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IlPeperoncinoRosso Il Peperoncino Rosso - Voci fuori dal coro - Trinitapoli. Fondato nel 2000. Periodico di politica, cultura e notizie. Esce quando deve.

Il Peperoncino Rosso è un periodico gratuito di Trinitapoli BT, che si occupa di politica, cultura, ambiente, salute, inchieste, spettacolo e tutto quanto gira intorno alla città di Trinitapoli, la provincia di BAT (Barletta-Andria-Trani) e la puglia in genere. Con interviste, immagini, documenti storici e curiosità.

DONNE E MOTORI, GIOIE E DOLORIAbbiamo ricevuto molti messaggi da donne, ma anche da uomini,  sullo spettacolo di “sexy c...
02/07/2025

DONNE E MOTORI, GIOIE E DOLORI
Abbiamo ricevuto molti messaggi da donne, ma anche da uomini, sullo spettacolo di “sexy car wash” che ha avuto luogo a Trinitapoli e che è stato commentato, stigmatizzato, biasimato e ridicolizzato su social, televisioni e quotidiani. Vi proponiamo una riflessione che ci ha inviato la studentessa universitaria ROSA MAGLIO sull’argomento.
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Domenica 29 giugno in Viale Primo Maggio si è tenuto un evento promosso e patrocinato dal comune dal titolo “Ieri oggi e domani” e -cito testualmente- “Una serata mozzafiato, motori rombanti e un’atmosfera di entusiasmo e passione”. La passione per il machismo. Insomma, si mangia, si beve e si assiste ad un car wash per grandi e piccini.
Mi batto da anni nei collettivi transfemministi per sovvertire il sistema patriarcale e costruire un modello di società privo di sessismo, violenza e machismo, in cui l’educazione sessuale e affettiva, da promuovere nell’infanzia, è uno dei primi passi da compiere. Ora il problema che si pone, lasciando stare per un momento valutazioni morali ed estetiche di ogni sorta, è la presenza di bambini che hanno assistito a comportamenti triviali e oggettificanti compiuti da uomini adulti, sconosciuti o padri. Qui i più accaniti sostenitori del concetto di positivismo sessuale liberale e i più timidi vo**ur grideranno in coro BACCHETTONA, ma vi assicuro che non è proprio questo il caso perché l’analisi che va fatta non è sulla performance o sulla performer, che è semplicemente una donna che lavora, si esibisce come meglio crede e non ha alcuna responsabilità pedagogica. In un mondo intriso di cultura dello stupro, in cui dall’inizio di gennaio in Italia sono state uccise 30 donne, è necessario riconoscere il ruolo dell’educazione che gli uomini ricevono sin da bambini e la prima istituzione sociale e culturale da cui un bambino apprende cosa voglia dire e significhi essere e diventare un uomo è la famiglia. Dobbiamo interrogarci su più questioni: innanzitutto sul tipo di modello che stiamo trasmettendo alle nuove generazioni, che senza fare allarmismo, hanno subìto una regressione totale sui temi della violenza e sul ruolo delle donne nella società, sulla mascolinità, che sta assumendo sempre di più connotazioni animalesche, violente e sessualizzanti nei confronti delle donne; e poi sul ruolo dei padri nelle famiglie. I padri sono sempre esonerati dal ruolo di educatori ufficiali nella crescita del bambino: vengono completamente deresponsabilizzati dal ruolo di cura ed educazione, ma sono il principale modello su cui si fonderà il concetto d’amore e di identità del figlio. Alla notizia di uno stupro o di un femminicidio avete mai sentito il commento “E’ colpa del padre che non gli ha insegnato il rispetto”? No, è sempre colpa delle madri e della loro incapacità di tirar su un uomo. In questo enorme gap che si crea tra i vari messaggi contrastanti, veicolati dalle istituzioni preposte all’educare come la famiglia, la scuola e perché no, anche la parrocchia nei piccoli centri come il nostro, vengono fuori abomini di ogni sorta, perché