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Puglia Rurale Pagina dedicata a una terrAutentica: madre protettrice di grandi tradizioni

La Puglia raggiunge con ampio anticipo il target PNRR della Rete di facilitazione digitaleSuperato il traguardo di 183.0...
04/08/2025

La Puglia raggiunge con ampio anticipo il target PNRR della Rete di facilitazione digitale

Superato il traguardo di 183.000 cittadini coinvolti: un successo di sistema, grazie all’impegno degli oltre 460 facilitatori digitali presenti sul territorio regionale e di una stretta collaborazione con gli Enti Locali

Con già 184.600 cittadini raggiunti al 31 luglio 2025, attraverso attività di supporto e formazione all’uso dei servizi e delle tecnologie digitali, la Regione centra con ben cinque mesi di anticipo l’obiettivo stabilito dal progetto nazionale “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, promosso dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale nell’ambito della Missione 1 Componente 1 PNRR.

Il target iniziale assegnato alla Regione era di 183.000 cittadini da supportare con attività di facilitazione entro il 31 dicembre 2025. Il raggiungimento dell’obiettivo con così largo anticipo consolida la Puglia come esempio virtuoso a livello nazionale. La Puglia è la prima tra le Regioni più popolose a raggiungere questo obiettivo.

Un risultato reso possibile grazie al lavoro quotidiano e capillare degli oltre 460 facilitatori digitali pugliesi, veri protagonisti della iniziativa, insieme ai coordinatori dei progetti locali che hanno costruito una grande rete, capillarmente diffusa su tutto il territorio regionale.

Presidiando i 231 Punti Digitale Facile in tutta la Puglia - ospitati in biblioteche, uffici comunali, spazi pubblici, centri per l’impiego, strutture sanitarie, università – i facilitatori hanno offerto un supporto personalizzato a cittadini di ogni età e condizione, contribuendo in modo decisivo alla riduzione del divario digitale nella nostra regione, intercettando esigenze e fragilità con competenza e sensibilità.

Fondamentale il coordinamento regionale del progetto, svolto dalla Sezione Crescita digitale delle persone, del territorio e delle imprese del Dipartimento Sviluppo Economico, quale Soggetto Attuatore, che con il supporto della società in house InnovaPuglia S.p.A., ha diretto e dato impulso ad una iniziativa complessa con il coinvolgimento di 50 Soggetti Sub-Attuatori.

“Questo risultato non è frutto del caso – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – ma di un investimento convinto nell’inclusione digitale come diritto di cittadinanza. Essere tra le prime Regioni a raggiungere il target nazionale ci riempie di orgoglio, ma soprattutto conferma la validità di un modello in cui le persone vengono prima della tecnologia. I facilitatori digitali pugliesi, con il loro lavoro competente e umano, insieme con le professionalità presenti nei nostri enti locali, hanno reso possibile tutto questo”.

Il percorso formativo e di facilitazione ha riguardato tematiche fondamentali per la vita quotidiana digitale: dal rilascio e utilizzo dello SPID al fascicolo sanitario elettronico, dall’accesso ai servizi pubblici online alla sicurezza informatica, fino alla gestione della posta elettronica e dei profili social personali. La facilitazione è avvenuta sia in modalità individuale sia di gruppo, in presenza e online, adattandosi alle esigenze dei cittadini. Sono stati erogati oltre 219.000 servizi, dato che conferma anche un apprezzamento dei cittadini per le attività svolte nei punti, in quanto molti sono stati i contatti successivi alla prima facilitazione. Un’iniziativa che ha supportato anche la riduzione del divario di genere nell’uso delle tecnologie digitali, che soprattutto nelle fasce della popolazione più anziana rappresenta una criticità: 99.815 (54%) sono state le donne che hanno usufruito dei servizi di facilitazione. Apprezzamento da parte di tutte le fasce di età della popolazione pugliese, con valori percentuali importanti sia nelle fasce più giovani, a testimonianza che il divario digitale non è solo una questione anagrafica, sia nella popolazione più anziana, come si evince dalla distribuzione dei partecipanti per età: 16,77% (18-29 anni); 47,05% (30-54); 29,1% (55-74); 7,96% (oltre 75)

Un’esperienza entusiasmante che sta coinvolgendo tutti i territori, come sottolineato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'Innovazione, Alessio Butti: “Il Governo e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale hanno puntato molto su questo progetto e la Regione Puglia ne ha compreso bene lo spirito, raggiungendo il target previsto con largo anticipo. È un traguardo importante, che dimostra come, con visione strategica e lavoro condiviso, l’inclusione digitale possa diventare realtà concreta. Il lavoro dei facilitatori è stato determinante e rappresenta un modello che guardiamo con interesse anche per le possibili evoluzioni future del progetto”.

