
30/08/2025
𝗜𝗟 𝗩𝗘𝗥𝗢 𝗧𝗔𝗡𝗚𝗢 𝗔𝗥𝗚𝗘𝗡𝗧𝗜𝗡𝗢
🥏 Nel 1911 L.Robert era un giovane professore di danza, titolare della 𝘈𝘊𝘈𝘋É𝘔𝘐𝘌 𝘋𝘌 𝘋𝘈𝘕𝘚𝘌 𝘔𝘖𝘕𝘋𝘈𝘐𝘕𝘌 a Parigi in zona Pigalle. Robert, nonostante la giovane età, lavorava già da molti anni ed era autore di diverse coreografie pubblicate sul Journal de la danse di Eugène Giraudet, tra cui "Menuet des Fêtes d'Orléans", "Amusements de la Loire", "Fontaine du Loiret" ed altri.
A quel tempo il tango argentino stava muovendo i suoi primi passi a Parigi. Si era ancora distanti dalla vera e propria 𝐭𝐚𝐧𝐠𝐨𝐟𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚, che sarebbe poi esplosa nell'estate del 1913, ma il pubblico nel 1911 aveva già avuto modo di vedere il tango argentino sui palcoscenici dei cabaret. Particolare risonanza ebbe alle Folies Bergère lo spettacolo 𝘊𝘳𝘪𝘰𝘭𝘭𝘰 del dicembre 1909, in cui il tango venne ballato da una coppia di donne: Jane Marnac e Norah Lyons. Ma fino a quel momento si trattava principalmente di un numero d'attrazione, fatto per stupire il pubblico con novità esotiche, e non sempre veniva eseguito con musiche originali.
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🔹 Ma allo stesso tempo qualcosa si stava muovendo in modo sotterraneo nell'𝘶𝘯𝘥𝘦𝘳𝘨𝘳𝘰𝘶𝘯𝘥 parigino.
A Montmartre, nel club La Feria gestito da sudamericani, c'era già qualcuno che ballava il tango; ma per il momento non faceva notizia. Anche nei salotti mondani, come quello di Madame Reszke per esempio, talvolta si ballava privatamente il tango. Questi salotti erano ritrovi esclusivi, frequentati da personaggi della cultura, dello spettacolo e dalla gioventù altolocata, inclusi a volte figli di diplomatici ed affaristi provenienti dal Sudamerica. Fu da queste due situazioni, distanti fra loro eppure accomunate dalla curiosità per il nuovo, che il tango mosse in sordina i primi passi verso la celebrità a Parigi.
L. Robert era uno dei maestri di ballo che frequentavano questi salotti. Giovane ed ardimentoso, lontano dallo spirito conservatore dei suoi colleghi più anziani, era tra i maestri che si sentivano positivi verso le novità che arrivavano dall'America. Del resto queste novità arrivavano tramite percorsi imprevedibili, ed i maestri più realisti sostenevano questo motto: «𝘐 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘢𝘯𝘤𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘴𝘪 𝘮𝘢𝘪 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘥𝘢: 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘱𝘪ù 𝘴𝘱𝘦𝘴𝘴𝘰 è 𝘪𝘭 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘯𝘦 𝘦𝘥 𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘥𝘦𝘷𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘰𝘯𝘵à».
Non tutti i professori la pensavano così; ma i più conservatori - che tentavano di imporre la propria volontà contro quella del pubblico - si sarebbero trovati costretti prima o poi ad adattarsi, arrivando quindi in ritardo rispetto ai loro colleghi più avventurosi.
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🔹 Nel Gennaio 1911 una notizia rimbalzò su gran parte delle testate parigine: 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮𝘃𝗮 𝗶𝗹 𝘁𝗮𝗻𝗴𝗼.
