscenità, dovuto in gran parte ai movimenti dell’addome. Arthur Symons osserva che “si trova sempre su un limite incerto, ed è proprio da qui che deriva il suo fascino straordinario.”
In questo contesto, la questione della virtù delle gitanas assume un interesse più che accademico. L’opinione generale (anche se non unanime) sembra essere che, una volta terminata la danza, le donne gitane non siano così disponibili come un osservatore ingenuo potrebbe pensare.
Richard Ford osservava che al suo tempo erano, per gli spettatori non gitani, come punch ghiacciato a una festa elegante.

𝗚𝗮𝗿𝗿𝗼𝘁í𝗻 𝗲 𝗙𝗮𝗿𝗿𝘂𝗰𝗮
Simile al tango, ma di origine più recente, è il Garrotín, nel quale l’uso delle braccia e delle mani tremolanti è particolarmente memorabile. Anche questo è solitamente un ballo femminile.
Gli uomini, invece, preferiscono quasi sempre la Farruca, della quale Vicente Escudero è il grande interprete. Sebbene presenti somiglianze con danze precedenti, il Garrotín e la Farruca si sono sviluppati solo negli ultimi venticinque anni, in parte grazie all’opera del gitano Faíco.
Si è ipotizzato che la musica della Farruca sia ispirata ai motivi popolari della Galizia, regione che Morales considerava la più ricca e la meno conosciuta dal punto di vista musicale in tutta la Spagna.

𝗔𝗹𝘁𝗿𝗶 𝘀𝘁𝗶𝗹𝗶 𝗲 𝗶𝗻𝗳𝗹𝘂𝗲𝗻𝘇𝗲
Non tutte le danze flamenco sono in tempo 2/4. Fanno eccezione i Fandanguillos, le Bulerías e le Alegrías, che talvolta sono considerate stili semi-flamenco, e certamente appartengono a una zona intermedia tra due scuole.
Quando un uomo danza le Alegrías, spesso lo fa sotto forma di zapateado, mentre una donna può introdurre passi della scuola classica, come la jerezana.
Si balla indossando una gonna lunga e a balze, accompagnata da schiocchi di dita (pitos) e battiti di mani (palmadas). Lo spettacolo è vivace e ben si presta a mettere in luce il fascino di una giovane ballerina.
Le Bulerías mostrano l’influenza del tango, ma trasposta in un altro ritmo, e anch’esse sono solitamente danzate da donne.

𝗜𝗹 𝗙𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗴𝘂𝗶𝗹𝗹𝗼 𝗲 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗢𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲
Un fenomeno sorprendente dell’ultimo decennio è stato l’introduzione e la successiva grande popolarità del Fandanguillo, nonostante l’iniziale resistenza delle cantaoras più tradizionaliste, come La Niña de los Peines.
Il ritmo pulsante in 3/4 è stato adottato per la danza ed è l’unica danza gitana per cui le nacchere sono indispensabili. In generale, però, i gitani – soprattutto gli uomini – tendono a disprezzare le nacchere (palillos), considerate un abbellimento frivolo per la danza seria.
Così come è danzato oggi, con frequenti développés, il fandanguillo ha però un gusto troppo da varietà per essere considerato una vera espressione dell’anima gitana.
Un tipo di danza gitana particolarmente legata alle grotte del Sacromonte a Granada è la Zambra, che nel nome e nella forma riflette un evidente richiamo ai modelli orientali.
Secondo alcuni musicologi, si nota una crescente esteriorità orientaleggiante nella musica flamenca, e la Zambra ne è un chiaro esempio.

𝗖𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗛𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗲 𝘀𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗴𝗶𝘁𝗮𝗻𝗼
Altri stili appartenenti al Cante Hondo, ma fortemente influenzati dai gitani, sono le Malagueñas e le Soleares.
La prima, con le sue varianti locali – come le Granadinas, Rondeñas, Tarantas, Cartageneras, Murcianas – è da tempo cantata in Andalusia. Tutte queste varianti condividono un tempo in 3/4, con passaggi intercalati in 6/8.
In generale, i gitani hanno selezionato dal Cante Hondo andaluso ciò che li ha attratti e, da questi elementi, hanno sviluppato il Cante Flamenco, oggi a loro associato. Tuttavia, è pedante insistere su una distinzione rigida tra forme così strettamente interconnesse.

