21/05/2025
Viviamo in un mondo che brucia.
Le guerre non sono solo nei telegiornali: sono ovunque.
Ci siamo abituati.
È diventato normale.
Ma normale non significa giusto.
Non vale niente parlare di cambiamento, di pace, di futuro, se poi basta una delusione o un disagio per riversare odio ovunque.
Se non sappiamo fermarci nemmeno davanti a noi stessi, siamo parte del problema.
In questi giorni ho ricevuto attacchi pesanti.
A livello umano e professionale.
Privati, pubblici, spropositati e violenti.
Ho visto messaggi inviati anche a colleghi e amici per screditarmi.
Li ho letti tutti. E lo dico senza girarci intorno: ero pronto a querelare.
I reati ci sono, le prove anche.
Tre articoli del codice penale violati in modo piuttosto inequivocabile.
Ma poi, ieri sera, ho fatto l’unica cosa che in questo tempo sembra rivoluzionaria: mi sono fermato a pensare.
Pensare a quanto male deve esserci dietro certe parole.
Pensare quanto dolore devi trattenere per trasformare un fastidio in un’esplosione di rabbia così violenta.
A quanta solitudine, frustrazione, amarezza servono per scrivere certe cose… e lì ho capito: certe reazioni non parlano di me, parlano di chi le ha scritte.
Chi attacca così non sta difendendo un’idea, sta solo cercando qualcuno da trascinare nel suo inferno.
Ma un pirata moderno non può perdere la bussola…
Ed io ho scelto di navigare oltre i conflitti inutili, di guardare oltre le tempeste, di scegliere con lucidità la mia direzione.
Viviamo già immersi in conflitti quotidiani, ci uccidiamo con le parole, ci massacriamo sui social, ci spariamo addosso frustrazione come se fosse l’unico linguaggio rimasto.
E allora mi chiedo: vogliamo davvero aggiungere altra rabbia a un mondo che ne è già pieno?
IO DICO NO!
Non farò nomi. Non pubblicherò i messaggi ricevuti. Non restituirò odio con odio.
E, se la cosa si ferma qui, non querelerò nessuno.
Non per paura, né perché non potrei farlo, ma perché è così che si cambia davvero qualcosa.
Chi sa, ha già capito, chi vuole guerra, continui pure da solo.
Io seguo altre rotte.
Flavio Passi
Edizioni Effetto