Così testimoniava il giornalista:
𝘙𝘦𝘤𝘦𝘯𝘵𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘭𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘦𝘵à 𝘴𝘶𝘥𝘢𝘮𝘦𝘳𝘪𝘤𝘢𝘯𝘢 𝘩𝘢 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰 𝘯𝘦𝘪 𝘴𝘢𝘭𝘰𝘯𝘪 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘢𝘯𝘪, 𝘰𝘵𝘵𝘦𝘯𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘯 𝘴𝘶𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘪𝘨𝘪𝘰𝘴𝘰. 𝘕𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘧𝘪𝘦𝘳𝘪 𝘩𝘪𝘥𝘢𝘭𝘨𝘰𝘴 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘴𝘤𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘭 𝘳𝘶𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘪𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘰𝘳𝘪, 𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘥𝘳𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘤𝘢𝘳𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘪 𝘮𝘢𝘦𝘴𝘵𝘳𝘪 𝘥𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘪 𝘮𝘰𝘷𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰. 𝘌, 𝘰𝘨𝘨𝘪, 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘦𝘳𝘪𝘯𝘪 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘢𝘯𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘦𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘳𝘦𝘱𝘶𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘢 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘥𝘪𝘳𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘐𝘭 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳 𝘙𝘰𝘣𝘦𝘳𝘵, 𝘥𝘪𝘳𝘦𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘈𝘤𝘤𝘢𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘢𝘯𝘢, 𝘮𝘪 𝘩𝘢 𝘪𝘯𝘷𝘪𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘦𝘳𝘪 𝘢𝘥 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘭𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪. 𝘚𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘭𝘰 𝘴𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘰 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘪𝘦𝘷𝘦, 𝘧𝘦𝘤𝘦 𝘦𝘴𝘦𝘨𝘶𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰 𝘥𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘦 𝘣𝘪𝘰𝘯𝘥𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘤𝘢𝘱𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘤𝘪. 𝘌𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘱𝘪𝘦𝘨ò, 𝘴𝘤𝘰𝘮𝘱𝘰𝘯𝘦𝘯𝘥𝘰𝘭𝘦, 𝘭𝘦 𝘧𝘪𝘨𝘶𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘥𝘢, 𝘦𝘭𝘦𝘨𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘦 𝘱𝘪𝘶𝘵𝘵𝘰𝘴𝘵𝘰 𝘷𝘢𝘳𝘪𝘦. «È 𝙡𝙖𝙨𝙘𝙞𝙫𝙖 𝙦𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙗𝙖𝙨𝙩𝙖 𝙧𝙚𝙨𝙩𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙥𝙚𝙧ò 𝙘𝙤𝙣𝙫𝙚𝙣𝙞𝙚𝙣𝙩𝙚», 𝘢𝘴𝘴𝘪𝘤𝘶𝘳𝘢𝘷𝘢 𝘪𝘭 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳 𝘙𝘰𝘣𝘦𝘳𝘵.
Più d'uno dei maestri di allora fiutò l'opportunità e si mise al lavoro, ma Robert si mosse per primo ed in modo molto efficace. Non solo introdusse l'insegnamento del tango nelle sue classi, ma convocò a presenziare alle sue lezioni alcuni giornalisti, che naturalmente erano ghiotti di queste novità e diramarono ampiamente la notizia sulla stampa parigina. Per alcune settimane il nome di Robert comparve su un gran numero di testate francesi.
Inoltre Robert predispose una teoria del tango-danza, assicurandosi che questa venisse praticata sulla musica corretta. Per questo motivo pubblicò 𝗟𝗘 𝗩𝗥𝗔𝗜 𝗧𝗔𝗡𝗚𝗢 𝗔𝗥𝗚𝗘𝗡𝗧𝗜𝗡, il vero tango argentino, con la descrizione dei passi e la partitura di 𝗘𝗟 𝗖𝗛𝗢𝗖𝗟𝗢, un vero brano di tango argentino destinato a diventare ultra popolare a Parigi ed in Europa.