Fondamentale il ruolo dei Comuni pugliesi, coinvolti dalla Regione in qualità di Sub-attuatori, come evidenziato da Fiorenza Pascazio, presidente di ANCI Puglia: “Il raggiungimento del target PNRR conferma l’impegno dei Comuni pugliesi nell’inclusione digitale, con una rete di Punti di facilitazione attiva e diffusa su tutto il territorio regionale. Questi presìdi offrono supporto concreto ai cittadini, soprattutto ai più fragili, per accedere ai servizi online. ANCI Puglia continuerà a sostenere questo percorso, convinta che la transizione digitale debba essere anche un processo di inclusione sociale e territoriale, grazie a strumenti di cittadinanza attiva e partecipata”.

Oltre agli Ambiti Territoriali Sociali dei Comuni, al progetto collaborano come Soggetti Sub-attuatori anche le agenzie regionali ARPAL e AReSS, l’Università di Foggia, Camera di Commercio di Foggia, che si avvalgono della collaborazione di numerosi enti del Terzo Settore. La misura è finanziata nell’ambito del PNRR – Missione 1 – Componente 1 – Investimento 1.7.2.

Tutti i dettagli sul progetto regionale, la mappa interattiva dei Punti Digitale Facile, le modalità di accesso, gli orari e le sedi sono disponibili sul sito web www.regione.puglia.it/puntodigitalefacile

L’operatività dei punti di facilitazione, nonostante il target già raggiunto, continuerà ad essere assicurata per tutto il 2025. Inoltre, la Giunta regionale della Puglia, convinta che l’alfabetizzazione digitale sia oggi una delle principali leve di coesione sociale e partecipazione democratica, con la recente deliberazione n. 1018 del 22 luglio 2025, ha manifestato l’interesse alla prosecuzione delle attività dei Punti Digitale Facile fino al 30 giugno 2026, secondo quanto previsto dalla recente informativa pubblicata dal Dipartimento Trasformazione Digitale.

Microzonazione sismicaAvviata campagna geologico-tecnicaper completamento studiE' partita la campagna di indagine geolog...
04/08/2025

Microzonazione sismica
Avviata campagna geologico-tecnica
per completamento studi

E' partita la campagna di indagine geologico-tecnica finalizzata al completamento degli studi di Microzonazione Sismica affidati ad Asset, nei 21 comuni pugliesi con meno di 2500 abitanti, ma caratterizzati da territori geologicamente complessi e soggetti a elevata pericolosità sismica.

I comuni in questione appartengono prevalentemente all'Appennino Dauno e sono: Accadia, Alberona, Anzano di Puglia, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Celle di San Vito, Faeto, Monteleone di Puglia, Motta Montecorvino, Panni, Rocchetta Sant'Antonio, Roseto Valfortore, San Marco la Catola, Sant'Agata di Puglia, Volturara Appula, Volturino, a cui si aggiungono Chieuti e Isole Tremiti.

Le indagini progettate da Asset hanno previsto indagini geofisiche di superficie e in foro atte alla determinazione delle velocità delle onde di propagazione di taglio all'interno delle formazioni geologiche attraversate, 27 sondaggi geognostici profondi 40 metri e il prelievo di decine di campioni da testare nei laboratori geotecnici per la caratterizzazione delle proprietà dei terreni quando sollecitati da forzanti dinamiche e cicliche.

Nelle Isole Tremiti, per la valutazione della pericolosità da crollo
delle falesie a seguito di sisma, sono stati affidati rilievi con drone e laserscanner per definire molto dettagliatamente le geometrie delle discontinuità nella roccia, potenzialmente sede di distacchi e crolli di massi.

Tutti i dati di sito e di laboratorio confluiranno in modellazioni
numeriche avanzate che permetteranno di completare gli studi di Microzonazione Sismica di livello 3, quantificando attraverso dei fattori di amplificazione le accelerazioni sismiche al piano di
fondazione degli edifici, ottenendo, comune per comune, delle mappe di rischio sismico fondamentali per una corretta pianificazione urbanistica dei territori.

