Bollettino della Madonna delle Grazie di Udine

Bollettino della Madonna delle Grazie di Udine Il Bollettino della Madonna delle Grazie è da più di cento anni la voce del Santuario di Udine. Grazie - gestione bollettino. Francesco M.

Il Bollettino della Madonna delle Grazie è da più di cento anni la voce del Santuario di Udine, per i suoi tantissimi fedeli sparsi nel Friuli e nel mondo. Racconta i tanti aspetti della Fede in Cristo e della devozione alla Vergine Maria, oltre alle attività della comunità dei Servi di Maria che regge il Santuario. La sua pubblicazione e la spedizione per 6 sei numeri annui costa alla redazione €

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Basilica Beata Vergine delle Grazie
Piazza I Maggio 24 - 33100 Udine
Tel. +39 0432 501739 - Fax +39 0432 26004
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Amministratore
P. Polotto osm

Direttore Responsabile
Lisa Zancaner

Grafica e Impaginazione
AFIP - Udine - [email protected]

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Litografia Ponte - Talmassons (UD) Italia.

13/11/2025

"Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza."
(Gv. 10,10)

Maria Madre di Misericordia di Paola Furlan dal boll. n. 966  n. 5/2015 Settembre-OttobreL'Anno Santo della Misericordia...
12/11/2025

Maria Madre di Misericordia
di Paola Furlan

dal boll. n. 966 n. 5/2015 Settembre-Ottobre

L'Anno Santo della Misericordia, annunciato da Papa Francesco con la Bolla di indizione Misericordiae Vultus, è ormai prossimo. Nella Chiesa fervono i preparativi, le iniziative e le attese per questo tempo di speciale grazia effusa su tutti. Ne vedremo i frutti se ci disporremo ad accoglierla con umiltà e contrizione di cuore, desiderosi di sincera conversione.

Come noto, il Giubileo avrà inizio l’8 dicembre 2015, Solennità dell’Immacolata Concezione, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, a Roma. La Domenica successiva, terza d’Avvento, verrà aperta la Porta Santa della Cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano, e un’uguale Porta della Misericordia sarà dischiusa nelle Cattedrali delle Chiese particolari di tutto il mondo, come segno visibile di comunione. In un secondo momento saranno aperte le Porte Sante delle altre Basiliche papali, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura, rispettivamente il 1° e il 25 gennaio 2016.

Il giorno d’inizio dell’Anno giubilare vuole ricordare un evento carico di significato nella storia ecclesiale più recente, ossia il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Ancor più significativo è però il motivo teologico che sta alla base della scelta di questo giorno e che lo stesso Pontefice sottolinea nella Bolla di indizione.
Nell’Immacolata Concezione egli vede all’opera l’agire misericordioso di Dio che dinanzi alla gravità del peccato commesso dai nostri progenitori non abbandona l’umanità in balia del male, ma ci dona la Vergine, preservata dal peccato originale per essere la Madre del nostro Redentore.
Quest’opera di misericordia è appunto scolpita nei riquadri superiori della Porta Santa della Basilica di San Pietro: rispettivamente nell’anta bronzea sinistra e destra sono raffigurati l’episodio della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden (cfr. Gn 3,23) e l’evento in cui l’arcangelo Gabriele annuncia a Maria il suo divino concepimento (cfr. Lc 1,26-31).

Grazie all’attributo della Sua Misericordia, Dio si è fatto carne in Gesù, per soccorrerci e salvarci, riconciliandoci con Lui. Maria è sempre accanto al Figlio, una sola cosa con Lui e con l’albero di Vita che è la Croce, come la vediamo raffigurata nella Porta Santa di san Giovanni in Laterano. Cooperatrice indispensabile della Redenzione, la Vergine è misericordia essa stessa, non solo in senso strumentale, in quanto con il suo fiat ha acconsentito a generare il Salvatore, ma anche ontologico, poiché è stata preservata nel suo essere creaturale dal peccato originale per divenire la Madre della Misericordia.