𝗦𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗮𝘀𝗰𝗶𝗰𝗼𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗲𝗱𝗲𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗼𝘁𝗼: 𝘂𝗻 𝗽𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝟭𝟵𝟭𝟭 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗺𝗶𝗿𝗮𝗰𝗼𝗹𝗼𝘀𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗺𝗶𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗶; 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶 𝘀𝗲𝗴𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼, è 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝗯𝘂𝗼𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵é 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗲𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲𝘁𝗮𝗿𝗶 𝗹'𝗵𝗮 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘂𝗿𝗼 𝗲𝗻𝗰𝗼𝗺𝗶𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲.
Le due persone che vedete raffigurate in posizione di ballo sulla copertina sono il professor L.Robert e Mistinguett, celeberrima stella del music-hall francese, che proprio nel Gennaio del 1911 si era prestata a posare con il giovane maestro per una serie di scatti in posizioni di tango.
🔹 Il giornalista continua:
𝐶𝑟𝑒𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑖 𝑏𝑎𝑙𝑙𝑖 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑟𝑖 𝑐h𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑠ì 𝑓𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝐴𝑚𝑒𝑟𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆𝑢𝑑, 𝑖𝑙 𝑡𝑎𝑛𝑔𝑜 𝑓𝑢 𝑎𝑑𝑜𝑡𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑎𝑙𝑡𝑎 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑒𝑡à, 𝑚𝑎 𝑟𝑖𝑝𝑢𝑙𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑖 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑣𝑜𝑙𝑔𝑎𝑟𝑖 𝑒 𝑡𝑟𝑖𝑣𝑖𝑎𝑙𝑖. «𝐿𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒», 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑏𝑎𝑙𝑙𝑎𝑣𝑎, «è 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑏𝑜𝑠𝑡𝑜𝑛 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑎𝑛𝑧𝑎: 𝑖𝑛 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑣𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑎𝑚𝑎, 𝑐h𝑒 𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑑𝑢𝑐𝑒 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎 𝑠é 𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑎𝑡𝑜». 𝐼𝑙 𝑡𝑎𝑛𝑔𝑜 è 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑓𝑖𝑔𝑢𝑟𝑒. 𝐿𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 è 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑒𝑔𝑔𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖; 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑣𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑖 𝑝𝑖𝑒𝑔𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑑𝑖𝑒𝑡𝑟𝑜 𝑒 𝑙𝑎 𝑑𝑎𝑚𝑎 𝑠𝑖 𝑝𝑖𝑒𝑔𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖. 𝐿𝑎 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑣𝑜𝑙𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑢𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑜, 𝑝𝑜𝑖 𝑠𝑢𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑜, 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎 𝑎𝑙𝑙’𝑎𝑚𝑒𝑟𝑖𝑐𝑎𝑛𝑎 𝑐h𝑒 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎. 𝑆𝑒𝑔𝑢𝑜𝑛𝑜 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑣𝑜𝑙𝑎𝑡𝑖, 𝑝𝑜𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑒𝑔𝑔𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑎 𝑠𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎, 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑖 𝑐h𝑒 𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑢𝑛 𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑐h𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑝𝑟𝑒 𝑒 𝑠𝑖 𝑐h𝑖𝑢𝑑𝑒. 𝐿𝑎 𝑑𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑜 𝑏𝑖𝑙𝑎𝑛𝑐𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑒𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑔𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑠𝑜 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑜. 𝐼𝑙 𝑡𝑎𝑛𝑔𝑜 𝑎𝑟𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜 𝑠𝑖 𝑑𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑠𝑢 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑢𝑠𝑖𝑐𝑎 𝑙𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑐h𝑒 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎 𝑙’h𝑎𝑏𝑎𝑛𝑒𝑟𝑎. 𝐼𝑛 𝐴𝑟𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑎 𝑒 𝑖𝑛 𝐵𝑟𝑎𝑠𝑖𝑙𝑒, 𝑙𝑎 𝑔𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑖𝑙 𝑡𝑎𝑛𝑔𝑜 𝑎𝑐𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑠𝑢𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐h𝑖𝑡𝑎𝑟𝑟𝑎. 𝐼𝑙 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝑣𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑖𝑎 𝑜𝑟𝑖𝑔𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑎 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑖𝑢𝑡𝑖. 𝐴 𝑚𝑒, 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑎𝑛𝑜, 𝑖𝑙 𝑡𝑎𝑛𝑔𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑎𝑛𝑡𝑎𝑠𝑖𝑒 𝑐𝑜𝑟𝑒𝑜𝑔𝑟𝑎𝑓𝑖𝑐h𝑒 𝑑𝑖 𝐿𝑎𝑣𝑎𝑙𝑙𝑖è𝑟𝑒, 𝑀𝑖𝑠𝑡𝑖𝑛𝑔𝑢𝑒𝑡𝑡 𝑒 𝑀𝑎𝑥 𝐷𝑒𝑎𝑟𝑙𝑦 𝑐h𝑒 𝑚𝑒𝑟𝑎𝑣𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑜, 𝑝𝑒𝑟ò 𝑝𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜𝑟𝑐𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜, 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑚𝑖𝑐h𝑒 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐h𝑒 𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑒𝑣𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑓𝑎𝑛𝑡𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐h𝑒 𝑐h𝑒 𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑝𝑖ù 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑔𝑖𝑛𝑛𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑐h𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑎𝑛𝑧𝑎.
