Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam Casa editrice e libreria cattolica a Torino:
pubblicazione e distribuzione nazionale libri cattolici

Pubblichiamo riviste e periodici ad argomentazione religiosa, testi e opere d'ingegno letterario, organizziamo incontri di preghiera e convegni su tematiche attinenti le Sacre Scritture, la preghiera e la comunione ecclesiale, redigiamo libri, pubblicazioni e articoli giornalistici, saggi ad argomentazione cristiana con particolare riferimento alla teologia mariana

3° giorno Novena a Maria Valtorta (morta il 12 ottobre 1961) - Il testo inedito del Ciprel Torino ***Introduzione: “Non ...
05/10/2025

3° giorno Novena a Maria Valtorta (morta il 12 ottobre 1961) - Il testo inedito del Ciprel Torino ***

Introduzione: “Non è perché vi ho chiamati che sarete santi. È per il modo in cui sarete divenuti dopo la mia chiamata” (L’Evangelo, CEV, Volume 6, Capitolo 366, n. 3, 22 gennaio 1946)

La preghiera:
Per la tua fede in Gesù Signore, che per quanto da te contemplato nelle rivelazioni che ci hai testimoniato, hai dovuto con maggior sforzo tener vivo nello spirito nei suoi allontanamenti da te, ti invochiamo, Maria, affinché nella pazienza che tu ci hai insegnato, diveniamo buoni, “imparando ad essere come i fiori, che non fanno male a nessuno, ma anzi a tutti danno profumo” (Ivi, Vol. 6, Cap. 396, n. 5). La bontà è ciò che domandiamo per noi e per tutti i nostri fratelli con questa preghiera, secondo la tua intercessione, come chi non possedendo una cosa, o possedendola solo in parte, si impegna con umiltà affinché essa divenga totalmente sua e da essa non si separi più. Esser buoni autenticamente è ciò che ora desideriamo, poiché “non c’è nessun altro metodo, per conoscere il vero, che quello che viene da Dio” (Ivi, Vol. 1, Cap. 9, n. 10), e da Dio viene tutto ciò che è buono, poiché Bontà egli stesso. Aiutaci dunque tu, in questo nostro proposito, affinché per tuo mezzo troviamo l’aiuto di Dio, affinché sebbene peccatori, purifichi i nostri cuori e ci conceda quella bontà “che solo la perfettissima bontà del Padre di ogni amore può concedere ai suoi figli” (Cf. Ivi, Vol. 6, Cap. 397, n. 1). Ascolti il Signore questa nostra preghiera, Maria, che ti supplichiamo di scrivere nel Cielo con non minor tensione di quella da te profusa nella scrittura di tante rivelazioni che Gesù ha dato a noi, per tuo mezzo. Poniti vicina a noi, in questo momento, nel quale domandiamo a Dio il dono di una bontà speciale, una bontà per cui diveniamo come “un vaso che si lascia muovere” e “stiamo nella pace e nella unione con Gesù, per conoscerlo e difenderlo con te” (cf. Quaderni dal 1945 al 1950, CIV, Cap. 570, 2 giugno 1946). Amen

*** © Francesco G. Silletta - CIPREL – Centro Internazionale di Preghiera Laicale – Ispirato agli scritti di Maria Valtorta - Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam - Piazza del Monastero, 3 – Torino - Tel. 3405892741

“Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidam...
05/10/2025

“Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita” (Sal 138,23-24). Amen

Se il Figlio prega il Padre - Quando e come Gesù pregava, e quando e come lo fa in noi… ***Nei Vangeli sono frequenti i ...
05/10/2025

Se il Figlio prega il Padre - Quando e come Gesù pregava, e quando e come lo fa in noi… ***

