Presbyteri

Presbyteri Rivista di spiritualità pastorale

📣Carissimi lettori,🗣️📖questa monografia affronta ancora una volta il tema della preghiera, ma con l’intento di rifletter...
25/07/2025

📣Carissimi lettori,

🗣️📖questa monografia affronta ancora una volta il tema della preghiera, ma con l’intento di riflettere sulle particolarità della preghiera dei presbiteri. Ci accorgiamo quanto sia importante in questo nostro tempo e per tutti la cura della vita interiore; è dalla profondità del cuore e che nasce lo sguardo con cui cogliere se stessi, il servizio ministeriale, le persone che si incontrano, fare esperienza di gratuità, riconoscere e leggere ciò che accade “dentro” ogni volta che si vive una determinata esperienza.

La preghiera del presbitero, come quella di ogni altro cristiano, è accoglienza del Dio che viene ed esperienza filiale, conosce momenti di intimità e altri di aridità, è però anche una preghiera che ha caratteri particolari, è “ospitale”, abitata da tanti nomi e tante situazioni, va dai fratelli e dalle sorelle

verso il Signore, e dal Signore torna ad essi, e trova un momento privilegiato nella liturgia, luogo di santificazione e momento centrale nella vita del presbitero.

🗞️Dopo l’Editoriale di don Nico Dal Molin, don Gianni Caliandro ci introduce al tema mediante una riflessione sulla cura della vita interiore come precondizione della preghiera, anche per il presbitero. Padre Cesare Falletti ripercorre il “movimento” della “preghiera sacerdotale” di Gesù: essa è relazione di intimità col Padre che diventa supplica per i discepoli e per ogni uomo, è una circolazione che ingloba il rapporto personale e vitale con Dio e la sollecitudine pastorale. Don Giuseppe Tufo ci parla di una preghiera “impastata con la vita”, radicata nell’esistenza quotidiana, che conosce intimità e aridità, trova il suo centro nella dimensione celebrativa e di intercessione. Infine don Marco Gallo approfondisce il legame tra preghiera e liturgia offrendo un itinerario in tre passaggi per riguadagnare la preghiera liturgica, attraverso la Liturgia delle Ore, l’Eucaristia, l’Anno liturgico.

Nella rubrica dedicata al rapporto del prete con la teologia don Michele Marcato ci parla della necessità di una radicata formazione biblica. Per le “parole del Giubileo” ospitiamo in questo numero l’autorevole voce del Cardinal Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore, che ci parla del rapporto tra la pratica delle indulgenze e la ca**tà.

Concludono la monografia le pagine dell’UAC dedicate ancora al tema della gioia nelle occasioni date dal “tempo libero”, a cura di don Giancarlo Lanforti.

Sappiamo che in molti hanno potuto seguire il nostro Convegno sul tema: Strada facendo. Preti oggi in un contesto missionario. Gli Atti in forma cartacea saranno inviati con il prossimo numero e come sempre saranno disponibili in formato pdf sul sito appena possibile. Sul canale Youtube rimane comunque disponibile il video del Convegno, come anche quello dei Convegni precedenti.

Vogliamo esprimere infine la nostra gioia e riconoscenza per il dono dell’elezione al soglio pontificio di papa Leone XIV. Possa la sua parola anche attraverso le pagine della nostra Rivista essere maggiormente conosciuta ed ascoltata e possa la dolce e forte Parola del Vangelo ispirare sempre ogni suo e nostro operare, in particolare in sostegno e accompagnamento ai ministri ordinati.

Buona lettura!📖

Don Nico Dal Molin, editorialista, presenta il terzo numero dell’annata 2025 della rivista Presbyteri.

“Nella liturgia non c'è la gioia. Non la sento proprio”.Un problema serio, visto che sempre più spesso questa espression...
19/07/2025