Il presidente Emiliano incontra a Roma i ministri Urso e Pichetto Fratin sul futuro dell'ex Ilva. Emiliano: “Impegno per...
01/08/2025

Il presidente Emiliano incontra a Roma i ministri Urso e Pichetto Fratin sul futuro dell'ex Ilva. Emiliano: “Impegno per la totale decarbonizzazione della fabbrica è risultato storico. Una battaglia che la Regione conduce da dieci anni e che oggi giunge a positiva conclusione”

“La battaglia della Regione Puglia sulla totale decarbonizzazione dell’ex Ilva durata dieci anni è giunta alla sua positiva conclusione. Il ministro Urso ha dato istruzione ai Commissari di Acciaierie d’Italia di inserire la totale decarbonizzazione nelle clausole contrattuali del nuovo bando di vendita della fabbrica di Taranto.
L’acquirente sarà obbligato entro sette-otto anni a realizzare forni elettrici che sostituiranno gli altiforni a ciclo integrale funzionanti a carbone. Verranno così diminuite del 95% le emissioni nocive che in questi 60 anni hanno funestato la comunità della provincia di Taranto. Si tratta di un risultato storico che la Regione ha conseguito grazie ad anni di lavoro e battaglie politiche, anche interne allo stesso centro sinistra, che rivoluzioneranno il modo di produrre acciaio in Italia ed in Europa. Vedremo all’esito della gara secondo quali modalità la decarbonizzazione dovrà avvenire. Purtroppo la mancata firma dell’accordo di programma non consente ancora di obbligare l’acquirente al rispetto dei livelli occupazionali, a determinati investimenti ed altre esigenze poste dai lavoratori e dai cittadini, e non consente ancora di richiedere al governo le misure compensative sui controlli ambientali e di salute, sullo sviluppo della città di Taranto e sulle sue strutture urbanistiche e sanitarie, secondo un progetto concordato di rilancio e di rinascita che si colleghi ai numero di interventi che la Regione Puglia sta già realizzando in città”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano al termine della riunione al Mimit a Roma.

Bari - È stato presentato questa mattina, a Palazzo di Città, il nuovo servizio porta a porta per le utenze non domestic...
31/07/2025

Bari - È stato presentato questa mattina, a Palazzo di Città, il nuovo servizio porta a porta per le utenze non domestiche che prenderà il via stasera con il primo ritiro dei rifiuti presso circa 200 utenze su corso Vittorio Emanuele e nella zona del quartiere Umbertino.
Nelle scorse settimane sono state consegnate 700 pattumelle/carrellati per la raccolta di tutte le frazioni disponibili: cartone, organico, plastica e metalli, secco non riciclabile, carta e vetro.
Il nuovo servizio, come da ordinanza sindacale, a partire da domani, venerdì 1 agosto, prevede nella fase sperimentale, fino al 30 settembre 2025, il seguente calendario per il ritiro:
• cartone: 6 giorni su 7, escluso il martedì
• organico: 7 giorni su 7, con un doppio passaggio nelle giornate di venerdì e sabato
• plastica e metalli: 7 giorni su 7
• secco non riciclabile: 2 giorni su 7, il martedì e il venerdì
• carta: 1 giorno su 7, il mercoledì
• vetro: 7 giorni su 7.
Gli esercenti dovranno conferire i propri rifiuti in una fascia oraria che va dalle ore 21 alle 3 del giorno precedente al passaggio di raccolta. Sono previsti due calendari di raccolta, uno estivo e uno invernale (1 ottobre - 30 aprile), in funzione della minore o maggiore produzione di rifiuti dovuta all’incremento di presenze in città che caratterizza i mesi estivi.

Le utenze coinvolte sono:
• Alberghi con ristorante
• Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub
• Mense, birrerie hamburgherie
• Bar, caffè, pasticceria
• Supermercati, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari
• Plurilicenze alimentari e/o miste
• Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio
• Banchi di mercato generi alimentari.

Si precisa, inoltre, che il servizio PAP utenze non domestiche cosiddetto “aggiuntivo” sarà espletato nelle medesime modalità anche per le attività food presenti nelle zone costiere già servite dal servizio di raccolta porta a porta: ZSU1 (Santo Spirito, Palese, Catino, San Pio, Marconi, San Girolamo, Fesca) e ZSU4 (Torre a Mare, San Giorgio, Sant’Anna).

“Siamo di fronte a una sfida che potremo vincere soltanto con la collaborazione e la partecipazione di tutti - spiega l’assessora all’Ambiente Elda Perlino -. Abbiamo investito risorse derivanti dall’imposta di soggiorno per affrontare in maniera strutturale un problema dovuto al passaggio di oltre un milione di persone in città. Una città che sta cambiando, che presenta nuove criticità e ha bisogno di nuove risposte, che abbiamo il dovere di dare proponendo soluzioni. Il porta a porta per le utenze non domestiche nelle zone ad alta densità è una di queste, oltre ad essere un servizio in più per le attività commerciali e un elemento di miglioramento delle esigenze anche dei cittadini residenti. In queste settimane durante la consegna dei kit per la raccolta abbiamo certamente raccolto le richieste, le critiche e le proposte dei commercianti e comprendiamo i dubbi dovuti al cambiamento delle abitudini, ma siamo pronti ad affiancare tutte le attività, in ogni momento. L’Amiu, tra l’altro, lo ha già fatto durante la fase di consegna dei materiali e continueremo a farlo. Ciò che non potremo fare è certamente accettare defezioni, perché non possiamo più permettere che qualcuno continui a conferire i propri rifiuti nei cassonetti stradali alimentando una situazione di degrado già vissuta nei mesi scorsi”.