𝗜𝗹 𝗳𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝗰𝗼 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗰𝗲𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲
Le danze in cui lo stile flamenco si esprime al meglio sono il Tango, la Farruca e le Alegrías. Tuttavia, soprattutto se l’interprete è ingenuo o poco esperto, risultano poco efficaci in un ambiente privo di empatia.
Vicente Escudero, con le sue mani e i suoi piedi carichi di magia, riesce a superare il senso iniziale di stranezza e bizzarria, ma per un gitano "normale" il sostegno del Cuadro Flamenco è indispensabile.
Quel mezzo cerchio con chitarre pulsanti, cantanti lamentosi e ballerini seduti in attesa del proprio turno crea l’esaltazione e la perdita d’inibizione che sole possono portare il danzatore nei regni dell’estasi ritmica.
Quando anche gli spettatori appartengono allo stesso mondo sociale degli artisti, partecipano attivamente alla creazione dell’atmosfera.
Nel suo contesto originario, il flamenco non è uno spettacolo, ma l’incarnazione visibile di un’emozione condivisa, in cui ogni spettatore ha un ruolo attivo e partecipe: una visione evocata dal pubblico stesso, sospinta dalle onde continue del suono ritmico che essi stessi generano.

𝘊𝘺𝘳𝘪𝘭 𝘙𝘪𝘤𝘦: “𝘋𝘢𝘯𝘤𝘪𝘯𝘨 𝘪𝘯 𝘚𝘱𝘢𝘪𝘯”, 1931

💧𝗕𝗮𝗹𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗻𝘂𝗼𝘁𝗮𝗿𝗲?Si potevano fare entrambe le cose in questo stabilimento di Parigi nel 1934.▪️ Si tratta del dancing ...
13/06/2025

💧𝗕𝗮𝗹𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗻𝘂𝗼𝘁𝗮𝗿𝗲?
Si potevano fare entrambe le cose in questo stabilimento di Parigi nel 1934.

▪️ Si tratta del dancing Coliseum, che in quel periodo si era dato il nome di ROSARIO-BEACH, ispirandosi ad un esotismo di stampo messicano.
Ma se l'ispirazione esotica guardava al Messico, è invece un tango argentino quello che in questo filmato accompagna i ballerini, che possiamo vedere cimentarsi in pista nel ballo rioplatense, o perlomeno nella versione del tango che veniva ballata a Parigi.

▪️ E la piscina?
La piscina era considerata un'attrazione, una sorta di spettacolo di intrattenimento per il pubblico del locale. Una piccola troupe di nuotatrici si esibiva in tuffi ed esercizi ginnici, nuotando sotto gli occhi del pubblico che poteva vederle anche da una prospettiva... subacquea grazie alla parete frontale della vasca, che era trasparente.

▪️ Per gli stakanovisti del tango c'era inoltre a disposizione un gruppo di 𝗧𝗔𝗫𝗜 𝗚𝗜𝗥𝗟𝗦, ossia ballerine "a gettone". Si possono riconoscere nel filmato, sedute su un piccolo palco sopraelevato: tutte portano lo stesso vestito, una sorta di "divisa" che serviva ad identificare le professioniste che lavorano in quel locale.
Gli uomini che volessero ballare con una ballerina professionale a pagamento, compravano un ticket e lo consegnavano alla prescelta. Nel filmato è visibile uno di questi momenti. Il ticket dava diritto ad una danza, dopodiché l'uomo doveva riaccompagnare la ballerina al suo posto. Le regole del locale vietavano di intrattenersi con lei oltre alla durata della danza, e nemmeno era consentito ballare più di una volta con la stessa donna.

🎧 In una delle prime trasmissioni di Radio Crossover Tango abbiamo parlato del fenomeno del taxi-dancing, che in tempi recenti ha cambiato connotazione ed ora si rivolge alle donne, proponendo ballerini professionali che accompagnano le donne al ballo dietro pagamento.

➡️ Trovate nel primo commento il link per vedere il filmato, ed il link per leggere come veniva descritto questo locale dalla stampa italiana.

✨Era il 2021 quando ebbi l'onore di essere invitato per la prima volta come docente in questo corso, che ha visto il suo...
28/05/2025

✨Era il 2021 quando ebbi l'onore di essere invitato per la prima volta come docente in questo corso, che ha visto il suo successo e l'entusiasmo del pubblico crescere di anno in anno.

Ammetto che è stata una bella sfida quella di tenere due lezioni in spagnolo, lingua in cui sono totalmente autodidatta; ma ancora più grande è stata la gioia di poter condividere gli argomenti a cui sono più affezionato.

