26/07/2025
Nuova intervista — Gabriel Rockhill su Marxismo occidentale, complicità intellettuale e lotta di classe globale
E se le forme dominanti della teoria marxista in Occidente non fossero solo imperfette, ma profondamente complici del sistema imperiale che affermano di criticare?
In questa nuova intervista esplosiva, parliamo con Gabriel Rockhill — filosofo, critico culturale, attivista e uno dei critici più acuti del marxismo occidentale oggi. È autore di La guerra intellettuale mondiale: il marxismo contro l’industria imperiale della teoria e curatore della nuova edizione inglese di Marxismo occidentale di Domenico Losurdo, che è al centro della nostra conversazione.
Rockhill dimostra che il marxismo occidentale non è semplicemente un’etichetta geografica, ma un progetto teorico nato all’interno del nucleo imperiale, plasmato dai privilegi materiali dell’aristocrazia operaia e intellettuale. Rappresenta un arretramento storico rispetto al marxismo rivoluzionario, definito da quattro tradimenti fondamentali:
1. Un arretramento dalla politica rivoluzionaria, in particolare dall’anti-imperialismo
2. Un arretramento rispetto alla classe operaia, con la teoria che si trasferisce nell’accademia d’élite
3. Un arretramento dal materialismo, con il rifiuto della dialettica della natura e dello sviluppo storico
4. Un arretramento dal socialismo reale, con la condanna degli Stati socialisti esistenti e l’adesione a progetti utopici
Uno dei temi centrali della conversazione è il rifiuto del materialismo dialettico. Rockhill avverte che la produzione del sapere è essa stessa inserita nella struttura globale dell’imperialismo. Gli intellettuali non stanno al di sopra della storia: sono plasmati — e spesso al servizio — del potere di classe.
Rockhill contesta l’inclusione di Gramsci e Lukács nel canone del marxismo occidentale fatta da Perry Anderson, mostrando come Losurdo proponga una definizione più rigorosa, fondata sul 1917 come punto di svolta, e sulla divisione tra marxismo rivoluzionario e marxismo addomesticato. A differenza della sinistra accademica occidentale, sia Gramsci che Lukács rimasero impegnati nella lotta politica reale.
Le conseguenze di questa frattura sono visibili oggi. Dall’Ucraina all’Iran, figure del marxismo occidentale come Žižek riecheggiano i discorsi dell’impero, esaltando “democrazia” e “diritti” mentre ignorano le realtà materiali dell’espansione della NATO o l’applicazione asimmetrica dei principi umanitari. Il risultato? Una sinistra che parla il linguaggio morale dell’impero mentre volta le spalle alla resistenza anti-imperialista.
Una caratteristica costante del marxismo occidentale è sempre stata la sua opposizione al socialismo realmente esistente — dall’URSS alla Cina. Secondo Rockhill, si tratta di un purismo messianico, radicato nel distacco piccolo-borghese. Il socialismo diventa un’idea perfetta che giustifica la rinuncia alla lotta, riducendo la politica a performance e la rivoluzione a retorica.
Questo distacco, sostiene Rockhill, ha radici materiali nella teoria leninista dell’aristocrazia operaia: quei settori della classe lavoratrice nel nucleo imperiale i cui privilegi relativi li legano al capitalismo imperiale. Non tutti i lavoratori rientrano in questa categoria, ma molti appartenenti alla classe professionale-manageriale sì. Tuttavia, mentre l’imperialismo entra in crisi e l’estrazione del surplus vacilla, emergono nuove possibilità di rottura — e la battaglia si gioca per impedire che questi settori vengano catturati dal neofascismo reale.
Tutto questo ci porta al nucleo del messaggio di Rockhill: solo un’analisi dialettica e materialista può comprendere davvero le contraddizioni della teoria e il suo ruolo nella lotta di classe globale. Il marxismo occidentale, come teoria mercificata per la circolazione d’élite, deve essere respinto — non in favore del dogma, ma in favore di una teoria rivoluzionaria radicata nella prassi, nella storia e nel movimento globale per l’emancipazione.
Non perdere questa intervista. Guardala, condividila e unisciti alla lotta per riconquistare il marxismo dalle fabbriche intellettuali dell’impero.
Ci vediamo qui https://youtu.be/3RFX76ZeUHY?si=2dJADETKVts8jqaM alle 17.00