“Spesso il servizio di raccolta porta a porta viene percepito come una difficoltà, invece è un’opportunità - prosegue l’assessore allo Sviluppo locale Pietro Petruzzelli -. Nel caso delle attività commerciali, l’Amiu si occuperà di ritirare i rifiuti ogni giorno, anche con doppi passaggi nelle giornate più critiche, liberando dall’incombenza di conferire presso i cassonetti il personale dell’attività. Siamo disponibili ad andare incontro alle diverse richieste ed esigenze dei commercianti, trovando soluzioni compatibili con gli spazi a disposizione man mano che il servizio procede. Da stasera prende il via una fase di start up nella quale siamo disponibili a correggere eventuali situazioni che certamente potranno essere migliorate. Quello che non possiamo più permetterci è di ritrovarci cassonetti stracolmi di rifiuti a tutte le ore del giorno in un clima di caccia alle streghe, che spesso vede proprio le attività commerciali sul banco degli imputati”.

“La Polizia locale sarà parte attiva di questo nuovo servizio, soprattutto nel rispetto di tutte quelle attività che si impegneranno ad osservare le nuove regole - commenta l’assessora alla Vivibilità urbana Carla Palone -. Dobbiamo prenderci cura della città ed è giusto che lo facciamo tutti insieme. Siamo e saremo disponibili con tutte le attività che vorranno chiarimenti, accoglieremo segnalazioni e possibili disservizi ma saremo fermi nel rispetto delle regole, soprattutto per chi pensa di poter continuare arbitrariamente a utilizzare i cassonetti a tutte le ore del giorno e della notte come una discarica”.
“Amiu Puglia mette in atto servizi aggiuntivi - sottolinea la presidente di Amiu Puglia Antonella Lomoro - facendo un ulteriore passo in avanti per garantire un servizio sempre più performante per Bari. Sono state scelte aree particolarmente frequentate, di grande impatto turistico e ad alta densità, con la presenza di numerosissime attività legate al food, quindi aree che hanno sempre presentato importanti criticità. Si tratta di una vera e propria rivoluzione perché una raccolta puntuale e dedicata per le utenze food non c’era mai stata. Il nuovo impegno di Amiu Puglia testimonia dunque un’attenzione crescente verso i bisogni della città, che sono in continua evoluzione e che necessitano di soluzioni che concilino le attività imprenditoriali, la vivibilità e il decoro urbano. La soluzione individuata, frutto di un capillare confronto con i ristoratori e gli operatori del settore food, permetterà un nuovo approccio e una selezione dei rifiuti che consentirà la crescita della raccolta differenziata, con benefici che, ne siamo certi, non tarderanno ad arrivare. Tra questi, annoveriamo certamente un massiccio alleggerimento della pressione sui contenitori stradali che resteranno esclusivamente a disposizione delle utenze domestiche. In questa prima e delicata fase, Amiu Puglia resterà accanto alle attività commerciali, per garantire un approccio mirato e consapevole alla nuova modalità”.
“Questo nuovo progetto testimonia la volontà di Bari di investire davvero sul futuro della città e sulla qualità della vita dei suoi cittadini - conclude il vicedirettore generale Conai Fabio Costarella -. Come Conai siamo orgogliosi di affiancare l’Amministrazione in un percorso che dimostra come la sostenibilità non sia uno slogan ma un impegno concreto. Migliorare la raccolta differenziata, anche nelle aree più centrali e complesse, significa prendersi cura del territorio, valorizzare il decoro urbano e costruire insieme un modello di economia circolare che dia benefici reali alla comunità”.

Da giovedì 11 a domenica 14 settembre 2025, Foggia ospiterà per la prima volta “Mònde – Festa del Cinema sui Cammini”, l...
29/07/2025

Da giovedì 11 a domenica 14 settembre 2025, Foggia ospiterà per la prima volta “Mònde – Festa del Cinema sui Cammini”, la rassegna cinematografica ideata e organizzata da MAD – Memorie Audiovisive della Daunia e sostenuta dalla Regione Puglia, che celebra il connubio tra immaginario, paesaggio e cammino.