Ma la vera soddisfazione è stata quella di constatare ogni anno la positiva curiosità dell'uditorio, incluso quello Argentino, verso il mio studio che espone la storia del tango da una prospettiva insolita.
La storia di come il tango era vissuto nel Vecchio Continente, al tempo dei nostri bisnonni, mentre parallelamente si sviluppava nel bacino Rioplatense: che musica di tango si ascoltava in Italia, in Francia, in Germania, in Inghilterra, come era insegnato e come lo si ballava.

🔹Il corso di quest'anno inizierà a Giugno; gli argomenti in programma, curati dai numerosi e prestigiosi docenti che vedete in foto, affrontano la storia del tango da tutte le prospettive. Per chi vuole saperne di più, sabato ci sarà la presentazione dei contenuti in una charla informativa libera e gratuita.
Chi è interessato può trovare tutti i riferimenti nel primo commento di questo post.

𝗟𝗔 𝗧𝗥𝗔𝗦𝗠𝗜𝗦𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗣𝗘𝗥𝗦𝗔 𝗘 𝗥𝗜𝗧𝗥𝗢𝗩𝗔𝗧𝗔Alla fine dell'Agosto del 2020 Marina ed io eravamo appena tornati da una vacanza in Fr...
26/04/2025

𝗟𝗔 𝗧𝗥𝗔𝗦𝗠𝗜𝗦𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗣𝗘𝗥𝗦𝗔 𝗘 𝗥𝗜𝗧𝗥𝗢𝗩𝗔𝗧𝗔

Alla fine dell'Agosto del 2020 Marina ed io eravamo appena tornati da una vacanza in Francia, subito prima che venissero emanati nuovi provvedimenti restrittivi per il COVID.

Nei mesi precedenti io ero stato impegnato con gli studi che mi portarono a conseguire un master universitario in musicologia, centrato sul tema della storia del tango in Italia.

Quale occasione migliore di realizzare una trasmissione interamente dedicata ai musicisti italiani della prima metà del Novecento che, contagiati dalla passione per il tango, diedero del ritmo criollo la loro personale interpretazione?

L'argomento è interessante perché non tutti sanno che fin dal 1913 l'Italia ebbe compositori ed interpreti che diedero lustro al tango, sia suonando le partiture che provenivano da Buenos Aires, sia scrivendo propri brani ispirati al sentimento che in essi evocava la musica argentina. Alcune di queste composizioni italiane ebbero un discreto successo al loro tempo, godendo di riscontro internazionale. Alcune vennero addirittura interpretate da importanti orchestre di Buenos Aires.
Poi, come spesso accade, la coltre del tempo ha coperto la memoria di questi eventi, e la nuova ondata di moda del tango dagli anni novanta ha creato in Italia un nuovo immaginario e nuove modalità di fruire il tango, finendo per occultare definitivamente questo passato.

Nel corso di tutto il nostro ciclo di trasmissioni abbiamo sempre dedicato alcuni piccoli spazi per ricordare che anche in Italia il tango è stato vivo e vitale molto prima che la nostra generazione lo riscoprisse. In questa puntata vengono riassunti alcuni contenuti di precedenti trasmissioni, più alcune cose nuove, proponendo contemporaneamente una selezione di ascolto di importanti autori ed interpreti italiani del tango dagli anni '10 agli anni '50.

​🔹

Per motivi vari, questa trasmissione non fu immediatamente inserita nell'archivio dei podcast; quindi, oltre a chi la ascoltò in diretta nel 2020, nessun altro ebbe modo di sentirla.
Ecco qui i contenuti:

▪ Compositori del primo Novecento: tra le molte partiture che abbiamo reperito in biblioteche ed antiquari, e che il grande Fabrizio Mocata si è prestato ad interpretare per noi, abbiamo scelto un tango del 1913 di Luciano Cabella dedicato alla gioventù torinese.
Inoltre abbiamo raccontato la storia del 𝗧𝗮𝗻𝗴𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗿𝗼𝘀𝗲, un brano che vide la luce a Torino ma si trasformò presto in un successo internazionale durato quasi cinquant'anni, e che dietro il clamore dei riflettori nasconde una storia oscura ed inquietante.

