
28/03/2025
Ed ecco qui un altro significativo ritrovamento!!
Ho dovuto aspettarlo un po', perché la spedizione ha transitato da New York ad Indianapolis, poi a Chicago ed infine a Milano prima di arrivare a casa mia un mese dopo. Ma ne valeva la pena, perché si tratta di un libro molto particolare. Secondo Worldcat, il sistema bibliotecario mondiale ne conserva 36 copie in tutto, di cui solo 2 in Europa (Germania e Spagna), e tutte le altre in Nordamerica.
🧿 𝗧𝗛𝗘 𝗧𝗔𝗡𝗚𝗢 𝗔𝗡𝗗 𝗢𝗧𝗛𝗘𝗥 𝗨𝗣-𝗧𝗢-𝗗𝗔𝗧𝗘 𝗗𝗔𝗡𝗖𝗘𝗦, ovvero "il tango ed altri balli alla moda" è un manuale di ballo americano, pubblicato nel 1914, e dedicato ad istruire i lettori sui numerosi balli moderni entrati in voga in quel periodo tra cui la maxixe, l'one step, l'hesitation e - naturalmente - il tango! Sì, perché la tangofollia che in Europa aveva contagiato Parigi e tutto il Vecchio Continente, parallelamente oltrooceano si era diffusa ed aveva fatto proseliti anche a New York.
L'autore J.S.Hopkins ci tiene a sottolineare che il libro è illustrato con numerose fotografie di posa, a cui si erano prestati importanti artisti ballerini di quel periodo, per dimostrare ai lettori i diversi passi delle nuove danze da essi insegnate.
Tra questi maestri meritano di essere menzionati i celeberrimi Vernon e Irene Castle, innovatori e trendsetter, che all'uscita di questo libro erano già riusciti da qualche anno nell'ardua missione di rendere "accettabili" al pubblico bianco benestante di New York i balli delle comunità "underground" afroamericane della Grande Mela, ovvero i balli del ragtime e successivamente il foxtrot. Nei loro show i Castle si facevano sempre accompagnare da un'orchestra interamente nera: quest'idea sarebbe diventata abbastanza comune nella seconda metà degli anni '20, ma all'inizio degli anni '10 era decisamente audace e provocatoria. Per dare un'idea dell'importanza di questi personaggi, quando negli anni '30 venne prodotto un film che raccontava la vita dei Castle, per interpretare i due artisti nella pellicola fu scelta una coppia di analoga grandezza: Fred Astaire e Ginger Rogers.
🔹 E il tango?
I Castle naturalmente, da professionisti del ballo, conoscevano bene anche il tango argentino che però nel 1914 - come sappiamo - era nel pieno della bufera dello scandalo e delle condanne di indecenza.
Risolsero il problema a modo loro: per mettersi al riparo da qualunque critica inventarono una variante del tango che si ballava staccati, senza toccarsi. Anzi, la posizione era precisamente denominata "arms akimbo", ossia ognuno dei due ballerini teneva le mani appoggiate sui propri fianchi. Nessuno avrebbe potuto dubitare dell'onestà morale dei ballerini! I passi eseguiti erano però esattamente quelli del tango, nella versione codificata dai maestri di Parigi. Battezzarono quest'idea INNOVATION TANGO e - per completare l'opera - il direttore della loro orchestra, James Reese Europe, compose un brano appositamente dedicato: il CASTLE INNOVATION TANGO.
Del resto il tango dei Castle, a quanto riferisce la stessa Irene, aveva “il senso dell’umorismo che permeava tutta la nostra danza: il grande senso di gioia frizzante che condividevamo quando ballavamo”. Il loro tango era puro divertimento. "Se Vernon mi avesse mai guardato negli occhi con ardente passione durante il tango", ha ricordato Irene, "credo che saremmo scoppiati entrambi a ridere".
🔹 A parte questa curiosità.. nuevista 😉 (che anticipava di cento anni il "tango fusion" di Sonja Armisen) il manuale descrive diffusamente anche altre versioni del tango, come per esempio quella insegnata dal maestro americano Maurice Mouvet con la sua moglie e partner Florence Walton.
Mouvet, nato a Brooklyn da genitori originari del Belgio, visse la sua giovinezza a Parigi e proprio lì divenne famoso proponendo la sua versione della "danse Apache", una HIT mondiale del primo Novecento che ispirò innumerevoli artisti, tra cui Rodolfo Valentino, e naturalmente anche innumerevoli parodie tra cui quella del nostro Totò. La danza Apache di Mouvet iniziava con un valzer lento per diventare poco alla volta una performance acrobatica (e pericolosa) in cui la sua partner roteava attorno a lui, appesa al suo collo. Questo numero di gran successo gli diede abbastanza popolarità da ottenere un ingaggio a New York, dove conobbe Florence Walton iniziando poi a lavorare con lei.
Com'era il tango di Mouvet?
