12/11/2025
Maria Madre di Misericordia
di Paola Furlan
dal boll. n. 966 n. 5/2015 Settembre-Ottobre
L'Anno Santo della Misericordia, annunciato da Papa Francesco con la Bolla di indizione Misericordiae Vultus, è ormai prossimo. Nella Chiesa fervono i preparativi, le iniziative e le attese per questo tempo di speciale grazia effusa su tutti. Ne vedremo i frutti se ci disporremo ad accoglierla con umiltà e contrizione di cuore, desiderosi di sincera conversione.
Come noto, il Giubileo avrà inizio l’8 dicembre 2015, Solennità dell’Immacolata Concezione, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, a Roma. La Domenica successiva, terza d’Avvento, verrà aperta la Porta Santa della Cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano, e un’uguale Porta della Misericordia sarà dischiusa nelle Cattedrali delle Chiese particolari di tutto il mondo, come segno visibile di comunione. In un secondo momento saranno aperte le Porte Sante delle altre Basiliche papali, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura, rispettivamente il 1° e il 25 gennaio 2016.
Il giorno d’inizio dell’Anno giubilare vuole ricordare un evento carico di significato nella storia ecclesiale più recente, ossia il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Ancor più significativo è però il motivo teologico che sta alla base della scelta di questo giorno e che lo stesso Pontefice sottolinea nella Bolla di indizione.
Nell’Immacolata Concezione egli vede all’opera l’agire misericordioso di Dio che dinanzi alla gravità del peccato commesso dai nostri progenitori non abbandona l’umanità in balia del male, ma ci dona la Vergine, preservata dal peccato originale per essere la Madre del nostro Redentore.
Quest’opera di misericordia è appunto scolpita nei riquadri superiori della Porta Santa della Basilica di San Pietro: rispettivamente nell’anta bronzea sinistra e destra sono raffigurati l’episodio della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden (cfr. Gn 3,23) e l’evento in cui l’arcangelo Gabriele annuncia a Maria il suo divino concepimento (cfr. Lc 1,26-31).
Grazie all’attributo della Sua Misericordia, Dio si è fatto carne in Gesù, per soccorrerci e salvarci, riconciliandoci con Lui. Maria è sempre accanto al Figlio, una sola cosa con Lui e con l’albero di Vita che è la Croce, come la vediamo raffigurata nella Porta Santa di san Giovanni in Laterano. Cooperatrice indispensabile della Redenzione, la Vergine è misericordia essa stessa, non solo in senso strumentale, in quanto con il suo fiat ha acconsentito a generare il Salvatore, ma anche ontologico, poiché è stata preservata nel suo essere creaturale dal peccato originale per divenire la Madre della Misericordia.
È per questo che nell’Anno Santo in cui siamo invitati a contemplare il mistero di Gesù Cristo, Volto della Misericordia del Padre, e a divenire misericordiosi come Lui, non possiamo non contemplare anche il volto dell’Immacolata, imitarne la pietà e pregarla come Madre di Misericordia di salvezza.
Facciamo quindi nostro l’auspicio di Papa Francesco, affinché la dolcezza dello sguardo della Madonna ci accompagni in questo tempo di grazia e tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio, ma condividiamo anche le attese di San Pio X, espresse nella lettera enciclica Ad diem illum laetissimum e oggi più che mai attuali. Con parole profetiche che sembrano rivolgersi ai nostri tempi, in occasione del cinquantenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, egli esprime la grande speranza che “sotto gli auspici dell’Immacolata Vergine, molti che si sono miserabilmente separati da Gesù Cristo, torneranno a Lui e che rifiorirà nel popolo cristiano l’amore delle virtù e l’ardore della pietà. […] Certamente – scrive il pontefice - noi viviamo in un’epoca triste e abbiamo il diritto di lamentarci con le parole del Profeta: «Non c’è più verità, non c’è più misericordia, non c’è più scienza sulla terra.
La maledizione e la menzogna e l’omicidio e il furto e l’adulterio, invadono ogni cosa». Ciononostante, in questo che si può chiamare un diluvio di male, l’occhio contempla, simile a un arcobaleno, la Vergine misericordiosa arbitra di pace tra Dio e gli uomini. «Io porrò un arco nelle nuvole e sarà un segno d’alleanza tra me e la terra». Si scateni dunque la tempesta e una densa oscurità invada il cielo: nessuno deve tremare; la vista di Maria placherà Iddio ed Egli perdonerà. «L’arcobaleno sarà nelle nuvole e nel vederlo io mi ricorderò del patto eterno. E non ci sarà più diluvio per ingoiare la carne del mondo».“
San Pio X paragona la Vergine all’arcobaleno, simbolo biblico del perdono di Dio e quindi della Sua Misericordia. L’iride presentata a Noè, dopo il diluvio, come segno dell’alleanza tra Dio e l’uomo (cfr. Gn 9,12-17) è infatti considerata una prefigurazione della Madonna. Sant’Antonio da Padova nei suoi Sermoni afferma che Maria fu arcobaleno spendente nel concepimento del Verbo: “In questo giorno il Figlio di Dio, sole di giustizia, entrò nella nube, cioè nel seno della Vergine gloriosa, e questa diventò quasi un arcobaleno, segno dell’alleanza, della pace e della riconciliazione, tra le nuvole della gloria, cioè tra Dio e i peccatori.[…]
Di quest’arco dice l’Ecclesiastico: «Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto: è bellissimo nel suo splendore. Avvolge il cielo con un cerchio di gloria» (Sir 43,12-13). Contempla l’arcobaleno, considera cioè la bellezza, la santità, la dignità della beata Vergine Maria e benedici con il cuore, con la bocca e con le opere il suo Figlio, che così l’ha voluta. È veramente stupenda nello splendore della sua santità, sopra tutte le figlie di Dio. Ella avvolse il cielo, cioè circondò la divinità, con un cerchio di gloria, vale a dire con la sua gloriosa umanità.”.