Un evento unico nel panorama culturale nazionale che, in occasione della sua ottava edizione, assume un valore speciale dedicandosi al Giubileo 2025 e ponendo al centro il tema de “Lo Sguardo”: uno sguardo che osserva il paesaggio e il viaggio, che interroga il reale e lo restituisce attraverso la lente del cinema.

La manifestazione, realizzata in collaborazione con la Città di Foggia, Apulia Film Commission e numerosi partner pubblici e privati, si articolerà in oltre 45 appuntamenti tra proiezioni, cammini, masterclass, incontri con autori e autrici, laboratori, mostre e spettacoli, coinvolgendo luoghi simbolici della città: l’Auditorium Santa Chiara, la Sala Farina, il Teatro Umberto Giordano, L’Altrocinema e la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.

“L’approdo di Mònde a Foggia, crocevia storico dei cammini della transumanza, sottolinea come sia possibile fare impresa culturale di qualità, trasformando un’idea giovane in un festival capace di attrarre protagonisti del cinema come Garrone e Gifuni”, ha detto il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, evidenziando che “il sostegno regionale, quando orientato con visione, genera valore e radici: porta cultura, turismo e coesione sociale nei territori che vogliamo rigenerare”.

“Mònde è la dimostrazione che il cinema può diventare motore di comunità e coesione”, ha detto il consigliere regionale Paolo Campo, presente stamattina alla conferenza stampa di presentazione del programma avvenuta nell’aula consiliare del Comune di Foggia.
“Portarlo a Foggia in un anno speciale come quello del Giubileo è stato per me anche un atto d’amore personale verso questa forma d’arte e verso la mia terra”, ha aggiunto Campo, che è stato tra i promotori della misura di sostegno di questa edizione speciale nell’ambito dell’ultima Legge di Bilancio 2025 approvata in Consiglio regionale.

“Ospitare Mònde è per Foggia un riconoscimento e una sfida”, ha detto la sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, sottolineando che per il capoluogo dauno “significa scommettere sulla cultura come leva di crescita e identità, per cui ringrazio la Regione Puglia e Apulia Film Commission per aver creduto nel potenziale di questa città”.
“Mònde è uno spazio vivo di dialogo, formazione e partecipazione”, le ha fatto eco Alice Amatore, assessora alla Cultura del Comune di Foggia, aggiungendo che “è importante che iniziative così coinvolgano il territorio e aprano opportunità per chi crea cultura e per chi la vive”.

Secondo Luciano Toriello, direttore artistico del festival, “questa edizione speciale vuole ampliare l’idea di Festa, mettendola in cammino verso nuovi pubblici e paesaggi. Il nostro intento è generare impatto attraverso elementi immateriali ma fondamentali: il cinema e la natura”.

Tra i protagonisti: Garrone, Gifuni, Bergamasco, Pavignano, Piva, Sejko e tanti altri protagonisti della scena nazionale.
Di assoluto rilievo la retrospettiva dedicata a Fabrizio Gifuni, con una selezione di nove film che ripercorrono la sua carriera al fianco dei grandi maestri del cinema italiano. L’attore sarà protagonista di un incontro pubblico al Teatro “Umberto Giordano”
Sempre al “Giordano”, la regista e attrice Sonia Bergamasco presenterà il suo ultimo lavoro ispirato a Eleonora Duse, e il Maestro Matteo Garrone incontrerà il pubblico in occasione della proiezione del film “Io Capitano”, candidato all’Oscar, e terrà una masterclass dedicata alla sua filmografia.

Tra gli altri ospiti: le attrici Sara Ciocca e Rosa Diletta Rossi, i registi Alessandro Piva e Roland Sejko, la sceneggiatrice premio Oscar Anna Pavignano, la regista americana Courtney Stephens con l’attrice Callie Hernandez (presenti con il film Invention, vincitore del Pardo d’Oro a Locarno), e lo spettacolo musicale dell’attore Paolo Sassanelli, omaggio a Matteo Salvatore nel centenario della nascita.

Spazio anche al pubblico più giovane, con l’incontro con Paramount Italia per la presentazione della nuova serie delle Tartarughe Ninja e del format Super!, condotto dalla TikToker Iris Di Domenico.

È sempre più il sole a sollevare l’acqua che disseta la Puglia centromeridionale, consentendole di raggiungere le nostre...
28/07/2025

È sempre più il sole a sollevare l’acqua che disseta la Puglia centromeridionale, consentendole di raggiungere le nostre case con maggiore sostenibilità ambientale ed economica. Lo fa attraverso il rinnovato e ampliato impianto fotovoltaico che alimenta la stazione di pompaggio più grande d’Europa, Parco del Marchese, a Laterza (TA). E nel farlo, contribuisce a migliorare la qualità dell’aria con una riduzione di 1.140 tonnellate all’anno di anidride carbonica (CO₂) assicurata dal risparmio energetico. L’opera si inserisce nell’articolato piano di transizione energetica di Acquedotto Pugliese (AQP) per incrementare la sostenibilità di uno fra i più complessi sistemi acquedottistici del Continente.