l’unico accesso alle informazioni riguardanti la sessualità e l’affettività arrivano dal mondo della pornografia: un mondo fatto di inquadrature mirate solo sui volti delle donne che subiscono il sesso, in cui non viene mai espresso il consenso e in cui esistono categorie come “rape”. Demandando di generazione in generazione l’educazione dei figli maschi, si è creato il fenomeno sistemico della violenza di genere. Molti mi diranno “Ma che esagerazione! Quelli che commettono efferati femminicidi sono mostri, mosche bianche, semplici matti. Dal dire “bel c**o ad una ragazza abbassando il finestrino, al commettere un omicidio o uno stupro ce ne passa”, e invece no perché la strada dell’uomo violento è fatta di numerosi step, uhhhh come è lunga! Si comincia sin da bambini con la visione di comportamenti reiterati di mascolinità tossica, gli stereotipi, le battute sessiste, fino alle molestie non percepite dagli stessi come tali, e poi una palpatina qua, una diffusione di contenuti intimi senza consenso la, un pizzico di mentalità INCEL ( acronimo di Involuntary Celibate, celibi involontari) che fa sempre comodo, e infine, dopo tanto sudore nel salire i gradini di questa scala in discesa, eccolo pronto: l’uomo violento.
Bene, dopo questa premessa, è arrivato il momento di analizzare il tessuto sociale che attraversiamo e costituiamo, volenti o nolenti, ogni giorno nella nostra città. L’abbandono più totale da parte delle istituzioni preposte all’educazione, alla cultura e alla cura del cittadino, hanno portato ad una situazione di degrado assoluto, nella quale accade che in una tiepida serata estiva si svolga une bella mostra di auto e moto d’epoca e che ad unire “appassionati e famiglie in un momento di condivisione e divertimento”, arrivi la famigerata esibizione.
Studio cinema, e l’analisi tecnica ed estetica dell’immagine è per me una componente fondamentale per leggere la realtà. Se dovessi quindi fare un’analisi competente sarebbe: esterno notte, campo medio, uomini sostenitori del modello di famiglia tradizionale, percuotitori di petti durante le funzioni religiose, padri, mariti e figli (come noi siamo “prima di tutto madri, mogli e figlie”) ,mettono in scena un grottesco cabaret, in cui senza troppe remore e con la maestria che si acquisisce solo dopo anni di duro impegno nell’ambito della sessualizzazione del corpo femminile, si strofinano, si stropicciano e infine si accasciano ormai sfiniti su un fondoschiena. Ci colgo anche qualche omaggio a Salò e alle 120 giornate di Sodoma, ma questa è solo una mia suggestione confermata dall’invito alla partecipazione dalla pagina social del comune di Trinitapoli che ci descrive l’evento “all’insegna della passione e della tradizione”. Certe tradizioni sono dure a morire, ma si sa, se ce la passione c’è tutto! Ora come ora, trovandomi a tracciare la conclusione di questa riflessione mi sorge con orrore un’incombenza: quella di essermi attirata delle antipatie scrivendovi queste righe. E che fatica sarà, signore mie, subire l’onta del disprezzo che riceverò dopo aver scritto queste mie parole, colpevole di aver puntato il dito del giudizio per la prima volta contro l’uomo: la creatura perfetta, la creatura istintiva, quella che non deve chiedere mai, che possiede i figli e li nomina per sangue ma che è un personaggio secondario nella loro formazione. Voglio cercare di rimediare, fare la sottomes… anzi no, la brava come dite voi, e dire a chi si sentirà toccato: se non eravate lì non avete colpa, ma se le mie parole vi offendono non siete assolti.

28/06/2025
27/06/2025

La relazione della Corte sul decreto sicurezza nel merito e nel metodo, rischi di incostituzionalità

27/06/2025

"Combattiamo contro tre giganti, mio caro Sancho:
L'ingiustizia, la paura e l'ignoranza.”