“Nella liturgia non c'è la gioia. Non la sento proprio”.
Un problema serio, visto che sempre più spesso questa espressione è sulla bocca di tanti che, di
solito saltuariamente, partecipano alla celebrazione eucaristica domenicale.
Non c'è la gioia ma... se i bambini fanno qualche cosa spe-ciale, o il canto è di tuo gusto... il prete è simpatico, fa una battuta dietro l'altra... allora sì che la messa è bella, piena di gioia!
Il problema è che in passato si andava a messa spesso per consuetudine (che prendeva forza nel precetto), oggi questa motivazione è caduta (e non dobbiamo rattristarci per questo) e abbiamo scoperto che spesso ci rimane solo l'esperienza del vuoto.
Dobbiamo riconoscere che non è raro incontrare celebrazioni noiose, vuote, dove non si sperimenta la Presenza ma l'assenza! Proprio quando si sperimenta l'assenza si sente il
bisogno di dare un senso, uno scopo, una utilità alla cele-brazione, anche se estranea alla liturgia stessa: così si cerca l'arte (spesso musicale e qualcuno la chiama la messa degli artisti) oppure si cerca la gioia. Ma quale gioia?
Perché per molti la celebrazione deve essere come la manna che il libro della Sapienza descrive come un pane «pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto» (Sap 16,20).
Ma la gioia (quella vera che nessuno può toglierci - cf. Gv16,22 - neppure il prete o il canto più noioso) nella celebrazione si fa sentire quando riconosciamo il Cristo risorto vivo in mezzo a noi per dare anche a noi vita; come i pastori ai quali gli Angeli dicono: «Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia!» (Lc 2,10); come le donne al sepolcro: «Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli» (Mt 28,8). Questa stessa esperienza accade anche ogni qual volta il Risorto manifesta se stesso alla Chiesa: «Ma poiché, per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?"» (Lc 24,41). Anche l'Ascensione del Si-gnore, pur creando interrogativi ed attese, non è estranea alla gioia: «Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia». (Lc 24,41.52) La comunità che celebra e il suo presidente devono avere questa preoccupazione: fare della celebrazione una epifania di Cristo, e allora i fratelli gioiranno «al vedere il Signore!» (Gv20,20)… CONTINUA SU
https://www.presbyteri.it/presbyteri-2_2025/

Di don Giovanni Frausini
Direttore Unione Apostolica del Clero UAC Italia

Tempo fa, durante una conversazione con un mio amico, mi è capitato di accennare alle indulgenze, perché stavo scrivendo...
14/07/2025

Tempo fa, durante una conversazione con un mio amico, mi è capitato di accennare alle indulgenze, perché stavo scrivendo un libretto sul tema. Al sentire la parola il mio amico - un cattolico praticante e impegnato - ha alzato il sopracciglio, sorpreso: "Ma esistono ancora?". È una reazione comprensibile. Per molti, le indulgenze appartengono a un'altra epoca, quella dei banchi di scuola, quando si studiava Lutero e la Riforma protestante. Sembrano la reliquia di un mondo scomparso, simili a quelle immagini devozionali ottocentesche che a volte si trovano in qualche magazzino delle parrocchie: non più usate, ma nemmeno buttate via. Eppure, ogni volta che si annuncia un giubileo, la parola ritorna. È inevitabile, perché il giubileo cristiano nasce precisamente dal desiderio delle indulgenze: nel 1300 Bonifacio VIII concede al popolo romano, che la chiedeva a gran voce, una occasione speciale di indulgenza, plenaria, gratuita, della durata di un anno intero. Il giubileo quindi è, essenzialmente, un anno di indulgenza. Mentre però nel Medioevo tutti sapevano cosa fossero le indulgenze e le desideravano, oggi pochi lo sanno e ci si trova spesso a dover dare spiegazioni. Il problema è che la spiegazione stessa, se uno prende la definizione che si trova nei testi ufficiali (per esempio CCC 1471), risulta difficile da capire. Leggiamola: «Lindulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente di… CONTINUA SU
https://www.presbyteri.it/presbyteri-2_2025/

Di don Andrea Cavallini
Docente di filosofia alla Pontificia Università Gregoriana -Roma-

La formazione teologica è un requisito necessario perché un presbitero possa svolgere bene e in modo competente il suo m...
08/07/2025

