Polidoro Editore

Polidoro Editore Polidoro è una casa editrice indipendente che racconta la contemporaneità attraverso la metamorfosi del linguaggio.

Crediamo nella letteratura come forma di resistenza lucida, nel pensiero come gesto estetico e politico

www.polidoro.eu Polidoro Editore nasce nel 2013 da un’idea di Alessandro Polidoro. Il progetto aveva inizialmente lo scopo di concentrarsi, attraverso studi, analisi e recupero delle tradizioni, sulla città di Napoli. Successivamente però i confini e gli interessi della proposta culturale si so

no allargati, in particolare verso la narrativa italiana e straniera, declinate attraverso le collane Classici, Perkins e I Selvaggi. Dal 2023, a dieci anni dalla nascita della casa editrice, la Polidoro cambia veste e si rinnova: il nuovo logo, ispirato al personaggio della mitologia Polidoro, trasformato in pianta, è il simbolo della metamorfosi continua necessaria per raccontare la contemporaneità; mentre la nuova gabbia grafica è frutto del lavoro condiviso con lo studio grafico /tracciafantasma/. Nasce Interzona, collana di narrativa italiana diretta da Orazio Labbate, uno speciale territorio finzionale dove si compie con libertà ed estrema cura il romanzo letterario, con il coinvolgimento di autori di altissimo calibro. I Selvaggi, collana di narrativa ispanica e ispano-americana che in questi anni ci ha portato grandi soddisfazioni, oggi diretta da Massimiliano Bonatto, arriva a sei titoli l’anno, mentre prosegue con AltroParallelo la ricerca sui grandi autori classici che hanno definito in questi anni la nostra riflessione letteraria tra passato, presente e futuro. Al centro di tutto il nostro lavoro resta il lettore, e la responsabilità che sentiamo per la nostra offerta.

«Disturbanti. È questo l’aggettivo migliore perdescrivere le ultime due uscite della collana Interzona dell’editore Poli...
14/12/2025

«Disturbanti. È questo l’aggettivo migliore per
descrivere le ultime due uscite della collana Interzona dell’editore Polidoro curata da Orazio Labbate. Romanzi che smuovono qualcosa dentro, costringono a creare interrogativi sulle nostre vite, guardando a un futuro distopico che, per l’appunto, disturba a
mano a mano che le pagine iniziano a farsi meno».
Samuele Nava su La Provincia di Como recensisce gli ultimi due libri della collana diretta da Orazio Labbate:
«La città dei Serpenti» di Lorenzo Monfregola e «L’Oltremondo» di Emiliano Ereddia

«Due opere estreme, senza dubbio, che viaggiano su una stessa linea immaginaria.
Perché è proprio dall’estremo che si riesce a scorgere una frazione di verità».


«In un caso e nell’altro un potente linguaggio mitico sottostà all’invenzione narrativa. La paranoica città dei serpenti...
09/12/2025

«In un caso e nell’altro un potente linguaggio mitico sottostà all’invenzione narrativa. La paranoica città dei serpenti del primo titolo è simbolizzata in un cranio, come il Golgota del cranio di Adamo, e l’ambiguità del serpente dell’Eden è il suo statuto costituzionale: in luogo dello sguardo terapeutico al Nehustan, il serpente di Mosè, sono previste immersioni “terapeutiche” degli Agenti in vasche di serpenti, che insieme possono però far pensare (in chiave di morte rituale, iniziatica) a quella in cui muore l’eroe vichingo Ragnarr catturato da Ælla di Northumbria».

Su Carmilla Franco Pezzini parla di narrativadi genere Letterari.
E lo fa citando le nostre ultime pubblicazioni «La città dei Serpenti» di Lorenzo Monfregola e «L’Oltremondo» di Emiliano Ereddia

Entrambi per diretta da Orazio Labbate

di Franco Pezzini Lorenzo Monfregola, La città dei Serpenti, pp. 440, € 19, Polidoro, Napoli [...]