Inaugurato nel 2010, l’impianto fotovoltaico di Parco del Marchese fino al 2024 ha prodotto oltre 18 Gigawattora (GWh) di energia verde, circa 1,3 all’anno, contribuendo a coprire i consumi di una stazione di pompaggio unica nel suo genere, da 7mila litri al secondo. “AQP – spiega Giuseppe Rizzi, responsabile dell’intervento - ha rinnovato l’impianto esistente da 1 Megawatt (MW), ampliandolo sino ad una potenza di 2,6 MW, con una produzione attesa di 3,7 GWh/anno. Il risparmio annuo dei consumi energetici è stimato nel 5%, ma già oggi, durante le ore centrali della giornata, quelle con maggior irraggiamento, l’impianto fotovoltaico copre il 25% del fabbisogno energetico della stazione di pompaggio. Il revamping ha previsto anche il riuso di strutture e zavorre esistenti e il conferimento dei vecchi moduli in un centro di raccolta e trattamento al fine di recuperare il 98% dei materiali, come silicio, vetro, alluminio e plastica”.

Il complesso sistema interregionale gestito da Acquedotto Pugliese – 24 mila km di reti idriche, 14 mila fognarie, 5 potabilizzatori, 185 depuratori e migliaia di altre opere tra impianti di sollevamento, serbatoi e partitori – necessita di una quantità di energia significativa. Nel 2024 l’azienda ha registrato un consumo energetico complessivo di 511,8 GWh, penalizzato in questa fase di crisi climatica da una minore disponibilità di risorsa dalle sorgenti campane, che portano l’acqua in Puglia per gravità, e dal conseguente incremento del prelievo da fonti più energivore come i pozzi e gli invasi. Quasi il 60% dei consumi dipende proprio dall’approvvigionamento idropotabile, circa il 35% dai processi di depurazione e il restante 5% da attività di fognatura e interne.

Per contenere l’impatto energetico, AQP nel corso degli anni ha realizzato un articolato sistema di autoproduzione da fonti rinnovabili. Al 2024, grazie a 7 impianti fotovoltaici (1,2 MWp), 9 centrali idroelettriche (5,2 MWp) e 3 impianti di cogenerazione da biogas (0,9 MWp) per complessivi 7,3 MW di potenza, nonostante una produzione limitata di alcuni di questi impianti per ampliamenti e revamping, la produzione complessiva di energia è stata di oltre 7 GWh, con una riduzione di 2.174 tonnellate di CO₂. Gli interventi completati o in conclusione nel solo 2025 presentano una potenza complessiva pari a 5,2 MW, a dimostrazione dell’impegno aziendale sui temi della sostenibilità e della transizione energetica.

Il percorso di sviluppo delle fonti rinnovabili in AQP prosegue con progetti strategici già avviati, tra cui gli impianti fotovoltaici dei potabilizzatori del Sinni, del Locone e di Conza - che si appresta diventare il primo impianto AQP a raggiungere l’obiettivo di neutralità energetica con consumo annuo nullo - e un programma di cogenerazione da biogas prodotto attraverso la digestione anaerobica dei fanghi di depurazione, con l’obiettivo finale di raggiungere 40 GWh/anno di produzione di energia elettrica.

ITALIA IN FUMO: i dati del report di Legambiente  Nella Pen*sola nei primi sette mesi del 2025 bruciati 30.988 ettari di...
28/07/2025

ITALIA IN FUMO:
i dati del report di Legambiente

Nella Pen*sola nei primi sette mesi del 2025 bruciati 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio e con una media di 3,3 incendi al giorno

Il Meridione il più colpito con sei regioni in cima alla classifica per ettari percorsi dalle fiamme: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna.

Incendiari, ecomafiosi e crisi climatica tra le cause degli incendi boschivi

Sotto attacco le aree naturali protette: andati persi da inizio anno 6.261 ettari di aree Natura 2000. Preoccupano i ritardi nell’attuazione dei Piani Antincendio Boschivo (AIB): 5 parchi nazionali hanno il piano scaduto e ancora in fase di rielaborazione

Legambiente: “La prevenzione è l’unica strategia per combattere gli incendi boschivi. 12 le proposte che avanziamo a partire da una strategia e governance integrata che metta al centro prevenzione, rilevamento, monitoraggio e contrasto attivo. È, inoltre, importante attuare e aggiornare il catasto delle aree percorse
dal fuoco ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo”.

