Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam Casa editrice e libreria cattolica a Torino:
pubblicazione e distribuzione nazionale libri cattolici

Pubblichiamo riviste e periodici ad argomentazione religiosa, testi e opere d'ingegno letterario, organizziamo incontri di preghiera e convegni su tematiche attinenti le Sacre Scritture, la preghiera e la comunione ecclesiale, redigiamo libri, pubblicazioni e articoli giornalistici, saggi ad argomentazione cristiana con particolare riferimento alla teologia mariana

“La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui” (1Gv 3,1b): sulla volontà di non conoscenza ...
03/12/2025

“La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui” (1Gv 3,1b): sulla volontà di non conoscenza di Gesù da parte del mondo ***

Un riferimento alla volontà di conoscenza di Gesù - da parte del mondo - non sembra poter essere trasceso nell’interpretazione di queste parole di Giovanni. Il mondo, a livello di principio, è quasi sempre stato, per Giovanni, una categoria antitetica al Vangelo. Qui il mondo viene considerato secondo l’eziologia della sua conoscenza delle cose e delle persone, ossia da una prospettiva della causalità: perché il mondo conosce questo e non conosce quello? Da questo fondamento eziologico generale – e si legga il Vangelo di Giovanni per capire cosa interessi “al mondo” e cosa no - si comprende il concetto particolare di eziologia di “questa specifica conoscenza”, cioè quella che il mondo ha di Gesù, una conoscenza “negativa”, avente cioè l’esito di una insufficienza di elementi. Questa “non” conoscenza di Gesù non deriva, tuttavia, da una mancata informazione ricevuta dal mondo su Gesù, ma piuttosto, fa intendere Giovanni, da una mancata volontà di conoscenza: è la volontà, quindi, e non l’assenza informativa, il fondamento causale della non conoscenza che il mondo ha di Gesù. Qui Giovanni relaziona se stesso e tutti i discepoli di Gesù a Gesù stesso in questo contesto di mancata volontà di conoscenza da parte del mondo (Gesù, nella sua vita pubblica, l’ha espresso similmente, dicendo ai suoi discepoli che il mondo ama ciò che è suo e che se essi fossero stati del mondo, il mondo li avrebbe amati). Si tratta, quindi, da parte del mondo, di un “non voler” conoscere Gesù, non di un “non poterlo” conoscere. E il mondo cui accenna Giovanni – che su questo aspetto non è dissimile dal mondo contemporaneo – “non vuole” conoscere Gesù e con lui, per relazione conseguente, nemmeno i suoi discepoli, cioè i cristiani. Subito dopo, Giovanni esplicita che chi ha conosciuto Gesù si purifica, poiché Gesù è puro (cf. 1Gv 3,3). Questa purificazione in Cristo non è tipica del mondo, proprio per la medesima eziologia di volontà: se il mondo conoscesse colui che “non vuole” conoscere, cioè Gesù, e con lui i suoi testimoni, allora si purificherebbe da tutto ciò che lo distanzia drammaticamente dall’uno e dagli altri, per non rimanere escluso dall’ordine della salvezza. In questo senso la prima lettera di Giovanni accentua sia questa antitesi tra mondo e Cristo, sia il concetto di volontà come fondamento di ogni non conoscenza che il mondo ha di Cristo stesso come Verità che si è resa sensibile (cf. 1Gv 1,1-2). Tutto questo deve spronarci a non cercare mai nella categoria di mondo un’eredità di conoscenza che il mondo stesso non ci potrà mai dare, cioè quella di Cristo. È Cristo stesso, nella sua parola, a donarci le ragioni per conoscerlo e amarlo, rinunciando al mondo per tendere totalmente verso il suo regno eterno. La testimonianza di Cristo, ciò nonostante, non si arena dinanzi alla volontà negativa del mondo rispetto ad essa. Gesù ci ha detto, infatti, che chi persevererà sino alla fine sarà salvato: ciò vale anche per la testimonianza di lui in questo mondo che – fondamentalmente – non lo vuole conoscere. Amen

*** Francesco G. Silletta

“… perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio… (Atti 26,18)Queste parole sono parte del discors...
03/12/2025

“… perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio… (Atti 26,18)