▪ Un grande tenore italiano, che adorava l'Argentina ed era da questo popolo ricambiato con gloriosi successi nei teatri di Buenos Aires, e che regalò la sua eccezionale voce a numerosi tanghi, oltre a comporne alcuni: 𝗧𝗶𝘁𝗼 𝗦𝗰𝗵𝗶𝗽𝗮

▪ I grandi nomi della musica ballabile italiana: orchestre che hanno fatto la storia della radio italiana, e poi anche della televisione; le orchestre che i nostri nonni aspettavano ansiosamente di sentire per far spazio in tinello e ballare in casa con la musica della radio.
Nomi che al loro tempo erano sulla bocca e nel cuore di tutto il popolo italiano, e che interpretarono i più grandi successi ballabili della musica di moda del momento, tra cui il jazz ma anche il tango. Stiamo parlando di nomi come 𝗚𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗞𝗿𝗮𝗺𝗲𝗿, 𝗣𝗶𝗽𝗽𝗼 𝗕𝗮𝗿𝘇𝗶𝘇𝘇𝗮, 𝗖𝗶𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗶𝗻𝗶, 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗢𝗿𝘁𝘂𝘀𝗼.

▪ Due musicisti che, in tempi diversi, ricevettero dal pubblico italiano l'appellativo di "re del tango": 𝗣𝗶𝗲𝗿𝗶𝗻𝗼 𝗖𝗼𝗱𝗲𝘃𝗶𝗹𝗹𝗮 ed 𝗔𝗹𝗱𝗼 𝗠𝗮𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶, la cui memoria risuona ancora nei più anziani ballerini italiani, quelli che frequentavano le sale da ballo prima che il tango ritornasse di moda negli anni novanta.

Potete ascoltare la trasmissione seguendo il link che trovate nel primo commento di questo post.


Ed ecco qui un altro significativo ritrovamento!!Ho dovuto aspettarlo un po', perché la spedizione ha transitato da New ...
28/03/2025

Ed ecco qui un altro significativo ritrovamento!!
Ho dovuto aspettarlo un po', perché la spedizione ha transitato da New York ad Indianapolis, poi a Chicago ed infine a Milano prima di arrivare a casa mia un mese dopo. Ma ne valeva la pena, perché si tratta di un libro molto particolare. Secondo Worldcat, il sistema bibliotecario mondiale ne conserva 36 copie in tutto, di cui solo 2 in Europa (Germania e Spagna), e tutte le altre in Nordamerica.

🧿 𝗧𝗛𝗘 𝗧𝗔𝗡𝗚𝗢 𝗔𝗡𝗗 𝗢𝗧𝗛𝗘𝗥 𝗨𝗣-𝗧𝗢-𝗗𝗔𝗧𝗘 𝗗𝗔𝗡𝗖𝗘𝗦, ovvero "il tango ed altri balli alla moda" è un manuale di ballo americano, pubblicato nel 1914, e dedicato ad istruire i lettori sui numerosi balli moderni entrati in voga in quel periodo tra cui la maxixe, l'one step, l'hesitation e - naturalmente - il tango! Sì, perché la tangofollia che in Europa aveva contagiato Parigi e tutto il Vecchio Continente, parallelamente oltrooceano si era diffusa ed aveva fatto proseliti anche a New York.

L'autore J.S.Hopkins ci tiene a sottolineare che il libro è illustrato con numerose fotografie di posa, a cui si erano prestati importanti artisti ballerini di quel periodo, per dimostrare ai lettori i diversi passi delle nuove danze da essi insegnate.
Tra questi maestri meritano di essere menzionati i celeberrimi Vernon e Irene Castle, innovatori e trendsetter, che all'uscita di questo libro erano già riusciti da qualche anno nell'ardua missione di rendere "accettabili" al pubblico bianco benestante di New York i balli delle comunità "underground" afroamericane della Grande Mela, ovvero i balli del ragtime e successivamente il foxtrot. Nei loro show i Castle si facevano sempre accompagnare da un'orchestra interamente nera: quest'idea sarebbe diventata abbastanza comune nella seconda metà degli anni '20, ma all'inizio degli anni '10 era decisamente audace e provocatoria. Per dare un'idea dell'importanza di questi personaggi, quando negli anni '30 venne prodotto un film che raccontava la vita dei Castle, per interpretare i due artisti nella pellicola fu scelta una coppia di analoga grandezza: Fred Astaire e Ginger Rogers.