Nei Vangeli sono frequenti i rimandi a Gesù evocato nell’atto della preghiera, pur tuttavia è la ragione teologica, ossia lo spirito intrinseco a quei racconti, piuttosto che non la semplice lettura di essi, a poterci – e ancora in modo parziale – dare un’idea dei momenti particolari in cui Gesù si raccoglieva in preghiera e soprattutto della natura stessa di questa preghiera. La pura lettura dei Vangeli, secondo la lettera del testo, non è in tal senso sufficiente a farci comprendere il valore della preghiera intrinseco all’esperienza umana di Gesù. È necessario immedesimarsi con lo spirito nell’evento stesso del “Gesù orante”, seguendo in questo la luce ermeneutica dello Spirito Santo, che trascende la lettera evangelica e ci immerge – fin dove ce lo consente – nell’in sé dell’esperienza umana di Gesù. Pensare a Gesù come a colui che “pregava sempre”, è in tal senso un’affermazione sin troppo generica, che rischia di banalizzare la qualità, il metodo e la singolarità della preghiera di Gesù. Nella nostra esistenza spirituale, ad esempio, esistono preghiere rituali, conformi all’esigenza comunitaria, come quelle che si recitano nelle celebrazioni eucaristiche. Ivi più o meno tutti parliamo lo stesso linguaggio dinanzi a Dio e nel medesimo, prestabilito, momento. Vi sono tuttavia altre preghiere che costituiscono la nostra esperienza di cristiani e che, pur avendo una natura extra-eucaristica, hanno tuttavia ancora un linguaggio comune a quello degli altri nel rivolgersi a Dio: così è, ad esempio, del Santo Rosario e degli stessi Salmi, come di molte altre preghiere che tutti conosciamo. Ciò nonostante, la nostra preghiera non si esaurisce – o almeno non dovrebbe esaurirsi – in quelle orazioni comuni per linguaggio e metodo che, sebbene ognuno di noi sia diverso nel recitarle, ci accomunano tutti davanti a Dio. Esistono, infatti, anche le preghiere del cuore, il cui linguaggio è intimissimo a noi stessi e che solo Dio intende e che per questo ama in modo speciale. Fatte queste premesse, tratte dalla nostra esperienza comune, possiamo risalire – con prudenza e come “a tentoni” – all’esperienza oratoria di Gesù. Anche Gesù, infatti, nonostante la distanza di tempo e di cultura rispetto a noi, ha conosciuto dei momenti di preghiera di natura anzitutto “assembleare”, come quelli condivisi nelle sinagoghe in cui predicava o al Tempio stesso di Gerusalemme. E come noi oggi, anch’egli allora, ha conosciuto altre realtà di preghiera che, pur non recitate in ambienti comunitari, presentavano ciò nonostante un linguaggio comune e identico a quello degli altri fratelli, come nel caso delle grandi preghiere dell’Israele antico. Ciò nonostante, esattamente come accade a noi oggi, Gesù non si è fermato unicamente a questi due ordini di preghiera sopraccitati, quando pregava. I Vangeli, tutte le volte che ci evocano Gesù in preghiera, quasi mai intendono quei tipi suddetti di preghiera: piuttosto, essi ci pongono alla coscienza l’intimità di preghiera di Gesù con il Padre, secondo un linguaggio non comunitario né, forse, comunicabile, intimo e proprio di Gesù e non condizionato da mediazioni linguistiche o letterarie di sorta. Questa preghiera di cui parlano i Vangeli, è la comunione del Figlio con il Padre, è la Parola che traduce il Pensiero eterno, è la Verità che contempla se stessa e si ama in questa contemplazione. Chi prega, nell’uomo Gesù, è comunque sempre il Figlio di Dio, sebbene in una forma umana: il trasporto che Gesù sperimenta, nel suo “umano” pregare, è quindi sempre un trasporto da Dio a Dio, nell’unità perfetta dello Spirito Santo. Su queste basi teologiche – che sono solo misere asserzioni rispetto a un ineffabile mistero – si può intuire l’elevatezza, la qualità e la stessa altissima tensione spirituale che Gesù sperimentava nella sua preghiera terrena; egli - disceso dal Cielo per la nostra salvezza - è come se ogni volta che pregasse “ascendesse” nuovamente al Cielo, nella perfetta integrità trinitaria. Ciò può spiegare quanta forza mistica e spirituale possiedano quei passi evangeli in cui – con estrema sintesi letteraria e teologica – viene detto che “Gesù pregava”, come ad esempio prima dell’elezione apostolica. Pregando, Gesù entra nell’intimo paterno come Figlio da lui generato eternamente e ne sviscera il più intimo Pensiero comunicandolo, nell’Amore, con la sua Parola. Non esiste sublimità spirituale maggiore di questa e, nella nostra esperienza umana di preghiera, il vertice massimale si raggiunge proprio quando si riesce a stabilire – con un profondo distaccamento dalle cose terrene – una partecipazione a quest’intimità di Gesù con il Padre, per mezzo della quale ogni umano linguaggio viene assorbito dallo stesso linguaggio di Dio. Nessuno di noi, da se stesso – nemmeno la più estatica delle persone – può raggiungere queste vette spirituali se non è Gesù stesso che, “discendendo” nell’anima, la fa con lui “ascendere” al Padre: è uscendo da se stessi – “per Cristo nostro Signore” – che ci si ritrova uniti al Padre, che si “entra” davvero in comunione con lui e quindi si vive l’esperienza di grazia. Questo processo diviene tanto più semplice quanto più ci si distanzia dal mondo e ci si unisce, nella preghiera, a Gesù. Con questo fine raggiunto, è Gesù stesso che opera in noi i prodigi della sua mediazione presso il Padre, compiendo in noi la parola evangelica del “Noi verremo a lui”. Si sale con la preghiera a Dio, infatti, quanto più Dio stesso si china nel suo Figlio per venirci a prendere e condurci a sé, nella sua intimità d’Amore, da cui nessuno mai può separarci, se non la nostra stessa volontà. Amen.