Queste parole sono parte del discorso che Gesù fece a Saulo apparendogli sulla via di Damasco e che lo stesso Saulo (di seguito “Paolo”, ndr) evoca al re Agrippa presso Cesarea, dove era tenuto prigioniero in attesa del suo giudizio presso Cesare, a cui lo stesso Paolo si era appellato. Fu lo stesso governatore Festo a presentare ad Agrippa il caso di Paolo. E quest’ultimo, dopo aver parlato al re dei suoi trascorsi come persecutore dei seguaci di “Gesù il Nazareno” (cf. At 26,9-10), racconta l’episodio dell’apparizione di Gesù sulla via di Damasco, con un approfondimento teologico maggiore di quello che si rinviene nelle altre citazioni del medesimo episodio. Qui Paolo svela al re come Gesù gli abbia rivelato, e ancora gli avrebbe rivelato in futuro per mezzo di visioni, delle cose soprannaturali (cf. At 26,16). Di queste cose, lo stesso Gesù lo ha costituito testimone presso i pagani, affinché essi abbiano aperti i loro occhi sulla Verità, “perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio” (At 26,18) e ottengano anch’essi la remissione dei peccati. L’intervento di Gesù nella vita di san Paolo, insieme a tutto il soffrire che implicherà per l’Apostolo, presenta nella sostanza un cambiamento di proprietà, nello spirito di chi crederà in Gesù, dall’egemonia di Satana a quella di Dio. Questo aspetto non è tuttavia “esclusivo” né di Paolo come testimone e predicatore di Cristo, né dei pagani di quel tempo come recettori della sua predicazione. In ogni tempo, infatti – e anche in quello presente – nella predicazione di Cristo come nella sua accoglienza esiste questa dicotomia tra le tenebre e la luce, tra Satana e Cristo, in un continuo progresso di transizione dalla prima alla seconda condizione. Paolo ci insegna a non stancarci dinanzi alle sofferenze che la predicazione di Cristo implica per chi la compie, mentre i pagani venuti alla fede ci insegnano ad insistere nell’accoglienza dell’insegnamento ricevuto e ad approfondirlo sempre più, liberandosi così dal giogo delle tenebre e dall’appartenenza a Satana. Amen

Francesco G. Silletta

Il tempo darà ragione ai poveri in spiritoCosa sono felicità e ricchezza, salute e prosperità, se in noi, nel nostro pen...
03/12/2025

Il tempo darà ragione ai poveri in spirito

Cosa sono felicità e ricchezza, salute e prosperità, se in noi, nel nostro pensiero e nei nostri atti, abita il peccato? E il peccato spesso viene nascosto dalle cose che apparentemente danno ricchezza e vita prospera: in esse si annida, ma la coscienza non lo riconosce più, perché appesantita da tutte queste cose, e il peccato germoglia, cresce e “dà frutti a suo tempo”, cioè l’inimicizia con Dio, la perdita progressiva della vera gioia e in estremo la morte spirituale. Meglio quindi una vita di rinunce e sacrifici, che non una vita di ricchezze e di riconoscimenti mondani nel peccato e senza la compiacenza di Dio. Il tempo darà ragione –in questo che è il senso ultimo dell’esistenza umana - ai poveri in spirito. Amen

Aiuta chi soffre e chi muore nel peccato, onnipotente Gesù Signore, perché nessuno vada nell’inferno e nessuno lo viva q...
02/12/2025

Aiuta chi soffre e chi muore nel peccato, onnipotente Gesù Signore, perché nessuno vada nell’inferno e nessuno lo viva qui in terra immerso nel dolore. Amen
FG. Silletta

Tutti i nostri testi sono disponibili in tutta Italia con DISTRIBUZIONE BYBLOS GROUPEdizioni e Libreria Cattolica La Cas...
02/12/2025

Tutti i nostri testi sono disponibili in tutta Italia con
DISTRIBUZIONE BYBLOS GROUP

Edizioni e Libreria Cattolica La Casa di Miriam
Piazza del Monastero, 3 – Torino
Tel. 3405892741

“Trafiggi il serpente in fuga” (Gb 26,13) – Preghiera di liberazione da uno spirito oscuro – di F.G. Silletta ***[…] Mi ...
02/12/2025

“Trafiggi il serpente in fuga” (Gb 26,13) – Preghiera di liberazione da uno spirito oscuro – di F.G. Silletta ***