Il punto di riferimento era sempre il tango codificato a Parigi, che si componeva di un insieme di elementi "base" più una varietà quasi infinita di variazioni che dipendevano da maestro a maestro. Nel libro vengono esposti otto elementi di base, di cui il primo era naturalmente una camminata in quattro passi. Una delle caratteristiche riportate dal libro era l’uso del "toe point", un abbellimento che consisteva nell'estendere il piede in avanti, mantenendo la punta a contatto con il pavimento e conservando una postura elegante. Le sequenze di camminata terminavano con un toe point - o anche più di uno, a volte avanti e a volte indietro - per enfatizzare il ritmo della danza. Le sequenze dovevano essere eseguite con un movimento fluido ed una transizione senza interruzioni.
La stessa camminata poteva essere eseguita in un semicerchio invece che proseguendo diritti, prima in una direzione e poi nella direzione opposta (l'uomo arretra). Un altro abbellimento consisteva nell'inclinare la testa e le spalle verso il piede che si estendeva nel "toe point". Altri passi prevedevano di incrociare una gamba davanti o dietro l'altra, come nell'"ocho" del nostro tango contemporaneo, con la piccola ma rilevante differenza che questi movimenti non venivano eseguiti dissociando il busto, di conseguenza il torso dei ballerini seguiva sempre la direzione delle gambe. Infine un movimento descritto nelle teorie francesi, a cui Mouvet si ispirava, prevedeva di "scacciare" un piede con l'altro, ossia appoggiare la punta di un piede dietro il tacco dell'altro piede e contemporaneamente muovere il secondo in avanti come se fosse stato "scacciato" dal primo.
L'autore ci tiene a precisare che il tango non può essere ballato correttamente su nessuna musica che non sia un VERO tango argentino - opinione che non tutti condividevano, difatti era diffusa anche l'opinione opposta, ossia che in mancanza di un vero tango argentino potesse fare al caso anche un one-step o un altro brano in 4/4 ben ritmato.
🔹 Ma veniamo all'insegnamento del tango argentino "originale": sì, perché questo manuale, dopo aver parlato del tango dei Castle, del tango di Mouvet e quello di un altro insegnante di nome Santley, dedica un paragrafo anche a descrivere il tango così come è ballato nel Paese dov'è nato.
Una caratteristica che distingue il tango argentino da quello parigino è nel modo di muovere il piede, che deve scivolare sul pavimento. L'autore precisa che questa attenzione deve essere posta "in tutte le figure e si dovrebbe praticare questo movimento per renderlo lungo e circolare da dietro in avanti o da avanti a dietro, a seconda del modo in cui si procede." Inoltre l'autore specifica che, a differenza della tenuta classica dei balli di coppia che prevedeva di ballare con piedi e ginocchia aperte, nel tango all'opposto sia le punte dei piedi che le ginocchia devono essere rivolte più verso l'interno che verso l'esterno.
Anche i passi del tango argentino vengono descritti come combinazioni di camminate ed incroci, ma nella camminata viene precisato che oltre a scivolare sul pavimento deve essere cadenzata con un piccolissimo "tuffo" in avanti, in alcuni precisi momenti della sequenza.
✨ Per concludere, riporto un paio di passi dell'introduzione in cui l'autore esprime la sua posizione rispetto alle polemiche sui nuovi balli.
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Alcune persone sostengono che queste nuove danze siano inopportune e immorali. Per dimostrare la loro tesi, fanno notare che molte di queste danze sono state proibite in diverse città del mondo. In difesa di queste nuove danze, dirò che sono altrettanto appropriate – anzi, alcune lo sono persino di più – rispetto al Two Step o al Valzer, che sono universalmente accettati. Il motivo per cui vengono vietate dipende dalla posizione assunta dai ballerini; è quindi evidente che non sia la danza in sé ad essere inappropriata, ma piuttosto il modo in cui viene eseguita.
(...)
Queste danze vengono chiamate 'grottesche', ossia danze "strane" o giocose. Ma questo non vuol dire che debbano essere eseguite in modo grottesco con il corpo. Quando le ballate – almeno fino a quando non ne avrete pieno controllo – immaginate di avere un bicchiere d'acqua sulla testa e che l'obiettivo della danza sia evitare di versarne il contenuto. Questo aiuterà a mantenere il corpo eretto dalla vita in su, lasciando che siano i piedi a eseguire i passi invece del corpo.
(...)
Coloro che ballano queste danze (e le ballano correttamente), scopriranno di ricevere qualcosa di più del semplice piacere del ballo, poiché alcuni dotti medici ritengono che queste danze abbiano effetti migliori di un corso di cultura fisica. Il motivo è perché mettono in gioco muscoli che nelle danze ordinarie e negli esercizi fisici sono dormienti: quindi mentre ci si diverte, allo stesso tempo si rafforzano anche parti del corpo raramente utilizzate. Certo per diventare competenti è necessaria la pratica, come in ogni altra cosa, ma se le regole e le posizioni vengono attentamente osservate, si incontreranno pochissimi ostacoli nel diventare un adepto dei nuovi balli, poiché il nostro obiettivo è rendere le danze il più semplici e complete possibile.
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REGALO per chi ha letto fino in fondo: potete trovare nel primo commento del post originale (non nelle condivisioni) il link alla versione digitalizzata del libro.