*** © Francesco G. Silletta

“Non faccio distinzione e calcolo mai, quando mi curvo pietoso su una miseria umana” (M. Valtorta, L’Evangelo come mi è ...
04/10/2025

“Non faccio distinzione e calcolo mai, quando mi curvo pietoso su una miseria umana” (M. Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. 9, Cap. 584, n. 6)

Con queste parole Gesù risponde a una delle tante inutili uscite di Giuda Iscariota, che gli rimprovera di aver compiuto “un miracolo inutile”, quello cioè su un bambino storpio, figlio di Anna di Nahum, nemico quest’ultimo di Gesù. Il bambino, rinvenuto tutto triste da Gesù presso il cancello della casa di Lazzaro, aveva chiesto a Gesù “il miracolo” di farlo morire, poiché tutti lo deridevano per la sua condizione di storpio, sua madre era morta e i suoi parenti lo avevano abbandonato. Gesù risponde al dolore straziante di quel bambino guarendolo del tutto. Giuda Iscariota, che conosce Nahum, dice a Gesù che con quel miracolo otterrà ancora più inimicizie. Gesù replica con fermezza alla malizia di Giuda, dicendo: “Io non opero miracoli per farmi delle amicizie, ma per pietà delle creature e per dare onore al Padre mio!” (Ivi). Giuda non muta l’oscurità del suo cuore e replica ancora che, se Nahum avrebbe preferito morto quel bambino piuttosto che vederlo risanato, ora si vendicherà con Gesù. Giuda manifesta palesemente – dopo tre anni di vita con Gesù – di non aver appreso nulla dall’insegnamento del Maestro. Gesù infatti “non si vendica di chi lo perseguita” (cf. Ivi), e come dice lui stesso: “Non faccio distinzione e calcolo mai, quando mi curvo pietoso su una miseria umana” (Ivi). Lasciando da parte le inutili e provocanti affermazioni dell’Iscariota, possiamo invece contemplare l’infinito amore di Gesù, manifestato qui sia nel miracolo in se stesso su quel bambino, sia nelle sue parole illuminanti sul suo modo di operare le guarigioni indistintamente, sia ancora nella sua stessa sopportazione dell’Apostolo impertinente, che più avanti, alla presenza degli altri Apostoli, osa domandargli cosa sia venuto a fare il Cristo in terra, se, come dice Gesù, sarà rifiutato dagli uomini. Gesù è l’oltrepassamento mite e sapiente, nell’amore, di ogni provocazione. Egli guarda fisso alla sua missione, in obbedienza al Padre, e nessun atto d’amore o di miracolo verso i malati, come questo bambino, viene da lui trascurato mai. L’amore è l’instancabile movente dell’esperienza umana di Gesù. Siamo beati, se rimaniamo in questo amore e se in ogni aspetto stiamo fedeli al dolcissimo cuore di Gesù. Amen.