La formazione teologica è un requisito necessario perché un presbitero possa svolgere bene e in modo competente il suo ministero pastorale. Nel decreto sulla formazione sacerdotale Optatam Totius il Concilio Vaticano II ha delineato alcune importanti linee guida che ancor oggi sono essenziali per una formazione teologica qualificata. In particolare, è stata sottolineata l'importanza dello studio della Sacra Scrittura, che è il cuore degli studi teologici perché ci mette in contatto con la rivelazione del mistero divino (cf. n. 16). La dogmatica, la patristica, la storia dei dogma e la storia della Chiesa devono approfondire come, nel corso dei secoli e in considerazione delle rispettive circostanze e sfide culturali e sociali, il mistero della salvezza sia stato sempre più indagato, approfondito e reso accessibile nella sua concreta rilevanza per la vita della Chiesa e dei fedeli. Infine si ribadisce che «tutte le altre discipline teologiche vengano rinnovate per mezzo di un contatto più vivo col mistero di Cristo e con la storia della salvezza. Si ponga speciale cura nel perfezionare la teologia morale, in modo che la sua esposizione scientifica, più nutrita della dottrina della sacra Scrittura, illustri la grandezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di apportare frutto nella ca**tà per la vita del mondo».
-Uno sguardo breve sullo sviluppo storico della teologia morale- A questo punto può essere interessante ricordare la nascita della teologia morale come disciplina teologica a sé stante…CONTINUA SU
https://www.presbyteri.it/presbyteri-2_2025/

DI padre Martin M. Lintner OSM
Studio Teologico Accademico di Bressanone

Nuovo formulario della "Missa pro custodia creationis".«Tra i formulari “per le necessità civili”, oggi siamo lieti di i...
06/07/2025

Nuovo formulario della "Missa pro custodia creationis".
«Tra i formulari “per le necessità civili”, oggi siamo lieti di introdurre una “Messa per la custodia della creazione” ("Missa pro custodia creationis"), per rispondere alle istanze suggerite dalla "Laudato si’" giunte da tutto il mondo...
Con questo nuovo formulario di orazioni per la Messa, rendiamo grazie a Dio nostro Creatore e preghiamo affinché impariamo a prenderci cura del Suo dono» (Card. Michael Czerny, S.I.).

https://www.vatican.va/content/romancuria/it/dicasteri/dicastero-culto-divino-e-disciplina-sacramenti/documenti/20250608-decreto-missa-custodiacreationis.html

Memoria grata per p. Franco Fornari.Ha concluso il suo cammino terreno sabato 28 giugno padre Franco Fornari, della Cong...
28/06/2025

Memoria grata per p. Franco Fornari.
Ha concluso il suo cammino terreno sabato 28 giugno padre Franco Fornari, della Congregazione di Gesù Sacerdote (Padri Venturini).
Padre Franco è nato a Pianello Val Tidone (Piacenza) il 17 ottobre 1930. Entrato giovane nella Congregazione, mentre ancora era guidata dal Fondatore padre Mario Venturini, ha professato i voti nel settembre 1949 ed è stato ordinato sacerdote nel giugno 1957, svolgendo anche il servizio di Superiore Generale dal 1980 al 1992.
Ha rivestito un importante ruolo nello sviluppo del carisma dei Padri Venturini a partire dagli anni del dopo-concilio, attraverso iniziative a favore del clero, il lavoro nella Rivista Presbyteri e soprattutto l’inizio e lo sviluppo della Casa di assistenza Sacerdotale di Trento, nella quale è stato per molti anni punto di riferimento per i molti presbiteri che vi hanno trovato accoglienza e accompagnamento soprattutto in periodi di difficoltà e fatica.
La redazione di Presbyteri, ricordando il suo prezioso lavoro, ne fa memoria grata al Signore.

Oggi, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, si celebra la Giornata di Santificazione Sacerdotale.Questa giornata è n...
27/06/2025

Oggi, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, si celebra la Giornata di Santificazione Sacerdotale.
Questa giornata è nata dal “cuore” di un vero appassionato del Sacerdozio, padre Mario Venturini, fondatore della Congregazione di Gesù Sacerdote (padri Venturini) e delle Figlie del Cuore di Gesù, ed ha avuto inizio il 3 giugno 1947. La data del 25 marzo 1995, comunemente indicata come il giorno in cui essa è stata istituita da San Giovanni Paolo II, è in realtà quella in cui la Giornata fu assunta dalla Congregazione per il Clero, che da quel momento si è presa in carico di promuoverla a nome della Santa Sede.
Per padre Mario Venturini, con un’intuizione che era figlia della teologia e della spiritualità del suo tempo, il Cuore di Gesù aveva come caratteristica quella di essere un “cuore sacerdotale”, in quanto Gesù offre se stesso al Padre per tutto il genere umano nel Sacrificio della croce e da questo Cuore nasce il Sacerdozio e la preghiera “per loro”, come espresso nella “preghiera sacerdotale” del Capitolo 17 del Vangelo di Giovanni. Il Sacro Cuore è dunque la «festa dell’amore infinito»: dell’amore di Gesù, dell’amore nostro per lui, dell’amore con cui farlo amare dagli altri, in particolare dai sacerdoti, la cui santificazione – da implorare e favorire con la preghiera, le iniziative, la predicazione, l’incoraggiamento – diventa risposta a questo amore.

