
10/07/2025
Nel nuovo numero di Questotrentino torniamo su una delle ferite più profonde del nostro territorio: la tragedia di Stava, di cui ricorrono i 40 anni.
Il nostro articolo di copertina rilegge quella vicenda come ciò che realmente fu: non un disastro naturale, ma un crimine industriale. Una catastrofe annunciata, generata da incuria, superficialità, pressapochismo. Dalla gestione della Prealpi Mineraria — affidata a gelatai improvvisatisi imprenditori — alle complicità silenziose della politica e delle istituzioni, incapaci o disinteressate a garantire sicurezza e legalità.
La frana uccise 268 persone e spazzò via un'intera valle. I responsabili? Alcuni tecnici condannati, nessun politico. Eppure era tutto documentato: autorizzazioni opache, controlli assenti, progetti inesistenti. Le vittime non furono solo gli abitanti della valle, ma anche la verità e la memoria.
A quarant’anni di distanza, mentre il ricordo si consuma in rituali e la tutela del territorio arretra, è doveroso interrogarsi su quanto abbiamo davvero imparato. La tragedia di Stava non fu un caso. Fu un sistema. E oggi quel sistema è davvero superato?