🔹 E il tango?
I Castle naturalmente, da professionisti del ballo, conoscevano bene anche il tango argentino che però nel 1914 - come sappiamo - era nel pieno della bufera dello scandalo e delle condanne di indecenza.
Risolsero il problema a modo loro: per mettersi al riparo da qualunque critica inventarono una variante del tango che si ballava staccati, senza toccarsi. Anzi, la posizione era precisamente denominata "arms akimbo", ossia ognuno dei due ballerini teneva le mani appoggiate sui propri fianchi. Nessuno avrebbe potuto dubitare dell'onestà morale dei ballerini! I passi eseguiti erano però esattamente quelli del tango, nella versione codificata dai maestri di Parigi. Battezzarono quest'idea INNOVATION TANGO e - per completare l'opera - il direttore della loro orchestra, James Reese Europe, compose un brano appositamente dedicato: il CASTLE INNOVATION TANGO.
Del resto il tango dei Castle, a quanto riferisce la stessa Irene, aveva “il senso dell’umorismo che permeava tutta la nostra danza: il grande senso di gioia frizzante che condividevamo quando ballavamo”. Il loro tango era puro divertimento. "Se Vernon mi avesse mai guardato negli occhi con ardente passione durante il tango", ha ricordato Irene, "credo che saremmo scoppiati entrambi a ridere".

🔹 A parte questa curiosità.. nuevista 😉 (che anticipava di cento anni il "tango fusion" di Sonja Armisen) il manuale descrive diffusamente anche altre versioni del tango, come per esempio quella insegnata dal maestro americano Maurice Mouvet con la sua moglie e partner Florence Walton.
Mouvet, nato a Brooklyn da genitori originari del Belgio, visse la sua giovinezza a Parigi e proprio lì divenne famoso proponendo la sua versione della "danse Apache", una HIT mondiale del primo Novecento che ispirò innumerevoli artisti, tra cui Rodolfo Valentino, e naturalmente anche innumerevoli parodie tra cui quella del nostro Totò. La danza Apache di Mouvet iniziava con un valzer lento per diventare poco alla volta una performance acrobatica (e pericolosa) in cui la sua partner roteava attorno a lui, appesa al suo collo. Questo numero di gran successo gli diede abbastanza popolarità da ottenere un ingaggio a New York, dove conobbe Florence Walton iniziando poi a lavorare con lei.

Com'era il tango di Mouvet?
Il punto di riferimento era sempre il tango codificato a Parigi, che si componeva di un insieme di elementi "base" più una varietà quasi infinita di variazioni che dipendevano da maestro a maestro. Nel libro vengono esposti otto elementi di base, di cui il primo era naturalmente una camminata in quattro passi. Una delle caratteristiche riportate dal libro era l’uso del "toe point", un abbellimento che consisteva nell'estendere il piede in avanti, mantenendo la punta a contatto con il pavimento e conservando una postura elegante. Le sequenze di camminata terminavano con un toe point - o anche più di uno, a volte avanti e a volte indietro - per enfatizzare il ritmo della danza. Le sequenze dovevano essere eseguite con un movimento fluido ed una transizione senza interruzioni.
La stessa camminata poteva essere eseguita in un semicerchio invece che proseguendo diritti, prima in una direzione e poi nella direzione opposta (l'uomo arretra). Un altro abbellimento consisteva nell'inclinare la testa e le spalle verso il piede che si estendeva nel "toe point". Altri passi prevedevano di incrociare una gamba davanti o dietro l'altra, come nell'"ocho" del nostro tango contemporaneo, con la piccola ma rilevante differenza che questi movimenti non venivano eseguiti dissociando il busto, di conseguenza il torso dei ballerini seguiva sempre la direzione delle gambe. Infine un movimento descritto nelle teorie francesi, a cui Mouvet si ispirava, prevedeva di "scacciare" un piede con l'altro, ossia appoggiare la punta di un piede dietro il tacco dell'altro piede e contemporaneamente muovere il secondo in avanti come se fosse stato "scacciato" dal primo.

L'autore ci tiene a precisare che il tango non può essere ballato correttamente su nessuna musica che non sia un VERO tango argentino - opinione che non tutti condividevano, difatti era diffusa anche l'opinione opposta, ossia che in mancanza di un vero tango argentino potesse fare al caso anche un one-step o un altro brano in 4/4 ben ritmato.