*** © Francesco G. Silletta - CIPREL – Centro Internazionale di Preghiera Laicale – Ispirato agli scritti di Maria Valtorta - Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam - Piazza del Monastero, 3 – Torino - Tel. 3405892741

Fossimo capaci – e possiamo tutti divenirlo – di fidarci di Gesù, non soltanto a livello “ideale” o “immaginativo”, ma c...
04/10/2025

Fossimo capaci – e possiamo tutti divenirlo – di fidarci di Gesù, non soltanto a livello “ideale” o “immaginativo”, ma concreto, vivo, a suo modo “sperimentale”, la nostra vita avrebbe tutto un altro senso, “esperirebbe” il suo stesso, unico senso, quello cioè di essere un dono d’amore destinato, per imitazione possibile di questo amore, a non perdersi mai dinanzi alle continue “morti” che si oppongono all’eternità spirituale e che in Gesù vengono tutte vittoriosamente superate nella permanenza in lui, che è vita che non muore. Fidandoci di Gesù, sapremmo che non esiste la solitudine “reale” nel creato, né l’inquietudine potrebbe mai corrodere l’essenza del messaggio di Gesù, che è integralmente costituito di pace e di liberazione. Il male lo si eviterebbe, dal punto di vista morale, e lo si supererebbe, da quello sociale, poiché Gesù è fonte di bene, e ogni esperienza vera di lui è già superamento del male. Non si è soli, mai, se ci si fida di Gesù, poiché dove è ognuno di noi, ivi egli è. Liberiamo il cuore e la mente dai gioghi inutili con cui il mondo appesantisce la nostra vita, perché il mondo è sempre contraddizione a Gesù, non la sua affermazione. Gesù, tuttavia, come ci ricorda lui stesso, ha vinto il mondo, e non per un’ora soltanto, ma per sempre. Amen.

Francesco G. Silletta

Secondo giorno Novena a Maria Valtorta (morta il 12 ottobre 1961)Il testo inedito del Ciprel Torino ***Introduzione: “L’...
04/10/2025

Secondo giorno Novena a Maria Valtorta (morta il 12 ottobre 1961)
Il testo inedito del Ciprel Torino ***

Introduzione: “L’uomo va coltivato come la terra, e dove sono triboli escono rose” (L’Evangelo, CEV, Volume 1, Capitolo 57, n. 3, 31 ottobre 1944)

La preghiera:
Per l’encomiabile modo con il quale, attraverso la tua faticosa scrittura, hai esaudito il desiderio di Gesù “di portare i suoi desideri fra le persone”, sapendo che egli “ha molto bisogno di salvare la Terra, di ricomprare la Terra” e che “le monete siete voi, vittime” (cf. L’Evangelo, Vol. 1, Cap. 15, n. 3), noi domandiamo a te, “piccolo Giovanni”, di non arenarci nelle difficoltà, di non lasciarci spaventare dai rifiuti e dalle opposizioni del mondo, quando anche a noi Gesù domanda uno sforzo in tale direzione. Essere strumenti della divina volontà divenga per noi, per la tua intercessione, non soltanto un servizio accettato, ma un desiderio esaudito, come quello di quel giovane Elia che, nell’ossequio a Gesù, tu ci racconti che lasciò di seppellire suo padre (cf. Ivi, Vol. 3, Cap. 178, n. 3). Un desiderio che supera nella forma il semplice ossequio, un desiderio di Gesù che viene dal cuore e che ha il suo fomite nella purezza, che egli stesso definisce come fondamento della visione di Dio (cf. Mt 5,8). Ti preghiamo, Maria, affinché le sofferenze che hai sopportato nella vita terrena producano dei fiori di conversione in noi, che siamo “creature che tendono istintivamente alla luce” (Vol. 7, Cap. 434, n. 2), le quali tuttavia per debolezza e facilità alla stanchezza sono costantemente bisognose di un continuo sostegno da parte della grazia e dell’amore di Dio. Aiutaci, poiché grande è la missione a cui Dio ci ha destinati come suoi figli: noi, così tanto più in basso di te nella fede e nella volontà, “facili a sciuparsi, stando così vicini alla terra” (Ivi, n. 4), ti supplichiamo di non venir meno alla vocazione che Dio ci ha destinati e che il suo Figlio ci ha testimoniato nella sua vita terrena: essere santi agli occhi di Dio. Per questo accogli la nostra preghiera, affinché sia la santità a trionfare in noi, come in te, nell’umiltà e nell’obbedienza a Gesù Cristo, e non ci accada mai, nel tempo umano, “la perdita dell'aiuto di Gesù e Maria” e nell'eternità “la perdita del possesso di Dio” (cf. Libro di Azaria, CEV, Lezione XVIII, Cap. 18, 20 giugno 1946). Amen
Padre nostro…