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In Italia è SOS incendi. Dal 1° gennaio al 18 luglio 2025 nella Pen*sola si sono verificati 653 incendi che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio. Parliamo di una media di 3,3 incendi al giorno con una superficie media bruciata di 47,5 ettari. A scattare questa fotografia è Legambiente che oggi diffonde i dati del suo nuovo report “L’Italia in fumo” insieme a un pacchetto di 12 proposte e 5 buone pratiche da replicare a livello nazionale, affinché il Paese recuperi i ritardi in fatto di prevenzione e controlli e colmi la frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali attraverso una strategia e una governance integrata che ad oggi manca all’appello. Stando al report di Legambiente, che ha analizzato e rielaborato i dati EFFIS (European Forest Fire Information System), dei ben 30.988 ettari di territorio bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato ettari naturali (ossia aree boscate); 12.733 ha hanno interessato aree agricole, 120 ettari aree artificiali, 7 ettari aree di altro tipo.
Sud e Isole sotto scacco delle fiamme: Il Meridione si conferma l’area più colpita dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi. Tra le regioni del Centro e Nord Italia: ci sono il Lazio (settimo in classifica) con 696 ettari andati in fumo in 28 roghi e la Provincia di Bolzano (ottava in classifica) con 216 ettari in 3 roghi e la Lombardia.

Per l’associazione ambientalista ad oggi il Paese paga non solo lo scotto dei troppi ritardi, ma anche l’acuirsi della crisi climatica che amplifica il rischio di incendi boschivi e l’assalto delle ecomafie e degli incendiari. Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia diffuso il 10 luglio scorso, nel 2024 sono stati 3.239 i reati (incendi boschivi e di vegetazione, dolosi, colposi e generici in Italia) contestati dalle forze dell’ordine, Carabinieri forestali e Corpi forestali regionali, un dato però in calo del 12,2% rispetto al 2023. Sono 459 le persone denunciate (-2,1% rispetto al 2023), 14 invece quelle arrestate (+16,7% rispetto al 2023). L’analisi di questi fenomeni criminali è arricchita dalle attività, anche di carattere preventivo raccontate sempre nel Rapporto Ecomafia grazie al contributo elaborato dal Nucleo informativo antincendio boschivo del Comando Carabinieri per la Tutela forestale e dei Parchi. Il dettaglio delle notizie di reato conferma la prevalenza degli incendi di natura dolosa (1.197 su 2.612, pari al 45,8%), purtroppo per il 95% contro ignoti. Sempre di origine prevalentemente dolosa sono le notizie di reato relative a incendi di vegetazione non boschiva, 294 su 423, pari a circa il 70%, anche in questo caso quasi sempre contro ignoti.
“Per contrastare gli incendi boschivi – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non basta concentrarsi sull’emergenza estiva o su singole cause, ma è fondamentale adottare un approccio integrato che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva. Bisogna puntare sulla prevenzione attraverso una gestione territoriale efficace, che includa l’uso ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali. Ma è anche fondamentale promuovere e remunerare i servizi ecosistemici, sostenendo e rivitalizzando le comunità rurali nelle aree interne e montane affinché possano riappropriarsi di una funzione di presidio territoriale. Allo stesso tempo è importante applicare la normativa vigente per arginare qualsiasi ipotesi di speculazione futura sulle aree percorse dal fuoco, ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo. È cruciale rafforzare le attività investigative per individuare i diversi interessi che spingono ad appiccare il fuoco, anche in modo reiterato. L’analisi approfondita dei luoghi colpiti e dei punti d’innesco accertati può costruire una mappa investigativa essenziale per risalire ai responsabili”.
Classifica regionale per roghi più distruttivi: Nel report Legambiente stila anche la classifica degli eventi maggiormente distruttivi che hanno coinvolto una superficie superiore ai 100 ettari vede ancora al primo posto la Sicilia con 49 incendi su un totale nazionale di 81, seguita da Puglia con 10 incendi e 1957 ettari andati in fumo, Basilicata, Sardegna, Campania con rispettivamente 5 roghi e 1880, 1089, e 824 ettari bruciati.

