
24/09/2025
👣 La panchina vuota
Lavoro come bibliotecaria in un piccolo paese.
Ogni mattina, davanti all’ingresso, trovo una panchina di legno: vecchia, consumata, ma sempre piena di vita.
Un giorno si è seduto lì un anziano con un quaderno. Sfogliava le pagine lentamente, e mi ha confidato:
«Sono i miei appunti di quando ero ragazzo. Li rileggo perché ho paura che i miei nipoti non sappiano mai chi ero.»
Gli ho sorriso e gli ho offerto un caffè. Poi ho avuto un’idea: ho preso un registratore e, ogni volta che tornava, gli ho chiesto di raccontarmi un ricordo. La sua prima bicicletta, la vendemmia con i fratelli, la partenza per il Nord.
Dopo qualche settimana non è più venuto. Ho scoperto che non c’era più.
La panchina è rimasta vuota. Ma io avevo la sua voce, i suoi racconti.
Li ho trascritti e messi in una piccola raccolta, che oggi si trova sugli scaffali della biblioteca.
La prima copia l’ho consegnata a sua nipote. Ha pianto e mi ha detto:
«Nonno non se ne andrà mai, ora che le sue parole vivono qui.»
Quella panchina, che sembra vuota, per me resterà sempre piena.
Ciclo di racconti paesani a cura di Antonio ConteAntonio Conte