Vi invito dunque a rinnovare oggi, dinanzi al Cuore di Cristo, il vostro “sì” a Dio e al suo Popolo santo. Lasciatevi pl...
27/06/2025

Vi invito dunque a rinnovare oggi, dinanzi al Cuore di Cristo, il vostro “sì” a Dio e al suo Popolo santo. Lasciatevi plasmare dalla grazia, custodite il fuoco Spirito ricevuto nell’Ordinazione affinché, uniti a Lui, possiate essere sacramento dell’amore di Gesù nel mondo. Non abbiate timore della vostra fragilità: il Signore non cerca infatti sacerdoti perfetti, ma cuori umili, disponibili alla conversione e pronti ad amare come Lui stesso ci ha amato (Papa Leone XIV).

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE LEONE XIV
AI SACERDOTI IN OCCASIONE DELLA
GIORNATA DELLA SANTIFICAZIONE SACERDOTALE

27 giugno 2025 - Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.

Cari fratelli nel sacerdozio!

In questa Giornata della Santificazione Sacerdotale, che si celebra nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, mi rivolgo a ciascuno di voi con animo grato e colmo di fiducia.

Il Cuore di Cristo, trafitto per amore, è la carne viva e vivificante, che accoglie ciascuno di noi, trasformandoci a immagine del Buon Pastore. È lì che si comprende la vera identità del nostro ministero: ardenti della misericordia di Dio, siamo testimoni gioiosi del suo amore che guarisce, accompagna e redime.

La festa odierna rinnova dunque nei nostri cuori la chiamata al dono totale di noi stessi a servizio del popolo santo di Dio. Questa missione inizia con la preghiera e continua nell’unione con il Signore, che ravviva continuamente in noi il suo dono: la santa vocazione al sacerdozio.

Fare memoria di questa grazia, come afferma Sant’Agostino, significa entrare in un “santuario vasto, senza fondo” (cfr Confessioni, X, 8.15), che non custodisce semplicemente qualcosa del passato, ma rende sempre nuovo e attuale quel che vi è riposto. Solo facendo memoria viviamo e facciamo rivivere quanto il Signore ci ha consegnato, chiedendo di tramandarlo a nostra volta nel suo nome. La memoria unifica i nostri cuori nel Cuore di Cristo e la nostra vita nella vita di Cristo, sicché diventiamo capaci di portare al popolo santo di Dio la Parola e i Sacramenti della salvezza, per un mondo riconciliato nell’amore. Solo nel cuore di Gesù troviamo la nostra vera umanità di figli di Dio e di fratelli tra noi. Per queste ragioni, vorrei oggi rivolgervi un invito impellente: siate costruttori di unità e di pace!

In un mondo segnato da tensioni crescenti, anche all’interno delle famiglie e delle comunità ecclesiali, il sacerdote è chiamato a promuovere la riconciliazione e generare comunione. Essere costruttori di unità e di pace significa essere pastori capaci di discernimento, abili nell’arte di comporre i frammenti di vita che ci vengono affidati, per aiutare le persone a trovare la luce del Vangelo dentro i travagli dell’esistenza; significa essere saggi lettori della realtà, andando oltre le emozioni del momento, le paure e le mode; significa offrire proposte pastorali che generano e rigenerano alla fede costruendo relazioni buone, legami solidali, comunità in cui brilla lo stile della fraternità. Essere costruttori di unità e di pace significa non imporsi, ma servire. In particolare, la fraternità sacerdotale diventa segno credibile della presenza del Risorto tra di noi quando caratterizza il cammino comune dei nostri presbiteri.

Vi invito dunque a rinnovare oggi, dinanzi al Cuore di Cristo, il vostro “sì” a Dio e al suo Popolo santo. Lasciatevi plasmare dalla grazia, custodite il fuoco Spirito ricevuto nell’Ordinazione affinché, uniti a Lui, possiate essere sacramento dell’amore di Gesù nel mondo. Non abbiate timore della vostra fragilità: il Signore non cerca infatti sacerdoti perfetti, ma cuori umili, disponibili alla conversione e pronti ad amare come Lui stesso ci ha amato.