È per questo che nell’Anno Santo in cui siamo invitati a contemplare il mistero di Gesù Cristo, Volto della Misericordia del Padre, e a divenire misericordiosi come Lui, non possiamo non contemplare anche il volto dell’Immacolata, imitarne la pietà e pregarla come Madre di Misericordia di salvezza.

Facciamo quindi nostro l’auspicio di Papa Francesco, affinché la dolcezza dello sguardo della Madonna ci accompagni in questo tempo di grazia e tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio, ma condividiamo anche le attese di San Pio X, espresse nella lettera enciclica Ad diem illum laetissimum e oggi più che mai attuali. Con parole profetiche che sembrano rivolgersi ai nostri tempi, in occasione del cinquantenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, egli esprime la grande speranza che “sotto gli auspici dell’Immacolata Vergine, molti che si sono miserabilmente separati da Gesù Cristo, torneranno a Lui e che rifiorirà nel popolo cristiano l’amore delle virtù e l’ardore della pietà. […] Certamente – scrive il pontefice - noi viviamo in un’epoca triste e abbiamo il diritto di lamentarci con le parole del Profeta: «Non c’è più verità, non c’è più misericordia, non c’è più scienza sulla terra.

La maledizione e la menzogna e l’omicidio e il furto e l’adulterio, invadono ogni cosa». Ciononostante, in questo che si può chiamare un diluvio di male, l’occhio contempla, simile a un arcobaleno, la Vergine misericordiosa arbitra di pace tra Dio e gli uomini. «Io porrò un arco nelle nuvole e sarà un segno d’alleanza tra me e la terra». Si scateni dunque la tempesta e una densa oscurità invada il cielo: nessuno deve tremare; la vista di Maria placherà Iddio ed Egli perdonerà. «L’arcobaleno sarà nelle nuvole e nel vederlo io mi ricorderò del patto eterno. E non ci sarà più diluvio per ingoiare la carne del mondo».“

San Pio X paragona la Vergine all’arcobaleno, simbolo biblico del perdono di Dio e quindi della Sua Misericordia. L’iride presentata a Noè, dopo il diluvio, come segno dell’alleanza tra Dio e l’uomo (cfr. Gn 9,12-17) è infatti considerata una prefigurazione della Madonna. Sant’Antonio da Padova nei suoi Sermoni afferma che Maria fu arcobaleno spendente nel concepimento del Verbo: “In questo giorno il Figlio di Dio, sole di giustizia, entrò nella nube, cioè nel seno della Vergine gloriosa, e questa diventò quasi un arcobaleno, segno dell’alleanza, della pace e della riconciliazione, tra le nuvole della gloria, cioè tra Dio e i peccatori.[…]

Di quest’arco dice l’Ecclesiastico: «Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto: è bellissimo nel suo splendore. Avvolge il cielo con un cerchio di gloria» (Sir 43,12-13). Contempla l’arcobaleno, considera cioè la bellezza, la santità, la dignità della beata Vergine Maria e benedici con il cuore, con la bocca e con le opere il suo Figlio, che così l’ha voluta. È veramente stupenda nello splendore della sua santità, sopra tutte le figlie di Dio. Ella avvolse il cielo, cioè circondò la divinità, con un cerchio di gloria, vale a dire con la sua gloriosa umanità.”.

La Vergine Madre è come l’arcobaleno che unisce la Terra al Cielo. In lei la Misericordia di cui è pervasa si manifesta in un tripudio di colori, come le gocce d’acqua che attraversate dalla luce bianca ne rivelano le componenti cromatiche. Esse non creano i colori della luce ma li palesano, similmente Maria non è l’origine della Misericordia, ma la manifesta nel suo essere e nel frutto del suo grembo, da lei offerto al Padre per tutti noi.

