Luce per la didattica

Luce per la didattica Luce per la Didattica racconta e promuove le attività dell’Ufficio studi, ricerche, didattica e biblioteca dell'Archivio Luce.

POSTER 4/9. INTORNO ALLA BATTAGLIA DEL GRANO Come si può raccontare la battaglia del grano, non usando le famose immagin...
28/07/2025

POSTER 4/9. INTORNO ALLA BATTAGLIA DEL GRANO

Come si può raccontare la battaglia del grano, non usando le famose immagini dell’omonimo documentario e tutte quelle che mostrano spighe falciate, trebbiatrici in funzione e Mussolini a torso n**o?

La battaglia del grano è una lunga operazione con cui il fascismo, a partire dall’estate del 1925, intende ridurre drasticamente le importazioni di grano e aumentare a livelli esponenziali (per arrivare all’autosufficienza) la produzione nazionale, attraverso provvedimenti di natura economica, politica e tecnica.

Il documentario “La battaglia del grano” è realizzato nel 1925 dall’Istituto Cerere, società privata romana, fondata nel 1919 e specializzata nella produzione e distribuzione di pellicole agricole educative nelle campagne e nelle scuole. L’anno seguente il Cerere è annesso al neonato Istituto Luce, mentre comincia l’attività della prima delle sue cinamateche, la Cinemateca Agricola Nazionale. Chi era impiegato al Cerere passa ora al Luce: il professore Ferruccio Zago fa parte del comitato tecnico della cinemateca, Alberto Conti è il responsabile che segue le fasi di ripresa e montaggio, l’operatore Ernesto Sottile continua a lavorare nel suo ruolo.

Una nutrita flotta di cineambulanti, che si ingrossa tra il 1929 al 1930 quando l’Opera Nazionale Combattenti è costretta a cedere i suoi mezzi al Luce, diffonde su tutto il territorio italiano, soprattutto al Sud, i filmati della cineteca, finalizzati alla propaganda e all’istruzione agraria. I cineambulanti, in azione tra l’inizio di aprile e la fine di ottobre, proiettano nelle piazze, in particolare a un pubblico di contadini, documentari su metodi moderni e intesivi di coltivazione.

Negli stessi anni la pen*sola è attraversata anche dall’autotreno del grano, una colonna di autocarri, in cui sono esposti attrezzi, concimi, grani resistenti e produttivi, grandi cartelli propagandistici.

Mettendo insieme tanti frammenti del patrimonio Luce si accenna pure a Nazzareno Strampelli, il genetista della Stazione sperimentale di Rieti coinvolto nella battaglia, con le spighe di grano da lui ottenute che un gruppo di donne reatine in costumi tradizionali portano a Roma. E si chiude il cerchio in basso con le spighe che sembrano fare fatica a crescere nelle colonie africane, raggiunte anch’esse dalla campagna del grano.

Vedi il poster -> https://shorturl.at/yD62g
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LUCE 100 è un progetto dell’Ufficio Studi Ricerche e Didattica dell’Archivio Storico Luce - Cinecittà S.p.A., incentrato sul riuso del proprio patrimonio per il centenario dell’azienda.

AUTORI / ROBERTO AMOROSO, UNO SGUARDO DA NAPOLI Roberto Amoroso (1911-1994), figlio di un commerciante, nasce a Napoli s...
20/07/2025

AUTORI / ROBERTO AMOROSO, UNO SGUARDO DA NAPOLI

Roberto Amoroso (1911-1994), figlio di un commerciante, nasce a Napoli sotto il segno del cinema. Infatti, la sua casa, affollata di tredici fratelli, si affaccia sul lucernaio della vicina Sala Iride. È in questo cinema che comincia a lavorare come pianista-accompagnatore, durante le proiezioni mattutine dei film muti, ma pure dando una mano nella cabina di proiezione e disegnando i cartelloni pubblicitari.

Se con la cinepresa a manovella, regalatagli dal proprietario della Sala Iride, Menotti Cattaneo, e poi con una macchina da presa acquistata nel 1926, non smette di filmare, inizia anche a scattare. Così diventa fotoreporter per «La Gazzetta dello Sport», «Il Littoriale» e «Il Secolo XIX» e corrispondente da Napoli per il cinegiornale della Fox e dell’Istituto Luce, proponendo un’immagine della città viva, lontana dagli stereotipi e dalla narrazione del regime fascista.

