03/12/2025
“La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui” (1Gv 3,1b): sulla volontà di non conoscenza di Gesù da parte del mondo ***
Un riferimento alla volontà di conoscenza di Gesù - da parte del mondo - non sembra poter essere trasceso nell’interpretazione di queste parole di Giovanni. Il mondo, a livello di principio, è quasi sempre stato, per Giovanni, una categoria antitetica al Vangelo. Qui il mondo viene considerato secondo l’eziologia della sua conoscenza delle cose e delle persone, ossia da una prospettiva della causalità: perché il mondo conosce questo e non conosce quello? Da questo fondamento eziologico generale – e si legga il Vangelo di Giovanni per capire cosa interessi “al mondo” e cosa no - si comprende il concetto particolare di eziologia di “questa specifica conoscenza”, cioè quella che il mondo ha di Gesù, una conoscenza “negativa”, avente cioè l’esito di una insufficienza di elementi. Questa “non” conoscenza di Gesù non deriva, tuttavia, da una mancata informazione ricevuta dal mondo su Gesù, ma piuttosto, fa intendere Giovanni, da una mancata volontà di conoscenza: è la volontà, quindi, e non l’assenza informativa, il fondamento causale della non conoscenza che il mondo ha di Gesù. Qui Giovanni relaziona se stesso e tutti i discepoli di Gesù a Gesù stesso in questo contesto di mancata volontà di conoscenza da parte del mondo (Gesù, nella sua vita pubblica, l’ha espresso similmente, dicendo ai suoi discepoli che il mondo ama ciò che è suo e che se essi fossero stati del mondo, il mondo li avrebbe amati). Si tratta, quindi, da parte del mondo, di un “non voler” conoscere Gesù, non di un “non poterlo” conoscere. E il mondo cui accenna Giovanni – che su questo aspetto non è dissimile dal mondo contemporaneo – “non vuole” conoscere Gesù e con lui, per relazione conseguente, nemmeno i suoi discepoli, cioè i cristiani. Subito dopo, Giovanni esplicita che chi ha conosciuto Gesù si purifica, poiché Gesù è puro (cf. 1Gv 3,3). Questa purificazione in Cristo non è tipica del mondo, proprio per la medesima eziologia di volontà: se il mondo conoscesse colui che “non vuole” conoscere, cioè Gesù, e con lui i suoi testimoni, allora si purificherebbe da tutto ciò che lo distanzia drammaticamente dall’uno e dagli altri, per non rimanere escluso dall’ordine della salvezza. In questo senso la prima lettera di Giovanni accentua sia questa antitesi tra mondo e Cristo, sia il concetto di volontà come fondamento di ogni non conoscenza che il mondo ha di Cristo stesso come Verità che si è resa sensibile (cf. 1Gv 1,1-2). Tutto questo deve spronarci a non cercare mai nella categoria di mondo un’eredità di conoscenza che il mondo stesso non ci potrà mai dare, cioè quella di Cristo. È Cristo stesso, nella sua parola, a donarci le ragioni per conoscerlo e amarlo, rinunciando al mondo per tendere totalmente verso il suo regno eterno. La testimonianza di Cristo, ciò nonostante, non si arena dinanzi alla volontà negativa del mondo rispetto ad essa. Gesù ci ha detto, infatti, che chi persevererà sino alla fine sarà salvato: ciò vale anche per la testimonianza di lui in questo mondo che – fondamentalmente – non lo vuole conoscere. Amen
*** Francesco G. Silletta