Aree naturali sotto attacco e ritardi Piani AIB: Preoccupano anche gli incendi scoppiati in aree naturali. Su 30.988 ettari di territorio bruciati, ben 6.260,99 hanno riguardo aree Natura 2000 in 198 eventi incendiari. Quella interessata dal rogo più grave è stata a Dualchi (Nu), che ha visto andare distrutti 439 ettari, tutti in area Natura 2000. A livello regionale, Puglia e Sicilia risultano le regioni più colpite da incendi in aree Natura 2000. La Puglia con 2.169 ettari andati in fumo per colpa di 43 incendi, la seconda, la Sicilia, con 1.547 ettari andati distrutti per causa di un numero maggiore di incendi, ben 62. Seguono in classifica la Sardegna (740 ettari in 6 incendi), la Campania (738 ettari in 27 incendi) e la Calabria (590 ettari in 40 incendi).

Un dato preoccupante a cui va aggiunto quello sui ritardi d’attuazione dei Piani Antincendio Boschivo (AIB) che per legge (art.8 l 353/2000) deve essere approntata per le aree naturali protette, nazionali e regionali. Secondo gli ultimi dati disponibili sul portale del MASE, aggiornati al 31/12/2024, su un totale di 24 Parchi nazionali sono 8 quelli che dispongono di un Piano AIB vigente, avendo completato l'intero iter di adozione, con l'inserimento nei Piani AIB regionali e l'emanazione del Decreto Ministeriale di adozione. 11 quelli con un Piano AIB approvato dall’Ente gestore, ma l'iter di adozione non è ancora concluso: in alcuni casi, i piani non sono conformi e sono in fase di rielaborazione; in altri, sono in attesa del parere del CUFA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri) e/o del CNVVF (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco) e dell'intesa regionale. 5 Parchi Nazionali (Val Grande, Stelvio, Dolomiti Bellunesi, Appennino Tosco Emiliano, Aspromonte) avevano un Piano AIB adottato ma recentemente scaduto, e il nuovo piano è attualmente ancora in fase di elaborazione. Inoltre, delle 67 Riserve Naturali Statali e al di fuori dei Parchi Nazionali (e quindi legalmente obbligate a dotarsi di un Piano AIB), solo 8 hanno completato l'iter di approvazione. Le rimanenti 59 Riserve hanno la procedura per il Piano AIB ancora in corso.

“Gli incendi – aggiunge Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente - sono un problema complesso che richiede un cambio di approccio radicale. Se da un lato l'Italia ha compiuto passi significativi nell’aggiornamento della legislazione, con norme che mirano a rafforzare le pene per i responsabili e a promuovere la prevenzione attraverso la pianificazione territoriale e la gestione del paesaggio, persistono criticità che ne limitano l’efficacia come la frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali, spesso sovrapposte e non sempre coordinate. Ciò rappresenta un punto debole intrinseco, rallentando l’attuazione di strategie integrate e a lungo termine e su cui occorre al più presto lavorare. Non vanno dimenticate poi le buone pratiche in atto, che meritano di essere replicate, e il supporto che la tecnologia più dare nella partita della prevenzione come dimostra anche il progetto avviato in Abruzzo la scorsa estate con INWIT, e con cui stiamo collaborando, incentrato sull’utilizzo di servizi innovativi basati su IoT per contrastare gli incendi boschivi”.

12 proposte e 5 buone pratiche: Di fronte a questo quadro Legambiente oggi ha lanciato anche un pacchetto di 12 proposte chiedendo di: 1) Migliorare il coordinamento istituzionale per il governo integrato degli incendi boschivi e coinvolgere le istituzioni competenti per la gestione forestale. 2) Integrare le strategie di adattamento con la pianificazione forestale e quella antincendio boschivo. 3) Garantire la gestione sostenibile delle zone rurali per ridurre il rischio di incendio. 4) Adottare il pascolo prescritto per la prevenzione degli incendi. 5) Coinvolgere i cittadini e le comunità locali: Fire smart community e Fire smart territory. 6) Garantire dati e statistiche aggiornate e l’attuazione e aggiornamento del catasto delle aree percorse al fuoco. 7) Favorire il ripristino ecologico e funzionale delle aree percorse dal fuoco. 8) Integrare la pianificazione urbanistica con la prevenzione degli incendi boschivi. 9) Potenziare i presidi dello Stato nella lotta agli incendi boschivi. 10) Estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualunque tipologia di incendio. 11) Migliorare l’applicazione delle norme contro gli incendi boschivi; 12) Rafforzare i divieti previsti dalle norme nazionali e regionali.

Sul fronte buone pratiche, Legambiente nel report cita il “Fire smart community e fire smart territory”, il progettista del fuoco prescritto, la pianificazione integrata in Piemonte, i Piani specifici di prevenzione (PSP) della Regione Toscana per arrivare al progetto di INWIT con servizi innovativi basati su IoT per contrastare gli incendi boschivi. Azioni che meritano di essere replicate sul territorio nazionale.

Il report completo su www.legambiente.it

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