Dopo la sua assunzione continua a manifestarla nel suo esserci sempre accanto, come nostra Madre sollecita, pietosa e compassionevole, oltre la sua vita terrena, di generazione in generazione. In una delle sue apparizioni a Santa Brigida di Svezia, come da lei riferito, la Vergine Maria significativamente così si descrive: «Ora, sono la Vergine che assiste al di sopra del mondo in continua preghiera, come sulle nuvole dell'arcobaleno che sembra tendere verso la terra e toccarla con le estremità.

L'arcobaleno sono io, io che, attraverso la preghiera, mi piego e mi abbasso verso gli abitanti della terra, sia buoni sia cattivi. Mi chino verso i buoni, affinché siano fermi e costanti nelle cose comandate loro dalla Santa Chiesa, e verso i cattivi perché non avanzino nella loro cattiveria».

Riconoscere questa sua continua opera in favore di tutti i suoi figli e sostenerla è, a mio avviso, un modo di collaborare al disegno misericordioso del Signore. In questo senso ho accolto con gioia il fatto che la Bolla di indizione del Giubileo consenta, a scelta del Vescovo locale, l’apertura di una Porta Santa anche nei Santuari e il riferimento del nostro Arcivescovo, nella sua lettera pastorale per vivere l’Anno della Misericordia, all’importanza dei “luoghi santi”, frequentati da coloro che sono alla ricerca di una sosta spirituale e di un incontro con il Signore attraverso il sacramento della Riconciliazione.

È infatti in questi luoghi che si fa particolarmente viva e sensibile la presenza materna della Vergine per toccare i nostri cuori, invitarci alla conversione, sostenerci nelle prove, avvisarci dei pericoli e proteggerci. Certamente non tutti i Santuari sono intitolati a lei, ma tra questi sono numerosi i luoghi di spiritualità, piccoli o grandi, legati alla devozione mariana, sempre presenti nel popoli di fede cristiana, tanto che ogni nazione e Chiesa particolare ha i suoi. In questa Diocesi sono ad esempio molto noti i Santuari della Beata Vergine delle Grazie, della Madonna missionaria di Tricesimo, della Beata Vergine di Castelmonte e della Madonna del Lussari, quest’ultimo meta di pellegrinaggi dei popoli di confine, Friulani, Sloveni e Carinziani, ma mi è caro menzionare anche Porzûs di Attimis, un piccolo luogo di spiritualità mariana. Quest’anno esso ricorda i centossessanta anni dall’evento che la fede popolare custodisce e presenta come apparizione della Vergine Maria a una bambina, Teresa Dush, a cui viene affidato un messaggio di invito alla conversione attraverso l’osservanza dei comandamenti di santificare il Giorno del Signore e il Suo nome.

Anche senza l’apertura ufficiale di una Porta Santa, tutti questi luoghi, grazie ai loro custodi, continuano a costituire i nodi di una vera e propria rete di misericordia, voluta dal Signore e tessuta dalla Madre per raccogliere e soccorrere i suoi figli dispersi, e che ricorda quella con cui Pietro compie la pesca miracolosa alla presenza del Signore Risorto (cfr Gv 21,11-14).

La Madonna, che le litanie lauretane definiscono Ianua Coeli è veramente la Porta Santa che ci introduce al Paradiso, sotto il cui architrave ci raduna, indicandoci il Cristo Risorto, gesto con cui è scolpita nella porta della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Nella foto: La Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, opera dello scultore Floriano Bodini per il Giubileo del 2000.