Questo articolo ci dà diverse informazioni:
- Robert parla delle origini popolari del tango, ma non parla di postriboli; ancora per un paio d'anni nessuno, in Europa, avrebbe associato il tango ai postriboli. Robert riferiva di aver eliminato i movimenti "volgari", che non erano da considerare esclusiva dei postriboli ma piuttosto caratteristici del volgo, ossia del popolo meno raffinato.
- il tango insegnato da Robert era "lascivo senza diventare sconveniente"; difficile capire con precisione cosa intendesse tecnicamente, ma era chiara l'intenzione: titillare la curiosità di chi cercava emozioni forti, ma allo stesso tempo rassicurarli sul fatto che non sarebbero stati considerati riprovevoli per questo.
- il tango si ballava frontali, ma in certi momenti anche affiancati.
- non era previsto interrompere il ballo per eseguire movimenti da solo: il tango del prof. Robert richiedeva un movimento fluido e continuo.
- il primo passo che veniva insegnato era la camminata, a cui seguivano movimenti basati sugli incroci.
- la musica di tango era lenta ed aveva ritmo di habanera; se la sentissero i milongueri del 2000, non la identificherebbero come "tango" ma la interpreterebbero piuttosto come una "milonga lenta". Però i primi tanghi invece suonavano esattamente così.
- Robert precisa che a Buenos Aires lo strumento caratteristico del tango era la chitarra. In realtà a quel tempo Vicente Greco aveva già coniato da un anno il termine "orquesta típica" per definire come "tipica" la formazione comprendente anche il bandoneón; però si trattava di una novità ancora piuttosto recente.
- il giornalista sottolinea la distanza fra il tango insegnato da Robert ed il tango-show, che aveva già visto sul palcoscenico interpretato dalle soubrette dell'epoca, e che comprendeva atteggiamenti scenici ed acrobatici che nel tango di Robert non erano presenti.
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Era il principio del 1911.
Robert era assolutamente convinto che il tango avrebbe conquistato Parigi; mentre dalle pagine dei giornali il professor Charles Lefort, direttore dell’Accademia dei maestri di ballo, minimizzava e sosteneva che nessun tipo di tango avrebbe mai potuto incontrare i favori del pubblico parigino perché troppo complicato, Robert al contrario si dichiarava assolutamente sicuro che di lì a poco il tango argentino avrebbe rimpiazzato tutte le altre danze.
Robert aveva visto giusto e due anni dopo, nell'estate del 1913, non esisteva professore di ballo a Parigi che potesse ignorare il tango. Ma, allo stesso tempo, in quest'invasione la teoria di Robert era destinata a perdere il vantaggio del primato. Annegò sommersa da un'enormità di altre teorie, pubblicate da tutti gli ultimi arrivati che si affastellarono fino al Carnevale del 1914.
Come sempre, per chi ha letto fino in fondo, lascio qui in regalo il link alla copia digitalizzata del fascicolo che mostro in foto. Lo trovate nel primo commento.