29/07/2025
E anche Celso Valli se ne è andato. Questa notte.
Come la moglie Anna, scomparsa dopo una lunga malattia pochi mesi fa, lasciando intorno lui un vuoto incolmabile.
In questo tempo ci siamo frequentati spesso e spessissimo ci siamo sentiti al telefono.
Per parlare del progetto “The Man I Love” assieme all’Orchestra Sinfonica del Comunale di Bologna e con le voci di Ornella Vanoni, Malika Ayane e Simona Molinari.
Un successo oltre le aspettative.
Alla conferenza stampa di presentazione la voce era spesso rotta dall’emozione, e il solo pensare ad Anna gli lacerava l’anima.
Nella fase di scrittura e concertazione ci siamo spesso confrontati e la sua giovane assistente Giorgia Lo Bianco faceva da tramite per dare spessore ai pensieri musicali.
Sembrava non riuscire a concludere gli arrangiamenti ma, alla fine, le partiture era pronte e “Round Midnight” suonava esattamente come avevo immaginato.
Tra Claus Ogerman e George Gershwin.
Quando sembrava non farcela cadeva, ma si rialzava come i grandi.
Perché Celso è stato grande.
Nella sua scrittura raffinata, nella sua passione per il jazz e nel suo vestire la migliore musica italiana degli ultimi decenni.
Gli dicevo sempre che uno dei lavori più belli era per me “L’altra metà del cielo” di Vasco registrato alla Scala di Milano.
Lui si scherniva.
A tavola, in Santo Stefano, a due passi dal suo studio e nel suo ristorante preferito con la tovaglia a quadretti e mezzo litro di Sangiovese.
Ma subito dopo buttava giù qualche nota appuntandola con la matita, come si faceva una volta, e il suono era lì.
Quello, esattamente quello.
Quello appreso da Ettore Ballotta e poi fatto suo per metterlo a disposizione di Morandi e Baglioni, Ramazzotti e Pausini, Bocelli e Celentano, Mina e Vasco.
La sera finale del concerto/tributo al teatro Manzoni era felice.
E Ornella gli accarezzava i capelli.
Perché Celso necessitava di una carezza.
La stessa che ha messo nella sua musica e nelle vite altrui.
Paolo e Sonia