In questo periodo (gli anni Trenta) apre uno studio-laboratorio in piazza del Plebiscito sotto i portici di San Francesco di Paola, organizza manifestazioni sportive tra i lavoratori dei diversi quartieri per farne resoconti filmati destinati alla Fox, e inventa una specie di “Domenica sportiva” ante-litteram alla birreria del fratello, in piazza Garibaldi. Grazie alla sua attività di fotoreporter sportivo, stringe amicizia con il calciatore Oreste Sallustro, il pugile Primo Carnera e il ciclista Learco Guerra, per cui conia l’espressione “locomotiva umana”.

Dal 1941 documenta la guerra in città, filmando numerosi episodi, alcuni di nascosto. Uno su tutti, le quattro giornate di Napoli, la rivolta popolare del 1943. La straordinaria testimonianza filmica, consegnata alle autorità americane appena sbarcate, gli consente di collaborare con loro come cineoperatore e di avere sempre pellicola a disposizione, nonostante i tempi. Nel 1945 inizia a girare, tutto dal vivo, il suo primo lungometraggio di finzione, facendo lo sceneggiatore, l’operatore, il macchinista e, talvolta, anche la comparsa. Il film esce nel 1947 con il titolo “Malaspina”, ufficialmente diretto dal suo assistente Armando Fizzarotti, per la Sud Film, casa di produzione appositamente fondata da Amoroso.

Dopo il successo di “Malaspina”, dello stesso genere strappalacrime, produce “Madunnella” (1947), “Nennella” (1948), “La figlia della madonna” (1949) e “Zappatore” (1950), che lancia l’attore Gabriele Ferzetti. È del 1954 il suo primo e unico film da regista, scritto da lui, “Due soldi di felicità”, pur considerandosi “anche un po’ regista di tutti i film che ha prodotto, se non altro perché ero talmente coinvolto nella lavorazione che mi trovavo a dover risolvere anche problemi di regia”. Continua a produrre e a sceneggiare film fino all’inizio degli anni Settanta.

Scopri alcune foto di Amoroso, dentro e fuori dal lavoro -> https://shorturl.at/V7muZ
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LIBRI / “L’ARTE PER TUTTI” (1930-1934) Il Luce nel 1930 inaugura il suo ramo editoriale con la pubblicazione della colla...
11/07/2025

LIBRI / “L’ARTE PER TUTTI” (1930-1934)

Il Luce nel 1930 inaugura il suo ramo editoriale con la pubblicazione della collana “L’Arte per tutti”.

L’istituto aveva già avviato la propaganda artistica delle masse. Prima con la produzione della Cinemateca per l’arte e l’istruzione religiosa e della Cinemateca di Cultura Nazionale, istituite entrambe nel 1926, e poi con il lavoro di catalogazione e implementazione dell’Archivio Fotografico Nazionale, relativo alla documentazione dell’arte e del paesaggio italiano.

Per avere una maggiore incisività e capillarità su tutte le classi sociali, nell’ambito della Cinemateca di Cultura Nazionale, si sviluppa l’idea di una serie di monografie artistiche, dal formato ridotto e molto economiche (5 lire), con l’introduzione dei maggiori esperti.

Sono proprio alcuni componenti della Cinemateca a plasmarne la visione editoriale. Corrado Ricci si propone a capo dell’opera, redige il piano generale della pubblicazione e assume la direzione delle sezioni dell’arte medievale e dell’arte moderna. A Roberto Paribeni è affidata la sezione dell’arte antica mentre a Cipriano Efisio Oppo quella dell’arte contemporanea.

Previste ventiquattro uscite ogni anno, due al mese. A guidare le pubblicazioni non c’è un ordine cronologico nella sequenza degli argomenti, ma un criterio di attualità. Si va così dai grandi artisti (Masaccio, Giotto, Caravaggio, Raffaello, ma anche Gaetano Previati, Giovanni Segantini) ai luoghi o alle opere dell’antichità (i Fori imperiali, le navi di Nemi, la colonna traiana), passando per la maestria artigianale italiana (le ceramiche di Faenza, i vetri di Murano, le sculture in legno abruzzesi o della Val Gardena).

Escono poco meno di sessanta numeri fino al 1934. L’operazione si rivela un insuccesso dal punto di vista finanziario. Non bastano a salvare la collana nemmeno due soluzioni adottate da Giacomo Paulucci di Calboli, presidente del Luce dopo Sardi: l’avvicendamento dei responsabili editoriali (dopo Ricci, Pietro Toesca e in seguito Giampiero Pucci) e la vendita dei volumi alle scuole che ne avessero fatto richiesta.