Miguel de Cervantes
Don Chisciotte della Mancia

24/06/2025

Il deputato di Avs Angelo Bonelli si è alzato in piedi alla Camera e ha rivolto alla Presidente del Consiglio Meloni uno di quei discorsi che non finirà sui telegiornali ma che dovrebbe essere fatto ascoltare nelle scuole.

Poche, semplici, domande che hanno messo a n**o tutta l’insopportabile ipocrisia di Meloni e del suo governo.

"Signora presidente,

Lei dove schiera il nostro Paese? Oggi Trump e Netanyahu dettano legge, e voi l'avete consentito.

E ancora: la prego, signora Presidente, io non capisco. Glielo chiedo con molta convinzione e passione: lei perché non riesce a pronunciare la parola ‘condanna' di fronte all'infamia di Gaza?

Duecento persone, pochi giorni fa, sono state uccise dalle mitragliatrici dell'esercito israeliano mentre erano in fila.
Signora presidente, si può morire per un pugno di riso?
Si può morire per un pugno di farina?

Signora presidente, perché non riesce a condannare? Perché non ce la fa?

Netanyahu è un criminale, tutti lo sanno. Uccidere bambini che chiedono cibo, radere al suolo ospedali lo qualifica come un criminale.

Sentire oggi il ministro Tajani dire che le sanzioni a Israele sono una proposta ‘velleitaria' è inaccettabile. Io trovo incredibile avere un ministro degli Esteri che possa fare una dichiarazione simile.

Lei ha detto poco fa che al Consiglio europeo verrà approvato il 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e noi siamo d'accordo perché chi viola i diritti umani deve essere sanzionato.

Ma allora, secondo lei, a Gaza sono stati violati i diritti umani? È stato violato il diritto internazionale?

E a tutti coloro che oggi in quest'aula applaudono le bombe in Iran, vi siete dimenticati cos'è diventato l'Afghanistan? Avete dimenticato la Libia? Avete dimenticato l'Iraq? Avete dimenticato la Siria? Avete consentito all'Isis e all'odio di crescere.

Presidente Meloni, le rivolgo tre domande semplici.

La prima: perché il doppio standard tra Israele e la Russia? Perché non vuole sanzionare Israele o rivedere gli accordi?

La seconda: ritiene che a Gaza siano stati violati il diritto internazionale e commessi crimini contro l’umanità? Sì o no?

La terza: dove prenderà i soldi per finanziare il 5% di spesa militare e perché non ha fatto come la Spagna, fermandosi al 2%?”.

Domande che non hanno avuto una risposta. E che non l’avranno mai.

Ma che anche per questo andavano fatte.

Grazie.

