13/11/2025
RASSEGNA STAMPA
Grazie ad Alessandro Tenaglia per questa bella recensione del terzo romanzo breve di Michela Cervesato, "Canto ineffabile".
"Siamo al terzo romanzo breve di questa scrittrice di cui a questo punto è lecito dire che ha un’identità e uno stile, che potranno interessare più o meno, irritare più o meno, affascinare più o meno, ma che non si possono negare.
Narrazione in prima persona con tratti peculiari: l’io narrante non solo conduce il dipanarsi dei misteri della trama, ma si effonde in pensieri e annotazioni personali con sincerità ma senza nessuna concessione al “flusso di coscienza”. Questa peculiarità è in realtà molto rischiosa, perchè rischia di cadere nel tranello del poco verosimile (chi mai descrive con linguaggio sorvegliato le proprie azioni e le proprie sensazioni se non per estetizzarle? e la narrativa estetizzante non è forse menzognera e lontana dalla realtà?), ma nella prosa di Cervesato diventa tratto dominato da una naturalezza che per la prima volta puó far trovare un’accezione positiva al luogo comune “parla come un libro stampato”: l’io narrante, e così poi tutti i personaggi della narrazione, anche nei loro dialoghi, parlano così, per tratto espressivo autentico e non per posa.
Cultura umanistica che definire profonda è inadeguato, perchè qui si tratta di una cultura respirata come il proprio ossigeno speciale per la propria vita.
Contatto naturale e franco con le cose del mondo quotidiano, senza bisogno nè di intorbidare nè di edulcorare: la vita che viviamo tutti oggi in questo Paese nel quotidiano, semplicemente.
Un umorismo talmente lieve da passare inosservato, se non fosse per il sorprendersi a sorridere mentre si leggono certi passi.
Uno sguardo sul paesaggio, che adesso oltre che circostanziarsi nell’amato Veneto si allarga ad un’amata Roma e ad un amato Circeo, che vengono narrati senza idealizzazioni ma senza alcun tratto tipico, piuttosto in una loro quintessenza (e di quintessenza Cervesato parla ovunque…) che va a confrontarsi con la mitologia, che come sappiamo non è idealizzazione ma simbolizzazione del reale.
La musica: il luogo del miracolo, la sede della guarigione, la casa della pace… nel suo essere totalmente nell’aria, vibrante, dal cosmo all’atomo.
Nel recensire il secondo di questi 3 romanzi brevi mi auguravo che per il terzo Cervesato volesse dedicarsi a quella che mi sembrava essere la sua naturale evoluzione, e cioè un grande romanzo storico: mi sbagliavo, perchè questa scrittrice ha il respiro giusto in questa dimensione, tra il racconto lungo e il romanzo breve, perchè il suo volo è per orizzonti sereni nella leggerezza e senza allontanarsi troppo dal proprio mondo, che peraltro mostra di esser sconfinato grazie alla sua immaginazione.
A chi si rivolge una scrittrice cosí? Temo a pochi: pochi purtroppo hanno una cultura ampia in cui respirare, pochi sanno trarre piacere in ció che dia vero piacere, pochi sanno rinunciare agli eccessi e ai colpi bassi della comunicazione in cui siamo immersi per scuotersi dal quotidiano annichilimento. Nulla in queste pagine puó risuonare se non con chi sappia apprezzare un libro stampato, un libro che ha consapevolezza della storia, un libro che dialoga e respira con tanti altri libri".
Siamo al terzo romanzo breve di questa scrittrice di cui a questo punto è lecito dire che ha un’identità e uno stile, che potranno interessare più o meno, irritare più o meno, affascina…