*** © Francesco G. Silletta - CIPREL – Centro Internazionale di Preghiera Laicale – Ispirato agli scritti di Maria Valtorta - Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam - Piazza del Monastero, 3 – Torino - Tel. 3405892741

La conversione di San Francesco si chiama esorcismo dello spirito ***La conversione di San Francesco si chiama esorcismo...
04/10/2025

La conversione di San Francesco si chiama esorcismo dello spirito ***

La conversione di San Francesco si chiama esorcismo dello spirito, non amministrato da un esorcista nel ripetersi di sedute nel tempo, ma direttamente, ipso-facto, da Gesù, per sua ineffabile volontà e potenza, mediante il suo sangue, trasfigurando totalmente lo spirito del suo eletto, prima reso schiavo dagli spiriti immondi e poi, in forza della passione del Salvatore, liberato e vivificato nello Spirito Santo. Ciò non significa affatto che dopo quell’evento Satana non sia più tornato a molestare Francesco, né che i meriti personali di Francesco non sussistano per l’intervento a fortiori di nostro Signore. Tutto all’opposto, Francesco ha saputo progredire sponte sua, nella penitenza e nella preghiera, in ciò che Gesù ha seminato in lui con la sua invincibile potenza, ossia il seme della liberazione dal possesso di Satana sulle sue facoltà spirituali, come occorso a suo tempo con Maria Maddalena. Liberato dalle dominazioni e dalle potestà infernali che obnubilavano il suo pensiero, la sua coscienza di sé, di Dio e del creato, Francesco ha saputo poi impegnarsi in modo encomiabile nell’edificazione del regno di Cristo in sé, spogliandosi con l’aiuto della grazia di tutto ciò che evocava l’uomo vecchio, posseduto dal Maligno. In tal senso il ritorno avverso del Nemico, in Francesco, è stato violento e costante, ma al contempo impotente, poiché il laccio che imbavagliava originariamente Francesco alla volontà del diavolo è stato spezzato da Cristo stesso, con la potenza del suo imperio sui demoni. Francesco avrebbe potuto tornare sui suoi passi, “volgersi indietro” – come occorso a vari personaggi biblici – ma non lo fece, poiché seppe immedesimarsi con tutto se stesso, giorno per giorno, nella passione del Signore, che estirpa l’uomo del peccato e crea l’uomo nuovo della grazia. Per tutto ciò, nella venerazione di questo Santo, non dobbiamo estraniarci dalla sua esperienza umana, come fosse irraggiungibile nella sua singolarità, ma al contrario dobbiamo riconoscere, nella fede, l’esperienza di Francesco come passibile di imitazione per noi, non solo in quanto ai successi spirituali, ma anche in quanto ai sacrifici e alle lotte quotidiane che dobbiamo sostenere per difendere la nostra fede in Gesù Cristo contro gli assalti del Maligno. Amen.

*** Francesco Gastone Silletta

Satana cerca i santi, non quelli che già possiede e che nemmeno si accorgono di servirlo ***Non dobbiamo stupirci se, no...
03/10/2025

Satana cerca i santi, non quelli che già possiede e che nemmeno si accorgono di servirlo ***