«Inverness è la parola che Monica Pareschi ha scelto come titolo per la sua raccolta di otto racconti edita per la colla...
09/12/2025

«Inverness è la parola che Monica Pareschi ha scelto come titolo per la sua raccolta di otto racconti edita per la collana interzona di Polidoro nel 2024, finalista al Premio Campiello del 2025. Si è scritto tanto su questo lavoro di Pareschi, notissima traduttrice che personalmente ho apprezzato molto nella resa del gotico L’incubo di Hill House di Shirley Jackson per Adelphi. Trasformare parole in altre parole, o meglio in parole altre, possedendo la magia di entrambi i mondi, è una capacità così sublime che il titolo scelto, Inverness, non può alludere solo alla meta finale di un viaggio (quello in autostop, incompiuto, che ha come destinazione la città scozzese nell’ultimo racconto). Inverness – che lo si renda con invernitudine, invernità – è una condizione dell’animo che attraversa tutti questi racconti e ne possiede interamente alcuni».
L'indiependente per «Inverness» di Monica Pareschi finalista al Premio Campiello

57°28’N 4°13’W: sono le coordinate di Inverness, capitale culturale delle Highlands scozzesi, cittadina antica – per quelle latitudini – e anche famosa: qui Macbeth avrebbe ucciso Duncan e le acque…

«Oltre a massacrare vite umane. il genocidio - aggiunge - annichilisce l'arte, la storia, la letteratura palestinese».Cl...
09/12/2025

«Oltre a massacrare vite umane. il genocidio - aggiunge - annichilisce l'arte, la storia, la letteratura palestinese».

Claudio Dionesalvi intervista su il manifesto Atef Abu Saif «autore di cinque romanzi, tra i quali “Vita appesa”, finalista del Premio Internazionale per la Narrativa Araba 2015, recentemente tradotto in italiano da Polidoro, in cui riesce a intrecciare e armonizzare le storie individuali e le vicende collettive del suo popolo oppresso.
«Grazie a una scrittura che alterna crudo realismo e pause di simbolismo puro, l'autore ritrae l'orrore del genocidio senza lasciarsi trasportare da fughe retoriche e vittimismi. Ne emerge un racconto prospettico, che ricostruisce i nessi tra la presente tragedia e le sue radici storiche».

Per la nuovissima collana diretta da Giacomo Longhi

«Ambientato nell'immensa Buenos Aires e ricco di riferimenti alla cultura pop dell'Argentina di oggi, “Dancing queen” è ...
09/12/2025

«Ambientato nell'immensa Buenos Aires e ricco di riferimenti alla cultura pop dell'Argentina di oggi, “Dancing queen” è costruito per frammenti.
Fabbri racconta il lato oscuro dell’amore e della famiglia, la delusione e il dolore, ma anche la speranza e la volontà di non cedere, di scamparla e, soprattutto, di non perdere mai e poi mai quel minimo di ironia che aiuta a sopravvivere.
Un conforto, di questi tempi».

Su il manifesto Francesca Lazzarato recensisce «Dancing queen» il nuovo romanzo di Camila Fabbri

Per collana a cura di Max Cimbro Bonatto

Classifica di qualità de La Lettura - Corriere della Sera 20 punti per «Anni ombra» di Casadei Alberto•  collana a cura ...
09/12/2025

Classifica di qualità de La Lettura - Corriere della Sera
20 punti per «Anni ombra» di Casadei Alberto

collana a cura di Orazio Labbate

«Nick Land che sorseggia scotch in un bar luminescente di neon e odoroso di pollo fritto, a Pattaya, in compagnia di Nea...
09/12/2025

«Nick Land che sorseggia scotch in un bar luminescente di neon e odoroso di pollo fritto, a Pattaya, in compagnia di Neal Stephenson, William S. Burroughs e Franz Kafka.
L'agente Kajus, il protagonista, si immerge nel lavacro del suo personale viaggio nel cuore di tenebra: non una indagine, ma un viaggio iniziatico sotto l'ombra squamata del sibilare dei serpenti».

Su Il Foglio Andrea Venanzoni recensisce «La città dei Serpenti» di Lorenzo Monfregola
Per diretta da Orazio Labbate

06/12/2025

Non è una serie, non è un videogioco.
È un’Italia governata da Intelligenze Artificiali, dove ogni dissenso viene etichettato come disturbo.
Don, professore di storia espulso e sedato, entra in una rete clandestina che usa una sostanza chiamata oblivion per hackerare il tempo e sabotare la narrazione ufficiale.
Per chi è cresciuto dentro gli algoritmi, L’Oltremondo è una distopia che non chiede “e se succedesse?”, ma “quanto ci siamo già dentro?”.