Ca**tà di p. Francesco Polottodal boll. n. 960  n. 5/2014 Settembre-OttobreL’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato ha indet...
05/11/2025

Ca**tà
di p. Francesco Polotto

dal boll. n. 960 n. 5/2014 Settembre-Ottobre

L’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato ha indetto per quest’anno sociale l’ “anno della ca**tà” introducendolo con una lettera pastorale rivolta all’arcidiocesi di Udine, dal titolo evangelico molto significativo: “Rimanete nel mio amore” (Vangelo di Giovanni 15, 9).
Questa lettera pastorale fa seguito alle lettere degli anni precedenti: nel 2012 il titolo della lettera pastorale era “Ho creduto, perciò ho parlato” e ha accompagnato l’ “anno delle fede” orientato verso una forte presa di coscienza della responsabilità della Chiesa, delle famiglie e dei singoli nel trasmettere la fede e nell’educare alla fede i ragazzi e i giovani. Nel 2013 il titolo era “Cristo, nostra speranza”, un anno aperto alla riflessione sulla speranza, guardando avanti con gli occhi non del mondo, ma del vangelo, e quindi con gli occhi di Cristo. Sembra strano parlare di speranza in un contesto sociale dove tutto induce a credere che, se la speranza esiste, abita da un’altra parte, ma è proprio questo lo scandalo del cristiano: quando la situazione si fa dura, la Chiesa attinge forza per guardare avanti dal vangelo di Gesù Cristo che è e rimane sempre “la nostra speranza”.
Nel vangelo di Luca c’è un passaggio che mi ha sempre affascinato: per due volte Gesù annuncia la sua passione (9, 22; 44) senza che gli apostoli capiscano; dopo il secondo annuncio, e prendendo ad esempio di fiducia e umiltà un bambino, mentre i discepoli discutevano su chi fosse il più grande, il testo dice che Gesù “prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (9,51b). Ora andare a Gerusalemme significa andare incontro alla persecuzione e alla morte già minacciata dai sacerdoti e dai capi del popolo, tuttavia la fiducia di Gesù in quel Dio che si è rivelato Padre vicino e partecipe, come insegna nella preghiera (11, 1-4), lo porta a realizzare il progetto di salire a Gerusalemme, che è come salire sulla croce. Gesù sa che il Padre gli è accanto: la speranza rifulge in tutto l’agire terreno di Gesù di Nazaret e l’amore lo rende capace di decidere di “andare a Gerusalemme”, e in questo agire quotidiano si rivela il meraviglioso progetto di Dio Padre realizzato in Gesù.
La lettera pastorale “Rimanete nel mio amore” sulla ca**tà apre al cuore stesso della Chiesa. L’arcivescovo si interroga, e noi con lui, se sappiamo che cosa è “amore” e cosa significhi “ca**tà” e ci invita a non fare confusione perché nella nostra società i due termini sono molto usati, ma con significati assolutamente profani e laici. Il cristiano sa che per comprendere il significato di vivere l’amore e la ca**tà è necessario lasciarsi guidare dalla Sacra Scrittura. E’ la Sacra Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, che l’arcivescovo scruta per offrirci la sua riflessione e vedendo nella Chiesa il luogo nel quale si mostrano i frutti della ca**tà: la frequenza ai sacramenti, la Messa domenicale, la confessione, la preghiera sono i doni privilegiati da cui attingere per riempire il cuore di amore.
E’ ovvio che la lettera pastorale “Rimanete nel mio amore”, parli della famiglia come luogo centrale di formazione all’amore e alla ca**tà: come dice al paragrafo 12 “La ca**tà va “fatta”, cioè tradotta in azioni concrete” e va “imparata”. Nella Chiesa locale, e in famiglia, si possono vedere i frutti della ca**tà, anche nei casi più dolorosi: la ca**tà lenisce e cura ferite sanguinanti, rapporti spenti, divisioni subite e imposte, offre perdono e accoglienza, senza chiudere mai le porte.