Carissimi fratelli sacerdoti, Papa Francesco ci ha riproposto la devozione al Sacro Cuore come luogo di incontro personale con il Signore (cfr Lett. enc. Dilexit nos, 103), quindi come luogo dove portare e comporre i nostri conflitti interiori e quelli che dilaniano il mondo contemporaneo, perché «in Lui diventiamo capaci di relazionarci in modo sano e felice e di costruire in questo mondo il Regno di amore e di giustizia. Il nostro cuore unito a quello di Cristo è capace di questo miracolo sociale» (ivi, 28).

Lungo quest’Anno Santo, che ci invita ad essere pellegrini di speranza, il nostro ministero sarà tanto più fecondo quanto più sarà radicato nella preghiera, nel perdono, nella vicinanza ai poveri, alle famiglie, ai giovani in cerca di verità. Non dimenticate: un sacerdote santo fa fiorire la santità attorno a sé.

Vi affido a Maria, Regina degli Apostoli e Madre dei sacerdoti, e tutti di cuore vi benedico.

Dal Vaticano, 27 giugno 2025

LEONE PP. XIV

Ci apprestiamo a celebrare il 10° anniversario dell'Enciclica Laudaro si sulla cura della Casa comune (24 maggio). E sta...
26/06/2025

Ci apprestiamo a celebrare il 10° anniversario dell'Enciclica Laudaro si sulla cura della Casa comune (24 maggio). E stata scritta per invitare l'umanità intera ad ascoltare «tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri»
(n. 49). L'appello è stato poi rinnovato con la Lettera Laudate Deum, visto che a questo grido non reagiamo abbastanza. Ormai «non si tratta più di una questione secondaria o ideologi-ca, ma di un dramma che ci danneggia tutti» (Laudate Deum, 3). Per la Giornata Mondiale del Creato 2024 il Papa ha rinnovato il suo appello invitando a pregare «perché ciascuno di noi ascolti con il cuore il grido della Terra e delle vittime dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici, impegnandosi in prima persona a custodire il mondo che abitiamo».
Come presbiteri siamo chiamati a rispondere a questi appelli anche come pastori, consapevoli che la cura del creato riguarda tutti ed è parte integrante dell'evangelizzazione.
Il grido della terra nel grido di un popolo
Il grido della Terra si amplifica e si può ascoltare in tutta la sua drammaticità nel grido dei poveri. E un pastore deve avere sempre più un cuore pronto ad ascoltare (cf 1 Re 3,9).
Ognuno, poi, reagisce in base al territorio in cui si trova, alle comunità nelle quali vive, alle necessità da dover fronteggiare.
Vivendo nella cosiddetta "Terra dei fuochi"' questo grido da molti anni è diventato assordante. Ricordo quando dapprima veniva emesso da qualche voce solitaria, ignorata o messa a tacere, quando le prime ripercussioni sulla natura - acqua che bolliva nei pozzi per l'irrigazione - riusciva a stupire tutti, ma non chi era chiamato a prendere provvedimenti per salvaguardare la salute dei cittadini; quando chi gridava veniva deriso e accusato di allarmismo, di fare del male al propria terra, di diffondere dati non verificabili?, di mandare in fallimento le aziende agricole; quando davanti all'aumento di malattie tumorali siamo stati accusati di avere stili di vita personali non corretti. E del 30 gennaio 2025 la sentenza della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo che condanna l'Italia perché non ha adottato misure adeguate per contrastare la gravissima situazione nella "Terra dei fuochi" mettendo a… CONTINUA SU
https://www.presbyteri.it/presbyteri-2_2025/

Di Don Alfonso Lettieri
Redazione Presbyteri

“Il creato trova una grande valorizzazione nella liturgia.Nel presente contributo si vuole prendere in esame la relazion...
20/06/2025

“Il creato trova una grande valorizzazione nella liturgia.
Nel presente contributo si vuole prendere in esame la relazione della liturgia, intesa come actio (e non come una serie di testi da proclamare), con i diversi elementi naturali che essa assume, sia attraverso un breve percorso storico - attraverso la proposta di alcuni testi - sia con uno sguardo al celebrare cristiano attuale”.

Le diverse azioni liturgiche accolgono molti elementi naturali, l'acqua, l'olio, il fuoco, la luce...che vengono assunti come mediazioni della vita soprannaturale.
Tali elementi, infatti, vengono trasfigurati dalla liturgia stessa, divenendo così epifania del Mistero della salvezza.

