
09/07/2025
Il disegno di legge n.1179, recentemente depositato in Senato, torna a definire l’organizzazione dei DSM Dipartimenti di Salute Mentale senza però affrontare i nodi strutturali che da tempo limitano efficacia e accessibilità dei servizi.
Nel suo intervento su la Repubblica, il professor Massimo Ammaniti ha evidenziato le principali criticità del sistema: una carenza stimata di oltre 10.000 operatori tra medici, psicologi e infermieri, un aumento esponenziale delle richieste di cura da parte dei più giovani nel post-pandemia, e un sottofinanziamento cronico, con risorse ferme al 3% del Fondo sanitario nazionale.
In questo contesto, i servizi faticano a rispondere alla complessità dei bisogni clinici: molti operatori lavorano sotto pressione, costretti a limitarsi a interventi parziali, in assenza delle condizioni necessarie per garantire percorsi integrati e continuativi.
Ma il punto più critico riguarda l’infanzia: il disegno di legge si limita a destinare fondi per interventi di screening in età infantile, senza chiarire se si tratti di diagnosi precoce o di prevenzione secondaria e senza rafforzare i servizi chiamati a gestirli.
L’area della neuropsichiatria infantile, già fortemente sottofinanziata (tra lo 0,3 e lo 0,5% della spesa sanitaria), è chiamata a occuparsi di un’ampia gamma di bisogni: dalle difficoltà psicologiche e relazionali, ai disturbi dell’apprendimento, fino alle disabilità intellettive e motorie.
Su questo punto, il CNOP esprime particolare preoccupazione per il riferimento ai disturbi psicologici in età infantile contenuto nel testo, un ambito che richiede attenzione specifica, competenze specialistiche e una visione evolutiva dello sviluppo, non semplificazioni diagnostiche.
A tutela della salute psicologica, il CNOP ha presentato emendamenti volti a promuovere azioni di prevenzione dei fattori di rischio e a contrastare ogni forma di etichettatura precoce.