È la famiglia che insegna l’amore e la ca**tà nella misura in cui i genitori si sforzano di vivere l’amore coniugale e familiare con semplicità e tenerezza come ci viene indicato nella Bibbia, e lo insegnano ai figli, dalla nascita e durante la crescita, senza paura e false preoccupazioni di togliere libertà ai figli.
È una cosa strana, ma sembra che per tanti genitori la libertà dei figli adolescenti consista soltanto nell’abbandonare la Chiesa, i Sacramenti, nel dirsi atei o, come ho potuto dialogare con un giovane, che si deve credere solo a ciò che è razionale. L’uomo è libero quando abbandona Dio? Non è forse per aver abbandonato Dio che l’uomo ha perduto il suo orientamento di vita e, oggi più che mai, perfino il valore fondamentale della famiglia viene messo in discussione, ma prima ancora, è in discussione l’essere uomo e donna, maschio e femmina? E’ nella libertà di cercare dentro se stessi che i giovani trovano Dio e la dimensione di essere uomini e donne. La famiglia è per i figli la scuola indispensabile di fede, speranza e ca**tà, amore, libertà, fiducia e accoglienza: questi sono i cardini della vita fin dai primi istanti; da adulti ringrazieranno perché sono cresciuti da uomini e donne che sanno cosa sia l’amore e la vera libertà. Se i figli non imparano queste cose in famiglia, non le impareranno mai e quando l’adolescenza si farà sentire con la sua forza dirompente e meravigliosa di crescita e di presa di coscienza di sé, l’individualismo disumanizzante può prendere il sopravvento in tanti giovani, non in tutti, ma in tanti, con il risultato che abbiamo, purtroppo, sotto gli occhi: coltivano una volontà di prevaricazione e di potere sugli altri, si lasciano dominare dalla libidine della merce e del possesso, con l’ansia di soddisfare la dittatura del tempo che vuole tutto e subito. Il futuro di questa nuova umanità sarà triste e pesante perché una cosa è parlare e discutere di amore e di principi, di cultura, anche religiosa e cristiana, come avviene a scuola, altra cosa è vivere l’amore che si fa dono, la libertà che è accoglienza dell’altro riconosciuto “uguale a me”.
I giovani hanno una grandissima potenzialità spirituale che li spinge ad amare e a donarsi, e sanno essere meravigliosi, come hanno commosso ultimamente a Genova, e la spinta al bene e alla ca**tà sembra essere quasi la loro natura originaria, come lo è per tutti gli uomini: coltivare la ca**tà e l’amore creando possibilità di bene e di bello sarà il futuro dell’umanità, secondo il progetto di Dio: questa è nuova umanità. Aiutare a cercare il senso profondo della vita, da dove veniamo e dove andiamo, ci fa incontrare con il Dio biblico, il Padre di Gesù Cristo, che libera e che fa percorrere un nuovo esodo uscendo dalle schiavitù.
Oggi si fa di tutto per togliere ogni riferimento a Dio nella vita personale, nella famiglia e nella società, anzi sembra che per essere “socialmente corretti”, sia necessario fare una specie di professione di ateismo, e non ci si rende conto che senza Dio annulliamo l’uomo, spegniamo l’uomo nei suoi desideri e sogni e l’uomo senza più desideri e sogni è un uomo morto. Mi sembra che la lettera pastorale dell’Arcivescovo esca dagli ambiti della Chiesa locale, per farsi voce di tanti uomini e donne del nostro tempo, con un sguardo di fede, speranza e ca**tà sul futuro di chi cerca di vivere la vita come dono di Dio secondo la spirito buono del Vangelo.