L’Oltremondo di Emiliano Ereddia
Collana Interzona diretta da OrazioLabbate – ora in libreria e a Più libri più liberi.

Su laRegione l’intervista ad Atef Abu Saif, il narratore di Gaza, autore di «Vita appesa».Per   collana diretta da Giaco...
04/12/2025

Su laRegione l’intervista ad Atef Abu Saif, il narratore di Gaza, autore di «Vita appesa».
Per collana diretta da Giacomo Longhi.
Intervista di Martina Parenti

04/12/2025

Claudio Dionesalvi, Atef Abu Saif: «Oltre alle vite umane il genocidio distrugge arte e memoria», Il Manifesto, 4 dicembre 2025

TERRA RIMOSSA Intervista al romanziere ed ex ministro della cultura palestinese

«Ci hanno distrutto 19 università e tutte le scuole che avevamo. Sin dal pomeriggio del 7 ottobre 2023, il primo museo bombardato è stato quello di Al-Qarara. Non a caso. Custodiva reperti attestanti la millenaria storia di Gaza. Questo tentativo di annientamento militare della nostra memoria è ancora in atto». A parlare è Atef Abu Saif, ex ministro della Cultura palestinese, sfuggito decine di volte alla morte durante gli attacchi indiscriminati dei soldati israeliani: «Oltre a massacrare vite umane, il genocidio – aggiunge – annichilisce l’arte, la storia, la letteratura palestinese».
Nato e cresciuto nel campo profughi di Jabalia, Abu Saif ha narrato l’orrore in Diario di un genocidio – 60 giorni sotto le bombe a Gaza, tradotto e pubblicato in Italia nel 2024 da FuoriScena libri. È autore di cinque romanzi, tra i quali Vita appesa, finalista del Premio Internazionale per la Narrativa Araba 2015, recentemente tradotto in italiano (Polidoro 2025), in cui riesce a intrecciare e armonizzare le storie individuali e le vicende collettive del suo popolo oppresso.
Grazie a una scrittura che alterna crudo realismo e pause di simbolismo puro, l’autore ritrae l’orrore del genocidio senza lasciarsi trasportare da fughe retoriche e vittimismi. Ne emerge un racconto prospettico, che ricostruisce i nessi tra la presente tragedia e le sue radici storiche. È una narrazione carica di senso, autobiografica, tratteggiata da momenti stranianti che sospingono verso un’immedesimazione consapevole.
Dottor Atef Abu Saif, in Vita appesa la descrizione delle violenze che il popolo palestinese subisce da decenni è accompagnata da un’efficace rappresentazione di sentimenti universali e situazioni comuni. Nella tragedia i rapporti interpersonali sembrano improntati a una commovente semplicità.
La guerra, da sempre, è nemica della sopravvivenza. Chi ci fa guerra vuole distruggere le nostre esistenze, uccidere tutti i palestinesi. È naturale per noi insistere nella nostra voglia di continuare a esistere. La vita è come un albero che si alimenta e può crescere solo in virtù della speranza. Quindi se si prova a irrigarla di speranza, la vita migliora, mentre la tristezza genera odio e mostri.
Forse anche per questo approccio, i suoi personaggi suscitano tenerezza, mentre le violenze che subiscono generano indignazione. Come può riuscire l’amore, nel senso romantico del termine, a non lasciarsi soffocare nei territori occupati da Israele?
Noi reagiamo amando i bambini, ricercando la pace e la speranza. È importante raccogliere la memoria, interagire con le aspirazioni soggettive. Tuttavia la salvezza non può essere individuale. Ogni cambiamento, in senso filosofico, comporta una mutazione di noi stessi. Non è possibile migliorarsi attraverso il dolore e la rabbia. La comunità è sempre più importante dell’individualità. Ciò vale per tutti i popoli, non solo per noi palestinesi.
In Diario di un genocidio descrive gli attacchi sferrati dalle navi israeliane sulla costa di Gaza. Sa che a sparare sono anche cannoni di fabbricazione italiana?
Non sono a conoscenza del fatto che quelle armi specifiche siano state prodotte in Italia, ma so che è uno dei tanti Paesi europei sostenitori, insieme agli Usa, della macchina bellica israeliana. Le relazioni tra Italia e Israele includono anche la compravendita di armi utilizzate per il genocidio, l’uccisione di bambini, la distruzione di scuole e ospedali. È uno dei lati oscuri della politica del governo della signora Meloni: la cooperazione militare con Netanyahu si unisce alla negazione del genocidio in atto.
Quanto le mobilitazioni dei movimenti ProPal e l’impresa della flotilla hanno condizionato le scelte dei Paesi arabi e dell’Autorità Nazionale Palestinese sul cessate il fuoco dello scorso 10 ottobre e sul cosiddetto “accordo di pace” siglato a Sharm el-Sheikh?
Queste manifestazioni sono state importantissime per una serie di ragioni. Anzitutto per sollevare attenzione intorno ai crimini israeliani, per sensibilizzare tantissime persone su quanto sta accadendo. I mass media controllati dai governi, e in particolare quelli di destra, tentano di oscurare il massacro. Quindi, più si manifesta, più si boicotta e si protesta, maggiore è la sensibilità mondiale intorno alla questione palestinese. Quando mi trovavo a Rafah, appena ebbi accesso a internet vidi le manifestazioni a Roma, Parigi, Londra e nel resto del mondo. Provai sollievo. Per migliaia di persone private di cibo, acqua, medicine, è importante sapere di non essere sole. E grazie alla flotilla, alle donne e agli uomini che si sono imbarcati, improvvisamente il mondo ha capito che il mare per Gaza non è una porta, ma un confine invalicabile che imprigiona milioni di esseri umani.
https://ilmanifesto.it/atef-abu-saif-oltre-alle-vite-umane-il-genocidio-distrugge-arte-e-memoria