Liturgia e creato: breve excursus storico
Scrive Quinto Settimio Tertulliano, all'inizio del De Baptismo (1,1):
Benedetto sia il sacramento della nostra acqua, per mezzo della quale - cancellati i peccati dovuti alla precedente cecità - noi veniamo resi liberi per la vita eterna! [...] Ma noi pesciolini nasciamo nell'acqua in conformità al nostro Gesù Cristo e non siamo salvi in altro modo che rimanendo nell'acqua.
Tertulliano, tenendo conto dell'orizzonte della creazione, mette in luce come l'acqua possa santificare. Scrive:
Tutte le acque pertanto, in base all'antico privilegio delle origini, ricevono il misterioso potere di santificare in forza dell'invocazio-ne di Dio. Subito infatti giunge dai cieli uno spirito e rimanendo sulle acque le santifica con la sua presenza; essendo state in tal modo santificate esse assorbono il potere di santificare (4,4).
E ancora, in De baptismo 5, 5 si legge:
A qual scopo abbiamo riferito queste cose? Perché nessuno ritenga troppo difficile da credere che l'angelo santo di Dio è presente sulle acque che devono essere amministrate per la salvezza dell'uomo, giacché (anche) l'empio angelo del male è in assiduo rapporto con il medesimo elemento, ma per la… CONTINUA SU
https://www.presbyteri.it/presbyteri-2_2025/

Di Suor Elena Massimi FMA
Presidente dell’Associazione Professori di Liturgia

«Annuncio del Vangelo, pace, dignità umana, dialogo: sono queste le coordinate attraverso cui potrete essere Chiesa che ...
17/06/2025

«Annuncio del Vangelo, pace, dignità umana, dialogo: sono queste le coordinate attraverso cui potrete essere Chiesa che incarna il Vangelo ed è segno del Regno di Dio» (Papa Leone XIV).

Sono trascorsi dieci anni dalla pubblicazione della Laudato Si, in un lasso di tempo sufficiente ampio per soffermarsi a...
16/06/2025

Sono trascorsi dieci anni dalla pubblicazione della Laudato Si, in un lasso di tempo sufficiente ampio per soffermarsi a considerare l'influenza esercitata dalla prima enciclica sociale di papa Francesco. Il tema affrontato -la custodia del creato - non costituisce certo una novità nel magistero della Chiesa cattolica: Paolo VI ne parla nell'enciclica Octogesima adveniens del 1971 e più volte ritorna nel magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Anche a livello di Chiese locali sono numerosi i documenti pubblicati nel corso degli anni, accompagnati da approfondimenti su un piano teologico-biblico e da varie iniziative, anche con un taglio pastorale. In questo consolidato retroterra di riflessioni ed esperienze, che si è progressivamente arricchito, si inserisce l'apporto innovativo della Laudato Si. Innanzi tutto, emerge l'originalità dell'approccio adottato, che si esprime già a livello terminologico con l'utilizzo ad esempio della formula «la cura della casa comune» nel titolo del documento. Si coglie una diversa prospettiva per comprendere la custodia del creato, che si ripercuote inevitabilmente sul modo in cui si riflette su questo tema e sono pensate e realizzate le varie proposte pastorali e formative. Su questi aspetti si soffermerà l'articolo prima di prendere in esame quanto è stato realizzato nella Chiesa italiana.
Un nuovo paradigma: l'ecologia integrale
Nell'esortazione apostolica Evangelii gaudium del 2013 in un paragrafo dedicato alla necessaria conversione pastorale e missionaria a cui sono chiamate tutte le realtà ecclesiali, papa Francesco constata con grande realismo e una certa rassegnazione che «oggi i documenti non destano lo stesso interesse che in altre epoche, e sono rapidamente dimenticati» (EG, n. 25). Si può chiosare che i testi, anche quelli più validi, finiscono per lasciare una debole traccia, rimanendo sommersi nel flusso continuo di informazioni e novità che si ricevono di continuo e che, malgrado le migliori intenzioni, si rischia spesso di seguire in modo distratto.
Questa sorte non è però toccata alla Laudato si…
CONTINUA SU https://www.presbyteri.it/presbyteri-2_2025/

Di Padre Giuseppe Riggio sj
Direttore di Aggiornamenti Sociali

Indirizzo

Trento

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Presbyteri pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Presbyteri:

Condividi

Digitare