[…] Mi rivolgo a te,Gesù, affidando alla tua cura questo male
che sovrasta le mie forze umane
ed indebolisce il mio vigore.
Delle forze oscure traviano la mia pace
e mi confondono nello spirito,
per questo ti chiedo che si disperdano
come acqua che scorre via
ed appassiscano come erba sulla strada
(cfr. Sal 57,8).
Tu mi hai creato per il bene,
tu mi hai redento per il bene
e non smetti mai di amarmi e di propormi il bene quale via per il mio cammino.
In nome della tua potenza,
io ti affido questo male interiore
che mi scoraggia
e tutti coloro che in qualche modo,
per invidia o per odio, ne hanno in me amplificato il suono.
Ascolta, Signore, il mio lamento,
accogli la mia preghiera (Sal 60,1).
Uno spirito malvagio attenta alla mia vita
e in me la sua forza si percepisce
come lo scroscio di acque veementi
(cfr. Is 17,13). Il suo nome mi è oscuro,
come oscura è per me la sua origine.
Eppure conosco il suo fine
e mi è nota la sua arroganza.
Pur convinto di essere molto sapiente
devo concludere che ogni sforzo
mi è stato inutile (cfr. Qo 1,13b.16)
e posso solo confidare nella tua misericordia.
Liberami, Signore Gesù,
dalla cattiveria di questa forza spirituale,
avversa a te ed alla tua creatura,
nemica della mia pace interiore
e della mia decisione alla tua sequela.
Non permettere che lui profani la mia casa
(cfr. 2Mac 15,34),
né che abbia alcun potere su di me.
Io ti offro la mia intera esistenza.
Ogni istante del mio vissuto sia tuo,
io te lo rendo e lo affido al tuo giudizio.
Dalle sue accuse liberami, Dio mia giustizia,
dai suoi rumori interiori
e dalle sue false illazioni salvami, Dio di pietà.
Per la tua conoscenza, io ti domando:
“Trafiggi il serpente in fuga” (Gb 26,13)
e riconducilo entro le dimore dannate
entro cui egli deve permanere,
affinché non estenda in me ed in nessuna delle tue creature
la sua opera distruttrice.
Liberami, Signore Gesù, in nome del tuo sangue.
Il malvagio si costruisce la casa,
ma essa non regge (cfr. Gb 27,18) ed è in te, unicamente in te, che io voglio dimorare
e perennemente trovare rifugio.
Per il dolore da te patito,
sia ora vinto il nemico che mi affligge,
calpestata la sua superbia
ed umiliata la sua rabbia. Nel tuo nome ti chiedo di porre fine alla sua potenza (cfr. Ez 33,28) perché sia liberata la mia coscienza
e restaurata la mia pace.
Non guardare il peso delle mie colpe, Signore, ma unicamente la grandezza
della tua misericordia. E in nome di essa,
dalla furia del Maligno, io ti chiedo di salvarmi. Amen.

*** Volume 2/4 - “Liberaci dal male. Preghiere di liberazione”
© Copyright Edizioni La Casa di Miriam – Distribuzione Byblos

Cerchiamo sempre la condiscendenza di Gesù nelle cose che facciamo, per piacergli in tutto, in modo che la nostra coscie...
02/12/2025

Cerchiamo sempre la condiscendenza di Gesù nelle cose che facciamo, per piacergli in tutto, in modo che la nostra coscienza non conosca mai i sussulti del rimorso di avere offeso – nonostante tanti suoi interventi in nostro favore – chi ha sofferto ed è morto per noi. Amen

Quando Satana ci attacca dobbiamo parlare con Dio, come a un Papà infinitamente buono e non con Satana. Diciamogli: “Pap...
02/12/2025

Quando Satana ci attacca dobbiamo parlare con Dio, come a un Papà infinitamente buono e non con Satana. Diciamogli: “Papà eterno, che hai voluto che io fossi, vedi come vengo assalito dal tuo nemico. Aiutami tu, mio Dio, in questo mio desiderio che tu vedi in me di rinunciare a tutto ciò che lui insinua in me. So che con il tuo aiuto potrò vincere questa insidia”. Amen

“Gesù gli intimò: ‘Taci, esci da costui!’”. E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza farg...
01/12/2025

“Gesù gli intimò: ‘Taci, esci da costui!’”. E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male” (Lc 4,34) – Un commento di questo esorcismo ***

