
17/07/2025
In termini essenziali, "Show, Don't Tell" significa presentare le informazioni al lettore attraverso azioni, dialoghi, dettagli sensoriali e pensieri dei personaggi, piuttosto che dichiararle esplicitamente.
Invece di dire al lettore che un personaggio è triste, si mostra la sua tristezza attraverso le sue lacrime silenziose, le spalle curve, la voce tremante o il suo sguardo perso nel vuoto.
L'obiettivo è permettere al lettore di "vedere" e "sentire" la storia, di immergersi in essa e di trarre le proprie conclusioni, proprio come farebbe nella vita reale.
Questo approccio si contrappone al "telling", che consiste nel fornire al lettore informazioni in modo diretto e riassuntivo. Ad esempio, dire "Era una giornata fredda" è un "telling". Mostrare "Il fiato si condensava in piccole nuvole ad ogni respiro, e il vento gelido sferzava il viso, arrossando le guance" è un "showing".
La differenza è sottile ma potente: il "telling" informa, il "showing" fa vivere l'esperienza.
L'importanza di questa tecnica risiede nella sua capacità di creare un legame più profondo tra il lettore e la storia.
Quando un autore "mostra", invita il lettore a partecipare attivamente alla costruzione del significato, a interpretare gli indizi e a provare le emozioni insieme ai personaggi.
Questo non solo rende la lettura più dinamica e coinvolgente, ma aumenta anche la credibilità della narrazione e la memorabilità dei personaggi e degli eventi.
Lo "Show, Don't Tell" non è una regola ferrea da seguire ciecamente, ma una guida preziosa per arricchire la tua scrittura. Ci saranno momenti in cui il "telling" sarà necessario per la chiarezza o per accelerare il ritmo narrativo.