Nella foto: La Ca**tà. Di William-Adolphe Bouguereau. 1878.

24/10/2025

𝗗𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗮 𝟮𝟲 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲 𝗨𝗱𝗶𝗻𝗲 𝗿𝗶𝗻𝗻𝗼𝘃𝗮 𝗶𝗹 𝗩𝗼𝘁𝗼 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗼

Domenica 26 ottobre alle ore 17 nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie, a Udine, si rinnova il Voto della città di Udine alla "sua" Madonna, la Beata Vergine delle Grazie.

La celebrazione, presieduta dall'arcivescovo mons. Riccardo Lamba, vedrà concelebrare tutti i parroci della città.

https://www.youtube.com/watch?v=M_VHtl0fUes
21/10/2025

https://www.youtube.com/watch?v=M_VHtl0fUes

Perché dovrei ascoltare Dio? Una domanda che merita una risposta onesta.Un mese fa ho pubblicato un video su come ascoltare la voce di Dio, ma un commento mi...

16/10/2025

Venerdì 17 ottobre - ore 19.00
CONCERTO: “A passo di swing”.
A cura del Gruppo vocale “Allegre con Brio” (Passons - Udine).
Direttirce: Elisa Rosignoli; Pianoforte: Giovanni Molaro.
Brani dell’età d’oro dello swing italiano.

15/10/2025

Maestro dell’altare di Halle (1488): Madonna con Bambino. Magdeburg, Wallonerkirche, proveniente dalla chiesa dei Servi di Maria di Halle (Germania).

14/10/2025

Sarà la rinnovata pieve udinese di Santa Maria in Castello, sul colle che domina la città, a ospitare martedì 14 ottobre, alle 18, la veglia di preghiera per la pace che sarà presieduta dall’arcivescovo di Udine mons. Riccardo Lamba. «Sappiamo che la pace è un dono di Dio», afferma lo stess...

L' intelligenza artificiale e le sue implicazioni etiche.di Francesco CandoniBollettino n. 1026 - n. 4 Luglio-Agosto - 2...
13/10/2025

L' intelligenza artificiale e le sue implicazioni etiche.
di Francesco Candoni
Bollettino n. 1026 - n. 4 Luglio-Agosto - 2025 - anno CV