Questo esorcismo compiuto da Gesù è uno dei più conosciuti, occorso nella sinagoga di Cafarnao quando la predicazione di Gesù era ancora agli inizi. Sono stati proprio i tanti esorcismi – assieme alle tante guarigioni miracolose – ciò che ha suscitato a livello sensibile il maggior interesse – e in alcune coscienze il maggior astio – nei confronti di Gesù stesso. Se osserviamo nello specifico la dinamica di questo esorcismo operato su un uomo indemoniato di Cafarnao, narrato anche da Marco (cf. Mc 1,21-28), possiamo considerare alcuni elementi immediatamente preminenti nel racconto di Luca, che ricordiamo qui anche come medico, oltre che come Evangelista. Anzitutto, vi è un soggetto sofferente, oppresso da una malattia spirituale che viene presentata come avente un’eziologia diabolica. Questo soggetto è molto noto - non sconosciuto o poco conosciuto - alla gente di Cafarnao, che proprio a motivo di questa conoscenza di quell’uomo si stupisce e – dice Luca –anche si “intimorisce” per la sua successiva guarigione. Vi è poi Gesù stesso, in questo momento ancora molto poco conosciuto in Cafarnao e per questo il compimento di quel miracolo darà risalto alla sua immagine. Per terzo, vi è lo “spirito immondo”, che nel racconto di Luca parla, interviene nella scena con parole di rabbia e con gesti di escandescenza. Per ultimi, vi sono i testimoni di quell’evento, tanto meravigliati, secondo Luca, da dire: “Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?”. Gesù, infatti, caccia quel demonio mediante il potere della sua parola. Il demonio si presenta in forma plurale, davanti a Gesù, implicando una sua presenza plurima nell’uomo posseduto. E inveisce contro Gesù in termini di disperata autodifesa da lui (ricordiamo che i demoni non conoscono la speranza): “[…]Sei venuto a rovinarci […] ? (Lc 4,34b)”. Quella moltitudine di spiriti impuri si rivolge a Gesù chiamandolo come: “Gesù Nazareno” (cf. Mt 2,23), facendo quindi appello alla sua umanità. Ciò nonostante, prende poi potenza, nel linguaggio della legione, la voce di un solo demonio – si torna quindi al singolare – che afferma di conoscere Gesù come “il Santo di Dio”. È la stessa titolazione che si rinviene più avanti sulle labbra di Pietro nel racconto di Giovanni 6. Gesù non interloquisce in nessun modo con queste entità diaboliche, se non in termini di apodittico e irreversibile comando: “Taci… esci…” (cf. Lc 4,35). Gesù non indugia dinanzi alle urla dell’Avversario, che poiché mira all’umanità di Gesù “Nazareno”, non può che evocargli ciò che “umanamente” dovrà soffrire. La voce di Gesù è potenza imperativa, che non si spaventa della mimica successiva del demonio, che secondo Luca gettò a terra il posseduto e se ne andò via senza danni per lui (cf. Lc 4,34). Il demonio è vinto dalla stessa preconoscenza di lui che Gesù possiede e che, per opposizione avversa, anche il demonio rivendicava rispetto a Gesù (cf. “So bene chi sei: Il Santo di Dio”). Ora, Luca non ci dice altro del soggetto liberato, se non che per l’appunto fu liberato integralmente da Gesù. Gli esorcismi ancora oggi seguono la medesima “tipologia” (nel senso “figurativo” del termine) di quell’esorcismo compiuto da Gesù a Cafarnao e sono tanto più efficaci quanto su quello stesso riferimento evangelico vengono compiuti. Sebbene non sia Gesù stesso “in persona” colui che oggi esorcizza chicchessia (l’esorcismo non è infatti un sacramento) è la stessa parola di comando di Gesù che l’esorcista invoca e che vince il demonio, terrorizzandolo come avvenne a Cafarnao. Importante è però ricordarsi di quell’evocazione che lo stesso demonio fece di “Gesù Nazareno”, cioè dell’uomo Gesù: è infatti in forza della passione umana di Gesù che il demonio può essere cacciato da chiunque possieda. Amen

*** Francesco G. Silletta

Non si può ottenere nulla, da Gesù, senza la mediazione del santo e purissimo cuore maternoIl cuore immacolato di Maria ...
01/12/2025

Non si può ottenere nulla, da Gesù, senza la mediazione del santo e purissimo cuore materno

Il cuore immacolato di Maria purifichi i nostri pensieri e i nostri cuori, rendendoci pronti in qualsiasi momento all’incontro con Gesù, che non sappiamo – ed è un dono di grazia il non saperlo – quando avverrà. Non si può infatti ottenere nulla, da Gesù, senza la mediazione invincibile di quel santo e purissimo cuore materno. Amen

L’ora nona sia sempre evocata, in noi, nel nostro pensiero, anche sul lavoro o in famiglia, con queste parole:Ti benedic...
01/12/2025

L’ora nona sia sempre evocata, in noi, nel nostro pensiero, anche sul lavoro o in famiglia, con queste parole:

Ti benediciamo ora nona, ora santa, ora benedetta della morte del Salvatore. Gesù, per quest’ora di vittoria sul peccato, donaci la fede in te, benedetto Redentore. Amen

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Turin
10146

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Il 22 luglio 2020 viene registrata alla Camera di Commercio anche l’attività della “Libreria cattolica e oggettistica sacra La Casa di Miriam”. All’attività editoriale si aggiunge così quella commerciale, presso i locali di Piazza del Monastero, 3 a Torino, con vendita diretta di testi sacri, studi teologici, liturgici, vite dei santi, testi di preghiera, studi sul Cattolicesimo e di oggettistica sacra (statue, rosari, ecc.).