Marco dixit

Marco dixit Divulgatore - Quando parli, non farlo a sproposito!

15/12/2025

In tabaccheria, una signora compra tre Gratta e Vinci e dice: “Mi raccomando, mi dia quelli vincenti!”
Dietro di lei, in fila, penso a una parola che usiamo ogni giorno: forse.

Forse è l’avverbio dell’incertezza, del dubbio, della possibilità. Viene dal latino forsit, composto da fors (“sorte”) e sit (“che sia”).

Letteralmente: “che sia il destino”.
Ogni volta che diciamo forse, stiamo lasciando che il caso decida per noi: in qualche modo è liberatorio!.
Una parola semplice, ma con dentro tutto il peso – e la leggerezza – delle possibilità.
E la signora? Ha vinto?
Forse.

10/12/2025

Impariamo o riscopriamo una parola che porta con sé l’idea di qualcosa da respingere. Può indicare disonore, menzogna, discriminazioni… ma anche ciò che è così brutto da ferire il senso estetico.

La parola è obbrobrio!

Deriva dal latino opprobrĭum, “oltraggio”, derivato di probrum, “rimprovero, azione vergognosa”.

Lo Zingarelli la annovera tra le parole da salvare, e io sono d’accordo: certe parole, ancorché piuttosto forti, servono a dire le cose come stanno.

La conoscevi?

05/12/2025

Perché si dice “tergiversare”?
Usiamo tergiversare quando qualcuno temporeggia, elude una risposta, sfugge a una decisione.

Ma l’origine della parola è molto più concreta.
Tergiversare viene dal latino tergiversāri, composto da tergum (“schiena, sp***e”) e versāre (“voltare”). Letteralmente: voltare le sp***e.

Chi tergiversa non affronta il problema, ma ci gira intorno o si allontana, proprio come chi si volta dall’altra parte.

Una parola precisa, elegante dall’origine curiosa e assai concreta.

La usi spesso anche tu?

03/12/2025

È più buono il panettone o il pandoro?

Un dibattito infinito… ma forse un esempio perfetto di batracomiomachia.

La parola viene dal greco batrakos (rana), mys (topo) e machē (battaglia).

È il titolo di un poemetto attribuito (forse ironicamente) a Omero, che racconta la guerra tra rane e topi.

Un conflitto assurdo e buffo, risolto in un giorno grazie all’intervento di Zeus e dei granchi.

Per antonomasia, batracomiomachia è diventata la metafora di ogni lite inutile, sproporzionata, su questioni futili.

Quindi prima di litigare per il dolce natalizio più buono, pensa alle rane, ai topi… e ai granchi.
(E comunque vince il panettone.)

01/12/2025

Quiz delle parole difficili, rare o desuete: metti alla prova il tuo vocabolario!

28/11/2025

Coi sinonimi siamo fantasiosi: tra p***e, marroni, scatole, biglie, noci, corbelli, zebedei, troviamo sempre un modo alternativo per chiamare i testicoli… Anche se la parola testicolo, in sé, è piuttosto interessante.

Viene dal latino testiculus, il diminutivo di te**is, che propriamente significa “testimone”. Quindi i testicoli, etimologicamente, sarebbero dei… piccoli testimoni. Testimoni della virilità stessa, o semplicemente dell’atto sessuale.

Ma se sono davvero dei “testimoni”, allora ascoltarli è il minimo.
I tumori che colpiscono l’apparato genitale maschile esistono, ma gli uomini, in media, sono meno attenti a sottoporsi agli esami raccomandati.
Autopalpazione regolare, attenzione ai cambiamenti, e soprattutto nessun imbarazzo: la prevenzione è la sola cosa che conta davvero.
Vai sul sito prevenzionemaschile.airc.it per sapere come fare l’autopalpazione e quali sono i controlli consigliati in base all’età.
it

26/11/2025

Le parole nuove non nascono per caso: descrivono, nel bene o nel male, quello che succede attorno a noi.
Una di queste indica l’abitudine di premiare amici, conoscenti e sostenitori invece del merito: una pratica più diffusa di quanto vorremmo.

La parola è amichettismo, entrata a buon diritto nello Zingarelli 2026.

In fondo il compito del dizionario è anche questo: registrare come la lingua si adatta agli usi, ai costumi e… ai malcostumi. Una parola alla volta.
Tu l’avevi già sentita?

24/11/2025

Sai perché questo piccolo elettrodomestico si chiama così?
Perché proprio Minipimer?

21/11/2025

Per anni ci hanno detto che scancellare è sbagliato. Ma lo è davvero?
In realtà scancellare è un verbo perfettamente corretto, quella “s” iniziale ha valore rafforzativo, similmente a quanto accade nelle coppie ba***re / sba***re, vuotare / svuotare, gocciolare / sgocciolare.

Un meccanismo linguistico comune e regolare in italiano. Certo, cancellare è più diffuso e considerato neutro, anche perché a scuola il verbo scancellare ci è stato sconsigliato -se non segnato come erroraccio- per anni.

Usarlo o no… sta a te... Ma dal punto di vista grammaticale e storico, non c’è nulla di scorretto.

Tu scancelli o scancelli?

19/11/2025

Un sasso usato come fermaporte è sufficiente per essere accusati di ostentare ricchezza, anzi... opulenza! A proposito, da dove viene questa parola?

La vignetta da cui partiamo con il nostro racconto è tratta dalla storia “Zio Paperone, Paperino... alla ricerca del sasso perfetto”, da n. 3652.

17/11/2025

Questa mattina, dopo aver pagato esattamente 2 euro e 10 in monetine per il pane, la fornaia mi ha guardato e ha detto: “Oh, che bravo!”
Ed è lì che ho pensato a una parola splendida e quasi dimenticata, perfetta per certi momenti: ìnclito.
Inclito è un aggettivo di registro elevato, oggi raro, che significa nobile, illustre, glorioso.
Deriva dal latino inclĭtus, “celebre, famoso, degno di lode”.
Un tempo si usava per onorare sovrani, uomini illustri, famiglie nobili: l’inclito poeta, l’inclito re, l’inclita casata.
Oggi può essere usato anche in tono ironico o affettuosamente altisonante:
– Accogliete gli ìncliti ospiti!
– L’inclito collega ha portato i cornetti.
Una parola che suona antica, ma ancora adatta per aggiungere un tocco di solennità... e magari di ironia.

E tu? Conoscevi già questa parola?

Come si dice “soldi” nel tuo dialetto?Continua il nostro giochino per tenere vive le parlate regionali, i dialetti e tut...
14/11/2025

Come si dice “soldi” nel tuo dialetto?
Continua il nostro giochino per tenere vive le parlate regionali, i dialetti e tutte le peculiarità linguistiche locali!

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Turin

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