Scopri come erano fatti i volumi -> https://shorturl.at/Qjcs0

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LUOGHI / ROMA, VIA DI SANTA SUSANNA, 17Mentre i laboratori di via Cernaia sono stati già ristrutturati e ammodernamenti,...
05/07/2025

LUOGHI / ROMA, VIA DI SANTA SUSANNA, 17

Mentre i laboratori di via Cernaia sono stati già ristrutturati e ammodernamenti, nell’estate del 1932, sotto la direzione dell'Ingegnere Jannucci, si lavora per adattare i locali in via di Santa Susanna.

Infatti è qui che si trasferisce la sede centrale del Luce, con i suoi uffici, fino a quel momento allocati nel Palazzo della Stamperia.

Nel 1933, il presidente Giacomo Paulucci di Calboli, appena succeduto ad Alessandro Sardi, ritrova abbandonati nei magazzini di via di Santa Susanna materiali relativi al film “Camicia nera”, prodotto dal Luce e che aveva provocato danni finanziari all’Istituto. Così Paulucci di Calboli costituisce una commissione interna per accertare l’utilizzo di quei materiali.

I locali di via di Santa Susanna, molti decenni dopo, diventeranno la sede dell’Ente Autonomo di Gestione per il Cinema, creato nel 1958 e sotto il cui controllo entrerà il Luce, e della Cineteca Scolastica.

Scopri alcune visite ufficiali nella sede del Luce in via di Santa Susanna -> https://shorturl.at/fnnb7

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POSTER 3/9. LA SPEDIZIONE FRANCHETTI NELLA DANCALIA ETIOPICA “La spedizione Franchetti nella Dancalia etiopica” è un doc...
27/06/2025

POSTER 3/9. LA SPEDIZIONE FRANCHETTI NELLA DANCALIA ETIOPICA

“La spedizione Franchetti nella Dancalia etiopica” è un documentario, muto e in bianco e nero, che racconta la spedizione condotta tra novembre 1928 e giugno 1929, attraverso peripezie di ogni tipo, dal barone Raimondo Franchetti, già affermato esploratore dell’Africa.

Nella spedizione interessi etnografici, speleologici e minerari si intrecciano agli obiettivi politici fascisti, in un momento particolarmente delicato delle relazioni tra il governo italiano e l’Impero etiopico. Il film resta una traccia evidente nella storia del colonialismo italiano.

A realizzare le riprese e a firmare la regia del documentario, di notevole qualità tecnica e vario negli episodi proposti, è Mario Craveri, giovane operatore dell’Istituto Nazionale Luce, tra i pochi italiani che fanno parte della carovana.

La prima proiezione del film avviene il 19 novembre 1929 al Teatro Garibaldi di Treviso, con un’edizione pensata per la famiglia Franchetti. Il giorno successivo, il 20 novembre, una versione alternativa, in sei parti e con un montaggio differente, è proiettata al Teatro Augusteo di Roma, alla presenza dei membri della famiglia reale.

Riusando le foto che documentano la spedizione e quelle della proiezione romana, abbiamo provato a ribaltare lo sguardo. Gli spettatori italiani non vedono più, comodamente dai loro posti, la spedizione sullo schermo. L’Africa si insedia nei palchetti, circonda e mette quasi in assedio chi è in sala, lo costringe ad alzarsi in piedi.

Il poster esce in occasione della proiezione di alcuni estratti del film recuperato e della presentazione della recente edizione critica di Andrea Mariani e Serena Bellotti, avvenute il 26 giugno 2025 al Festival del Cinema Ritrovato di Bologna.

Vedi il poster -> https://shorturl.at/tFIEp

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PRESIDENTI / ALESSANDRO SARDI (1928-1933) Alessandro Sardi (1889-1965)Barone di Rivisondoli, in quanto nato a Sulmona da...
20/06/2025

PRESIDENTI / ALESSANDRO SARDI (1928-1933)

Alessandro Sardi (1889-1965)
Barone di Rivisondoli, in quanto nato a Sulmona dai nobili Gennaro e Concetta Paduano Colajanni.

