27/02/2025
Ritratti.
Giovanni Battista Moroni: Lo scultore Alessandro Vittoria. Olio su tela del 1552-53, cm 82.5 x 64.6, Kunstistorisches Museum, Vienna.
Alessandro Vittoria (Trento, 1525 – Venezia, 27 maggio 1608) è stato un famoso scultore italiano di scuola veneziana, e tra i maggiori interpreti della scultura manierista e veneziana del pieno Cinquecento, primato che gli fu riconosciuto anche da Giorgio Vasari nella seconda edizione delle "Vite" del 1568.
Vittoria appare in almeno tre ritratti e altrettante volte in busti di scultori che lo ebbero come modello durante la sua lunga vita, perché visse per 83 anni, raggiungendo quindi una bella età per quei tempi: oltre questa rappresentazione di quando aveva 27 anni fu ritratto nel 1580 anche da Paolo Veronese (dipinto al MET di New York) con due sculture, con la barba ancora scura ma i capelli corti e grigi e parecchio tempo appare in un dipinto del 1600-05 di Jacopo Palma il giovane, con una lunga barba grigia, magro e vecchio e sempre con una piccola opera scultorea nelle mani: anche questo suo ritratto si trova nel museo viennese.
Nell'opera di Moroni è visto davanti a uno sfondo neutro e in abiti da bottega, con le maniche tirate su, con il corpo di profilo ma la testa girata di trequarti verso la sua sinistra: ha lo sguardo attento diretto all'osservatore, la fronte alta, una folta e larga barba rossiccia e i capelli spettinati.
Moroni, che aveva conosciuto il Vittoria durante gli anni del Concilio di Trento, mette in contrasto il fondo neutro del dipinto con la lucentezza quasi setosa del tessuto scuro della casacca da lavoro, dalla quale emerge la camicia bianca profilata di un sottile ricamo rosso su polsino e colletto: tra le mani il Vittoria regge una piccola opera classica, forse un antico Ercole in gesso, opere delle quali era collezionista.
Alessandro nel 1543, dopo aver studiato scultura a Trento, era entrato nella bottega d'arte veneziana di Jacopo Sansovino con il quale collaborò ripetutamente, sia per il rinnovamento del Coro della basilica di San Marco che per le sculture della Libreria Marciana di 5 anni dopo, e lavorò, oltre che per le sue committenze private, anche con Andrea Palladio e Paolo Veronese nel 1560, quando realizzò gli stucchi della villa Barbaro a Maser, con il famoso Ninfeo, e a Villa Giustinian di Portobuffolé.
Aprì una fiorente bottega con numerosi aiutanti e allievi e iniziò a collezionare opere d'arte anche importanti, come il celebre Autoritratto allo specchio del Parmigianino (oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna), si sposò due volte, nel '51-'52 con una certa Paola che morì poco tempo dopo, e poi con Veronica Lazzarini, ma non ebbe figli.
Eseguì anche molti ritratti in stile medaglistico per Massimiliano d'Asburgo, Emanuele Filiberto di Savoia, per l'erede al trono di Spagna Filippo II ecc, e busti-ritratti in marmo o in terracotta bronzata o dorata: tra i più celebrati di questi vi sono il busto di Tommaso Contarini alla Madonna dell'Orto, il busto del Sansovino nell'oratorio del Seminario, di Tommaso Rangone al Museo Correr o di Benedetto Manzini alla Ca' d'Oro, e nel 1560 realizzò il monumento funebre ad Orazio Brancadoro nella Cattedrale di Fermo.
Alessandro fu anche tra gli artisti impiegati dal Sansovino per l’esecuzione dei due colossi in pietra d’Istria raffiguranti Marte e Nettuno per la scala dei Giganti nel Palazzo Ducale di Venezia, che furono scolpiti tra il 1554 e il 1567.
Fu autore di numerose statue di santi e di alcune delle più belle, come quella di San Sebastiano che considerava tra i suoi lavori migliori, eseguì delle versioni più piccole in bronzo; nel 1564 scolpì la figura del Cristo Risorto e quella di San Gerolamo per la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, in cui si vedono chiaramente le influenze di Michelangelo, ma lavorò anche, soprattutto per l'estero, a sculture diverse come un Cupido, un cavallo e altro.
Noto ormai per i suoi ritratti anche in Germania, Austria e Spagna dalle quali giungevano numerose commissioni, era molto richiesto per la progettazione e la realizzazione di monumenti funebri, ma Vittoria fu un prolifico artista soprattutto a Venezia, città che lasciò raramente e dove realizzò anche le facciate di Palazzo Mocenigo Casa Nuova e di Palazzo Balbi sul Canal Grande.
Nel 1583 eseguì per la ca****la privata della famiglia Fugger ad Augusta un rilievo in bronzo dell'Annunciazione (ora all'Art Institute of Chicago) la cui composizione, vivacemente dinamica, è fortemente influenzata dall'arte del contemporaneo Tiziano, e dello stesso anno è la scultura del Battista del Duomo di Treviso.
È sepolto nella chiesa di San Zaccaria, nella tomba da lui stesso progettata e realizzata, e che mostra al centro il suo busto, stavolta un autoritratto.