03/07/2025
Il nuovo Accordo NATO 2025 stabilisce che le spese militari aumentino dal 2% al 5% del PIL, come richiesto (preteso) da Trump. Il 5% è diviso in due: il 3,5% per spese militari “pure” (truppe, armamenti, munizioni, missioni internazionali, ecc.), e l’1,5% per spese per la sicurezza (reti di telecomunicazione terrestri e satellitari, infrastrutture strategiche: ferrovie, strade, ponti, porti e aeroporti, ecc.). Dal punto di vista finanziario, la vera sfida riguarda il raggiungimento dell’obiettivo del 3,5% in spese militari “pure”, il chè significa sostenere, nel decennio 2025/2035, una spesa totale per esse di circa 700 miliardi di euro, 223 miliardi circa in più di quella che si sarebbe sostenuta con l’Accordo NATO precedente del 2% del PIL. Si tratta, tanto per avere un ordine di grandezza, della percentuale del PIL destinato a tutti i livelli di istruzione (prescolastica, primaria, secondaria e terziaria). Da dove arriveranno dunque questi soldi? La domanda è lecita considerato che, in economia, i miracoli non sono possibili, chiunque governi
Il nuovo Accordo NATO 2025 stabilisce che le spese militari aumentino dal 2% al 5% del PIL, come richiesto (preteso) da Trump. Il 5% è diviso in due: il 3,5% per spese militari “pure” (truppe, armamenti, munizioni, missioni...