21/11/2025
L’intelligenza artificiale non si limita più a suggerire contenuti o prodotti: ora tenta persino di riscrivere il rapporto con la memoria e con la morte.
L’“aldilà sintetico” diventa un mercato: avatar che parlano con la voce dei defunti, ricostruiti da messaggi, foto e tracce digitali. È ancora un ricordo, o è una simulazione che rischia di sostituire la realtà?
Mentre ci interroghiamo su questi limiti, il mondo continua a restringere il perimetro della libertà digitale. Internet è sempre meno libera: da quindici anni la situazione peggiora, tra blocchi, repressioni e sorveglianza. In alcuni Paesi navigare significa esporsi a rischi concreti. L’idea di una rete aperta, globale, uguale per tutti è ormai un’eccezione.
Eppure l’IA, quando non viene usata per imitare la vita o controllare l’informazione, cambia il modo in cui consumiamo. Negli Stati Uniti una quota crescente di giovani affida le proprie decisioni d’acquisto ai suggerimenti dell’IA generativa. Gli “AI-influencer” sono considerati più affidabili di quelli umani: niente emozioni, niente sponsor, solo calcolo. O almeno questa è la percezione.
Tra aldilà digitale, libertà che si restringono e consumi guidati dagli algoritmi, l’IA non è più un tema tecnologico: è una questione culturale, sociale, democratica che riguarda tutti.
Un'altra puntata ricca di spunti interessanti per Media e dintorni di Radio Radicale, da ascoltare qui www.radioradicale.it/scheda/774585/media-e-dintorni