Si laurea in Legge a Roma e diventa un noto avvocato per i processi celebri di cui si occupa. Come ufficiale del Servizio Aeronautico, partecipa alla Prima guerra mondiale, vincendo numerose imprese sul campo di battaglia accanto a Gabriele D’Annunzio. Nel 1919 è mandato in Cina, con l’incarico di preparare le piste di atterraggio per il raid Roma-Tokyo dell’anno successivo.

Tornato in patria, è sindaco della sua città natale (1920-1921). Tra gli organizzatori dei Fasci di Combattimento in Abruzzo, dopo aver preso parte alla marcia su Roma, si iscrive al Partito Nazionale Fascista. Dal 1922 al 1924 ricopre l’incarico di Sottosegretario di Stato presso il Ministero dei lavori pubblici. In seguito al delitto Matteotti, per le limitazioni crescenti al potere dei gerarchi provinciali, la sua carriera politica comincia a vacillare. Nel 1925 fonda e dirige «Il Popolo d’Abruzzo». Nel marzo 1926 assume il ruolo di segretario della Federazione Provinciale de L’Aquila del Partito Nazionale Fascista, ma dopo pochi mesi è vittima della campagna diffamatoria ordita da Adelchi Serena, che lo sostituisce.

È presidente dell’Istituto Nazionale Luce dal 1928 al 1933, succedendo a Filippo Cremonesi. Nello stesso periodo, compie numerose missioni (famosa quella in Cina), come membro della delegazione italiana presso la Società delle Nazioni (1928-1932).

Sardi, destituito dal ruolo di presidente del Luce, viene espulso dal Partito nel 1934 per poi essere riammesso formalmente nel 1940. Dalla seconda metà degli anni Trenta si ritira a vita privata. Nel marzo 1945, in seguito all’applicazione delle cosiddette leggi di “defascistizzazione”, è imprigionato nel carcere di Regina Coeli, spostato poi nelle carceri di Poggioreale e infine a Procida, dove rimane fino al luglio 1946. In prigione scrive una serie di diari e appunti, raccolti nell’autobiografia “…Ma non s’imprigiona la storia”.

Scopri un momento importante della sua presidenza -> https://rb.gy/z529ov

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OGGETTI / LA PELLICOLA. DAL FORMATO ALLO SCHERMOLa pellicola può essere considerata la linfa dell’Istituto Luce. L’abc, ...
14/06/2025

OGGETTI / LA PELLICOLA. DAL FORMATO ALLO SCHERMO

La pellicola può essere considerata la linfa dell’Istituto Luce. L’abc, il punto di partenza.

La pellicola è un nastro sottile trasparente su cui sono depositati uno (bianco e nero) o più strati (a colori) di emulsione sensibile alla luce. Per quanto riguarda il nastro, l’iniziale celluloide, a causa della sua pericolosità e infiammabilità, viene sostituita nel corso del tempo dal triacetato di cellulosa e dal poliestere.

Esistono diversi formati di pellicola, sia positiva che negativa. Quello normale è il 35 mm. Accanto a questo fioriscono formati minori, detti a passo ridotto, come il 16 mm e l’8 mm, che si diffondono nella cinematografia di reportage e amatoriale, grazie al minor costo delle pellicole e delle macchine da presa e da proiezione, oltre alla grande facilità di trasporto.

Dopo la ripresa, la pellicola attraversa un lungo processo di lavorazione, tra le cui fasi ci sono ad esempio lo sviluppo, la stampa di differenti altre copie, il montaggio, prima di arrivare allo schermo.

Due parole, nel gergo cinematografico e perciò anche del Luce, sono associate alla pellicola: “pizza” e “cellario”. La “pizza” corrisponde alla scatola circolare in metallo (ora in altro materiale) in cui è conservata e trasportata la pellicola vergine o di un film e per estensione quindi alla stessa pellicola. Il “cellario” è invece lo spazio costituito da tanti scomparti, al cui interno vengono allocate le pizze dei film prodotti.

Scopri tre documenti sulle pellicole e il Luce -> https://rb.gy/l6f886

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AUTORI / ROBERTO OMEGNA. IL MAGO DEL CINEMA SCIENTIFICOIl torinese Roberto Omegna (1876-1948), cugino del poeta e scritt...
07/06/2025

AUTORI / ROBERTO OMEGNA. IL MAGO DEL CINEMA SCIENTIFICO

Il torinese Roberto Omegna (1876-1948), cugino del poeta e scrittore Guido Gozzano, appassionato sin da piccolo di fotografia e di entomologia, si laurea in Fisica e Matematica.