La Vergine Madre è come l’arcobaleno che unisce la Terra al Cielo. In lei la Misericordia di cui è pervasa si manifesta in un tripudio di colori, come le gocce d’acqua che attraversate dalla luce bianca ne rivelano le componenti cromatiche. Esse non creano i colori della luce ma li palesano, similmente Maria non è l’origine della Misericordia, ma la manifesta nel suo essere e nel frutto del suo grembo, da lei offerto al Padre per tutti noi.
Dopo la sua assunzione continua a manifestarla nel suo esserci sempre accanto, come nostra Madre sollecita, pietosa e compassionevole, oltre la sua vita terrena, di generazione in generazione. In una delle sue apparizioni a Santa Brigida di Svezia, come da lei riferito, la Vergine Maria significativamente così si descrive: «Ora, sono la Vergine che assiste al di sopra del mondo in continua preghiera, come sulle nuvole dell'arcobaleno che sembra tendere verso la terra e toccarla con le estremità.
L'arcobaleno sono io, io che, attraverso la preghiera, mi piego e mi abbasso verso gli abitanti della terra, sia buoni sia cattivi. Mi chino verso i buoni, affinché siano fermi e costanti nelle cose comandate loro dalla Santa Chiesa, e verso i cattivi perché non avanzino nella loro cattiveria».
Riconoscere questa sua continua opera in favore di tutti i suoi figli e sostenerla è, a mio avviso, un modo di collaborare al disegno misericordioso del Signore. In questo senso ho accolto con gioia il fatto che la Bolla di indizione del Giubileo consenta, a scelta del Vescovo locale, l’apertura di una Porta Santa anche nei Santuari e il riferimento del nostro Arcivescovo, nella sua lettera pastorale per vivere l’Anno della Misericordia, all’importanza dei “luoghi santi”, frequentati da coloro che sono alla ricerca di una sosta spirituale e di un incontro con il Signore attraverso il sacramento della Riconciliazione.
È infatti in questi luoghi che si fa particolarmente viva e sensibile la presenza materna della Vergine per toccare i nostri cuori, invitarci alla conversione, sostenerci nelle prove, avvisarci dei pericoli e proteggerci. Certamente non tutti i Santuari sono intitolati a lei, ma tra questi sono numerosi i luoghi di spiritualità, piccoli o grandi, legati alla devozione mariana, sempre presenti nel popoli di fede cristiana, tanto che ogni nazione e Chiesa particolare ha i suoi. In questa Diocesi sono ad esempio molto noti i Santuari della Beata Vergine delle Grazie, della Madonna missionaria di Tricesimo, della Beata Vergine di Castelmonte e della Madonna del Lussari, quest’ultimo meta di pellegrinaggi dei popoli di confine, Friulani, Sloveni e Carinziani, ma mi è caro menzionare anche Porzûs di Attimis, un piccolo luogo di spiritualità mariana. Quest’anno esso ricorda i centossessanta anni dall’evento che la fede popolare custodisce e presenta come apparizione della Vergine Maria a una bambina, Teresa Dush, a cui viene affidato un messaggio di invito alla conversione attraverso l’osservanza dei comandamenti di santificare il Giorno del Signore e il Suo nome.
Anche senza l’apertura ufficiale di una Porta Santa, tutti questi luoghi, grazie ai loro custodi, continuano a costituire i nodi di una vera e propria rete di misericordia, voluta dal Signore e tessuta dalla Madre per raccogliere e soccorrere i suoi figli dispersi, e che ricorda quella con cui Pietro compie la pesca miracolosa alla presenza del Signore Risorto (cfr Gv 21,11-14).
La Madonna, che le litanie lauretane definiscono Ianua Coeli è veramente la Porta Santa che ci introduce al Paradiso, sotto il cui architrave ci raduna, indicandoci il Cristo Risorto, gesto con cui è scolpita nella porta della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Nella foto: La Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, opera dello scultore Floriano Bodini per il Giubileo del 2000.