Non dobbiamo stupirci se, nonostante l’Eucaristia, la preghiera, la vita in grazia, sentiamo o percepiamo il disturbo di Satana nella nostra esistenza. Questo è infatti il segno sensibile che la via spirituale che abbiamo intrapreso, magari dopo tanti fallimenti, è la via santa, quella che conduce a Cristo, la via della salvezza che tanto disturba il demonio. Lui, infatti, la salvezza, cioè l’eterna gioia della comunione con Dio, l’ha perduta per sempre e vorrebbe, nell’odio che lo contraddistingue, che anche noi la perdessimo come lui. Per questo, vedendoci impegnati nella fede, ci disturba con ogni mezzo possibile, con tentazioni (via per così dire “ordinaria”), ma anche in certi casi con fenomeni, eventi, sogni e altre esperienze spirituali o corporali che superano la comune tentazione (via “straordinaria”). In entrambi i casi, non dobbiamo mai sorprenderci, né pensare di aver pregato invano o di aver ricevuto i sacramenti senza effetto. Ogni cosa, infatti, compreso l’agire del demonio, è sotto gli occhi di Dio, e nulla di ciò che noi facciamo, né alcuna delle interferenze di Satana nella nostra vita, gli sono mai sconosciute. Se Dio permette, tuttavia, è sempre per il nostro bene e per quello di altri fratelli: spesso preghiamo per noi, ottenendo per altri che ne hanno più bisogno di noi, a livello immediato, senza che però mai Dio dimentichi l’atto e l’impegno della nostra preghiera. La fede si nutre di speranza, poiché Cristo non ci abbandona mai e si compiace delle nostre lotte contro l’Avversario portate avanti nel suo nome. E nel congiunto operare di fede e di speranza, la ca**tà si erge vittoriosa su Satana e su tutto il mondo infatuato dal suo odio, poiché è sempre l’amore, come partecipazione dell’Amore creatore, che vince il Maligno in ogni sua forma di invadenza. Perciò non rallentiamo mai la corsa della fede, né facciamo mai spegnere la fiamma della speranza, poiché a Satana e ai suoi seguaci è dato un tempo limitato per disturbarci, dopo il quale per lui sarà la fine eterna e per noi la gioia senza fine che Cristo, Giudice eterno, ci ha promesso. Sino a che saremo nel corpo, la nostra anima non potrà cogliere tutta l’infinita gioia del premio eterno che Gesù Cristo consegnerà a quelli che, nella fede e nella speranza in lui, hanno combattuto e vinto Satana amando Dio e tutti, indistintamente, i figli di Dio. Per questo aumentiamo la partecipazione eucaristica, il perdono incondizionato a chi ci offende e le nostre intenzioni di preghiera: il resto lo farà per noi il nostro Salvatore Gesù Cristo. Amen

*** Francesco G. Silletta

Inizio Novena a Maria Valtorta (morta il 12 ottobre 1961) - Il testo del Ciprel Torino ***Introduzione: ““Il mondo ha bi...
03/10/2025

Inizio Novena a Maria Valtorta (morta il 12 ottobre 1961) - Il testo del Ciprel Torino ***

Introduzione: ““Il mondo ha bisogno di sofferenza per essere salvato ancora” (M. Valtorta, I Quaderni del 1944, n° 7)

La Preghiera:
Per la profondità delle tue sofferenze, o violetta di Dio, a te domandiamo la capacità di accettare senza ribellione a Dio ciò che egli stesso ci manda, per la nostra purificazione, sapendo, come tu hai scritto, che “più si soffre, più si redime”. A te che hai colmato di compiacenza il cuore di Gesù, consumando te stessa nella scrittura santa di ciò che per il nostro bene ti dettava, rafforzaci nell’umiltà e nell’obbedienza alla sua volontà, anche quando non rispecchia apparentemente ciò che noi vorremmo, poiché come tu hai scritto:

“Ciò che è bene oggi può essere non bene domani. Voi questo non lo sapete, perché voi sapete solo il presente, ed è una grazia di Dio anche questa”. Sia dunque totalmente rimessa a Gesù in noi, per la tua mediazione, ogni nostra volontà per l’oggi e per il domani, poiché solo lui conosce il nostro futuro e che cosa oggi, in vista di quello, sia meglio per noi. Ottienici da Gesù il perdono di ogni mancanza, lui che dinanzi a un grande peccatore, come tu hai scritto, gli disse: “Neppure se avessi ucciso Iddio dovresti temere, se avessi in te vero pentimento”.