È un pioniere del cinema scientifico in Italia. In questo ambito, il primo importante successo come regista arriva con il documentario “Vita delle farfalle”. Il film nel 1911 vince il primo premio all’Esposizione universale di Torino, che vede nella giuria anche Louis Lumière. In seguito, crea una piccola impresa privata, “La film della natura”, con cui, tra il 1923 e il 1925, realizza alcuni film didattici, come “La mantide religiosa”, “La vita del grillo campestre” e “La vita delle api”.

Nel 1926 si trasferisce a Roma, chiamato dall’Istituto Nazionale Luce. Cede all’Istituto parte dei suoi documentari e costruisce nei locali di via Cernaia il suo regno, un laboratorio con i più disparati macchinari per filmare in particolare insetti e piante. I locali compaiono riflessi nelle bolle del suo film “Bolle di sapone”.

Tra il 1927 e il 1930 si concentra sulla biologia marina. Trascorre molto tempo all’Acquario di Napoli e all’Istituto superiore di agraria di Portici per catturare la vita subacquea animale e vegetale. Nascono così i documentari “Navigatori argentei del mare”, “Giardini del mare” e “Abitanti del mare”. Nel suo laboratorio affina poi le tecniche di ripresa intervallata e microcinematografica, ottenendo risultati di alto livello. Ne è una dimostrazione “Dall’uovo alla gallina”, in cui per capire «l’influenza della luce elettrica sull’embrione dell’uovo si sono fatte prove su riprove con schermi speciali, consumando la bellezza di circa 500 uova».

Il suo ultimo film è “Morfologia del fiore”, realizzato con Eugenio Bava, nel 1942. È anche l’ultimo anno che dirige la sezione scientifica del Luce. L’anno successivo, quando l’Istituto viene trasferito a Venezia, torna a Torino.

Scopri il suo laboratorio di via Cernaia, come lavora e alcuni dei suoi film -> https://shorturl.at/Bv5uy

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POSTER 2/9. IL LUCE TROVA CASANel “triangolo del cinema”, voluto dal Fascismo nell’area del Quadraro, dopo la creazione ...
30/05/2025

POSTER 2/9. IL LUCE TROVA CASA

Nel “triangolo del cinema”, voluto dal Fascismo nell’area del Quadraro, dopo la creazione di Cinecittà (1937) e prima dell’apertura del Centro Sperimentale di Cinematografia (1940), arriva anche l’Istituto Nazionale Luce, che finalmente può avere un’unica sede.

Il 10 novembre 1937 la posa della prima pietra è fatta da due Mussolini. Quello vero e la sua sagoma, intenta ad usare una macchina da presa, che troneggia sopra la scritta “La cinematografia è l’arma più forte”.

Il progetto della sede, vincitore di un concorso, è quello proposto dall'impresa di Adolfo Ricci e concepito dall’ingegnere Clemente Busiri Vici e dagli architetti Andrea Busiri Vici, Arnaldo Regagioli e Rodolfo Rustichelli.

In particolare, sul numero 11 della rivista «L’ingegnere», nel novembre 1937, in un articolo dedicato al progetto si racconta: «Di particolare rilievo è la disposizione delle stanze per i montatori, collocate nella zona centrale, in un corpo di fabbrica a forma di semicerchio, con ampie vetrate doppie ed in modo che dalla stanza del capo servizio posta nella parte centrale dell’emiciclo, sia possibile esercitare la più accurata sorveglianza di tutto il personale che lavora nelle stanze suddette le quali hanno in corrispondenza, nell'altro lato del corridoio, le relative cineteche».

Nel 1944 i locali sono fortemente danneggiati dai bombardamenti e requisiti della Commissione di Controllo Alleata, che riconverte Cinecittà in un campo profughi per i successivi tre anni.

Dopo un lungo periodo di commissariamento, in cui viene scongiurata la liquidazione, si giunge alla riorganizzazione e risistemazione dell’Istituto, che porta nel 1949 in funzione un numero di immobili, impianti e attrezzature molto vicino a quello di prima della guerra.

Vedi il poster -> https://shorturl.at/4Abgz

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LIBRI / “L’ITALIA FASCISTA IN CAMMINO” (1932)Nel 1932, in occasione del decennale della Marcia su Roma, il Luce è impegn...
23/05/2025

LIBRI / “L’ITALIA FASCISTA IN CAMMINO” (1932)

Nel 1932, in occasione del decennale della Marcia su Roma, il Luce è impegnato su due fronti: l’allestimento e la documentazione della Mostra al Palazzo delle Esposizioni, aperta il 28 ottobre, e la realizzazione del fotolibro “L’Italia fascista in cammino”, che l’accompagna.