22/06/2025

COMUNICATO STAMPA DEL GIURISTA UGO MATTEI.
AVVISO DEI GIURISTI ALLA CITTADINANZA ITALIANA.
I sottoscritti giuristi italiani, internazionalisti, privatisti e pubblicisti, in riferimento alla dichiarazione della Presidente del Consiglio riguardo al possibile 'prestito' di basi italiane agli Stati Uniti nel caso di un coinvolgimento americano nella guerra, osservano:
a) l’attacco israeliano all'Iran integra, con ogni probabilità, un uso della forza armata internazionalmente illecito, dal momento che quest’ultima è consentita solo dinanzi a un attacco armato, e non certo per prevenire la preparazione (fra l'altro, indimostrata) di bombe nucleari da parte di uno Stato;
b) un eventuale intervento statunitense in appoggio a Israele si configurerebbe, dunque, come una forma di complicità, anch’essa internazionalmente illecita, nell’azione militare israeliana;
c) ogni supporto fornito a un tale intervento si tradurrebbe altresì, da parte italiana, in una gravissima violazione dell’art. 11 della Costituzione, che, ripudiando la guerra “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, vieta qualsiasi ricorso alla forza in contrasto col diritto internazionale, ivi compresa ogni forma di compartecipazione a simili azioni;
d) la suddetta violazione si verificherebbe anche se l’attacco israeliano fosse ritenuto, a differenza di quanto crediamo, un semplice episodio di una guerra più ampia, fra Israele e Iran, dal momento che l’art. 11 impedirebbe, anche in quest’eventualità, qualsiasi forma di coinvolgimento da parte italiana. Le azioni cui il Governo italiano si dichiara disponibile, in una fase delicatissima in cui un Intervento degli Stati Uniti potrebbe generare una escalation nucleare senza precedenti, confermano la sua insipienza giuridica e il suo spregio per la legalità internazionale e costituzionale, già resi evidenti dalla sua oggettiva complicità nei crimini di massa in corso sul Territorio palestinese occupato.
In questo momento storico sarebbe al contrario indispensabile recuperare il rispetto dei principi che hanno dettato la nostra costituzione e le carte internazionali nate dalla sconfitta del nazifascismo, e formare a livello internazionale un fronte non allineato, lontano dagli estremismi di Washington e Bruxelles e del sionismo internazionale.
Pasquale De Sena, Nerina Boschiero, Ugo Mattei, Barbara Spinelli, Luigi Daniele, Veronica Dini, Alberto Lucarelli, Lucilla Gatt, Gianluca Vitale, Maria Rosaria Marella, Michele Carducci, Alessandra Quarta, Luca Nivarra, Luigi Paccione, Alessandro Somma, Fulvio Rossi Albertini, Fabio Marcelli, Claudio Giangiacomo, Luca Saltalamacchia, Carlo Iannello, Paolo Cappellini, Ugo Giannangeli, Fausto Gianelli, Domenico Gallo, Arturo Salerni, Cesare Amtetomaso

Nella foto la prima traversa all'imbocco di via XX  Settembre, "Abbasc o fennàun". i cittadini del quartiere protestano ...
22/06/2025

Nella foto la prima traversa all'imbocco di via XX Settembre, "Abbasc o fennàun". i cittadini del quartiere protestano perchè è una strada che i visitatori della Madonna di Loreto o i turisti diretti verso il Parco degli Ipogei incrociano ogni giorno, ridotta ormai a un "cacatoio pubblico". Qualcuno ha anche trovato "finalmente" il coraggio di farlo"gentilmente" notare agli operai ecologici, ricevendo una risposta di questo tipo."non tocca a noi ma a quelli di domani". Quale domani? Come diceva il poeta"del domàn non v'è certezza", soprattutto a Trinitapoli!

18/06/2025

Sabato 21 giugno anche EMERGENCY parteciperà alla manifestazione nazionale “No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo” di Roma, promossa da oltre 300 reti, organizzazioni sociali, sindacali, politiche nazionali e locali.

Porteremo l’appello “ORA!” firmato da 250.000 persone che hanno chiesto con noi al governo italiano di intervenire contro il massacro a Gaza.

Il governo può e deve sospendere la cooperazione militare con Israele: è l’unica strada per non essere considerati complici delle azioni del governo israeliano.

La situazione a Gaza è sotto gli occhi tutti, come testimoniano direttamente i nostri operatori presenti nella Striscia: oltre alle bombe, non c’è certezza di poter mangiare, bere, lavarsi. Si spara impunemente sulla folla inerme che chiede solo di ricevere cibo e aiuti indispensabili alla sopravvivenza.

A Gaza ogni aspetto della vita quotidiana è stato distrutto e stravolto per la popolazione civile così come è stato stravolto il diritto internazionale umanitario.

Ma la violenza si sta estendendo oltre Gaza, con l’attacco all’Iran e il rischio di allargare il conflitto su scala mondiale.

Serve intervenire ora!

Basta armi, basta guerra, basta vittime.

Indirizzo

Via Staffa, 4
Trinitapoli
76015

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