Il tema scottante è l’intelligenza artificiale (IA), ma sarebbe bene parlare al plurale, perché sono infatti tante le IA nel mondo: tra i modelli più efficienti, qualche decina, annoveriamo le celebri Gemini e ChatGPT, e pure l’italiana Vitruvian.
Sulla trasparenza di questi strumenti possono esserci notevoli differenze: i modelli proprietari, come ChatGPT e Gemini, non rendono pubblici né i pesi né il codice adottato, mentre i modelli open source offrono visibilità sui pesi e sui dati, permettendo una maggiore trasparenza, ma presentano possibili rischi se le loro banche dati includono dati sensibili. Quello della privacy è solo uno degli argomenti che interessano nel dibattito sulle IA, perché le potenzialità di questi mezzi sono note ormai a tutti, e sono talmente grandi da mettere in discussione persino la nostra stessa idea di intelligenza umana. A tal proposito, viene in mente la frase di Joseph Wood Krutch, saggista americano, che affermò in tempi non sospetti “Man mano che le macchine diventeranno sempre più simili agli uomini, gli uomini diventeranno sempre più simili alle macchine”.
Attualmente non esistono dati statistici solidi che confrontino direttamente il livello di fiducia nell’intelligenza artificiale tra credenti e atei. Tuttavia, alcune ricerche offrono indizi utili per comprendere come la religiosità può influenzare la percezione dell’IA. Uno studio condotto su studenti in Polonia e nel Regno Unito (1) ha rilevato che una frequenza più alta di pratiche religiose è associata a una maggiore fiducia nell’IA. Sempre nello stesso studio si suggerisce che, quando il pensiero religioso è più acceso, alcune persone mostrano una maggiore accettazione dell’IA per decisioni oggettive, anche se si affida meno per quelle soggettive o emotive. Al contrario in un sondaggio condotto su 1.500 adulti USA (2), solo il 28 % dei cristiani si dichiara speranzoso riguardo al potenziale positivo dell’IA, rispetto al 39 % dei non credenti, e riguardo all’uso dell’IA nelle pratiche della Chiesa, solo il 20 % è favorevole; ben il 52 % è contrario e circa il 27 % è incerto.
Queste tendenze apparentemente incongruenti tra cristiani di diverse nazioni possono suggerire che non è tanto la religione a influenzare la fiducia nell’intelligenza artificiale, quanto altri elementi socio-culturali.
Tuttavia, possiamo dire che i cristiani, anche i più avvezzi alle nuove tecnologie, dovrebbero teoricamente avere un approccio più riflessivo all’intelligenza artificiale (3), e non considerarla la panacea per tutti i problemi o un idolo da venerare.
Questo atteggiamento di vigile discernimento non riguarda solo noi, ma è condiviso dalle principali religioni del mondo (musulmani, ebrei, induisti e buddisti), come ho potuto indagare nel mio libro “Cara ChatGPT ti scrivo”: le IA, per tutti i credenti, non sono strumenti in grado di sostituire l’uomo nella sua dimensione più profonda e spirituale.
Quello che invece, e direi purtroppo, stiamo osservando nella nostra società è il proliferare di un approccio fideistico, senza senso critico, alle IA. Spesso questo avviene proprio nei luoghi di formazione della persona, cioè le nostre scuole. C’è da dire che molto spesso, più che di dolo, si tratta semplicemente di pigrizia: sono noti alcuni casi di studenti, di età diverse, balzati in tempi recenti agli onori della cronaca come autori di incredibili strafalcioni, proprio perché invece di fare i compiti personalmente li affidano, senza alcun controllo, all’IA di turno.
A mio avviso sarebbe però sbagliato sminuire e derubricare ad asinerie adolescenziali questi episodi, perché se le nuove generazioni non impareranno a dubitare di quello che producono questi strumenti, se la scuola non riuscirà ad orientare gli alunni al loro uso consapevole, avremo presto una popolazione incapace di distinguere il vero dal falso. Un problema che è sempre più sentito con il proliferare nei social di immagini e contenuti falsi, un pericolo troppo spesso sottovalutato e che rischia di manipolare l’opinione pubblica con grandi ricadute politiche e sociali.
Lo scorso 17 giugno Papa Leone XIV, con il suo messaggio ufficiale alla Seconda Conferenza annuale su Intelligenza Artificiale, Etica e Governance d’Impresa, ha giustamente enfatizzato il parallelismo tra Rivoluzione delle IA e Rivoluzione Industriale, mettendoci in guardia sui rischi per il lavoro, la dignità umana e la giustizia. Ha ribadito che l’IA è uno “strumento” e la sua condotta dipende dall’intenzione umana, auspicando una governance responsabile.
La forza etica di queste intelligenze artificiali, come ribadito dai documenti del Vaticano (4) e della CEI, dipende dalle intenzioni di chi la usa. C’è una considerazione che dovrebbe dominare su tutte le altre nel nostro dibattito: il grande limite dell’IA, l’incapacità di fare una riflessione su sé stessa. Le intelligenze artificiali sono potenti, ma non sono coscienti. Per quanto possa diventare tecnologico il nostro futuro, a fare i conti con la nostra coscienza non verremo mai aiutati da questi potenti strumenti di calcolo, ma saremo sempre, felicemente o infelicemente, da soli.

Riferimenti e note
1. How sociodemographic factors relate to trust in artificial intelligence among students in Poland and the United Kingdom (Jarosław Kozak, Stanisław Fel, 20 Novembre 2024)
2. Cristiani sospettosi dell’intelligenza artificiale in chiesa (Riforma, 18 dicembre 2023)
3. Artificial Intelligence: Principles and Priorities. Lettera al Congresso degli Stati Uniti (Vescovo William D. Byrne, 9 giugno 2025)
4. Nota dottrinale Antiqua et Nova (Santa Sede, 28 gennaio 2025)

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10/10/2025

ESORTAZIONE APOSTOLICA DILEXI TE DEL SANTO PADRE LEONE XIV SULL’AMORE VERSO I POVERI [ Multimedia ] _________________________

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