Un’enorme mole di foto in bianco e nero invade i laboratori fotografici di Via Cernaia. Ingrandite, tagliate, rilavorate e stampate. Sono tutte foto del Luce, compongono un ritratto fotografico del Paese, trasformato e avviato alla modernità dalle opere e dalle iniziative del Regime. Un volume imposto da Mussolini che funzioni da grancassa della sua ideologia.

Così ne risulta un fotomontaggio piatto, che si risolve nella frontalità celebrativa e nella didascalia del presente, tradendo qualsiasi proposito innovativo del costruttivismo sovietico, da cui pure dice di ispirarsi.

Se la Mostra riceve una straordinaria affluenza di visitatori, l’operazione del fotolibro si rivela per il Luce infausta, fonte di enormi perdite economiche. Infatti l’Istituto non rientrerà mai neanche delle spese di produzione, essendo il volume diffuso gratuitamente, visti i fini propagandistici. Tramonta così pure la possibilità di una sua edizione francese.

Scopri cosa c’è nel volume -> https://shorturl.at/HtOXQ

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LUOGHI / ROMA, VIA CERNAIA, 1È a questo indirizzo che si trova la Cineteca del Governatorato di Roma, istituita nell’ott...
16/05/2025

LUOGHI / ROMA, VIA CERNAIA, 1

È a questo indirizzo che si trova la Cineteca del Governatorato di Roma, istituita nell’ottobre 1925 da Filippo Cremonesi, con l’obiettivo di documentare a livello filmico i principali eventi della vita capitolina e mo***re poi i girati in “riviste cinematografiche”.

Alla metà del 1926, con Cremonesi divenuto presidente dell’Istituto Nazionale Luce, viene fatta una convenzione tra il Luce e la Cineteca per la distribuzione di film educativi, limitatamente al territorio del Governatorato e della Provincia di Roma.

Nell’agosto 1928, in seguito alla soppressione della Cineteca, si attua il trasferimento al Luce dei compiti ad essa assegnati, del suo consistente patrimonio foto-cinematografico, e degli impianti fissi e mobili di via Cernaia, impiegati per lo sviluppo, la stampa e le proiezioni.

L’accordo con il Governatorato, di contro, obbliga il Luce, per otto anni, a garantire almeno 260 spettacoli annui sul territorio romano, il prestito di almeno 2.500 pellicole alle scuole del Governatorato, la fornitura di film documentari fino a un massimo di duemila metri, l’esecuzione di 500 fotografie.

Il Luce, in via Cernaia, negli anni successivi avrà ulteriori spazi, come quelli sgomberati dall’Opera Nazionale Dopolavoro, allestirà sia il Laboratorio scientifico, organizzato e diretto da Roberto Omegna, sia il Reparto sonoro con la sala di sincronizzazione. In seguito, sarà assegnata al Luce la gestione del Planetario, sempre attiguo agli spazi di via Cernaia.

Più o meno parallelamente all’arrivo in via Cernaia, aumentando le attività amministrative e produttive, il Luce stabilisce la sua sede nel Palazzo della Stamperia, posto nell’omonima via, al civico 8.

Scopri com’era nel 1928 il Luce di via Cernaia -> https://shorturl.at/ymQ3E

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14/05/2025

🎬 Seminario sulla cinematografia scolastica italiana (1926–1977)
Venerdì 16 maggio ore 15:00-17:30
📍 Lo Scrigno della Memoria, Archivio Centrale dello Stato, (p.t.)

Una giornata di studi dedicata alla storia del cinema educativo in Italia: documenti d’archivio, proiezioni e la presentazione del volume Schermi di classe di Giovanni Grasso (Kaplan, 2024).
Un’occasione per riscoprire il ruolo del linguaggio cinematografico nella scuola del Novecento.

📖 Scopri il programma completo → https://acs.cultura.gov.it/seminario-sulla-cinematografia-scolastica-italiana-1926-1977/

Ingresso libero – ti aspettiamo!

Indirizzo

Via Tuscolana, 1055
Rome
00173

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 15:00
Martedì 09:00 - 15:00
Mercoledì 09:00 - 15:00
Giovedì 09:00 - 15:00
Venerdì 09:00 - 15:00

Telefono

+3906722861

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