🔹 Ma veniamo all'insegnamento del tango argentino "originale": sì, perché questo manuale, dopo aver parlato del tango dei Castle, del tango di Mouvet e quello di un altro insegnante di nome Santley, dedica un paragrafo anche a descrivere il tango così come è ballato nel Paese dov'è nato.
Una caratteristica che distingue il tango argentino da quello parigino è nel modo di muovere il piede, che deve scivolare sul pavimento. L'autore precisa che questa attenzione deve essere posta "in tutte le figure e si dovrebbe praticare questo movimento per renderlo lungo e circolare da dietro in avanti o da avanti a dietro, a seconda del modo in cui si procede." Inoltre l'autore specifica che, a differenza della tenuta classica dei balli di coppia che prevedeva di ballare con piedi e ginocchia aperte, nel tango all'opposto sia le punte dei piedi che le ginocchia devono essere rivolte più verso l'interno che verso l'esterno.
Anche i passi del tango argentino vengono descritti come combinazioni di camminate ed incroci, ma nella camminata viene precisato che oltre a scivolare sul pavimento deve essere cadenzata con un piccolissimo "tuffo" in avanti, in alcuni precisi momenti della sequenza.

✨ Per concludere, riporto un paio di passi dell'introduzione in cui l'autore esprime la sua posizione rispetto alle polemiche sui nuovi balli.
▫️▫️▫️▫️▫️▫️▫️
Alcune persone sostengono che queste nuove danze siano inopportune e immorali. Per dimostrare la loro tesi, fanno notare che molte di queste danze sono state proibite in diverse città del mondo. In difesa di queste nuove danze, dirò che sono altrettanto appropriate – anzi, alcune lo sono persino di più – rispetto al Two Step o al Valzer, che sono universalmente accettati. Il motivo per cui vengono vietate dipende dalla posizione assunta dai ballerini; è quindi evidente che non sia la danza in sé ad essere inappropriata, ma piuttosto il modo in cui viene eseguita.
(...)
Queste danze vengono chiamate 'grottesche', ossia danze "strane" o giocose. Ma questo non vuol dire che debbano essere eseguite in modo grottesco con il corpo. Quando le ballate – almeno fino a quando non ne avrete pieno controllo – immaginate di avere un bicchiere d'acqua sulla testa e che l'obiettivo della danza sia evitare di versarne il contenuto. Questo aiuterà a mantenere il corpo eretto dalla vita in su, lasciando che siano i piedi a eseguire i passi invece del corpo.
(...)
Coloro che ballano queste danze (e le ballano correttamente), scopriranno di ricevere qualcosa di più del semplice piacere del ballo, poiché alcuni dotti medici ritengono che queste danze abbiano effetti migliori di un corso di cultura fisica. Il motivo è perché mettono in gioco muscoli che nelle danze ordinarie e negli esercizi fisici sono dormienti: quindi mentre ci si diverte, allo stesso tempo si rafforzano anche parti del corpo raramente utilizzate. Certo per diventare competenti è necessaria la pratica, come in ogni altra cosa, ma se le regole e le posizioni vengono attentamente osservate, si incontreranno pochissimi ostacoli nel diventare un adepto dei nuovi balli, poiché il nostro obiettivo è rendere le danze il più semplici e complete possibile.
▫️▫️▫️▫️▫️▫️▫️

REGALO per chi ha letto fino in fondo: potete trovare nel primo commento del post originale (non nelle condivisioni) il link alla versione digitalizzata del libro.

Indirizzo

Via Antonio Cecchi 17
Torino
10152

Orario di apertura

16:00 - 18:00

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Our Story

Radio Crossover Tango - A descubrir el Tango Argentino è una trasmissione mensile che va in onda dagli studi della web radio Torinese Radio Crossover Disco presso il Cecchi Point. Una volta al mese, di sabato pomeriggio, dedichiamo due ore alla musica ed agli approfondimenti culturali sul Tango Argentino e su tutto il mondo che ruota attorno ad esso. Nella nostra trasmissione ha un ruolo centrale la storia del tango, sia quella di Buenos Aires che la storia della diaspora del tango in tutto il mondo ed i fenomeni di transculturazione associati. Abbiamo sempre un occhio di riguardo verso la storia del tango in Italia, sia nei tempi antichi che in quelli più moderni, ed ospitiamo letture d’epoca, testimonianze sul ballo di altri tempi. In ogni trasmissione proponiamo gli interventi di uno o più ospiti, esperti o testimoni dei diversi argomenti trattati, sia italiani che stranieri. Occasionalmente ospitiamo volentieri interventi di musicisti che suonano tango “live” dal nostro studio.