02/12/2025

Paulina si risveglia al buio, intrappolata in un’auto dopo un incidente: sente l’odore acre della benzina, i vetri nella pelle e il latrato lontano di un cane, accanto a lei una ragazza sconosciuta piange.
È viva, e da quell’istante tutto è destinato a cambiare. Tornata single a trentacinque anni, Paulina parte per la campagna con la collega Maite e il cane Gallardo. Quel viaggio, pensato come fuga e forse come rinascita, diventa presto un itinerario vertiginoso: il presente frantumato dell’incidente si intreccia con ricordi in schegge – piscine calde piene di insetti morti, lucine di compleanno appese tra gli alberi, incontri insoliti – mentre il confine tra memoria e allucinazione si fa sottile. Lungo il cammino, Paulina scoprirà che ogni violenza è anche una ferita colletiva.

, tra le voci più sorprendenti della nuova narrativa argentina, mescola fragilità e tenerezza, ironia e smarrimento. Con l’intelligenza corrosiva e l’umorismo di Fleabag e una prosa frammentaria e visionaria, l’autrice ci offre una versione introspettiva di Thelma & Louise: un viaggio ribelle dove il desiderio di libertà e la ricerca di senso si intrecciano in un paesaggio emotivo costellato di crepe, silenzi e improvvise illuminazioni.
Dancing Queen è un romanzo di amicizie imperfette e spudorate: donne che si sostengono a vicenda e diventano rifugio l’una dell’altra, interrogandosi sul proprio valore, sul corpo e sulla libertà di scegliere.

Traduzione di Carlo Alberto Montalto


Per collana diretta da

«Frammenti di Kurdistan» l’antologia che raccoglie “storie e memorie di un popolo diviso da confoni, gierre ed esili for...
02/12/2025

«Frammenti di Kurdistan» l’antologia che raccoglie “storie e memorie di un popolo diviso da confoni, gierre ed esili forzati” curata da Francesco Marilungo è su Altreconomia

Per collana diretta da Giacomo Longhi

Indirizzo

Via Jannelli, 51
Vomero
80131

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Polidoro Editore pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Digitare

La casa editrice

Alessandro Polidoro editore è una casa editrice indipendente che si dedica a proporre la propria idea di letteratura contemporanea.

Il suo obiettivo è dare risalto ad autori italiani esordienti e non, ricercando sempre voci originali. All’interno del catalogo opere di fiction e non-fiction dialogano in modo fluido. Con al suo centro un occhio costantemente puntato sulla contemporaneità nella scrittura e nelle nostre vite.

Il programma editoriale è inteso come un percorso unico su tematiche di varia natura.