A te scribacchina del Signore, a te suo strumento per la nostra comprensione del suo Vangelo, domandiamo di intercedere presso il trono della sua misericordia, affinché la consapevolezza delle nostre miserie non svilisca la nostra speranza nel suo perdono e la possibilità che, come tu racconti nella tua opera, dall’acqua melmosa non possa scaturire il fuoco della purificazione. Aiutaci, sorella Maria, che ti sei offerta anche per il nostro bene, a offrire il nostro tempo e la nostra fede a quanti ogni giorno sono oscurati dalle tenebre dei rimorsi e della non conoscenza di Gesù, che ci chiede di essere solidali, come tu dici, con i nostri fratelli simili a noi nel peccato. Fa’ che diveniamo perdono visibile e amore vivente, in umiltà e obbedienza a Gesù nostro Signore. Amen
Padre nostro…

*** © Francesco G. Silletta - CIPREL – Centro Internazionale di Preghiera Laicale – Ispirato agli scritti di Maria Valtorta - Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam - Piazza del Monastero, 3 – Torino - Tel. 3405892741

1° Venerdì del mesePer il sacro cuore di Gesù, chiediamo all’onnipotente uno e trino Dio di essere totalmente purificati...
03/10/2025

1° Venerdì del mese

Per il sacro cuore di Gesù, chiediamo all’onnipotente uno e trino Dio di essere totalmente purificati da ogni superbia, orgoglio e impurità, per vivere nell’amore puro, in comunione autentica con Gesù. Amen

Pregare la Madonna dovrebbe essere un instancabile desiderio del cuore, più ancora che non del formalismo delle labbra *...
02/10/2025

Pregare la Madonna dovrebbe essere un instancabile desiderio del cuore, più ancora che non del formalismo delle labbra ***

Non amiamo abbastanza la Madonna e la preghiamo poco, e per questo otteniamo poche grazie da Dio, per noi, per le nostre famiglie e per il mondo intero. Pregare la Madonna dovrebbe essere un instancabile desiderio del cuore, più ancora che non del formalismo delle labbra; un cuore che ama Maria di Nazaret, riconoscendola come inestimabile Tesoro, che tutto dona agli uomini di se stessa, tanto vicina a Dio quasi da perdersi intimamente nella divinità stessa, Madre che nessun figlio dimentica o trascura e che tutto conosce di noi e dei nostri problemi. Ogni momento del giorno, anche sul lavoro o nelle vicende della vita, è possibile invocare Maria, ringraziarla di ciò che ha fatto per noi, pregarla di tenerci uniti a lei, di benedirci come Mamma e di ottenerci sempre la compiacenza di suo Figlio Gesù. Davvero Maria è la Porta del Cielo, poiché ad esso ci conduce, e la Stella del Mare, poiché illumina con il suo amore materno la traversata della nostra esistenza. Chiamiamola sempre accanto a noi, non cerchiamo vie complicate o fittizie, distinte da quella del suo cuore dolcissimo, per ottenere le grazie che portiamo nel cuore. Amen.

*** Francesco G. Silletta

Sciogli ogni maleficio e maledizione, in forza del tuo nome, Gesù Cristo Salvatore. Tu sei benedetto in eterno, Figlio d...
02/10/2025

Sciogli ogni maleficio e maledizione, in forza del tuo nome, Gesù Cristo Salvatore. Tu sei benedetto in eterno, Figlio del Padre, Dio identico a lui nella sostanza, onnipotente in tutto ciò che disponi e vuoi. Lascia che possiamo contemplare la tua potenza e la gloria del tuo amore, liberandoci dal male e da ogni possessione. Amen

Indirizzo

Piazza Del Monastero 3
Turin
10146

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Pubblichiamo opere cattoliche, studi, monografie, ricerche, opere di narrativa, poesia, saggi, tesi dottorali, riviste e periodici. Organizziamo incontri di preghiera mensili in Chiesa e periodici in sede, convegni su tematiche attinenti le Sacre Scritture, la preghiera e la comunione ecclesiale, la spiritualità cattolica. Data di fondazione: 19 settembre 2014

Il 22 luglio 2020 viene registrata alla Camera di Commercio anche l’attività della “Libreria cattolica e oggettistica sacra La Casa di Miriam”. All’attività editoriale si aggiunge così quella commerciale, presso i locali di Piazza del Monastero, 3 a Torino, con vendita diretta di testi sacri, studi teologici, liturgici, vite dei santi, testi di preghiera, studi sul Cattolicesimo e di oggettistica sacra (statue, rosari, ecc.).